Manfredi Orfeo

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Manfredi Orfeo Pala di Santa Trinita Possediamo, grazie ai documenti della chiesa di Santa Trinita, una testimonianza cartacea risalente al 1432, che attesta il pagamento di un carpentiere per aver posizionato l’opera sull’altare della sacrestia. L’opera fu commissionata da Pala Strozzi, in ricordo del padre Nofri. La struttura originale doveva comprendere anche le tavole di altri due artisti: Gentile da Fabriano e Lorenzo Monaco, a noi giunte separate. Lorenzo Monaco non riuscì a completare la pala (morì nel 1425), dipingendo solamente le cuspidi e la predella, con scene dalla vita di Cristo (Noli me tangere, Resurrezione, e le Pie donne al sepolcro) e le storie di Sant’Onofrio e San Nicola. La tavola di Gentile da Fabriano raffigurava L’adorazione dei Magi. Ad Angelico, invece, spettò il compito di dipingere la tavola centrale, e le colonnine laterali, sia di lato che di prospetto. Beato angelico suddivide la drammatica scena con tre cuspidi goticheggianti: a sinistra possiamo notare le pie donne (Maria Maddalena, Maria e Maria Cleofa) che assistono in preghiera la deposizione del corpo. Sotto la cuspide centrale vi è posizionata la croce, che con il tronco sbilanciato di Cristo, e le altre figure, crea una composizione ad x. Le figure aureolate che depongono Cristo sono probabilmente Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, con San Giovanni che sostiene il corpo, mentre il personaggio ai piedi della croce probabilmente è Alessio degli Strozzi. In contrasto con l’acuta drammaticità del momento, notiamo un profondo paesaggio, ricco di alberi e arbusti, contornato da un

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Manfredi OrfeoPala di Santa Trinita

Possediamo, grazie ai documenti della chiesa di Santa Trinita, una testimonianza cartacea risalente al 1432, che attesta il pagamento di un carpentiere per aver posizionato l’opera sull’altare della sacrestia.L’opera fu commissionata da Pala Strozzi, in ricordo del padre Nofri. La struttura originale doveva comprendere anche le tavole di altri due artisti: Gentile da Fabriano e Lorenzo Monaco, a noi giunte separate.Lorenzo Monaco non riuscì a completare la pala (morì nel 1425), dipingendo solamente le cuspidi e la predella, con scene dalla vita di Cristo (Noli me tangere, Resurrezione, e le Pie donne al sepolcro) e le storie di Sant’Onofrio e San Nicola. La tavola di Gentile da Fabriano raffigurava L’adorazione dei Magi.Ad Angelico, invece, spettò il compito di dipingere la tavola centrale, e le colonnine laterali, sia di lato che di prospetto.

Beato angelico suddivide la drammatica scena con tre cuspidi goticheggianti: a sinistra possiamo notare le pie donne (Maria Maddalena, Maria e Maria Cleofa) che assistono in preghiera la deposizione del corpo. Sotto la cuspide centrale vi è posizionata la croce, che con il tronco sbilanciato di Cristo, e le altre figure, crea una composizione ad x.Le figure aureolate che depongono Cristo sono probabilmente Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, con San Giovanni che sostiene il corpo, mentre il personaggio ai piedi della croce probabilmente è Alessio degli Strozzi. In contrasto con l’acuta drammaticità del momento, notiamo un profondo paesaggio, ricco di alberi e arbusti, contornato da un azzurro cielo velato di nubi, ed da una fantastica città mediovaleggiante sullo sfondo.Questa luce, potrebbe anche enfatizzare la doppia natura di Cristo, attraverso il ciclo delle stagioni, al rinnovarsi degli uomini e della natura, in attesa della resurrezione.

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