Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno...

11
dicembre 2009/gennaio/febbraio 2010 Gruppo Lavoro Associazioni Gonaresi inverno Far scuola in Francia Il bosco delle "Volpi" Le donne di Gonars 1945-1980 Tre mesi in Bolivia Editore: Comune di Gonars Sede: Biblioteca Comunale Gonars (UD) Anno XVI n. 57 (Anno XX n. 75)

Transcript of Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno...

Page 1: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

dice

mbr

e 20

09/g

enna

io/f

ebbr

aio

2010

Gruppo Lavoro Associazioni Gonaresi inverno

Far scuola in Francia

Il bosco delle "Volpi"

Le donne di Gonars 1945-1980

Tre mesi in Bolivia

Edit

ore

: Com

une

di G

onar

sSe

de:

Bib

liote

ca C

omun

ale

Gon

ars

(UD

) A

nn

o X

VI n

. 57

(Ann

o X

X n

. 75)

Page 2: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

le lettere

3

S O M M A R I O

Gruppo Lavoro Associazioni Gonaresi

Italia-Francia: differenze sostanziali tra i due sistemi educativi

8-9

4-5

Un omaggio speciale alla generazione di donne che contribuì in maniera determinante alla creazione di un nuovo paese

Editore: Comune di Gonars

Direttore responsabile: Mario Boemo

Responsabile: Angela Plasenzotti

Sede presso la Biblioteca Comunale

Alle riunioni della redazione del GLAG vengono invitati tutti i rappresentanti delle associazioni e comitati, enti pubblici e privati, fondazioni ed istituzioni gonaresi. Alla stesura del presente numero, oltre i firmatari degli articoli, hanno collaborato:

Emanuele Baggio (Comune),

Renato Blasini (Amîs di vie Rome),

Maria Antonietta Cester Toso,

Iva Cocetta (Gruppo Donne),

Lauro Cocetta (ACLI),

Mariella Malisan,

Rita Malisan (Parrocchia di Gonars, Scuola Primaria),

Giovanni Marcolini,

Paola Baggio,

Luciana Marson (Il Salotto),

Laura Minin (MuNuS),

Elisetta Moretti,

Angela Plasenzotti (Ass. Naluggi, Le Zebre),

Paola Ronutti (Ass. Cult. Ricreativa Fauglis),

Silvia Sattolo,

Daniela Savolet (MuNuS),

Emanuele Stellin (Chei simpri chei),

Giuseppina Stocco (Scuola secondaria di 1° grado di Gonars),

Dino Tondon (Temolo Club).

Aut. Trib. di Udine reg. dei giornali e pe-riodici 11/96 del 21.05.96

Progetto grafico: Silvia Sattolo, Gonars

Stampa: Graphic Studio, Gonars

Ogni autore scrive senza compenso, sotto la propria personale responsabilità.

inverno

Vi ricordiamo che potete consultare il GLAG anche su Internet al sito www.comune.gonars.ud.it

3 Le lettere

4-5 Far scuola in Francia

6-7 Insieme ce la possiamo fare

7 Il bosco delle "Volpi"

8-9 Le donne di Gonars 1945-1980

9 L’angolo della lirica 10-11 Il Calendario

Amîs di Vie Rome

12-13 Tre mesi in Bolivia

40° anniversario di fondazione del gruppo ANA di Fauglis

14-15 Quelli formidabili... e i nostri 60 anni

15 I vitelloni degli anni '50

16-17 I ragazzi della classe 1991

17 Pioggia di diamanti a Gonars

18-19 Il Comune informa

20 Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti

14-15La Regione Friuli Venezia Giulia, Dire-zione centrale istruzione, cultura, sport e pace, Servizio identità linguistiche e corregionali all’estero concorre al fi-nanziamento per la spedizione all’este-ro del periodico GLAG per i cittadini iscritti all’A.I.R.E.

La classe del '49 nel ricordo dei suoi anni migliori

Spett.le Redazione del GlagBiblioteca ComunaleVia E. De Amicis 33050 Gonars (UD) - Italiae-mail: [email protected]

Carissimi,Prima di tutto vi assicuro sulla mia salute. Ho avuto un settembre un po’ movimentato: fuori e dentro all’ospedale, ma tutto si è concluso bene. Ringraziamo il Signore! Attualmente, sono quasi completamente ristabilito. Più che di me, però, mi interessa parlarvi del grave terremoto di Padang.Certamente tutti siete al corrente dei disastri, morte e distruzione, provocati dal terremoto del 30 settembre scorso a Padang. Attualmente, io lavoro a Yogya che dista quasi duemila km da Padang, ma come sapete per oltre

vent’anni ho lavorato a Padang e quindi parte di me stesso è ancora là: è come se il terremoto mi avesse toccato personalmente! Io ho mandato anche a Gonars la lettera che il vescovo ha inviato a benefattori ed amici, sia in Indonesia come all’estero, dove cerca di descrivere la situazione a due giorni dell’accaduto. Premetto che, al momento del terremoto, il Vescovo era a Medan per una riunione importante. Ha potuto rientrare a Padang soltanto il giorno due ottobre, perchè

l’aeroporto è rimasto chiuso per due giorni. Fortunatamente, padri e suore sono tutti salvi, ma praticamente le opere costruite in oltre cent’anni sono o rase al suolo o irreparabili. Solo qualcuna si è salvata pur dovendo fare delle riparazioni. Dal punto di vista economico per il momento è difficile valutare i danni, ma è certo che sono immensi. Se qualcuno vorrà mandare qualche aiuto potrà farlo servendosi del contocorrente della procura di Parma, specificando che sono per il P. Rodolfo Ciroi, per aiutare i terremotati. Le offerte arriveranno direttamente a Padang. Io vi ringrazio in anticipo, con la certezza che il Signore non mancherà di ricompensarvi con la sua grazia.

Padre Rodolfo Ciroi

L E L E T T E R E

La Redazione e i collaboratori

di GLAG sono lieti di formulare

fin d’ora a tutti lettori,

in special modo ai neoresidenti

a Gonars e a coloro che, pur vivendo

lontani, amano sentirsi ancora

“gente di Gonars”:

Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

“Ti rendo grazie Signore con tutto il cuore” (salmo 137).

Faccio mia questa preghiera di lode e ringraziamento al Signore per il dono che mi ha elargito di poterlo amare e servire anche in questa cara Comunità cristiana di Gonars e più specificamente nella bellissima fami-glia della Scuola dell’Infanzia “San Giovanni Bosco”. A tutti, a ciascuno di voi il mio saluto, la mia stima e profonda riconoscenza per avermi accolta con affetto e cordialità. Un particolare saluto lo rivolgo al Parroco Don Massimiliano augurandogli una efficace ripresa della sua salute.

La mia presenza nella Scuola dell’In-fanzia S. G. Bosco rientra nella scia delle Sorelle “Adoratrici” che mi hanno preceduta e si affianca a quella del Comitato di gestione, del Collegio docenti, dei volontari e di tutto il personale che ruota all’interno della stessa Scuola, non meno dei carissimi genitori tutti, insieme, in una fattiva collaborazione a favore dei bambini e di un loro positivo futuro. Una siner-

gia questa, che nel nostro ambiente si respira.

Devo dire che, da subito, mi sono sentita in famiglia, mi sono sentita “a casa”.

Le maestre sono molto brave, com-petenti nel campo educativo-didattico e, soprattutto, impegnate nel perse-guire il bene dei bimbi e delle loro famiglie, che servono con dedizione e amore. C’è intesa ed armonia fra loro e anche con me coordinatrice e que-sto mi dà tanta gioia, perché quando il Collegio docenti è sostenuto da una reciproca relazione di amicizia e punta sugli stessi valori umano-cristia-ni, diventa veramente una “forza”, un’energia di verità e d’amore che si

immette nei bimbi e nelle loro fami-glie e che si riflette nella società in cui viviamo.

Il clima sereno che vive tutta la Comunità educante è un dono che dà qualità alla Scuola Materna Parrocchiale gonarese, ed in questo “clima” io mi trovo bene.

Allora siano rese grazie al Signore, perché “tutto è grazia”.Con stima ed affetto nell’attesa di conoscervi sempre meglio.

Suor Raffaella Raimondi

Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco” fino all’anno scolastico 2008, ha pronunciato la sua Professione Perpetua nella comunità delle Suore Adoratrici il 1 novembre a Mi-sano Gera d’Adda, attorniata anche dagli amici di Gonars e Palmanova

che non hanno voluto mancare alla sua festa.

Ci prepariamo a festeggiare il 60° an-no di fondazione della Scuola dell'in-fanzia S. Giovanni Bosco, il "nostro asi-lo". I genitori metteranno in vendita al-cune biciclette personalizzate dedicate all'evento. Per saperne di più telefona-re a Suor Raffaella: 0432 993491.

I giovani della classe 1991 si presentano ai lettori di Glag

16-17

Page 3: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

4 5

F orse non molti sanno che in Italia il personale docente di ruolo può essere destinato, con il superamento di un concorso pubblico, a prestare servizio all’estero nelle

scuole statali, straniere, paritarie o legalmente riconosciute, nei corsi di lingua e cultura italiana e nei lettorati presso uni-versità straniere.

Il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dell’Istruzione erogano finanziamenti per svolgere attività didattiche che hanno come finalità:- la promozione e diffusione della lingua e cultura italiana negli am-bienti stranieri.- il mantenimento dell’identità cultu-rale dei figli dei connazionali e dei cittadini di origine italiana, anche di seconda e terza generazione.

La rete scolastica all’estero è quindi uno strumento di politica culturale di grande efficacia che si configura spesso come un punto di riferimento nel Paese in cui opera e che produce ritorni di lunga durata in tutti i settori (culturale, politico ed economico) e non solo in quello educativo.

Io sono un’insegnante di Scuola Primaria e da tre anni in-segno Italiano come Lingua straniera in alcune scuole prima-rie statali di Chambéry in Francia per il Consolato Generale di Lione.

Ho colto questa opportunità con molto entusiasmo, alla luce di quello che rappresentava ai fini di una crescita perso-nale e professionale, pur con la consapevolezza che non sa-rebbe stato facile vivere lontano dalla mia famiglia e dall’Ita-lia. Mi affascinava l’idea di partire da sola e confrontarmi con un’altra cultura e con modi di vita e di lavoro diversi.

L’inserimento e adattamento nel nuovo sistema sociale non sono stati per me molto difficili, come forse mi aspettavo, forse per il mio approc-cio sereno e positivo alle cose e alle esperienze della vita o solo sempli-cemente perché vivevo consapevole di un espatrio temporaneo, troppo breve per mettere in discussione la mia identità nazionale. L’Italia natu-ralmente continua ad essere il mio riferimento identitario indiscusso che è diventato ancora più forte vi-

vendo in un altro Paese: mi rendo conto di essere diventata più capace nel riconoscere i pregi dell’Italia e dell’“essere ita-liano” e più attenta e sensibile ai problemi nazionali.

L’inserimento più difficile è stato quello nel nuovo sistema scolastico francese.

Per comprendere le differenze sostanziali tra le due isti-tuzioni scolastiche, a volte è sufficiente entrare in un’aula di una scuola francese, spesso spoglia e molto strutturata sia nella disposizione degli arredi sia nei pochi materiali prodotti

da insegnanti e bambini ed esposti alle pareti. In queste aule spesso regna il silenzio e l’ordine, le occasioni di comunicare oralmente, di interagire e le attività di gruppo sono molto ridotte. Si ha l’impressione che gli alunni debbano solo ascol-tare ed eseguire. Forse è l’unico modo possibile di fare scuola con un maestro unico e classi affollate fino a volte a 30 alunni

e con la presenza mol-to spesso di pluriclas-si (classi composte da alunni di età diversa e iscritti a differenti anni di corso).

Oppure basta sfo-gliare il quaderno di un alunno francese, ricco di sterili esercizi linguistici e aritmetici e assai povero di testi personali, di immagini

e di colore. Si dà largo spazio ad attività legate alla gramma-tica, all’ortografia, alla lettura e al calcolo, trascurando tutte le altre educazioni.

Le nostre aule, mediamente meno affollate, si possono de-finire “ambienti educativi di apprendimento” e sono struttu-rate in modo da permettere a bambini e insegnanti di intera-gire nelle molteplici attività orali e di gruppo. Ogni individuo è un soggetto attivo nella vita della classe e l’insegnante ha un ruolo di mediatore e di guida nella scoperta, nell’organiz-zazione e strutturazione delle proprie conoscenze e appren-dimenti. I quaderni sono curati e permettono di cogliere i percorsi didattici sviluppati in classe, sono l’espressione di una personalità, di sentimenti e di momenti di vita.

Nelle scuole francesi il tempo scuola è di 24 ore settima-nali distribuite su quattro giorni (tre ore al mattino e tre ore il pomeriggio), mentre in Italia si parte da un minimo di 24 ore e 27 ore che possono essere elevate ad un massimo di 40 nelle scuole a tempo pieno e su richiesta delle famiglie. Questo significa semplicemente che nella scuola italiana gli alunni stanno a scuola più a lungo e che c’è una maggiore at-tenzione ai tempi ed ai ritmi di apprendimento dei giovani, ai loro bisogni e ad una crescita armonica dell’intera personalità lasciando largo spazio anche ad attività creative e ludiche. C’è una maggiore attenzione nella valutazione degli allievi in relazione anche al gruppo-classe, al fine di individuare il percorso educativo più adatto ad ognuno senza perdere di vista il traguardo comune e la speranza di raggiungerlo. Signi-fica programmare un percorso che dia la possibilità di fare un cammino anche per l’alunno che parte in posizione di svan-taggio rispetto agli altri ma che, come gli altri, ha diritto di raggiungere certi traguardi essenziali alla sua formazione.

Anche per questo nella nostra scuola si dà estrema impor-tanza alla continuità educativa con gli altri ordini di scuola e con le famiglie ed è fondamentale la collaborazione tra gli insegnanti che intervengono nella stessa classe e che accom-pagnano gli allievi per tutto il percorso della scuola primaria (quando è possibile).

Nella scuola francese non esiste un team docenti che si incontra sistematicamente per la programmazione delle at-tività e per la valutazione; inoltre gli insegnanti mantengono la classe solamente per un anno scolastico e quindi gli alunni si ritrovano a cambiare ogni anno insegnante. Le valutazioni sono oggettive (mirate solo a valutare l’apprendimento e/o la memorizzazione dei contenuti) e c’è poco spazio per attività

di recupero e di sostegno. Nonostante la coscienza professionale del corpo insegnan-

te, che io riconosco pienamente, la scuola francese non riesce a ridurre le difficoltà degli alunni con problemi, provenienti spesso dalle classi sociali diseredate, difficoltà che si aggrava-no poi lungo tutto il percorso scolastico.

Diversa è anche la posizione riguardo l’integrazione degli alunni portatori di handicap. In Francia questi alunni non so-no inseriti nelle classi normali, non esiste l’insegnante di soste-gno, ma un organico di operatori sociali (psicologi, assistenti sociali, psicopedagogisti) che, pur lavorando con le scuole, appartengono ad altre amministrazioni. A questi operatori è affidato anche il compito di occuparsi dei bambini che, nelle classi numerose, non riescono a superare le proprie difficoltà di apprendimento che nel corso degli anni si sono aggravate. Questi operatori sociali lavorano in Istituti speciali o in clas-si speciali o differenziali presenti solamente in alcune scuole, dove ci sono le strutture adatte ad accogliere i bambini por-tatori di handicap.

In Italia l’integrazione scolastica di questi alunni è una scel-ta di civiltà, che molti Paesi ci invidiano per l’efficacia e per i costi molto ridotti. Nelle nostre classi l’alunno in difficoltà di apprendimento non costituisce una sorta di incidente di percorso di cui la scuola è costretta ad occuparsi, ma un sog-getto che deve partecipare attivamente alla vita della classe, in quanto è una risorsa educativa per tutti come lo è ogni alunno con la propria personalità, il proprio bagaglio di cono-scenze ed esperienze e il proprio modo di apprendere.

Quindi diventa facile comprendere come un’insegnante con una formazione italiana possa avere trovato difficoltà di inserimento e adattamento alla nuova realtà scolastica. Con il tempo mi sono creata uno spazio dove poter esercitare pia-cevolmente e in modo efficace il mio lavoro e dare una certa dignità all’insegnamento della Lingua italiana.

Ora esercito il mio lavoro in aule allestite appositamente per l’insegnamento della Lingua Italiana, dove c’é spazio per lo svolgimento di attività ludiche e di drammatizzazione. La-voro con piccoli gruppi e ciò permette a tutti di esprimersi, di essere ascoltati e di interagire liberamente. Anche se rara-mente, riesco a collaborare con gli insegnanti nella valutazio-ne degli alunni e nella stesura e nello sviluppo di Progetti del-la scuola, come progetti di gemellaggio e scambio con alcune scuole primarie di Torino dove ancora si insegna il francese.

Pensando con tristezza alle ultime riforme e ai cambiamenti in atto nella nostra scuola: maestro unico, classi affollate, tem-po scuola ridotto, scarsa attenzione verso l’allievo e valutazioni molto oggettive, riduzione degli insegnanti di sostegno per i bambini in difficoltà, mi chiedo: “Sarà questo il futuro della no-stra scuola? Diventerà come la scuola francese?”.

Carla Benedetti

Per comprendere le differenze sostanziali tra le due istituzioni scolastiche, a volte è sufficiente entrare in un’aula di una scuola

francese, spesso spoglia sia nella disposizione degli arredi sia nei pochi materiali prodotti

da insegnanti e bambini ed esposti alle pareti.

Differenze sostanziali tra i due sistemi educativi

Far scuola in Francia

Page 4: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

76

aveva più la sua bellissima e conosciu-tissima in tutto il Friuli Venezia Giulia, festa delle Pesche.

Ci sembrava che Ontagnano, comu-nità di persone squisite e disponibili, molto legate tra loro, con uno spiccato spirito di solidarietà che le caratterizza da sempre, dove tutti si conoscono e so-no sempre pronti ad aiutarsi gli uni con gli altri; nella quale il tempo si è fer-mato dal punto di vista dell’evoluzione edilizia, almeno lungo la strada princi-pale, poteva essere il teatro ideale per una festa che ci doveva riportare indie-tro nel tempo. Poteva essere l’inizio per costruire un “qualche cosa”, per “infa-rinare”, contaminare, le comunità di Ontagnano, Fauglis, Gonars, attraverso la condivisione delle iniziative messe in essere da chiunque avesse idee, purché sempre e comunque a favore della po-polazione.

Con l’incoscienza che caratterizza gli adolescenti e/o i dilettanti, considerato che la MuNuS non aveva esperienza in merito, ma con l’idea che si poteva fare, i primi giorni del mese di agosto, abbia-mo tenuto una prima riunione, invitan-

do altre associazioni presenti sul terri-torio, per condividere e capire se c’era la possibilità di organizzare una festa e testare la possibilità di poter darci una mano vicendevole per la buona riuscita. Non è stata senz’altro una riunione fa-cile, c’era bisogno di urlare, di discutere animatamente, c’era bisogno di chiarir-si e di conoscere qual era la finalità di questa iniziativa.

A volte capita che noi tutti ragionia-mo per luoghi comuni perché ci aiutano a semplificare la realtà, perché manca il tempo e la voglia di approfondire, ma, se andiamo un po’ più a fondo, essa può avere una faccia un po’ diversa e magari ci accorgiamo che le idee che ci eravamo fatti non corrispondono pro-prio al vissuto, per questo motivo c’è bisogno di abbattere quelle barriere mentali che esistono e sono fisiologi-che, ma che avvelenano le relazioni tra le persone.

Non possiamo negare di aver pen-sato di abbandonare tutto. La setti-mana seguente è stata una settimana di “passione” dove ci siamo posti mille domande su cosa, come, perché aveva-

mo sbagliato, se avevamo sbagliato. Tra mille dubbi e perplessità ci siamo in-contrati per la seconda volta e la festa comincia-va a prendere una forma, non ci sembrava vero: si parlava finalmente di co-me organizzare la festa, si faceva largo in noi un ti-mido spiraglio di possibile riuscita. Le associazioni che offrivano la loro di-sponibilità cominciavano a delinearsi in modo più chiaro, si cominciava a collaborare. Era solo ed esclusivamente questo che la MuNuS desiderava: lavorare insieme per un fi-ne comune!

Man mano che il tem-po passava, tra l’altro velocemente, la festa era diventata una realtà,

L’ idea di dar vita a questa festa risale all’anno scorso, per mo-tivi organizzativo-gestionali

abbiamo dovuto a malincuore rinun-ciarci. È rimasto dentro ogni persona del direttivo il desiderio di far sì che an-che Ontagnano avesse la sua di festa.

La nostra associazione quest’anno si è impegnata in percorsi di lavoro com-plessi come la costruzione-organizza-zione e gestione del corso per volontari sul e con il quale stiamo lavorando dal mese di marzo di quest’anno. Il rischio di dover rinunciare all’ipotesi della fe-sta a Ontagnano continuava ad essere un pensiero fisso e ci rattristava.

Forse vi chiederete il perché di que-sta nostra ostinazione a voler/dover or-ganizzare la festa a Ontagnano: la Mu-Nus è un’associazione che offre i suoi servizi su tutto il territorio del Comune di Gonars compreso Fauglis, Ontagna-no, e la Bordiga.

Nelle riunioni tenute dal direttivo sono stati raccolti e analizzati alcuni bisogni sociali presenti sul territorio, diverse persone avevano osservato che ormai da tanti anni Ontagnano non M artedì 27 Ottobre, quan-

do finalmente le avverse condizioni atmosferiche

lo hanno permesso, il gruppo dei “grandi”, che frequenta la Scuola dell’Infanzia di Fauglis, accompa-gnato dalle maestre e da un rap-presentante dell’Enalcaccia e della Riserva di caccia di Gonars, si è re-cato a visitare le paludi del Corno del nostro Comune. Complice la bel-la giornata, il gruppo delle “volpi”, così sono chiamati i bambini che hanno studiato le particolarità di questa specie, l’habitat e le sue abi-tudini, ha potuto osservare da vicino l’ambiente e il territorio dove or-mai questa specie selvatica domina incontrastata, soffermandosi sulle caratteristiche del nostro territorio, la flora e la fauna boschiva ovvero i luoghi dove la volpe usufruisce delle tane e dove normalmente trascorre le sue giornate. Scesa dall’autobus sulla strada in località “Corno”, la scolaresca si è addentrata in locali-tà “Ferêt”, ascoltando i suoni ed i

profumi della natura, osservando gli alberi, le foglie e perfino la tana del-la volpe. I bambini entusiasti hanno ascoltato i ricchi racconti e le descri-zioni colorite a loro proposte. Attra-verso il percorso guidato si è giunti nella zona denominata “Cozatis”, dove per l’occasione è stato disteso un grande telone nel bel mezzo di un prato verdeggiante e in prossimi-tà del bosco; i bambini così in modo molto ordinato hanno potuto fare una piccola merenda. L’accompagna-tore in seguito ha predisposto una curiosa coreografia con al centro la volpe ed alcuni animali imbalsamati, tipici della nostra zona, attraverso la quale ha rallegrato il nutrito gruppo narrando alcune favole sulla volpe e gli altri animali. Foto di gruppo e poi tutti a casa: sicuramente una bella esperienza che vale la pena ripetere. Sulla strada del ritorno, i bambini, su suggerimento delle maestre, hanno raccolto foglie, bacche, ramoscelli a ricordo della bella uscita in mezzo alla natura.

La 1ª Festa dei Mestieri e Antichi Sapori a Ontagnano

I bambini grandi della Scuola dell'Infanzia di Fauglis in gita

Insieme ce la possiamo fare

Il bosco delle “Volpi”

SERATE SANITARIESentiamo la necessità e l’importanza di azioni preventive e di profilassi rivolte alla popolazione. Per questo stiamo preparando delle serate di sensibilizzazione ed educazione sanitaria.• giovedì 3 dicembre 2009

Dott. Paolo Guidi, Centro dia-betologico, Ospedale Civile di Latisana, ci parlerà della prevenzione del diabete;

• in data da destinarsi prepa-reremo una serata dedicata alle malatttie reumatiche.

Laura MininMuNus Gonars

ormai mancavano pochissimi giorni al 13 settembre e l’ansia aumentava, il giorno prima aveva piovuto e si te-meva di non riuscire a portare a buon fine ciò per il quale avevamo lavorato instancabilmente.

Il giorno di sabato di buon mattino eravamo già ai nostri posti di lavoro e quando è arrivata la sera si cominciava a vedere i risultati di questo lavoro. Or-mai eravamo pronti, non ci sembrava vero, era l’inizio di una nuova esperien-za. Il giorno dopo ci siamo alzati con una bellissima giornata piena di sole era di buon auspicio, fin dalle prime ore del mattino ognuno di noi era all’ope-ra, chi vestiva a festa il proprio gazebo, chi predisponeva gli alimenti, eravamo concentratissimi, chi correva su e giù a chiedere se e cosa mancava.

Gli abitanti di Ontagnano al matti-no ci guardavano ancora perplessi. Ver-so mezzogiorno il loro atteggiamento era già cambiato, li vedevamo già più possibilisti. La sera cominciavano a cre-dere che questa poteva essere la loro festa. Noi non possiamo essere che con-tenti di questa idea, anzi ci auguriamo che il prossimo anno sia la Comunità di Ontagnano ad organizzarla e noi ci rendiamo disponibili sin da ora a dar loro una mano, a patto che ne abbiano bisogno.

La MuNuS ringrazia di cuore tutte le associazioni che hanno partecipato con il loro supporto e aiuto fattivo, ringraziamo in modo particolare per l’entusiasmo dimostrato e il sostegno emotivo, organizzativo, operativo, l'Associazione Culturale Ricreativa di Fauglis, le Androne, il Salotto, il Cir-colo Culturale di Ontagnano, il Museo della civiltà contadina di Aiello del Friuli e l’Amministrazione Comunale. Senza di voi non ce l’avremmo fatta, GRAZIE.

Roberto RonuttiRiserva di caccia di Gonars

Page 5: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

98

MARINA, ambulante di Gonars.

Q uesto mio modesto intervento non vuole essere né storico, né so-ciale, per questi aspetti vi rimando

a due belle pubblicazioni, quella di Anna Malisan sul “Ce fastu?” – LXXXI (2005) – e quella di Roberto Tirelli “…Magari zavatis, ma simpri Gonars”.

Questo mio intervento, dicevo, è so-lo la testimonianza dell’ammirazione e dell’affetto per la generazione di donne che contribuì in maniera determinante alla creazione di un nuovo paese; Tirelli, nel suo libro, riporta il giudizio di un te-stimone: “In nessun paese ho visto lavorare le donne quanto a Gonars.”

La leggenda narra che lun-go la via Postumia (secondo il Quarina) o Stradalta o più re-centemente Napoleonica, mar-ciassero le legioni romane e che a Gonars si fabbricassero i calzari per quei legionari.

Lasciando da parte la leg-genda sappiamo che a Gonars per secoli si fabbricarono “pa-puzzis”, pantofole con la suola di panno e “zoculis” – zoccoli – con la suola in legno di piop-po.

Era un lavoro che si faceva in casa e la materia prima per le “papuzzis” era data da stracci.

Erano calzature per povera gente con-fezionate da povera gente: 90 anni fa, la-vorando 15 ore, una persona poteva trarre il guadagno di una lira al giorno.

C’è tutta una generazione di donne, ormai quasi tutte morte, delle vere ma-triarche, che vorrei ricordare.

In tutte le case, anche quelle degli agri-

coltori, per arrotondare i magri prodotti della terra, si facevano, come ho scritto, “papuzzis” e le più intraprendenti le rac-coglievano casa per casa, portandole poi a Trieste e a Udine.

Ho parlato a lungo con alcune di que-ste donne, ricostruendo i loro ricordi e i ri-cordi di quelle che se ne sono già andate.

Passo una mattinata con Pina Candot-to Piani, ultraottantenne e con lei ricordo la Gonars degli anni ’40-50. Mi appaiono davanti Maria … detta la Sbrisse con il sac-co di pantofole sulla testa, Linda Lacovig,

anche lei una regina delle pantofole che raccoglieva nelle varie case e portava poi a Trieste e tante altre.

Un’altra matriarca era Luigia Franz che usciva da una famiglia che faceva gelato e dolciumi – i famosi “colaz”, le mandorle avvolte nello zucchero e girava per le fe-ste di paese, soprattutto quelle legate alle Cresime, percorrendo in triciclo o in bici-cletta tutto il Friuli: sposò un operaio, Bur-ba, ma coinvolse anche lui nel suo lavoro.

Ebbe 10 figli, la più parte ragazze – che appena erano in grado di avere una certa responsabilità e autonomia partivano di notte col triciclo e raggiungevano mete lontane – Tolmezzo, Monfalcone, perfi-no Tarvisio – con il loro carico di dolciumi, portando anche le medagliette della Cre-sima da distribuire ai ragazzi cresimanti.

Negli anni durissimi dell’occupazione tedesca – poco pane e tanta miseria – non c’era zucchero, farina poca, questa fanta-siosa donna, comprò delle damigianette di granatina e spigolando qua e là grano

e granoturco – poi macinato di nascosto – o facendo qualche fruttuoso baratto coi contadini, riuscì ad impastare e cuocere dei dolcetti che vendeva perfino ai soldati tedeschi… Imponente, un pezzo di donna, energica, astuta, con due occhietti intel-ligenti, adorata dai figli, finì i suoi giorni in serenità – le figlie sposate, i figli avviati nel suo stesso lavoro – unico rimpianto un figlio partito per l’Argentina e mai più tornato.

Giuseppina Candotto Piani continua nei suoi racconti: è lì, uscita da un ictus dal quale si è risollevata grazie alla sua forza

di volontà e al suo coraggio. Mi descrive la vita di allora: lavoro in campagna col padre, “papuzzis” a casa e le pecore da guardare fino al giorno in cui constatato – come molte altre – che con le “papuzzis” fatte in un giorno si copriva la spesa del latte e del pane … via le pecore!

Subito dopo comincia il periodo d’oro di Gonars: infatti oltre alle pantofole fatte in casa, nel nostro paese c’erano anche dei veri e propri calzolai che confezionavano

Le donne di Gonars 1945 - 1980

Maria Antonietta Cester Toso

scarpe di cuoio, mentre, magari, le mogli o le figlie continuavano a fare “papuzzis” per avere qualche lira in più.

Nel dopoguerra alcuni di questi arti-giani con molto coraggio e fiducia in se stessi, anche senza la solida piattaforma del capitale, hanno pensato di poter eri-gere l’edificio della nuova economia del paese: dobbiamo dire che questo edificio era basato sulle cambiali! E di questo i go-naresi dell’epoca erano orgogliosi.

Ma ciò di cui i nuovi industriali avreb-bero dovuto essere veramente orgogliosi erano le loro compagne: mogli, figlie, so-relle, talvolta anche le madri: attivissime, spesso la vera forza motrice del lavoro, piene di iniziativa, attente ai dipendenti, pronte a lavorare 20 ore al giorno, prima svolgendo la loro attività in qualche stan-za della casa, magari in cucina, col peri-colo dei collanti, poi nei nuovi laboratori destreggiandosi tra le macchine nuove di trinca, non facili da gestire…

Vorrei ricordarle tutte, una per una queste donne che, oltre al laboratorio ac-cudivano alla casa, ai figli e nelle ore serali – mentre gli uomini andavano a giocare a carte, etc. – preparavano ciò che occorreva il giorno dopo…

Queste donne che spesso pulivano all’alba il laboratorio, preparavano la co-lazione, mandavano a scuola i figli, lava-vano (le lavatrici erano ancora lontane… e il bucato ancora si faceva nei mastelli di legno con la cenere e la mattina si sciac-quava la biancheria nella Ledra), stiravano e via via tutto il resto!

Tra le prime avviò questa nuova atti-vità Mafalda Tondon che, con il marito Mario Masolini, cominciò proprio qui do-ve ora abito io, il lavoro: venne poi una fabbrica che per decenni ha esportato i suoi prodotti in Olanda, Belgio, Cecoslo-vacchia, Svizzera, Austria, America e infine in Germania.

Elsa Cignola anche lei uscendo dal gruppo delle “papuzzis”, da sola avviò con coraggio un’attività più impegnativa

«Vorrei ricordarle tutte, una per una queste donne che, oltre al laboratorio, accudivano alla casa, ai figli e nelle ore serali - mentre gli uomini andavano a giocare a carte, etc. - preparavano ciò che occorreva il giorno dopo…»

L'angolo della liricaCon la collaborazione della bibliote-

ca comunale Daniele Di Bert e l'Assesso-rato alla Cultura del Comune di Gonars, domenica 6 dicembre alle ore 16.30 presso la Sala Civica di Fauglis, si terrà la proiezione commentata dell'opera li-rica "Turandot" di Giacomo Puccini.

Famosa opera non solo per il melodramma stesso, ma resa popolare anche dal tenore Pavarotti con l'aria "Nessun dorma" con l'acuto finale "Vincerò". La storia è basata su un'anti-ca fiaba cinese: la princi-pessa Turandot, gelida e crudele, per lungo tempo soffocò il suo orgoglio sot-to le ceneri, condannando al supplizio i pretendenti al suo amore, se questi non fossero stati in grado di rispondere a tre enigmi da lei stessa proposti... Fino a che Calaf, figlio di Timur, re tartaro spodestato, chiese a sua volta d'affrontare la prova... e al buon fine, l'"Amore" trionfò anche nelle fiabe crudeli.

Per il giorno 26 dicembre alle ore 17.00 è previsto il concerto lirico e stru-mentale di Santo Stefano.

e riuscì a mettere in piedi una fabbrica moderna, il calzaturificio “Cigno”, seguito poi proficuamente dal figlio e chiuso pur-troppo nel 1981.

E la splendida Rosa Cignola (Rose Ma-gnine) che, sposato Giuseppe Ferro, ha accudito a figli – bravi figli – laboratorio, casa, senza un attimo di respiro. Ci ha la-sciato, col marito, abbastanza di recente, ma io conservo nel mio cuore le loro im-magini come un’affettuosa icona.

E come non ricordare i fratelli Masolini, le loro mogli, le loro figlie tra cui Daniela che, morto il padre Raimondo, continua ancora oggi con i fratelli, le cognate e una nipote l'attività, insieme a una ventina di dipendenti producendo scarpe da uomo e da donna molto trendy e, collaborando

con una ditta tedesca, porta ancora il no-me di Gonars in Europa.

E infine le due cognate Ciroi – Gisella e Zita – che sono rimaste sole nella loro casa, morto il famoso nonno Lucio – il miglior modellista di Gonars – e tutti gli uomini della famiglia, mariti e figli. Fino a poco tempo fa – ottantenni – lavoravano anco-ra in conto terzi con la figlia Luisa nella fabbrica di famiglia, luminoso esempio di concordia e di coraggio per tutta la comu-nità. Ora il lavoro è stato ripreso dal figlio di Luisa, che dopo studio ed esperienze in fabbriche venete, sta creando nel vecchio laboratorio nuovi modelli basati su inno-vazione e fantasia, ma con occhio attento al marketing e alla distribuzione.

Nel mio ricordo, commosso e parteci-pe, coinvolgo tutte le donne della genera-zione precedente – uscivano dai laboratori a mezzogiorno e alle 18, a piedi o in bici-cletta, riempiendo le strade – tutte con la “ricchezza” del doppio lavoro!

Purtroppo la corsa dell’industria a Go-nars ha cominciato a fermarsi intorno agli anni ’80. Non è mio compito, né desiderio indagarne le cause.

Nel 1962 vi erano più di 1500 addetti alla calzatura, più quelli – circa 200/250 – che lavoravano a domicilio, oggi non credo arrivino a 30.

Ma di quel periodo resta quello che è il Gonars di oggi: i laboratori occupati da altre attività, case nuo-ve anche di una certa pretesa, bei giardini ben curati, amorosamente accuditi e un discreto benessere e,

soprattutto, tanti giovani laureati: c’è più cultura, ci sono nuove diversificate indu-strie nella zona industriale appena sorta, ma anche in alcuni vecchi capannoni.

E dietro questo aspetto io vedo le schiere di donne – e, ripeto, come vorrei nominarle tutte! – che hanno contribuito col loro lavoro, la loro energia e la loro fa-tica a creare questo nuovo paese.

Giovanni Marcolini

QUI SOPRA, A SINISTRA, il calzaturificio Cigno di Elsa Cignola, 1960. A fianco, il calzaturificio dei frateli Giuseppe e Vittorio Ferro, 1958.

NOVEMBRE 1958: il calzaturificio dei frateli Giuseppe e Vittorio Ferro.

Page 6: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

1110

il calendarioInizio mesePARROCCHIA di “S. Canciano M.” GonarsIncontri di catechesi con i genitori con figli in età scolare.

5 sabatoORATORIO PARROCCHIALE GONARS “Insieme per volare”Tutti i sabati dalle ore 15.00 alle ore 17.30 presso la Casa Canonica si svolge per tutti i bambini e ragazzi l’attività di oratorio con giochi e animazioni.

A.N.A. GonarsS. Messa per gli alpini “andati avanti”, consegna delle pergamene “Alpini ses-santacinquenni”. 6 domenicaAMIS DI VIE ROMEMarcia sociale GONARS-CASTELMONTE di Km. 42. Partenza dalla sede alle ore 3.30.

PARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Ontagnano Presentazione dei Cresimandi. Nel pome-riggio canto dei Vesperi.

COMUNE DI GONARS – BIBLIOTECA DI BERTAlle ore 16.30 presso il Centro Civico di Fauglis, proiezione dell'opera "Il Trovatore" di Giacomo Puccini.

8 martedìPARROCCHIA di “S. Canciano M.” GonarsOmaggio all’ancona dell’Immacolata. Giornata della carità. Merca-tino di Natale. Presso la cripta, viene allestita una piccola esposizio-ne di lavori, realizzati da chiunque intenda prendere parte a tale iniziativa di solidarietà.

PARROCCHIA di “S. Michele A.” OntagnanoGiornata della carità. S. Messa orario festivo. Apertura “Mercatino solidale di Natale”. Presso la sala adiacente la chiesa, viene allestita un’esposizione di lavori per la raccolta fondi a sostegno dei progetto in Uganda. Tale mercatino resterà aperto per tutte le festività natalizie.

9 mercoledìPUNTO D’INCONTRO “IL SALOTTO”Serata Musicale.

12 sabatoSCUOLA DELL’INFANZIA “S. G. Bosco” Gonars Scuola aperta.

PARROCCHIA di “S. Canciano M.” GonarsRecital dei giovani della parrocchia di Campoformido in chiesa alle ore 20,30.

13 domenica PARROCCHIA di “S. Canciano M.” GonarsAlla S. Messa delle ore 11.00 presentazione dei comunicandi. Alle 15.00 canto dei Vesperi 15 martedìPARROCCHIA di “S. Giorgio M.” FauglisInizio della Novena di Natale alle ore 19.30. PARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoNovena di Natale: sarà scandita al canto del “Missus” e verrà cele-brata alle 19.00. In questi giorni la S. Messa sarà celebrata al matti-no alle 8.30. Visite agli anziani: la comunità cristiana si fa presente presso le persone del paese che non escono da casa.

19 sabatoAssociazione “LE ANDRONE” e COMUNE DI GONARS Concerto di Natale alle ore 20.45 presso la chiesa di Gonars. Prota-gonsti della serata saranno: il pianista Sebastian Di Bin, il Coro "Tite Grison" di Gonars, con la partecipazione delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria di Gonars, diretti dal m.o Cristina Stradolini.

PARROCCHIA di “S. Giorgio M.” FauglisNell’ultimo giorno dell’anno S. Messa alle ore 19.30 e Te Deum.

1 venerdìPARROCCHIA di “S. Giorgio M.” FauglisNel Capodanno 2010 SS. Messe alle ore 10.30 e alle 17.30.

PARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoGiornata della Pace: la Comunità Cristiana si ritrova rinnovando l’impegno ad essere segno e operatrice di pace.

Dal 2 al 6 PARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnano Campo scuola invernale al Avaglio, prima le medie, poi per le su-periori.

5 martedìPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoNella vigilia dell’Epifania del Signore, alle ore 15.00 e a Ontagnano l'indomani, solenne benedizione dell’acqua, sale e frutta, secondo l’antichissima tradizione della Chiesa Aquileiese.

PARROCCHIA di “S. Giorgio M.” FauglisVigilia dell’Epifania, alle ore 15.00 benedizione dell’acqua, del sale e della frutta in segno di speranza per un felice anno nel Signore.

6 mercoledìPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoEpifania del Signore. Nel pomeriggio, alle ore 14.30, avrà luogo la benedizione dei bambini, nel giorno della Santa Infanzia. Al termi-ne premiazione del concorso dei presepi.

CHEI SIMPRI CHEIFesta del Pignarûl – Nei pressi del bivio tra via M. Santo e via M. Grappa, con inizio alle ore 18.00, si svolgerà la tradizionale festa con l’accensione del Pignarûl con la presenza di un noto cantautore friulano.

ASSOCIAZIONE CULTURALE RICREATIVA FAUGLIS e A.N.A. FAU-GLISFesta del Pignarûl: alle ore 18.00 accensione del Pignarûl presso il campo sportivo di Fauglis. Seguirà il rinfresco.

10 domenicaPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoBattesimo del Signore. Alla S. Messa delle 11.00 saranno invitati tut-ti coloro che hanno celebrato il Battesimo dei figli nell’anno 2009. Battesimo comunitario.

A.N.A. GonarsPresso la sede: assemblea annuale e tesseramento.

metà mesePARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnano Incontri di catechesi con i genitori con figli in età scolare.

17 domenicaPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoFesta del Verbum Domini. Consegna del Vangelo. Nel corso dell’Eu-carestia delle 11.00, i genitori dei fanciulli di 3^ elementare riceve-ranno il testo del Vangelo.

27 mercoledìCOMUNE DI GONARSGiornata della memoria.

Fine meseAssociazione Naluggi-Uganda O.N.L.U.SAssemblea generale.

I L C A L E N D A R I O

D I C E M B R E 19 sabatoSCUOLA DELL’INFANZIA “S. G. Bosco” Gonars Festa di Natale con le famiglie.

20 domenicaPARROCCHIA di “S. Canciano M.” GonarsBenedizione delle statuine: all’Eucarestia delle ore 11.00 saranno be-nedette le statuine del “Bambino Gesù”, portate in chiesa dai bam-bini e dagli adulti. Concorso dei presepi in famiglia: chi intende par-teciparvi, comunichi il proprio nome al sacrestano. Alle 15.00 canto dei Vesperi.

UDINESE CLUB FEMMINILE “LE ZEBRE” Nel piazzale della Chiesa di Gonars, dopo la S. Messa delle ore 11.00, arriverà Babbo Natale e ci saranno doni per tutti i bambini.

A.N.A. GonarsNel piazzale della Chiesa di Gonars, gli alpini offrono vin brulè a tutta la popolazione.

22 martedìSCUOLA PRIMARIA di GonarsAlle ore 11.00 presso la chiesa di Gonars si svolgerà il tradizionale concerto di Natale.

23 mercoledì PARROCCHIA di “S. Giorgio M.” FauglisDalle ore 16.00 Confessione per adulti e giovani con la presenza di un Sacerdote di Don Orione.

PUNTO D’INCONTRO “IL SALOTTO”Serata Musicale.

24 giovedìPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoSanto Natale – La solennità sarà celebrata con la tradizionale S. Mes-sa in Nocte, alle ore 22.30 ad Ontagnano e alle 24.00 a Gonars. Le celebrazioni del giorno di Natale seguono l’orario festivo.

GRUPPO PRESEPEApertura al pubblico del Presepe dopo la S. Messa di mezzanotte e mostra presepi.

GRUPPO MARCIATORI “Amis di vie Rome”Dopo la S. Messa di mezzanotte, il gruppo offre a tutti castagne e vin brulè presso la cripta.

PARROCCHIA di “S. Giorgio M.” Fauglis 24 giovedì Vigilia del Santo Natale S. Messa Solenne ore 24.00.25 venerdì - Natale del Signore – S. Messe ore 8.00 e ore 11.00.26 sabato S. Stefano. S. Messa ore 10.30.27 domenica S. Giovanni Evangelista – S. Messa ore 10.30.

25 venerdìASS. CULTURALE RICREATIVA FAUGLIS e A.N.A FAUGLISA Fauglis dopo la S. Messa, alle ore 12.15, Babbo Natale offrirà i doni a tutti i bambini.

ASSOCIAZIONE "INSIEME" ONTAGNANOA Ontagnano dopo la S. Messa delle 9.30 Babbo Natale offrirà i doni a tutti i bambini.

26 sabatoCOMUNE DI GONARSConcerto di S. Stefano presso la sala Teatrale di Fauglis alle ore 17.00. 27 domenicaPARROCCHIA di “S. Canciano M.” GonarsFesta della Sacra famiglia. Consegna del pane benedetto, benedi-zione delle tovaglie. Si invitano particolarmente gli sposi cristiani della parrocchia (soprattutto quelli che ricordano anniversari quin-quennali.

30 mercoledìPARROCCHIA di “S. Canciano M.” GonarsSanta Messa per i defunti del 2009. 31 giovedìPARROCCHIA di “S. Canciano M.” GonarsSolenne Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso.

2 martedìPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoFesta delle Luci – Nel giorno della “Presentazione di Gesù al Tem-pio”, benedizione e processione dei bambini delle elementari con le candele, per ricordare l’ingresso di Gesù nel mondo.

7 domenicaPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoGiornata per la Vita. Alla S. Messa delle 11.00, invito a tutte le Asso-ciazioni di Volontariato che operano a servizio della persona.

3 mercoledìPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoMemoria di San Biagio. Eucarestia, che terminerà con la benedizio-ne della gola.

10 mercoledìCOMUNE DI GONARSGiornata del ricordo.

13-14 sabato-domenicaSCUOLA DELL’INFANZIA “S. G. Bosco” GonarsFesta di Carnevale: teatro dei genitori.

Data da destinareCONSULTA ANZIANIFesta di Carnevale, presso la palestra.

17 mercoledìPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnano Nel corso della S. Messa imposizione delle Sacre ceneri, segno peni-tenziale con cui inizia il tempo di Quaresima.

19 venerdìPARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnanoS. Messa al mattino per dare spazio alla meditazione della Via Cru-cis serale.

fine mesePARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Onta-gnano Incontri di catechesi con i genitori con figli in età scolare.

F E B B R A I O

G E N N A I O

DicembreDOMENICA 6 - Staranzano - Marcia degli alberoni - km 6-13-18 - partenza dalla sede alle ore 7.45.Colle di Pinzano (PN) - Sgam-bettata ator di cuel - km 6-12-16 - partenza dalla sede alle ore 7.45.MARTEDÌ 8 - Cervignano del Friuli - Dicembrina Cervignanese - km 6-12-18 partenza dalla sede alle ore 8.00.DOMENICA 13 - Piovega di Gemona - Cjaminade di S. Lussie - km 7-14-21- partenza dalla sede alle ore 8.00.

Gennaio 2010MERCOLEDÌ 6 - Campolon-ghetto di Bagnaria Arsa - Mar-cia dei magi - km 8-15 - partenza dalla sede alle ore 8.00.DOMENICA 10 - Cervignano del Friuli - Passeggiata del 3°

Millennio - km 8-14 - partenza dalla sede ore 8.00. DOMENICA 17 - Ruda - Marcia della solidarietà - km 7-12 - par-tenza dalla sede ore 8.00.DOMENICA 25 - Joannis di Aiel-lo - Marcia di S. Agnese - km 7-13 - partenza dalla sede ore 8.00.DOMENICA 31 - Martignacco - Marcia di San Blas - km 6-12-21 - partenza dalla sede ore 7.30.

Febbraio DOMENICA 14 - Plaino di Pa-gnacco - Marcia di S. Valentino - km 6-12 - partenza dalla sede ore 8.00.DOMENICA 21 - Magnano in Riviera - Camminata d‘inverno - km 6-11-17 - partenza dalla sede ore 8.00.DOMENICA 28 - Teor - Alla scoperta del fiume Stella - km 6-12-21 - partenza dalla sede ore 8.00.

Gruppo Marciatori “Amîs di Vie Rome”

A.N.A. GonarsA.N.A. GonarsS. Messa per gli alpini “andati avanti”, consegna delle pergamene “Alpini ses-santacinquenni”.

6 domenicaAMIS DI VIE ROMEAMIS DI VIE ROMEMarcia sociale GONARS-CASTELMONTE di Km. 42. Partenza dalla sede alle ore 3.30.

PARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars PARROCCHIE di “S. Canciano M.” Gonars e “S. Michele A.” Ontagnanoe “S. Michele A.” OntagnanoPresentazione dei Cresimandi. Nel pome-riggio canto dei Vesperi.

IL SALOTTOSono ripresi gli incontri del mercoledì pomeriggio dal-le ore 15.00 alle 17.00, a cura dei volontari, per chi vuol passare un paio d’ore in compagnia, facendo piccoli lavoretti manuali, divertendosi ed imparan-do. L’età non è più verde ma il cuore si.

Page 7: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

12 13

Il 12 agosto sono partita per un’esperienza di volontariato in Bolivia con la Comunità Papa

Giovanni XXIII.Quando si parte per una terra così

lontana sono tante le paure e le incer-tezze che salgono alla mente, soprat-tutto se parti sola, sapendo che ti in-contrerai con una realtà completamen-te diversa da quella a cui sei abituata: altra gente, un’altra cultura, un altro mondo.

Partivo sapendo che avrei vissuto in una casa famiglia, a Yacuiba (ma chis-sà dov'era questa piccola cittadina?) e che avrei fatto attività in un centro diurno con bambini di un quartiere piuttosto povero. Non sapevo molto di più. Non sapevo molto cosa aspettarmi, ma nel cuore sapevo che sarebbe stata un’esperienza di quelle che ti segnano per la vita.

Dopo una breve tappa a Buenos Ai-res, per un saluto ad un amico, eccomi sull’autobus diretta a Yacuiba, Bolivia.

E da lì ha inizio uno dei periodi più ricchi e forti, umanamente, della mia vita.

Vivevo in una casa famiglia in cui eravamo in 16: la “mamma” boliviana,

il “papà” italiano e tanti bambini, figli naturali, adottati, accolti, ognuno con la sua storia alle spalle. Le mattine le passavo in casa, a fare ciò che si fa in tutte le famiglie, seguire i bimbi, fare pulizie, preparare il pranzo.

I pomeriggi andavo alla Escueli-ta, un centro diurno per i bambini del quartiere di San Pedro: le attività erano soprattutto rivolte a svolgere i compiti scolastici, aiutando i bambini che molto spesso non possono essere seguiti dai genitori, perchè troppo impegnati con il lavoro o perchè analfabeti o assenti. Ma come sempre quando si tratta di bambini, si finiva la giornata giocando, cantando, ridendo.

Guardavo que-sti splendidi bam-bini, pensavo alle loro storie, alle difficoltà che tanti di loro affrontano quotidianamente, seppur così piccoli. C’era chi lavorava, a 10 anni, per paga-re le medicine alla

nonna, chi aiutava la mamma lavoran-do i fine settimana al mercato, chi non aveva mai conosciuto il suo papà. Tante erano le storie che quei bimbi si porta-vano sulle spalle, ma poche le parole di lamento; sapevano essere responsabili ma sapevano anche ridere, scherzare, farsi voler bene e far arrabbiare come tutti i bambini del mondo sanno fare.

Due mattine a settimana ho poi co-minciato a buttarmi in un’esperienza completamente nuova per me: il centro terapeutico “Renacer a la vida”. Il cen-tro si occupa di riabilitazione di ragazzi, giovani e a volte bambini, consumatori di droga, che spesso vivono in strada. È sempre forte pensare che un bambi-no dell’età di tuo fratello possa essere già in riabilitazione, o che tanti ragaz-zini più piccoli di te abbiano già visto e vissuto un mondo così duro e diverso come quello della strada e della droga. Ma quanto si impara da questo! Ripensi a quello che hai, a tutto quello che hai avuto fino ad adesso: l’amore di una fa-miglia, una casa, la possibilità di vivere una vita tranquilla. Ti scopri fortunato.

Chiara Zarcone

Bambini sorridenti, sporchi di fango, mani di uomini che lavorano la terra, pelle scottata dal sole, poca pioggia e terra secca

Tre mesi in BoliviaAssieme facevamo teatro: quanto

ci siamo divertiti, quanti sorrisi ho ri-cevuto!

Le strutture e i progetti della Comu-nità a Yacuiba sono tanti, quindi per-chè non buttarsi anche in qualche altra attività?

I giovedì sera ho iniziato ad andare al Reparto: uscivo con altri membri del-la comunità in macchina, per le vie della città, giravamo le piazze, le strade più scure, alla ricerca di coloro che sono an-cora più invisibili, di coloro che vivono in strada e forse hanno voglia o bisogno di un po’ di compagnia o semplicemente di un tè caldo. È cosi che mi sono ritrovata a chiacchierare con quelli che qui chia-miamo barboni, mangiando un panino ai bordi di una strada e ascoltando le lo-ro storie. C’era una scritta appesa al mu-ro della nostra casa famiglia che diceva “Ci sono poveri che non vengono a chie-dere di essere aiutati: quelli li dobbiamo andare a cercare noi”. E credo che que-sta frase di Don Oreste, fondatore del-la comunità Papa Giovanni XXIII, possa riassumere un po’ quello che il reparto faceva quei giovedì sera.

Il sabato poi era un altro momento bellissimo della settimana, perchè era la giornata in cui si andava al “campo”,

in campagna. Roberto, un membro della comunità, mi aveva detto “Se vuoi vedere davvero una vita in povertà vieni con me al campo”, e non me lo sono fatta ripetere due volte. Vita semplice, povera, niente elettricità, niente tele-visione, acqua calda, nessuno dei privilegi a cui siamo abi-tuati; case di fango e legno, oppure di lamiera; famiglie numerose che vivono in una sola stan-za con solo un materasso; bambini sor-ridenti sporchi di fango; mani di uomi-ni che lavorano la terra, pelle scottata dal sole; aratro con buoi; poca pioggia e terra secca.

Quando penso al “campo” tante immagini mi vengono in mente, tanti volti, tanti momenti: il canto dei pap-pagalli nel cielo al tramonto, un fuoco che scoppietta e tiene tutti attorno a sé, la felicità dei bambini alla vista di qualche caramella o di una palla. Sen-to in bocca il sapore del pane o della marmellata appena cotti sul fuoco, o l’aspro sapore dei pompelmi di cui so-no pieni gli alberi. Momento di vita ge-nuina, semplice e vera.

Mi piacerebbe poter trasmettere le

AlpînsStorie 'za scritee storie di scrivisul tucâ de coscienzeda Virtût Umane.Liiendis che si sgrisulin ancjmòpa'l Valôr consumâtsui vues dai Vîfs e dai Muarz.Onôr di vê une plumepar doprâle ogni volte ch'al ocôr.Pas firbint che nol moledi front a nissun crèt...Mâns che son fatis apuestepe' Fadie... pe' Fameèe pa' Int che spietedi sedi judade...Bràz che si slârgincome cjants di Vilotesu le Tiare Talianeorgogliôse di vêju...!Alpîns di Iêr...di Vuê...e di Simpri...!

Renzo CecottiFauglis 10-10-2009

Grande festa a Fauglis sabato 10 ottobre, per i 40 anni di attività del locale gruppo, fondato il 29 novembre 1969 da 29 Alpini in congedo.

Le manifestazioni hanno avuto inizio alle ore 17,15 con l'ammassamento ed il corteo ac-compagnato dalla Fanfara Sezionale, fino alla chiesa di Fauglis. Erano presenti alla cerimo-nia oltre 40 gruppi con i relativi gagliardetti, 5 vessilli sezionali ed i vessilli delle varie asso-ciazioni d'arma.

Dopo l'alzabandiera e la Santa Messa of-ficiata da Don Albino ed accompagnata dal coro sezionale "Ardito Desio", la cerimonia è proseguita con la deposizione delle corone al

monumento ai caduti ed al monumento degli Alpini, infine il corteo sfilando per le vie del paese, si è recato presso il campo sportivo di Fauglis dove era stato allestito un tendone ed un palco. Alla fine dei rituali discorsi e rin-graziamenti delle varie autorità intervenute, il nostro compaesano Renzo Cecotti ha recitato la poesia da lui composta, dedicata agli Alpi-ni. È seguita poi la cena offerta dal gruppo, grazie anche alla generosità di alcuni soci e degli sponsor locali, oltre all'indispensabile e sinergico aiuto dell'Associazione Culturale Ricreativa di Fauglis. La bellissima serata si è conclusa con l'estrazione della lotteria, che prevedeva numerosi premi enogastronomici.

emozioni che ho provato e che provo tuttora ripensando al mio periodo lag-giù. Mi servirebbero tante più pagine per poter descrivere tutto, per fare delle riflessioni, per dire quanto questa espe-rienza sia stata importante per me e per come sarà ora il cammino della mia vita.

Posso solo dire a tutti, ma soprattut-to ai giovani come me, di non tirarsi in-dietro di fronte alle opportunità che la vita ci mette di fronte. Non teniamo per noi la voglia di fare e di amare: tiriamola fuori e regaliamola agli altri, soprattutto a chi ne ha più bisogno.

È vero, non serve andare in Bolivia per poterlo fare, ma se si può viaggiare e soddisfare così anche l’animo irrequieto del viaggiatore… perché no?!

Partite!

40° anniversario di fondazione del gruppo ANA di Fauglis

Page 8: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

1514

'66, giovani provenienti da tutt'Italia e dal mondo, accorsero a salvare le opere d'arte minacciate dall'acqua e dal fango che invasero Firenze per le abbondanti piogge e lo straripamen-to dell'Arno. Giovani che per la loro commovente solidarietà furono so-prannominati "gli angeli del fango". C'era però anche tanta fretta di diven-tare "grandi". Sebbene la maggiore età si acquisisse a 21 anni, già a 18 si poteva avere la patente e sognare di comprarsi la Vespa, o la Lambretta, addirittura, i più fortunati, di guidare la 600.

Nel tempo libero si giocava a cal-cetto o a flipper. Il juke-box accompa-gnava i pomeriggi della domenica tra-scorsi tra la gelateria Franz (Pucinik) di via Monte Grappa e il bar Imperia. La Conca d’Oro, poi, era il ritrovo non solo nostro ma polo di attrazione di tanti giovani friulani Le canzoni di quegli anni fecero da colonna sonora ai nostri anni migliori insieme alle de-cine di gruppi musicali che spuntava-no come funghi e alle manifestazioni canore che seguivamo con passione: il “Cantagiro”, il “Festivalbar”, “Bandie-ra Gialla” solo per citarne alcune.

Gli anni ‘60 furono inoltre gli anni della minigonna e dei Beatles: aspetti che erano lo specchio di una genera-zione pronta a ribellarsi ad un mon-do che la opprimeva. Fu in questo cli-ma di cambiamento che si sviluppò il crescente bisogno degli adolescenti e dei giovani di esprimersi liberamente. Spirito che portò ai movimenti fem-ministi e alla contestazione giovanile che ben presto dilagò in tutta Europa ed in America dove nacquero i movi-menti di protesta contro la guerra del Vietnam. Grandi fermenti culturali e sociali, dunque, in cui non mancarono

avvenimenti drammatici che sconvol-sero l’opinione pubblica. Basti citare l’assassinio di J .F. Kennedy, di M. Lu-ther King, la scomparsa di Papa Gio-vanni. Anche la scienza e la tecnologia fecero passi fino allora impensabili: nel ‘67 Christian Barnard effettua il primo trapianto di cuore; nel luglio ‘69 Neil Armstrong è il primo uomo a mette-re piede sulla superficie lunare. Ma il 1969 è anche l’anno di Woodstock, il più grande mega raduno della storia rock mentre da noi si canta “Zingara” che vince il Festival di Sanremo e ci si emoziona alle canzoni di Battisti. Un momento magico per la musica, quel-la italiana in particolare, che preparò il terreno agli anni ‘70, gli anni della libertà, degli hippies e della musica pop.

Ecco, la classe del ‘49 ha voluto così

ricordare i suoi anni migliori ricono-scendo di essere appartenuta ad una generazione che ha potuto vivere, non senza sacrifici, un momento for-tunato della nostra storia in cui non dovevano mancare il coraggio, la te-nacia, ma che ha permesso con una certa serenità di mettere su famiglia e di crescere i figli.

Attualmente nel Comune siamo residenti in 77 ed oggi che siamo ai nastri di partenza dei 60 anni di età, ci accingiamo con lo stesso entusiasmo di sempre a progettare il nostro futuro di cittadini che sentono di avere anco-ra qualcosa da dare e da dire. Una rac-comandazione soprattutto indirizzata ai giovani: “Fate dello studio e della conoscenza la ricchezza più preziosa, poiché il "sapere" è una chiave in gra-do di aprire tantissime porte.

Elisetta Moretti, classe 1949

L’anno di grazia è il 1949. Ai na-stri di partenza siamo in tutto 103 nuovi nati, di cui 23 bam-

bine e 80 maschi. La guerra da poco finita ha lascia-

to dietro di sé distruzione e miseria. Gonars è tra i comuni più poveri della Bassa. Si dice che coloro che se la pas-sano meglio sono i contadini in quanto più degli altri dispongono dei prodotti della campagna, della stalla, dell’alle-vamento del maiale. Chi terra non ne ha da lavo-rare può contare quasi sempre sull’allevamen-to degli animali da cor-tile e su quanto offre la cura dell’orto. Per tanti altri resta la valigia e un destino da emigrante: Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, a volte le lontane Americhe. Tut-tavia in paese non man-ca chi campa del piccolo artigianato a conduzione familiare: il calzolaio, il falegname, il fabbro, il panettiere. Le osterie, al tempo, fun-gevano anche da negozio di generi alimentari; al banco un tajut si poteva accompagnare a qualche stuzzichino (acciughe sott’olio, polpette, gnarvuz, uova sode).

La gente conduceva una vita mo-

desta, ma aveva anche tanta voglia di sognare e a Gonars, non ci crederete, c’era la fabbrica dei sogni: il cinema. Esistevano infatti due sale cinemato-grafiche: la sala Savoia in piazza gran-de e la sala Vittoria situata nell’attuale Via Ellero dove il pubblico si commuo-veva per le storie interpretate da Ali-da Valli e Amedeo Nazzari. I film più gettonati erano i western in cui i catti-vi erano sempre gli indiani. Poi venne-

ro le serie della Roma antica e della mitolo-gia greca, quindi il ne-orealismo ed i western all’italiana. Fumare era diffusissimo. Si fumava nei locali pubblici, nelle sale cinematografiche e in questo senso anche il cinema dell’epoca fece scuola. Alla porta della chiesa era esposta la ta-bella con il giudizio sui film programmati: “per

tutti; adulti; adulti con riserva; proibi-to”. Cosa cavolo succedesse in un film “adulti con riserva” sollecitava la no-stra fantasia più creativa. Alla radio si ascoltava “Musica per voi”, la trasmis-sione di messaggi augurali messa in onda da Radio Capodistria.

In questo contesto finirono gli anni '50 ed ebbe inizio un periodo di svi-

luppo e di prosperità contrassegnato dal cosiddetto "boom". I primi segnali della ripresa economica posero innan-zitutto fine al fenomeno dell'emigra-zione. Ora il lavoro c'era, ce n'era per tutti e nel nostro comune comincia-vano a nascere e svilupparsi decine di fabbriche che ogni giorno sfornavano centinaia di paia di calzature. Anche le donne, che per via della famiglia, non andavano in fabbrica, lavoravano in casa cucendo (gasiâ) pedulis o a ma-stizâ scjapins, oppure facendo crosete di mocassins, oltre naturalmente a tirâ sot le intramontabili zavatis.

Per dare una risposta a questa svolta commerciale e imprenditoriale anche la scuola intervenne con l’istitu-zione di un corso professionale trien-nale: nasce a Gonars la Scuola di Av-viamento Commerciale a cui per primi si iscrivono una quarantina di noi e alcuni ragazzi dei paesi vicini. Così il paese comincia a crescere anche cul-turalmente. Intanto la televisione ac-compagnava i nostri pomeriggi con i telefilm di Rin Tin Tin o con Angelo Lombardi, mitico amico degli anima-li. Chi non ricorda il suo aiutante An-dalù? E “Carosello”? Certamente era cominciata una stagione di benessere, di una positività maggiore, di sogno, di stupore e tanta voglia di fare. Me-rita ricordare come, nel novembre del

Quelli formidabili... e i nostri 60 anni

NELLA PAGINA A FIANCO, matrimonio di Bruno Roberto (Sici) e Daniela Sedran, entrambi del 1949, assieme ad alcuni amici della classe;a destra, Lignano 1964: Alcide Ioan, Enzo Del Mestre, Giuseppe Boaro, tutti della classe del 1949; sotto, Paolo Ferro sulla Vespa del maestro presso le scuole elementari.Qui a fianco, 31 maggio 1956, la prima comunione nel giorno del Corpus Domini.

I VITELLONI DEGLI ANNI '50

Nella foto, di proprietà di Aldo Del Frate residente a Klagenfurt, da sinistra: Luigi Lacovig (Bisiac), Girolamo Fabello (Pomis), Bruno Turolo (Baga), Tiberio Moretti (Caraco), Enzo Ferigutti (Picj), Aldo Del Frate (Albin).

Page 9: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

1716

Testo raccolto da Iva Cocetta Suerz

I giovani della clas-se 1991 si presentano ai lettori di G.L.A.G., delegando alcuni amici ad una conver-sazione su argomenti sorti spontaneamen-te durante l’incontro. Sono: Margherita Piu, Mietta Prez, France-sco Cocetta, Davide Cappai, Federico Ma-tellon e Giulio Me-non, tutti studenti nelle scuole superiori di Udine e Cervigna-no del Friuli.

Esordiscono con un confronto gene-razionale tra la loro fascia di età e quella dei preadolescen-ti e successive annate ed affermano: ”Siamo spettatori di una generazione il cui comportamento personale e socia-le non era concepibile per noi sei anni fa. Attraverso il ruolo di animatori che alcuni di noi svolgono, abbiamo nota-to che è venuto meno il rispetto per chi si assume responsabilità, non hanno un’educazione di base che li aiuti nella socializzazione. Vi è una anticipazione dei tempi di approccio sessuale che sta cambiando i rapporti maschio/femmi-na”.

Domanda: “Perché il vostro discorso parte dal marcare la differenza tra la vostra generazione e quella che vi se-gue?”.

Francesco: ”Perché ci siamo accorti che dopo di noi si è verificato un punto di rottura nei comportamenti sociali ed interpersonali. Non capiamo cosa può essere successo, forse è cambiato qual-che cosa nelle famiglie, nel rapporto genitori/figli. Questa riflessione serve a definire anche noi stessi e quello che siamo”.

L’efficacia educativa della famiglia e l’autorevolezza dei genitori con i propri figli diventano un argomento sul quale confrontano i loro punti di vista e ne esce una affermazione condivisa. “La nostra annata può affermare che, nella

generalità dei casi, ha avuto il privilegio di avere dei genitori che hanno gestito il loro ruolo, dando esempi concreti più che divieti, senza diventare “amici dei figli”. Infatti, per queste nuove genera-zioni, vediamo mancare quel punto di riferimento che è la famiglia, che per noi è invece stato, e continua ad esse-re, luogo di trasmissione di valori. Forse tutto ciò trova una causa nella caduta della famiglia come istituzione, e con essa la mancanza di unità e di spirito di sacrificio fondamentali per i rap-porti stabili e duraturi”. Ed integrano reciprocamente il loro ragionamento continuando: ”E’ a causa di ciò che la preparazione di un figlio all’entrata in società non è più così naturale e spon-tanea da parte delle famiglie, le quali spesso scaricano le proprie responsa-bilità su educatori esterni”. A questo proposito guardano positivamente al rinnovato peso che il “voto in condot-ta” ha acquisito.

Mietta (e tutti concordano con lei): ”Il voto in condotta è un passo avanti verso la responsabilizzazione dello stu-dente”.

Federico: ”Nel caso di un voto in condotta negativo, questo dovrebbe essere accompagnato da prescrizioni pratiche di correzione personale e dal riconoscimento dell’impegno dello stu-

dente del miglioramento fosse sia riu-scito ad ottenere”.

Tutti insieme questi giovani auspica-no che vengano valorizzati i comporta-menti positivi.

Domanda: “Come sono i rapporti e la comunicazione tra di voi?”.

Francesco: ”Tra maschi lo sport è l’argomento principe e poi parliamo di ragazze, e di quelle “immagine” che fanno tendenza alla TV”.

Mietta: ”Guardiamo la TV con criti-cità ma l’immagine di tendenza lascia il segno”.

Margherita: ”E’ innegabile che l’im-magine in genere determina una sorta di pregiudizio nelle persone, ma, secon-do me, questo pregiudizio è dettato dal fatto che l’abbigliamento, anche tra di noi, rivela la mentalità di fondo che lo determina in una persona. Ci riserviamo, in un secondo momento della comuni-cazione di andare oltre e scoprire com’è realmente una persona verificando o meno le nostre prime impressioni”.

Federico: ”Il pregiudizio esiste anche in noi, e chiede tempo perché possa es-sere superato, ma noi crediamo di avere la capacità di andare oltre e cogliere le qualità meno appariscenti della perso-na”.

Sono consapevoli che la società è pervasa da una sorta di frenesia del ses-

I ragazzi della classe 1991

so troppo facile, troppo veloce. La ten-denza tra i giovani è lo sbandieramento della capacità di attrazione sessuale, co-me avessero bisogno di dimostrare qual-cosa per non restare fuori dal gruppo.

Precisano che, per loro presenti all’incontro, la dimensione sessuale de-ve essere intima e personale, deve far parte dei valori umani più importanti.

Sviluppano poi una valutazione del

percorso di crescita fatto finora e tutti concordano che “... crescere a Gonars e nei nostri paesi friulani in genere, è una fortuna per la formazione e cre-scita personale”. Qualcuno di loro è pronto a sperimentare l’autonomia fuori dal paese per motivi di studio e di lavoro, ma nessuno di loro sente l’urgenza di evadere. A turno indica-no i vantaggi di una vita serena a Go-nars: ”... non manca niente, c’è tutto per quanto riguarda i servizi. Crescere in paese fa apprezzare il “piccolo”, la salubrità dell’ambiente, il contatto con la natura e con le persone; fa speri-mentare la circolarità sociale di aiuto, il gusto di crescere in mezzo ad asso-ciazionismo e volontariato in cui agire con gradualità e gratuità, senza aspet-tarsi qualcosa in cambio. Ci sentiamo immersi in un intreccio di messaggi e chiamate che rendono naturale la par-tecipazione per chi lo desidera ...”

C’è da notare che questi ragazzi so-no tra i più impegnati nelle attività del-la Parrocchia ed i coetanei si dedicano all’attività sportiva, attività musicale, alcuni lavorano.

Le riflessioni sulla qualità della vita a Gonars, porta la conversazione sui temi etici.

Francesco: ”A mio parere, a volte in

noi giovani, argomenti come eutanasia, gravidanza e aborto, suscitano consa-pevole paura e non parlarne aiuta ad esorcizzarli”. Pensiero condiviso è che la gente manchi di conoscenza e di ap-profondimento nelle grandi questioni etiche.

Margherita: ”Io ritengo necessario che lo Stato debba produrre leggi che determinino i limiti ed i valori irrinuncia-bili, come linee guida per i cittadini”.

Affermano che, per quanto riguarda la loro generazione, non c’è a tal propo-sito una opinione di tendenza. Credono che l’esperienza personale potrebbe de-terminare un’opinione in merito.

Con determinazione ciascuno di loro crede che le posizioni debbano essere personali, formate dopo adeguata in-formazione e confronto di opinioni.

Margherita: ”Mi è capitato a scuola di trovarmi da sola a sostenere le mie ragioni di fondo nel caso Englaro, il re-sto della classe era uniformata su una opinione contraria”.

Concludono l’incontro definendosi “… con sufficiente senso critico per fare scelte coerenti con i valori in cui sono cresciuti ...”.

Ringraziano la comunità per l’aiuto ricevuto nel raggiungimento di questa prima tappa nella vita.

I 37 ragazzi della classe 1991

Artur AlmakaevFabio BaccinoPaola Boaro Davide CappaiJennifer CarboneDaniele CiroiFrancesco CocettaMassimo De LucaThomas De NardoAndrea Del FrateEmanuele De PaolisMarco Di BertFrancesca Di LucaLorenzo Di Sopra Alessandro DriussiPatrizia Franz Stefania GaiardoAlessandro Lacovig Elisa Macoratti

Mirko MalisanMatteo MarcattiMatteo MartellossiSimone Masolini Federico MatellonGiulio MenonMartina MorettiMonica MossentaJessica OdoricoMargherita PiuMietta PrezSara SimoncelloGaia TavarsAlice TavernaFabio TribosChiara VicedominiAndrea VolpiCristina Zanin

Domenica 27 settembre si è verificato un fatto davvero notevole: diamanti, e tanti così, non si erano mai visti Gonars.

Non sono caduti dal cielo come la manna di Mosè, ne sono cresciuti negli orti del nostro Comune, ma dieci persone straordinarie se li sono cresciuti pian piano nella loro famiglia.

Cosa è successo allora, direte voi? Ve lo spiego subito. Le dieci persone speciali sono cinque coppie di sposi che hanno festeggiato, con la santa messa comunitaria, 60 anni di matrimonio, nozze di diamante appunto e, contando un diamante all’anno per ciascuno di loro capirete perché sono tanti! Come avranno fatto a far durare così a lungo il loro matrimonio, un esempio con la “e” supermaiuscola per tutte le giovani coppie che fanno fatica a raggiungere anche

un anniversario minore? Ma allora, i nostri amici hanno scoperto il segreto della felicità? Ero così curiosa che sono andata a chiederlo a loro di persona e mi hanno risposto così.Bruna e Gino: “E’ una vera fortuna rimanere insieme tanti

anni. L’importante è parlarsi sempre, non tenersi il muso quando ci si arrabbia, meglio spiegarsi subito”.Maria e Vittorio: “Mai perdere il rispetto del coniuge, poiché poi è difficile recuperare. Per riuscire a sopportarsi bisogna avere tanta pazienza”.

Vittoria e Bruno: dice Bruno “Quando Vittoria e busine io sto zitto! Lei di rimando dice di portare tanta pazienza. D’altronde quando si sono passate tante cose assieme è fondamentale cedere un po’ per uno”.Ida e Silvano: “Siamo andati sempre d’accordo, sin da quando ci siamo conosciuti a 15 anni. Da allora andiamo sempre avanti insieme nella buona e nella cattiva sorte”.Irma e Gino: “Dopo aver formato la famiglia e aver messo al mondo cinque figli, abbiamo lottato per andare avanti anche con le difficoltà ma sempre insieme. Soprattutto abbiamo adoperato il cuore”.

A queste persone straordinarie va il nostro più sincero augurio di continuare il cammino insieme finché il buon Dio vorrà, che è anche l’augurio che si fanno loro stessi.

Pioggia di diamanti a Gonars

Luciana MarsonIL SALOTTO RACCONTA

Page 10: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

1918

informail ComuneI L C O M U N E I N F O R M A

A cura dell’Amministrazione Comunale

Il nostro Paese, non poteva impegnarsi in una opera di revi-sionismo storico negli anni del dopoguerra. Troppi lutti, troppa compartecipazione emotiva, troppe tragedie impedivano una valutazione per quanto possibile oggettiva degli avvenimenti del periodo bellico.

Oggi ed in un futuro prossimo nel contesto di un'unica gran-de Casa Comune Europea, con l'allontanarsi del periodo storico considerato, con l'affievolirsi delle passioni, non della memoria, con la scomparsa progressiva ed inesorabile della ideologia as-solutistica, e soprattutto con la mai tanto auspicata riconside-razione degli avvenimenti di quegli anni, senza pregiudizi e ri-verenze nei confronti di nessuno, forse si potrà arrivare ad una memoria condivisa ed ad una riscrittura degli avvenimenti che hanno insanguinato le nostre terre che dia voce a tutti, vinti e vincitori, vittime e persecutori, dove ognuno assuma la respon-sabilità oggettiva e morale delle proprie azioni.

I fatti che oggi consideriamo ci dicono che i campi di interna-mento sono purtroppo esistiti.

116 furono i campi, dove la dignità dell'uomo e la libertà furono calpestate, ed i campi dove furono deportati i cittadini Sloveni e Croati ed in cui molti di essi trovarono la morte per fame e malattia sono stati quelli di Rab, Gonars, Visco, Monigo, Renicci, Cairo Montenotte, Colfiorito, Fraschette, Alatri.

Questi eventi deprecabili, anche se addebitabili ad una mi-noranza faziosa, sono passati sotto silenzio per anni, poi sono stati giustamente fatti conoscere a tutti i nostri concittadini, for-se anche per merito di queste nostre iniziative comuni, il Sacra-rio, il Monumento del Ricordo.

Auspichiamo quindi che anche gli avvenimenti che oltrecon-fine, durante la seconda Guerra mondiale e nel periodo imme-diatamente successivo, hanno coinvolto gli italiani, sottoponen-doli ad ingiustizie e crudeltà, possano trovare adeguata diffusio-ne e, nel rispetto della verità, si prevedano analoghi sentimenti di condanna per gli esecutori e di pietà per le vittime.

Comunque negli anni del primo dopoguerra, la misericordia della nostra gente ha voluto che i bambini delle scuole elemen-tari deponessero ogni 4 novembre un fiore sulle croci bianche delle persone qui sepolte.

Da parte di molti politici, di fede diversa e contrapposta, soprattutto di recente è stato chiesto scusa per quanto di di-sdicevole è stato compiuto durante la seconda guerra mondiale dentro e fuori dai confini nazionali.

Io che non ho avuto la sventura di vivere quegli anni, e che non sono mai stato iscritto ad alcun partito politico, mi sento co-munque in dovere di chiedere scusa per quanto l’Italia ha fatto tentando di togliere la libertà e la dignità agli altri popoli.

Spero che gli amici dei vicini paesi Sloveni e Croati, memori di questa immane tragedia e che come me amano la libertà e con-siderano la dignità dell'uomo bene supremo, apprezzino questi sinceri sentimenti, e, reciprocamente spero che analoghe scuse possano essere rivolte da parte loro nei confronti di quegli ita-liani la cui libertà e dignità sono state violate nel corso di quegli anni terribili.

Per non dimenticare ma per capire, liberamente, amichevol-mente.”

dott. Marino Del FrateSindaco di Gonars

I giorni del ricordoSi è svolta il 1° di novembre la cerimonia di commemorazio-

ne per i caduti del campo di internamento di Gonars.Come ogni anno vi è stata la deposizione delle corone nell’os-

sario, la commozione, il rimpianto e la memoria per quanto è successo 66 anni fa.

Il discorso che ho pronunciato vuole esprimere il profondo dispiacere della nostra comunità per quello che è accaduto, il forte auspicio che non si debba ripetere mai più, ma anche la speranza che ciò che di disdicevole è stato consumato nei con-fronti degli italiani da parte di altri popoli a ridosso del confine orientale possa trovare adeguata eco nei libri di storia e pietà e rammarico tra coloro che questi atti hanno compiuto.

Il monumento della memoria, segno tangibile del ricordo e del pentimento per i fatti accaduti a Gonars è stato molto ap-prezzato dalle delegazioni d’oltreconfine che, commosse e com-piaciute hanno ringraziato, per aver ridato dignità ai luoghi do-ve molti dei loro compatrioti hanno dolorosamente sofferto.

Discorso del Sindaco al Sacrario"Ricordiamo oggi a distanza di 66 anni i terribili fatti che

sono avvenuti nelle nostre terre, iniziati con la occupazione ita-liana della ex Jugoslavia in un contesto storico fortunatamente diverso da quello attuale, dove i nazionalismi prevalevano e gli estremismi di colore diverso si opponevano causando morte e distruzione in tutta Europa

In quegli anni di sonno della ragione e di oscuramento della libertà, l'occupazione dei territori ad est della Venezia Giulia com-portò la conseguente inevitabile risposta da parte dei popoli inva-si con lo svilupparsi della Resistenza e della Lotta di Liberazione.

Non possiamo però tacere che dall'una e dall’altra parte del-le fazioni in guerra vennero commessi fatti atroci ed ingiustifica-bili, che in quei tempi erano stati resi possibili dagli assolutismi improntati da una forte matrice ideologica e caratterizzati dalla risoluzione delle controversie con la violenza e con la sopraffa-zione, nell'assoluta mancanza di rispetto della libertà e dei dirit-ti degli altri.

Pur non potendo quindi mettere sullo stesso piano aggresso-ri ed aggrediti dobbiamo laicamente, libertariamente e quindi senza pregiudizi ideologici, sforzarci di analizzare quei fatti in quel contesto storico, mettendo in risalto luci ed ombre, non per giustificare comportamenti che la storia ha già condannato, ma per amore di verità.

Oltre 99.000 Euro per la sicurezza del territorio

La Giunta Regionale con delibera n. 2308 del 15 ottobre 2009 ha assegnato al Comune di Gonars, in qualità di capo-fila del Servizio Associato di Polizia Municipale, 99.370 euro per finanziare politiche per la sicurezza del territorio. Con questi fondi, da ripartire con i comuni di Bagnaria Arsa e Porpetto, l’Amministrazione Del Frate avvierà un importan-te programma di interventi a tutela del patrimonio pubbli-co, della sicurezza dei cittadini e dei loro beni.

La validità del progetto, redatto dagli uffici comunali preposti, ha permesso il finanziamento di tutte e cinque le linee di intervento oggetto della domanda.

La parte più corposa dello stanziamento regionale, pari a 40.900 euro, sarà destinata alla realizzazione di impian-ti di video sorveglianza e dei relativi collegamenti, nonché alla manutenzione e potenziamento di quelli già esistenti. Le telecamere verranno posizionate in zone sensibili quali i cimiteri e le ecopiazzole al fine di prevenire furti nelle auto-vetture e fenomeni di vandalismo. Nei comuni aderenti alla Convenzione vi sono dieci cimiteri e sette eco piazzole: si stima, quindi, un fabbisogno teorico di almeno 18 impianti. Pertanto i fondi assegnati andranno a coprire, presumibil-mente, un primo lotto, cui ne seguirà un secondo per sod-disfare tutte le esigenze. Oltre 22.000 euro saranno, poi, destinati alla creazione di una sala operativa nel Comune di Gonars, capofila del servizio di polizia locale, con la desti-nazione di alcuni spazi ad ufficio comando e sala riunioni, e l’installazione di 5 postazioni operative con monitor al pla-sma e personal computer.

Ulteriori risorse, per un ammontare di 8.190 euro, per-metteranno di dotare gli operatori di appositi strumenti di-fensivi a seguito della istituzione di alcuni servizi notturni, come peraltro previsto dall’articolo 18 della Legge Regiona-le n. 9 del 2009.

La Giunta Regionale ha disposto, inoltre, l’assegnazio-ne di 25.450 euro per il rinnovamento ed incremento delle dotazioni tecnico-strumentali, del parco veicoli con le rela-tive dotazioni. Con queste risorse si provvederà all’acquisto, attraverso lotti successivi, di due autovetture per rinnovare il parco macchine ormai obsoleto e alla realizzazione di un sistema di altoparlanti da posizionare sul territorio per av-visi di pubblica utilità.

Ultima misura finanziata (2.730 euro), è quella relativa alla prevenzione dei fenomeni di bullismo e vandalismo nelle scuole. A tal proposito è già in corso di installazione il sistema di video sorveglianza, cui andrà ad aggiungersi l’acquisto di pubblicazioni appositamente dedicate che ver-ranno fatte pervenire anche alle famiglie.

Alberto BudaiAssessore alla sicurezza

Adeguamento dell'ecopiazzola di Gonars

Con i decreti ministeriali 8/4/2008 e 13/5/2009 sono sta-ti definiti i criteri che i centri di raccolta (ecopiazzole) dei rifiuti urbani debbano possedere al fine di operare legal-mente.

Attualmente nessuna delle tre ecopiazzole (Gonars, Fau-glis ed Ontagnano) possiede tali requisiti, pertanto è neces-sario intervenire per il loro adeguamento.

Constatando che la messa a norma delle aree implica un costo non indifferente e che a Gennaio scadranno i termini per l'adeguamento, l'amministrazione ha deciso che a fron-

te di una spesa di 50.000 euro, coperta per 17.533 euro da fondi provinciali, sarà l'ecopiazzola di Gonars la prima ad essere dotata di tutti i dispositivi a norma di legge, questo considerando il fatto che l' area suddetta copre la maggiore richiesta sul territorio comunale ed è dotata di tutti i tipi di conferimento rifiuti attivati dal Comune e dal CSR.

Il progetto sugli adeguamenti in oggetto, redatto da-gli uffici tecnici del Comune, consiste nella pavimentazione dell'area in modo da renderla impermeabile, nella realizza-zione di un adeguato sistema di raccolta e "depurazione" delle acque meteoriche e loro convogliamento nella con-dotta comunale, nella realizzazione di spazi coperti per i rifiuti pericolosi (es: elettrodomestici, batterie ecc..) illumi-nazione, recinzione ecc...

Per l'esecuzione dell' adeguamento sarà necessario chiu-dere l' ecopiazzola per il periodo indispensabile (dicembre-gennaio) dirottando gli utenti sulle altre due.

Emanuele BaggioAssessore all'ambiente

Cinema d'invernoGrazie ad un contributo da parte della provincia in data

21 ottobre sono stati stanziati euro 1500 per l' iniziativa de-nominata "cinema d'inverno". Verranno quindi organizza-te nel mese di dicembre due serate dedicate alla proiezione di film rivolti a bambini e adulti. I titoli e le date, in via di definizione, verranno esposti presso le bacheche comunali e presso la bacheca della biblioteca.

Emanuele BaggioAssessore alla cultura

In biblioteca per ascoltare fiabe, storie e altro…

In occasione della settimana nazionale Nati per Leggere 2009, la biblioteca di Gonars dà inizio agli appuntamenti con l’ora delle storie per tutti i bambini da 3 a 8 anni. Si tratta di un’iniziativa che il Comune promuove nell’ambito del progetto nazionale “Nati per leggere”, al quale la bi-blioteca civica aderisce assieme a più di 50 biblioteche della provincia di Udine. “L’ora delle storie” dà ai bimbi la possi-bilità di ascoltare leggere ad alta voce al di fuori dell'ambito familiare o di quello scolastico. La proposta della biblioteca di dedicare un'ora alla lettura risponde alla convinzione che la curiosità e l'incanto suscitato da una lettura ben interpre-tata facilitino il passaggio alla lettura individuale.Dopo la data del 18 novembre scorso con “Le avventure di Bambilla” interpretata da Fabio Scaramucci di Ortoteatro, è previsto un altro appuntamento il giorno mercoledì 16 dicembre alle ore 17.00 in biblioteca con un'animazione a sorpresa a cura di Fabio Scaramucci di Ortoteatro.

Roberta ZampaBiblioteca Di Bert - Gonars

Un medico condotto in Italia, il passato presente

Nei primi mesi del 2010 verrà presentato il libro della Dott. Monica Simeoni. Il volume, ispirato dagli studi del Dott. Amelio Simeoni ricostruisce, con una ricerca qualitati-va sul campo realizzata a Gonars, la figura del medico con-dotto che con professionalità e competenza ha operato in più di trent’anni di profonde trasformazioni sociali a favore della tutela della salute della popolazione.

Page 11: Anno XVI n. 57 inverno...Suor Mara Bianchi, che decine di giovani famiglie dei nostri paesi hanno potuto cono-scere e stimare pres-so la scuola dell’in-fanzia “S. Giovanni Bosco”

20

Oggi gli insegnanti devono educare le nuove generazioni al mondo dell’in-formatica guidando i ragazzi ad una

ricerca rapida di informazioni nel momento in cui vengono loro richieste, ma devono anche formarli alla valutazione della correttezza e attendibilità delle stesse.

È un compito arduo e non sperimentato prima, che trova nell’uso dell’informatica il punto di forza e di debolezza. Disporre degli strumenti aggiornati è fondamentale, ma che essi siano aggiornati è una loro prerogativa necessaria quanto costosa.

Per quanto sopra, l’informatica continua ad essere nella Scuola Secondaria di 1° grado di Gonars il punto di forza della didattica es-sendo riconosciuta, nell’ambito delle proget-tualità, dal corpo docente per delibera, come lo strumento che meglio accomuna le varie discipline ed il più flessibile nell’ambito della ricerca e dello studio per gli allievi.

All’inizio del nuovo anno scolastico, 2009-2010, il corpo docente ha voluto con una tar-ga dedicare il laboratorio di informatica alla figura del professore Carmelo Muscolino, ri-conoscendogli d’essere stato, per tutta la sua carriera di docente spesa alla Scuola media “T. Marzuttini” dal 1981 al 2007, il pioniere di quest’impostazione oggi così attuale. È stato lui a mettere in atto, in collaborazione con il comune di Gonars, il progetto denominato Operatore Tecnologico che da anni consente vengano garantite ai ragazzi delle ore speci-fiche di didattica in questa disciplina, che ha bisogno di una figura sua propria per gestire un contenuto in continuo rinnovamento.

La filosofia lasciata in eredità e condivisa dall’intero corpo docente è quella di muoversi sul mercato tenendosi aggiornati, ma rispar-miando all’osso, avendo la scuola risorse limi-tate e tempi d’utilizzo particolari.

Così all’inizio del 2009 con l’arrivo del colle-gamento veloce a internet wireless (dall’ingle-se senza fili) il parco macchine, che si presenta-va superato per capacità di memoria e velocità è stato rinnovato nell’hardware attraverso l’assemblaggio dei componenti interni. L’ag-giornamento del software, sistema operativo

e programmi applicativi, è stato fatto, invece, scegliendoli tra quelli rigorosamente free.

UBUNTU, questo è il nuovo sistema ope-rativo innovativo, è molto utile e facile da aggiornare senza costi, inoltre è semplice da usare nel lavoro scolastico dei ragazzi, che così si abituano ad approcci diversi e imparano a valutarli confrontandoli.

Per la visualizzazione delle pagine web, il browser (navigatore) usato è Mozilla FireFox, un web browser open source, al pari del pac-chetto ufficio Open Office.

Con il nuovo anno scolastico si è aderito al Progetto LIM (lavagna interattiva multime-diale) del Ministero della Pubblica Istruzione e

dalla Regione F.V.G. che ci vede assegnata una lavagna interattiva su una classe che può co-sì sperimentare una didattica completamente collegata alle potenzialità delle nuove tecno-logie. Gli allievi con la guida degli insegnanti hanno l’uso dei computer in laboratorio e ge-stendo i momenti didattici tutti quanti potran-no, anche, interagire con la nuova lavagna; a loro viene solo richiesto un comportamento consono e rispettoso degli strumenti come da regolamento.

I genitori possono prendere visione del re-golamento suddetto, ma anche di tutte le nor-me che garantiscono il corretto uso e il man-tenimento del materiale scolastico comune, sul sito dell’Istituto Comprensivo di Gonars. In questo spazio virtuale si possono trovare tutte le informazioni riguardo all’organizzazione e alle attività della scuola per la maggior parte riportate dagli allievi stessi.

Io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti

Responsabile laboratorio Informaticoprof.ssa Giuseppina Stocco,

allieve coinvolte classe 3^BC. C. Candotto e S. Tuan

Scuola secondaria di 1° grado di Gonars “T. Marzuttini”

Nell’aprile del 2004, Mark Shut-tleworth riunì un gruppo di pro-grammatori per creare una nuova distribuzione Linux. Il progetto com-prendeva tra i punti chiave:

ogni utente deve avere la possi-• bilità di eseguire, studiare, modi-ficare, personalizzare e distribuire il proprio sistema operativo senza dover pagare costi di licenza; ogni utente deve poter usare il • proprio sistema nella propria lin-gua; anche se • disabile l’utente deve essere in grado di operare con il

proprio computer. Ubuntu è un sistema

operativo Linux, ideato da un giovane impren-ditore sudafricano; è un sistema free cioè libero. Il nome deriva da un antico vocabolo zulu (letteral-mente: umanità) diffuso in varie parti dell’Africa meridionale. Il termine viene utilizzato nel detto “io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti”.

E’ progettata per for-nire un’interfaccia semplice, intui-tiva e allo stesso tempo completa e potente.

Il sistema operativo è dotato di una vasta gamma di applicazioni quali OpenOffice.org per creare e stampare documenti o presentazioni, un internet browser per navigare su internet e molti altri con interfacce grafiche similari a quelle dei pro-grammi distribuiti su licenza.

La distribuzione è globale, tradot-ta in quasi tutte le lingue occidentali (tra cui l’italiano), orientali e africa-ne e permette a persone con abilità diverse (per età, cultura o condizio-ne fisica) di utilizzarlo. Un’altra sua caratteristica è la resistenza ai virus ed è molto stabile, soprattutto rispet-to alla famiglia dei sistemi operati-vi Microsoft Windows. Ogni nuova versione di Ubuntu viene aggiornata ogni sei mesi. Attualmente da noi è caricata la versione Ubuntu 9.04.

(Liberamente tratto dal sito ht-tp://it.wikipedia.org/wiki/Ubuntu da G. Stellin e R. Taverna, classe 3ªA)

UBUNTU??? Se lo conosci lo usiGONARS: eSchool, eTeacher, eStudent