Smart city Il modello Amburgo - European...

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SMART CITY GREENBUSINESS • 6-7 2013 38 COVER Il modello Amburgo U n milione e 800 mila abitanti nel centro città, 4,3 milioni se si considera l’area metropoli- tana, un porto che per estensione e ri- levanza commerciale, è il terzo in Eu- ropa, un polo industriale di oltre 500 aziende fra cui diverse multinaziona- li e 4,7 milioni di visitatori all’anno. Numeri capaci di mettere alla prova qualsiasi città, ma non Amburgo, che si è guadagnata tali primati proprio in virtù dei suoi elevati standard, frutto di una politica lungimirante che pun- ta alla sostenibilità e che le è valsa il ri- conoscimento di “Capitale verde eu- ropea 2011”. Amburgo è la seconda città tedesca dopo Berlino per popo- lazione e prima in Europa per reddi- to, un primato costruito sull’industria pesante e sul commercio e che in pas- sato è costato caro in termini di in- quinamento e qualità della vita. Tut- tavia, negli ultimi 20 anni, l’ammini- strazione ha abbracciato una politica di sviluppo urbano ecosostenibile, che ha dato il via a diversi progetti di ri- qualificazione. Il più noto è quello che riguarda la realizzazione della Energy Hill nel quartiere di Wilhelmsburg, un’area che in passato era utilizzata come discarica e che nel 1983 si rive- lò altamente tossica, poiché la diossi- na rilasciata dai rifiuti aveva raggiun- to le falde acquifere. Oggi sullo stes- so territorio sorgono una stazione eo- lica e un impianto fotovoltaico, che si prevede riusciranno a fornire ener- gia a 4 mila famiglie. Diverse misu- re sono state adottate per proteggere le acque sotteranee, mentre l’erba della collina è utilizzata per alimentare gli impianti di biogas. Lo stesso quartie- Germania La seconda città tedesca per popolazione, nel 2011 è stata eletta ‘Capitale green d’Europa’, dimostrando che sviluppo economico e ambientale possono coesistere A Energy Hill, un’area in passato utilizzata come discarica, sorgono oggi una stazione eolica e un impianto fotovoltaico, che potranno fornire energia a 4 mila famiglie Amburgo in cifre Popolazione 1,8 milioni di abitanti in città, 4,3 milioni nell’area metropolitana Università e college 20 Incidenza residenti stranieri 13,5% Ettari di foresta 4.700 Distanza media abitazioni da un parco 300 metri Km di strada coperti dagli autobus 11.657 Ecotaxi 500 su 4 mila City bikes 1.500 Bio waste container 100 mila (+76%)

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GREENBUSINESS • 6-7 201338

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VE

r Il modello Amburgo

Un milione e 800 mila abitanti nel centro città, 4,3 milioni se si considera l’area metropoli-

tana, un porto che per estensione e ri-levanza commerciale, è il terzo in Eu-ropa, un polo industriale di oltre 500 aziende fra cui diverse multinaziona-

li e 4,7 milioni di visitatori all’anno. Numeri capaci di mettere alla prova qualsiasi città, ma non Amburgo, che si è guadagnata tali primati proprio in virtù dei suoi elevati standard, frutto di una politica lungimirante che pun-ta alla sostenibilità e che le è valsa il ri-

conoscimento di “Capitale verde eu-ropea 2011”. Amburgo è la seconda città tedesca dopo Berlino per popo-lazione e prima in Europa per reddi-to, un primato costruito sull’industria pesante e sul commercio e che in pas-sato è costato caro in termini di in-quinamento e qualità della vita. Tut-tavia, negli ultimi 20 anni, l’ammini-strazione ha abbracciato una politica di sviluppo urbano ecosostenibile, che ha dato il via a diversi progetti di ri-qualificazione. Il più noto è quello che riguarda la realizzazione della Energy Hill nel quartiere di Wilhelmsburg, un’area che in passato era utilizzata come discarica e che nel 1983 si rive-lò altamente tossica, poiché la diossi-na rilasciata dai rifiuti aveva raggiun-to le falde acquifere. Oggi sullo stes-so territorio sorgono una stazione eo-lica e un impianto fotovoltaico, che si prevede riusciranno a fornire ener-gia a 4 mila famiglie. Diverse misu-re sono state adottate per proteggere le acque sotteranee, mentre l’erba della collina è utilizzata per alimentare gli impianti di biogas. Lo stesso quartie-

Germania La seconda città tedesca per popolazione, nel 2011 è stata eletta ‘Capitale green d’Europa’, dimostrando che sviluppo economico e ambientale possono coesistere

A Energy Hill, un’area in passato utilizzata come discarica, sorgono oggi una stazione eolica e un impianto fotovoltaico, che potranno fornire energia a 4 mila famiglie

amburgo in cifre

popolazione 1,8 milioni di abitanti in città,4,3 milioni nell’area metropolitana

università e college 20

incidenza residenti stranieri 13,5%

ettari di foresta 4.700

distanza media abitazioni da un parco 300 metri

Km di strada coperti dagli autobus 11.657

ecotaxi 500 su 4 mila

city bikes 1.500

Bio waste container 100 mila (+76%)

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re è oggi un grande cantiere di edili-zia sostenibile e uno spazio per il tem-po libero. Un’altra grande opera di ri-qualificazione riguarda HafenCity, la vecchia area portuale lungo il fiume Elba, oggi riconvertita in un comples-so residenziale a basso impatto grazie alla costruzione di impianti geotermi-ci e solari e pompe di calore che sfrut-tano l’acqua. Per i prossimi anni, inol-tre, è stata approvata la realizzazione di un tetto verde lungo il tratto cit-tadino dell’autostrada A7, che collega la Germania alla Scandinavia. Oggi Amburgo è una delle città più verdi d’Europa, con i suoi parchi e prati sul-le sponde dei due fiumi che l’attraver-sano, l’Elba e l’Alster. La presenza di numerosi polmoni verdi ha la dupli-ce funzione di garantire ai suoi abi-tanti zone di svago e relax e, allo stes-so tempo, di ridurre gli effetti negativi dell’inquinamento.

il futuro è sempre più verdeAmburgo è un esempio che soste-

nibilità e progresso possono viaggia-

re sullo stesso binario. Un messaggio che nel 2011 è stato portato per l’Eu-ropa attraverso il progetto Train of Ideas, un convoglio interattivo che ha fatto tappa in 18 città, fra cui Varsa-via, Malmö, Copenhagen, Bruxelles, Vienna, Barcellona e Marsiglia, per mostrare le best practice della capitale anseatica. Amburgo è un modello sot-to diversi punti di vista, dall’utilizzo di energia rinnovabile alla mobilità,

dal trattamento delle acque reflue alla qua-lità dell’aria.

Negli ultimi 12 anni l’utilizzo di fonti pulite è tripli-cato e i posti di la-voro nel settore del-le rinnovabili sono aumentati del 57% tra il 2008 e il 2012. Grazie alla svol-ta green, Amburgo,

pur mantenendo la vocazione indu-striale e commerciale, è riuscita a ri-durre le emissioni pro capite di CO2 (-15% rispetto al 1990). Ma l’obietti-vo è abbatterle del 40% entro il 2020 e dell’80% entro il 2050.

di Paola Binaghi

La Stadtreinigung Hamburg (Srh), società municipale che si occupa della gestione dei rifiuti, sta riducendo l’utilizzo di combustibili fossili e nucleari attraverso impianti di biogas insieme ad altre tecnologie per la produzione di energia e fertilizzante. Il primo impianto di biogas, situato nel quartiere di Stellingen, ha iniziato a essere operativo nel 2006, utilizza circa 20 mila tonnellate di rifiuti alimentari all’anno e produce circa 300 metri cubi di biogas all’ora. Il biogas viene trasformato dalla centrale di cogenerazione in circa 7 milioni di kWh di energia e teleriscaldamento per anno e consente di abbattere le emissioni di 5.470 tonnellate di CO2. Un secondo impianto è stato costruito a Tangstedt nel 2011 e, diversamente dal primo, utilizza la tecnica della fermentazione a secco, da cui si ricava energia elettrica per circa 4 mila famiglie, calore per mille e humus, che riduce l’erosione e l’eccesso di CO2 nell’atmosfera. Entrambi utilizzano rifiuti di cibo, provenienti dalle cucine domestiche e dai ristoranti, e resti di giardinaggio.

Con i suoi 72 kmq di estensione, circa il 10% della superficie urbana, il porto è una presenza importante ma non ingombrante. Le gigantesche gru di carico e scarico sono considerate uno dei simboli della città. Ogni anno vi transitano oltre 100 milioni di tonnellate di merci e circa 7,9 milioni di container; inoltre, dalle sue attività dipende il destino di oltre 150 mila posti di lavoro. Per questi motivi è fondamentale che, oltre a essere il più efficiente possibile, sia anche il meno invadente possibile. La sostenibilità non è solo un dovere morale, ma un asset competitivo; un aspetto, questo, su cui concordano tutti gli stakeholder, dall’Autorità del porto (Hpa) alle compagnie di spedizione e logistica, che hanno come obiettivo la riduzione di emissioni. Per esempio, sono stati introdotti sconti per navi ecofriendly, valutate in base allo standard Esi (Environmental ship index), e per chi sceglie di usare la stazione portuale. Quasi tutti i container (finora il 70%) saranno trasportati su rotaia. Mentre la società di logistica Hhla, che ha in gestione lo scalo, ha incrementato l’uso di veicoli elettrici per trasportare i container dalla banchina ai depositi.

Biogas, meno sprechi più energia

Un porto che è quasi un’oasi

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