Jules Verne - Edgar Allan Poe

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    Jules Verne

    Edgar Allan Poe

    A cura di Mariella Di Maio

    Editori RiunitiI Piccoli

    I edizione: ottobre 1990Titolo originale: Edgar Poe et ses oeuvres

    Copyright Editori RiunitiVia Serchio 9/11 - 00198 RomaTraduzione e cura di Mariella Di Maio

    Grafica Luciano VagagginiCL 63-3386-9

    ISBN 88-359-3386-2

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    INTRODUZIONE

    Il testo che presentiamo nella sua prima traduzione italianafu pubblicato nel Muse des Familles (aprile 1864, pp. 193-208). Il titolo originale era Edgard Po et ses oeuvres (sic!).Tra le ristampe recenti: 1) Lausanne, Ed. Rencontre, 1970 (conLe Sphinx des glaces e una prefazione di Charles-Nol Martin);2) Reims, A l'Ecart, 1978 (riproduzione dell'originale in

    trecento esemplari); 3) in Textes oublis (1849-1903), a cura diFrancis Lacassin, Paris, UGE, Collection 10/18,1979, pp. 111-153, che abbiamo tenuto presente per questa traduzione. I branidei Racconti di Poe e delle Avventure di Gordon Pym chefigurano nel testo sono riportati dalle Opere scelte, a cura diGiorgio Manganelli, Milano, Mondadori, I Meridiani, 1984.

    (m.d.m.)

    Pubblicato nel 1864, Edgar Poe et ses oeuvres un testopressoch sconosciuto ai lettori dei Viaggi straordinari. inoltre marginalmente considerato, se non del tutto ignorato,anche negli studi pi importanti e nelle analisi pi brillantidell'opera verniana. Cos come viene generalmente trascurato ominimizzato, sia pure con preziose eccezioni, il rapporto diVerne con Poe. I Racconti e le Avventure di Gordon Pymesercitano invece una notevole influenza su non pochi romanzi

    verniani nell'arco di un trentennio circa, almeno fino a Lasfinge dei ghiacci del 1897, che una continuazione e unariscrittura del romanzo di Poe.

    Eppure il saggio che presentiamo meriterebbe maggioreattenzione almeno per due buoni motivi: 1) perch l'unicosaggio di critica letteraria che Verne abbia mai scritto; 2)perch un'ulteriore testimonianza della fortunata ricezione di

    Poe nella cultura francese, una testimonianza non banale etempestiva perch si colloca quasi a ridosso delle traduzioni

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    baudelairiane e molto prima che il caso Poe abbia la suamassima risonanza, fra gli anni Ottanta e Novanta del secoloscorso.

    Verne lo scrive quando agli inizi della sua carrieraletteraria, agli inizi di quella fortunatissima e colossale impresanarrativa concordata con il suo editore Hetzel. Sono statipubblicati o stanno per esserlo: Cinque settimane in pallone,Viaggio al centro della Terra, Dalla Terra alla Luna, Viaggi eavventure del capitano Hatteras. E gi in questi romanzitroviamo alcune suggestioni dell'opera poesca: l'omaggio delcritico quindi un segnale di conferma di ci che gi avvenivanell'ispirazione e nella scrittura.

    Cominciando dal titolo del ciclo verniano, Voyagesextraordinaires, probabilmente modellato su quello diHistoires extraordinaires (ma perch no?) che Baudelaireaveva dato alla prima scelta di racconti che aveva tradotto.Verne del resto aveva letto Poe attraverso le traduzionibaudelairiane, sicuramente delle Histoires extraordinaires

    (1856), delleNouvelles histoires extraordinaires (1857) e delleAventures d'Arthur Gordon Pym (1858). Doveva aver lettoinoltre la traduzione dei Contes indits d'Edgar Poe di WilliamL. Hughes, pubblicata nel 1862.

    Le sue pagine critiche sono fortemente influenzate da quelledi Baudelaire, soprattutto dal grande studio del 1856. Nellaparte biografica sono ripetuti gli stessi errori (luogo e data dinascita di Poe la falsa notizia dei suoi viaggi in Grecia e inRussia) e non pochi spunti sono integralmente mutuati dallalettura baudelairiana. Ma Verne non ne condivideva fino infondo l'impostazione: quella prefazione conteneva, secondolui, un'interpretazione troppo personale e non era menostrana delle opere che voleva commentare. Del resto i duesono fatti per capirsi, egli concludeva, il che in fin dei contiun'intuizione molto sottile in relazione al tempo in cui veniva

    espressa, qualcosa di pi di un riconoscimento.

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    E fra i meriti del pi grande traduttore di Poe dobbiamoannoverare anche quello di aver provocato letture divergentidalla sua, che nascono magari da innamoramenti subitanei e

    folgoranti come questo di Verne. Accanto alla discendenzaideal e gi prefigurata dei Mallarm e dei Valry, accanto aun'interpretazione (vincente in territorio francese) dell'operadello scrittore americano come paradigma estremo delprocedimento creativo, esiste anche un'interpretazione comequella verniana che vi rintraccia soprattutto le matrici deigeneri di massa (il romanzo d'avventure, il poliziesco, ilracconto di fantascienza).

    Diversamente da Baudelaire, Verne prende infatti inconsiderazione esclusivamente la narrativa di Poe e concentral'attenzione sulla definizione del genere adottato: l'trange,l'trange egli scrive un genere di cui Poe l'arteficepi perfetto, una scuola di cui il capo riconosciuto. Esso sidifferenzia da due generi contigui: dal terrible in cuieccelleva Ann Radcliffe e dal fantastique pur di cui maestro

    Hoffmann. Per Verne la distinzione si basa sull'esistenza omeno di una spiegazione naturale dei fatti narrati.Ma non a questo livello che va definito 1' trange, che

    si costruisce sull'attesa del lettore, soggiogato, incatenato dallaverosimiglianza e credibilit di atmosfere e situazioni. Nelgenere Poe i personaggi rimangono sempre umani, ma sispingono ai limiti ultimi della sensibilit e dell'intelligenza,abusano delle loro facolt intellettuali come altri fanno abusodi alcool, dispiegando un eccezionale spirito di deduzione e diriflessione. dalla sovreccitazione della sensibilit e dallaterribile capacit di analisi che nasce quindi la suspense deltutto particolare della narrativa poesca.

    Al di l del tono un po' da imbonitore che Verne usa pertutte le sue pagine (Ecco a voi, cari lettori!) e di certetroppo candide manifestazioni di entusiasmo, questa analisi con

    cui il saggio si apre non pu non colpire, anche se

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    indubbiamente certi accostamenti non sono certo una novit.Gi Baudelaire, per esempio, aveva parlato di fantastico allostato puro alla maniera di Hoffmann per L'uomo della folla e

    Poe era stato paragonato alla Radcliffe e sempre a Hoffmannda Barbey d'Aurevilly, gran detrattore del martirologiobaudelairiano.

    Verne doveva aver letto gli articoli virulenti di Barbeyd'Aurevilly (sul Pays, sul Rveil, quasi in contemporanea congli scritti di Baudelaire), dove Poe condannato per la suaamericanit: da Hoffmann del materialismo americano,mutilato nel vivo del suo pensiero. Un'accusa che faceva starmale Baudelaire perch rovesciava i termini stessi del suoantiamericanismo: per lui l'angelo caduto era stato invece lavittima sacrificale della societ che lo aveva distrutto, gli StatiUniti una vasta prigione. E nell'ultimissima parte del suostudio Verne sposa il punto di vista di Barbey, anche senemmeno lo nomina. Il difetto di Poe di essere rimasto unapostolo del materialismo, un americano, un uomo

    positivo e dinnanzi al mistero soprannaturale ha cercatospiegazioni scientifiche, spesso inventate di sana pianta.Se queste sono le riserve (abbastanza curiose, dobbiamo

    ammetterlo, da parte di chi stava elaborando un'epopeauniversale della scienza e della tecnica), per totale eincondizionata l'ammirazione per lo stile di Poe e per alcunitesti in particolare. Anche in questo caso la scelta abbastanzapersonale ed originale.

    In apertura Verne si sofferma lungamente su due deiracconti che hanno Dupin come protagonista (Gli assassiniidella rue Morgue, La lettera rubata) e sullo Scarabeo d'oroche accomunato ai racconti polizieschi perch anch'essobasato su un enigma da decifrare. Il privilegio di questo tipo distorie non pu stupire i suoi lettori pi affezionati che sannobene quanto siano frequenti nei suoi romanzi i documenti

    misteriosi, i crittogrammi, i rebus, i giochi di parole. Era ci

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    che affascinava Raymond Roussel che a questo proposito hascritto di Verne come di un genio incommensurable, che si innalzato alle vette pi alte che possa mai raggiungere il verbo

    umano.Il viaggio straordinario, del resto, come gi il racconto

    straordinario, si baser sulla sfida all'intelligenza, alle umanepossibilit, e spesso un mistero da scoprire fa scattare la mollanarrativa, come avviene in Viaggio al centro della Terra odurante la ricerca del capitano Grant. I veri modelli sonoAuguste Dupin e William Legrand, campioni insuperabili diinchieste indiziarie, di associazioni mentali e di deduzioni.Perch ci che Verne trovava di sovrumano in Poe eraproprio questo gioco mentale (e linguistico).

    Non a caso prediligeva fra tuttiLo scarabeo d'oro, l'esempiopi perfetto di quel tipo di congegno narrativo, a suo avviso. Ilracconto ispirer La Jangada, del 1881, nell'episodio centralein cui confluiscono idealmente le pagine dedicate quasivent'anni prima alla descrizione minuziosa e defatigante del

    metodo d'analisi poesco. E Poe verr direttamente utilizzato ecitato nel romanzo (il nostro immortale analista Edgar Poe)quando si deve decifrare il testo misterioso da cui dipende lavita di un uomo. Ma nella Jangada il metodo fallisce e sarnecessario un intervento provvidenziale per scongiurare ildramma. Non sappiamo se dobbiamo considerarla unamanifestazione di umilt o pi semplicemente la prova cheabbiamo cambiato genere letterario. Siamonell'extraordinaire che deriva dall'trange, ma che molto diverso.

    Dei personaggi adorati dei racconti di Poe, degliavventurieri della mente, rimane per un'impronta indelebile. El'immagine che Verne si era fatto di quegli eroi: li vedevaagitati, divorati da un fuoco interno e inestinguibile, una veracombustione, che accelerava il funzionamento del corpo e del

    cervello, scossi, galvanizzati come se avessero respirato dosi

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    eccessive di ossigeno. Questa immagine, gi presente in EdgarPoe et ses oeuvres, la ritroviamo in Hatteras a proposito degliesploratori del mare polare (una pagina stupefacente per

    Michel Butor) e in Le Docteur Ox, una fantasia curiosa edinquietante, dove il sovraccarico di ossigeno diventa unpericoloso esperimento scientifico che semina follia in unacitt-cavia. E non ha molta importanza se ancora una volta lafonte Baudelaire che aveva gi visto quei personaggi sullosfondo di una Natura animata che come loro rabbrividisce diun brivido soprannaturale e galvanico.

    Per Verne esisteranno sempre due tipi di vita ardente, dicombustione, due modi diversi (ma quanto?) di superare ilimiti: l'indagine (la decifrazione del mistero) e il viaggio, doveper sappiamo che troppo frequenti sono i naufragi e troppi gliabbandoni.

    Ma nel genere verniano, lo straordinario, maggiore dovressere la plausibilit, la verosimiglianza, e questo avverr siasfruttando al massimo le conoscenze geografiche e scientifiche

    esistenti, sia anticipando ci che ancora non esiste. Rimanendoal limite cio tra mondi noti e ignoti, in ogni senso. Alla lucedi questo progetto che stato definito positivistico eimperialistico (ma che sfocer in un profetico pessimismo neglianni Ottanta), pi chiaro perch Verne si soffermi suiracconti fantastico-scientifici di Poe, come La frottola delpallone eL'impareggiabile avventura di un certo Hans Pfaall.Non sembra coglierne la complessa ironia, anzi si rammaricache siano cos inverosimili scientificamente e che le leggielementari della fisica e della meccanica vi sianoallegramente trasgredite.

    Che idea fantastica un viaggio in pallone e un viaggio sullaLuna! La frottola del pallone (Baudelaire aveva tradotto inmodo strepitoso The Balloon Hoax con Le Canard au ballon)gli d l'idea di Cinque settimane in pallone eHans Pfaall ispira

    Dalla Terra alla Luna. L'impresa lunare si fa sotto il segno di

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    conoscenza. Risvegliando antichi fantasmi, antiche paure esoprattutto guardando non al futuro, ma al passato, al mito.Evocando Edipo al polo sud, per far finire un romanzo

    impossibile.Mariella Di Maio

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    Edgar Allan Poe

    I

    SCUOLA DELLO STRANO-POE EBAUDELAIRE -VITAMISERABILE E MORTE DELLO SCRITTORE -ANN

    RADCLIFFE,HOFFMANN E POE -STORIE STRAORDINARIE -GLI ASSASSINII DELLA RUEMORGUE -CURIOSA

    ASSOCIAZIONE DI IDEE -INTERROGATORIO DEI TESTIMONI-L'AUTORE DEL CRIMINE -IL MARINAIO MALTESE.

    Ecco a voi, cari lettori, uno scrittore americano dichiarissima fama. Conoscete il suo nome, anzi forse conoscetepi il suo nome delle sue opere. Permettetemi allora diraccontarvi l'uomo e l'opera. Occupano entrambi un postoimportante nella storia dell'immaginazione perch Poe hacreato un genere a parte, in cui non ha predecessori e di cui eglisolo conobbe il segreto. Lo possiamo definire il capo della

    scuola dello strano: egli ha fatto arretrare le frontieredell'impossibile. Avr certo degli imitatori che tenteranno diandare oltre, di spingere all'eccesso la sua maniera di scrivere.Ma anche se pi d'uno creder di superarlo, nessuno riuscirnemmeno ad eguagliarlo.

    Vi dir subito che un critico francese, Charles Baudelaire,ha scritto una prefazione alla sua traduzione delle opere di Poeche non meno strana delle opere stesse. Forse questaprefazione richiederebbe a sua volta un qualche commento e

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    una qualche spiegazione. Comunque sia, se ne parlato moltonegli ambienti letterari; ha fatto grande scalpore e moltogiustamente: Charles Baudelaire aveva tutto il diritto di

    interpretare a modo suo lo scrittore americano ed io non potreiche augurargli come commentatore delle sue opere presenti efuture un nuovo Edgar Poe. Del resto i due sono fatti percapirsi. Inoltre la traduzione di Baudelaire eccellente e daessa sono tratti i brani citati in questo mio articolo.

    Non tenter di spiegarvi l'inesplicabile, l'incomprensibile,l'impossibile prodotto di un'immaginazione che Poe spingevatalvolta fino al delirio. Ma lo seguiremo passo a passo. Viracconter le sue novelle pi curiose con molte citazioni; vimostrer come procede e quali lati oscuri dell'umana sensibilitriesce a toccare per cavarne gli effetti pi strani.

    Edgar Poe era nato a Baltimora nel 18131, nel cuoredell'America, la nazione pi positiva del mondo. La suafamiglia, per molto tempo rispettabile e altolocata, erasingolarmente decaduta quando egli venne al mondo. Se il

    nonno si era distinto nella guerra d'indipendenza comequartiermastro generale2 accanto a La Fayette, il padre eramorto da attore miserabile nel pi completo abbandono.

    Un certo signor Allan, negoziante a Baltimora, adott ilpiccolo Edgar e lo fece viaggiare in Inghilterra, in Irlanda, inScozia. Sembra per che Edgar non visitasse Parigi, di cuidescrisse con molte inesattezze alcune strade in uno dei suoiracconti.

    Tornato a Richmond nel 1822, continu gli studi mostrandoattitudini particolari per la fisica e la matematica. Per la suacondotta dissipata fu espulso dall'Universit di Charlottesville efu scacciato anche dalla sua famiglia adottiva. Part allora per

    1 In realt Poe era nato a Boston nel 1809. Verne ripete l'errore diBaudelaire in Edgar Poe, sa vie et ses oeuvres (1856).2

    Verne traduce il quarter-master-general che Baudelaire lasciava ininglese.

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    la Grecia mentre si svolgeva quella guerra che sembra sia statafatta solo per la maggior gloria di Lord Byron 3. E vogliamoricordare, per inciso e senza trarne alcuna conclusione, che Poe

    era un ottimo nuotatore come il poeta inglese.Pass dalla Grecia alla Russia, arriv fino a Pietroburgo, fu

    compromesso in affari misteriosi, torn in America ed entr inuna scuola militare. Ne fu ben presto espulso per il suotemperamento indisciplinato ed allora cadde nella pi neramiseria, quella miseria americana che , fra tutte, la pispaventosa. Per vivere fece dei lavori letterari, mafortunatamente vinse due premi istituiti da una rivista per ilmiglior racconto e per la migliore poesia. Divent infinedirettore del Southern Literary Messenger. Grazie a lui ilgiornale cominci a prosperare e Poe, in un momento ditemporanea e relativa agiatezza, spos la cugina VirginiaClemm.

    Due anni dopo litig con il proprietario del giornale. Inrealt lo sventurato cercava spesso negli eccessi dell'acquavite

    le pi strane ispirazioni e la sua salute a poco a poco nerisentiva. Ma sorvoliamo rapidamente sulle miserie, gli scontri,le lotte, i successi, la disperazione dello scrittore, sempresorretto dalla povera moglie e soprattutto dalla madre di lei chelo am come un figlio anche dopo la morte.

    Dopo una sosta troppo prolungata in una bettola diBaltimora, il 6 ottobre 1849, un corpo fu ritrovato per strada, ilcorpo di Edgar Poe. L'infelice respirava appena e fu trasportatoin ospedale. Era in preda aldelirium tremens e mor l'indomaniall'et di soli trentasei anni4.

    Questa la vita dell'uomo, parliamo adesso dell'opera. Nonmi occuper di Poe giornalista, filosofo, critico, persoffermarmi unicamente sul narratore: nella novella, infatti,

    3Anche queste false notizie sui viaggi in Grecia e in Russia derivano dalla

    stessa fonte.4Cfr. nota n. 1.

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    nel racconto e nel romanzo che si manifesta pienamente tutta lastranezza del suo genio.

    Talvolta stato paragonato a due autori: una inglese, Ann

    Radcliffe, e l'altro tedesco, Hoffmann5. Ma Ann Radcliffe hapraticato il genere terribile che si spiega sempre con causenaturali; Hoffmann ha fatto del fantastico puro che sfugge adogni ragione materiale.

    Non cos per Poe: i suoi personaggi potrebbero al limiteanche esistere perch squisitamente umani, ma hanno unasensibilit esaltata, tesa, morbosa. Sono individui eccezionali,galvanizzati per cos dire, come persone alle quali si facesserespirare un'aria sovraccarica di ossigeno e la cui vita nonsarebbe altro che una combustione in atto. Se non sono folli, ipersonaggi di Poe sono evidentemente destinati a diventarloper aver abusato del proprio cervello, come altri abusano diliquori forti. Spingono al limite estremo lo spirito di riflessionee di deduzione; sono i pi terribili analisti che io conosca e,partendo da un fatto insignificante, arrivano alla verit assoluta.

    Cerco di definirli, di dipingerli, di fissarli e non ci riescoperch sfuggono al pennello, al compasso, alla definizione.

    5 Il parallelo con Ann Radcliffe e Hoffmann di Barbey d'Aurevilly, cheaveva dedicato a Poe tre articoli (in Le Pays, 27 luglio 1853 e 10 giugno1856, e in Le Rveil, 15 maggio 1858). Gli articoli del 1856 e del 1858,scritti a commento delle traduzioni di Baudelaire, contengono pesantiriserve sull'interpretazione di quest'ultimo, pur manifestando

    contraddittoriamente un fondo di ammirazione per la scrittura di Poe. Vernesi rif a queste considerazioni nella conclusione del suo saggio doveindividua il limite di Poe nella sua americanit e nel suo materialismo.

    Nel 1883, in un articolo sul Constitutionnel del 19 marzo, Barbey fa peruna specie di ritrattazione e fa ridiventare lo scrittore americano unavittima della societ in cui era stato costretto a vivere. Ma nelle sue pagine,come per altri versi in quelle di Baudelaire e anche in quelle di Verne, ilvero nodo problematico l'immagine negativa dell'America, che emergecon particolare intensit nel momento in cui l'opera di Poe si pone

    all'attenzione della cultura francese nei suoi caratteri di sconvolgentemodernit e di diversit.

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    Preferisco, cari lettori, mostrarli nell'esercizio delle lorofunzioni quasi sovrumane. Ed ci che mi accingo a fare.

    Di Poe abbiamo due volumi di Storte straordinarie, tradotte

    da Baudelaire, iRacconti inediti, tradotti da William Hughes, eun romanzo intitolato Avventure di Arthur Gordon Pym6. Vipresenter la scelta pi interessante da queste diverse raccolte.Non sar difficile perch lascer che sia soprattutto Poe aparlare. Vogliate dunque ascoltarlo fiduciosamente.

    Comincio con tre novelle nelle quali lo spirito di analisi e diriflessione si spinge ai limiti ultimi dell'intelligenza: Gliassassinii della rue Morgue, La lettera rubata e Lo scarabeod'oro.

    Ecco la prima di queste tre storie ed ecco come Edgar Poeprepara il lettore a questo strano racconto.

    Dopo alcune curiose osservazioni con le quali dimostra chel'uomo davvero immaginativo sempre un analista, mette inscena un suo amico, Auguste Dupin, insieme al quale avevavissuto a Parigi in una parte remota e solitaria del Faubourg

    Saint-Germain.Il mio amico egli dice aveva una bizzarria comesi potrebbe infatti chiamarla altrimenti? egli era cioinnamorato della notte, e in questa sua strana passione, come intutte le altre, mi lasciai trascinare tranquillamente anch'io,giacch mi davo ai suoi strani capricci col pi completoabbandono. La nera divinit non poteva essere sempre con noi;ma potevamo pur sempre farcene una posticcia. Al primochiarore dell'alba serravamo tutti i pesanti scuri della vecchiacasa e accendevamo due fiaccole fortemente profumate, lequali mandavano una luce debolissima, spettrale.

    6 Le traduzioni di Baudelaire alle quali si allude sono: Histoiresextraordinaires, Paris, Michel Lvy, 1856; Nouvelles histoiresextraordinaires, ivi, 1857 e Aventures d'Arthur Gordon Pym, ivi, 1858. I

    Contes indits tradotti da William L. Hughes (pseudonimo di WilliamO'Gorman) furono editi da Hetzel nel 1862.

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    A quel fievole chiarore abbandonavamo l'anima ai sogni leggendo, scrivendo o conversando sino a quando l'orologionon ci avvertiva del ritorno della vera oscurit. Allora ci

    mettevamo a percorrere le vie l'uno sottobraccio all'altro,continuando la conversazione del giorno, vagabondando a casofino ad ora avanzata, cercando in mezzo alle luci e ombre dellapopolosa citt quegli innumerevoli eccitanti dello spirito chepu dare l'osservazione spassionata.

    In quei casi non potevo fare a meno di osservare e diammirare quantunque la sua ricca idealit avesse dovutorendermi avvertito la particolare attitudine analitica del mioamico []. In quei momenti il suo modo di fare era freddo edistratto, i suoi occhi fissavano il vuoto, e la sua bella voce datenore saliva a un tono acuto.

    Ed a questo punto, prima di affrontare il tema della novella,Poe racconta in che modo Dupin procedeva nelle sue curioseanalisi.

    Sono rari coloro egli dice che in qualche momento

    della loro vita non si siano divertiti a risalire i gradini per iquali certe conclusioni della loro mente erano state raggiunte. Eun'occupazione che riesce spesso interessantissima; e chi laprova per la prima volta rimane stupito dell'incoerenza e delladistanza, in apparenza incommensurabile, fra il punto dipartenza e la meta.

    Una notte passavamo per una lunga e sordida strada nellevicinanze del Palais Royal. Immersi ciascuno nei propripensieri, da almeno un quarto d'ora non avevamo pronunciatosillaba. A un tratto Dupin venne fuori con queste parole:

    E molto, molto piccolo, proprio vero; starebbe meglioal Thtre des Varits.

    Non ci pu essere il minimo dubbio replicai senzapensare e senza sulle prime osservare (tanto ero assorto nellemie riflessioni) il modo straordinario con cui le sue parole si

    adattavano ai miei pensieri. Un momento dopo, tornato in me,

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    fui profondamente stupefatto. Dupin , gli dissi gravemente questo sorpassa il

    mio intendimento. Non esito a confessarvi il mio stupore,

    riesco appena a credere ai miei sensi. Come avete fatto aindovinare che stavo pensando a?

    E mi fermai per assicurarmi al di l di ogni dubbio severamente sapeva a chi pensavo.

    A Chantilly disse lui. E perch vi interrompete?Non stavate pensando che la sua piccola statura lo rendeinadatto alla tragedia?

    Tale era precisamente il soggetto delle mie riflessioniChantilly era un ex ciabattino della rue Saint-Denis che andavamatto per il teatro e aveva voluto recitare la parte di Serse nellatragedia di Crbillon [].

    Per l'amor di Dio, esclamai ditemi il metodo, seun metodo esiste, col quale siete riuscito a penetrare nell'animamia in questa faccenda.

    Vedete bene che l'inizio di questo racconto davvero

    bizzarro. Poe e Dupin cominciano a discutere e quest'ultimo,notando la sequenza delle riflessioni del suo amico, glidimostra che esse seguono a ritroso il seguente ordine:Chantilly, il ciabattino, Orione, il dottor Nichols, Epicuro, lastereotomia, i selciati, il fruttivendolo.

    Queste idee non hanno alcuna relazione fra loro e tuttaviaDupin le collega agevolmente cominciando dall'ultima.

    In effetti, mentre passava nella strada, un fruttivendoloaveva urtato bruscamente Poe; questi era scivolato, inciampatosu una pietra sconnessa, si era slogato leggermente la cavigliaborbottando contro il selciato difettoso. Arrivato poi in unaviuzza dove era stato sperimentato un selciato a blocchi, gli eravenuta in mente la parola stereotomia e questa parola lo avevaindotto fatalmente a pensare agli atomi e alle teorie di Epicuro.Infatti nel corso di una discussione su questo argomento, Dupin

    gli aveva detto che le recenti scoperte cosmogoniche del dottor

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    Nichols confermavano le teorie del filosofo greco. Poe alloranon aveva potuto fare a meno di alzare gli occhi verso lacostellazione di Orione che in quel momento splendeva in tutta

    la sua purezza. Ora, il verso latino:

    Perdidit antiquum litera prima sonum

    si riferisce ad Orione che anticamente si scriveva Urione, eun critico lo aveva citato maliziosamente per il ciabattinoChantilly nel suo ultimo articolo.

    Questa associazione d'idee continu Dupin l'ho vistada quella specie di sorriso che vi passato sulle labbra. Avetepensato all'immolazione del povero ciabattino. Sino ad alloraeravate piuttosto curvo nel camminare, ma a quel punto vi sieteraddrizzato tutto. Allora sono stato sicuro che pensavate allapiccola statura di Chantilly. In quel momento ho interrotto levostre riflessioni, per osservare che Chantilly era propriopiccolo, molto piccolo, e che sarebbe stato meglio al Thtre

    des Varits.Provate a chiedervi se esiste qualcosa di pi ingegnoso, dipi nuovo e chiedetevi ancora fin dove potr arrivare un uomodotato di spirito d'osservazione come questo Dupin! Ed ciche vedremo subito.

    Nella rue Morgue stato commesso un delitto spaventoso:Madame l'Espanaye e sua figlia, che abitavano in unappartamento al quarto piano, sono state assassinate verso le tredel mattino. Alcuni testimoni, fra i quali un italiano, un inglese,uno spagnolo, un olandese, richiamati da grida strazianti, sierano precipitati nell'appartamento, avevano forzato la porta ein mezzo al pi strano disordine avevano trovato le due vittime,l'una strangolata e l'altra ferocemente colpita da un rasoioancora sanguinante. Porte e finestre erano accuratamentechiuse e non era quindi possibile scoprire da dove fosse entrato

    e uscito l'assassino. Le indagini della polizia furono inutili e

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    non esisteva nemmeno l'ombra di un indizio.Questa orribile vicenda, avvolta nel mistero pi fitto,

    interessava particolarmente Auguste Dupin, convinto che

    nell'istruzione del crimine non si dovesse procedere con i solitimezzi. Poich conosceva il prefetto di polizia, ottenne da luil'autorizzazione a recarsi sulla scena del delitto per esaminarla.

    Poe lo accompagnava durante quella visita. Dupin, seguitoda un gendarme, ispezion la rue Morgue, il retro dell'edificio ela facciata con una minuziosa attenzione. Sal quindi nellastanza dove giacevano i due cadaveri. Non si ferm fino a sera,non disse mai una parola e, tornando verso casa, si rec perqualche minuto nella redazione di un quotidiano. Restsilenzioso per tutta la notte e soltanto l'indomani amezzogiorno chiese all'amico se aveva notato qualcosa diparticolare sulla scena del delitto.

    Il Dupin analista comincia a rivelarsi. Ora egli disse aspetto una persona che per quanto non sia l'autrice di questacarneficina, deve pure trovarsi in parte coinvolta nella sua

    perpetrazione. Della parte pi atroce del misfatto, probabileche sia innocente. Spero anzi di non ingannarmi su questaipotesi, perch appunto su di essa che fondo la speranza disciogliere l'intero enigma. L'aspetto qui, in questa stanza, da unmomento all'altro. Pu darsi che non venga, vero; ma piprobabile che venga. Se viene, bisogner trattenerla. Ecco quiun paio di pistole: sappiamo ambedue come adoperarle quandol'occasione lo richiede.

    Vi lascio immaginare lo sbalordimento di Poe a quelleparole cos concrete. Dupin gli disse allora che mentre lapolizia, dopo aver tolto i pavimenti, aperto i soffitti e sondatola muratura, non riusciva a spiegare come si fosse introdotto ecome fosse fuggito l'assassino, lui, usando metodi diversi,sapeva bene come risolvere il mistero. E in realt, frugando inogni angolo e soprattutto vicino alla finestra sul retro,

    attraverso la quale doveva essere passato il criminale, aveva

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    mai parlato con un russo. Un altro francese, contrariamente aquello che ha detto il primo, sicuro che la voce fosse di unitaliano, ma non conoscendo quella lingua, egli, come lo

    spagnolo, trae la sua certezza dall'intonazione. Come dunquedoveva essere singolarmente insolita quella voce per poter dareorigine a testimonianze di tal genere! Nella sua intonazionepersino gli abitanti delle cinque grandi nazioni d'Europa nonavevano potuto riconoscere nulla che fosse loro familiare!Direte che poteva essere la voce di un asiatico o di un africano.N gli asiatici ne' gli africani abbondano a Parigi, ma senzanegare la possibilit del caso, io richiamer semplicemente lavostra attenzione su tre punti. Un teste dice che la voce erapiuttosto aspra che acuta. Altri due dicono che era rapida e ascatti.Non parole, non suoni che somigliassero a parole, sonostati distinti da alcun testimone.

    Dupin continua: rammenta a Poe i dettagli del crimine, laforza fisica di chi ha strappato ciocche intere di capelli grigidalla testa dell'anziana signora e voi sapete che forza occorra

    per strappare dalla testa anche solo venti o trenta capelli in unavolta. Gli fa notare quale straordinaria agilit fosse statanecessaria per salire lungo la corda del parafulmine, la ferociabestiale delle uccisioni, quel grottesco nell'orrore,assolutamente al di fuori della natura umana e infine e semprequella voce, dall'intonazione straniera all'orecchio di personedi nazionalit diverse, e priva di qualsiasi sillabazione distinta eintellegibile.

    Che cosa se ne pu ricavare? chiede allora Dupin al suocompagno Che impressione ho fatto sulla vostraimmaginazione?

    Vi devo confessare che, leggendo questa pagina, ho sentitoun fremito corrermi per le ossa, come l'interlocutore di Dupin!Vedete come questo scrittore stupefacente riesce ad avvincereil lettore! Forse perch cattura la vostra immaginazione? Forse

    perch vi tiene sospesi e palpitanti dietro al suo racconto? Ma

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    avete intuito chi l'autore di quello straordinario delitto?Io avevo gi indovinato tutto. E anche voi avete capito.

    Tuttavia concluder rapidamente citando le poche righe che

    Dupin aveva fatto pubblicare il giorno prima su Le Monde,giornale che s'interessa di questioni navali. e che molto lettodai marinai:

    Trovato Nel Bois de Boulogne la mattina del corrente(la data del giorno del delitto), a un'ora molto mattutina, unenorme Orang-utang fulvo, della specie di Borneo. Ilproprietario (che, come stato accertato, un marinaiodell'equipaggio di una nave maltese) pu riavere l'animale,dopo averne dati i segni d'identificazione sufficienti erimborsato alcune piccole spese sostenute per la cattura e ilmantenimento. Rivolgersi al n, Rue, Faubourg Saint-Germain, piano terzo.

    Dupin aveva capito che si trattava di un marinaio di unequipaggio maltese da un pezzo di nastro raccolto ai piedi dellacorda del parafulmine, che aveva un nodo caratteristico dei

    marinai maltesi. Questo tipo, inoltre, parlava come un francesesecondo tutte le testimonianze. Avrebbe risposto all'annuncio,che non stabiliva alcuna relazione tra la fuga dell'orango e ilcrimine, e si sarebbe certamente presentato.

    Infatti si present: era un marinaio, alto, robusto emuscoloso, con un'espressione di audacia indiavolata. Dopoqualche esitazione, ammise ogni cosa. L'orango era scappatostrappandogli il rasoio mentre si stava sbarbando. Il padroneterrorizzato aveva inseguito l'animale che, nella sua corsafantastica, era arrivato alla rue Morgue, aveva visto la corda delparafulmine e vi si era arrampicato con incredibile agilit.L'uomo lo aveva seguito. La scimmia aveva trovato la finestraaperta, si era precipitata dentro ed era piombatanell'appartamento delle due povere donne. Il resto lo sappiamo.Il marinaio era stato testimone del dramma senza poterlo

    impedire, chiamando e urlando. Poi aveva perso la testa ed era

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    II

    LA LETTERA RUBATA -IMBARAZZO DI UN PREFETTO DIPOLIZIA -UN SISTEMA PER VINCERE SEMPRE AL GIOCO

    DEL PARI E DISPARI -VICTORIEN SARDOU -LO SCARABEOD'ORO -LA TESTA DI MORTO -LETTURA STUPEFACENTE DI

    UN DOCUMENTO INDECIFRABILE.

    Edgar Poe non abbandon quel tipo curioso di AugusteDupin, l'uomo dalle profonde deduzioni. Lo ritroviamo nellaLettera rubata.

    La storia semplice: una lettera compromettente statasottratta da un ministro a un personaggio politico. Poich il

    ministro D*** pu usare il documento a scopi molto pericolosi,bisogna riaverlo ad ogni costo. Il prefetto di polizia statoincaricato di questa difficile missione e si sa che la lettera rimasta sempre nelle mani di D***. In sua assenza, gli agentine hanno perquisito minuziosamente il palazzo, frugato la casastanza per stanza, esaminato i mobili di ogni appartamento,aperto tutti i cassetti, anche quelli segreti; esplorato leimbottiture delle sedie con lunghi aghi, rimosso il piano dei

    tavoli, smontato i sostegni dei letti, frugato nelle pi piccoleconnessure dei mobili, nelle tende, nei tappeti, fra leintelaiature e le lastre degli specchi. Infine tutta la superficiedella casa stata suddivisa in compartimenti numeratipassando al microscopio pollice quadrato per pollice quadrato.Ogni cosa insomma stata esaminata sia nella casa delministro, sia nelle case adiacenti. Sospettando che D*** si

    portasse addosso il documento, il prefetto lo ha fatto aggrediree rapinare due volte da due falsi ladri. Non hanno trovato nulla.

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    Come poeta e matematico pens poteva ragionarebene; come semplice matematico non avrebbe ragionatoaffatto, e sarebbe stato alla merc del prefetto.

    Sono osservazioni molto profonde, cari lettori. Ilmatematico si sarebbe ingegnato a inventare un nascondiglio,ma il poeta avrebbe proceduto in tutt'altro modo, consemplicit. Ci sono infatti oggetti che sfuggono ai nostri occhiper il fatto stesso di essere in eccessiva evidenza. Cos, nellecarte geografiche, le parole a grandi caratteri che vanno da unaparte all'altra della carta sfuggono a chi le guarda molto pi deinomi scritti in caratteri minuti e quasi impercettibili. D***doveva dunque cercare di mettere fuori strada gli agenti dipolizia proprio con l'ingenua semplicit delle suecombinazioni.

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    Ve lo state gi immaginando: questo Legrand, questo amicodi Poe, sar anche lui dotato di un carattere eccezionale, di untemperamento sovreccitabile, soggetto a crisi morbose.

    Un giorno Poe and a fargli visita e lo trov in preda a unodei suoi accessi di entusiasmo. Legrand, che collezionavaconchiglie ed esemplari entomologici, aveva scoperto unoscarabeo di una strana specie. Ve l'aspettavate questa parola,non vero? In quel momento Legrand non aveva con sl'animale perch l'aveva prestato a un suo amico, il tenenteG*** del forte Moultrie.

    Jupiter diceva di non aver mai visto un simile scarabeo di uncolor d'oro smagliante e molto pesante. Il negro era sicuro chefosse d'oro massiccio. Legrand volle fare per l'amico undisegno dell'insetto. Cerc un foglio di carta, non ne trov etir fuori dalla tasca un pezzo di pergamena sudicia, sul qualesi mise a disegnare. Quando pass a Poe il disegno, questi ebbel'impressione nettissima che raffigurasse una testa di morto.Glielo disse e William non fu d'accordo. Dopo una breve

    discussione, dovette per ammettere che la sua penna avevadisegnato un teschio perfettamente riconoscibile. Gett viastizzosamente il foglio, poi lo riprese, lo esamin attentamentee infine lo conserv nella scrivania. Si parl d'altro e Poe andvia senza che Legrand insistesse per trattenerlo.

    Un mese dopo ricevette la visita del negro. Questi era moltopreoccupato per lo stato di salute del padrone, che era diventatotaciturno, pallido, debolissimo. Era convinto che fosse statomorso dallo scarabeo e che perci tutte le notti sognava sempreoro.

    Jupiter aveva portato con s una lettera di Legrand chesupplicava Poe di andarlo a trovare:

    Venite! venite! diceva Vorrei vedervi stasera peruna faccenda molto grave. Vi assicuro che cosa dellapi altaimportanza.

    Vedete come procede l'azione e come la storia promette di

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    attaccato all'estremit di una lunga corda. Dopo inutiliresistenze, Jupiter cedette alle minacce del padrone e si portfino alla grande biforcazione dell'albero, a settanta piedi da

    terra.Allora William gli disse di continuare a salire per il ramo

    pi grosso da una certa parte. Jupiter spar nel fogliame equando si fu arrampicato per sette rami, gli fu ordinato diavanzare pi che poteva e di dire se vedeva qualcosa di strano.Dopo qualche esitazione, poich il ramo gli sembrava marcio,il negro, allettato dalla promessa di un dollaro d'argento, arrivalla punta.

    O-o-oh! grid Signore Iddio, misericordia! Che cosa questo?.

    Jupiter aveva trovato un teschio scarnificato dai corvi e cheera fissato all'albero da un grosso chiodo. William gli disse difar passare per la cavit dell'occhio sinistro del teschio la cordaa cui era sospeso lo scarabeo e di farlo cadere a piombo fino aterra.

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    Il negro obbed e l'insetto rimase sospeso a pochi pollici dalsuolo. William sgombr il terreno dai cespugli, diede l'ordinedi mollare lo scarabeo e conficc un piuolo nel punto precisodove era caduto. Poi tir fuori da una tasca un metro a nastro,ne assicur un'estremit alla parte dell'albero pi vicina al

    piuolo, lo srotol per una cinquantina di piedi nella direzioneindicata dall'albero e dal piuolo. Conficc quindi nel puntoraggiunto un secondo piuolo, intorno al quale descrisse uncerchio del diametro di quattro piedi. Aiutato da Poe e daJupiter, si mise a scavare di buona lena. Ma non si trovnemmeno l'ombra di un tesoro. Legrand era visibilmentesconcertato. Senza dire una parola, Jupiter raccolse gli arnesi eil gruppetto prese la via del ritorno verso est.

    Avevano fatto non pi di una dozzina di passi quando

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    Legrand salt addosso al negro:Scellerato! grid facendo fischiare le sillabe fra i denti.

    Quale il tuo occhio sinistro?.

    Il poveretto indic con la mano l'occhio destro. Loimmaginavo, grid Legrand. Andiamo! andiamo! siricomincia.

    Jupiter si era realmente sbagliato e aveva fatto passare lacorda con lo scarabeo per l'occhio destro invece che per ilsinistro. Allora spostarono il piuolo di qualche pollice pi adovest e il metro srotolato indic un punto che distava parecchimetri da quello trovato prima.

    Ricominciarono a scavare. Ben presto trovarono un mucchiodi ossa umane, dei bottoni di metallo, alcune monete d'oro ed'argento e una cassa di legno di forma oblunga. Era fasciata dalamine in ferro battuto e il coperchio era chiuso da duecatenacci che William tremando e palpitando per l'ansia aprrapidamente.

    La cassa conteneva un tesoro di valore incalcolabile:

    quattrocentocinquantamila dollari in monete francesi, spagnole,tedesche e inglesi, centodieci diamanti, diciotto rubini,trecentodieci smeraldi, ventuno zaffiri e un opale, una quantitenorme di ornamenti in oro massiccio, anelli, orecchini, catene,ottantatr crocifissi d'oro, cinque incensieri, centonovantasetteorologi di grande bellezza: il tutto per un valore di un milione emezzo di dollari.

    Il tesoro fu trasportato a poco a poco nella capanna diLegrand. Poe moriva dalla voglia di sapere come l'amico neavesse scoperto l'esistenza e questi si affrett a raccontarglielo.

    Fino a questo momento il lettore non ha potuto avere cheun'idea imperfetta e approssimativa del tipo di racconto difronte a cui si trova. Non ho potuto descrivervi lasovreccitazione morbosa di William durante quella famosanotte. D'altro canto, la scoperta del tesoro rassomiglia a tutte le

    scoperte del genere che avete avuto l'occasione di leggere: a

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    parte la messinscena dello scarabeo e del teschio, unasequenza di luoghi comuni.

    Ma arriviamo adesso alla parte davvero singolare e

    pittoresca della novella, alla serie di deduzioni che portaronoLegrand a scoprire il tesoro.

    Egli cominci col ricordare all'amico lo schizzo grossolanodello scarabeo che aveva fatto durante la sua prima visita e lasua somiglianza con una testa di morto. Allora lo avevadisegnato su un foglio sottilissimo di pergamena.

    Aveva trovato quel foglio alla punta dell'isola, vicino ai restidi uno scafo naufragato il giorno stesso in cui aveva scoperto loscarabeo. Ed aveva avvolto l'insetto proprio nella pergamenaspiegazzata.

    Poi aveva ripensato allo scafo e si era ricordato che ilteschio era l'emblema arcinoto della pirateria. Erano gi dueanelli di una grande catena.

    Ma se il teschio non era sulla pergamena quando Williamaveva disegnato lo scarabeo, come mai era spuntato fuori

    quando aveva dato il foglio a Poe? Proprio nel momento in cuiquest'ultimo stava per esaminarlo, il cane di Legrand gli erasaltato addosso per giocare. Cercando di allontanarlo, avevaavvicinato al fuoco il foglio e il calore della fiamma, per effettodi una preparazione chimica, aveva fatto riapparire il disegnofino ad allora invisibile.

    Dopo che l'amico era andato via, William aveva ripreso lapergamena, l'aveva sottoposta all'azione della fiamma e avevavisto apparire, in un angolo del foglio diagonalmente oppostoal punto su cui era stata disegnata la testa di morto, la figura diun capretto.

    Ma quale relazione poteva esserci fra dei pirati e uncapretto? Ed eccola la relazione: era un certo capitano Kidd8(kid in inglese significa "capretto"), che un tempo era stato

    8

    Questo pirata realmente esistito. Cooper lo nomina spesso nei suoiromanzi (N.d.A.).

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    molto famoso. Quella figura poteva essere la sua firmageroglifica e il teschio aveva l'aria di essere un bollo o unsigillo. William fu perci indotto naturalmente a cercare il testo

    di una lettera fra il sigillo e la firma. Ma sembrava che questotesto non esistesse.

    E tuttavia gli tornavano in mente tutte le storie di Kidd. Untempo circolava la voce che il capitano e i suoi compagniavevano sotterrato somme enormi provenienti dalle loro azionipiratesche in qualche punto della costa dell'Atlantico. Il tesorodoveva trovarsi ancora nel suo nascondiglio perch altrimentinon se ne sarebbe pi parlato. Perci Legrand arriv allaconclusione che l'indicazione del nascondiglio era contenuta inquel pezzo di pergamena.

    Lo aveva pulito accuratamente, lo aveva messo in unacasseruola sui carboni ardenti e, dopo qualche minuto, avevanotato che il foglio era ricoperto in parecchi punti da segni chesembravano cifre allineate. Dopo averlo scaldato un'altra volta,aveva visto apparire dei caratteri vergati grossolanamente in

    rosso.Questo era il suo racconto. Dopo averlo terminato, allungla pergamena a Poe che vi lesse quanto segue:

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    53 + 305))6*;4826)4.)4); 806*; 48 + 860))85; 1(;: *8 +83(88)5* + ; 46(;88 *96*?;8)*(;485);5* + 2:*(;4956 *2(5*4)88*; 4069285);) 6 + 8) 4; l(9;48081; 8:8l; 48 +

    85;4)485 + 528806*81(9;48;(88;4(?34;48)4;161;: 188;?;

    Poe vedendo quella successione di cifre, di punti, di linee, dipunti e virgola, di parentesi, confess di brancolare ancora nelbuio. Lo avreste detto anche voi, cari lettori! Ebbene, l'autoresta per svelare l'enigma con una logica mirabile. Seguitelo,perch questa la parte pi ingegnosa della novella.

    Il primo quesito da sciogliere era la lingua della cifra, ma inquesto caso il gioco di parole su Kidd non si poteva fare che ininglese e doveva perci trattarsi di questa lingua.

    Adesso lascio la parola a Legrand.Osservate egli disse che fra le varie parole non esiste

    divisione: se vi fossero state divisioni, la soluzione sarebbestata relativamente facile. In questo caso avrei cominciato conun confronto ed un'analisi delle parole pi brevi e se avessi

    trovato, come pi probabile, una parola di una sola lettera(a per esempio o I), avrei ritenuto la soluzione assicurata.Ma non essendoci divisioni, il mio primo passo era di rilevarequali fossero le lettere predominanti, come anche quali fosseroquelle che capitavano pi raramente. Le contai tutte e poteistabilire la tavola seguente:

    Il carattere 8 si trova 33 volte ; 26 4 19 16 * 16 5 13 6 12 + 11

    1 8

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    0 8 9 6 2 5

    : 4 3 4 ? 3 2 1 1

    Ora la lettera che in inglese ricorre pi spesso la e. Lealtre si succedono in quest'ordine: a, o, i, d, h, n, r, s, t, u, y, c,f, l, m, w, b, k, p, q, x, z. La epredomina cos notevolmente che raro trovare una sola frase di una certa lunghezza nella qualeessa non sia la lettera pi frequente.

    Noi abbiamo dunque, fin dal principio, una based'operazione che qualche cosa di pi di una mera congettura[] Poich il nostro carattere predominante l'8, cominceremo

    a prenderlo per la e dell'alfabeto naturale. Per verificare questasupposizione, vediamo prima di tutto se il numero 8 si trovaspesso raddoppiato, poich la e in inglese si raddoppia molto difrequente, come per esempio nelle parole "meet, speed, seen,been, agree", ecc. Nel caso nostro, a dispetto della brevit delcrittogramma, lo troviamo raddoppiato non meno di cinquevolte.

    Prendiamo dunque l'8per la e. Ora di tutte le parole dellanostra lingua la parola "the" la pi comune: cerchiamo percise non ci siano ripetizioni di tre caratteri posti nello stessoordine dei quali l'8 sia l'ultimo. Se ne troveremo, probabileche rappresentino la parola "the". Infatti ne troviamo non menodi sette, e i caratteri sono ;48. Possiamo quindi arguire che ilpunto e virgola rappresenta la t, e che il 4 rappresenta l'h, e l'8la e, poich il significato di quest'ultimo segno ne

    confermato. Cos abbiamo fatto un gran passo avanti.

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    Ma avendo spiegato una sola parola, siamo in grado distabilire un punto molto importante, cio il principio e la fine dialtre parole.

    Prendiamo per esempio il penultimo caso in cui si presentala combinazione:

    ;48quasi alla fine del crittogramma. Sappiamo che il segno ;,

    che viene immediatamente dopo, il principio di una parola, edei sei caratteri che seguono il "the", ne conosciamo gi nonmeno di cinque. Mettiamo quindi al posto dei caratteri le lettereche essi rappresentano, lasciando vuoto lo spazio per quella cheancora non conosciamo:

    t eethQui siamo subito in grado di scartare il th che non pu

    esser parte della parola che comincia colla prima t, poich,sostituendo alla lettera mancante tutte le lettere dell'alfabeto,troviamo che nessuna parola pu essere formata in modo daterminare con th. I caratteri si riducono quindi a

    t eee riprendendo da capo, se occorre, tutto l'alfabeto, arriviamoalla parola "tree" (albero) come la sola versione possibile.Abbiamo cos guadagnato una nuova lettera r rappresentata dalsegno (, ed abbiamo anche due parole unite: "the tree"(l'albero).

    Andando avanti, a poca distanza, ritroviamo lacombinazione ;48 e ce ne serviamo come termine per la parolaimmediatamente precedente. Abbiamo quindi la formulaseguente:

    the tree ;4 ( ? 34 the,

    o sostituendo, dove possiamo, le lettere naturali, abbiamo:

    the tree thr ? 34 the.

    Ora, se al posto dei caratteri che ci sono ancora ignotimettiamo spazi e puntini, avremo:

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    Ora, per evitare confusioni, tempo di disporre in forma ditavola, la chiave che abbiamo trovato. Si presenter cos:

    5 rappresenta+ " d8 " e3 " g4 " h6 " i* " n " o( " r; " t

    Abbiamo cos non meno di dieci lettere delle pi

    importanti, e mi sembra inutile continuare con i particolaridella soluzione []. Ora non mi resta che darvi la traduzionecompleta dei caratteri del documento come sono stati decifrati.

    Eccola:A good glass in the bishop's hostel in the devil's seat forty-one degrees and thirteen minutes northeast and by north mainbranch seventh limb east side shoot from the left eye of thedeath's-head a bee-line from the tree through the shot fifty feetout.

    Il che significa:Un buon vetro nell'albergo del vescovo nella seggiola del

    diavolo quarantuno gradi e tredici minuti nord-est quarto dinord fusto principale settimo ramo lato est, lascia caderedall'occhio mancino del teschio una linea retta dall'alberoattraverso la palla cinquanta piedi al largo.

    Il crittogramma era decifrato e sfido i miei lettori a rifare icalcoli dello scrittore: ne potranno controllare l'esattezza. Macosa vuol dire tutto quel gergo e come aveva fatto Legrand a

    ricavarne un significato?

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    Il suo primo sforzo era stato di mettere la punteggiatura. Chiaveva scritto il testo s'era fatto un dovere di raggruppare leparole senza dividerle, ma, non essendo molto abile, aveva

    infittito i caratteri proprio nei punti in cui si richiedevano unapausa o un'interruzione. Tenete a mente questa riflessioneperch denota una conoscenza profonda della natura umana.Ora, il manoscritto presentava queste divisioni:

    Un buon vetro nell'albergo del vescovo nella seggiola deldiavolo quarantuno gradi e tredici minuti nord-est quartodi nord fusto principale settimo ramo lato est lasciacadere dall'occhio mancino del teschio una linea rettadall'albero attraverso la palla cinquanta piedi al largo.

    Dopo lunghe ricerche, Legrand era arrivato con supremasagacia alle seguenti conclusioni.

    Scopr dapprima, a quattro miglia a nord dell'isola, unvecchio maniero chiamato Castello di Bessop. Era un ammassodi picchi e di rocce con in cima una cavit che era denominataLa Seggiola del Diavolo. Il resto era stato semplice: il buon

    vetro significava un cannocchiale e, puntandolo a 41 13' nord-est quarto di nord, si poteva vedere un grande albero. Nel suofogliame brillava un punto bianco, il teschio umano.

    L'enigma era risolto. William raggiunse l'albero, trov ilfusto principale e il settimo ramo lato est e cap che si dovevafar passare una palla attraverso l'occhio sinistro del teschio eche una linea retta tracciata dal tronco dell'albero attraverso lapallaper una distanza di cinquanta piedi al largo gli avrebbeindicato il punto preciso in cui era sepolto il tesoro. Seguendola sua natura fantastica e volendo punire l'amico con unapiccola mistificazione, aveva usato lo scarabeo invece di unapalla. E si era cos arricchito di pi di un milione di dollari.

    Questa novella curiosa, stupefacente, eccita l'interesse dellettore con effetti nuovi ed insoliti. piena di osservazioni, dideduzioni di altissima logica e da sola basterebbe ad assicurare

    allo scrittore americano la celebrit che merita.

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    Secondo me, la pi notevole di tutte le storie straordinarie,quella in cui si manifesta pi compiutamente il genereletterario che ora viene definito genere Poe.

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    III

    LA FROTTOLA DEL PALLONE -L'INCOMPARABILEAVVENTURA DI UN CERTOHANS PFAALL -IL MANOSCRITTO

    TROVATO IN UNA BOTTIGLIA -UNA DISCESA NELMAELSTRM -LA VERIT SUL CASO VALDEMAR -IL GATTO

    NERO -L'UOMO DELLA FOLLA -LA CADUTA DELLA CASA

    USHER -TRE DOMENICHE IN UNA SETTIMANA.

    Parliamo ora della Frottola del pallone. Vi dir in pocheparole che narra di una traversata dell'Atlantico, compiuta in tregiorni da otto persone. Il racconto del viaggio apparve nel NewYork Sun. Furono in molti a crederci senza nemmeno darsi la

    pena di leggere il resoconto, perch i mezzi meccanici indicatida Poe (la vite d'Archimede che avrebbe fatto da propulsore e iltimone) sono assolutamente insufficienti a dirigere un pallone.Gli aeronauti, partiti dall'Inghilterra per Parigi, sono trascinatiin America, all'isola Sullivan. Durante la traversata salgonofino a venticinquemila piedi. La novella breve e gli incidentidi viaggio risultano pi strani che veri.

    Preferisco la storia intitolata L'incomparabile avventura di

    un certo Hans Pfaall, sulla quale vi intratterr pi a lungo. Madevo dirvi subito che anche in questo caso le leggi pielementari della fisica e della meccanica sono allegramentetrasgredite. E questo mi ha sempre meravigliato in Poe, cheavrebbe potuto rendere pi verosimile il suo racconto conqualche invenzione. Dopo tutto si tratta di un viaggio sullaLuna e non si deve essere troppo difficili e complicati sui

    mezzi di trasporto.

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    Questo Hans Pfaall era un criminale stravagante, una speciedi assassino sognatore che, per non pagare i suoi debiti, decisedi scappare sulla Luna. Part da Rotterdam un bel mattino,

    dopo aver fatto saltare in aria i suoi creditori per mezzo diun'apposita mina.

    Devo raccontarvi adesso come Pfaall comp quel viaggioimpossibile. Aveva riempito il suo pallone di un gas di suainvenzione, risultato dalla combinazione di una certa sostanzametallica e semimetallica e di un acido comunissimo. Questogas era uno dei costituenti dell'azoto, che fino ad allora eraconsiderato irriducibile, e la sua densit era trentasette volteinferiore a quella dell'idrogeno. Eccoci dunque, fisicamenteparlando, nel regno della fantasia. Ma non tutto!

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    Sapete bene che la pressione dell'aria fa salire un aerostato.Giunto ai limiti superiori dell'atmosfera, a circa seimila tese, un

    pallone, se mai potesse arrivarci, si fermerebbe subito enessuna forza umana potrebbe spingerlo oltre. Ed a questopunto Pfaall, o meglio Poe in persona, si lancia in discussionimolto bizzarre, tese a dimostrare che, al di l dei limiticonsiderati insuperabili, esiste ancora un ambiente etereo.Queste discussioni sono portate avanti con un notevole aplombe le argomentazioni si basano quasi sempre su dati falsi, con ilrigore pi illogico. In breve, egli arriva a concludere che poteva

    darsi il caso, ed era una forte probabilit, che ad un certo punto

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    della sua ascensione si sarebbe trovato, con i diversi pesi riunitidel suo immenso pallone (del gas estremamente rarefatto cheesso conteneva, della navicella e del suo contenuto) ad

    eguagliare il peso della massa atmosferica spostata.Questo il punto di partenza, ma andiamo avanti! Va bene

    salire, salire sempre, ma si deve anche respirare. Pfaall portaallora con s un certo apparecchio che pu condensarel'atmosfera, per quanto sia rarefatta, in quantit sufficiente dapermettergli di respirare.

    Ed ecco che quella stessa atmosfera che deve esserecondensata per far funzionare i polmoni, viene considerataabbastanza densa, nel suo stato naturale, da sollevare il pallone.Le contraddizioni sono evidenti! E non voglio insistere oltre.

    D'altra parte, una volta che si accettato il punto dipartenza, il viaggio di Pfaall meraviglioso, ricco diosservazioni inattese e singolari. L'aeronauta trascina con s illettore nelle zone pi elevate dell'atmosfera. Attraversarapidamente una nube tempestosa; a nove miglia e mezzo di

    altezza ha l'impressione che gli occhi gli escano dalle orbite eche gli oggetti contenuti nella navicella gli appaianomostruosamente deformati. Sale sempre; viene preso da unospasmo; costretto a praticarsi un salasso aprendosi una venacon un temperino e prova una sensazione immediata disollievo.

    A un'altezza di diciassette miglia dice Pfaall l'aspettodella Terra era davvero magnifico:

    Ad ovest, a nord, a sud, lontano fin dove potevo spingerelo sguardo, scorgevo una distesa sterminata di mare,calmissimo in apparenza, che ad ogni momento diventava di unturchino sempre pi cupo. Lontanissimo poi, verso est, siallungavano perfettamente distinguibili le isole britanniche, lecoste atlantiche della Francia e della Spagna e persino parte diquelle africane. Non trapelava traccia alcuna di edifici, e le pi

    orgogliose citt degli uomini erano completamente scomparse

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    dalla faccia della Terra.Pfaall raggiunge un'altezza di venticinque miglia, per cui il

    suo campo visivo abbraccia non meno della trecentoventesima

    parte della superficie terrestre. Prepara il condensatorechiudendo la navicella in un sacco di caucci. Condensal'atmosfera e inventa un apparecchio ingegnoso che,bagnandogli il viso, lo fa svegliare ad intervalli regolari diun'ora e gli consente di rinnovare l'aria viziata.

    Giorno per giorno tiene un diario del viaggio. Era partito il1 aprile; il 6 si trova sopra al polo; osserva l'immensa banchisae vede allargarsi il suo orizzonte a causa dello schiacciamentodella Terra. Il 7 pensa di trovarsi a un'altezza disettemiladuecentocinquantaquattro miglia. Sotto i suoi occhi sistende il massimo diametro terrestre e l'equatore segna il limitedel suo orizzonte.

    Da quel momento il pianeta natale sembra rimpicciolirsi, maPfaall non riesce a vedere la Luna che al suo zenit ed nascosta dal pallone. Il 15 terrorizzato da un rumore

    spaventoso e pensa di aver sfiorato un immenso aerolito. Il 17sente di nuovo i morsi della paura: ha l'impressione che ildiametro terrestre sia d'improvviso aumentato, che sia tornatodi proporzioni enormi. E forse scoppiato il pallone? E stadunque precipitando a una velocit eccezionale, pazzesca? Glitremano le ginocchia, gli battono i denti, i capelli gli si rizzanosulla testa. Ma poi cerca di riflettere ed facile immaginare lasua gioia quando si accorge che sta scendendo velocementesulla Luna, la Luna che in tutta la sua gloria si stende ai suoipiedi.

    Mentre stava dormendo, il pallone aveva mutato direzione eora stava scendendo sul satellite luminoso, le cui montagnevulcaniche erano in continua eruzione.

    Il 19 aprile, nonostante che le scoperte moderne provinol'assenza completa di atmosfera intorno alla Luna, Pfaall si

    accorge che l'aria si fa sempre pi densa. Il suo apparecchio

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    funziona senza alcuno sforzo e pu persino aprire l'involucro dicaucci. Continua a scendere con una rapidit paurosa. Silibera di tutta la zavorra, di ogni oggetto contenuto nella

    navicella e precipita a capofitto nel cuore di una citt dalfantastico aspetto, in mezzo a una folla di mostruosi omiciattolii quali rimasero tutti, senza che nessuno pronunziasse unasillaba n si degnasse di aiutarmi, a guardarmi ironicamente.

    Il viaggio era durato diciannove giorni. Pfaall avevaattraversato all'incirca duecentotrentunomilanovecentoventimiglia. Guardando la Terra, l'aveva vista come un largo discoopaco di rame, di un diametro di circa due gradi, immobilenegli spazi e ornato, da una parte, da una falce d'oroscintillante. Non vi si distingueva alcuna traccia dei continentio del mare. Si notavano solo delle macchie in movimento e lecinture delle zone tropicali ed equatoriali.

    Finisce qui la strana avventura di Hans Pfaall. Ma in chemodo questo racconto giunse al borgomastro di Rotterdam,Mynheer Superbus von Underduck? Fu per mezzo di un

    abitante della Luna: Hans chiedeva di poter tornare sulla Terrae di essere graziato del suo delitto. In cambio si impegnava acomunicare le sue curiose osservazioni sul nuovo pianeta: sullesue straordinarie alternative di caldo e di freddo; sulla lucesolare implacabile ed ardente anche per quindici giorni diseguito; e sulla temperatura glaciale, pi che polare, che si hanell'altra quindicina; sul trapasso continuo di umidit perdistillazione come nel vuoto, dal punto immediatamente sotto ilSole al punto pi lontano da esso; sulla razza dei suoi abitanti esui loro usi, costumi e organizzazione politica; sulla lorosingolare struttura fisica, la loro bruttezza, la mancanza diorecchie, inutili in un 'atmosfera cos diversa dalla nostra e laconseguente loro ignoranza dell'uso e propriet del linguaggio;sul modo singolare con cui comunicano tra loro;sull'incomprensibile rapporto che corre tra un dato abitante

    della Luna e un dato abitante della Terra, analogo a quello, e

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    da esso dipendente, che regola i movimenti del nostro pianeta edel suo satellite, e per effetto del quale esistenza e destino degliabitanti dell'uno sono collegati ad esistenza e destino degli

    abitanti dell'altro. E avrebbe soprattutto riferito riguardo aglioscuri, terribili misteri che hanno luogo in quelle regioni dellaLuna che mai, per la concordanza quasi miracolosa dellarotazione del satellite con la sua rivoluzione siderale intornoalla Terra, sono esposte e mai, grazie a Dio, saranno esposteall'osservazione del telescopio umano.

    Riflettete attentamente su tutto ci, cari lettori, e meditatesulle pagine magnifiche che Edgar Poe ha scritto su questistrani fatti! Ha preferito fermarsi qui. Conclude addirittura ilsuo racconto sostenendo che si tratta certamente di unamistificazione. Auspica perci, e noi con lui, che vengafinalmente scritta quella storia etnografica, fisica e morale dellaLuna che ancora oggi non esiste. Fino a quando qualcuno piispirato o pi audace non compia quell'impresa, dobbiamorinunciare a sapere in qual modo particolare siano organizzati i

    lunari, come comunichino tra loro, sprovvisti come sonodell'uso della parola e soprattutto quale correlazione esista franoi e gli abitanti del nostro satellite. Mi piace credere che, datala condizione d'inferiorit del loro pianeta, saranno buoni tutt'alpi a farci da domestici.

    Vi ho detto che Edgar Poe ricava gli effetti pi strani dallasua bizzarra immaginazione. Vi dar gli esempi pi rilevanticitando ancora qualcuno dei suoi racconti. Il manoscrittotrovato nella bottiglia, per esempio, un racconto fantastico incui i superstiti di un naufragio sono raccolti da un vascelloimpossibile, guidato da ombre; Una discesa nel Maelstrm,viaggio vertiginoso, tentato da alcuni pescatori di Lofoden; Laverit sul caso Valdemar, dove la morte di un agonizzanteviene differita mediante il sonno magnetico; Il gatto nero,storia di un assassino il cui delitto viene scoperto a causa di un

    gatto sotterrato malamente con la vittima.

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    C' poi L'uomo della folla, personaggio eccezionale, cheriesce a vivere solo in mezzo alla folla e che Poe, sorpreso,toccato, attratto contro la sua volont, segue fin dal mattino trala pioggia e la nebbia di Londra, nelle strade popolate di gente,nei bazar tumultuosi, nei gruppi rumorosi, nei bassifondi dovesi accalcano gli ubriachi, dovunque ci sia folla, che il suoelemento naturale. E infine La caduta della casa Usher,avventura terrificante di una fanciulla che viene creduta morta,che viene seppellita e che ritorna

    Ultima della lista la novella intitolata Tre domeniche inuna settimana. meno cupa delle altre, ma molto bizzarra.Come pu esistere una settimana con tre domeniche? Pu

    esistere eccome: per tre persone e Poe lo dimostra

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    perfettamente.La Terra infatti ha una circonferenza di ventiquattromila

    miglia e ruota sul suo asse da ovest a est9in ventiquattro ore:

    con una velocit quindi di mille miglia all'ora. Supponiamo cheil primo individuo parta da Londra e faccia mille miglia indirezione est. Vedr il Sole un'ora prima del secondo individuoche non si mosso. Dopo altre mille miglia, lo vedr due oreprima. Alla fine del suo giro del mondo, tornato al punto dipartenza, sar in anticipo di un'intera giornata sul secondoindividuo.

    Se un terzo fa lo stesso viaggio, nelle stesse condizioni, main senso inverso, in direzione ovest, dopo il suo giro delmondo, sar in ritardo di una giornata. Ma che succede allora aitre personaggi riuniti, una bella domenica, al punto dipartenza? Succede che per il primo domenica era ieri, per ilsecondo oggi e per il terzo domani.

    uno scherzo cosmografico, insomma, espresso in terminimolto curiosi.

    9 Correggiamo l'errore di Verne che scambia est con ovest e viceversa,

    basandosi sulla traduzione di Hughes (ed. cit., p.152). L'errore statorilevato da F. Lacassin in J. Verne, Textes oublis, cit., p. 142 e p. 153.

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    IV

    AVVENTURE D GORDON PYM -AUGUSTUSBARNARD -ILBRIGANTINO GRAMPUS -IL NASCONDIGLIO IN FONDO

    ALLA STIVA -IL CANE IDROFOBO -LA LETTERA DI SANGUE-RIVOLTA E MASSACRO -UN FANTASMA A BORDO -LA

    NAVE DEI MORTI -NAUFRAGIO -TORTURE DELLA FAME -

    VIAGGIO AL POLO SUD -UOMINI NUOVI -L'ISOLASTRAORDINARIA -SEPOLTI VIVI -LA GRANDE FIGURA

    UMANA -CONCLUSIONE.

    Terminer questo studio delle opere di Poe parlando del suoromanzo. Si intitolaAvventure di Arthur Gordon Pym ed pi

    lungo dei suoi racconti pi lunghi. forse pi umano dellestorie straordinarie, ma non per questo menofuori dal comune.Narra fatti drammatici ed insoliti; ma sarete voi a giudicare.

    Il romanzo inizia con una lettera del suddetto Gordon Pymche vuol dimostrare che le sue avventure non sonoimmaginarie come potrebbe lasciar credere la firma ad esseapposta dal signor Poe. Intende provare la loro autenticit e

    noi, senza andare cos lontano, vedremo se perlomenoprobabile, per non dire possibile, che siano realmente accadute. lo stesso Gordon Pym che racconta.Fin da bambino aveva avuto la passione dei viaggi e

    malgrado una certa disavventura che stava per costargli la vita,ma che non era valsa a correggere le sue inclinazioni, un giornoprogett, contro il volere e all'insaputa della famiglia,d'imbarcarsi sul brigantino Grampus, attrezzato per la caccia

    alla balena.

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    Un suo amico, Augustus Barnard, che faceva partedell'equipaggio, avrebbe favorito il progetto preparando unnascondiglio nella stiva dove Arthur sarebbe rimasto fino al

    momento della partenza.Tutto procede senza alcuna difficolt e il nostro eroe sente il

    brigantino mettersi in moto. Ma dopo tre giorni di cattivit, lasua mente comincia a confondersi, ha dei crampi alle gambe ele provviste di cibo vanno a male. Passano le ore, Augustusnon si fa vedere e il prigioniero tormentato da una nerainquietudine.

    Poe descrive con immagini estremamente vigorose e conparole efficaci le allucinazioni, i sogni, i miraggi bizzarridell'infelice e le sue sofferenze fisiche e morali. Ha perso laparola, ha la testa annebbiata e in quel momento didisperazione sente che le zampe di un mostro enorme gliopprimono il petto e ne vede scintillare gli occhi come globiinfuocati. Il cervello in fiamme, sta per uscir di senno, quandoil mostro tenebroso si mette a fargli delle carezze, con le pi

    pazze dimostrazioni di affetto e di gioia. Non era altri cheTiger, il suo terranova, che lo aveva seguito a bordo.Era suo amico e compagno da sette anni. Arthur ritorna a

    sperare e tenta di riannodare il filo delle idee. Ha smarrito lasensazione del tempo: da quanti giorni immerso in quellainerzia morbosa?

    agitato dalla febbre e per colmo di sventura la broccad'acqua vuota. Decide allora di raggiungere, a qualunquecosto, la botola, ma i rollii e i beccheggi del brigantino urtano espostano la merce stipata nella cala. Ad ogni momento c' ilrischio che si blocchi l'unica via d'uscita. Tuttavia, dopo millesforzi dolorosi, raggiunge lo sportello della botola. Ma cercainvano di forzarlo con la lama del coltello: tutto inutile!Pazzo di disperazione, si trascina di nuovo spossato, esausto, alsuo nascondiglio e si butta sul materasso. Tiger cerca di

    consolarlo con le sue carezze. Il suo comportamento per

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    spaventa il padrone: il cane emette sordi lamenti ed ogni voltache Arthur allunga la mano per toccarlo lo trova disteso suldorso, con le zampe in aria.

    Notate la sequenza di eventi attraverso cui Poe ha preparatoil lettore a credere a tutto, ad aspettarsi di tutto. Ma vi sentite lostesso rabbrividire al titolo del capitolo successivo: Tigeridrofobo!10Avete la tentazione di interrompere la lettura.

    Ma prima di provare l'orrore supremo, il nostro fa un'altrascoperta: accarezzando Tiger si accorge che sotto la sua spallasinistra legata con una cordicella una strisciolina di carta. Vaalla ricerca disperata dei suoi zolfanelli e stropicciando forte unpo' di zolfo ottiene una luce pallidissima che si estinguerapidamente. A questa specie di chiarore riesce a leggere soloqueste parole: sangue Rimani nascosto, ne va della tuavita.

    Sangue! Quella parola! in quella situazione! E proprioallora, al chiarore del fosforo, avverte un singolare mutamentonel comportamento di Tiger! Senza dubbio la mancanza

    d'acqua lo aveva reso idrofobo. Adesso se il padrone cercava diuscire dal suo nascondiglio, il cane sembrava volergli sbarrarela strada. Allora questi, terrorizzato, avviluppandosi nelmantello per proteggersi dai morsi, lotta disperatamente conl'animale. Ha la meglio e riesce a chiuderlo nella cassa che gliserviva da nascondiglio. Perde i sensi. Un rumore, unmormorio, il suo nome pronunciato a voce bassa ed esitante lorisvegliano dal torpore in cui precipitato. Augustus gli accanto e gli accosta alle labbra una bottiglia d'acqua.

    Ma cosa era successo a bordo? L'equipaggio si eraammutinato e il capitano e ventuno uomini erano statieliminati. Augustus era stato risparmiato grazie alla protezioneinattesa di un certo Peters, un marinaio dalla forza prodigiosa.Dopo la spaventosa carneficina, il Grampus aveva continuato

    10 Baudelaire che, nella sua versione, mette i titoli ai capitoli del romanzo.

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    la sua navigazione e il racconto delle sue avventure, ci dice ilnarratore, conterr, nella sua ultima parte, episodi di naturacos eccezionale e cos fuori dai limiti dell'umana credibilit

    che io, nel continuarlo, dispero di poter essere mai creduto enon confido che nel tempo e nel progresso della scienzaaffinch talune delle mie pi rilevanti e meno plausibiliaffermazioni trovino conferma.

    Ma procedo rapidamente. I capi della rivolta erano due, ilsecondo e il cuoco Peters. Fra i due esisteva una sorda rivalit.Barnard decide di approfittarne e rivela a Peters, i cuisostenitori fra gli ammutinati diminuiscono sempre pi, lapresenza di Gordon Pym a bordo. Meditano d'impadronirsidella nave. L'occasione favorevole la morte di un marinaio.Arthur finger di essere il suo fantasma e i congiuratiapprofitteranno del panico provocato dalla sua apparizione.

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    Quando pi atroci diventano le sofferenze avviene un fattoterrificante, fra i pi congeniali al talento di Poe.

    Una nave in vista dei naufraghi, un grosso brigantino

    costruito all'olandese, dipinto di nero e con una pomposapolena dorata. Si avvicina lentamente, poi si allontana e infinetorna indietro. Sembra seguire una rotta incerta. In un'ultimaimbardata passa a soli venti piedi dal Grampus e i naufraghipossono finalmente abbracciare con lo sguardo tutto il pontedella nave. Che orrore! coperto di cadaveri ed a bordo nonc' un solo essere vivente! Ma s, c' un corvo11che volteggiasu tutti quei morti. Poi lo strano vascello scompare, portandocon s il suo orrendo e insondabile mistero.

    Nei giorni seguenti i tormenti della fame e della setediventarono intollerabili. Le torture della zattera della Medusanon potrebbero dare che un'idea imperfetta di ci che accadde abordo; si discusse freddamente di cannibalismo e si tir a sorte.Parker non ebbe fortuna.

    Gli sventurati andarono avanti cos fino al 4 agosto.

    Barnard, stremato, era morto. La nave, per un motoirresistibile, si capovolge a poco a poco e rimane con la chigliain aria. I naufraghi vi si aggrappano e riescono a sfamarsi condelle grosse ostriche che avevano ricoperto la chiglia e che sirivelano un cibo eccellente. Ma non hanno pi acqua.

    Infine, il 6 agosto, dopo nuovi angosciosi patimenti,nell'alternarsi di speranze e delusioni, sono raccolti dallagoletta Jane Guy di Liverpool, comandata dal capitano Guy.Sono andati alla deriva per non meno di venticinque gradi danord a sud.

    La Jane Guy era diretta nei mari del sud in cerca di vitellimarini e il 18 ottobre gett l'ancora a Christmas Harbour,nell'Isola della Desolazione.

    Il 12 novembre salp da Christmas Harbour e raggiunse, in

    11

    Il testo originale parla di un gabbiano. Qui c' forse una suggestione delCorvo di Poe.

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    una quindicina di giorni, le isole di Tristan da Cunha. Il 12dicembre il capitano Guy decise di spingersi verso il polo sud.

    A questo punto il narratore si trasforma in un curioso erudito

    e racconta le scoperte avvenute in quei mari parlandoci deitentativi del celebre Weddell, i cui errori sono stati rettificatidal nostroDumont d'Urville durante i suoi viaggi sull'Astrolabee laZle12.

    Il 26 dicembre la Jane Guy superava il 63 parallelo e sitrovava in mezzo alla banchisa. Il 18 gennaio l'equipaggiopescava la carcassa di un animale terrestre di aspettosingolarissimo:

    Era lungo tre piedi e alto non pi di sei pollici, con legambe cortissime e i piedi muniti di lunghi artigli di un rossoacceso che parevano corallo. Aveva il corpo tutto rivestito d'unfitto pelame come di seta, perfettamente bianco. Aveva la codasottile come quella di un ratto e lunga circa un piede e mezzo.La testa somigliava a quella di un gatto, fuorch per le orecchieche gli pendevano come quelle di un cane. I denti li aveva dello

    stesso colore rosso vivo degli artigli.Il 19 gennaio fu segnalata di nuovo terra sull'83 grado dilatitudine. Dei selvaggi, degli uomini mai visti, con la pellenera come il carbone, si avvicinarono alla goletta. Credevanoche laJane fosse una creatura vivente. Il capitano, incoraggiatodal comportamento amichevole degli indigeni, decise divisitare l'interno dell'isola. Con una dozzina di marinai armatifino ai denti arriv al villaggio di Klock-Klock dopo tre ore dimarcia. Arthur faceva parte della spedizione. A mano a manoche ci si inoltr nel paese, sempre pi andammo convincendocidi trovarci su una terra in tutto e per tutto diversa da quelle sinoallora visitate dagli uomini civili. Nulla di quanto vedevamo ci

    12 In Le Sphinx des glaces Verne riprender e svilupper la storia delleesplorazioni antartiche, partendo dalle pagine ad esse dedicate nel Gordon

    Pym. Ai viaggi di Dumont d'Urville si accenna nel capitolo X della I partedel romanzo verniano.

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    tornava familiare.Gli alberi infatti non somigliavano a nessuno di quelli

    caratteristici delle zone torride, le rocce riuscivano nuove nella

    massa e nella stratificazione e l'acqua presentava fenomeniancora pi singolari!

    Sebbene fosse limpida non meno di ogni altra acquacalcarea esistente, non aveva l'aspetto abituale dellalimpidezza. Dispiegava all'occhio tutte le possibili sfumaturedella porpora, come una seta cangiante con le sue sfumature ei suoi riflessi.

    Anche gli animali di quella regione differivano dagli animaliconosciuti, almeno per il loro aspetto.

    I marinai della Jane Guy e gli indigeni avevano rapportimolto amichevoli. Si decise perci un secondo viaggioall'interno dell'isola: sei uomini rimasero a bordo della goletta etutti gli altri si misero in marcia. Il gruppo, accompagnato daiselvaggi, si inoltr per valli strette e tortuose. Incontr ad uncerto momento un'alta parete di roccia, striata da fenditure, che

    attir l'attenzione di Arthur. Mentre questi stava esaminandouna delle spaccature insieme a Peters e a un certo Wilson,avvert come dice una scossa che non avevo maiprovato e che mi diede una vaga idea [] di qualcosa checrollava alla base del globo terrestre come se fosse arrivato ilgiorno della distruzione universale.

    Erano sepolti vivi. Dopo essere tornati in s, Peters e Arthursi accorsero che Wilson era rimasto schiacciato. I duesventurati si trovavano in mezzo a una collina costituita da unaroccia morbida, una specie di pietra-sapone. Erano statiinvestiti da una frana, ma da una frana artificiale: i selvaggiavevano fatto precipitare la parete rocciosa sull'equipaggiodellaJane Guy. Erano morti tutti, eccetto loro due.

    Scavando un passaggio nella roccia tenera, raggiunseroallora un'apertura da cui riuscirono a vedere il territorio

    circostante che brulicava di indigeni. Stavano attaccando la

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    nave e i marinai si difendevano a colpi di cannone. Alla fine gliattaccanti ebbero la meglio e incendiarono la goletta che saltin aria in una terribile esplosione. Molte migliaia di uomini vi

    persero la vita.Per parecchi giorni Arthur e Peters rimasero nel labirinto

    sotterraneo nutrendosi di nocciole. Il nostro eroe rilev conesattezza la forma del labirinto che finiva in tre burroni. Nelsuo racconto ce ne d addirittura il disegno e riproduce certisegni che sembravano incisi sulla roccia.

    Dopo tentativi sovrumani, i due riuscirono a scendere nellapianura. Inseguiti da un'orda di selvaggi urlanti,s'impadronirono di una canoa, dove si era rifugiato unindigeno, e presero il largo.

    Si trovarono allora in mezzo all'oceano Antartico a pi diottantaquattro gradi di latitudine, su una fragile canoa, e senzaaltre provviste che tre tartarughe

    Usarono le loro camicie per farsi una specie di vela. Ma lavista della tela impression stranamente il prigioniero che

    sembrava aver orrore del bianco. Continuarono a navigareverso sud ed entrarono in una regione di novit e meraviglia:Un'alta barriera di vapore grigio si stendeva lungo

    l'orizzonte sud e a tratti s'illuminava di lunghe striscetremolanti che correvano ora da est a ovest e ora da ovest a estper poi raccogliersi tutte in una sola linea uniforme.

    Fenomeno ancora pi strano: la temperatura dell'acquaaumentava e presto divenne insopportabile. Il mare assunse unatinta opaca e lattiginosa.

    Arthur e Peters appresero dal loro prigioniero che l'isola cheera stata teatro del disastro si chiamava Tsalal. Il poverodiavolo era in preda a violente convulsioni quando vedeva unqualunque oggetto bianco.

    Ad un tratto il mare si agit e il fenomeno fu accompagnatoda uno strano balenio del vapore in superficie.

    Una finissima polvere bianca, simile a cenere ma che non

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    la nostra imbarcazione si precipit nella morsa della caterattadove si era spalancato un abisso per riceverci. Ma ecco sorgeresul nostro cammino una figura umana dal volto velato, di

    proporzioni assai pi grandi che ogni altro abitatore dellaTerra. E il colore della sua pelle era il bianco perfetto dellaneve.

    Con queste parole il racconto viene interrotto. E chi mai loriprender? Qualcuno pi audace di me e pi arditonell'avventurarsi nei dominii dell'impossibile.

    Devo credere peraltro che Arthur Gordon Pym si sia salvatoperch fu lui in persona a scrivere questo strano libro; ma morprima di aver terminato la sua opera.

    Poe sembra rammaricarsene vivamente e dichiara di nonvolerne colmare le lacune.

    Vi ho cos riassunto le opere principali dello scrittoreamericano. Sono andato forse troppo lontano considerandolestrane e soprannaturali? Ma sono convinto che egli abbiarealmente creato una nuova forma letteraria che trae origine

    dalla sensibilit della sua mente eccessiva, per usare uno deisuoi termini preferiti.Lasciando da parte l'incomprensibile, ci che dobbiamo

    ammirare nelle opere di Poe la novit delle situazioni, ladiscussione di fatti quasi del tutto ignoti, l'analisi delle facoltmorbose dell'uomo, la scelta degli argomenti, la personalitsempre strana dei suoi eroi, il loro temperamento ipersensibilee nervoso, la loro maniera d'esprimersi per bizzarreinteriezioni. Eppure talvolta l'impossibile presentato al lettorein modo credibile e verosimile.

    Mi sia consentito infine di richiamare l'attenzione sulcarattere materialistico di questi racconti: non vi avvertiamomai un intervento provvidenziale. Poe non sembra ammetterloe vuole spiegare tutto mediante le leggi fisiche che arriva adinventare quando sia necessario. Non sentiamo in lui la fede

    che dovrebbe essergli comunicata dalla contemplazione

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