HI-END MAGAZINE · 2019. 2. 14. · za, di Philip Roth in “ Pastorale Americana ”…), sebbene...

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  • 67SYNtHESIS ROMA 96DC▼ FDS 259

    Da adolescente sognavo impianti stellari leggen-do le riviste Hi-Fi. Sebbene io sia nato, comepseudo audiofilo, nel DIM - Decennio Infaustodelle Misure (domandandomi peraltro cosa fossero tut-te quelle sinusoidi, che studiavo al liceo in trigonome-tria ma non riuscivo in alcun modo a ricollegare allo“spettro” che vedevo disegnare dai sistemi di registra-zione di allora o dai Cubase attaccati ai primi campio-natori… ho riempito una parentesi degna, in lunghez-za, di Philip Roth in “Pastorale Americana”…), sebbenetutto dicevo, già allora la Valvola era sinonimo di am-

    mirazione e disprezzo. Il tubo antitetico dava origine adiscussioni ambivalenti in cui pareri manichei si scon-travano a suon di paroloni. Certo, a quel tempo non po-tevo permettermi nemmeno di andare al Top Audio persentirne una suonare, ma presi e sventolai la bandieradei sostenitori perché mi piacevano le definizioni “cal-da” ,“avvolgente” ,“musicale” che facevano della val-vola una mamma più che un componente termoionico.Devo dire che, ascoltando poi elettroniche a tubi, il mioparere non è cambiato di nulla: le amo e basta, in mol-te configurazioni.

    di Dimitri Santini

    ARIA DI CASA MIA

    AMPLIFICATORE InTEgRATO A VALVOLESYNtHESIS ROMA 96DC

    Quando meno te lo aspetti arriva la sorpresa: chiesi al Direttore di provare qualcosa di Syn-thesis, un’azienda che sta a mezz’ora di macchina da casa mia e che da sempre osservo coninteresse. Ma la musica non si osserva, quindi immaginate il piacere quando ho saputo chesarei passato dalla vista all’udito...

  • Senza farmi prendere dallo spirito campanilistico ho ap-procciato l’ascolto di questo Roma nel concetto del-l’assoluta casualità: installato con il Direttore e collegatoa quel che c’era, allenato con ogni tipo di diffusori, pi-lotato da sorgenti di pregio attraverso le quali hannoviaggiato musiche di ogni genere. Uno spettro completodi esperienze variegate che mi ha portato a dire quel chesegue. Anzi, lo dico subito: mi è proprio piaciuto.

    DESCRIZIONEHo sempre amato le finiture in legno dei frontali di Syn-thesis ma questo Roma, per rapporti dimensionali, stameglio girato a 90° che frontalmente sul mio mobilet-to. Anche meglio, così il frontale lo vedo dal divano…Non di solo legno vive l’occhio, però, e purtroppo le nor-mative sulla sicurezza impongono griglie anti scottatura(e anti folgorazione) che vanificano molti degli accor-gimenti estetici. Come Nico Cereghini, che raccoman-dava prudenza e poi girava su una ruota sola, io vi con-siglio di non rimuoverle solo per avere accesso alla bel-lezza delle valvole che ci stanno sotto.Per il resto non si sono inventati niente di nuovo, tran-ne che è un bell’integrato compatto, quindi gestibile an-che in ambienti ridotti. Il peso non è eccessivo rispet-to ad altri concorrenti a tubie la sua collocazione è fa-cile anche per l’esteticatutto sommato sobria. Ilfrontale presenta: una ma-nopola ben integrata per ilcontrollo volume, moto-rizzato per azionamentoremoto con telecomando;un piccolo pulsante a pres-sione per l’accensione eun pulsantino ancora piùpiccolo per la selezionedelle sorgenti, segnalateda un led blu.Dietro, tutto nella norma:ingressi solo sbilanciati ebinding post un po’ sacrificatiper i cavi di potenza. Devo dire che ho fatto fatica a in-filarci delle forcelle, per quanto sono ravvicinati, ma lanecessità progettuale di risparmio dimensionale (la ver-sione con il DAC integrato ha lo stesso chassis) impo-ne qualche sacrificio.Telecomando utile e completo, ma non lascia il segnoper qualità costruttiva.

    TECNICASiamo nel mondo delle valvole, dove è stato detto tut-to e inventato di più, quindi quel che conta è il bel suo-no. Detto questo, e facendo riferimento alle specifichenell’apposito riquadro, non faccio torto a nessuno se in-formo il lettore che questo è un push-pull in configu-razione a pentodo di EL34 che dichiara 25 W in classeA pura. Mi piace anche citare il fatto che ci sia una se-zione phono, secondo me più logico che avere unDAC a bordo (parere del tutto personale). Come in-gresso, sorpresa sorpresina, un operazionale. Orrore? Sa-crilegio? Neanche per sogno. Si chiama contenimentodei costi e dello spazio: l’adozione del chip rende il prez-zo finale sicuramente più abbordabile e lo spazio ne-cessario molto inferiore, senza nulla togliere al suono.

    Nell’ascolto si capisce che questo amplificatore mi è pia-ciuto e non faccio mistero del fatto che ho “scoperto”l’op-Amp solo quando me lo ha detto il progettista Lui-gi Lorenzon. Ci sarà chi storce il naso, ma in Synthesissono sicuri del risultato sonico. L’unico difetto che tro-verò a questo integrato è riportato qui di seguito: es-sendo dotato di controreazione ho beccato (fortunello)un “rientro” che faceva oscillare il tutto producendo unfischio tipo Theremin. L’effetto è dovuto alla cella di fil-traggio del tweeter a nastro delle mie Audiovector, even-to – a detta degli esperti – più unico che raro, ma cheper onestà intellettuale devo citare. Occhio alla scelta deldiffusore, non banale dunque: se ho sperimentato conpiacere che il Roma è in grado di pilotare svariate ti-pologie di casse questo inconveniente raro faccia rifletteresull’antico adagio “le elettroniche vanno provate con il pro-prio impianto”...

    ASCOLTOQuesto integrato è un pezzo di elettronica raffinata. Saeseguire molto con molto poco, nel senso che esibisceun naturale talento nel campo dell’intrattenimentomusicale, applicandosi con la misura di cui è capace econ sforzo pari a zero. Silenziosissimo anche con il vo-

    lume al massimo (non scon-tato), necessita di un buontre quarti d’ora di riscal-damento per dare il mas-simo, ma già da subitodelizia anche i palati piùesigenti.Nei primissimi giorni hapilotato le Trenner &Friedl ART come pochi al-tri amplificatori hanno sa-puto fare, facendomi direche l’incontro con un dif-fusore neutro e raffinato,coadiuvato da una sor-gente dalla buona musi-calità è una congiuntura

    astrale auspicabile che rega-la al Roma 96DC uno stato di grazia, letteralmente.Quando poi sono giunte al mio pianterreno le due splen-dide Prestige Stirling GR di Tannoy si è generata un’al-chimia di primissimo ordine, a cui è tristemente facileassuefarsi – con i conseguenti danni dovuti all’astinenzaquando occorre restituire le elettroniche...Il suo carattere raffinato e un po’ “blasé”, di chi ha vis-suto molto e ora si dimostra quasi distaccato dal mon-do, mi ha fatto osare con il Michael Bublé prima maniera,quello dell’omonimo album. Nella prima celeberrimatraccia, Fever, il Roma 96DC dichiara subito una buonavelocità abbinata alla morbidezza tipica di certe elet-troniche valvolari, senza però l’eufonia. Estremamen-te capace nel pianissimo e potente nei bassi disegna gliottoni molto brillanti ma realistici. In Moondance la sce-na è molto bella; la voce è protagonista e il contrabbassoè portato con maestria, sia nel range molto grave che neipassaggi veloci. Ho riscontrato con piacere come sianoben posizionati tutti gli strumenti, con un grande equi-librio sonoro, timbrico e di amalgama. Dissento ancheda alcune critiche che ho letto su questo Synthesis, chea mio avviso è capace di risolvere articolando bene e sen-za eccessi: lascia a casa la ruffianeria, porta con sé solo

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    (...) il Roma 96DC sa suonare tutto. Congrazia, con aggressività, con morbidezza,con carattere. È talmente corretto che nonsembra neanche un valvolare (mi piaccionoqueste affermazioni trite e ritrite), ma cosìraffinato che lo è fino al midollo. Scena epiani sonori sono di primissimo livello e nonsi spaventa a gestire diffusori di altissima ca-ratura, mentre sa tirare fuori il meglio daquelli meno dotati.

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    Sopra: il retro del ROMA 96DC con i connettori per gli ingressi RCA (3 linea e il Phono), l’uscita RCA REC OUT e i connettori peri diffusori.

    Sotto: l’Interno del ROMA 96DC visto da...sotto! Tutto molto ordinato e pulito. Si capisce meglio che il ROMA 96DC è più pro-fondo che largo.

  • il bel suono. L’ascolto di questo bel disco fila via liscio,con quel macro dettaglio fantastico e senza l’eccesso nelmicro che dà più fastidio che piacere. Gli ottoni sonosemplicemente bellissimi, il basso riempie il volume del-le Tannoy con il piglio di chi sa quel che fa, mentre lamorbidezza della voce lascia trasparire tutto quanto c’èdi bello negli arrangiamenti di How Can You Mend a Bro-ken Heart. In altri pezzi più “pieni” il Roma 96DC si di-strica con autorevolezza ed eleganza, come ad esempioin Crazy Little Thing Called Love, dove esibisce una no-tevole trasparenza in gamma altissima. Quando non èeffettata la voce è asciutta e davvero tanto presente. Sicapisce che questo integrato ama il genere jazz legge-ro, lo swing con pochi strumenti, e lo evidenzia in Sway,dove tramuta il master asciutto in un concerto avvol-gente.Troppo facile? E allora sia il rock. “Music for Men” deiGossip ha schiantato più di un timpano e necessita dinerbo per fare quello che deve: squassare i divani di casa.Nel tormentone Heavy Cross il basso è scolpito, la vocenon troppo avanti ma chiarissima, mai sintetica nono-stante gli effetti. Quando il pezzo “apre”, i coni delle Stir-ling sembrano godere e il Roma dimostra di avere mu-scoli sotto la camicia, garantendo il controllo sufficienteper non sporcare. Belli i colpi potenti di tom nel brid-ge, ai quali - ho scoperto in questo ascolto – si sovrap-pone una nota debole di chitarra distorta. Nella terza

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    CaratteristiChe teCniChe DiChiarate

    sYnthesis rOMa 96DCPOtenZa: 25 W in classe A su 6 ohm risPOsta in FreQUenZa: da 20 Hz a 20 kHz – 0 dBCOnFiGUraZiOne: a PentodoVaLVOLe: 2 X EL34/6CA7 (finali) - 1 X 12AU7/ECC82 (driver)inGressO: OP/Amp NJM2114iMPeDenZa in inGressO: 50 KsensiBiLitÀ: 300 mVDistOrsiOne: < 1% 25 W @1 kHzraPPOrtO seGnaLe/rUMOre: >90 dB (A-Weight)risPOsta in FreQUenZa staDiO PhOnO riaa: 20 Hz –20 kHz +- 0,5 dBGUaDaGnO: 40 dBiMPeDenZa in inGressO PhOnO: 47 KohminGressi: 3 linea (RCA) – 1 phono MM (RCA)UsCite: 1 Rec OutDiMensiOni: 260 x 380 x 200 mm. (L x P x H)PesO: 15 Kg

    Prezzo: € 1.990,00 (96 DC WOOD, 96 DC BLACK, 96 DC DARK)

    Distributore:MPI Electronicwww.mpielectronic.it

  • traccia, 8th Wonder, arriva chiara la batteria, la voce è de-finita, le chitarre asciutte anche se distorte, il basso po-tente e senza code. Ma vuoi vedere che il Roma sa suo-nare tutto?Poiché ultimamente mi dilungo nella parte degli ascol-ti e mi riesce a fatica di citare più di tre, quattro album,chiudo in bellezza con un capolavoro tutto italiano, ov-vero “Le Nuvole” di Fabrizio De Andrè. Come se la cavail 96DC con le chitarre acustiche? Magnificamente. In

    Don Raffae’ nessuna corda sfugge al controllo analitico- ma umano - del Roma, che le estrapola agilmente daun basso lungo e potente quasi senza sforzo. Lo stessopianoforte, posizionato con precisione, si evidenzia connaturalezza. In Ottocento i cori sono favolosi; questo in-tegrato non ha timore di trovarsi in mezzo a componentidal cartellino del prezzo con fattore di moltiplicazione2 x: fa esplodere l’orchestra senza dimenticarsi del coroe di svolgere la tessitura degli arrangiamenti magistralidi Mauro Pagani, specie negli archi. Tutto sottovoce etutto in evidenza: forse la dote più bella di questo am-plificatore è l’equilibrio; sia in pezzi apparentemente fa-cili come La Domenica delle Salme, dove le armoniche del-la voce escono con grandissima emozione di chi ascol-ta, sia in pezzi più articolati come Megu Megun, dove hodovuto alzare il volume. L’ho dovuto fare per sentire tut-to dentro casa mia, per farmi ipnotizzare dalle percus-sioni, per sentire il tom nello stomaco, per farmi ac-capponare la pelle dai cori, per trattenere il fiato nel brid-ge fatto di sospiri. Certo, in La Domenica delle Salme siraggiungono vette nel tragico lamento del violino e nel-la dinamica dell’arpeggio che detta il ritmo dell’ascol-to e il coinvolgimento, ma le corde pizzicate con graziae rabbia in Megu Megun le ho sentite come mai prima.Ho chiuso con I Monti di Mola, pezzo che ho sempreascoltato poco ma che ho riscoperto con gioia. La po-tenza dei toni, l’imponenza del basso ti inchiodano al

    divano e ti fanno chiudere gli occhi, finché i cori splen-didamente armonizzati dal Synthesis non irrompono fa-cendoti sorridere di soddisfazione. Il flauto nel finale nonfa che confermare tutte le abilità di questo splendido in-tegrato.

    CONCLUSIONIHo amato molto il Roma 96DC. Dirò di più: il proble-mino avuto con le Audiovector mi ha privato di qual-che giorno di ascolto extra che avrei goduto appieno (adun certo punto ho dovuto “cedere” gli altri diffusori cheerano in casa...). Non gli manca proprio nulla, tranne –a voler essere pignoli – un po’ di sex appeal che i fra-telloni delle serie maggiori sfoggiano con maggiormuscolarità. Ma questo è un giudizio estetico che valeveramente molto poco: il Roma 96DC sa suonare tutto.Con grazia, con aggressività, con morbidezza, con ca-rattere. È talmente corretto che non sembra neanche unvalvolare (mi piacciono queste affermazioni trite e ri-trite), ma così raffinato che lo è fino al midollo. Scenae piani sonori sono di primissimo livello e non si spa-venta a gestire diffusori di altissima caratura, mentre satirare fuori il meglio da quelli meno dotati. Nonostan-te la scarsa cavalleria anche la dinamica è di prim’or-dine, come pure trasparenza e dettaglio, mai invasivi,mai eccessivi, solo puntuali e funzionali al bell’ascolto.E un ingresso phono. Tutto il cucuzzaro a meno di duecucuzze, che volete di più?

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    L’iMPiantO D’asCOLtO UtiLiZZatO sorgente digitale per musica liquida: Mac Book Air (Amar-ra Simphony), Windows 10 (Foobar); sorgente digitale: SACDSony DVP NS930VL, CDP Accuphase DP-410; amplificatoreintegrato: Musical Fidelity A200; Diffusori: AudiovectorSR1 Avantgarde, Tannoy Prestige Stirling Gold Reference; Cavidi segnale: Sound Fidelity Silver, Acrolink 7N-A2200 III; Cavidi potenza: Autocostruiti a 24 conduttori solid core; CaviCOaX: Sound Fidelity Silver; Cavi di alimentazione: GoldkabelSupercord 120 Gold

    aLCUni Dei DisChi UtiLiZZati neLLa PrOVa:Michael Bublé – Michael Bublé - WarnerMusic For Men – Gossip - SonyLe Nuvole – Fabrizio De Andrè – BMG Ricordi

    Quando poi sono giunte al mio pian-terreno le due splendide Prestige StirlingGR di Tannoy si è generata un’alchimiadi primissimo ordine, a cui è tristementefacile assuefarsi – con i conseguenti dan-ni dovuti all’astinenza quando occorre re-stituire le elettroniche...

    nerva, Pater Patriae et Pontifex MaximusIl riquadrato del “WAF – Wife Acceptance factor” cede il pas-so questa volta alla romanità. Ogni amplificatore dellafattoria di Morrovalle che appartiene alla classe “Roma” hainfatti un numerino seguito dall’avanti Cristo o dopo Cristoche fa riferimento ad un evento particolare dell’Impero. A meè toccato il 96, che corrisponde all’ascesa al potere di Mar-co Cocceio Nerva Cesare Augusto, meglio conosciuto (ma ame interamente sconosciuto) come Nerva. Ho imparato qual-cosa grazie a questa facezia dei progettisti di Synthesis, an-che che fu Nerva – già anziano - ad adottare Traiano, un ti-pino che negli anni successivi se ne andò a disseminare l’Ita-lia e il nord africa di archi intitolati a sé medesimo...