Murray, the End. ‘Andy’ Seppi senza fine

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Anno XV - n.2 - 16 gennaio 2019 GLI ALTRI CONTENUTI Prima pagina: oltre ogni limite Pag.3 I numeri della settimana Pag.12 Mitico Alberto Sbrescia, un’istituzione del tennis Pag.14 Anche per gli under 18 è l’ora del primo Slam Pag.15 I SuperSlam per amatori diventano provinciali Pag.17 Sport Business: Dunlop prende tutto Pag.18 Melbourne Today Sei volte al giorno Come vivere lo Slam in chiaro su SuperTennis Pag.13 Le cinque chiavi di un Federer-tris I numeri che possono dirci se Roger può fare ancora Slam Pag.5 Giornata nera? Ecco come cavarsela L’ approccio mentale per vincere anche quando... non va Pag.20 Il malanno all’anca chiude la carriera di ‘Muzza’ (e un’Era). Andreas ci convive da protagonista del 56° Slam Pag. 4 e 7 Diavolo De Minaur per i tecnici già ‘big’ Da coach e colleghi giocatori i segreti del nuovo fenomeno Pag.10 Murray, the End. ‘Andy’ Seppi senza fine

Transcript of Murray, the End. ‘Andy’ Seppi senza fine

Anno XV - n.2 - 16 gennaio 2019

GLI ALTRI CONTENUTIPrima pagina: oltre ogni limite Pag.3I numeri della settimana Pag.12Mitico Alberto Sbrescia, un’istituzione del tennis Pag.14Anche per gli under 18 è l’ora del primo Slam Pag.15I SuperSlam per amatori diventano provinciali Pag.17Sport Business: Dunlop prende tutto Pag.18

Melbourne TodaySei volte al giornoCome vivere lo Slamin chiaro su SuperTennis

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Le cinque chiavidi un Federer-trisI numeri che possono dircise Roger può fare ancora Slam

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Giornata nera?Ecco come cavarselaL’ approccio mentale per vincere anche quando... non va

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Il malanno all’ancachiude la carrieradi ‘Muzza’ (e un’Era). Andreas ci conviveda protagonistadel 56° SlamPag. 4 e 7

Diavolo De Minaurper i tecnici già ‘big’Da coach e colleghi giocatorii segreti del nuovo fenomeno

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Murray, the End. ‘Andy’ Seppi senza fine

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prima pagina

Oltre ogni limiteDI ENZO ANDERLONI

Gli occhi rossi e umidi di Andy Murray, i suoi ruggi-ti d’addio nell’ultima sfida a Melbourne Park contro lo

spagnolo Roberto Bautista Agut, n.24 del mondo, riaccendono un’emozio-ne unica. Quella che si prova al co-spetto di chi pensi sia andato oltre le possibilità... umane. Il ricordo è nitido anche se sono pas-sati 7 anni. Si era anche in quel caso a Melbourne, anno 2012. Semifinale della parte alta del tabellone: Novak Djokovic contro Andy Murray, che al tempo era già n.4 Atp ma non aveva ancora vinto titoli Slam. Chi non l’ha vista o non si ricorda può cercare gli highlights su YouTube. Do-po pochi secondi si troverà ai van-taggi del 5° game. 3-1 Djokovic, dopo più di 20 minuti di gioco. E potrà ri-vedere due ‘15’ mostruosi. I due non scambiano da fondocampo: tirano dei vincenti sui quali l’avversario arriva e rigioca con incisività. Spesso sulle righe. E ancora e ancora. Ricordo il senso di stupore: sembra-va impossibile che arrivassero sulla palla successiva e invece non solo lo facevano ma giocavano un colpo aggressivo. L’avrebbero fatto per 4 ore e 50 mi-nuti. Djokovic avrebbe vinto 7-5 al quinto. E due giorni dopo avrebbe battuto in finale Rafa Nadal ancora 7-5 al quinto, dopo 5 ore e 53 minu-ti di ulteriori mazzate fuori da ogni logica. L’11 settembre di quell’anno Murray avrebbe conquistato il suo primo Major, primo Slam made in Great Britain dai successi di Fred Per-ry nel 1936, battendo proprio Djoko-vic con un’opera di demolizione du-rata 4 ore e 54 minuti. Per come erano conciati entrambi al-la fine, ricordo di averli ammirati ma non invidiati. E soprattutto ricordo che in queste grandi sfide l’ultimo set, quello decisivo, non era stato all’al-

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tezza degli altri. Il gioco era scaduto a vantaggio dell’epica di sopravviven-za. Aveva vinto chi, semplicemente, stava più in piedi. Fenomeni. Campioni straordinari che però, a mio parere, hanno portato il gioco oltre ogni limite. Là dove l’uo-mo, anche se ha i muscoli di un supe-ruomo, si spezza. O si consuma ineso-rabilmente e irrimediabilmente. Dispiace salutare Andy Murray, gran-de tennista e grande persona. Il suo addio segna ufficialmente l’inizio della fine di un’epoca, quella dei co-siddetti Fab4, forse irripetibile per il tennis. Ma non è giusto augurargli di poter giocare un’altra partita.Ha già dimostrato di essere uno dei più forti tennisti di sempre e già vin-to tutto quello che poteva aver senso vincere. È andato molto oltre il suo limite. Adesso basta: il suo ‘Bravehe-art-tennis’ resterà indimenticabile. Speriamo che risolva i suoi problemi fisici: non merita di dover convivere con il dolore nella vita normale.A noi, della razza di chi rimane coi piedi per terra, resta da seguire con empatia e ammirazione il resto della carriera di un altro ‘Andy’, certo non del livello di Murray, ma come lui da anni sofferente della stessa patologia, quella benedetta anca massacrata da

migliaia e migliaia di colpi sparati con altrettante torsioni del busto.Andreas Seppi, 34 anni, tre più di ‘Muzza’, best ranking n.18 e finalista a Sydney la scorsa settimana, gio-ca il suo 55° Slam consecutivo. Solo quattro giocatori nella storia ne han-no giocati di fila più di lui. Ormai da anni si sottopone a periodiche, dolo-rose infiltrazioni che lo fermano per alcune settimane ma poi gli consen-tono di tornare in campo senza sof-frire (troppo). E il nostro Andy, mai troppo esaltato dai media (c’è chi considera il suo tennis monotono e la sua riservatez-za poco mediatica), ogni anno rico-mincia da una preparazione ben fat-ta con il coach di sempre, di quando era ragazzino, Massimo Sartori. Va avanti, 17a stagione da professioni-sta, e al primo torneo stagionale bat-te il n.15 e il n.19 del mondo. E ri-parte da protagonista su quei campi di Melbourne dove 4 anni fa si tolse il gusto, al terzo turno, di battere in quattro set tiratissimi un certo Ro-ger Federer. In qualche modo anche il nostro An-dy, con in testa il suo inseparabile cappellino, sta andando oltre ogni li-mite. E noi, al suo cospetto, ci toglia-mo il nostro. Chapeau.

Murray con Nadal, Djokovic e Federer è stato uno dei ‘mitici’ Fab4. Qui sopra, giovanissimi, con Nole

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circuito mondiale

Infinito Seppi,l’Andy che resisteLa finale raggiunta a Sydney conferma la longevità ad alto livello del 34enne altoatesino. Costretto a periodiche infiltrazioni all’anca, l’allievo di coach Sartori è entrato nei Top 100 nel 2005. A Melbourne festeggia 56 Slam giocati

DI ALESSANDRO MASTROLUCA

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Quello che non ha, è quel che non gli manca. Andre-as Seppi è l’italiano da die-ci milioni di dollari, mon-

tepremi che ha superato grazie al successo su Steve Johnson al primo turno del suo quattordicesimo Au-stralian Open, il suo Slam numero 56. È stato spesso definito per nega-zione, come un’assenza, perché se fosse un calciatore non avrebbe lo spunto della punta o la genialità di uno Schiaffino. Ma come il mediano di Ligabue è lì, sempre lì. È entrato in top 100 a maggio del 2005, ne è rimasto fuori per brevi periodi tra la primavera e l’estate del 2007, poi dal 16 luglio 2007 non ne è più uscito. La sua pri-ma finale ATP in carriera, persa con-tro Paul-Henri Mathieu sulla terra in altura, a Gstaad, l’aveva spinto al numero 83 del mondo quella setti-mana. Degli 82 che gli erano davan-ti, solo 25 giocano ancora.

Seppi c’èIn un tennis che ha spinto il logo-rio fisico oltre l’immaginabile Seppi, costretto periodicamente a iniezioni all’anca, da quel 2007 ha chiuso otto stagioni in top 50. Seppi c’è, sempre. C’è, nel 2008, l’anno della semifinale di Amburgo (quando era un Masters 1000), nel 2011 quando diventa il primo italia-no di sempre a vincere un torneo Atp sull’erba. C’è nel 2012: vince 38 par-tite nel circuito maggiore, suo record stagionale in carriera, per la prima volta finisce nei primi 25, nella sta-gione che, se servissero ulteriori pro-ve, ne esalta la versatilità. Vince due titoli, sul veloce a Mosca e sulla terra

Andreas Seppi, 34 anni,professionista dal 2002,è alto 191 cm e pesa 78 kg:oggi è n.35 Atp (è stato n.18nel gennaio del 2013)

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circuito mondiale

a Belgrado, torna in finale a Eastbou-rne sull’erba e va avanti di due set contro Novak Djokovic nel suo primo ottavo di finale al Roland Garros. Si costruisce una fama da maratoneta: nel 2013 vince più match di tutti al quinto set (7-1) e con l’ottavo a Mel-bourne, il primo dei quattro giocati negli ultimi sei anni, diventa il primo italiano in Top 20 dai tempi di Renzo Furlan (aprile 1996).Nel 2015 chiude una striscia di cin-que stagioni di fila nella Top 50, ma poi arriva di nuovo lì: nel 2017 su-pera le 20 vittorie tra ATP e Slam per la dodicesima volta in 13 sta-gioni, e per la nona è tra i migliori 50 del mondo.

Andy oggiLa prima finale dopo Halle 2015, per-sa contro De Minaur a Sydney, e so-prattutto il successo nei quarti con-tro il vincitore dell’ultima edizione delle Next Gen Atp Finals, Stefanos Tsitsipas, non rappresentano solo un rinverdire il curioso feeling che lega l’altoatesino e l’Australia. È il premio alla costanza di un giocatore che ha vinto sì un terzo delle partite giocate contro avversari meglio classificati, ma ha vinto due volte su tre quando ha affrontato giocatori che gli erano dietro. In media, ha passato almeno un turno in ogni Slam giocato, ha vinto 56 partite finora in 56 parteci-pazioni, ma sei volte si è spinto fino agli ottavi. Gli è mancato l’acuto, il quarto di finale nei major, ma non ha neanche mai raggiunto una classifica che rendesse quel traguardo atteso o prevedibile. Ne ha giocati tre, però,

L’analisi: Federer fa tripletta se...DI CRAIG O’SHANNESSY, ANALISTA, GIORNALISTA E CONSULENTE I.S.F. R. LOMBARDI

Il piano per arrivare alla tripletta agli Australian Open Roger Federer lo ha già scritto. È semplicemente la ripetizione e la riedizione delle strategie di successo che lo hanno portato al trionfo down-under negli ultimi due anni. Analizzando i numeri che lo hanno portato ai successi targati 2017 e 2018, si evincono 5 punti chiave che rendono più semplice capire dove ‘The Swiss Maestro’ riesce a far fruttare il suo margine di natura statistica.

1. Prime di servizio: mettine 6, vincine 8 - Federer in carriera è riuscito a tenere una percentuale media di prima di servizio in campo del 62%. Nella vittoria agli Australian Open 2018, questa percentuale era del 61%; nel 2017, il 63%. Per tenerla più alta di così, dovrebbe sacrificare un bel po’ in termini di potenza e velocità; se invece l’abbassasse, significherebbe che dovrebbe troppo spesso esporsi a giocare con la seconda. Per quanto riguarda i punti vinti con la prima, lo svizzero in carriera ha una media del 77%: a Melbourne nel 2018 è stata del 82%, nel 2017 del 78%. Roger ha buon gioco nel mantenere queste sue medie comprese in questa forbice, così che non debba sentirsi sotto pressione nel rendere a tutti costi di più al servizio per vincere titoli del Grand Slam.

2. Gioco da fondo, bilancio in parità - È difficile credere che Federer abbia vinto 14 match consecutivi a Melbourne negli ultimi due anni con un bilancio di punti vinti/persi da fondocampo negativo. Può sorprendere sapere che agli ultimi due Australian Open Roger ha perso 12 punti in più di quanti ne abbia vinti (718 persi, 706 vinti) anche se alla fine ha vinto tutti i match che ha giocato.

Punti vindi da fondo2017: 384 su 792 = 48.5%2018: 322 su 632 = 50.9%Totale: 706 su 1.424 = 49.6%

3. Mettere pressione andando avanti - La percentuale di Federer di punti vinti si trasforma da leggermente negativa a estremamente positiva quando si sposta da fondocampo verso la rete. Nei due scorsi Australian Open lo svizzero è infatti riuscito a vincere quasi 3 punti su 4 (72.5%) muovendosi in avanti. La strategia preferita di Roger è di ‘entrare’ nel campo grazie a un approccio di diritto giocato sul lato del rovescio avversario.

Punti vinti a rete2017: 175 su 242 = 72.3%2018: 139 su 191 = 72.8%Totale: 314 su 433 = 72.5%

4. Lunghezza degli scambi: domina il primo colpo - Federer massimizza il suo vantaggio molto di più nei punti brevi, e cioè dove servizio e risposta regnano sovrani, rispetto a quanto non faccia negli scambi più lunghi. Ecco la suddivisione dei punti giocati secondo il numero di colpi.

Punti 2018 20170-4 colpi 72.8% 71.5%5-8 colpi 19.1% 20.9%9+ colpi 8.1% 7.6%

Esaminando i punti vinti/persi per ogni tipologia di lunghezza di scambio, ci si accorge che Federer preferisce di gran lunga giocare punti brevi, perché sono quelli che vince più spesso. Negli ultimi due anni a Melbourne, Federer ha vinto 220 punti in più di quanti ne abbia persi giocando sulla lunghezza di 0-4 colpi, più del 300% in più rispetto alle altre due tipologie di scambio messe insieme.

Sommatoria punti vinti/persi (2017 e 2018)0-4 colpi = + 220 punti vinti5-8 colpi = + 41 punti vinti9+ colpi = + 26 punti vinti

5. Colpire il maggior numero di diritti possibili - Tutti ciò che riguarda il diritto di Federer fa pensare a un dominio assoluto down-under. Con il suo marchio di fabbrica ha messo a segno quasi il doppio di vincenti rispetto a quanto fatto col rovescio (206 di diritto, 114 di rovescio), allo stesso tempo col diritto ha commesso anche meno errori, forzati o gratuiti. Vediamo la tabella col paragone tra diritto e rovescio:

Vincenti Forzati GratuitiDiritto 206 214 196Rovescio 114 230 200

Per realizzare la tripletta, Federer non deve inventarsi nulla e non è costretto a innalzare la sua performance a chissà quale livello. Tutto sta nel sapere che cosa funziona nel suo piano di gioco e costringere l’avversario a infilarsi proprio lì.

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di quarti di finale nei Masters 1000, l’ultimo a Roma nel 2012 dopo aver trasformato la ragione in passione sul campo Pietrangeli con le rimonte contro Isner prima e contro Wawrin-ka poi, con i sei match point salvati a segnare tutti i colori della sua nobiltà tennistica.

Mister Quinto SetDicevamo, in un tennis che ha spin-to il logorio fisico dei giocatori ol-tre l’immaginabile, Seppi mantiene in carriera percentuali di vittorie superiori al 50% in due superfici su tre, erba e terra, e conserva tra ATP e Slam un bilancio in positivo al quinto set: 22 successi in 40 par-tite. Ha giocato 26 incontri in Coppa Davis, debuttò la prima contro Irakli Labadze in un primo turno del Grup-po II contro la Georgia: perse ma poi firmò il punto della vittoria al quin-to singolare contro Lado Chickladze. Sono 18 i successi in singolo, contro 19 sconfitte; 4-2 invece il bilancio in doppio. Sono, questi, i numeri di chi ha saputo spingersi al massimo, di chi ha saputo adattare il suo gioco al tempo che passava. I numeri di un italiano per bene, che col lavoro si è conquistato il rispetto e la stima. Non avrà vinto Slam o Masters 1000, ma non vuol dire che, per questo, non si possa definirlo un campione.

Wta: il torneo di Hobart lancia Sofia KeninIl titolo a Hobart, il primo in carriera, ha proiettato Sofia Kenin (sopra, in campo e col trofeo) per la prima volta fra le prime 40 del mondo. La statunitense è la seconda classificata fra le giocatrici classe 1998 dopo Aryna Sabalenka. Ha iniziato alla grande la stagione. A Auckland ha battuto Petra Martic prima di cedere contro Petra Kvitova. In Tasmania ha iniziato la settimana con la quarta vittoria in carriera contro una top 20, Caroline Garcia, che aveva già sconfitto a Mallorca l’anno scorso, sulla via della sua prima semifinale WTA. E non si è più fermata. Ha vinto il torneo senza perdere un set, in finale sulla slovacca Schmiedlova. I genitori, emigrati a Pembroke Pines negli Usa, continuano a chiamarla Sonya e così lei si firma nei suoi account su Instagram e Twitter. Scoperta da Anna Kournikova, ex numero 2 junior, l’anno scorso perse al terzo turno contro Sharapova allo Us Open: era il suo più bel ricordo, ma alzare il primo trofeo ha un altro sapore.(a.m.)

In quasi 17 anni di professionismoAndreas Seppi ha giocato oltre 700partite a livello Atp e ha guadagnatoun montepremi di 9.887.679 di dollari(tra singolare e doppio)

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L’ultimo ruggitodi Sir Andrew MurrayIn Australia aveva raggiunto le sue prime due finali Slam (2010 e 2011), ora ha salutato tutti con le lacrime agli occhi, prima in conferenza stampa e poi in campo. Dove ha lottato fino all’ultimo, come ha sempre fatto

DI ALESSANDRO MASTROLUCA

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L’intelligenza del campione. Forse finisce qui, Andy Mur-ray, forse reggerà qualche altro mese anche se cammi-

nare o allacciarsi le scarpe saranno una sofferenza, per salutare a Wimble-don. Oppure deciderà di operarsi, per sentire meno dolore e poi chissà. La sconfitta contro Bautista-Agut, l’affetto commosso e commovente, le lacrime che gli sono scese nell’ultimo game del primo turno hanno lasciato sentimenti contrastanti. Ma è chiaro, chiarissimo il segno che lascerà Andy Murray, per troppo tempo ridotto a Ringo Starr dei Fab Four nella fortunata analogia con i Beatles. L’ossessione nell’andare ol-tre il limite è quella dei grandissimi. Un desiderio che nell’era di Djokovic, Federer e Nadal significa spinger quel fisico a prove di resistenza che con gli anni finiscono sempre per presentare il conto. Così si è guadagnato il loro rispetto, tre titoli dello Slam e due ori olimpici, la storica Coppa Davis del 2015 per una Gran Bretagna che mai fu così scozzese (Andy, il fratello Jamie, il capitano Leon Smith).

Una conferenzastampa molto amaraÈ amara l’ammissione in conferenza stampa, dopo la sconfitta. “A volte ho fatto troppo, ma è difficile cambiare perché quando inizi ad allenarti in un certo modo e ottieni risultati, è facile pensare che sia quello a darti il suc-cesso. Vorrei aver fatto scelte diverse, ma è stata anche colpa mia. Spesso non mi sono fermato quando qualcu-no mi diceva di fare qualcosa. Avrei dovuto dire di no, invece ho sempre cercato di fare quel che mi veniva det-to. È stato un errore”.

Quella rincorsasfiancante del 2016Certo, non sembrava tanto un errore provarci, a qualunque costo, nell’e-state del 2016. Il duello con Djokovic, che l’ha battuto in finale all’Australian Open, attraversa tutta la stagione. Murray perde in finale a Madrid, vince al Foro Italico nel giorno del comple-anno numero 29, perde ancora a Parigi ma diventa il primo britannico in fina-le al Roland Garros e il decimo tennista ad averne giocata almeno una in tutti i major nell’era Open. Djokovic raggiun-

ge Fred Perry, Don Budge, Rod Laver, Roy Emerson, Andre Agassi, Roger Fe-derer e Nadal, gli unici ad aver vinto tutti gli Slam. Dopo il Roland Garros, ha quasi il doppio dei punti di Murray,

L’ultimo match di Andy Murrayagli Australian Open, perso controlo spagnolo Roberto Bautista-Agute le emozioni del saluto a Melbourne

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Andy durante il match controBautista Agut; a sinistra, Judy

Murray, mamma di Andy, immortala con lo smartphone

i saluti di Andy a Melbourne

La patologia di Andy?Conflitto femoro-acetabolareRodolfo Lisi, posturologo, laureato in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative, ci aiuta a capire di preciso che cos’è l’infortunio che affligge l’anca di Andy Murray. “Dalle parole del Prof. Max Fehily, primario chirurgo presso ‘The Manchester Hip Clinic’, si evince come Andy Murray soffra di una patologia all’anca destra, definita “impigement (conflitto) femoro-acetabolare” (FAI). Si tratta di un’anomala morfologia dell’articolazione che crea un conflitto tra la parte prossimale del femore e l’acetabolo ai gradi estremi del movimento. Questa situazione è responsabile delle lesioni del labbro e delle lesioni cartilaginee, che diventano a volte rapidamente estese al punto tale da rea-lizzare una coxartrosi precoce. Si distinguono due forme di FAI: il PINCER ed il CAM, che possono manifestarsi in modo isolato o in associazione (nella figura).Il CAM è un conflitto, in genere, più frequente nei giovani atleti di sesso maschile. Tale conflitto, cosid-detto a “camma”, è la risultante dell’impatto tra la testa femorale morfologicamente anormale contro l’acetabolo durante la flessione. Questo movimento causa una forza di taglio che provoca un’abrasione, dall’esterno verso l’interno, della cartilagine articolare, una lesione del labbro o di entrambe. Per effetto della deformità dell’epifisi femorale, l’area ossea esuberante che si incastra con un meccani-smo di grippaggio, produce uno slaminamento della cartilagine dell’acetabolo. La seconda forma del FAI è la cosiddetta PINCER (maggiormente frequente nelle donne sportive). Il meccanismo con cui si genera è detto a “tenaglia”. Il contatto patologico avviene tra la giunzione collo-testa del femore con il margine dell’acetabolo che si presenta deformato con una eccessiva copertura acetabolare”.

che è numero 2: 16.950 contro 8.915. Ma è in quel momento che nello scoz-zese scatta qualcosa. Il serbo è appa-gato, Murray si accende. È il primo a conquistare cinque titoli al Queen’s, a Wimbledon batte al quinto Tsonga e piega due top ten, Berdych e Raonic: è il suo terzo titolo negli Slam. La rincor-sa è lanciata. Si prende un posto nella storia a Rio, diventa il primo tennista con due medaglie d’oro alle Olimpiadi: è memorabile la finale contro un Del Potro generoso che si arrende dopo ol-tre quattro ore di partita. Sarà quella, dirà a fine stagione, la sua vittoria più speciale dell’anno. “È stata una parti-ta durissima, la finale che mi ha dato più soddisfazioni, poi ho avuto anche l’onore di essere portabandiera alla ce-rimonia d’apertura” spiega.Tra il 14 giugno e il 21 agosto vince 22 partite di fila, la sua striscia più lunga di sempre. Si ferma a Cincinnati con-tro Cilic, il primo avversario diverso da Djokovic ad averlo battuto in finale da Wimbledon 2012.

Numero 1Dopo i quarti allo Us Open, Murray vince 24 set di fila, incastona tre tito-li a Pechino, Shanghai e Vienna. Ma è Parigi il luogo della storia, che si rea-lizza però nel modo più surreale, gra-zie al forfait di Raonic in semifinale a Bercy. Batterà Isner in finale, conqui-sterà il 14° Masters 1000 della carrie-ra, ma passa tutto in secondo piano. Sette anni e 82 giorni dopo essere ar-rivato per la prima volta al numero 2 del mondo, Murray diventa numero 1: nessuno nella storia del tennis ma-schile ha mai aspettato così tanto per compiere quell’ultimo passo verso la gloria. Solo 25 giocatori erano arrivati in vetta al ranking prima di lui, solo il baffuto australiano John Newcombe era più anziano quando ha raggiunto per la prima volta il numero 1: era il

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Qui sopra, la vittoria in Davis nel 2015; più in alto, lo storico successo a Wimbledon 2013, poi l’Oro olimpico di Rio nel 2016 e il trofeo del n.1 al mondo conquistato subito dopo, sempre nel 2016

3 giugno 1974, aveva già compiuto 30 anni. “È una soddisfazione incredibile, è un’impresa straordinaria quando da-vanti hai tre dei giocatori più forti di sempre. Anche quest’anno ho dovuto vincere un’infinità di partite per essere davanti a Djokovic”, commenta dopo la certezza del sorpasso.

Che impresa!Il margine di 405 punti non gli basta, però, per essere sicuro di rimanere nu-mero 1 a fine anno. Si decide tutto alle ATP Finals. Murray batte Kei Nishikori, Stan Wawrinka, Milos Raonic in semifi-nale dopo aver salvato un match point e completa la sua annata speciale con-tro Djokovic in finale. È la 24a vittoria di fila. Nessun numero 1 dopo Ivan Lendl nel 1986 aveva sconfitto tutti gli avversari classificati dal secondo

al quinto posto in una sola edizione del Masters. In tutto il 2016, Murray ha vinto 9 tornei e perso quattro finali, ha ottenuto 79 vittorie e 9 sconfitte e completato almeno un break in tutte le 87 partite giocate. È arrivato al nume-ro 1 in un anno in cui gli infortuni han-no fermato Federer dopo Wimbledon e Nadal dopo lo Us Open. “Sarebbe stato meglio se Roger e Rafa fossero stati in condizione quest’anno”, commentò Murray, da numero 1.

“Il momento nonè ancora arrivato”Ma il suo è un segno più ampio delle sole vittorie. Quando scelse Amelie Mauresmo come coach, tra il 2014 e il 2016, contribuì a dare un segnale forte al mondo maschilista del tennis, abi-tuato al massimo a vedere madri o mo-

gli al fianco dei campioni, in casi cele-bri anche come coach (Jimmy Connors su tutti). Fare quel passo in materia di uguaglianza di genere, ha detto Mau-resmo all’Equipe dopo la preoccupata conferenza di Murray alla vigilia del torneo in cui annunciava il suo possi-bile addio al tennis, lo rende un cam-pione oltre lo sport. “Scegliermi come coach non fu una mossa di facciata. Era una sua profonda convinzione, che gli deriva dalla sua istruzione, dall’avere una mente aperta. Non ha paura della sua sensibilità, anzi. Credo che sia sta-to sottovalutato come uomo, non come giocatore”. Forse ha ragione Billie Jean King, che ha affidato a Twitter il pensie-ro dopo quella commossa conferenza stampa: forse il momento in cui Murray avrà il suo impatto maggiore nelle vite degli altri non è ancora arrivato.

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Diavolo d’un De Minaur“Alex è già grande...”“Vederlo giocare è una meraviglia”, parola di Max Sartori, coach di Andreas Seppi che l’ha affrontato in finale a Sydney. “Ha l’attitudine del giocatore navigato. E poi è velocissimo e non molla un punto”

DI ALESSANDRO NIZEGORODCEW

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“Alex De Minaur in cam-po è una meraviglia: vederlo lottare, alla sua età, su tutti i pun-

ti è qualcosa di unico e bellissimo”. Massimo Sartori, storico allenatore di Andreas Seppi, ha descritto così il giovane talento australiano all’in-domani della finale di Sydney, vinta proprio da De Minaur sull’azzurro dopo uno splendido match termina-to 7-5 7-6.“Il ragazzo ha un attitudine da giocato-re vero e navigato - sottolinea ancora Sartori - come se vivesse il circuito già da anni. È velocissimo, non molla un punto e di rovescio, anche a rischio di non colpire benissimo, non si allonta-na mai dal campo. Il dritto può e deve essere migliorato mentre il servizio è già molto efficace. È sicuramente un giocatore molto forte”.Alex De Minaur ha conquistato a Sydney, alla sua terza finale in carrie-ra, il suo primo titolo Atp diventando il primo classe 1999 ad alzare un tro-feo del circuito maggiore. Oggi è al nu-mero 29 del mondo, suo best ranking, ma l’impressione è che la scalata alle classifiche sia solamente all’inizio.“A me piace moltissimo, ho una vera passione per il suo tennis - spiega Fabio Colangelo, coach del Next Gen italiano Giovanni Fonio -. Rapidità e atteggiamento sono le sue grandi armi, ma la miglioria più importante sta arrivando dalla parte del dritto, che lo porta a gio-care molti più colpi a sventaglio e a prendere la rete con continuità. Ha tanti margini ma credo non sia impossibile entrare nei primi 15 del mondo nei prossimi mesi”. Dove

può arrivare De Minaur? Quali sono i suoi pregi e i suoi difetti?

Difesa e contrattaccoFenomeno di precocità, De Minaur è arrivato al n.2 della classifica junior

nel febbraio del 2016, pochi giorni prima di compiere 17 anni, raggiun-gendo la finale a Wimbledon e le semifinali a Melbourne e New York. “Ho potuto vedere Alex molto spes-so negli anni in cui seguivo gli under

L’australiano Alex De Minaur, 19 anni, cresciuto in Spagna, alla sua terza finale in carriera ha

conquistato il primo titolo Atp a Sydney, è n.29 Atp (best ranking)

In finale a Sydney De Minaur ha vinto il suo primo titolo battendo Andreas Seppi per 7-5 7-6

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focus next gen

18 azzurri in giro per il mondo - rac-conta il tecnico Mosè Navarra - e ne sono rimasto subito impressionato. Le qualità principali all’epoca erano la difesa e il contrattacco, già di al-to livello grazie a una straordinaria mobilità. Prendeva il tempo a tutti con grande velocità e intensità, pa-lesando anche eccellenti doti da lot-tatore. Oggi, osservandolo, ho notato un notevole miglioramento nel gioco offensivo e non sarei sorpreso di ri-trovarlo tra i primi 15 al mondo già alla fine di questo 2019”. In quel tor-neo di Wimbledon Junior del 2016, che vide De Minaur arrivare in fina-le per poi perdere in tre set contro Shapovalov, l’avversario di 2° turno fu Enrico Dalla Valle, oggi 432 Atp. “Conosco benissimo De Minaur - ha

Alex, da Sydney ad AlicanteTennista giramondo per eccellenza, la storia di Alex De Minaur comincia a Sydney dove l’urugua-iano Anibal De Minaur, che ha appena aperto un ristorante italiano, incontra la madrilena Esther. I due si sposano e il 17 febbraio 1999 nasce Alex. 5 anni più tardi, dopo aver chiuso il ristorante, la famiglia si trasferisce in Spagna, per la precisione ad Alicante, dove inizia la sua storia tennistica. Nelle stagioni a venire c’è spazio per un’ulteriore parentesi in Australia, prima della scelta rica-duta nuovamente sulla penisola iberica. “Vivo in Spagna, ma mi sento profondamente australiano - aveva raccontato all’epoca De Minaur -. Il mio punto di riferimento è Lleyton Hewitt, che ho sempre ammirato durante le sue lunghe battaglie tennistiche tifando davanti alla televisione. Il suo patriottismo mi ha sempre colpito e sogno di rappresentare il mio Paese proprio come lui”. (a.n.)

raccontato il giovane italiano classe ’98 - e prima di tutto posso testimo-niare la sua simpatia e gentilezza. È un ragazzo unico, che non si è mai montato la testa, nemmeno in queste ultime settimane. Alex non molla un centimetro e mentalmente è fortis-simo. Tecnicamente prende la palla prestissimo e ti toglie il tempo, an-che se al momento non tira ancora forte come i top player. Il servizio mi impressionò, perché già tre anni fa sapeva utilizzare con disinvoltura tutti gli angoli e i tagli. Penso proprio che arriverà nei Top 10 e, probabil-mente, anche più su”.

“La bella copia di Hewitt”Anche Adriano Albanesi sembra ave-re le idee molto chiare su De Minaur. “Alex è la bella copia di Hewitt - ha spiegato il coach di Lesia Tsurenko, attuale numero 24 Wta - e non è un caso che si trovino così bene insie-me. Lleyton sta facendo da chioccia al suo ‘delfino’, tenendolo sotto la sua ala e insegnandogli quanto più possibile sul tennis di alto livello. È presto per dire esattamente dove po-trà arrivare, ma corre come un ‘ani-

Wolf, un lupo all’improvvisoAlzi la mano chi si aspettava il trionfo a Co-lumbus del Next Gen statunitense Jeffrey John Wolf. Il classe ’98 di Cincinnati (venti anni appena compiuti a dicembre) ha su-perato nell’ordine Kozlov, Mager, Peliwo, Griekspoor e Torpegaard, conquistando il suo primo, sorprendente, titolo challenger. Gra-zie a questo risultato Wolf, che ha iniziato la carriera professionistica dopo aver difeso i colori di Ohio State nel campionato NCAA, si è portato al best ranking di n.290 Atp. Gli Stati Uniti possono sorridere anche grazie al classe 2001 Govind Nanda, vincitore nel $25.000 di Tucson del suo primo titolo Itf. Attualmente al n.32 del ranking under 18, Nanda si prepara a scalare la classifica Itf per poi affrontare, nei prossimi mesi, il mon-do challenger. (a.n.)

male’ e a tennis gioca molto bene. Mi ricorda un po’, dal punto di vista fisico, il primissimo Andy Murray, che era molto esile ma talentuoso. È un torello, se lavora fisicamente e sale di cilindrata lo vedremo molto in alto. Qualora in futuro dovessero esserci dei nuovi Fab4 credo proprio che l’australiano potrebbe farne par-te. Perché? Per come affronta i punti importanti e per l’atteggiamento che ha in campo, senza mai avere paura, si intuisce che diventerà un grande”.

“Corre come una spia”Luca Vanni, che ha affrontato De Mi-naur pochi mesi fa in Cina, è parso entusiasta del suo giovane collega. “Quando si strutturerà fisicamente mettendo su massa e quindi potenza - ha dichiarato il toscano, oggi tra i primi 150 Atp - diventerà un tennista completo e molto complicato da af-frontare. Corre come una spia e non molla mai un singolo ‘15’. È davvero un buonissimo prospetto, che abbina qualità tecnico-tattiche a una tenacia fuori dal comune. Altri giovani sono oggi più avanti di lui, ma penso pro-prio che possa arrivare tra i Top 10”.

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i numeri della settimana

I primi 20 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Novak Djokovic (SRB) 91352 Rafael Nadal (ESP) 74803 Roger Federer (SUI) 64204 Alexander Zverev (GER) 63855 Juan Martin del Potro (ARG) 51506 Kevin Anderson (RSA) 48107 Marin Cilic (CRO) 41608 Dominic Thiem (AUT) 40959 Kei Nishikori (JPN) 3750

10 John Isner (USA) 315511 Karen Khachanov (RUS) 283512 Borna Coric (CRO) 243513 Fabio Fognini (ITA) 231514 Kyle Edmund (GBR) 215015 Stefanos Tsitsipas (GRE) 209516 Diego Schwartzman (ARG) 192517 Milos Raonic (CAN) 190018 Marco Cecchinato (ITA) 188919 Daniil Medvedev (RUS) 186520 Nikoloz Basilashvili (GEO) 1820

I primi 20 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 13 Fabio Fognini 23152 18 Marco Cecchinato 18893 35 Andreas Seppi 11704 54 Matteo Berrettini 9205 102 Thomas Fabbiano 5736 104 Lorenzo Sonego 5497 116 Paolo Lorenzi 4878 134 Simone Bolelli 4169 137 Stefano Travaglia 401

10 154 Gianluigi Quinzi 34911 156 Salvatore Caruso 34112 161 Alessandro Giannessi 33213 163 Luca Vanni 32514 167 Filippo Baldi 31815 178 Andrea Arnaboldi 290

16 198 Stefano Napolitano 25417 204 Matteo Donati 24818 209 Federico Gaio 23619 222 Lorenzo Giustino 22420 226 Gian Marco Moroni 222

Le prime 20 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Simona Halep (ROU) 66422 Angelique Kerber (GER) 55053 Caroline Wozniacki (DEN) 54364 Naomi Osaka (JPN) 52705 Sloane Stephens (USA) 50776 Petra Kvitova (CZE) 50007 Elina Svitolina (UKR) 49408 Karolina Pliskova (CZE) 47509 Kiki Bertens (NED) 4490

10 Daria Kasatkina (RUS) 341511 Aryna Sabalenka (BLR) 336512 Anastasija Sevastova (LAT) 316013 Julia Goerges (GER) 305514 Elise Mertens (BEL) 298515 Ashleigh Barty (AUS) 298516 Serena Williams (USA) 2976 17 Madison Keys (USA) 2976 18 Garbine Muguruza (ESP) 286519 Caroline Garcia (FRA) 266020 Anett Kontaveit (EST) 2525

Le prime 20 italiane del ranking WtaPos. Rank. Nome Punti

1 28 Camila Giorgi 16452 114 Sara Errani 5223 186 Martina Trevisan 3154 192 Martina Di Giuseppe 3025 204 Jasmine Paolini 2896 220 Giulia Gatto-Monticone 2677 229 Anastasia Grymalska 2548 263 Deborah Chiesa 1959 303 Jessica Pieri 151

10 316 Stefania Rubini 13611 363 Georgia Brescia 10112 375 Camilla Rosatello 9213 377 Federica Di Sarra 9114 383 Gaia Sanesi 8815 392 Martina Caregaro 84

16 421 Lucrezia Stefanini 7217 437 Cristiana Ferrando 6618 448 Martina Colmegna 6019 466 Dalila Spiteri 5520 501 Lucia Bronzetti 46

Roger, il re dei... venti

DI GIORGIO SPALLUTO - FOTO GETTY IMAGES

20 le presenze di Roger Federer (nella foto) agli Australian Open. Il campione elvetico diventa insieme a Lleyton Hewitt il tennista ad aver giocato più edizioni del primo slam stagionale. Lo svizzero ha sempre superato almeno il 1° turno in tutte e 20 le sue apparizioni.

55 gli slam consecutivi disputati da Andreas Seppi. Il tennista altoatesino è il 5° tennista nella storia per presenze consecutive in uno Slam dopo Feliciano Lopez (68), Roger Federer (65), Fernando Verdasco (63) e Wayne Ferreira (56).

3 i “6-0 6-0” che Maria Sharapova ha fatto registrare agli Australian Open. Prima del “double bagel” inflitto alla Hart nel match di primo turno di questi Aus Open, Masha ne aveva rifilati due, nel 2013, a Puchkova e Doi.

41 le settimane trascorse in vetta al ranking Atp da Andy Murray. Il britannico è stato il 26° e (per ora) ultimo a diventare numero 1 al mondo, nel novembre 2016. Murray è il 14° tennista nella storia per numero di settimane trascorse al 1° postodel ranking.

419 i centimetri che hanno messo insieme a Melbourne John Isner (2.08)e Reilly Opelka (2.11) nel match più “alto” della storia mai disputato in un torneo dello Slam. Ad avere la meglio è stato il più giovane degli statunitensi in un match che ha visto entrambi mettere a referto 87ace complessivi.

I PRIMI NEXT GEN DELLA RACE TO MILANPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Alex de Minaur (AUS) 2952 Mikael Ymer (SWE) 903 Jeffrey John Wolf (USA) 804 Stefanos Tsitsipas (GRE) 455 Ugo Humbert (FRA) 446 Miomir Kecmanovic (SRB) 327 Elliot Benchetrit (FRA) 238 Michael Mmoh (USA) 20

Pos. Nome (nazionalità) Punti9 Jurij Rodionov (AUT) 17

10 Casper Ruud (NOR) 1711 Alen Avidzba (RUS) 1512 Ulises Blanch (USA) 1513 Felix Auger-Aliassime (CAN) 1214 Sam Riffice (USA) 715 Stefan Kozlov (USA) 716 Yunseong Chung (KOR) 5

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Per chi lavora, per chi studia e per chi ha a cuore il ciclo son-no-veglia, gli Australian Open sono il torneo dello Slam più

impegnativo da seguire. Ma niente paura, c’è SuperTennis. Perché quando a Melbourne le bocce sono ferme, vale a dire quando da noi è pieno giorno, lo spettacolo non va a dormire, anzi. Il salotto del tennis italiano, gratis e in chiaro per tutti gli appassionati, fissa gli appuntamenti (ben 6) lungo tutta la giornata. Il primo alle 8.00 del mattino, l’ora della colazione, per fare il punto sulla sessione ‘diurna’ (in Australia) e per anticipare i temi della ‘night ses-sion’. Poi Melbourne Today torna alle 10.30, alle 14.00, alle 17.00, alle 21.00 e alle 23.00. Dallo studio a bordocam-po, con immagini, interviste, appro-fondimenti e curiosità. Con Melbourne Today lo spettacolo è anche di giorno.

il tennis in tv

Lo show, in pieno giorno

Sei appuntamenti al giorno con Melbourne TodayGiovedì 17

01:00 - ATP 250 Doha (replica) - Djokovic vs Fucsovics03:30 - WTA Shenzhen, Sharapova vs Wang05:15 - Reloaded Coppa Davis 201806:15 - WTA Premier Brisbane (replica) - Osaka vs Sevastova07:30 - Magazine ATP08:00 - Melbourne Today 08:30 - World Padel Tour 201810:30 - Melbourne Today 11:00 - ATP 250 Auckland (replica)12:30 - WTA Brisbane 2018 (replica) - Pliskova vs Vekic 14:00 - Melbourne Today 14:30 - WTA Premier Sydney (replica)16:30 - Circolando TC Bologna 17:00 - Melbourne Today 17:30 - ATP Doha - Berdych vs Cecchinato19:00 - WTA Cincinnati 2018, Halep vs Bertens21:00 - Melbourne Today 21:30 - WTA International Hobart Finale (replica) 23:00 - Melbourne Today 23:30 - ATP Auckland

Venerdì 1801:30 - Fast 4 (replica)03:30 - Magazine ATP04:00 - ATP 250 Doha (replica) - Berankins vs Goffin06:15 - WTA International Auckland (replica) - V. Williams vs Davis 08:00 - Melbourne Today 08:30 - World Padel Tour 201810:30 - Melbourne Today 11:00 - WTA Premier Sydney (replica) 13:30 - Magazine ATP 14:00 - Melbourne Today 14:30 - WTA Shenzhen 16:30 - Circolando Parioli Roma 17:00 - Melbourne Today17:30 - Best of WTA 2018, Tokyo Giorgi vs Wozniacki 19:00 - ATP 250 Auckland Finale (replica) 21:00 - Melbourne Today 21:30 - ATP 250 Pune (replica) - Anderson vs Karlovic 23:00 - Melbourne Today 23:30 - WTA Sydney

Sabato 1901:30 - Reloaded WTA 201803:30 - Coppa Davis 2018 - Daniel vs Fognini06:00 - ATP 250 Auckland (replica) 08:00 - Melbourne Today 08:30 - World Padel Tour 201810:30 - Melbourne Today11:00 - WTA International Auckland (replica) - Goegers vs Bouchard 13:00 - One to one Cilic 14:00 - Melbourne Today 14:30 - ATP Doha (replica) - Djokovic vs Basilashvili 16:30 - Circolando CT Pisticci 17:00 - Melbourne Today 17:30 - ATP 250 Auckland Finale (replica) 19:00 - WTA Premier Sydney Finale (replica) 21:00 - Melbourne Today 21:30 - WTA Premier Brisbane Finale (replica) - Stsurenko vs Pliskova 23:00 - Melbourne Today 23:30 - Reloaded WTA 2018

Domenica 2000:30 - Coppa Davis 2018 - Doppio Spagna vs Gran Bretagna03:00 - ATP 250 Auckland (replica)05:00 - WTA Premier Sydney (replica) 07:00 - Reloaded Coppa Davis 2018 08:00 - Melbourne Today 08:30 - World Padel Tour 201810:30 - Melbourne Today 11:00 - Magazine ATP 11:30 - ATP 250 Doha (replica) - Bautista Agut vs Djokovic 14:00 - Melbourne Today 14:30 - Coppa Davis 2018 - Doppio Giappone Italia 17:00 - Melbourne Today 17:30 - Wimbledon 1980 - Borg McEnroe 21:00 - Melbourne Today 21:30 - WTA Auckland Finale (replica) - Goerges vs Andreescu 23:00 - Melbourne Today 23:30 - ATP Auckland

Lunedì 2101:30 - Magazine ATP02:00 - WTA Auckland04:00 - ATP 250 Pune06:00 - WTA Shenzhen 08:00 - Melbourne Today 09:00 - ATP 250 Auckland 10:30 - Melbourne Today 11:00 - ATP 250 Doha14:00 - Melbourne Today 14:30 - WTA Brisbane 17:00 - Melbourne Today 17:15 - Laver Cup 201721:00 - Melbourne Today 21:30 - Laver Cup 2017 23:00 - Melbourne Today 23:30 - Coppa Davis 2018 - Sugita vs Fognini

Martedì 2204:00 - WTA Hobart06:00 - ATP 250 Auckland 08:00 - Melbourne Today08:30 - World Padel Tour Master Madrid SF1 Femminile 10:30 - Melbourne Today11:00 - ATP 250 Pune14:00 - Melbourne Today 14:30 - WTA Auckland 17:00 - Melbourne Today 17:15 - Laver Cup 201821:00 - Melbourne Today 21:30 - Laver Cup 2018 23:00 - Melbourne Today 23:30 - Coppa Davis 2018 - Chardy vs Fognini

Mercoledì 2303:00 - ATP Doha05:00 - WTA Sydney07:00 - Best of Coppa Davis 201808:00 - Melbourne Today08:30 - World Padel Tour Master SF1 Maschile 10:30 - Melbourne Today 11:00 - ATP 250 Auckland14:00 - Melbourne Today 14:30 - WTA Shenzhen 17:00 - Melbourne Today 17:15 - ATP Los Cabos 2018 - Fognini vs Del Potro 19:00 - WTA Brisbane 20:30 - Magazine ATP21:00 - Melbourne Today 21:30 - ATP Doha 201923:00 - Melbourne Today 23:30 - Coppa Davis 2018 - Nadal vs Zverev

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

in italia

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Mitico Alberto,istituzione del tennisAi funerali del maestro Sbrescia, 65 anni, a Napoli, c’erano più di 500 persone. Scoprì Potito Starace (e non solo). Ex Prima categoria, moltoamico di Barazzutti, ha contribuito a rendere il nostro sport popolarissimo

DI MARIA GRAZIA CIOTOLA

La chiesa di Fatima a Napoli stracolma di persone, più di 500, spiega già tutto. Il tennis italiano perde Alberto Sbre-

scia, 65 anni, maestro napoletano di lungo corso, persona dedita al lavoro più che alle luci della ribalta, eppure così carismatica e forte. E per dargli l’ultimo saluto, generazioni di tenni-sti, dai più piccoli, ancora under 18, agli ormai over 50, si sono presen-tati tutti insieme per partecipare ai funerali, che sono stati più una festa pacata che un giorno triste. In prima fila l’allievo prediletto, Potito Starace, il ragazzino che a 16 anni voleva la-sciare il tennis e che Sbrescia invece ha preparato per una strepitosa carrie-ra professionistica e in Coppa Davis. Starace è stato il suo capolavoro ten-nistico, ma il maestro di San Giorgio a Cremano ne ha scoperti tanti di ottimi tennisti: qualche nome come Petraz-zuolo, Accardo, Di Vuolo, per citare solo quelli più noti, che hanno fatto strada nella classifica mondiale Atp. Ma sono tanti e di varie generazioni, dagli junior di fine Anni ‘70 all’ultima sua pupilla, Maria Pia Vivenzio, non ancora 14 anni, che Alberto allenava all’Accademia Napoli, e che pochi gior-ni prima che lui se ne andasse è stata semifinalista al Lemon Bowl di Roma e convocata al raduno nazionale al cen-tro tecnico di Formia.

Nazionale ai MondialiEppure Sbrescia non è stato solo un allenatore di qualità, per anni diret-tore del Centro tecnico di Napoli. Ai tanti scudetti e vittorie da maestro si aggiungono i tanti conquistati da gio-catore. Da over è stato quasi imbatti-bile, vincendo scudetti individuali e a squadre da quando aveva 35 anni a

poco tempo fa, fin quando la malat-tia non l’ha attaccato e battuto. Sbre-scia ha vestito pure la maglia azzurra dell’Italia Over 50 ai Mondiali ed Eu-ropei. Si divertiva Alberto, si allenava tutti i giorni correndo come un mara-toneta, scherzando fuori dal campo, con la sua parola di battaglia “mitico”, diventata il più divertente dei tormen-toni. Serissimo quando insegnava e quando giocava. Ha sempre giocato a tennis e ha sempre corso, Alberto. È stato in prima categoria, ha gioca-to in serie A con Vomero e Sporting San Giorgio, ha girato la Campania in esibizione con Corrado Barazzutti, suo amico, quando il “soldatino” non era ancora capitano di Davis. Vinceva sempre ‘Barazza’ in quei match veraci e divertenti, dal sapore di propagan-da al tennis, ma la leggenda vuole che una volta, una volta sola, Sbrescia ri-uscì a batterlo. Prima o poi ne trove-remo traccia.

Un’istituzioneQuando è diventato maestro, nel 1975, negli anni del boom del ten-nis, faceva anche il giudice di linea al Foro Italico. Non aveva paura di nessuno; anzi, di uno sì: di Ion Ti-riac giovane, che sembrava Mangia-fuoco ed era difficile, raccontava Alberto, chiamargli una palla fuori. Poi da maestro è diventato il miglio-re, proprio come da over 35. “I con-ti si fanno alla fine”, diceva sempre con il suo solito sorriso sornione. Aveva ragione. A conti fatti Alberto Sbrescia è diventato un’istituzione del tennis italiano, non solo campa-no. Uno di quei “ragazzi” nati negli anni ‘50, nel 1953 come Barazzutti, che hanno contribuito con la loro passione e con la loro bravura a far diventare il tennis uno sport popola-rissimo, oltre che meraviglioso.

Alberto Sbrescia, maestro di Napoli, fuallenatore di Potito Starace (sotto) e daveterano rappresentò l’Italia ai Mondiali Over

giovani

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Riecco lo Slam,anche per gli JuniorA una settimana dal 1° major under 18 dell’anno, ecco chi sono i migliori emersi nello scorso anno: Clara Burel e Chun Hsin Tseng. Ma nel 2019 da tenere d’occhio c’è anche un italiano, Lorenzo Musetti, unico Top 10 da sedicenne

DI VIVIANO VESPIGNANI

FOTO GETTY IMAGES

Il campionato mondiale under 18, nel 2018, ha parlato cinese e fran-cese con i diciassettenni Chun Hsin Tseng, nato a Taiwan, e Clara

Burel, francese di Rennes, capoluogo della Bretagna. Da una parte dunque c’è l’Asia, sempre più in evidenza nel mondo del tennis giovanile sulla scia del grande interesse di cui beneficia, dall’altra una Francia da decenni sem-pre in primo piano in Europa e capace di sfornare talenti junior senza solu-zione di continuità.Una data di nascita fatidica - Taipei, otto agosto 2001 - è il talismano che sinora ha segnato il percorso spor-tivo compiuto da Chun Hsin Tseng. Quanto meno è un evento beneaugu-rante nascere esattamente vent’anni dopo Roger Federer, ma forse il cine-sino di Taiwan poco se ne cura. Lui pensa solo a vincere la pacatezza e la tranquillità del proprio carattere e a trasformarsi in un tenace e mai domo guerriero quando è in campo. A dar retta a Patrick Mouratoglou, tecnico tra i più famosi, Chun Hsin è “mentalmente un fenomeno, ma fi-sicamente ancora bambino. Possiede grande intelligenza, e una capacità tecnica fuori dalla norma”.

Numero 1 da metà annoDivenne numero uno del mondo ju-nior nello scorso mese di giugno e da quel momento ha mantenuto uno spazio sempre vistoso tra sé e i più diretti avversari nella corsa al titolo mondiale under 18. Di fatto, da allo-ra nessuno è stato capace di insidia-re la sua conquista del primo gradi-no del podio junior. Infatti il bottino di punti guadagnato nei tornei dello Slam già nel mese di luglio lo aveva

messo al riparo da qualsivoglia sor-presa, un bottino che la semifinale raggiunta negli US Open Junior dopo le vittorie conquistate a Wimbledon e Parigi e la finale ottenuta negli Au-stralian Junior ha raggiunto la strato-sferica quota di 3857 punti.Chun Hsin nella sua prima stagione junior si è messo in luce anche nel mondo dei Pro, in particolare vin-cendo tre tornei Futures a Taipei, in Portogallo e in Vietnam. Per di più, sempre nel 2018, ha avuto la grande soddisfazione di ricevere una convo-cazione in Coppa Davis in occasione dell’incontro Taiwan-Libano, match

nel quale è stato autore dell’unico punto segnato dal suo paese.Suo primo maestro e coach è stato il padre Yu Te, poi è stata la Spagna ad allevarlo per due anni tra il 2016 e il 2017. E da oltre un anno è Mourato-glou ad allenarlo (e forgiarlo) nella fa-mosa Academy della Costa Azzurra. Le premesse per tracciare una grossa carriera professionistica ci sono tutte. O quasi. Perché un fisico un po’ troppo leggero e un’ altezza di soli 175 centi-metri non costituiscono il miglior via-tico in un mondo ove la potenza dei colpi la fa sempre più da padrone.

Clara, a sorpresaClara Burel all’inizio del 2018 non era compresa nel novero delle prime favo-rite alla conquista del titolo mondiale junior anche perché aveva concluso il 2017 piazzandosi soltanto 41esima. A fine gennaio aveva raggiunto la fina-le negli Australian Junior che l’aveva fortemente rilanciata, ma le due sono-re sconfitte rimediate negli ottavi di finale a Parigi e Wimbledon, entrambe per mano della coetanea polacca Iga Swiatek, erano sembrate fatali. A quel punto invece, complice sicuramente

Il cinese di TaiwanChun Hsin Tseng cheha chiuso il 2018 incima al ranking maschileunder 18; qui sotto,la francese Clara Burel,protagonista nel circuito femminile Under 18

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giovani

un brusco cambio di allenatore (Ka-rine Quentrc), la svolta: finale ne-gli US Open Junior, finale nei Youth Olympic Games, finale a Merida nella messicana Yucatan Cup e, per finire in bellezza, vittoria nel Masters di Chengdu con tanto di rivincita, nei quarti, sulla Swiatek. Tutto ciò all’in-segna di una filosofia sportiva che lei sintetizza nel motto “Dedizione alla pazienza e duro lavoro”.Clara ha conquistato 3.100 punti ITF giocando, tra singolare e doppio, 17 tornei, e ciò significa che mediamente il suo rendimento è stato decisamen-te alto. Non altrettanto può dirsi in campo ‘Pro’, anche perché ha disputa-to solo nove tornei del Women’s Tour targato ITF. E, grazie soprattutto alla finale raggiunta nel 25.000 dollari francese di Clermont Ferrand, ha fis-sato alla 605esima posizione il suo primato personale nella classifica mondiale WTA.

Musetti e Cocciaretto,i migliori azzurriUn 16enne e una 17enne sono i capo-fila azzurri nelle classifiche mondiali della Federazione Internazionale. Fa sensazione l’ottava posizione raggiun-ta da Lorenzo, unico Top 10 under 16, che ci riporta alla memoria l’exploit compiuto nel 2012 dall’allora 16enne Gianluigi Quinzi, capace di chiudere l’anno in terza posizione in virtù di quattro successi, ivi compresi i nostri Internazionali, ed una semifinale rag-giunta a Wimbledon. Di Lorenzo ricor-diamo sinteticamente le tre vittorie conseguite a Berlino, Firenze e Salso-

Il 16enne italiano Lorenzo Musetti,

finalista agli Us Open junior 2018

Top 10 mondiali: il ranking ITF finale MaschileClass. Giocatori (nazione, anno di nascita) Punti Tornei

1° Chun Hsin Tseng (Tpe, 2001) 3.857,50 16

2° Hugo Gaston (Fra, 2000) 2.547,50 19

3° Sebastian Baez (Arg, 2000) 2.490,00 21

4° Adrian Andreev (Bul, 2001) 1.926,25 25

5° Brandon Nakashima (Usa, 2001) 1.885,00 16

6° Facundo Diaz Acosta (Arg, 2000) 1.763,75 32

7° Nicolas Mejia (Col, 2000) 1.751,25 30

8° Lorenzo Musetti (Ita, 2002) 1.738,75 33

9° Thiago Seyboth Wild (Bra, 2000) 1.551,25 8

10° Sebastian Korda (Usa, 2000) 1.527,50 6

FemminileClass. Giocatori (nazione, anno di nascita) Punti Tornei

1° Clara Burel (Fra, 2001) 3.100,00 17

2° Cori Gauff (Usa, 2004) 2.707,50 17

3° Xiyu Wang (Chn, 2001) 2.388,75 13

4° Clara Tauson (Den, 2002) 2.252,50 24

5° M. C. Osorio Serrano (Col, 2001) 2.245,00 22

6° En Shuo Liang (Tpe, 2000) 1.981,25 13

7° Iga Swiatek (Pol, 2001) 1.945,00 5

8° Xinyu Wang (Chn, 2001) 1.900,00 12

9° Caty McNally (Usa, 2001) 1.748,75 12

10° Quinwen Zheng (Chn, 2001) 1.698,75 26

I migliori italiani Under 18... del 2018 MaschileClass. Giocatori (anno di nascita) Punti Tornei

7° Lorenzo Musetti (2002) 1.738,75 33

52° Giulio Zeppieri (2001) 722,50 27

85° Matteo Arnaldi (2001) 509,25 33

87° Davide Tortora (2000) 503,75 28

93° Francesco Passaro (2001) 475,50 31

FemminileClass. Giocatori (anno di nascita) Punti Tornei

17° Elisabetta Cocciaretto (2001) 1.128,75 26

94° Martina Biagianti (2001) 467,50 36

96° Melania Delai (2002) 467,50 26

98° Eleonora Alvisi (2003) 464,25 29

107° Federica Rossi (2001) 448,75 32

maggiore, le finali raggiunte negli Us Open Junior e a Cap d’Ail, in Francia, nonché una semifinale in Bulgaria, tre quarti di finale (Wimbledon, Santa Cro-ce e Roehampton) e un quinto posto nel Master conclusivo.Nel tennis in gonnella svetta Elisa-betta Cocciaretto, 17enne: ha un best

ranking di n.12 Itf anche grazie alle semifinali ottenute negli Australian Junior, nel Trofeo Bonfiglio, in Canada e Croazia. E come successo individua-le Elisabetta vanta la vittoria segnata sulla fenomenale americana Cori Gauff agli Australian Open 2018. Ripartono anche loro da qui.

circuito amatoriale fit-tpra

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Australian Open,il 1° Slam provincialeDa quest’anno anche i tornei che danno più punti per il ranking AWT (3.000) si giocano in ogni provincia. In questo week-end spazio a doppi e All-Star,nel prossimo i singolari. Fin qui attivati 203 eventi in 39 parti d’Italia

DI CLAUDIA PAGANI

Le rigide temperature inver-nali non impensieriscono gli amatori così come, dall’altra parte dell’emisfero, i 40 gra-

di di Melbourne Park non fermano i professionisti. Anche i fighters Tpra sono pronti a scendere in campo da questa settimana per disputare il loro primo SuperSlam stagionale. Gli ama-tori, che grazie al circuito Fit-Tpra hanno il loro sito web dedicato, con il proprio profilo e scheda personale aggiornati, possono programmare la stagione tennistica sulla falsa riga del calendario Atp. Aggiudicarsi il primo Slam non è cosa facile, perché mol-ti sono i pretendenti. La novità del 2019 è che, come per i tornei Grand Prix e Master 1300, anche quelli del SuperSlam saranno giocati su base provinciale. Questo dà l’opportunità a tutti i partecipanti alla classifica Race, quella che a fine anno porta al Master AWT, di avere tornei più vicini a casa e più comodi da giocare.Ecco perché è importante non perder-si il primo SuperSlam Fit-Tpra 2019. In palio ci sono ben 3.000 punti, un bel bottino. Ancora poche ore e i tabelloni di doppio e All Star ‘spalmati’ su questo week-end si chiuderanno; per i singo-lari maschili e femminili si attenderà invece la settimana prossima così da giocare in contemporanea con la finale degli Australian Open di Melbourne. E così c’è ancora tempo per scegliere la tappa cui partecipare. In ben 39 pro-vince d’Italia sono stati attivati 203 tor-nei in contemporanea per accontenta-re sempre più giocatori, dando loro le stesse opportunità da Nord a Sud.

Provincia per provinciaLa grande novità, come abbiamo già anticipato, è che da quest’anno anche

i SuperSlam possono essere program-mati non più uno per regione (come avveniva fino allo scorso anno), bensì uno per provincia in base alle esigen-ze specifiche di ogni zona, per poter agevolare anche chi non ha la possibi-lità di effettuare lunghi spostamenti e coinvolgere più giocatori. Che però, è bene fare attenzione a questo, potran-no iscriversi a un solo torneo per tipo-logia di competizioni. Ad esempio, se un circolo di Brescia organizza l’Open maschile di sabato e un circolo di Bergamo ne organizza uno di domenica, il fighter dovrà ne-

cessariamente scegliere in quale dei due circoli giocare (non è più ammes-sa la doppia partecipazione con il cal-colo del miglior risultato).L’importante per tutti è non lasciarsi sfuggire l’opportunità di aggiudicarsi i primi punti pesanti della stagione, perché partire con il piede giusto è prerogativa indispensabile per difen-dersi dagli attacchi dei nuovi fighters che ogni giorno allargano la grande fa-miglia Fit-Tpra grazie al coinvolgimen-to di sempre nuovi circoli e amatori. La corsa verso il Master AWT si fa da subito caldissima.

Da Nord a Sud: dove si gioca Le iscrizioni sono ancora aperte e il numero di partecipanti sta via via crescendo. In Campania si sono attivati tornei nelle province di Napoli, Benevento, Avellino, Caserta e Salerno. Nel Lazio si giocherà a Latina, Viterbo e Roma. In Liguria coinvolte Genova, La Spezia, Imperia e Savona. La Lombardia schiera tornei tra Monza e Brianza, Mi-lano, Bergamo, Como e Cremona. In Piemonte si può scegliere tra Torino, Alessandria, Asti, Cuneo, Verbania e Novara, mentre in Puglia tra Brindisi, Bari e Taranto. In Sicilia si giocherà a Messina, Trapani, Palermo, Siracusa e Caltanissetta, in Umbria tra Pe-rugia e Terni. Infine in Veneto tornei pronti a Verona e Vicenza, in Emilia Romagna a Bologna e a Ferrara, in Calabria a Vibo Valentia e Cosenza, in Toscana a Lido di Cama-iore, in Friuli Venezia Giulia a Udine. Per quanto riguarda Marche, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Trentino Alto Adige i tornei sono ancora in via di definizione.

racchette e dintorni

Dunlop prende tuttoChe fosse la nuova palla ufficiale dell’Australian Open si sapeva. Ma ora è arrivato l’annuncio della partnership pluriennale con l’Atp Tour. “Assicurateai giocatori le migliori performance su tutte le superfici”, afferma Kermode

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DI MAURO SIMONCINI

FOTO GETTY IMAGES

Adesso è ufficiale. Il circuito Atp e Dunlop hanno annun-ciato mercoledì 9 gennaio un legame quinquennale che

vedrà la pallina più popolare e utiliz-zata sui campi da tennis del mondo come palla ufficiale anche del circuito del tennis professionistico Atp Tour e delle Nitto Atp Finals.Nello specifico Dunlop sarà anche partner (Silver) sia di Atp sia delle Finals; di quelle NextGen Dunlop è stata già partner a Milano nel 2018. Un passo storico e fondamentale che mette nero su bianco le ambi-zioni del nuovo corso Dunlop ‘ma-de in Japan’. Il marchio infatti, da aprile 2017, fa parte di SRI, Sumitomo Rubber In-dustries, colosso giapponese nato nel 1909 a Kobe, 37000 dipendenti e 8 miliardi di fatturato, specialisti di pneumatici e altri prodotti a base di gomma. Non a caso produceva le palline inglesi di qualitá da decen-ni. Acquisita Dunlop, Sumitomo ha subito schiacciato sull’acceleratore, prima subentrando a Wilson come palla ufficiale degli Australian Open (il contratto che parte dal 2019 è quinquennale), poi puntando diret-tamente a tutto il mondo Atp.

“Riconosciuto l’impegno”Proprio su questo accordo si è pro-nunciato Masahiro Asahino, Head of Racket Sports for Sumitomo: “Questo è un momento molto im-portante per il nostro brand e sia-mo contentissimi di essere palla ufficiale dell’ATP Tour e delle Nitto ATP Finals. Dunlop viene spesso de-scritta come la ‘miglior palla del cir-cuito’ ed è presente nei tornei ATP più di ogni altro brand; questa part-nership pluriennale ne è ulteriore prova e riconosce tutto il nostro im-

pegno per sviluppare la nuova palla ufficiale dell’ATP Tour e garantire ai giocatori standard qualitativi eleva-ti e grande affidabilità”.Soddisfazione anche da parte di Chris Kermode, ATP Executive Chairman & President. D’altro canto “questo nuovo accordo rappresenta la prova del continuo impegno di Dunlop nel tennis e siamo entusiasti di costrui-re questa partnership a lungo termi-ne con un brand rinomato a livello

Non solo palla ufficiale degli Australian Open: dal 2019 Dunlop è palla ufficiale dell’Atp Tour;

sotto, la nuova governance della Casa con i testimonial Kevin Anderson e Michael Chang

racchette e dintorni

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mondiale. Dunlop ha dimostrato di avere altissimi standard di qualità e ha dato grande attenzione al dettaglio nel processo di produzione e svilup-po della nuova palla ufficiale dell’ATP Tour, la quale assicura i massimi livel-li di performance per i nostri gioca-tori su tutte le superfici e in tutte le situazioni di gioco”. In effetti la pallina Dunlop ha fatto la storia di questo sport ed è leader di mercato. Non mancano le rivali, agguerritissime, che le contendono il gradimento dei consumatori. Ba-bolat, Head e Wilson ora però si do-vranno guardare anche dalle nuove ambizioni e dalla voglia di riscatto di Dunlop anche nel mondo dell’attrez-zo, dove nelle ultime stagioni aveva accumulato un po’ di ritardo.

Attenzione alle racchetteIl marchio Dunlop vuole tornare pro-tagonista con le racchette. Le nuove collezioni Dunlop Srixon CX (rossa e nera) che punta più sul controllo e Dunlop Srixon CV (nera e gialla o verde) che vira su potenza e spin sono famiglie complete e versatili, molto evolute in quanto a tecnologia anche perchè si avvalgono del know how di Srixon, marchio di Sumitomo Rubber Industries, all’avanguardia tecnologica nel mondo del golf, con un reparto Ricerca e Sviluppo di pri-missimo ordine. In più Dunlop, il cui testimonial in attività più accreditato è il sudafri-cano Kevin Anderson, brilla di luce storica se si pensa alla Dunlop Max 200G che ha accompagnato i suc-cessi di due fuoriclasse come Steffi Graf e John McEnroe. O alla Dunlop Maxply con cui per due volte Rod Laver è riuscito nel Grande Slam. Proprio l’ottantenne Rod Laver sarà ambasciatore mondiale del marchio Dunlop, un’icona intramontabile.

L’esordio di Nadal con la nuova racchetta Ecco di nuovo in campo la sua grinta: Rafael Nadal ha giocato il suo primo match ufficia-le con la nuova Babolat Pure Aero agli Open d’Australia. E lo ha vinto in tre set contro l’asutraliano James Duckworth. La nuova racchetta gialla (e nera) fiammante era stata disegnata per lui alla vigilia degli Us Open dello scorso anno ma gli infortuni che lo hanno colpito in successione hanno sempre impedito il suo ritorno in campo.Ricordiamo le caratteristiche della versione di serie del suo attrezzo: piatto corde da 100 pollici quadrati, peso a nudo di 300 grammi, bilanciamento a 32 cm dall’estremità del ma-nico, schema d’incordatura 16x19, profilo variabile tra i 23 e i 26 millimetri.Il prezzo di listino è 249, 95 euro. On-line l’abbiamo vista anche a 189,90. Nadal la fa incordare a 4 nodi (metodo classico con due spezzoni di corda) con sintetico monofila-mento Babolat RPM Blast. La tensione media è 25 kg.

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Targate Dunlop le Academydi Bollettieri e MouratoglouE insieme al passato si guarda al fu-turo: Sumitomo con Dunlop si è subi-to proposta con forza anche a livello giovanile, concludendo accordi di sponsorizzazione con la IMG Tennis

Academy di Nick Bollettieri in Florida e la Mouratoglou Academy in Fran-cia, i luoghi più profilici di nuovi ta-lenti. Che Dunlop non vuole lasciarsi scappare. Staremo a vedere. Intanto a Melbourne si sta giocando con Dun-lop. Altro che palle...

La domanda - Che cosa si può fareper vincere anche in una giornata nera?

l’esperto risponde

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Inviate via mail le vostre domande per l’espertoI nostri esperti sono pronti a rispondere alle vostre domande sui più vari argomenti riguardanti i vari aspetti del tennis. Come? Semplicissimo: scriveteci una email al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected] con i vostri quesiti, le vostre curiosità, non più solo e soltanto di natura regolamentare. Sottoporremo i vostri messaggi ai nostri esperti, settore per settore, e vi risponderemo sulle pagine di questa rubrica settimana dopo settimana.

La rispostaChissà quante volte ci siamo alzati col piede sbagliato o con delle sen-sazioni talmente negative, da pensa-re, che ci avrebbe atteso la classica giornata nera... Una situazione co-me questa capita anche agli sportivi e ai tennisti, magari appena prima di scendere in campo o proprio nel momento in cui entrano sul terreno di gioco e prendono la racchetta in mano. Ho ascoltato diverse storie simili da molti giocatori, che, non appena prendevano la racchetta in mano, sentivano l’attrezzo molto più pesante del solito e il manico addirit-tura di un numero maggiore, oppu-re cominciavano ad avvertire strane sensazioni sin dai primi palleggi di riscaldamento, come se non riusci-vano a sentire la palla. ‘Non sento la palla’: ecco un’affermazione molto ri-corrente fra i professionisti, ma non solo, e che spesso rappresenta l’anti-camera, di quella che si preannuncia una giornata negativa.Cosa si deve, o dovrebbe fare, du-rante la giornata nera o meglio du-rante il match in una giornata nera? L’aspetto fondamentale è togliersi dalla testa, che una giornata nera significhi necessariamente sconfitta. La giornata nera va, invece, affron-tata con le armi, che abbiamo a di-sposizione. Se in quel momento non possiamo sfoderare il ‘mitra’, vale a dire tutta la batteria dei nostri col-pi perché qualcosa non funziona (il diritto, il servizio o il rovescio), cer-chiamo di usare la ‘fionda’, cioè pro-viamo a giocare in modo semplice e non pretendiamo da noi stessi l’im-possibile, che in quel dato momento non siamo in grado di dare. In fon-do, la giornata nera può diventare anche una sfida molto affascinante: dare il meglio di se stessi, con quel poco di cui si dispone.Pensate, ad esempio, a quanti incon-tri avete assistito, dove un giocatore ha perso il primo set senza vincere

Risponde Umberto Longoni,psicologo specializzato nello sport,autore de “Il Tennis e l’artedi allenare la mente”

un solo gioco e ha poi magari vinto il secondo parziale faticosamente, per dominare infine la terza frazione. Molto probabilmente questo gioca-tore si trovava in una giornata nera e successivamente, a poco a poco, ha ritrovato le fila della partita, è entrato nel match e soprattutto non si è scoraggiato. Questo è davvero importante: se il primo set è andato molto male, non scoraggiatevi e non pensate di aver già perso.Vincere in una giornata di grazia è troppo facile: quasi tutti ci riescono, proprio perché ogni cosa va nel ver-so giusto. Proviamo a vincere nella giornata nera, come quei tanti pro-fessionisti che possono affermare di essere riusciti a portare a case di-verse partite nelle quali non erano al meglio. Ecco, questo deve essere

il nostro obiettivo quando siamo in campo e pensiamo che la giornata sia nera. Se ci troviamo in una giornata nera, possiamo, inoltre, provare a usare un’altra tecnica, quella di allungare il match. Quando si sta giocando male, un difetto molto ricorrente è, infat-ti, quello di aver fretta di chiudere il punto, di perdere e di andare sotto la doccia. Sbagliatissimo! Dobbiamo fa-re esattamente l’opposto: cerchiamo di prolungare la partita il più possi-bile, perché non è detto che, prima o poi, iniziamo a sentire la palla e a en-trare in partita. Un piccolo aiuto può arrivare anche dagli errori del nostro avversario, che, continuando a sba-gliare, potrebbe scoprire di essere lui in giornata nera...

(testo raccolto da Fabio Bagatella)