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Prof. Marco la Fata
Prof. Marco la Fata L’idea che un tempo le terre emerse potessero occupare posizioni diversi da quelle attuali, suffragata da numerose considerazioni e osservazioni di carattere geografico e paleontologico, è piuttosto antica. Già nel 1620, il filosofo britannico Francesco Bacone aveva sottolineato la notevole corrispondenza di forma tra la costa occidentale dell’Africa e quella orientale del Sud America; l’osservazione, tuttavia, non aveva suggerito l’ipotesi che i due continenti un tempo fossero uniti. Spettò al meteorologo tedesco Alfred Wegener, considerato il padre della teoria della deriva dei continenti, sviluppare in dettaglio quest’idea, in un opera: “L’origine dei continenti e degli oceani” pubblicata nel 1915
ALFRED WEGENER Nato a Berlino nel 1880 da una famiglia di pastori protestanti, s'interessò giovanissimo alle scienze naturali. Studiò alle università di Innsbruck, Berlino e Heidelberg; nel 1904 si laureò
in fisica e ottenne il dottorato in astronomia. Appassionato di meteorologia, colpì i contemporanei innanzitutto per il suo spirito di avventura. Nel 1906 compì la sua prima importante spedizione in Groenlandia come meteorologo; inizia così la sua collaborazione e amicizia con il direttore dell'osservatorio di Amburgo, V. Köppen, del quale sposerà la figlia, Else. Nel 1913 partecipò ad una seconda spedizione in Groenlandia con l'esploratore danese J.P. Koch, nota per la più lunga traversata a piedi della calotta polare mai effettuata. Nella sua terza missione in Groenlandia, nel 1930, Wegener morì, forse per attacco cardiaco, il suo corpo sarà ritrovato nel maggio 1931. Nel 1918 fu nominato professore di meteorologia e geofisica all'università di Amburgo e nel 1924 ottenne una cattedra di meteorologia e geofisica all'università di Graz, in Austria, dove rimase sei anni. A partire dal 1910, i suoi interessi si volsero decisamente verso il campo geofisico e si dedicò particolarmente all'elaborazione della teoria della deriva dei continenti, la cui ipotesi è formulata nel 1912 ne "La formazione dei continenti" e nel 1915 ne "L’origine dei continenti e degli oceani". Wegener viene ricordato soprattutto per aver
elaborato la teoria della deriva dei continenti.
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La Terra prima di Wegener Wegener presentò la prima versione dell’ipotesi della deriva dei continenti in Germania nel 1912. A quel tempo la visione convenzionale della Terra sosteneva che: • Il globo terrestre stesse ancora raffreddandosi e contraendosi dallo stato iniziale di
materia fusa. • Si supponeva che le catene montuose si fossero sollevate per lo stesso fenomeno di
corrugamento che si verifica sulla buccia di una mela che si sta essiccando • Tutti i movimenti che interessavano la superficie erano considerati verticali infatti, la
Terra era vista come una massa troppo rigida per permettere movimenti orizzontali. • Si invocava l’esistenza di ponti continentali transoceanici ormai scomparsi, per spiegare la
presenza di resti fossili animali e vegetali identici in continenti separati da vasti oceani.
LA TEORIA DI WEGENER
Secondo l’ipotesi di Wegener , all’inizio della storia geologica della Terra, le terre emerse erano raggruppate in un unico enorme continente denominato Pangea circondato da un unico oceano Panthalassa .
Poi, 200 Milioni di anni fa, la Pangea iniziò a frammentarsi lentamente, dapprima in due parti: una a nord dell'equatore chiamata Laurasia (che comprendeva Europa , Asia e Nord America ) e l'altra a sud, chiamata Gondwana ( comprendente Sud America, Africa e Oceania ) separati da un braccio di mare denominato Tetide
Lentamente i due super -‐ continenti, Laurasia e Gondwana si frammentarono in parti più piccole che andarono alla deriva sulla costa oceanica fluida. La Laurasia andò alla deriva verso il Nord, mentre il blocco America del Sud-‐Africa si staccò dal blocco Australia-‐Antartide. Durante il Cretaceo, il Sud America e l'Africa si erano già allontanati,
Solo nel Neozoico Europa ed America Settentrionale si separarono definitivamente come avvenne per il Sud America e l'Antartide. Secondo Wegener, sui bordi dei continenti in movimento si sarebbero formate le montagne in seguito a corrugamenti causati dall’attrito tra il margine in avanzamento dei continenti ed il Sima sottostante, ne sono un esempio: le montagne rocciose dell’America del nord e la cordigliera delle Ande nell’America del sud ( dovute alla deriva da est verso ovest; le grandi catene che dalle Alpi, attraverso il Caucaso, vanno fino all’Himalaya ( dovute alla deriva dai poli all’equatore).
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PROVE A SOSTEGNO DELLA DERIVA
A sostegno della propria teoria, Wegener portò diverse prove, atte a fornire una spiegazione scientifica completa. Tali prove furono di natura:
Paleogeografiche Wegener, osservando la corrispondenza di forma fra le linee di costa dell'America meridionale e dell'Africa, ipotizzò che i continenti potessero un tempo essere stati uniti tra loro. L'ipotesi venne da alcuni criticata perché si basava sulla forma attuale delle coste; poiché le coste sono continuamente modificate dall'erosione è poco probabile trovare oggi una valida corrispondenza. Paleontologiche
Era nota da tempo la distribuzione di alcune varietà di fossili di rettili e vegetali in territori attualmente molto lontani tra loro e separati da oceani. Si fa riferimento in particolare ad un piccolo rettile chiamato mesosaurus e ad una felce, la glossopterix, risalenti ad oltre 200 milioni di anni fa. All'inizio del secolo, i paleontologi spiegavano la somiglianza tra le specie di animali e vegetali fossili, rinvenute nei diversi continenti, con la presenza di ponti
continentali che dovevano collegare le diverse terre. Questi ponti sarebbero poi sprofondati in fondo agli oceani. Wegener, basandosi sulle evidenze geofisiche mostrò l'impossibilità dell'esistenza di questi ponti naturali, giustificando la distribuzione delle specie viventi con il contatto che doveva esserci stato in passato tra i continenti.
Paleoclimatiche
Conducendo ricerche anche sulla distribuzione dei climi del passato, rilevò in Sudamerica, Australia, Africa ed India, rocce sedimentarie paleozoiche deposte in ambiente glaciale, le tilliti, (morene fossili), mentre in Siberia, America settentrionale
ed Europa centro-‐ settentrionale trovò dei carboni fossili della stessa età delle tilliti, ma formate da resti vegetali tipici di climi tropicali. La particolare distribuzione di queste rocce poteva essere spiegata solo ammettendo che al momento della loro deposizione le terre soggette al clima glaciale fossero tutte unite tra di loro, così come dovevano esserlo quelle dove il clima era invece tropicale.
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Critiche alla teoria
La teoria di Wegener, per quanto sostenuta da prove valide, presentava dei punti di debolezza per quel che riguarda le cause che mettevano in moto i continenti; secondo lo scienziato tedesco il movimento dei continenti era dovuto alla forza centrifuga generata dalla rotazione terrestre e all’attrazione gravitazionale del Sole e della Luna. Questi meccanismi non convinsero la comunità scientifica dell’epoca che criticò aspramente la teoria di Wegener e alla sua morte la smantellarono punto per punto. La teoria della deriva dei continenti è stata ripresa solo alla metà del Novecento, grazie alle esplorazioni dei fondali oceanici e agli studi paleomagnetici che misero in luce la validità della teoria di Wegener.
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