Preamplificatori McIntosh C-2300 e C-50

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Preamplificatori McIntosh C-2300 e C-50 di Fabio Cottatellucci e Bebo Moroni - Fotografie di Renato Franceschin Un assunto alquanto minimalista vuole che il preamplificatore ideale sia soltanto “un filo con guadagno”. Questo è abbastanza coerente con l’attuale epoca di minimalismo audiofilo ed è vero che, parafrasando Henry Ford, “tutto quello che c’è non si rompe… e non sporca il suono”. E’ tuttavia esistita un’epoca molto diversa, fra i trenta ed i quarant’anni fa, nella quale i pre sfoggiavano sul pannello frontale addirittura il elettore “stereo - mono – reverse” (!) ed in cui comandi come il loudness ed i controlli di tono, che oggi fanno arricciare il naso a molti puristi, erano considerati il minimo sindacale anche per un integrato di fascia bassa - figuriamoci per un pre di riguardo. McIntosh da sempre interpreta i propri apparecchi un po’ come fa la Cadillac con le proprie ammiraglie: finiture di gran classe, grande attenzione al comfort. Ed anche i pre e le sezioni pre degli integrati non hanno mai smesso di presentare un set di comandi che li dotasse di una vasta capacità operativa senza (ohibò!) detrimento per le prestazioni; tornando alla citazione di Ford parafrasata sopra, circuirti che non si rompono e non sporcano il suono (e che costano cari, ma nulla è perfetto). Stavolta, abbiamo a che fare con due pre di questa Casa (il C-2300 a valvole ed il C-50 a transistor) la quale, nonostante i cambi di proprietà, è una vera bandiera yankee nonché una pietra miliare del nostro mondo da oltre sessant’anni; nessuna sorpresa che non si tratti di due “fili con guadagno” ma di due macchine che quasi coccolano l’utente con le feature a disposizione. C-2300 Per avere un esemplare di questo pre dovete andare dal vostro rivenditore di fiducia con 8.900 Euro se non vi fa sconti sul listino e con un amico che vi aiuti a caricare in macchina i venti chili dell’imballo (la sola macchina ne pesa circa tredici); dovete quindi predisporre un adeguato spazio nel vostro mobiletto porta elettroniche e posarci su questo pre che è grosso e pesa più di tanti finali in circolazione.

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Preamplificatori McIntosh C-2300 e C-50

di Fabio Cottatellucci e Bebo Moroni - Fotografie di Renato Franceschin

Un assunto alquanto minimalista vuole che il preamplificatore ideale sia soltanto “unfilo con guadagno”.Questo è abbastanza coerente con l’attuale epoca di minimalismo audiofilo ed è veroche, parafrasando Henry Ford, “tutto quello che c’è non si rompe… e non sporca ilsuono”.E’ tuttavia esistita un’epoca molto diversa, fra i trenta ed i quarant’anni fa, nella quale ipre sfoggiavano sul pannello frontale addirittura il elettore “stereo - mono – reverse” (!)ed in cui comandi come il loudness ed i controlli di tono, che oggi fanno arricciare ilnaso a molti puristi, erano considerati il minimo sindacale anche per un integrato difascia bassa - figuriamoci per un pre di riguardo.McIntosh da sempre interpreta i propri apparecchi un po’ come fa la Cadillac con leproprie ammiraglie: finiture di gran classe, grande attenzione al comfort. Ed anche i pree le sezioni pre degli integrati non hanno mai smesso di presentare un set di comandiche li dotasse di una vasta capacità operativa senza (ohibò!) detrimento per leprestazioni; tornando alla citazione di Ford parafrasata sopra, circuirti che non sirompono e non sporcano il suono (e che costano cari, ma nulla è perfetto). Stavolta, abbiamo a che fare con due pre di questa Casa (il C-2300 a valvole ed il C-50a transistor) la quale, nonostante i cambi di proprietà, è una vera bandiera yankeenonché una pietra miliare del nostro mondo da oltre sessant’anni; nessuna sorpresache non si tratti di due “fili con guadagno” ma di due macchine che quasi coccolanol’utente con le feature a disposizione.

C-2300

Per avere un esemplare di questo pre dovete andare dal vostro rivenditore di fiduciacon 8.900 Euro se non vi fa sconti sul listino e con un amico che vi aiuti a caricare inmacchina i venti chili dell’imballo (la sola macchina ne pesa circa tredici); dovete quindipredisporre un adeguato spazio nel vostro mobiletto porta elettroniche e posarci suquesto pre che è grosso e pesa più di tanti finali in circolazione.

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A questo punto, se siete di quelli che “usano” l’impianto e non si limitano a sessionid’ascolto simili a sedute d’adorazione, vi sentirete come un bambino davanti ad unascatola di cioccolatini: la macchina ha infatti una lista di capacità operativeimpressionante.Concentrandoci su quelle di più ampio utilizzo da parte di chi vuole sfruttarne le doti divera console di controllo, troviamo otto ingressi “RCA” (o “Chinch”) sbilanciati. Quattrodi questi ingressi sono duplicati in bilanciato con i classici connettori cosiddetti “XLR”(o “ITT Cannon”); da notare che tutti gli ingressi sono assegnabili dall’utente ed ildisplay frontale si adegua alla denominazione scelta, una soluzione HT-style chemostra come ciascuno dei due settori possa proficuamente mutuare dall’altro.Parlando di HT, questo pre è dotato di pass-through (“pass-thru” sul pannello, allayankee) e può quindi rendersi “trasparente” nei confronti di un segnale HT diretto aicanali frontali che il finale a lui collegato piloterà.

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Esistono poi tre uscite doppio standard sbilanciato RCA / bilanciato XLR verso i finalidue delle quali disattivabili, anche da telecomando.Da notare l’anello di tape suddiviso: per il tape in si deve usare uno degli ingressi, per iltape out è prevista una specifica uscita.Il c-2300 può scambiare comandi con altri apparecchi McIntosh (lettori, finali,eccetera) con un sistema dedicato di porte.

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Una caratteristica veramente di spicco è la presenza di ben due pre fono interni, unoper testine a MM ed un per testine MC, basati su tubi 12AX7A e ciascuno conguadagno d’entrata regolabile. La resistenza per l’ingresso MC e la capacità perl’ingresso MM sono regolabili da telecomando. Presente anche una vite di massa perciascun ingresso. Fra le altre feature troviamo i controlli di tono (bassi / alti) regolabili da telecomando perciascun ingresso (ed escludibili, per i più… audiofilmente apprensivi) e la presa cuffia.

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McIntosh ci da in questa macchina un’idea di come sarebbe oggi il mondo dell’hi-fi senon fosse stato inventato il transistor: la circuitazione che assiste le valvole èampiamente razionalizzata su schede, non c’è quasi traccia del tipico cablaggio più omeno disordinato dei pre a tubi, le resistenze a filo ed i condensatori di polipropilenenon sono certo “vintage”. In fabbrica hanno rivisto i tradizionali circuiti di questo tipo dimacchine interpretando in chiave moderna ogni singolo elemento.

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Alcuni dati dichiarati dal costruttore: risposta in frequenza +0 -0,50dB da 20Hz a20kHz e +0 -1dB da 10Hz a 100kHz; distorsione armonica totale 0,08% 20Hz - 20kHz;rapporto segnale/rumore fono 80dB ed alto livello 93dB.

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C-50

L’apparecchio si presenta come “pre analogico-digitale” in quanto ha la capacità ditrattare in ingresso oltre ai segnali analogici, segnali digitali. Dispone infatti di ingressidigitali per segnali PCM provenienti da unità di riproduzione esterne. Si tratta di dueconnettori coassiali elettrici (S/PDIF) e di un USB (porta in standard USB 2 o “highspeed”) per accettare segnali PCM dall’esterno.

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In sostanza è possibile collegare praticamente qualsiasi cosa al C-50, a partire dalproprio personal computer Apple o Windows per gestire in entrata file iTunes oWindows Media fino, sempre tramite iTunes, alla musica residente su un iPhone.Unavolta accettato il segnale in ingresso, il McIntosh provvede ad un upsample a 192/32prima di avviarlo alla conversione affidata ad un ESS 32/192 con circuito antijitter;sempre in tema d’integrazione, la macchina dispone dei connettori per il collegamentoad un processore esterno.

Sul retro è presente un comodo connettore “pass-thru” (vedi sopra, nella sezione sulC-2300) per integrare il C-50 e l’amplificazione con diffusori a valle di questi in unimpianto HT.Pur aprendo (letteralmente!) la porta verso le connessioni digitali, questopre non rinuncia alle sorgenti analogiche ed infatti sul pannello posteriore trovanoposto sei ingressi analogici ad alto livello “RCA” (o “Chinch”) sbilanciati due dei qualisono duplicati in bilanciato con i classici connettori cosiddetti “XLR” (o “ITT Cannon”);ma non manca il posto per la più classica delle sorgenti analogiche, il disco nero,poiché il C-50 presenta due pre fono interni come il fratello C-2300, anche qui uno pertestine a MM ed un per testine MC ciascuno con la sua bella vite di massa e ciascunocon guadagno d’entrata regolabile. Anche per questi pre si possono gestire datelecomando la resistenza per l’ingresso MC e la capacità per l’ingresso MM.

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La McIntosh non ha fatto mancare ai suoi fan un equalizzatore con comandi sulpannello frontale con esclusione automatica per i controlli a centro banda (sempre perchi voglia un segnale più diretto possibile dall’ingresso all’uscita) e di una presa cuffia.

Cotanto dispiego di tecnica e componenti (oltre dodici chili, per chi valuta l’hi-fi a peso;l’alimentazione è nella parte inferiore dello chassis ed i circuiti di segnale in quellasuperiore, protetti da una paratia, per minimizzare i disturbi) costa 9.200 Euro di listinosalvo sconti. Alcuni dati dichiarati dal costruttore: risposta in frequenza +0 -0.50dB da20Hz a 20KHz e +0 -3dB da 15Hz a 100KHz; distorsione armonica totale 0,002% 20Hz- 20kHz; rapporto segnale/rumore fono 88dB ed alto livello 100dB.

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Note d’ascolto

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di Bebo Moroni

Per questo numero speciale abbiamo voluto mettere a confronto, o meglio no, non èmettere a confronto bensì averli entrambi a disposizione, i due preamplificatorimonotelaio di punta del prestigioso catalogo Mac: il C2300. Già assurto agli onori dellacronaca e nei desideri anche di quegli audiofili che non hanno McIntosh nel cuore, ingrazia di flessibilità e prestazioni promesse di grandissimo calibro, e il nuovo C50. Unvero e proprio mostro di flessibilità ( due stadi phono, convertitore integrato 32/196,dieci ingressi bilanciati totali etc.) ma a quanto ci dicono…non solo. Staremo a vedere.I due preamplificatori sono stati inseriti in un impianto composto da giradischi LuxmanPD 444 con bracci Fidelity Research FR 64S e Denon DA 308, testine Fidelity ResearchFR 1MK2 con stilo Van Den Hul e Denon DL 103S, meccanica/CD Player Belcanto CD1,finali di potenza Mark Levinson ML 23.5 e Luxman M 4000, diffusori IMF TLS 80 MKII eHarbeth HL-P3ES2, cavi di segnale e di potenza ART.Il primo dei due giganti ad essere sottoposto alla prova d’ascolto è il transistorizzatoC50. Sin dalle prime battute, con il rodaggio ancora da effettuare, la persomalità diquesto preamplificatore appare chiara e netta, ed è per certi versi una sorpresa: non viaspettate il classico suono Mac quello che, per esempio, pur fortemente“modernizzato” è prerogativa dell’ex-monarca assoluto del catalogo, il C 48. Pocovelluto, poco calor da caminetto. Il C 50 è un preamplificatore modernissimo, veloce,aperto. Dettagliatissimo. Nulla da invidiare alle migliori realizzazioni hi-end di marchiprestigiosi ma meno conosciuti. Eccellenti i due ingressi phono, c’è da dire che il Luxman PD 444 con i suoi annessi, èun giradischi talmente buono da rendere la vita insieme facile ( suona bene più o menocon tutto) e difficilissima agli stadi phono ( per suonare al massimo, e il suo massimo èqualcosa di strepitoso, richiede il meglio del meglio) si trova a suo perfetto agio, e cosìla mia collezione di LP, che vengono dispensati in grande messe e con grande piacerenel corso della prova d’ascolto. Bella, squillante, piena, quando occorre confidenziale esuadente la tromba di Miles da Kind of Blue, splendide le voci nel Messiah di Handeledizione Hogwood Oiseau Lyre ( naturalmente), bella in particolare per definizione efinezza di grana la voce solista di Emma Kirby. Manca forse un po’ di tattilità, ma ognipreamplificatore ha la sua personalità e quella del C50 è decisamente versata allaricostruzione minuziosa dei particolari, alla risoluzione doviziosa del contrasto e inparticolare del microcontrasto, elementi che lo rendono così drasticamente chiaro edettagliato, con in più una caratteristica prettamente Mac: anche quando larestituzione dei particolari alle frequenze alte e medioalte portata alle massimeconseguenze, non si avverte nessuna accuminatezza, nessuna pungenza, ilpreamplificatore, insomma, non strilla. Semmai a cedere sono i diffusori, prima i vecchima strepitosi IMF e molto, molto dopo i piccoli straordinari Harbeth. Ma sto parlando diascolti a volumi impossibili per un ambiente domestico.

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Proseugo l’ascolto con l’ottimo CD Belcanto, per il momento “stand alone” cioè noncollegato ad alcun convertitore esterno, ed ho conferma di quanto ho potuto ascoltaresin ora. Ancora un classico dei miei ascolti per recensione: “From The Beginning” daTrilogy ( per la verità inserito in Trilogy visto che nasce come 45 giri): la chitarra èspettacolare per nettezza, definizione, veridicità. La registrazione è strepitosa, maproprio per questo merita il meglio, ed il C 50 fornisce il meglio, con mediobassi benparticolareggiati, composti, frenati, bassi profondissimi senza mai perdere didefinizione. La batteria viene letteralmente riportata nell’ambiente, con un risultatoassolutamente spettacolare. Continuo l’ascolto con una serie di CD che amoparticolarmente, dallo Stabat Mater di Pergolesi 8 sempre edizione Hogwood/OiseauLyre) sino ai classici del rock, Sgt Pepper, Thick as a Brick etc., e non posso cheesprimere piena soddisfazione per la prestazione del C 50 ( per chi volesseulteriormente approfondire la conoscenza “letteraria” del preamplificatore McIntoshconsiglio il bel pezzo del buon vincenzo traversa pubblicato sul nostro “Open Journal”di cui vi fornisco il link: http://www.videohifi.com/blogs/Vignotra/due-mesi-con-il-preamplificatore-mcintosh-c50/view. Vincenzo è stato più duro di me, io forse sonolasciato trasportare dal suono veramente sopraffino del C 50, sorvolando quelle cheTraversa indica come limitazioni imprescindibili, per esempio la risoluzione dellasezione di conversione che non supera i 48 Khz dall’ingresso S-PDIF e i 44 da quelloUSB. Particolari importanti, ma più trascurabili per un analogista integrale come me.Devo dire comunque che collegando il Belcanto al C 50 il risultato è veramenteencomiabile: la macchina, che a me già piace molto da sola, propone ora un suono chenon definirei maggiormente definito, bensì più corposo, più sostanzioso, come si suoldire, sbagliando ma dicendo la verità, più analogico.A me, al contrario di Vincenzo non dispiace la sezione di equalizzazione, è vero esottolineo le sue parole, che se non posta in bypass tende a velare leggermente ilsuono, ma è altrettanto vero che, viste le possibilità del C 50, quando si collega ilcomputer e si ascoltano degli MP3 ( Eresia! Ma capita, tutti ne abbiamo per comodità,oramai) risulta di un’utilità clamorosa riuscendo a correggere difetti anche sensibili deifiles compressi. E devo dire che è una mano santa anche per certi dischi, per esempioStreet Legal di Bob Dylan, bellissimi ma registrati da un fabbro in preda a una crisi diipoacusia.In definitiva, quello che voglio dire con queste brevi note d’ascolto è che McIntosh haprodotto un preamplificatore a transistor di grandissima classe che concilia chi ama illook, la versatilità, l’affidabilità del marchio di Bighamton, ma ama anche la definizionee l’impatto dinamico ( sempre notevolissimo) dei migliori preamplificatorimarcatamente high end, sicuramente meno versatili di questo.Con ciò non intendo dire che il C 50 sia il miglior preamplificatore a transistor incommercio, bensì che rappresenta una validissima alternativa ai soliti noti dellapreamplificazione top-end, aggiungendo alla prestazione, una flessibilità che non ha

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confronti, a un prezzo alto ma tutt’altro che pazzesco di questi tempi.E passiamo al C 2300. Una premessa: io amo con passione questo preamplificatore epiù volte l’ho segnalato dalle pagine del nostro portale, quindi quello che dirò non saràuna novità e non allungherà il brodo per dirvi cose che molti di voi già sanno e gli altripossono cercare sul Forum, per esempio. Ma vi dirò. Vi dirò per esempio che granparte di questa prova l’ho fatta impostandola sul tune rolling che in questa occasioneho voluto provare con il C2300, limitandomi allo stadio linea perché lo stadio phononon ne ha a mio avviso bisogno. Non erano molte le valvole 12AX7 in mio possesso, percui questo cambio di valvole ( parliamo anche per i cristiani che ancora non hannoimparato il linguaggio trendy e un po’ stronzetto dell’hi end) si è limitato a un set diTelefunken che è stato impiantato sul top di gamma dei preamplificatori a valvolemonotelaio della McIntosh. Premesso che il C 2300 suona benissimo anche con levalvole cinesi fornite di serie va osservato come le Telefunken originali NOS forniscanouna nota, e anche più d’una nota d’ulteriore nobiltù a questo bellissimo pre.Ora che lo sto facendo cantare alla massima espressione ( non credo che si possanoottenere risultati ancora migliori che con le Telefunken), posso dirvi il perché del mioperduto amore per il C 2300: perché è McIntosh fino in fondo, cioè porta alle massimeconseguenze una filosofia di suono che nei fondamentali è invariata da 60 anni e più:calore, matericità, pastosità del suono, spessore, dolcezza e insieme definizione,aggiungendo quelle che sono ben più che note di modernità: il dettaglio mai cosìpreciso, una coerenza tonale che ha pochi rivali, la microdinamica che permette diascoltare con il massimo realismo possibile, senza cedere all’iperrealismo di molterealizzazioni contemporanee, anzi moderne, perché è dagli anni ’80 che va avantiquesto andazzo. Un preamplificatore perfetto? No, il preamplificatore perfetto chi loconosce? Però il C 2300 esprime un suono che è quanto di più simile al piccolomiracolo del vecchio Citation I progettato dal grande Hegeman che io conosco, epossedendo anche il raro e fantastico pre a transistor che porta il nome di Hegeman,l’Api 2, avrei la tentazione di dire, ma so che non è vero che c’è la sua mano. Però sonosicuro che chi ha progettato il C2300 il lavoro di Hegeman lo conosce bene, ecomunque dispone di un magnifico orecchio.Va bene, avevo cominciato dicendo che ho fatto tube rolling, ed è anche giusto che aquesto punto io dica in cosa un preamplificatore che suona già così bene con le valvoledi serie, migliora: il microdettaglio, buono nel C 2300 liscio, eccezionale nel C 2300con le 12 AX7 Telefunken, la gamma media, che risulta più chiara, direi abbastanzanettamente più chiara, e insieme, come potrei dire? Più compatta? No, più compattarischia di non significare nulla se non per me che logicamente comprendo questa miasuggestione, allora direi più spessa, più tattile, donando un ulteriore dose di realismo alsuono insieme morbido e concreto del C 2300. Un suono che prende, che difficilmentepuò non piacere se non per pretestuosità dell’ascoltatore. Bello il basso, morbido maattentamente descritto, senza sbavature, con una capacità di analisi anche delle

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componenti più profonde del messaggio musicale, che fa davvero impressione,bellissima come detto la gamma media, che ha un tocco di melodiosità che spessomanca ai rivali del C 2300, buona, buonissima, forse non perfettamente all’altezza delresto la gamma acuta, particolareggiata e accurata ma a tratti leggermente tropposbilanciata verso la zona del calore, carica di una dolcezza che potrebbe leggermentecontraddire, a fare i pignoli, l’eccellente chiarezza delle restanti porzioni di risposta infrequenza. Ma so che a molti, a me per primo se esco dai panni del critico audio erientro in quelli che mi sono assai più consoni dell’appassionato, questa dolcezzapotrebbe piacere un bel po’. Potete alzare il volume a dismisura e mai avvertirete alcunsuono trapanante o comunque fastidioso, cosa che non è possibile, come abbiamovisto, con il transistorizzato C50.La dinamica è, quando occorre travolgente. Il dettaglio ottimo…ma mi sembra di fareun lavoro di macelleria nello scomporre in parti un suono che come ho detto e ripetutoamo così tanto. E’ un suono bello nel suo complesso: notturno? Potrebbe così apparireper la dolcezza di fondo, in realtà è drasticamente solare e lo si sente appena si alza ilvolume e ci si lascia andare, mettendo da parte la concentrazione dell’ascolto ad altafedeltà, per abbandonarsi al vero scopo di un oggetto così, l’ascolto della musica,senza confini, senza preferenze di generi, senza idiosincrasie. Ed è la musica anzi laMusica con la M maiuscola quella che il C 2300 con estrema facilità è in grado diregalare (lo so, regalare quando ci sono in ballo certi prezzi, è un po’ una bestemmia,ma tanto di riffa o di raffa un preamplificatore d’alto lignaggio anche ben più di così lopaghereste), con una capacità di coinvolgimento, di emozionare l’ascoltatore, anchecon brani saputi e risaputi, che pochi pre, anche di prezzo e di prestazioni generalimolto superiori, riescono a trasmettere.Ecco, io spero con queste mie poche parole, di essere riuscito a trasmettere a voil’emozione che mi da ascoltare, avendo come “cervello” dell’impianto il McIntoshC2300.