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Settimanale - Poste Italiane S.p.A. - sped. A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004. art. 1. c.1: C/MILANO LEGGI, LAVORO E FISCO: BRUCIARE RAMI E RAMAGLIE È REATO, MA NON PER TUTTI 29 aprile 2014 - n. 17 - Anno LV SUINICOLTURA, LA REDDITIVITÀ TIENE ZOOTECNIA MECCANIZZAZIONE EUROPA A DUE VELOCITÀ PER I TRATTORI PAC 2014-2020, NUOVI AGRICOLTORI SI DIVENTA PRIMO PIANO DOSSIER ANCHE LA GESTIONE DEI REFLUI DIVENTA SOSTENIBILE www.agricoltura24.com SPECIALE Pneumatici FILO DIRETTO CON L’ESPERTO: OK ALL’ATTIVITÀ EXTRAGRICOLA SE LIMITATA E NON PREVALENTE

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ZOOTECNIA MECCANIZZAZIONE

EUROPAA DUE VELOCITÀPER I TRATTORI

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PRIMO PIANO DOSSIER

ANCHE LA GESTIONEDEI REFLUIDIVENTA SOSTENIBILE

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Pneumatici

FILO DIRETTO CON L’ESPERTO: OK ALL’ATTIVITÀ EXTRAGRICOLA SE LIMITATA E NON PREVALENTE

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n. 17/2014 [ FLASH ] Terra e Vita 329 aprile 2014

SGRAVI FISCALIRimodulazionebase imponibileFabbricati rurali,niente Imu

S econdo il Mipaaf il decreto legge “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale - Perun’Italia coraggiosa e semplice” appena approvato dal Consiglio dei Ministri, contiene una rimodu-

lazione della base imponibile per i terreni montani e collinari e una correzione fiscale sulla produzione dienergie rinnovabili da imprese agricole.

Un importante taglio del cuneo fiscale per il settore agricolo - si legge in una nota del Mipaaf - derivadalla riduzione dell’aliquota Irap del 10%. Il decreto legge - precisa lanota - non contiene la reintroduzione dell’Imu sui fabbricati rurali auso strumentale. Restano le agevolazioni per il gasolio agricolo,l’esenzione Ires per le cooperative agricole e di piccola pesca e ilregime speciale dell’Iva per le imprese agricole. Le organizzazioniprofessionali hanno accolto con favore la notizia ma ribadiscono cheservono anche provvedimenti per favorire la crescita e uno sviluppoduraturo in considerazione di quanto il settore ha espresso sul fronteoccupazionale e dell’internazionalizzazione delle imprese.

LOTTA ALLE FRODIUe, ok al regolamentosu controllo alimenti

V ia libera del Parlamentoeuropeo al regolamento sui

controlli ufficiali nella catenaalimentare, che prevede anchela creazione di centri europei diriferimento contro lafrode alimentare.

«In questo modo,afferma l’eurodeputa-to Mario Pirillo (Pd),relatore in commissio-ne Ambiente, Sanità eSicurezza alimentaredel regolamento Uesui controlli ufficialiper la catena alimenta-re - l’Ue potrà final-mente avviare il per-corso per garantire aicittadini un cibo davvero sicuro.Un passo necessario e urgentedopo i tanti scandali di cui si èavuta notizia, tra cui quello del-le carni equine all’Ikea». La nor-mativa è stata approvata a lar-ghissima maggioranza.

«Sono tante – spiega Pirillo –le norme contenute nel provve-dimento che contribuiranno arestituire fiducia ai cittadini. Fraqueste c’è la frequenza minimadei controlli per tutti i Paesi el’esenzione dal pagamento delletariffe obbligatorie da parte del-le imprese agricole e delle microimprese».

PESCAColdiretti: «Obbligo gpsaffonda piccole barche»

«L’ obbligo dell’installa-zione di un sistema

satellitare per le piccole barcheda pesca è un adempimentoinutile e costoso, tanto più se si

pensa che ne sonoesentate imbarcazioniper il trasporto deipasseggeri o dellemerci fino a 40 voltepiù grandi».

A denunciarlo èColdiretti Impresape-sca in merito all’appli-cazione della direttivaUe in materia di sicu-rezza della navigazio-ne. In questo modo leimbarcazioni di picco-

la stazza che svolgono attività dipesca costiera, spiega Coldiretti,saranno costrette ad acquistareentro il mese di maggio apparatidi classe “A” con un costo chesupera i 2.500 euro.

MIELEUe, no a indicazione ogmImport dalla Cina +29%

N el miele in vendita nell’Uenon è necessario indicare

in etichetta la presenza di polli-ne contaminato ogm, nonostan-te il boom delle importazioni daPaesi a rischio contaminazione,come la Cina, che nel 2013 haaumentato del 29% le spedizionidiventando il secondo fornitoredell’Italia preceduta solo dal-l’Ungheria. È la Coldiretti a lan-ciare l’allarme sugli effetti del-l’ultima sessione plenaria diquesta legislatura a Strasburgodove il Parlamento europeo haadottato il testo in base al qualeil polline, essendo una compo-nente naturale specifica del mie-le, non va considerato un ingre-diente. Ne consegue, che non sa-rà necessario indicare inetichetta la presenza di ogm dalmomento che rappresenta unvalore inferiore allo 0,9% am-messo dalla legislazione Ue.L’interpretazione non rispec-chierebbe però la sentenza dellaCorte di giustizia, secondo laquale il polline è un ingredientedel miele e quindi la presenza diogm va indicata. A preoccupareè il fatto che la coltivazione di uncampo ogm è in grado di deter-minare la contaminazione delmiele con il trasporto del pollineda parte delle api.

EARTH DAYNegli ultimi 5 anni persiin Italia 70 ettari al giorno

«L’ Earth Day (22 aprile)è una giornata fonda-

mentale per rafforzare un con-fronto globale sui temi della ter-ra, dell’ambiente e dell’alimen-tazione» ha detto il ministroMaurizio Martina in occasionedella Giornata mondiale dellaTerra. «Questo giorno deve es-sere anche un momento di ri-flessione sulla tutela del territo-rio e sulla capacità produttivache avremo in futuro» ha ag-giunto ricordando che in Italia,negli ultimi 5 anni, si sono persi8 mq al secondo di terreno, paria 70 ha al giorno. «Dobbiamointervenire in fretta – ha precisa-to Martina –. Intanto ci stiamoimpegnando perché l’Italia ab-bia una legge adeguata sul con-sumo del suolo, ricordando chel’agricoltura è decisiva per la cu-ra del territorio e la prevenzionedai rischi ambientali».

*ON LINE .BIODal 24 aprile le orga-nizzazioni del biolo-gico possono utiliz-zare nei loro dominiinternet la nuovaestensione “.bio”.Tutte le informazioniper la registrazionesono riportate nel si-to internet:www.dot-bio.net.

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4 Terra e Vita [ METEO ] n. 17/201429 aprile 2014

A CURA DEL GENERALE ALFIO GIUFFRIDA

SERENO NUVOLOSO PIOGGIA NEBBIA TEMPORALI NEVE

Variabile

Piogge etemporali

Poco nuvoloso

Settimana di tempo variabile, con piogge e tempo-rali, soprattutto al nord. Al nord cielo molto nuvolo-so con piogge sparse e temporali sui rilievi, soprat-tutto su Piemonte e Liguria, ma anche sul Trivenetoe nella zona collinare dell’Emilia-Romagna. Al cen-tro e al sud, nuvolosità variabile, più intensa suToscana e Umbria, dove potranno aversi isolate pre-cipitazioni. Bel tempo sulle due isole maggiori.Temperature senza variazioni di rilievo.

LUNEDÌ 28 E MARTEDÌ 29

Piogge

Variabile

Rovesci

Sulle regioni settentrionali nuvolosità irregolare,con piogge sparse, localmente a carattere tempo-ralesco, specie nelle ore pomeridiane. Le regionipiù colpite saranno il Piemonte e la Lombardia. Alcentro e al sud, molto nuvoloso, con piogge spar-se su Toscana e Umbria e qualche temporale suirilievi. Possibilità di isolati rovesci anche sul re-sto della dorsale appenninica. Temperature inlieve ma graduale aumento, specie al sud.

MERCOLEDÌ 30 E GIOVEDÌ 1

Piogge

Variabile

Rovesci

VENERDÌ 2, SABATO 3 E DOMENICA 4

Sulle regioni del nord e del centro, nuvolositàvariabile, con possibilità di isolate precipitazio-ni, specie su Piemonte e Liguria. Qualche tempo-rale sui rilievi, nelle ore pomeridiane. Al sud, danuvoloso a molto nuvoloso, con precipitazionisparse che, sui rilievi di Lazio, Abruzzo e Campa-nia potranno essere a carattere temporalesco.Temperature stazionarie al nord, ancora in lieveaumento al sud.

VARIABILE

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6 Terra e Vita [ SOMMARIO ] n. 17/201429 aprile 2014

[ NUOVA PAC, LE MISURE PER I GIOVANI AGRICOLTORI ]PAGINA 8

[ TIENE LA REDDITIVITÀ DELLA SUINICOLTURA ]PAGINA 10

[ PRIMO PIANO ]

I VOSTRI QUESITI - Nuovi agricoltori, titoli e greening DI ANGELO FRASCARELLI PAG. 8

[ ATTUALITÀ ]

2014-2020 - Pac, le scelte degli Stati in pillole PAG. 11

ZOOTECNIA - Suinicoltura, la redditività tiene DI GIORGIO SETTI PAG. 12

OSSERVATORIO - Biologico, mercato da 50 miliardi DI ALESSANDRO MARESCA PAG. 14

- Kiwi, batteriosi sotto controllo DI CRISTIANO RICIPUTI PAG. 15

AMBIENTE - Specie alloctone, arriva la lista nera DI GIUSEPPE FUGARO PAG. 16

MERCATO - Latte Ue, il mercato sotto Osservatorio DI ALESSANDRO COLTELLI PAG. 17

RAPPORTO ISPRA - Consumo di suolo senza tregua DI GIUSEPPE FUGARO PAG. 18

MECCANIZZAZIONE - Trattori, Europa a due velocità DI FRANCESCO BARTOLOZZI PAG. 19

[ LEGGI, LAVORO E FISCO ]

FOCUS ESPROPRI - Protocolli d’intesa sconsigliabili da che sono saltati i Vam DI G. SARZI BRAGA PAG. 20

Bruciare rami e ramaglie è reato, ma non per tutti DI FRANCESCO MARIO AGNOLI PAG. 24

Filo diretto - Ok all’attività extragricola se limitata e non prevalente A CURA DI DULCINEA BIGNAMI PAG. 26

[ SPECIALE PNEUMATICI ]

Mercato, la quiete dopo la tempesta DI FRANCESCO BARTOLOZZI PAG. 34

Un treno costoso solo in apparenza DI ROBERTO GUIDOTTI PAG. 38

Modelli e misure per tutte le necessità DI FEDERICO MERCURIO PAG. 41

Mons. Ernesto Pisoni

Anno LV - Numero 17 - 29 aprile 2014www.agricoltura24.com

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Beatrice Toni

Francesco Bartolozzi, Dulcinea Bignami,Gianni Gnudi (capo redattore), Alessandro Maresca,

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SUINICOLTURA,LA REDDITIVITÀTIENE

ZOOTECNIA MECCANIZZAZIONE

EUROPAA DUE VELOCITÀPER I TRATTORI

PAC 2014-2020,NUOVI AGRICOLTORISI DIVENTA

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FILO DIRETTO CON L’ESPERTO: OK ALL’ATTIVITÀ EXTRAGRICOLA SE LIMITATA E NON PREVALENTE

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n. 17/2014 [ SOMMARIO ] Terra e Vita 729 aprile 2014

numero 17/29 aprile 2014Questo numero è stato chiuso in tipografia e spedito il 18 aprile 2014

[ DOSSIER DEIEZIONI ZOOTECNICHE ]PAGINA 44

[ SPECIALE PNEUMATICI ]PAGINA 33

[ DOSSIER DEIEZIONI ZOOTECNICHE ]

E la gestione dei reflui diventa sostenibile DI STEFANO GUERCINI, CLELIA RUMOR PAG. 44

Nitrati, la Lombardia verso una nuova mappa DI FRANCESCA BACCINO PAG. 50

[ TECNICA E TECNOLOGIA ]

PROVA IN CAMPO - John Deere S670i, la trebbia su misura per la realtà italiana DI OTTAVIO REPETTI PAG. 54

DIFESA DELLE COLTURE - Oidio, le infezioni ascosporiche DI RICCARDO BUGIANI E MASSIMO BARISELLI PAG. 57

- Imprevedibile peronospora DI FRANCESCO CORVI PAG. 58

- Olivo, controllo delle crittogame DI ARTURO CAPONERO PAG. 59

AZIENDE E PRODOTTI - Malattie in aumento, regali di un inverno caldo e piovoso PAG. 62

- “Biostimolazione” del melone, più produzione minore stress DI P.P. PASOTTI, M. PELLICONI, V. VOLPICELLI PAG. 65

[ RUBRICHE ]

METEO PAG. 4

DAL PALAZZO PAG. 17

REGIONI - Piemonte. Schedario vitivinicolo, riassegnati i primi diritti di reimpianto DI J. FONTANETO PAG. 29

VILLAGGIO RURALE - Web 2.0, bisogna esserci ma “con strategia” DI ALESSANDRA SGARBOSSA PAG. 60

INFORMAZIONI DALLE IMPRESE PAG. 68

ANNUNCI PAG. 71

[ PERISCOPIO ]

TENDENZE E MERCATI

- Prezzi dei prodotti agricoli PAG. 73

- Il borsino dell’ortofrutta biologica PAG. 77

- Cereali: trend nazionali e internazionali a confronto PAG. 78

- Prezzi dei prodotti ortofrutticoli PAG. 80

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8 Terra e Vita [ PRIMO PIANO ] n. 17/201429 aprile 2014

I VOSTRI QUESITI Chi può accedere ai titoli della Pac 2014-2020 e a quali condizioni

Nuovi agricoltori, titoli e greening

S ono un giovane di 36 an-ni e a novembre 2013 hoaperto la p. Iva agricola

per un regime d’affari inferiore a €7.000 e ho iniziato l'attività nelterreno che era di mio padre. Que-sto terreno è inferiore all’ettaro enon ha titoli.

Leggendo i vari articoli per ac-cedere alla nuova Pac, mi sonochiesto se posso presentare unadomanda di accesso ai titoli dellaRiserva nazionale come “nuovoagricoltore”. Per far questo sonodisposto ad affittare del terrenoperché mi serve almeno un ettaro.

Ma è sicuro che riesco ad ottene-re i titoli?Qual è all'incirca il va-

lore di un titolo dalla riserva?Se acquisto i titoli, devo avere

sempre il terreno dove spalmarli?Posso acquistare solo un titolo e

fare la domanda di aiuto a maggio2014? Così ho i requisiti per acce-dere ai nuovi titoli Pac 2015?

T.R.- email

Un “nuovo agricoltore”può richiedere l’assegnazionedi titoli dalla riserva naziona-le, tramite una domanda dapresentare entro il 15 maggio2014. Un “nuovo agricoltore”è colui che:- presenta domanda di accessoalla riserva, per la prima volta,nel 2014;- nei cinque anni precedenti,non ha esercitato alcuna attivi-tà agricola, né ha esercitato il

controllo su una persona giu-ridica dedita ad un'attivitàagricola.Non è consentita la richiesta dititoli all’aiuto per superficiammissibili inferiori ad un et-taro. Il lettore, quindi, devepossedere una superficie di al-meno un ettaro, per avere i re-quisiti di accesso alla riservanazionale.Il lettore chiede se è sicuro diottenere i titoli.La domanda è legittima, vistoche gli agricoltori non hannola garanzia di accoglimentodella domanda, qualora le ri-sorse finanziarie disponibilinon fossero sufficienti per sod-disfare tutte le richieste.Dal 2005 al 2013, la riserva na-zionale è riuscita a soddisfare

le richieste di tutti gli agricol-tori che possedevano i requisi-ti. Ma nel 2014, si potrebbeporre il problema, visto che siannuncia un elevato numerodi domande.Qualora le risorse finanziariedisponibili non fossero suffi-cienti a soddisfare tutte le ri-chieste di accesso alla riservanazionale, trovano applicazio-ne i criteri di priorità, stabilitidal Decreto ministeriale 13maggio 2010.Agea esaminerà le domandepresentate, accerterà la pre-senza delle condizioni di am-missibilità e redigerà una gra-duatoria, redatta applicandoquatto criteri di priorità (v.tab. 1):- età anagrafica;

TAB. 1 - CRITERI DI PRIORITÀ PER L’ACCESSO ALLA RISERVA NAZIONALE

PUNTEGGIOMASSIMO

OTTENIBILE

CRITERI DI PRIORITÀ

ANAGRAFICA TERRITORIALE PROFESSIONALE/ISTRUZIONE IMPRENDITORIAFEMMINILE

100 pt.<40 anni 55 pt.

montagna 15 pt.contribuzione previdenziale in agricoltura 25 pt.

agricoltoredonna 5 pt.

laurea specialistica o vecchio ordinamento 15 pt.

collina 10 pt. laurea 10 pt.

> 40 < 65 anni 25 pt. diploma 5 pt.pianura 5 pt.

DI ANGELO FRASCARELLI

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n. 17/2014 [ PRIMO PIANO ] Terra e Vita 929 aprile 2014

TAB. 2 - VALORE DEI TITOLI DALLA RISERVA NAZIONALE

ZONA ALTIMETRICA /HA

Italia Settentrionale pianura 395,43

Italia Settentrionale collina 213,90

Italia Settentrionale montagna 64,93

Italia Centrale pianura 293,89

Italia Centrale collina 253,16

Italia Centrale montagna 120,49

Italia Meridionale pianura 510,18

Italia Meridionale collina 362,30

Italia Meridionale montagna 230,99

Italia Insulare pianura 212,90

Italia Insulare collina 144,31

Italia Insulare montagna 114,31

Infatti, i requisiti per l’assegna-zione dei nuovi titoli sono tre:1 - essere agricoltore attivo;2 - presentare una domanda diassegnazione di titoli entro il15 maggio 2015;3 - aver presentato una do-manda di aiuto per il 2013.Il lettore non possiede il “re-quisito del 2013”. Invece, conl’accesso alla riserva naziona-le il problema è risolto. Infat-ti, l’art. 24 del Reg. Ue1307/2013 prevede quattroderoghe; una di queste dero-ghe riguarda proprio la Riser-va nazionale: gli Stati membripossono concedere titoli al-l’aiuto agli agricoltori che nonhanno ricevuto pagamenti di-retti per il 2013, se nel 2014ricevono titoli da riserva.In conclusione, con la doman-

da di accesso alla riser-va nazionale, il letto-

15 maggio 2015;- aver presentato una doman-da di aiuto per il 2013.L’agricoltore in questione hadue possibilità per risolvere il“requisito del 2013”:1 - presentare una domandaalla riserva nazionale nel 2014,se possiede i requisiti per l’ac-cesso alla riserva nazionale;2 - utilizzare la clausola con-trattuale, prevista ai sensi del-l’art. 24, par. 8 del Reg.1307/2013, che prevede la pos-sibilità da parte del proprieta-rio, in caso di vendita o affittodell’azienda, di trasferire il di-ritto a ricevere i titoli ad uno opiù agricoltori.La clausola contrattuale è atti-vabile solo in caso di vendita oaffitto di “terra e titoli” o disola terra. Non è attivabile incaso di vendita di soli titoli.L’art. 24, par. 8 del Reg.1307/2013 consente di trasfe-rire, oltre ai titoli e/o alla terra,tutti i diritti per accedere allanuova Pac, tra cui anche “re-quisito del 2013”.La dicitura da inserire nei con-tratti di vendita o affitto non èindicata nei regolamenti co-munitari, ma può essere suffi-

ciente specificare: “ilproprietario trasfe-

risce all’ac-

- criterio territoriale;- criterio professionale/istru-zione;- sesso.Il punteggio massimo otteni-bile è di 100 punti.I titoli dalla riserva nazionalesaranno assegnati fino adesaurimento delle risorse di-sponibili sulla base della gra-duatoria.Il lettore, avendo 36 anni, ot-tiene il maggior punteggionell’ambito dei criteri di prio-rità, quindi dovrebbe essereabbastanza sicuro di accederealla riserva nazionale.Il valore dei titoli della riser-va nazionale dipende dallazona in cui è ubicata l’azien-da, secondo i valori riportatiin tab. 2.In alternativa all’accesso allariserva nazionale, il lettorepuò acquistare i titoli entro il15 maggio 2014. Per ricevere ilpagamento, l’agricoltore de-ve abbinare i titoli a corri-spondenti ettari di superfi-cie ammissibile.L’acquisto di titoli consente allettore di ottenere i paga-menti della Pac nel 2014,ma non per il 2015.

re potrà acquisire i titoli nel2014 e anche i nuovi titoli dellaPac 2015-2020.

SENZA REQUISITO 2013Vendere assiemetitoli e terraSe un’azienda vende o affitta que-st’anno dei titoli a un’altra azien-da che non ha mai fatto domanda,come può acquisire il diritto adavere titoli nel 2015 oltre al fattodi fare una Riserva nazionale nel2014?Sull’articolo di TV n.10/2014 sidice che per avere il diritto ad ave-re titoli nel 2015, il requisito 2013si può acquisire, se nell’atto divendita o di affitto si inserisce unaclausola, di diritto a ricevere i ti-toli prendendo anche il requisito2013 come indicato sul Reg. Ue1307/2017 (art. 24, part.8), cheperò non parla specificatamentedi “vendita o affitto di requisito2013” ma più in generale di “tra-sferire i diritti all’aiuto”.Quale è la giusta dicitura da inse-rire nei contratti di affitto o divendita?

Il problema nasce dallamancanza del “requisito del2013”. Infatti, l’assegnazionedei nuovi titoli avverrà sullabase della domanda al 15 mag-gio 2015, ma con la sussistenzadi tre requisiti per l’assegna-zione dei nuovi titoli:- essere agricoltore attivo;- presentare una domanda diassegnazione di titoli entro il

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10 Terra e Vita [ PRIMO PIANO ] n. 17/201429 aprile 2014

quirente (o affittuario) il dirit-to a ricevere i titoli all’aiuto aisensi dell’art. 24, par. 8 delReg. 1307/2013”.

VALORE DEI TITOLIL effettodella convergenzaHo un’azienda zootecnica di 19ha di cui 10 in proprietà e 9 inaffitto, scadenza 2013.Nel 2013 ho presentato domandaper ha 19 in quanto sup. ammissi-bile, avendo quote per ha 22 perun valore totale di € 6.300.Nel 2014 ho un nuovo affitto perha 40 più 10 di proprietà con sem-pre 22 ha di quote; non è possibilela Riserva nazionale in quantonon più giovane.Volevo sapere se l’importo di €6.300 nel 2015 mi si spalma su 50ha e, se è così, si avrà una quotapari a circa 100 €/ha, questo im-porto quanto aumenterà fino al2019?Volevo sapere se il 60% di aumen-to viene calcolato dal riferimentodella media nazionale/regionale odalla quota del 2015?

L’importo dei pagamentidiretti che l’agricoltore perce-pirà negli anni 2014-2020 di-penderà dalla scelta nazionalesulla convergenza. Quasi cer-tamente l’Italia sceglierà il co-siddetto “modello irlandese”di convergenza, che prevede

un graduale passaggio dal va-lore dei titoli storici verso va-lori dei titoli futuri più omoge-nei senza, pertanto, pervenireal pagamento uniforme nel2019.In tal caso, il valore dei titolisarà fissato nel 2015, sulla basedegli importi riferiti al 2014.Il numero dei titoli assegnatisarà pari al numero di ettariammissibili indicati nella Do-manda unica al 15 maggio2015.Il valore unitario iniziale deititoli dipenderà da due fattori:- il valore storico (pagamentiricevuti o valore dei titoli dete-nuti ), riferito all’anno 2014;- il numero di ettari ammissibi-li riferiti all’anno 2015.Se il valore unitario iniziale èsuperiore alla media naziona-le, il valore dei titoli è destina-to a diminuire; se il valoreunitario iniziale è inferiore al-la media nazionale, il valoredei titoli è destinato ad au-mentare.Nel 2019, tutti i titoli dovrannoavere un valore pari ad alme-no il 60% della media naziona-le, in quanto l’Italia ha scelto leregione “unica” nazionale.Nel caso in questione, l’impor-to di € 6.300, che il lettore per-cepirà nel 2014, si spalma sui50 ettari nel 2015.Questo agricoltore avrà un va-

lore unitario iniziale nel 2015inferiore alla media nazionale;pertanto per effetto della con-vergenza, il valore dei titoli èdestinato ad aumentare dal2015 al 2019, per arrivare nel2019 a circa 170 €/ha, pari al60% della media nazionale.

NUOVA AZIENDAAcquisizione titoli 2013per trasferimentoUna nuova azienda 2014 che ac-quisisce titoli tramite un trasferi-mento da altra azienda (vendita oaffitto con terra) o da genitore perdecesso di quest’ultimo, quindinon accede alla Riserva Nazionale2014 e non ha presentato DU nel2013 , potrà presentare DU nel2015 ed accedere ai nuovi titoli?

Nel caso di vendita o affit-to, la nuova azienda può ac-quisire i titoli nel 2015 in baseall’art. 24, par. 8 del reg.1307/2013; nel contratto divendita o affitto, va messa unaclausola contrattuale che tra-sferisce il “requisito del 2013”.Nel caso di successione, nonci sono problemi, purché i ti-toli siano trasferiti per succes-sione.

TITOLI STORICI/1Riduzione massimadel 45% nel 2019Il valore dei titoli storici oppurel’importo che si incasserà nel2014, subirà una riduzione dal2015 al 2019 (metodo irlandese)che comporterà una diminuzionedel valore max del 30%?Sembra che vi sarà un’altra ridu-zione già nel 2015; è confermata?Qual è il motivo di quest’altrariduzione?

Nel 2019, la riduzionemassima del valore unitarioiniziale (calcolato nel 2015) èdel 30%.Poi occorre tener conto dellatrattenuta per il pagamentoaccoppiato (15%) e per i giova-

ni agricoltori (1%). Quindi, ladiminuzione del valore del ti-tolo, nel 2019 rispetto al 2014,sarà di circa il 45%.

TITOLI STORICI/2Spalmato il valoredei pagamenti percepitiAzienda con 10 titoli storici por-terà nel 2015 solo il valore di dettititoli (o importo incassato 2014)ma con superficie di 20 ha al15/5/2015.Il valore (ridotto) sarà spalmatosu tutti e 20 gli ettari? In questocaso come saranno assegnati inuovi titoli sui 10 ha nuovi?Se invece non saranno spalmati sututti e 20 gli ettari è esatto dire cheil valore (ridotto) sarà assegnatosolo su 10 ettari e agli altri 10saranno assegnati 10 titoli nuovi?

L’Italia è orientata ad uti-lizzare il criterio dei “paga-menti percepiti” (incassati).Il valore (ridotto) sarà spalma-to su tutti e 20 gli ettari. L’agri-coltore riceverà 20 titoli convalore spalmato.

GREENINGPagamenti per tuttigli impegni noPer il pagamento greening saràpagato solo alle aziende obbligatea farlo oltre i 10 ha a seminativo(diversificazione e mantenimentopascoli) ed oltre i 15 ha a semina-tivo (aree ecologiche) oppure an-che a tutte le altre (aziende consolo vigneti e oliveti)?

Il pagamento greening saràpagato a tutte le aziende e sututta l asuperficie abbinata aititoli del pagamento di base.Le aziende fino a 10 ettari aseminativo (per la diversifica-zione) e fino a 15 ettari a semi-nativo (aree ecologiche) e leaziende con solo vigneti ed oli-veti, sono greening per defini-zione. Pertanto, percepisconoil pagamento greening e nonhanno impegni.

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n. 17/2014 [ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 1129 aprile 2014

2014-2020 Dagli aiuti alla zootecnia fino al sostegno alle leguminose. Le prime decisioni

Pac, le scelte degli Stati in pillole

L a riforma della Pac ha la-sciato agli Stati membriun ampio margine di ma-

novra su diversi aspetti.Per prendere queste decisio-

ni c’è tempo fino al 1° agosto2014 ed entreranno in vigore dal1° gennaio 2015.

Ma alcuni Paesi hanno giàscelto. Ecco cosa e come.

TRASFERIMENTOFRA PILASTRIMassimo 15% (25% per alcuniStati):

- dal 1° al 2° pilastro nel2014: Francia (3%), Germania(4,5%), Lettonia (6,15%), PaesiBassi (20 milioni €/anno), GranBretagna (12%), Scozia (9,5%),Galles (15%);

- dal 2° al 1° pilastro a parti-re dal 2015: Croazia (15%), Polo-nia (25%), Slovacchia (21%).

REGIONALIZZAZIONEÈ opzionale:- Danimarca: regionalizzazioneper favorire il settore lattiero-ca-seario;- Finlandia: fra regioni;- Spagna: divisione fra irriguo,non irriguo, pascoli e colturepermanenti;

- Regno Unito: Inghilterra (re-gionalizzazione attuale con unapiccola redistribuzione a favoredelle zone non coltivate), Scozia(tre regioni: zone coltivate; pa-scoli; pascoli poveri), Galles (treregioni: paramos, zone svantag-giate, zone fortemente svantag-giate).

PAGAMENTOREDISTRIBUTIVOPagamento complementare peri primi ettari. Quando si utilizzapiù del 5% della dotazione na-zionale non si applica la ridu-zione obbligatoria del 5% suipagamenti superiori a 150milaeuro.

- Francia: pagamento ai pri-mi 52 ha utilizzando un 5% della dotazione nel 2015, un 10%nel 2016 e un 20% nel 2018;

- Germania: 50 €/ha per i pri-mi 30 ha e 30 €/ha per i successi-vi 16 ha. Utilizzando un 7% del-la dotazione nazionale;

- Romania: aiuti dai 5 ai 30pri ettari;

- Spagna: non lo applicherà.

GREENINGGli stati membri pensano di:

- applicare tre misure: rota-

zione delle colture;pascoli permanen-ti; aree di interesseecologico: Grecia;Ungheria, Irlanda,Lettonia, Polonia,Regno Unito;

- altri paesipensano a misureequivalenti adesempio la colti-vazione di proteaginose inOlanda o pratiche di coperturainvernale per il mais in Francia.

GIOVANI AGRICOLTORI- Austria, Bulgaria, Finlandia,Irlanda, Spagna, Galles: 2% del-la dotazione;- Germania: 1%;- Lettonia: meno dell’1%.

AIUTI ACCOPPIATI- Grecia: cotone;- Finlandia: tori e vacche nutrici;- Francia: zootecnia da carne eda latte;- Italia: carne e latte;- Polonia: zootecnia da carne eovini;- Spagna: bovini da carne e dalatte, vacche nutrici, ovini, ca-pre;- Scozia; allevamenti da carne;

- Bulgaria: orticoltura e zootec-nia;- Francia, Irlanda, Lettonia, Po-lonia, Romania, Spagna: intro-ducono aiuti accoppiati per laproduzione di leguminose;- Germania, Olanda, Regno Uni-to: non applicano gli aiuti ac-coppiati.

PICCOLE AZIENDEPer quanto riguarda l’adozionedi un regime semplificato diaiuti per le piccole aziende eccole scelte:- Austria, Germania, Italia, Let-tonia, Polonia, Slovenia, Spa-gna, Irlanda del Nord: lo appli-cano;- Inghilterra, Finlandia, Olanda,Galles: non lo applicheranno.

T.V.

P OMODORO - Il Distretto del pomodoroda industria del Nord Italia - organizza-

zione interprofessionale che rappresentacirca la metà del pomodoro da industriaitaliano – ha scritto al ministro MaurizioMartina per richiedere l’introduzione – an-

che in Italia come sta accadendo in altri Paesi europei - dell’aiutoaccoppiato per il pomodoro nell’ambito della definizione della nuovaPac. Spiega il presidente Pier Luigi Ferrari: «Il tema è molto avvertitoda tutti i soggetti economici della filiera del pomodoro da industria,consapevoli della complessità, ma fiduciosi nell’azione intrapresa dalgoverno che intende impegnarsi fortemente sull’agroalimentare».

BIETOLA - La Cgbi, associazione che rappresenta l’80% deibieticoltori non cooperatori, esprime grande sconcerto e ritienemolto grave la mancata presenza della coltura della barbabietola dazucchero nei destinatari degli aiuti accoppiati, nell’ipotesi di riparti-zione delle risorse presentate dal ministero nella riunione del 10aprile con gli assessori regionali all’Agricoltura.

«La mancanza degli aiuti accoppiati per la barbabietola dazucchero, si traduce nella chiusura del settore bieticolo saccariferoa partire dal 2015 e questo per responsabilità interne al nostroPaese che dimostrerebbe, così, di non essere in grado nemmeno diallocare le risorse disponibili» si legge nella nota divulgata dallaCgbi. T.V.

HANNO DETTOCorsaalla coppia

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12 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ] n. 17/201429 aprile 2014

ZOOTECNIA Indagine del Crpa sui costi di produzione: profitti positivi nei conti aziendali 2013

Suinicoltura, la redditività tieneDI GIORGIO SETTI

S ono ormai tre anni chel’allevamento del suinopesante a ciclo chiuso

riesce a offrire agli allevatori ita-liani profitti positivi. Nel 2008questa attività aveva procuratoagli allevatori una perdita di cir-ca 0,06 € per kg di peso vivo, inmedia. Nel 2009 era andata me-glio, con un profitto positivo pa-ri a circa 0,005 €/kg peso vivo,ma nel 2010 c’era stata una rica-duta, con una perdita di circa0,05 euro.

Da quell’anno in avanti però,ha sottolineato a un convegnotenutosi a Reggio Emilia KeesDe Roest, responsabile Ufficioeconomia del Crpa, la redditivi-tà dell’allevamento ha iniziato amanifestare un trend positivo:nel 2011 il Crpa è tornato a regi-strare un profitto positivo nellaproduzione del suino pesante,con circa 0,02 €/kg peso vivo,profitto che nel 2012 è salito a0,09 euro e che infine nel 2013,per via di una leggera flessione,si è attestato a quota 0,08. Ten-denza evidenziata anche, conpiù dettagli, dalla figura in alto,dove si nota per quanto tempo iprezzi alla stalla (curva verde)siano riusciti a superare i costi diproduzione (curva rossa).

D’altra parte questi trend so-no determinati anche dall’anda-mento del mercato dei suini,dunque da dinamiche fuori dalcontrollo dell’imprenditore zoo-tecnico. Se invece guardiamo asituazioni un po’ più legate allaquotidianità dell’allevamento,come l’articolazione dei costi diproduzione aziendali (v. tab.),

allora possiamo renderci contoche non c’è spazio per grandifesteggiamenti. I costi di produ-zione del suino pesante allevatoa ciclo chiuso, infatti, nel 2013sono aumentati di 3 centesimiper kg di peso vivo. E questo, haspiegato De Roest, è successo«essenzialmente a causa del-l’aumento dei costi di alimenta-zione dovuto ai prezzi di mate-rie prime come mais e soia, chesolo nella seconda parte del2013 si sono un po’ ribassati».

I conti sono andati meglio inquegli allevamenti che fanno so-lo ingrasso, che hanno permessoal Crpa di registrare un costo di

produzione dello stesso livello(1,54 €/kg p.v.) di quello del-l’anno precedente. Questo buonrisultato è stato raggiunto gra-zie al calo del costo del magro-ne, «dovuto alla diminuzionedel prezzo del suinetto, ma an-che a un sensibile aumento dellaproduttività delle scrofaie».

RISPETTO AI COMPETITORAl contrario del resto d’Europain Italia i suini non vengono ma-cellati a 120 kg ma arrivano a160 kg; e in quest’ultimo inter-vallo di peso l’indice di conver-sione alimentare è peggiore cheprima di arrivare a 120 kg. So-

prattutto per questo motivo, haaggiunto l’esperto Crpa, è impa-ri il confronto con gli altri paesieuropei produttori di suini: laloro offerta arriva sugli stessimercati sui quali gravita la pro-duzione dei suinicoltori italiani,ma vantando indici tecnici benmigliori e costi di produzioneben più bassi, risultano piùcompetitivi. «Un esempio: l’in-dice del numero di suinettisvezzati per scrofa vede l’Italiaal penultimo posto nella Ue conuna media di 23,35, lontanissi-ma da Danimarca (31,94), Olan-da (28,33) e Germania (26,58)».

Per non parlare del costo diproduzione della carne suina:1,98 €/kg peso morto in Italiacontro gli 1,68 di Danimarca eOlanda e gli 1,80 della Germania.Valori determinati in gran partedal costo dell’alimentazione, inItalia ben più alto (1,36 € controgli 1,07 della Danimarca, gli 1,04dell’Olanda e gli 1,13 della Ger-mania). L’alimentazione in Italiaè più onerosa «non solo a causadel peggior indice di conversio-ne dell’ultima fase dell’ingrasso,ma anche per il maggior costodei mangimi dovuto a carenzelogistiche e infrastrutturali».

SUINO PESANTE, LE SINGOLE SPESE (€/KG P.V.)

VOCI DI COSTOA CICLO CHIUSO SOLO INGRASSO

2012 2013 2012 2013

Acquisto magrone - - 0,27 0,23

Alimentazione 0,94 0,96 0,96 0,99

Lavoro 0,19 0,19 0,08 0,08

Altri costi 0,25 0,26 0,15 0,15

Totale costi espliciti 1,38 1,41 1,46 1,45

Interessi e ammort. 0,12 0,12 0,08 0,09

COSTI TOTALI 1,50 1,53 1,54 1,54

Fonte: K. De Roest (Crpa), Reggio Emilia 2014.

0,50

0,75

1,00

1,25

1,50

1,75

2,00

2,25

Genn.

2011Genn.

2012 Genn.

2013 Genn.

2014

€/k

g pe

so v

ivo

Prezzo Costi totali Costi espliciti Alimentazione

[ Fonte: K. De Roest (Crpa), Reggio Emilia 2014.

ALLEVARE SUINO PESANTE IN ITALIA, I COSTI E I PREZZI (€/KG P.V.)

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14 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ] n. 17/201429 aprile 2014

OSSERVATORIO In Italia i consumi interni crescono ininterrottamente dal 2005 (dati Ismea)

Biologico, mercato da 50 miliardiDI ALESSANDRO MARESCA

Una superficie

mondiale di 37,5

milioni di ettari e 1,9

milioni di operatori

O rmai chiamarla nicchiaappare riduttivo: unmercato da 50 miliardi

di euro, sia pure a livello mon-diale, è certamente significativo.Stiamo parlando del giro di affa-ri del biologico, un settore incontinua espansione.

Parlano chiaro i dati dell’Ifoam(Federazione internazionale deimovimenti dell agricoltura biologi-ca) e del Fibl (Istituto svizzero diricerca sull agricoltura biologica),elaborati da Ismea, che rilevanouna superficie mondiale coltiva-ta col metodo biologico pari a37,5 milioni di ettari e la presen-za di 1,9 milioni di operatori.

Il mercato si concentra nelNord America e in Europa,mentre questo è molto menoforte nei continenti dove si con-centrano le superfici più ampiedi coltivazione. Il fenomeno è laconseguenza di una forte pro-pensione all’export delle zoneproduttive verso le aree a mag-giore domanda. Ci sono poi zo-ne, come i territori dell’Oceania,dove il bio è rappresentato inprevalenza da estensioni a pratoe pascolo che hanno scarso im-patto sul mercato.

In Europa nel 2012 risultanoin crescita sia le superfici che ilfatturato (entrambi +6%). La

Germania è il paese dove il mer-cato è più forte, con un giro d’af-fari oltre i 7 miliardi, seguitadalla Francia, con 4 miliardi, eRegno Unito (1,95 miliardi).L’Italia si trova al quarto postocon un mercato di 1,9 miliardi,che con l’export sale a 3,1 miliar-di e un peso complessivo sulmercato europeo bio dell’8%.

Sul fronte dei consumi inter-ni Ismea rivela una crescita inin-terrotta e piuttosto sostenutadal 2005, decisamente in contro-tendenza all’andamento dap-prima stagnante e poi addirittu-ra negativo del mercato del-l’agroalimentare convenziona-

le. Il consumo pro capite annuoin Italia di alimenti biologici ri-mane comunque contenuto, as-sestandosi sui 31 euro contro icirca 190 della Svizzera o i 160della Danimarca. Rispetto al-l’agroalimentare complessivo inItalia il consumo di bio è appenadell’1,5% contro il 7,5% dei da-nesi o il 3,7% dei tedeschi.

Il produttore leader di mer-cato in Italia, Almaverde Bio, haconsolidato nel 2013 un fattura-to di 34 milioni, coinvolgendo10mila produttori. Le referenzea marchio sono 400 e copronotutte le tipologie di prodotto,esclusi, per ora, vino e latticini.

Per quanto riguarda i canalicommerciali il 70% delle venditedel consorzio passa dalla gran-de distribuzione. Secondo unarecente indagine dell’AgenziaCall Word la notorietà sponta-nea sollecitata dal marchio Al-maverde sul consumatore italia-no ha raggiunto il 75%.

S i sta facendo sempre più acceso ildibattito sulla bozza del nuovo regola-

mento europeo del biologico. Innanzi tuttosi teme che la nuova normativa si portidietro un nuovo carico di burocrazia, ma ilpunto sul quale la discussione è più accesa

è la “soppressione” delle aziende miste (in parte bio e in parteconvenzionale). Sicuramente un’azienda tutta bio fornisce maggiorigaranzie, ma nella pratica questo può portare a qualche problema.Infatti la maggior parte delle aziende che avviano la conversione lofa su una parte dell’azienda, per vedere gli sviluppi della scelta biodopodiché decide il da farsi. La proposta si basa su un sondaggioaperto alcuni anni fa anche ai consumatori. Per questi, comerilevano alcuni operatori del settore, è facile dire che l’azienda deveesser tutta bio, che servono più analisi, che deve essere tolleranza

NORMATIVAAziende mistein discussione

zero su tutto… Poi, se il prodotto costa 25 centesimi in più (questerichieste, infatti, fanno lievitare i prezzi), lo stesso consumatoreafferma che il bio è troppo caro e torna a consumare convenzionale.

«Al momento ritengo comunque ci siano urgenze maggiori –afferma Roberto Pinton, segretario di Assobio (Associazione nazio-nale imprese trasformazione e distribuzione di prodotti bio) –. Peresempio abbiamo bisogno di una banca dati europea delle transa-zioni e di una degli operatori con informazioni sullo status della lorocertificazione. Serve poi una maggiore reattività da parte dellediverse autorità pubbliche nazionali a fronte di segnalazioni disospetti di infrazione, più ricerca, accordi di equivalenza per sempli-ficare e rendere più sicuri gli scambi internazionali. Decisamente,proposte come la conversione da subito dell’intera azienda o l’intro-duzione di una certificazione di gruppo per i piccoli produttori,passano in secondo piano». A.M.

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n. 17/2014 [ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 1529 aprile 2014

OSSERVATORIO La ricerca fa il punto su tutti gli strumenti per limitarne la diffusione

Kiwi, batteriosi sotto controlloDI CRISTIANO RICIPUTI

T anti accorgimenti per li-mitare il più possibile ladiffusione e lo sviluppo

della Psa (batteriosi del kiwi cau-sata dallo Pseudomonas siringae),ma nessuna soluzione definitiva.A Faenza, uno dei territori piùvocati a livello nazionale, si è te-nuto un convegno organizzatodal Crpv e dalla regione Emilia-Romagna per fare il punto sulleultime indicazioni del mondodella ricerca.

POTATURA FATALEÈ accertato che il batterio si dif-fonde anche tramite la potatura,ma non si sapeva che il tagliorimane infettabile per 32 giorni:un aspetto che è stato annunciatoal convegno. E non c’è differen-za, in questo caso, fra kiwi gialloe verde. L’indicazione rimanequella di proteggere i tagli contrattamenti a base di rame ma,come evidenziato da una ricercadell’università di Bologna, una‘malizia’ può essere quella diconcentrare tutti gli interventi dipotatura. Ad esempio, quandopossibile, si dovrebbe potare già

in post-raccolta dato che vi sonogià le microferite causate dallostacco dei frutti. Potando in que-sto periodo, e con trattamenti abase di rame durante o subito do-po, si ottiene una ‘copertura’ edisinfezione più efficace abbas-sando (non eliminando) le pro-babilità di penetrazione del bat-terio.

La medesima ricerca dell’ate-neo bolognese ha messo a con-fronto diverse tipologie di pro-dotti per i trattamenti di disinfe-zione post-potatura:

- prodotti rameici tradizionalidi copertura (poltiglia bordolese,ossicloruro, idrossido, solfato tri-basico, ossido);

- prodotti rameici alternativi(peptidato, gluconato, chelato,nitrato);

- estratti vegetali (di timolo ealdeide cinnamica);

- prodotti stimolatori delle auto-difese (acibenzolar –S-methvl, fo-sfito di alluminio);

- prodotti filmanti (chitosano)-prodotti sterilizzanti/disinfet-

tanti (acqua elettronizzata, mi-scele varie di acidi);

- prodotti microbiologici o bio-stimolanti.

In base ai risultati, i prodottirameici tradizionali e alternativihanno espresso un buon gradod’azione. Fra i prodotti microbio-logici i risultati ottenuti sono statialtalenanti e molto variabile è an-che l’efficacia degli altri prepara-ti sperimentati. Tra i disinfettantisi è distinto l’attività diretta di‘Verdeviva’ (base di ipoclorito dipotassio) specie se applicato do-

po l’infezione: nell’uso in campopotrebbe presentare difficoltà nelposizionamento penalizzato dal-la sua bassa persistenza. I pro-dotti a base di microrganismi ap-paiono globalmente efficaci, manecessitano di ulteriori appro-fondimenti specialmente perquanto riguarda il posiziona-mento che migliora a maggioredistanza dall’inoculazione.

Sono stati presentati poi i ri-sultati di diverse esperienze con-dotte nella difesa dal cancro bat-terico con prove sperimentaliconcertate fra Astra, Servizio fi-tosanitario regionale, Cap di Ra-venna e cooperativa Terremerse.

RAME, BUONA EFFICACIA«I dati ottenuti – ha affermato ilricercatore Massimo Scannavini– confermano come tra i prodottisaggiati quelli a base di rame ma-nifestino una buona efficacia, su-periore a quella degli altri prepa-rati non manifestando nessunproblema di fitotossicità né in-fluenze negative sulla produzio-ne. Buoni risultati sono emersianche dallo stimolatore delle au-todifese Bion, cioè acibenzo-lar–S-metyl specie quando appli-cato alla dose di 200g/ha per viafogliare. Interessanti risultati, an-che se da verificare ulteriormen-te, si sono ottenuti con Hen-dophit (polisaccaridi, carbonioorganico e boro) e Kondens (glu-conato di rame e acido borico)».

Un’altra ricerca ha conferma-to che il polline può essere veico-lo di malattia, mentre i frutti no,perciò gli acquirenti possono sta-re tranquilli.

L e concimazioni azotate facilitano lo sviluppo della batteriosi e nerendono più gravi i sintomi. Serve attenzione anche nell’irrigazione: il

miglior sistema per limitare la diffusione è quello a goccia; è stato accertatoche più l’umidità relativa sottochioma è alta, più la malattia si diffonde.

Emilio Stefani, dell’Università di Modena, ha detto che «è stata confer-mata la lunga sopravvivenza del Psa sulle foglie. Sui frutti, Psa riesce a

sopravvivere non oltre inizio agosto. Psa è stata trovato su frutteti adiacenti a kiwi malati: sualbicocco, ma non su susino. È stato trovato il batterio anche su alcune malerbe come ortica,portulaca, tarassaco, ma non su altre come chenopodio, romice e sonchus. A tutt’oggi non è maistata rilevata la presenza di Psa su specie spontanee presenti in actinidieti espiantati. Nemmeno surigermogliamenti dai residui di actinidia rimasti in campo». C.R.

AGRONOMIAAzoto e acquacon attenzione

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16 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ] n. 17/201429 aprile 2014

AMBIENTE Dalla nutria alla zanzara tigre fino all Ambrosia artermisiifolia che provoca allergie

Specie alloctone, arriva la lista neraIn arrivo misure

per limitare specie

animali e vegetali

importate da altri

ambienti

e divenute invasive

I l Parlamento europeospinge l’acceleratore sullalotta alle specie ’aliene’ in-

vasive, animali e vegetali intro-dotti in un ambiente diversodal proprio e che ogni annoprovocano almeno 12 miliardidi euro di danni al capitale na-turale europeo.

L’Europarlamento ha ap-provato un regolamento che

prevede, fra varie misure, lamessa a punto di una “lista ne-ra” delle specie alloctone inva-sive che costituiscono una mi-naccia emergente o che sono lepiù dannose a livello comuni-tario. Una specie è defini-ta aliena o alloctona quando sitrova al di fuori del proprio ha-bitat naturale dov’è stata im-portata dall’uomo accidental-mente oppure intenzionalmen-te per scopi economici, ludici oestetici.

Una specie aliena diven-ta invasiva solo quando si ri-produce allo stato selvatico e lesue popolazioni cominciano adespandersi. Un esempio in Ita-lia è quello della nutria, ungrosso roditore sud-america-no, che importato in Italia apartire dal 1920 e ora diffusoampiamente lungo i corsi d’ac-

qua e nelle zone lagunari delcentro e nord Italia.

«È il primo atto concretoper affrontare le gravi situazio-ni causate da specie come loscoiattolo grigio, la zanzara ti-gre o la pianta Ambrosia arter-misiifolia che provoca allergie aun europeo su quattro» com-menta Antonino Morabito, re-sponsabile fauna e benessereanimale di Legambiente

L’unico modo per contrasta-re la loro diffusione è quello divietarne il loro movimento mase ciò è possibile sino alle fron-tiere di ciascun Stato, non è al-trettanto possibile e facile al-l’interno di ciascun Stato.

La nuova normativa richie-de agli Stati membri di accerta-re quali sono le vie di introdu-zione e diffusione delle speciealiene invasive nel proprio Pae-

se, con l’obbligo di istituire si-stemi di sorveglianza e pianid’azione. Spetterà agli Statimembri anche definire “appro-priate” sanzioni nei confronti dichi viola la nuova legislazione echiedere di pagare i costi di ri-pristino dell’ambiente, sulla ba-se del principio “chi inquina pa-ga”. La Commissione Ue potràcomunque concedere derogheper alcune attività commerciali.

La lista di piante considera-te di “rilevanza per l’Unione”contiene specie esotiche chenon possono essere introdotte,trasportate, immesse sul mer-cato, conservate, cresciute o ri-lasciate nell’ambiente.

La normativa, già concordatacon gli Stati membri, approvatadal Parlamento europeo dovràora essere approvata formal-mente dal Consiglio Ue. G.F.

D agli Stati Uniti in arrivo i semi opensource: un gruppo di scienziati e atti-

visti americani ha lanciato una campagnaper cambiare le regole sullo scambio disemi tra agricoltori. Quinoa, broccoli, caro-te: sono in tutto 29 le varietà che il gruppo

sostenuto dall’Università del Wisconsin a Madison ha distribuito achi si sottoscrive un’intesa open source che salvaguarda la possibi-lità degli agricoltori di scambiarsi i semi liberamente.

L’inziativa Ossi (Opens source seed initiative) si ispira al mondodell’informatica: il software open source è disponibile liberamente,ma non può essere legalmente convertito in proprietà che genera

profitto. In agricoltura si-gnifica che l’uso dei seminon può essere limitato dabrevetti, licenze o altro tipodi proprietà intellettuale,anzi: ogni varietà derivatadai semi open source potràessere liberamente scam-biata anche in futuro. «Inpratica si crea un sistema

BREVETTISemi open sourceCampagna Usa

parallelo, un nuovo universo in cui selezionatori e agricoltori posso-no condividere i semi ampliandone il patrimonio genetico senzarestrizioni» ha spiegato il sociologo Jack Kloppenburg.

Irwin Goldman, esperto di orticoltura e breeder all’Universitàdel Wisconsin, tra i promotori della campagna, ha detto: «Sevent’anni fa altri selezionatori ci chiedevano il nostro materiale,mandavamo loro un pacchetto di semi e loro facevano lo stesso connoi. Purtroppo questo magnifico modo di lavorare non esiste più.Oggi i semi sono proprietà intellettuale, alcuni addirittura brevettaticome invenzioni: serve il consenso del titolare del brevetto perutilizzarli e i semi del nuovo raccolto non possono essere usatil’anno successivo. Regole adottate anche dai laboratori universita-ri. Quando Goldman crea nuove varietà di cipolle, carote o barba-bietole, l’ufficio responsabile della proprietà intellettuale dell’ate-neo registra il trademark prima di venderli alle società che licommercializzano. A giudizio dell’esperto, ciò conduce a una restri-zione dell’accesso al germoplasma: «Se non lo condividi, finisci perlimitare la nostra capacità di migliorare i prodotti».

Intanto due piccole aziende sementiera la High Mowing Orga-nic Seeds e la Wild Garden Seed specializzate in prodotti bio,hanno aggiunto alcuni semi open source al catalogo di quest’anno.

T.V.

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n. 17/2014 [ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 1729 aprile 2014

MERCATO Inaugurato a Bruxelles da Ciolos

Latte Ue, il mercatosotto Osservatorio

DI ALESSANDRO COLTELLI Un monitoraggio

sul rapporto tra

domanda e offerta,

andamento prezzi

e trend dei costi

di produzione

O rmai manca solo un an-no alla fine del regimedelle quote latte, 31

marzo 2015, per cui è necessariotenere sotto controllo il mercatoattraverso un costante e attentomonitoraggio.

Ad aprile 2014 è stato inau-gurato a Bruxelles l’Osservato-rio europeo per il mercato dellatte e prodotti caseari. Obietti-vo, prevenire squilibri e crisi dimercato con la fine di 30 anni diquote latte in Europa. Sono statisufficienti sette mesi alla Com-missione europea per raccoglie-re la sfida, lanciata a fine settem-bre 2013 dal commissario euro-peo all’Agricoltura DacianCiolos, di creare una strutturatrasparente, in quanto accessibi-le a tutti, in grado di fornire intempi brevi e con grande preci-sione il numero maggiore di da-ti per aiutare il settore ad adat-tarsi alla liberalizzazione delmercato.

«Ma il vero valore aggiuntodell’Osservatorio – ha dichiara-to Ciolos – risiederà nell’esamecostruttivo delle diverse analisi

di mercato, per aiutare Commis-sione e Stati membri a prenderele decisioni più adeguate». Lanuova sfida sarà quindi di lavo-rare congiuntamente - operatoridel settore, Governi e Commis-sione europea - per raccoglieredati statistici che vanno dallaproduzione lattiero casearia, al-l’equilibrio tra offerta e doman-da di prodotti, dai costi di pro-duzione alle prospettive com-merciali.

Sarà poi Bruxelles a riunire ilmateriale per metterlo on line,completandolo con analisi dimercato, previsioni a breve e me-dio termine, e riunioni che si ter-ranno a intervalli regolari di uncomitato economico. L’osserva-torio sarà accessibile digitandohttp://ec.europa.eu/agriculture/mmo.

Stando al progettol’osservatorio sarà ingrado di monitoraretendenze presenti epassate dei mercati lat-tiero-caseari dell’Unio-ne europea e del mon-do, verificando livelli diproduzione, andamen-to di domanda e offerta,analisi dei costi di pro-duzione, prospettivedei mercati e altro.

DAL PALAZZO

DI MASSIMO ALIPRANDI

Il Consiglio dei Ministri di venerdì 18 aprile ha varato il decreto-legge“misure per la competitività e la giustizia sociale - Per un’Italia coraggiosae semplice” che, attraverso le misure di riduzione del cuneo fiscale, hal’obiettivo di stimolare l’economia attraverso un aumento dei consumi e lacreazione di un ambiente economico più favorevole agli imprenditori e agliinvestimenti produttivi. Il decreto “sforbicia Italia” non contiene la reintroduzionedell’Imu sui fabbricati rurali a uso strumentale e salvaguarda le agevolazioni peril gasolio agricolo, l’esenzione Ires per le cooperative agricole e di piccola pescae il regime speciale dell’Iva per le imprese agricole. Inoltre, il provvedimentoapprovato dal Governo Renzi contiene una rimodulazione della base imponibileper i terreni montani e collinari, una correzione fiscale sulla produzione di energierinnovabili da imprese agricole e garantisce al settore agricolo un importantetaglio del cuneo fiscale attraverso la riduzione dell’aliquota Irap del 10%.

CAMERACamera e Senato hanno approvato il Documento di economia e finanza

dando inoltre il via libera alla risoluzione del Governo, presentata su proposta delministro dell’Economia Padoan, che prevede lo slittamento al 2016 del pareg-gio di bilancio. Favorevole la valutazione sul Def delle Commissioni Agricolturadi Montecitorio e Palazzo Madama che hanno segnalato le esigenze di destinarele misure prioritariamente all’impresa agricola, quale soggetto che svolge pro-fessionalmente l’attività agricola e di garantire il ruolo trainante del made in Italydel comparto agroalimentare, anche combattendo contraffazioni e agromafie.

Escludere dai vincoli del patto di stabilità interno le spese per finanziare ilcontrasto al dissesto idrogeologico: questo l’impegno che ha preso il Governoa seguito delle numerose mozioni bipartisan approvate all’unanimità dall’Aula diMontecitorio. In base ai testi approvati, il Governo dovrà “consentire agli entilocali di realizzare quelle opere fondamentali e necessarie di manutenzione econsolidamento del territorio, di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, di preven-zione del dissesto” e “costruire una cornice normativa chiara per affrontare leemergenze conseguenti alle calamità naturali, nella quale possa agire la prote-zione civile, e a rifinanziare adeguatamente il Fondo unico per le calamità, al finedi garantire certezza, rapidità e omogeneità degli interventi a beneficio deiterritori tragicamente colpiti”.

Il sottosegretario per le Politiche agricole Giuseppe Castiglione ha risposto inCommissione Agricoltura a interrogazioni di Ferrari (Pd) sull’individuazione delsoggetto preposto alla gestione del programma di distribuzione di derrate ali-mentari alle persone indigenti e di Oliverio (Pd) sugli interventi per far fronte allecalamità naturali che hanno colpito le imprese agricole nella regione Calabria.

Infine, sono proseguite in Commissione Agricoltura le audizioni nell’ambitodell’indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentarinazionali con riferimento all’Expo 2015 e nell’ambito dell’esame delle propostedi legge recanti norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentariprovenienti da filiera corta, a chilometro zero e di qualità.

SENATOLa Commissione Agricoltura ha approvato una risoluzione nella quale si

impegna il Governo a prevedere misure, di natura legislativa e non, a carattered’urgenza, per un sostegno immediato alle produzioni agricole del modenesee ad adottare tempestivamente, con la collaborazione dei consorzi di bonificalocali, un progetto strutturale di medio lungo periodo per la messa in sicurezzadell’area del modenese inclusa nel bacino idrografico tra i fiumi Secchia e Panaro,particolarmente vulnerabile dal punto di vista delle esondazioni.

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18 Terra e Vita [ ATTUALITÀ ] n. 17/201429 aprile 2014

RAPPORTO ISPRA Perso il 7,3% del territorio nazionale nel 2012. E 720 km quadrati in tre anni

Consumo di suolo senza treguaDI GIUSEPPE FUGARO L’urbanizzazione

è l’imputato

numero uno.

Forte impatto

sui cambiamenti

climatici

L’ ultimo rapporto del-l’Ispra sul suolo con idati aggiornati con-

ferma che anche nel 2012 nonsi ferma il consumo di suolo inItalia. È stato, infatti, perso il7,3% del territorio nazionale.Negli ultimi tre anni l’Italia haperso altri 720 km quadrati,un’area grande quanto la som-ma dei comuni di Milano, Fi-renze, Bologna, Napoli e Pa-lermo.

La perdita del suolo vieneintesa come sottrazione all’at-tività agricola e quindi allaproduzione di derrate alimen-tari. Si è passati da poco più di21.000 kmq ’divorati’ nel 2009a quasi 22.000 nel 2012. La per-dita del suolo agricolo è dovu-ta soprattutto ai fenomeni diurbanizzazione che compren-dono la costruzione di strade,fabbricati urbani e industrialie ogni altra destinazione nonspecificatamente agricola.

Il quadro sul consumo disuolo nel nostro Paese è dispo-nibile grazie ai dati della retedi monitoraggio del consumo

di suolo, realizzata da Ispracon la collaborazione delleAgenzie per la Protezione del-l’Ambiente delle Regioni edelle Province autonome. Il si-stema permette di ricostruirel’andamento del consumo disuolo in Italia dal secondo do-poguerra ad oggi e mostra unacrescita giornaliera del feno-meno che non sembra risentiredell’attuale congiuntura eco-nomica e continua a mante-nersi intorno ai 70 ha/giorno,con oscillazioni marginali in-torno a questo valore nel corsodegli ultimi venti anni. Si trat-ta di un consumo di suolo paria circa 8 metri quadrati/secon-

do che continua a coprire,ininterrottamente, notte egiorno, il nostro territorio conasfalto e cemento, edifici e ca-pannoni, servizi e strade, acausa dell’espansione di areeurbane, spesso a bassa densità,di infrastrutture, di insedia-menti commerciali, produttivie di servizio, e con la conse-guente perdita di aree apertenaturali o agricole. I dati mo-strano, a livello nazionale, unsuolo ormai perso che è passa-to dal 2,9% degli anni ’50 al7,3% del 2012, con un incre-mento di più di 4 punti per-centuali.

I comuni più cementificatid’Italia sono Napoli con il62,1%, Milano con il 61,7%, To-rino con il 54,8%, Pescara,

53,4%, Monza 48,6%, Bergamo46,4 e Brescia con il 44,5%.

I dati del rapporto mostra-no la gravità della progressivaerosione della risorsa suolo afini edificatori infrastrutturalicon la progressiva trasforma-zione di città compatte in inse-diamenti diffusi, caratterizzatida bassa densità abitativa econ pesanti ripercussioni sulpaesaggio e sull’ambiente. Se-condo i ricercatori dell’Ispra sitratta di cambiamenti pratica-mente irreversibili nella granparte dei casi, che incidonosulle funzioni del suolo e ri-guardano spesso terreni agri-coli fertili.

Il rapporto dell’Ispra parlaanche di “forti impatti” suicambiamenti climatici inquanto la cementificazione hacomportato dal 2009 al 2012l’immissione in atmosfera di21 milioni di tonnellate di CO2

per un costo complessivo sti-mato intorno ai 130 milioni dieuro. Effetti di questa trasfor-mazione si hanno anche sul-l’acqua e sulla capacità di pro-duzione agricola.

Tra il 2009 e il 2012 a cau-sa dell’impermeabilizzazio-ne abbiamo perso una capacitàdi ritenzione pari a 270 milionidi t d’acqua che, non potendoinfiltrarsi nel terreno, dev’es-sere gestita diversamente conrelativi costi. Uno studio delCentral Europe Programmestima il costo della gestionedell’acqua non infiltrata in Ita-lia dal 2009 al 2012 intorno ai500 milioni di euro.

A livello regionale, spiega il report dell’Ispra, “il primato nazionale”della copertura artificiale del suolo va a Lombardia e Veneto (oltre il

10%); seguono Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia (8-10%).Diverse le tipologie di copertura artificiale che consumano suolo, ma

sono poche quelle principali, in cui si concentra la gran parte dellasuperficie persa. Le aree coperte da edifici costituiscono il 30% del totale

del suolo consumato, mentre le infrastrutture di trasporto rappresentano ben il 47% del totale di cui28% dovuto a strade asfaltate e ferrovie, e 19% dovuto a strade sterrate e altre infrastrutture ditrasporto secondarie.

Altre superfici asfaltate o fortemente compattate o scavate, come parcheggi, piazzali, cantieri,discariche o aree estrattive, costituiscono il 14% del suolo consumato. G.F.

COPERTURELombardiae Veneto al top

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n. 17/2014 [ ATTUALITÀ ] Terra e Vita 1929 aprile 2014

MECCANIZZAZIONE Mercato ancora volatile. Goldoni (FederUnacoma): «Solo l estero ci sta sostenendo»

Trattori, Europa a due velocitàDI FRANCESCO BARTOLOZZI

Primo trimestre

2014 in negativo

per Italia e Francia.

Bene Germania,

Inghilterra

e Spagna.

Stabile l A ustria

I l mercato delle macchineagricole cresce nell’Europacomunitaria, sia pure in

modo non omogeneo. I primi tremesi hanno infatti registrato da-ti discordanti da paese a paese.

Per quanto riguarda l’Italia,secondo i dati di immatricola-zione elaborati da FederUnaco-ma sulla base delle registrazionifornite dal Ministero dei Tra-sporti, il primo trimestre del2014 ha visto una flessione perle trattrici (-2,9% rispetto allostesso trimestre 2013). Nellostesso trimestre 2014 la Germa-nia è risultata in crescita del-l’8,9%, il Regno Unito del 9,6% ela Spagna del 27,6%, mentre incalo di quasi il 25% è risultata laFrancia, in fase di assestamentodopo i consistenti incrementidegli ultimi anni. «Mai come inquesto momento sono i mercatiesteri a spingere la produzioneitaliana di macchine e attrezza-ture agricole, che si attesta su unvalore di oltre 7,7 miliardi di eu-ro – spiega il presidente di Fe-derUnacoma Massimo Goldo-

ni – e dobbiamo essere orgoglio-si della capacità che hanno lenostre imprese di competere suimercati di tutto il mondo, dal-l’Europa agli Usa, dall’Australiaall’Estremo oriente». I dati Istatsul commercio estero indicano,infatti, una crescita dell’exportdi trattrici nel 2013 pari al 3,4%in valore (oltre 1,7 miliardi dieuro) e una crescita anche dellealtre tipologie di macchine parial 7% (quasi 2,9 miliardi).

«Il sistema agricolo italianosi sta indebolendo molto rispet-to a quello dei principali Paesieuropei – ha osservato Goldoni– e una ripresa degli investi-menti nella meccanizzazionecostituisce uno dei fattori chiaveper la competitività della nostraeconomia primaria, oltre cheper una piena ripresa della mec-canica di comparto. Proprio aquesto fine abbiamo avviato conil Ministro delle Politiche agri-cole Maurizio Martina un im-portante e positivo confrontosulle priorità e sulle possibilipolitiche per il settore».

I DATI NEL DETTAGLIOGuardando nel dettaglio i datidegli altri paesi, in Germania ildato positivo va ascritto in par-ticolare al comparto della me-dio-alta potenza (+23,6% per ilsegmento sopra i 150 cavalli e+10,9% per quello tra 101 e 150cv), mentre sotto i 100 cavalli ilprimo trimestre è stato negativo(-2,3% nel segmento 51-100 cv e-5,3% sotto i 50 cavalli).

In Spagna continua il trenddecisamente positivo iniziato afine 2013: da segnalare in parti-colare John Deere al primo po-sto della classifica (23% circa diquota), seguita da New Holland(19% circa) e molto distanziatiCase IH (7,5%) e Fendt (7,3%).

Nei mercati in calo, la Fran-cia segna probabilmente un casofisiologico dopo l’exploit del2013: reagiscono bene solo i trat-tori specializzati (+9,2%) e l’al-

tissima potenza (+28%, ma par-liamo di numeri bassi), mentre ilcalo più significativo (-30% cir-ca) lo registra tutto il segmentopiccola e media potenza.

Chiudiamo con l’Austria,dove il dato dei primi tre mesi èsostanzialmente stabile, con itrattori standard che perdonol’1,1%, mentre crescono i vigne-to-frutteto (+13,7%). Come quo-te mercato leader indiscusso siconferma il brand di casa Steyr(24% di quota), seguito da NewHolland (17%), John Deere(13,3%) e Lindner (11,4%), altrobrand austriaco.

COMPONENTISTICA OKDa segnalare in conclusione ilprimo quarto dell’anno in atti-vo per l’industria italiana dellacomponentistica destinata allemacchine agricole e per movi-mento terra. Secondo le stimediffuse da Comacomp, l’Asso-ciazione italiana dei costruttoridi componenti aderente a Fe-der-Unacoma, dopo aver chiu-so il 2013 con un incrementocomplessivo delle vendite suimercati esteri pari al 5%, macon un mercato interno sta-gnante, che non ha dato segnalidi ripresa rispetto alla flessionenetta (-10%) subita nel 2012, neiprimi tre mesi del 2014 le indu-strie del settore registrano in-crementi tanto all’estero quan-to in Italia.

IMMATRICOLAZIONI ITALIA (GEN-MAR)

TRATTORI MIETITREBBIE TRATTRICI CONPIANALI DI CARICO RIMORCHI

2014 4.616 32 217 1.992

2013 4.753 45 244 2.034

-2,9% -28,9% -11,1% -2,1%

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

Germania Francia Italia UK Spagna Austria

+8,9%

+9,6%

+27,6%

-2,9%

-0,6%

-24,9%

-0,6%

-24,9% 20132014

VENDITE TRATTORI IN EUROPA (GEN-MAR)

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20 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/201429 aprile 2014

Protocolli d’intesa sconsigliabilida quando sono saltati i VamLe principali casistiche su cui i Collegi tecnici arbitrali discutono

DI GIANGIACOMO SARZI BRAGA

A seguito della sentenza 181/2011della Corte Costituzionale cheha dichiarato illegittimo il crite-

rio indennitario basato sul Vam (valoreagricolo medio) (vedi focus TV28/2011), si impongono impostazioni

estimative diverse, rispetto al passato.Di conseguenza nei Collegi Tecnici

Arbitrali, costituiti ai sensi dell’art. 21del Testo unico sugli espropri, i tecniciincaricati si confrontano e discutonoper stimare, in contraddittorio, al-l’unanimità o a maggioranza, un equoindennizzo. Senza più fare riferimentoa rigide tabelle di valori che non ris-pecchiavano affatto la realtà delle no-stre ziende agricole.

Difficile quindi capire perchè conqueste nuove importantissime pro-spettive, tanti proprietari espropriaticontinuino a propendere per cieche efiduciose adesioni ai protocolli d’inte-sa proposti dai vari enti.

La sentenza 181/2011 della nostraConsulta ha rivoluzionato le procedu-re espropriative per pubblica utilitàche per circa quarant’anni hanno im-poverito e vessato gli sfortunati pro-prietari espropriati.

INDENNIZZI PER ESPROPRIINDENNIZZI PER ESPROPRI

FOCUS

Ci si riferisce a provvedimenti espropriativi relativi ad aree non agricole e noncoltivate, quali aree a verde pubblico, impiantistica sportiva, parcheggi, fiereall’aperto, esposizioni, agriturismo, campeggi, caccia, cave, ecc.In regime di VAM, che attribuiva rilevanza solo alla tipologia di colture praticatesul terreno o nella zona, la predetta categoria di aree veniva indennizzata concriteri tabellari, con conseguente iniquo soffocamento, ai fini indennitari, di ogniplusvalore derivante da potenzialità di sfruttamento diverse da quelle agricole.Una volta venuto a mancare il VAM deve ritenersi che anche le possibilità disfruttamento diverse da quelle agricole, acquistino una propria autonomarilevanza, ai fini della determinazione dell’indennità d’espropriazione.Infatti, nelle motivazioni della sentenza 181 la Corte ha precisato di aver volutoconfermare il comma 1° dell’art. 40 solo con riferimento alle aree coltivate; per cuinon è possibile estendere la portata di tale norma anche alle aree non coltivate,per le quali l’indennizzo deve rispettare interamente le caratteristiche oggettivedel bene (art. 32 Dpr. 327/2001).

PROPRIETÀ NON COLTIVABILI

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n. 17/2014 [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] Terra e Vita 2129 aprile 2014

Il Vam era completamente sganciatodal valore venale della singola areaespropriata e basato su valori medi ta-bellari che, per definizione, non pote-vano tenere in considerazione le pecu-liarità di ogni singolo fondo espropria-to. La nostra suprema Corte scrisse,infatti, che il Vam era “basato su elementiastratti sganciati dalle effettive qualità delfondo espropriato”.

La svolta storica compiuta dalla no-stra Corte Costituzionale, trae origine,com’è noto, dalla giurisprudenza dellaCorte europea dei diritti dell’uomo(C.E.D.U.) che ha stabilito un più stret-to raccordo fra l’indennità d’espropria-zione ed il valore venale del beneespropriato.

Anche la C.E.D.U., per la verità,muove dal principio che nella determi-nazione dell’indennità di espropriazio-ne occorra trovare il giusto equilibriofra il diritto del privato al rispetto deipropri beni e l’obiettivo della Pubblicaamministrazione di realizzare fini diutilità sociale. Quello che ancora diffe-renzia l’impostazione della C.E.D.U.da quella della nostra Consulta è il tas-so assai inferiore di discrezionalità cheviene lasciato al nostro legislatore nelladeterminazione di tale equilibrio.

INDENNIZZARE LE COLTUREEFFETTIVAMENTE PRATICATEIl dispositivo della sentenza ha, in par-ticolare dichiarato incostituzionalel’art. 40 del Dpr. 327/2001 (Testo unicosugli espropri) commi 2° e 3°. É statoinvece salvato il comma 1° del predettoart. 40, il quale, con riguardo alle areeeffettivamente coltivate, prevede chel’indennizzo debba essere determinatotenendo conto delle colture effettiva-mente praticate sul fondo e del valoredei manufatti edilizi legittimamenterealizzati, anche in relazione all’eserci-zio dell’azienda agricola, senza valuta-re la possibile o l’effettiva utilizzazionediversa da quella agricola.

Secondo la Corte Costituzionale, in-fatti, il riferimento letterale alle coltureeffettivamente praticate (leggasi “indi-rizzo produttivo”) e all’azienda agrico-la, consentirebbe un’interpretazione co-

stituzionalmente orientata della normache, prescindendo dai valori tabellari,(ormai cancellati dall’ordinamento)consentisse al giudice di determinarel’indennizzo, in aderenza alle caratteri-stiche effettive del fondo espropriato.

Nei box a corredo dell’articolo è ri-portata una casistica pratica ricorrentenegli espropri, raffrontandola, caso percaso, con il regime espropriativo prece-dente, ora abrogato (Vam).

Oggi, finalmente, le procedure

Quando c’era il VAM, le suscettività edificatorie che caratterizzavano una pro-prietà fondiaria espropriata, venivano sistematicamente frustrate e il problemanon si poneva. Oggi questo aspetto, alla luce della sentenza 181/2011, è oggetto,invece, di animate discussioni nei Collegi Tecnici Arbitrali.

L’ art. 32 del Dpr. 327/2001 prevede che, salvi i criteri specifici previsti dallalegge, il bene espropriato debba essere indennizzato in base alle caratteristiche daesso possedute alla data del suo trasferimento alla mano pubblica. Tale normasottintende che l’indennità debba rispecchiare interamente il valore economicoche il bene assume sul mercato, alla luce delle sue condizioni giuridiche efattuali. Questo articolo è indubbiamente aderente ai principi espressi dallanostra Consulta nella sentenza n.181/2011.

Resta da stabilire se in base alla sentenza della nostra suprema Corte possarisultare valorizzata, ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazio-ne, anche la vocazione edificatoria del-le aree espropriate. Cioè la possibilitache dette aree, in un futuro più o menolontano, possano divenire edificabili.

Si tratta sempre di aree periurbaneche se valutate come semplici areeagricole non esprimerebbero a pieno laloro reale potenzialità economica.

Il Testo unico sulle espropriazioniperò considera solo aree legalmenteedificabili ed aree che non lo sono,mentre il mercato fondiario quotamaggiormente le aree periurbane agri-cole, senza annoverarle, a tutti gli effetti, fra le aree edificabili.

Cosa è giusto fare? Se non consideriamo questo plusvalore fondiario, privia-mo il proprietario di un equo indennizzo, perché il suo bene ha indubbiamente unvalore di mercato superiore al valore agricolo, se per contro, attribuiamo unvalore fabbricativo a terreni che ancora non posseggono urbanisticamente talequalità, riconosciamo un plusvalore discutibile e in pratica, difficilmente identifi-cabile, come tale.

È parere dello scrivente che debba essere il mercato la linea guida da seguire.Se dobbiamo valutare una proprietà fondiaria periurbana, con suscettività edifi-catorie, tale proprietà dovrà essere confrontata con prezzi di mercato di fondisimili (comparables) sempre prossimi al centro urbano e contraddistinti da similariplusvalori. Il mercato, infatti, quota queste aree sensibilmente di più delle areeagricole, per le aspettative che le contraddistinguono, data la loro vicinanza alcentro urbano. Tale quotazione però è quella che contraddistingue un’area nonedificabile e quindi superiore alla quotazione agricola, ma ben lontana da quellache caratterizza un’area fabbricabile vera e propria.

SUSCETTIVITÀ EDIFICATORIE

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22 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/201429 aprile 2014

Quando un’autostrada attraversa una media azienda con unfronte di 60-70 metri di larghezza spesso annulla il suo valorepatrimoniale, distrugge l’impresa agraria e trasforma unaproprietà integra ed efficiente in reliquati informi, contraddi-stinti da esubero di fabbricati produttivi inutilizzabili e per dipiù costringe l’imprenditore a spendere per sopravvivere(riassetto idraulico-agrario post esproprio).In simili drammatiche situazioni, in regime di VAM, il pro-prietario espropriato perdeva la proprietà e veniva indenniz-zato, men che simbolicamente, in base al valore tabellare delterreno espropriato.Oggi in base alla sentenza 181/2011 quando una proprietàfondiaria è oggetto di esproprio parziale e di scorporo fondia-rio, per determinare l’indennità d’esproprio si deve applica-re, invece, il così detto valore complementare.Il valore complementare si ottiene dalla differenza tra duevalori di mercato: valore della proprietà ante esproprio,nella sua primitiva integrità e valore di mercato della parteresidua. Entrambi i suddetti valori si riferiscono a unitàfondiarie supposte in perfetto assetto funzionale.La differenza tra i due valori di stima, identifica appunto ildanno patrimoniale ricercato, relativo, sia alla superficieespropriata, che alla divisione fondiaria permanente subita.Il problema, sotto il profilo estimativo è solo apparente-mente semplice, in realtà è fonte di accese discussioni inseno ai Collegi Tecnici Arbitrali.

Qualche collega professionista, infatti, si ostina a sostenereun’impostazione estimativa “scolastica” che considera il dan-no patrimoniale ottenuto applicando il valore complementa-re, onnicomprensivo. Si tratta però, secondo lo scrivente, diun’iniqua e frettolosa approssimazione alla realtà, non certocondivisibile.Con l’applicazione del valore complementare, infatti, si ipo-tizza un raffronto fra il valore venale del fondo ante e postesproprio, supposti entrambi in perfetto assetto funzionale.In pratica si osserva, però, che un proprietario espropriato,per rendere nuovamente funzionale la porzione fondiariaresidua della sua proprietà, dovrà sopportare delle spese diriassetto fondiario e dovrà subire, nel contempo, perditereddituali conseguenti allo scorporo fondiario imposto. En-trambi questi aspetti devono essere considerati.Si tratta di spese per turbative fondiarie rimediabili (es. rias-setto idraulico-agrario del fondo e ripristino della viabilitàintrapoderale) o turbative non rimediabili, con conseguentiperdite reddituali (es. aggravio nei tempi di lavoro, nei percor-si e nei costi colturali, tare improduttive e produttive, ecc.).Queste voci non possono essere conglobate nel minor valo-re della porzione fondiaria residua, post esproprio, perché ilmercato fondiario non riesce certo a percepire l’entità e laconsistenza delle suddette anomalie indotte ed è evidente chele stesse debbano essere stimate a parte, altrimenti si prive-rebbero i proprietari espropriati di equi indennizzi.

INDENNIZZO PER DANNI PATRIMONIALI

Oggi la grande distribuzione (catene di supermercati) impo-ne la tracciabilità ai produttori ortofrutticoli, con severe ispe-zioni in campo e rifiuta le produzioni ottenute a meno di 500metri di distanza dalle autostrade o da strade d intensotraffico, a meno che non siano poste in atto valide misure disalvaguardia dall’inquinamento autostradale.Un’azienda ortofrutticola espropriata da un’autostrada quin-di per continuare a produrre in maniera remunerativa, cioècon un ampio orizzonte commerciale come quello assicuratodalla grande distribuzione, dovrà difendersi nel miglior mo-do possibile dall’inquinamento, per non decadere a proprietàmarginale ad indirizzo estensivo.Occorrerà quindi programmare e realizzare misure di salva-guardia ambientale che diano le migliori garanzie antinqui-namento possibili.Il più avanzato stato dell’arte, in questo senso, lo notiamo neiprogetti autostradali più moderni ed attenti alla salvaguardiaambientale antinquinamento, messi in atto per preservare

indirizzi produttivi d’alto reddito (Alto Adige). In questi casisi consiglia una fascia di rispetto limitrofa alla sede autostra-dale, costituita da una fitta e alta barriera sempreverde afilare, per contenere copiose scie d’aerosol inquinanti. Ladensa coltre verde arborea, nel suo massimo sviluppo, infatti,formerà barriere praticamente impenetrabili, a protezionedelle coltivazioni frutticole da preservare.Soluzioni di questo tipo sono sempre accettate, dalla grandedistribuzione, in alternativa all’isolamento di 500 metri. Sitratta però di una spesa conseguente all’esproprio (costodella barriera e mancati redditi relativi alla striscia perenne-mente asservita) finalizzata a garantire, la salvaguardia delleproduzioni aziendali attuali, e come tale dovrà essere ricono-sciuta e rimborsata.Sono indubbiamente aspetti nuovi che in seno ai CollegiTecnici destano oggi inevitabili perplessità, così come è acca-duto con le prime barriere autostradali antirumore, ma cheper gli indirizzi d’alto reddito dovranno essere considerati.

INDENNIZZO PER DANNI AMBIENTALI

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n. 17/2014 [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] Terra e Vita 2329 aprile 2014

In regime di VAM i rigidi schematismi imposti non contem-plavano la stima dei danni da esproprio alle imprese agrarie eci si limitava solo a definire il valore tabellare delle superficiespropriate.L’esproprio e lo scorporo fondiario però possono arrecarepesanti danni anche alle imprese agrarie. Si consideri, adesempio, una proprietà fondiaria ad indirizzo zootecnico in-tensivo, che espropriata e scorporata parzialmente, potrà ri-sultare danneggiata, sia nel suo patrimonio fondiario, chenella sua attività d’impresa.Infatti, la riduzione di superficie fondiaria indotta, si riper-cuoterà sulla stalla e sull’attività di trasformazione relativa(numero di capi allevabili, produzioni zootecniche e poten-zialità di smaltimento liquami).Questa attività di trasformazione è caratterizzata, com’è noto,

da forte rigidità, ed è facilmente dimostrabile che la soluzionepiù razionale ed economica per rimediare allo sconvolgimen-to indotto nell’assetto d’impresa, sia affittare dei terreni perripristinare la superficie originaria, ante esproprio.L’indennizzo è costituito dalla capitalizzazione del redditonetto perso (costo presunto dell’affitto del terreno necessarioper la produzione di foraggi e lo smaltimento liquami) per ladurata economica residua della struttura zootecnica.Pare giusto considerare un tempo finito e pari alla durataeconomica residua della struttura zootecnica aziendale, per-ché l’indennizzo non è da confondere con una rendita infini-ta, intesa in senso finanziario.Anche questo danno non può certo essere conglobato nelminor valore fondiario post esproprio, ma deve essere sti-mato, a parte, e riconosciuto al titolare dell’impresa.

INDENNIZZI PER DANNI ALL’IMPRESA

espropriative del nostro Paese sono si-mili a quelle europee, con indennizziindubbiamente più adeguati ai sacrificiimposti ai proprietari.

Nei Collegi Tecnico Arbitrali oggi sistimano i valori venali dei beni oggettod’esproprio, senza assurdi automati-smi tabellari, in base alle condizioni

giuridiche e fattuali di ogni proprietà,ottenendo così equi indennizzi propor-zionali ai danni realmente sofferti, co-me succede in tutt’Europa.

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24 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/201429 aprile 2014

Bruciare rami e ramaglieè reato, ma non per tutti

Se dagli enti locali arrivano norme “diverse” da quelle nazionali

DI FRANCESCO MARIO AGNOLI

L’ antica pratica agricola di bru-ciare nei campi stoppie, rama-glie, avanzi di potature, residui

vegetali in genere, è stata sempre circon-data da alcune cautele per il timore che,sfuggendo al controllo, potesse divenirecausa d’incendi.

Ma la si è sempre ritenuta un’attivitàlecita. Da qualche anno non è più que-stione del pericolo d’incendio, perché lastessa pratica ha assunto, di per sé, inquanto tale, rilevanza penale, dapprimacome contravvenzione, comunque san-zionata anche (in via alternativa) con pe-na detentiva, per divenire poi, in un cre-scendo wagneriano, un vero e propriodelitto, che comporta la reclusione dadue a cinque anni.

RIFIUTI O MATERIA PRIMASECONDARIA?Il problema è se i residui provenienti daattività di disboscamento, potatura, rac-colta, pulizia di boschi, campi, giardini,aree verdi ecc. integrino la nozione di“rifiuto” di cui all’art. 183, co. 1, lett. a)del Dlgs. n. 152/2006 (“qualsiasi sostan-za od oggetto che rientra nelle categorieriportate nell’allegato A alla parte quartadel presente decreto e di cui il detentoresi disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo didisfarsi”) e vadano come tali trattati.

La risposta positiva è contenuta nelcosiddetto “Codice ambientale” (Dlgs.n. 152/2006), che all’art. 184 classificacome “urbani” i “rifiuti vegetali prove-nienti da aree verdi, quali giardini, par-chi e aree cimiteriali” (comma 2/letterae) e come “speciali” “i rifiuti da attivitàagricole e agro-industriali ai sensi e pergli effetti dell’art. 2135 cod. civ.” (comma

3/lettera a). Dal momento che viene ri-chiamato l’art. 2135 del codice civile, chedisciplina le attività agricole, non vi èdubbio a quali residui di lavorazione sifaccia riferimento.

In via di principio si tratta, quindi, di“rifiuti” nel senso proprio del termine,che debbono essere smaltiti secondo leapposite procedure previste, a secondadella loro classificazione (urbani o spe-ciali), che nel caso si fonda, più che sullaloro natura, sulla loro provenienza (giar-dini, aree verdi urbane, parchi, cimiterioppure imprese agricole).

Da parte dei produttori agricoli con-travvenzionati per avere bruciato stop-pie e ramaglie sui loro campi con l’inten-to poi di utilizzare la cenere per la conci-mazione dei campi si è tentato di farericorso o all’art. 183 del Codice ambien-tale, che fra le altre cose prevede la possi-bilità della prevenzione, cioè di misureadottate per evitare che “una sostanza,un materiale o un prodotto diventi rifiu-to” ad esempio “attraverso il riutilizzodei prodotti o l’estensione del loro ciclodi vita”, o, più spesso, di includere la

cenere fra i “prodotti secon-dari”, che l’art. 181bisescludeva dall’ambito deirifiuti, purché in possessodelle caratteristiche da de-terminarsi con decreto delministro dell’Ambiente diconcerto con la Salute e loSviluppo economico.

LA GIURISPRUDENZAL’art. 181 bis è stato abroga-to dal Dlgs. n. 205/2010,ma già nella sua vigenza la

giurisprudenza, nella scelta fra la quali-ficazione di “rifiuto” e quella di “materiaprima secondaria riutilizzata in settoriproduttivi diversi senza pregiudizio perl’ambiente”, propendeva per il rifiutocon conseguente definizione dell’abbru-ciamento di stoppie e ramaglie quale re-ato di smaltimento non autorizzato dirifiuti speciali non pericolosi di cui al-l’art. 256, co. 1, lett. a), Dlgs. n. 152/2006.In tal senso, in un caso di taglio di albericon conseguente bruciatura di rami, si èpronunciata, confermando la decisionedei giudici di merito (Tribunale e Corted’Appello di Trento) con la sentenza n.46213/2008 la Corte di Cassazione, che,per escludere la riutilizzabilità delle ce-neri in un processo produttivo, si è datacura di precisare che la loro utilizzazionecome concime naturale non trova riscon-tro nelle attuali tecniche di coltivazione.

Con il Dlgs. n. 205/2010 il legislatoreintendeva forse venire incontro a unaparte delle istanze dei produttori agrico-li attraverso una più puntuale distinzio-ne fra rifiuto e sottoprodotto o materiaprima secondaria di provenienza agrico-

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n. 17/2014 [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] Terra e Vita 2529 aprile 2014

la. È stato così introdotto nel “Codiceambientale” un nuovo articolo (184/bis)ed è stato modificato il testo dell’art. 185per escludere dalle procedure di smalti-mento rifiuti “paglia, sfalci e potature,nonché altro materiale agricolo o foresta-le naturale non pericoloso utilizzati inagricoltura, nella selvicoltura o per laproduzione di energia da tale biomassamediante processi o metodi che non dan-neggino l’ambiente né mettono in peri-colo la salute umana”.

Ne è risultato però un aggravamentoper quanto riguarda la pratica dell’ab-bruciamento, in quanto ne deriva, alcontrario, che in questo caso paglia, ra-maglia ecc. continuano a essere conside-rati “rifiuti” o comunque a essere sotto-posti ai processi di smaltimento per que-sti previsti dal momento che ardendolinon si produce energia (nel senso volutodalla legge, anche se il fuoco è indubbia-mente una forma - spesso terribile – dienergia) e nemmeno si ottiene un pro-dotto utilizzabile in agricoltura se si ac-cede alla tesi della Cassazione (per il ve-ro molto discutibile), che esclude dallabuona tecnica agraria l’impiego delle ce-neri come concimante naturale.

IL DECRETO TERRA DEI FUOCHISu questa situazione si è innestato, ag-gravandola per quanto riguarda la natu-ra del reato (da contravvenzione a delit-to) e la misura della pena, il Dl. n.136/2013 (convertito con L. n. 6/2014).Questo provvedimento, nell’intento direprimere le vicende criminose e danno-se dal punto di vista ambientale, dellacosiddetta “Terra dei fuochi”, in Cam-pania, ha introdotto nel Codice ambien-tale il nuovo reato di “Combustione ille-cita di rifiuti” che, nella sua ipotesi base(sono previste aggravanti e +sanzionatealtre attività connesse), punisce con lareclusione da due a cinque anni “chiun-que appicca il fuoco a rifiuti abbandona-ti ovvero depositati in maniera incon-trollata in aree non autorizzate” (va me-glio per i rifiuti vegetali “urbani”,provenienti cioè da giardini, aree verdi,cimiteri, che se la cavano con una purrobusta sanzione pecuniaria di naturaamministrativa).

CONFLITTI DI COMPETENZAI produttori agricoli e le loro associazionihanno accolto con favore gli interventi dialcuni enti locali, Regioni e Comuni, chehanno cercato di venire incontro alle esi-genze degli agricoltori (vedi box).

Rimane tuttavia il contrasto, indub-biamente grave sotto vari profili a comin-ciare dalla certezza del diritto, fra questiprovvedimenti regionali e una legge na-zionale, che deve necessariamente preva-lere tanto più che nella maggioranza deicasi i provvedimenti locali hanno naturaamministrativa. Problema che comunquepermane, anzi si aggrava per la maggioredifficoltà di individuare la normativa ef-fettivamente applicabile, quando, comenel caso del Veneto, la Regione intervienecon una propria legge. Difatti l’art. 117della Costituzione attribuisce sì alle Re-gioni la potestà legislativa in materiaagricola, ma provvedimenti di questo ge-

nere (in particolare quello della “Terra deifuochi”) coinvolgono anche aspetti di le-gislazione concorrente Stato-Regioni (sa-lute e sanità) o addirittura di competenzaesclusiva dello Stato. Basti pensare, perquest’ultimo punto, al provvedimento ri-guardante la “Terra dei fuochi”, che hamotivazioni, oltre che ambientali, di ordi-ne pubblico e sicurezza, e alla conseguen-te difficoltà di ammettere la legittimità diun intervento modificativo della Regionepiù di ogni altra interessata, la Campania,alla quale tuttavia non potrebbe esserenegata la relativa competenza legislativaqualora la si riconosca alle altre Regioni.

Se n’è mostrato perfettamente consa-pevole il governatore del Veneto, LucaZaia, che, pur promuovendo il varo diuna legge regionale, si è augurato che ilgoverno si affretti a «proporre una leggenazionale per evitare di complicare inu-tilmente la vita alla gente».

L a gravità delle sanzioni che colpisconoin tal modo gli agricoltori rimasti fedelia una pratica supportata da una secola-

re tradizione ha determinato già prima delprovvedimento “Terra dei fuochi” e in misuraancora maggiore dopo la sua entrata in vigo-

re, l’intervento degli enti locali, in particolare Regioni e Comuni. Così inLombardia si è ribadito che la combustione all’aperto di materiale diorigine vegetale è vietata nel periodo che va dal 15 ottobre al 15 aprile(periodo di maggiore criticità per l’inquinamento atmosferico), così impli-citamente, ma necessariamente ammettendola negli altri periodi. La Ligu-ria ha espressamente escluso che i residui vegetali vadano classificaticome rifiuti e ne ha consentito l’“abbruciamento controllato, nel rispettodelle norme per la prevenzione degli incendi”. Dopo il varo del decreto“Terra dei fuochi”, sono intervenute la Regione Sicilia per consentire, condeterminate cautele, la bruciatura dei residui vegetali, e la Regione Venetocon un apposito disegno di legge, che affida ai Comuni il compito didisciplinare con i propri regolamenti di polizia rurale “la combustione

controllata sul luogo di produzione deiresidui vegetali”.

In altri casi si è proseguito nell’ap-plicazione dei regolamenti locali. È ilcaso, in Toscana, del Comune di Massa,il cui Regolamento del verde pubblicoe privato prevede che per bruciarescarti derivanti da attività agricole e digiardinaggio si debba richiedere al Sin-daco un’autorizzazione con domandain carta semplice. F.M.A.

TERRITORIORegioni e ComuniVale il fai da te

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26 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/201429 aprile 2014

Ok all’attività extragricolase limitata e non prevalente

Sia in termini di reddito che di tempo impiegato

presso un’azienda metalmec-canica. Ho già sottoposto ilmio caso all’associazione di ca-tegoria cui mio padre è iscrit-to, fornendo loro anche gliestremi di una circolare delministero del Lavoro (n.37/0010478 del 10/6/2013) lacui interpretazione ci vede di-scordi. Ritengo che il mio casonon sia isolato in quanto l’etàdei Cd proprietari di piccoli

poderi aumenta e la redditività non permetteai più di lasciare un lavoro dipendente perassumere la conduzione dell’azienda.

È coltivatore diretto colui che svolgel’attività di coltivazione materiale delfondo, con abitualità e prevalenza, perimpegno lavorativo e reddito ricavato(artt. 1 e 2 L. 1047/57). Ai sensi dell’art. 2della L. 9/63, il requisito dell’abitualitàsi ritiene sussistere quando l’attività siasvolta in modo esclusivo o prevalente,intendendosi per attività prevalentequella che occupi il lavoratore per ilmaggior periodo di tempo nell’anno ecostituisca la maggior fonte del reddito.Relativamente ai requisiti di cui sopra,così si esprime la giurisprudenza: “Pre-supposti per l’iscrizione negli elenchi dei col-tivatori diretti sono, in primo luogo, la diret-ta, abituale e manuale coltivazione del fondoovvero il diretto ed abituale allevamento egoverno del bestiame, dovendosi intendererealizzato il requisito dell’abitualità quandole suddette attività vengano svolte in modoesclusivo o almeno prevalente, e cioè quando

ritenuto di poterlo identificare nel soloreddito agrario secondo una consuetudi-ne e una prassi consolidata nell’operatodell’ex SCAU. Conseguentemente a ciòpossiamo dire che l’attività lavorativaesterna non è preclusa ma dovrà esserelimitata e non prevalente sia in terminidi reddito che di tempo impiegato (gior-nate retribuite). Per una quantificazionesoggettiva dei limiti operativi consiglia-mo di rivolgersi a un patronato.

Luciano Boanini

COLLABORAZIONE FAMILIAREContemporanea a lavoro dipenden-te: si presume sia “occasionale”Sono figlio di un coltivatore diretto in pen-sione e conduco l’azienda di famiglia (circa20 ha) con l’aiuto di mio padre e dei mieifratelli. Mio padre continua a pagare i contri-buti Inps ed è formalmente il conduttore del-l’azienda. Io “vorrei” essere riconosciuto co-me coadiuvante/collaboratore familiare, an-che per rappresentarlo nelle associazionicooperative dove conferiamo i prodotti agri-coli. Sono dipendente a tempo indeterminato

Suppongo, in quanto nel quesito nonè scritto, che il lettore sia iscritto nellagestione Inps lavoratori autonomi nellaposizione Cd come coadiuvante del pa-dre e che voglia effettuare saltuariamen-te attività di lavoratore dipendente. Se ècosì, debbo dire che l’Inps ha trattato lequestione nella circolare 177/2003. La L.n. 9/63 all’art. 2, 2° comma, introduce, aifini della valutazione dei requisiti perl’iscrizione alla gestione, il criterio della“prevalenza” nella parte in cui recita: “ilrequisito dell’abitualità nella diretta e ma-nuale coltivazione dei fondi e nell’allevamen-to --omissis --si ritiene sussistente quando isoggetti --omissis..si dedicano in modo esclu-sivo o almeno prevalente a tali attività”. Nelsuccessivo 3° comma la norma precisa:“per attività prevalente, ai sensi di cui alprecedente comma, deve intendersi quellache impegni il coltivatore diretto e il mezza-dro o colono per il maggior periodo di temponell’anno e che costituisca per essi la maggio-re fonte di reddito”. È di tutta evidenza chela norma appare più restrittiva rispettoalla precedente dizione dell’art. 1 dellacitata L. n. 1047/57 perché presuppone ilperfezionamento del requisito perl’iscrizione alla gestione non più sullabase di un criterio “semplicistico” di abi-tualità, bensì tenendo presente due ordi-ni di fattori a valenza annuale:- tempo impiegato nell’azienda;- fonte di maggior reddito che deve deri-vare dall’attività esercitata in azienda.Poiché la L. n. 9/63 non definisce il red-dito derivante da attività agricola da va-lutare ai fini della prevalenza, finora si è

S ono iscritto all’Inps come coadiuvante nell’azienda agricola diproprietà di mio padre di circa 15 ettari coltivati a frutteto eseminativi.

È possibile svolgere saltuariamente attività di lavoratore dipenden-te ad es. come lavoratore interinale, o a tempo determinato pressoun’azienda? R.F. - email

FILO DIRETTO CON L’ESPERTO

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n. 17/2014 [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] Terra e Vita 2729 aprile 2014

esse impegnino il coltivatore per il maggiorperiodo di tempo nell’anno e costituiscano lasua maggior fonte di reddito. È necessarioaltresì che l’effettiva prestazione di lavoro delcoltivatore non sia inferiore a un terzo diquella occorrente per le normali necessitàdelle coltivazioni del fondo e per l’allevamen-to e il governo del bestiame e che la lavorazio-ne del fondo richieda un fabbisogno di mano-dopera non inferiore a 104 giornate lavorati-ve annue, da intendersi come numero minodi giornate lavorative prestate dal coltivato-re”. Così la cassazione, con sentenza n.4810/95, sui requisiti di cui all’art. 3 del-la L. n. 9/63.Per inciso, la circolare ministeriale del10/6/2013 (n. 37 del ministero del Lavo-ro) ben chiarisce che la contemporaneasussistenza di rapporti di collaborazionefamiliare e lavoro dipendente presso ter-zi genera una presunzione di “occasio-nalità” della collaborazione, presunzio-ne che può essere vinta con la provacontraria, che, peraltro nel caso del letto-re, dovrebbe comunque portare a dimo-strare la sussistenza della “prevalenza”dell’attività agricola sull’attività subor-dinata, sia per il requisito del tempo chedel reddito.

Massimo Mazzanti

NUOVA ATTIVITÀL’allevamento di cani è a tuttigli effetti un’attività agricolaVorrei aprire un allevamento di cani, possie-do un terreno di mq 3.500, con destinazioneagricola. Vorrei sapere l’iter da seguire, e seesistono dei finanziamenti.

In ossequio allaL. n. 349/93, il letto-re potrà aprireun’attività agricolaex art. 2135 c.c. dedi-ta all’allevamento,alla selezione e al-l’addestramento dicani.Infatti, l’attività cinotecnica è a tutti glieffetti, grazie alla legge succitata, un’atti-vità agricola purché “i redditi che ne deri-vano siano prevalenti rispetto a quelli di altreattività economiche non agricole svolte dallostesso soggetto” (art.1, co. 1).

- coesistenza di un rapporto di lavoropubblico e privato e un’attività di lavoroagricolo autonomo (Cd o Iap) o impren-ditoriale agricola;- coesistenza di un rapporto professiona-le e un’attività imprenditoriale agricola.Per il primo gruppo di casistiche vige, ingenerale, un principio che si fonda sullenorme codicistiche (artt. 2104- 2105 c.c.)in tema di diligenza, fedeltà e concorren-za; il lavoro pubblico è incompatibile conl’esercizio di altri rapporti privatistici.Per quanto attiene il lavoro privato, lacoesistenza è possibile previa autorizza-zione, dovendosi peraltro ipotizzare latrasformazione degli eventuali rapportia tempo indeterminato in part–time. Piùsemplice la coesistenza di rapporti a ter-mine. In ipotesi di coesistenza si avràuna doppia contribuzione Inps.Venendo alla seconda fattispecie, la coe-sistenza tra rapporti di lavoro ed eserci-zio dell’impresa è meno complessa salvoper i dipendenti pubblici: per questi in-fatti, è ipotizzabile la coesistenza dei dueambiti lavorativi purché l’attività d’im-presa, anche agricola, non sia prevalen-te; in ogni caso l’attività può essere svol-ta previa autorizzazione del datore.La mancanza di prevalenza non fa insor-gere l’obbligo assicurativo Inps.In merito ai requisiti del Cd si vedano iquesiti precedenti.Per quanto riguarda lo Iap invece tresono i requisiti richiesti: professionalità;tempo dedicato; reddito ricavato (fonteprincipale). Qualora il soggetto eserciticontemporaneamente più attività, è ne-

“Non sono comun-que imprenditoriagricoli gli allevato-ri che producononell’arco di un announ numero di caniinferiore a quello de-terminato, per tipi oper razze, con decre-to del ministro del-l’Agricoltura e delleforeste ...” (art. 1,comma 3).Con il successivoDm. del 28/1/94,è stato dispostoche: “Non sono imprenditori agricoli gli al-levatori che tengono in allevamento un nu-mero inferiore a cinque fattrici e che annual-mente producono un numero di cuccioli infe-riore a trenta unità”.Dopo aver inquadrato l’attività dal pun-to di vista normativo, sarà necessarioaprire una p. Iva e rispettare tutti i conse-guenti adempimenti di carattere ammi-nistrativo, fiscale ecc., nonché di caratte-re sanitario previsti dal servizio veteri-nario dell’Usl di competenza.Per quanto concerne, infine, i finanzia-menti, è opportuno verificare se si puòadire a qualche misura del Psr.

Rosaria Traverso

DOPPIA ATTIVITÀLa doppia contribuzione èda rapportarsi alle varie gestioniUn lavoratore dipendente (pubblico o priva-to) a tempo indeterminato che apre una dittaindividuale agricola (con p. Iva e Cciaa spec.

agricola) è obbligato aiscriversi anche allagestione previdenzia-le Inps agricola?

Il tema delladoppia attività, ecorrelativamente

della doppia contribuzione, rispetto alleprofessioni agricole, è da rapportarsi allevarie gestioni. In generale, tre sono leprincipali fattispecie:- coesistenza di un rapporto di lavoropubblico o privato e un’attività di lavoroagricolo subordinato,

*DECRETO 28 GENNAIO 1994“Definizione di “imprenditore agricolo”, ai sen-si dell’art. 2, comma 3, della legge 23 agosto1993, n. 349, recante: “Norme in materia di atti-vità cinotecnica” (G.U. n. 40 del 18/2/1994).

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28 Terra e Vita [ LEGGI, LAVORO E FISCO ] n. 17/201429 aprile 2014

cessario, quindi, determinare quale sial’attività prevalentemente esercitata in ri-ferimento al tempo e al reddito ricavato.Sulla base della prevalenza si avrà l’ob-bligo della contribuzione Inps agricola.In caso di coesistenza tra un’occupazionea tempo parziale subordinata e la preva-lente attività agricola si avrà una doppiaiscrizione previdenziale e una doppiacontribuzione.Relativamente alla terza e ultima casisti-ca, sempre fatto salvo il criterio della pre-valenza, si dovrà far riferimento alle re-gole di ogni singolo ordine professionale.A puro titolo esemplificativo, si osservacome l’avvocato non possa esercitare l’at-tività agricola se effettuata a livello diIap. Un recente provvedimento del Con-siglio nazionale forense (CNF) ha stabili-to l’incompatibilità tra l’esercizio dell’av-vocatura e la qualifica di Iap. Secondo ilCNF, al piccolo imprenditore agricolomanca “quel quid pluris, rappresentato, ades., da un’organizzazione aziendale molto ar-ticolata, o dallo smercio di prodotti chiara-mente eccedenti quelli prodotti dal fondo, o,anche, da una rilevante trasformazione delprodotto naturale, da cui si possa arguire cheil carattere predominante dell’attività intra-presa è l’esercizio del commercio, anziché ilmero sfruttamento delle risorse terriere”.

Massimo Mazzanti

ATTIVITÀ CONTO TERZIPossibile se resta nei limiti di un’at-tività agricola connessa di serviziSono titolare di un’azienda agricola. Possosvolgere attività di conto terzi presso un’altraazienda agricola molto più grande?

Per rimanere nell’ambito agricolo, enon ricadere in quello artigianale/com-merciale, il lettore dovrebbe svolgere l’at-tività di conto terzi nei limiti di un’attivi-tà agricola connessa di servizi; è tale, se-condo la definzione dell’art. 2135 c.c.,l’attività diretta alla fornitura di beni oservizi mediante l’utilizzazione preva-lente di attrezzature o risorse dell’azien-da normalmente impiegate nell’attivitàagricola esercitata. Pertanto, è necessarioche siano utilizzate prevalentemente at-trezzature o risorse che normalmente so-no impiegate nell’attività agricola princi-

pale. Ciò significa che è possibile avvaler-si anche di attrezzature utilizzateesclusivamente per la prestazione di que-sti servizi, ma è necessario che le attrezza-ture normalmente impiegate nell’attivitàagricola siano prevalenti, con riguardo alfatturato ottenuto dall’impiego di ogniattrezzatura (circ. n. 44/E del 15/11/2004agenzia delle Entrate); inoltre, nell’effet-tuare tale confronto, non si devono inclu-dere tra le attrezzature normalmente im-piegate nell’attività agricola beni le cuipotenzialità siano sproporzionate rispet-to all’attività agricola svolta o che nonsono necessari allo svolgimento dellastessa. In ogni caso, l’attività di fornituradi servizi non deve assumere per dimen-sione, organizzazione di capitali e risorseumane, il carattere di attività principale.Dal punto di vista della tassazione, leattività connesse di servizi sono tassatein modo forfettario:Irpef: è tassato il 25% dei corrispettivi;Iva: l’imposta dovuta è pari al 50% del-l’Iva applicata alle operazioni attive;Scritture contabili: devono essere tenuti iregistri previsti dalle norme Iva.

Barbara Segato

PENSIONATOLe somme percepite per la pensionenon rientrano nel reddito da lavoroUn pensionato di 82 anni detiene terreniagricoli (noccioleto) di circa 7.000 mq in areamontana. È titolare di p. Iva e in regime diesonero e non è iscritto nel Registro imprese.Nel periodo della raccolta si avvale di quattro

braccianti per un totale di circa 200 giornatelavorative. Deve essere iscritto alla gestioneInps dei Cd e nel Registro imprese? Il fattoche non presti direttamente attività lavorati-va nel fondo ha delle implicazioni?

Per i lavoratori autonomi agricoli cherivestono la qualifica di Cd o Iap sonoprevisti specifici obblighi contributiviobbligatori. Nel quesito non è chiaro se illavoro svolto per la coltura del fondo siaeffettuato esclusivamente o prevalente-mente da braccianti non facenti parte delnucleo del coltivatore. In caso affermati-vo, mancherebbe il requisito della colti-vazione diretta del fondo.Un obbligo contributivo potrebbe esseresussistente anche qualora il lettore fosseassimilabile a un Iap. Con riferimento alquesito si precisa che le somme percepitea titolo di pensione non vanno computa-te nel reddito da lavoro (viene considera-to quello dichiarato ai fini fiscali). Peral-tro, per le aziende ubicate in zone svan-taggiate o zone montante, la soglia direddito rilevante è abbassata al 25%.Con riferimento all’obbligo di iscrizionenel Registro delle imprese è previstol’esonero nel caso di volume d’affari nonsuperiore a € 7.000.

Luca Andretta

DOVE INVIARE I QUESITINew Business Media SrlPiazza Galileo Galilei, 6 - 40123 Bolognafax: 051-6575856e-mail: [email protected]

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n. 17/2014 [ ATTUALITÀ/REGIONI ] Terra e Vita 2929 aprile 2014

PIEMONTE Coinvolte 7.800 aziende su 850 ettari

Schedario vitivinicolo,riassegnati i primidiritti di reimpianto

I l Piemonte approva l’ag-giornamento dello scheda-rio vitivinicolo regionale e

riassegna i primi diritti di reim-pianto: si chiude così un percor-so avviato e concordato nel 2011con cui si prevedeva, a frontedell’obbligo comunitario di alli-neare le superfici vitate al Gis,un percorso volto a recuperare idiritti di reimpianto eventual-mente persi con la ridetermina-zione delle superfici e la riasse-gnazione del diritto all’impresaagricola medesima.

Un lavoro non semplice:ogni vigneto storicamente pre-sente negli archivi cartacei, altempo misurato coi sistemi tra-dizionali, è stato sottoposto a unprocedimento di ridetermina-zione, appunto con l’ausilio delgis, e in ottemperanza alle nuo-ve regole comunitarie. Sono 850gli ettari di vigneto riassegnati aoltre 7.800 aziende; i restanti losaranno nei successivi 120 gior-

ni, fino a raggiungere una su-perficie di oltre 1.400 ha.

«Il piano operativo concor-dato con le organizzazioni agri-cole – commenta l’assessore re-gionale all’agricoltura ClaudioSacchetto – prevedeva che i di-ritti derivanti da misurazioniprecedenti rimanessero a dispo-sizione delle aziende per evitarealle stesse di perdere diritti direimpianto dopo averli acqui-stati in passato, senza avere al-cuna responsabilità in quantogli stessi derivavano da misura-zioni effettuate dalle pub-bliche amministrazioni. Ilcompletamento del pia-no operativo ci consen-te di mantenere il po-tenziale vitivinicolo pie-montese intatto,anche a seguito del-l’allineamento Gis,dando alle imprese lesuperfici perse con lo stesso».

Jacopo Fontaneto

LOMBARDIA Colpiti prodotti orticoli e kiwi

Grandinata sui campi del Mantovano

P ioggia di chicchi di ghiaccio sui campi del Manto-vano al confine con il Cremonese. Coinvolta la

zona a sud est della regione. Secondo una rilevazionedella Coldiretti Lombardia, le fasce maggiormente col-pite sono state attorno a Viadana, nell’alto Mantovanoe nei prezzi di Goito. Coinvolti campi con piantine dipomodoro, di meloni, di angurie e nei frutteti di kiwi.

L’area dei comuni di Viadana, Commessaggio eSabbioneta – spiega la Coldiretti Lombardia – ha su-bìto lievi danni alle colture orticole e frutticole. A VoltaMantovana e Roverbella la grandine ha creato qualcheproblema al kiwi, danneggiando le foglie. Sui campi diRivalta e Ceresara (zona goitese) la grandinata è stataintensa ma per fortuna con chicchi molto piccoli. T.V.

FRIULI-VENEZIA GIULIA Un’attività della Cciaa

Promozione e internazionalizzazione

N ell’ambito delle attività di promozione del com-parto agroalimentare friulano (produzione e tra-

sformazione di prodotti alimentari), la Camera diCommercio di Udine ha organizzato una due

giorni a Vienna (il 21 e 22 maggio), con l’obiet-tivo di favorire i processi di internazionalizza-zione delle imprese e promuovere il territoriofriulano, sensibilizzando il bacino di potenzia-

li clienti finali. La vicinanza di questo Paesecon il Friuli Vg rende questo mercato moltoappetibile. Anche i dati sull’andamento delmercato sono incoraggianti: nel 2013 il Pil

austriaco si è attestato intorno a un +0,4% e per il 2014si prevede una crescita dell’1,6%. Adriano del Fabro

LIGURIA Domande aperte fino al 30 giugno

Riapertura bandi Psr 2007-2013

A ncora una riapertura dei termini per la presenta-zione delle domande di aiuto inerenti alcune mi-

sure del Psr 2007-2013. Questa volta è toccato a quellarelativa all’accrescimento del valore aggiunto dei pro-dotti agricoli e forestali; gli obiettivi sono quelli dimigliorare la remunerazione della materia prima aiproduttori di base; incentivare la commercializzazionedei prodotti agricoli e forestali primari; potenziare l’in-troduzione di tecnologie innovative finalizzate a ri-spondere a nuove opportunità di mercato. L’aiuto pre-visto è concedibile nell’intero territorio regionale. Lerisorse finanziarie ammontano a 4.258.854 € e le do-mande possono essere presentate al Settore ispettoratoagrario regionale entro il 30 giugno. Isabella Puma

PIEMONTE Un prodotto monoflorale di acacia

Arriva la dop per il Miele Varesino

I l Miele Varesino è Dop: notizia attesa per uno deiprodotti più rappresentativi della provincia preal-

pina. Il risultato consente di portare a 262 il numerodelle Dop e Igp italiane registrate in ambito comunita-rio, rinsaldando la posizione di primato del Paese.

Come riporta il disciplinare, il “Miele Varesino” èun miele monoflorale di acacia a elevato grado dipurezza. Il miele è peculiarmente liquido e presenta uncolore chiaro, da trasparente a giallo paglierino, unodore leggero e delicato, privo di odori marcati e unsapore molto dolce. La zona geografica di produzionesi estende ai piedi delle Alpi, tra i fiumi Ticino edOlona e tra i laghi Maggiore e di Lugano e corrispondealla Provincia di Varese. J.F.

NORD

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30 Terra e Vita [ ATTUALITÀ/REGIONI ] n. 17/201429 aprile 2014

VENETO Trenta milioni per insediare i giovani

Ammodernamentoaziende agricole,arrivano 60 milioni

L a Giunta veneta ha ap-provato il Bando che met-te a disposizione 60 mi-

lioni di euro complessivi perl’anno corrente, finalizzati al-l’ammodernamento delle im-prese agricole. «Dopo il parereespresso dalla Commissioneconsiliare – ha ricordato l’asses-sore Franco Manzato – abbiamodato il via formale all’iniziativa,che punta su due fronti: 30 mi-lioni per insediare giovani un-der 40 come titolari di nuoveaziende; 30 milioni per ammo-dernare strutture aziendali esi-stenti. Per ciascuna di queste te-matiche, 7,5 milioni sono riser-vati alla montagna, alla qualedunque andranno 15 milioni:un quarto della disponibilità to-tale». La scadenza delle doman-de è stata fissata al 30 giugnoprossimo.

Per quanto riguarda i giova-ni, il bando fa riferimento allamisura 112 “Insediamento di

giovani agricoltori” del Psr2007-2013, che prevede anche lapossibilità di sostenere e svilup-pare le capacità imprenditorialiprofessionali mediante la cosid-detta “progettazione integrata”,che comprende più misure delPsr. Tra queste ci sono la misura121, azione Pgb“Ammoderna-mento delle aziende agricole”che consente di intervenire nel-la ristrutturazione aziendale, lamisura 111 azione 3 “Interventidi formazione individuale inazienda” e la misura 114 azione1 “Servizi di consulenzaagricola rivolti agli im-prenditori agricoli”.

Quanto all’“Ammo-dernamento delle a-ziende agricole”, si trat-ta invece della solamisura 121, alla qualepuò ricorrere la gene-ralità degli imprendi-tori agricoli, non solo i giovani.

Daniela Del Zotto

VENETO Innovazione proposta da Avepa

Meno burocrazia con la firma digitale

A vepa ha presentato al Vinitaly due innovazionifinalizzate a eliminare o ridurre la burocrazia. Si

tratta della firma grafometrica per la sottoscrizione deidocumenti digitali e di un portale innovativo a servi-zio degli utenti dell’Agenzia.

I due strumenti sono stati presentati direttore Fa-brizio Stella, presente lo stesso governatore del Vene-to Luca Zaia, che ha firmato per primo “digitalmente”i documenti di Avepa. Nell’occasione sono state conse-gnate le prime tavolette grafiche per la firma digitale airappresentanti dei Centri di assistenza agricola con-venzionati con Avepa. Questi ultimi hanno firmato“virtualmente” il verbale di consegna, che arriveràloro in originale in posta elettronica.. D.D.Z.

EMILIA-ROMAGNA Iniziativa sostenuta dal Cso

Parte il Progetto ortofrutta d’Italia

I l calo dei consumi di frutta e verdura è una perico-losa tendenza degli ultimi anni, con riflessi estre-

mamente negativi anche sul benessere. Parte da qui ilProgetto Ortofrutta d’Italia, iniziativa del Cso per darevalore e visibilità al sistema produttivo organizzatonazionale fatto di imprese eccellenti, di tecniche pro-duttive all’avanguardia, di innovazione, di rispettoper l’ambiente, di qualità intesa nel senso più ampiodel termine, di forza lavoro in crescita. Nei primi dueanni il Progetto ha raggiunto, con le attività di comuni-cazione, oltre 80 milioni di contatti utili grazie allecampagne sulla stampa nazionale e sul web, mentre daquest’anno l’attività sarà realizzata nei reparti orto-frutta e rivolta direttamente ai clienti. T.V.

EMILIA-ROMAGNA Online modello delle Entrate

Sisma 2012, credito d’imposta al via

L’ agenzia delle Entrate ha reso disponibile onlineil modello per prenotare il credito d’imposta per

le imprese danneggiate dal sisma del 20 e 29 maggio2012. Le imprese e i lavoratori autonomi locali che pereffetto del sisma hanno subìto la distruzione o l’inagi-bilità dell’azienda, dello studio professionale, o la di-struzione di attrezzature o di macchinari utilizzati perla loro attività, potranno fruire del credito per utiliz-zarlo in compensazione nel caso abbiano sostenuto, osostengano entro il 30 giugno prossimo, costi per rico-struire, ripristinare o sostituire i beni distrutti o dan-neggiati. Tale agevolazione spetta anche alle impreseubicate nei territori indicati all’art. 1, co. 1, del Dl.74/2012, che, pur non beneficiando dei contributi aifini del risarcimento del danno, sono tenute al rispettodegli adempimenti finalizzati al miglioramento sismi-co degli edifici (art. 3, co. 10 dello stesso Dl).

La richiesta del credito d’imposta va presentatatelematicamente alle Entrate (direttamente o tramite isoggetti incaricati): dal 14 aprile al 30 giugno, per icosti sostenuti negli anni 2012 e 2013;

- nel 2015, dal 2 febbraio al 30 aprile, per i costisostenuti nel 2014 e per quelli non indicati nelle

eventuali richieste presentate in precedenza.La misura del credito d’imposta spettante è

determinata sulla base del rapporto tra l’am-montare delle risorse stanziate e l’ammontare

del credito richiesto ed è resa nota medianteprovvedimento delle Entrate. Il creditod’imposta è utilizzabile esclusivamente incompensazione, a decorrere dal giorno dopo

a quello della pubblicazione del provvedimento chedetermina la % del credito attribuito. T.V.

NORD

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n. 17/2014 [ ATTUALITÀ/REGIONI ] Terra e Vita 3129 aprile 2014

TOSCANA Messo a punto da Sèrge Genomics

Brevetto per rilevarel’identità geneticadella Cinta senese

I l brevetto per l’identifica-zione genetica della razzasuina è stato messo a punto

da Sèrge Genomics, aziendaspin off dell’Università di Siena,con la collaborazione del Con-sorzio di Tutela della Cinta se-nese e della Provincia di Siena. Ilbrevetto è stato presentato pres-so la Provincia di Siena alla pre-senza di Monica Scali di SèrgeGenomics, Simone Bezzini,presidente della Provincia, An-na Maria Betti, assessore pro-vinciale all’Agricoltura e svi-luppo rurale e Chiara Santini,presidente del Consorzio di tu-tela della Cinta senese. Il brevet-to riguarda un metodo basatosull’analisi del Dna, che permet-te di stabilire in un campioneanalizzato la distanza geneticadella razza suina Cinta senese,mediante il suo confronto con ilgenotipo della razza. Il percorsoper mettere a punto il brevettoha portato a selezionare e con-

frontare geneticamente animaliappartenenti alla razza Cinta se-nese, da altre razze suine, qualiLandrace, Large White, Duroc,Hampshire, incroci tra la razzaLarge White e Landrace ed in-croci tra la razza Landrace eCinta senese. L’analisi ha per-messo di estrapolare nei maialidi Cinta senese un “genotipoconsenso” che si è distinto dalgenotipo delle altre razze suinee degli incroci e ha posto le basiper l’attuazione di un sistema ditracciabilità analitica lungo la fi-liera di produzione. Il bre-vetto è il risultato di unlavoro iniziato qualcheanno fa che ha permes-so di definire i caratterigenetici minimi checonsentono di identi-ficare la razza Cintasenese (genotipo) ed ilgrado di variabilitàgenetica all’interno della razzastessa. Roberto Sorrentino

TOSCANA Partono le assunzioni “condominiali”

Un dipendente per più aziende

L e aziende agricole potranno unirsi nel fare assun-zioni e un unico dipendente potrà essere assunto

“in condominio” da più aziende. Il decreto verrà pub-blicato in gazzetta a fine aprile. Questa novità è statapresentata a un recente convegno, svoltosi a Serre diRapolano (Si) sulla fiscalità agricola organizzato dal-l’Unione provinciale agricoltori di Siena. Ad esempio,tre piccole aziende per cui un dipendente a tempopieno o anche part-time è troppo, possono assumereun full-time “in condominio”. Tutta la parte burocrati-ca è a carico di una sola impresa, quella capofila.Un’eventuale ispezione di verifica andrà fatta nel-l’azienda capofila. La responsabilità nei confronti deidipendenti è divisa in parti uguali tra i soggetti. R.S.

MOLISE Domande aperte fino al 15 maggio

Riaperto bando per misure 211 e 212

È stato riaperto in Molise il bando per l’attivazionedelle misure 211, “indennità compensative deglisvantaggi naturali a favore degli agricoltori delle

zone montane”, e 212, “indennità a favore degliagricoltori delle zone caratterizzate da svan-taggi naturali, diverse dalle zone montane”.

Entro il 15 maggio, pertanto, gli imprendi-tori agricoli interessati potranno presentare

domanda utilizzando il modello fornito daAgea. I beneficiari dovranno rispondere adeterminati requisiti e condurre aziende zo-otecniche registrate ai servizi veterinari dei

Distretti sanitari di appartenenza e iscritte nei registriInps e Cciaa. Ilaria Casagrande

SARDEGNA Domande entro il 15/5 e il 9/6

Fondi per la tutela degli habitat

L a misura 214 del Psr “Pagamenti agro ambientali”ha disciplinato una serie di azioni che riguardano

la tutela degli habitat, l’agricoltura bio e integrata e latutela dell’habitat della gallina prataiola. Il fabbisognonecessario per il pagamento delle domande di aiuto èassicurato attraverso due condizioni.

La prima è una dotazione finanziaria residua asse-gnata alla misura 214 del Psr 2007/2013. La seconda ladotazione assegnata dal Psr 2014/2020. L’Assessoratodell’Agricolturainforma che le domande dovranno es-sere presentate entro il 15 maggio. Mentre le domandedi pagamento dell’intervento ”Razze minacciate di ab-bandono” possono essere presentate entro e non oltreil 9 giugno. Maurizio Orrù

TOSCANA Finanziati 11 progetti con 1,34 milioni

Valorizzazione dei prodotti locali

S ono 11 i progetti finanziati dalla Regione Toscana,per un importo di 1,34 milioni € circa, che porte-

ranno soluzioni innovative e valorizzeranno le qualitàsalutistiche, nutrizionali e la rintracciabilità dei pro-dotti agro-alimentari d’eccellenza della Toscana. Il fi-nanziamento della Regione copre il 70% del costo tota-le. L’obiettivo è valorizzare la qualità e la tracciabilitàdelle produzioni toscane, avvalersi delle tecnologie diultimissima generazione, sfruttare le potenzialità e lecaratteristiche delle molecole presenti nei prodottiagro-alimentari della Toscana, per produrre alimentiche fanno bene alla salute, garantire la sicurezza, valo-rizzare il legame del prodotto con il territorio e puntareall’ampliamento della gamma commerciale. R.S.

CENTRO

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32 Terra e Vita [ ATTUALITÀ/REGIONI ] n. 17/201429 aprile 2014

CALABRIA Un bando a favore di 51 aziende

Quattro milioni per il bergamotto

Q uattro milioni di euro per le aziende bergamotti-cole calabresi. La Regione ha destinato questifondi, in seguito ad un bando, a 51 aziende. Per

41 si tratta di investimenti nelle aziende bergamottico-le, mentre per 11 sono fondi a sostegno degli investi-menti per la trasformazione e commercializzazionedel pregiato agrume e dei suoi derivati.

«Le aziende beneficiarie – ha sottolineato l’assesso-re all’agricoltura Michele Trematerra – potranno rea-lizzare investimenti per l’ammodernamento azienda-le, introdurre nuove tecniche di gestione, sostenere lariconversione colturale, l’ampliamento delle superficicoltivate, accelerare l’adeguamento delle produzionialle normative comunitarie in materia di ambiente,sicurezza sul lavoro, igiene, e ottenere un incrementodel valore aggiunto dei prodotti». Vincenzo Canonaco

CAMPANIA Domande aperte fino al 31 maggio

«Vendemmia verde» 2013-2014

E ntro il 31 maggio i viticoltori campani possonoinoltrare le domande di adesione alla misura

“Vendemmia verde 2013/2014”. Il 50% dell’importomassimo del sostegno ad ettaro è di 1.235 € per le uveper vini da tavola, 2.457 € per le uve per vini a Igt e3.112 € per le uve per vini a denominazioni di origine.Questa misura mira a intervenire principalmente sualcune varietà di uva al fine di riequilibrare il mercatoanche nella considerazione che nelle ultime campagneil prezzo medio delle uve Aglianico, Falanghina, Pie-dirosso, Trebbiano, Malvasia e Sangiovese, ha subitosensibili diminuzioni. La quotazione finanziaria asse-gnata alla Regione Campania è pari a 366.129 €. Lavendemmia verde consiste nella distruzione totale deigrappoli ancora non giunti a maturazione entro il peri-odo dell’invaiatura ed è effettuata manualmente op-pure meccanicamente e chimicamente. Questa misuraelimina le eccedenze evitando le crisi di mercato chenegli ultimi anni hanno interessato la provincia diBenevento. Il sostegno a favore della suddetta misuraconsiste nell’erogazione di una compensazione sotto

forma di pagamento forfettario per ettaro che nonsupera il 50% della somma dei costi diretti della

distruzione o dell’eliminazione dei grappoli edella perdita di reddito. La superficie minimaper poter accedere alla misura è pari a 3milamq, mentre quella massima è di 20 ha. La

domanda va presentata tramite le procedurepredisposte da Agea sul portale Sian presso iCentri di assistenza agricola o presso il com-petente Ufficio regionale. R.S.

PUGLIA Distrutto il 40% delle ciliegie precoci

Grandine e venti fortimettono a dura provale campagne pugliesi

P iogge continue, violenteraffiche di vento e fortigrandinate hanno colpi-

to i campi pugliesi devastandociliegi in piena produzione, vi-gneti, mandorleti, agrumeti eortaggi in piena aria, come insa-late e patate. In provincia di Ba-ri, informa il presidente diColdiretti Puglia, Gianni Can-tele, «le grandinate hanno colpi-to duramente il comparto cera-sicolo distruggendo il 40% dellaproduzione della ciliegia piùprecoce, la Bigarreau. In pro-spettiva gravi sono i danni al-l’occupazione: il fabbisogno dilavoro per ettaro di ciliegetospecializzato è pari a circa 600ore, l’85% delle quali assorbitedalla raccolta. In poche ore è sta-to spazzato via il lavoro di tanti,rendendo impossibile per i cera-sicoltori recuperare l’investi-mento effettuato».

Campi allagati e forti ventianche nelle province di Tarantoe Foggia, dove risultano com-promesse le infiorescenze diagrumi e viti e colpiti asparagi ealtre ortive. «L’agricoltura pu-gliese – evidenzia il direttore diColdiretti Puglia, Angelo Cor-setti – sta soffrendo, dall’inver-no fino a primavera inoltrata,continui sbalzi termici che nongiovano alle piante. In poche oresi sono alternate eccezionali on-date di maltempo a temperaturetroppo elevate e fuori stagione:si è passati da 20-25 °C apochi gradi sopra 0 °C perpoi ritornare a tempera-ture quasi estive! L’anti-cipo di maturazione dicirca 20 giorni di diversecolture è stata azzera-ta da grandinate o dacali delle temperatu-re». G. F. Sportelli

SUD

PUGLIA A seguito del trasloco in un altra sede

A rischio la banca del germoplasma

S ono in pericolo le 84mila specie di semi conser-vate nell’Istituto di genetica vegetale (Igv) di

Bari, che costituisce uno degli archivi genetici piùimportanti al mondo: la Banca pugliese del germopla-sma è unica in Italia, seconda in Europa e tra le primedieci al mondo. Oggi un’altra tegola si appresta acadere sulla Banca del Germoplasma: il trasferimentoin un’altra sede. «Salvare la banca del germoplasma èun dovere per questo Stato – dichiara Giuseppe L Ab-bate (M5S), deputato pugliese della CommissioneAgricoltura, che con la collega siciliana Loredana Lu-po (M5S) ha presentato una risoluzione per chiedereal ministro Maurizio Martina un intervento imme-diato –. I costi per il trasloco sono elevatissimi e sitratta di un’operazione complicata che potrebbe met-tere a rischio l’integrità del patrimonio genetico». T.V.

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PneumaticiSPECIALE

Mercato, la quiete dopo la tempestaPAGINA 34

Un treno costoso solo in apparenzaPAGINA 38

Modelli e misure per tutte le necessitàPAGINA 41

COORDINAMENTO DI FRANCESCO BARTOLOZZI

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34 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] n. 17/201429 aprile 2014

Mercato, la quietedopo la tempestaDopo un 2012

difficile, il volume

di pneumatici

nel 2013 in Europa

si è mantenuto

sugli stessi livelli

dell’anno

precedente. Segnali

di ripresa per il 2014

C ontinua a manifestarsi vivace il mercato dei pneumatici agri-coli (vedi anche articolo di pag. 41), nonostante gli alti e bassidegli ultimi anni. Lo scorso anno avevamo sottolineato la

difficoltà nelle vendite, con un calo significativo rispetto all’annoprecedente, ma per fortuna questa “emorragia” si è fermata nel 2013 ea livello europeo il mercato dei ricambi ha segnato una sostanzialestabilità (+1%, dati EuroPool), anche se l’Italia ha registrato una legge-ra flessione. Come sempre cerchiamo di entrare un pochino di più neldettaglio del mercato nostrano, affidandoci quest’anno al preziosocommento di due dei marchi più importanti che sono presenti sulterritorio italiano e che hanno gentilmente risposto alle nostre doman-de (vedi box sottostante).

BRIDGESTONE-FIRESTONE1) Secondo i dati Europool – risponde Andrea Marconcini, Di-

rector, Commercial Product Bridgestone – la domanda di mercato perl’anno 2013 si è dimostrata in linea con l’anno precedente. Il mercato siè mantenuto stabile a fronte di un 2012 davvero impegnativo e sfidan-te, ma abbiamo avuto una crescita nella richiesta dei prodotti radiali.Bridgestone South Region ha assistito a una radializzazione dei mer-cati dell’Est, soprattutto in Romania. Le previsioni 2014 fanno intrave-dere cenni di ripresa sia a livello italiano sia europeo; l’incrementodella domanda nel ricambio resta comunque sotto al 5%, ma lasciaben sperare per un anno decisamente più positivo rispetto al 2013.

2) Il 2012 è stato un anno negativo e il 2013 si è chiuso a pareggio. Levendite Firestone per l’anno passato hanno visto una maggiore per-centuale di prodotto radiale rispetto al convenzionale, con un aumen-to rispetto al 2012. Per quanto riguarda il mercato del primo equipag-giamento, Firestone fornisce da diversi anni lo stabilimento Cnh diJesi con volumi decisamente in crescita . La strategia perseguita alivello europeo si concentra su un forte impegno nel business delprimo equipaggiamento, focalizzando l’attenzione non solo sui clientigià acquisiti, ma ampliando anche la rete dei prospect.

3) La strategia del marchio Firestone è quella di focalizzarsi sulsegmento radiale; nel 2013, a fronte di un mercato stagnante, Firestoneè stata in grado di mantenere stabile la propria quota di mercato. Alivello europeo abbiamo invece assistito a un incremento (oltre 20%)anche grazie ai nuovi prodotti come Combine e XL.

4) I mercati dell’Europa dell’Est sono sicuramente quelli a più altopotenziale di crescita anche grazie al supporto delle politiche agricoleeuropee che stimolano e sostengono l’avvio di attività agricole, favo-rendo l’arrivo di investitori esteri e garantendo quindi un’espansionedel mercato e l’evoluzione nella richiesta del prodotto radiale.

DI FRANCESCO BARTOLOZZI

PneumaticiPneumaticimercato ricambimercato ricambiin Europain Europa20132013

1.668.9211.668.921 n.n.

20122012

1.652.3971.652.397 n.n.

20112011

1.874.8201.874.820 n.n.

Dati Europool*Dati Europool*

* I dati Europool non tengono conto* I dati Europool non tengono contodei costruttori di pneumatici chedei costruttori di pneumatici chenon hanno stabilimenti in Europa.non hanno stabilimenti in Europa.Si stima che al valore EuropoolSi stima che al valore Europoolvadano aggiunti circa 250.000 pezzivadano aggiunti circa 250.000 pezzia livello europeo.a livello europeo.

1) Come si è chiuso il 2013 e come èiniziato il 2014?2) Quante unità complessivamentesono state vendute in Italia nel2013? In percentuale quanti radiali equanti convenzionali? Quanti comeprimo equipaggiamento e quanti co-me ricambi? Ci sono stati dei cam-biamenti per quanto riguarda questeripartizioni (radiali/convenzionali eprimo equipaggiamento/ricambi)?3) Qual è la vostra quota di mercatoin Italia?4) Quali sono i mercati emergentidove lo pneumatico agricolo ha imaggiori spazi di crescita?5) Quanto è cresciuta negli ultimitempi l’attenzione che il cliente agri-colo dedica a un componente impor-tante come lo pneumatico?6) Potete anticipare le eventuali novi-tà che presenterete in occasione diEima 2014?

LE NOSTRE DOMANDE

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n. 17/2014 [ SPECIALE PNEUMATICI ] Terra e Vita 3529 aprile 2014

PneumaticiPneumaticimercato ricambimercato ricambi

in Italiain Italia

20132013

112.500112.500 nn ..

20122012

113.595113.595 n.n.

20112011

135.700135.700 n.n.

Dati EuropoolDati Europool**

[ Fonte: Europool ETRMA.

050

100150200250300350

Bosnia-Erzegovin

a

Bulgaria

Rep. Ceca

Estonia

Croazia

Ungaria

Lituania

Letto

nia

Polonia

Romania

Serbia + Kosovo

Slovenia

Slovacch

ia

Austria

Belgio/Luss.

Svizze

ra

Germania

Danimarca

Spagna

Finlandia

Francia

Gran BretagnaGrecia Eire

Italia

Olanda

Norvegia

Portogallo

Svezia

Agro 2010Agro 2011Agro 2012Agro 2013

VENDITE PNEUMATICI AGRICOLI IN EUROPA 2010-2013 (.000 UNITÀ)

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36 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] n. 17/201429 aprile 2014

5) L’attenzione nei confronti dei pneumatici è cresciuta proporzio-nalmente all’attenzione alla redditività e all’efficienza produttiva, so-prattutto nelle aziende più organizzate che hanno un’impronta deci-samente imprenditoriale. Le performance del pneumatico incidonosu elementi che influenzano i costi delle aziende agricole e oggi leaziende e i contoterzisti sono molto attenti alla riduzione dei costioperativi, causa anche la sfavorevole congiuntura. Firestone lavoragià da anni in questo senso, proponendo soluzioni di business e nuovetecnologie che garantiscano un ottimo rapporto qualità/prezzo. Inol-tre, Firestone veicola i propri servizi e prodotti attraverso una selezio-ne di rivenditori dettaglianti specializzati nella vendita dei pneumati-ci agricoltura. I dealer sono selezionati in base a determinati criteri eparametri di eccellenza che li rendono dei veri e propri opinion leadernella zona di competenza.

6) Abbiamo grandi novità quest’anno. Dopo una fervente attesa ilmarchio Bridgestone sarà introdotto anche nel mercato Agricoltura. Illancio europeo avverrà a maggio durante il Reifen di Essen, mentreper il mercato italiano abbiamo appunto scelto la rassegna bolognese.La gamma Bridgestone in Agricoltura si affiancherà a quella Firesto-ne, andando a coprire la fascia alta di mercato caratterizzata da unacrescente richiesta tecnologica e da prodotti innovativi; la gammaFirestone rimarrà elemento fondamentale della nostra offerta di pro-dotto grazie al vasto line-up e all’ottimo rapporto qualità/prezzo. Inquest’ottica i prodotti della gamma Bridgestone avranno un altissimocontenuto tecnologico: nello sviluppo si è puntato molto sull’ecoso-stenibilità, in particolare sulla bassa compattazione del terreno grazieall’innovativa tecnologia VF specificamente studiata per carichi moltoelevati. Il risultato finale è un perfetto bilanciamento tra efficienzaproduttiva e rispetto del suolo, volto a diminuire i costi operativi delleaziende agricole di oggi e di domani. Bridgestone è il primo produtto-re di pneumatici al mondo e la scelta di entrare con il proprio marchiodi riferimento nel mercato Agricolo testimonia chiaramente la volontàdi investire in questo importante settore dell’economia.

MICHELIN1) La congiuntura economica negativa del 2012 è proseguita nel

2013 – risponde Ernesto Meroni, responsabile Marketing Operativosettore Pneumatici Agricoli – condizionando anche il mercato deglipneumatici per agricoltura. Ci sono stati deboli segnali di ripresa delmercato nella prima parte del 2013, controbilanciati però dalle difficol-tà finanziarie. Si può dire comunque che il mercato è rimasto stabilerispetto al 2012 e che i primi mesi del 2014 mostrano segnali di ripresa.

2) Lasciando da parte i dati sensibili, possiamo dire che il rapportotra radiali e convenzionali è stabilizzato e dell’ordine di 90 a 10.Bisogna comunque tener conto delle variazioni legate alle gamme: legamme più tecniche, infatti, sono totalmente radiali. Per quanto ri-guarda il mercato primo equipaggiamento, è in leggero calo sul 2012.

3) Il gruppo mantiene la leadership.4) I mercati emergenti sono il Sudamerica e i mercati orientali. Tra i

principali, Brasile, India e Cina.5) Le imprese agricole sollecitano sempre più i fornitori per trovare

soluzioni capaci di soddisfare le specifiche esigenze e che offrano ilmiglior ritorno possibile sull’investimento. Michelin continua a impe-gnarsi nello sviluppo di gamme capaci di rispondere alle loro attese. Ilgruppo, che investe annualmente oltre 600 milioni di euro nel settoreRicerca e Sviluppo, ottiene risultati sempre più rilevanti nelle gamme

tecnologiche. Si pensi ai prodotti Michelin a tecnologia Ultraflex,capaci di incidere sui rendimenti sia in termini di resa agronomica, siadi risparmio di tempo e carburante.

6) Proprio grazie alla costante attività di ricerca di Michelin, i nostriprodotti sono in continua evoluzione. Le tempistiche sono legate alleesigenze prioritarie del mercato ed alle pianificazioni industriali. Nonsaremo presenti a Eima, ma potremmo avere in corso d’anno dellenovità prodotto.

TRELLEBORG WHEEL SYSTEMS1-3) Il 2013 – risponde Paolo Fogagnolo, Country Manager - Italy

& Greece BU Agricultural & Forestry Tyres – ha registrato ancora uncalo del mercato se consideriamo l’andamento di tutte le tipologie, inlinea con le aspettative; possiamo affermare con certezza che la do-manda di prodotto radiale soffre meno. Continuano a manifestarsi leproblematiche segnalate negli ultimi anni, come la mancanza di liqui-dità, che influenza le scelte d’acquisto degli utilizzatori finali, aumen-tando la ricerca di prodotti qualitativamente meno performanti, mapiù economici. Se scendiamo nel dettaglio della realtà globale Trelle-borg, il 2013 si è chiuso con segno positivo rispetto all’anno preceden-te, con un ruolo importante svolto dai mercanti extraeuropei. Nonregistriamo un cambiamento nella distribuzione tra radiale e conven-zionale, così come sostanzialmente invariata è rimasta la distribuzio-ne delle vendite tra il canale ricambi e il primo equipaggiamento.

4) L’Europa continua a essere un mercato sostanzialmente moltostabile, come ci testimoniano i dati relativi alle immatricolazioni. Imercati in forte sviluppo oggi sono ancora quelli in cui il livello dimeccanizzazione agricola è in crescita, come la Cina, o i paesi in cui ilprocesso di conversione dal convenzionale al radiale ha trend dicrescita significativi (vedi gli Stati Uniti).

5) Oggi i professionisti dell’agricoltura, siano essi contoterzisti oagricoltori, sono sempre più sensibili ai costi di gestione; all’interno diquesti, una parte importante è rappresentata dal pneumatico e dallesue prestazioni. Oggi la qualità di un pneumatico si misura ancheattraverso la sua capacità di incidere sul consumo di carburante, che èla maggiore voce di spesa giornaliera. L’efficienza del pneumatico intermini di riduzione dei consumi di carburante, dato che a parità dilavoro svolto riduce il tempo impiegato, ha anche un importanteimpatto sulle scadenze della manutenzione programmata, quindidiventa la chiave del successo.

6) L’Eima 2014 sarà l’occasione per ripresentare al mercato tutte lenovità messe in pista negli ultimi mesi, in cui Trelleborg ha dimostratodi perseguire l’innovazione nel pieno rispetto dell’ambiente. Ripren-deremo, quindi, il tema a noi molto caro dell’agricoltura sostenibile,testimoniando l’impegno dell’azienda nel fornire soluzioni che offro-no valore aggiunto al cliente nel pieno rispetto dell’ambiente. Saràanche l’occasione per far toccare con mano agli utenti italiani l’innova-tivo pneumatico ProgressiveTraction, un concetto di pneumatico agri-colo specificatamente progettato per migliorare l’efficienza in agricol-tura grazie a un doppio rampone che, operando sul terreno in tempidiversi, rilascia progressivamente una maggiore trazione dove equando richiesto. Ribadiremo, inoltre, il nostro impegno nei confrontidegli strumenti digitali e della comunicazione mobile lanciando unanuova app, Tire Efficiency, e ricordando ai professionisti dell’agricol-tura l’utilità della nostra presistente offerta, attraverso le app LoadCalculator, Tire Book, Tire iBrochure, Dealer Locator e Attraction.

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38 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] n. 17/201429 aprile 2014

Un treno costososolo in apparenza

D inanzi alla diminuzione della margina-lità economica la reazione più comune,e certamente più istintiva, è quella di

ridurre i costi di produzione. Ma in economia èbene lasciare da parte l'istintività e ragionarecon freddezza, limitandosi ai fatti. E i fatti cimostrano che non basta ridurre i costi, ma biso-gna agire anche sulla produzione.

Se anche volessimo continuare a ignorarel'esistenza del fenomeno del “land grabbing”, cheha già fatto passare di mano diverse decine dimilioni di ettari a livello mondiale, e ci limitassi-mo alle previsioni della Fao per il prossimo de-cennio, potremmo convincerci che il vero pro-blema risiede nell'incremento delle rese, seppurecon una diversa dinamica dei costi di produzio-ne. Pensiamo per esempio alle lavorazioni delterreno: terminata la fase storica che attribuival'incremento delle rese all'aumento della profon-dità di lavoro, oggi prevalgono le scuole di pensiero che sostengo-no l'opportunità di ridurre l'intensità degli interventi, fino adarrivare alla semina diretta anche per le colture da rinnovo.

Le lavorazioni ridotte, in linea generale, sono oggi possibilisolo su una quota limitata della superficie agricola, che varia dianno in anno; una vera rarità, poi, sono le aziende a regimesodivo, in cui le lavorazioni sono del tutto abolite.

È un fenomeno davvero singolare: è mai possibile che unatecnica colturale capace di farrisparmiare da 100 a 300 euro/ha stenti tanto a diffondersi erimanga confinata su una su-perficie marginale? La rispo-sta non è affatto scontata. Veroè che la tecnica delle lavorazio-ni ridotte non è applicabile intutti i terreni e in tutti i contesti

climatici, e che la scuola agronomica tradiziona-le conta ancora numerosi sostenitori, tuttavia ilproblema è soprattutto di ordine tecnico. Laquestione non riguarda la tecnologia, resa am-piamente disponibile dal contoterzismo: tutte leimprese agromeccaniche hanno almeno una se-minatrice da sodo e una serie di attrezzature perla minima lavorazione. Dire che il problema è dinatura tecnica significa che troppo poche sonoancora le macchine agricole dotate di pneumati-ci adatti per operare in regime di lavorazioniridotte o assenti.

IL PREZZO, ELEMENTO ANCORAFONDAMENTALEChi acquista una trattrice con la prospettiva diimpiegarla per meno di 250 ore all'anno, comeaccade per oltre tre quarti dei ventimila trattoriche ancora si vendono, annualmente, nel nostro

Paese, cerca una gomma con caratteristiche intermedie, capaci dioperare sul campo e sulla strada. La trazione è ancora considera-ta una prestazione fondamentale, tuttavia l'elemento determi-nante è sempre il prezzo: nessun riguardo alla flessibilità incampo, al profilo trasversale, alla riduzione dello slittamento o algalleggiamento. Fattori come l'angolo di incidenza del ramponedi aderenza rispetto al suolo, la pressione minima di gonfiaggio ola composizione della mescola sono totalmente sconosciuti, e

comunque ritenuti ininfluentisul piano delle prestazioni ri-chieste dall'utente medio.Questi è tuttora legato al con-cetto di aderenza espresso dalcingolato tradizionale o dallaruota metallica, in cui l'organodi aggrappamento penetra fi-sicamente nel terreno ed è laresistenza interna di quest'ul-timo il fattore determinanteper aumentare lo sforzo di tra-zione: paradossalmente, più ilterreno è duro, meglio si lavo-ra, ora che i cavalli sono tanti e

Avere le gomme

giuste

per ogni esigenza

significa risparmiare

sulle spese

per le lavorazioni

necessarie

per ripristinare

la sofficità

del terreno

“mal calpestato”

DI ROBERTO GUIDOTTI

Se la trazione è ancoraconsiderata una prestazionefondamentale in uno pneumatico,tuttavia l’elemento determinantenella scelta è tuttora il prezzo.

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n. 17/2014 [ SPECIALE PNEUMATICI ] Terra e Vita 3929 aprile 2014

relativamente a buon mercato.Sono concetti che, per quantodiscutibili, hanno avuto unaprofonda valenza culturale ecome tali vanno rispettati.

È normale che chi professaqueste idee fatichi a rendersiconto della differenza di prez-zo fra due pneumatici appa-rentemente uguali, così come ènormale dire che fra una gom-ma di marca e una economicala differenza stia tutta nel mar-chio. 1.000 euro di differenzafra l'uno e l'altro, però, nonvalgono la griffe e c'è da atten-dersi che, messi alla prova incondizioni critiche, lo pneumatico più caro – e tecnologicamenteavanzato – avrà prestazioni migliori. Prendiamo per esempio ilgalleggiamento sul terreno, rispetto al quale potremmo scoprireche fra una gomma di qualità e una scadente la differenza nelprezzo di vendita si ammortizza più velocemente. Altro esempio:è poco frequente dedicare attenzioni particolari alla scelta deglipneumatici che equipaggiano la trattrice impiegata per il traspor-to dei cereali, o agli stessi rimorchi, specie se devono percorrereparecchi chilometri su strada.

IN STRADA E SUL CAMPOIn ambito stradale nessuno pneumatico agricolo si trova vera-mente a suo agio, perché le condizioni ottimali sono esattamenteopposte: su fondo duro lavorano meglio le gomme piuttostostrette e rigide (si scaldano meno e si consumano meno in curva),mentre i rilievi del battistrada devono avere un profilo longitudi-nale e non troppo pronunciato. Sul campo è tutto diverso, apartire dalla pressione di gonfiaggio, dalla forma e incidenza deiramponi di aderenza, nonché dalla larghezza della sezione e dal

Spesso si presta poca attenzione alla scelta degli pneumatici che equipaggiano la trattriceimpiegata per il trasporto dei cereali o agli stessi rimorchi.

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40 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] n. 17/201429 aprile 2014

profilo del battistrada, senzacontare la capacità di adattarsial profilo superficiale del suo-lo. Quando si raccoglie conterreno umido, con notevoleaccumulo di residui colturali,non è facile accorgersi dei dan-ni da calpestamento, perché lavegetazione nasconde la de-formazione del profilo super-ficiale; ma il danno più grave èquello che avviene in profon-dità e si può apprezzare solo inseguito, specialmente dopoforti piogge.

Un treno di pneumatici adatti, sia sulla trattrice che sul rimor-chio, permette di limitare i danni dovuti al calpestamento. Ancheil costo del trasporto su strada fatalmente aumenta, ma il rispar-mio sui costi delle lavorazioni necessarie per ripristinare la soffi-cità del terreno permette di ammortizzare il maggior prezzo diacquisto delle gomme, pur tenendo conto della più rapida usurasu strada. Se l'adozione di queste precauzioni comincia a diffon-dersi fra gli agromeccanici, che hanno un impiego professionaledel cantiere di lavoro (qualche centinaio di ore all'anno per itrasporti, un migliaio di ore per la trattrice), gli agricoltori nonsembrano preoccuparsene. Eppure dovrebbe essere il proprieta-rio del fondo il primo a preoccuparsi per il mantenimento dellafertilità naturale del terreno. Per questo le minime lavorazionistentano a diffondersi: gli effetti più gravi del compattamento sirilevano infatti negli strati del terreno più vicini alla superficie,ma posti a profondità tale che l'attrito interno del suolo impedi-sce i movimenti elastici e consente solo quelli plastici. La massi-ma deformazione (schiacciamento senza “ritorno”) si realizzainfatti fra i 25 e i 50 cm di profondità, che è poi quella in cuidevono essere eseguite le lavorazioni profonde per ripristinareuna struttura sufficientemente omogenea.

FLESSIBILITÀ E SLITTAMENTOLa flessibilità della carcassa, nella mentalità corrente, è ritenutaun difetto più che un pregio, nell'erronea convinzione che una

gomma più rigida possa por-tare un carico maggiore e sia,quindi, più robusta e affidabi-le. I cataloghi dei costruttorimostrano invece che ci sonogomme a bassa pressione digonfiaggio (al di sotto di 1 bar)con portate superiori a 10 ton-

nellate, a velocità ben maggiori di quella (40 km/h) consentita inItalia, in grado di adattarsi perfettamente al profilo superficialedel terreno e assicurare un'ottima aderenza. Questa condiziona loslittamento, fenomeno presente in tutti gli organi di trazione inrelazione al tipo di fondo. Il minimo slittamento (qualche punto%) si realizza per le ruote dei veicoli stradali, il massimo (oltre il50%) si può verificare in campagna, specialmente durante l'ara-tura in solco. Benché ci sia chi si vanta di sapere riconoscere unminimo slittamento percentuale, al di sotto del 10% il fenomeno èquasi impercettibile a occhio nudo e solo con percentuali maggio-ri diventa sempre più evidente. Il principale effetto negativodello slittamento consiste nel consumo di gasolio, anche se unopneumatico convenzionale raggiunge di norma il massimo sfor-zo di trazione con uno slittamento del 20-25%. Per collegarequeste percentuali con la realtà possiamo osservare che con unoslittamento del 30% una certa trattrice percorre 700 metri invecedei 1.000 che percorrerebbe a vuoto; se riuscissimo, a parità disforzo di trazione, a portare tale valore al 15%, la distanza percor-sa salirebbe a 850 metri, con un incremento di circa il 20% intermini di produttività oraria, oltre a un corrispondente calo deiconsumi di gasolio. È interessante notare che il salto tecnologicosi ripaga in breve tempo: ammesso che nell'annata il vantaggiopercentuale si dimezzi (10%) in relazione alla presenza di lavora-zioni diverse, una trattrice di 300 CV impiegata per 1.000 ore/an-no può risparmiare almeno 4.000 litri di gasolio.

Lavorando con macchinedi grande potenza, poi, lascelta delle gomme deve av-venire in funzione della po-tenza da scaricare al suolo. Sela gomma economica può an-dare bene per una trattrice dipiccola potenza, impiegatasaltuariamente per servizileggeri, per un trattore al topci vogliono gomme adeguate,anche perché il risparmio digasolio può essere tale da farespostare l'ago della bilanciaverso un equipaggiamento diqualità.Per trattori di alta potenza servono gomme idonee e non economiche.

Un treno di pneumaticiadatti, sia sulla trattriceche sul rimorchio, permettedi limitare i danni dovutial calpestamento(foto www.marchi-gomme.it).

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n. 17/2014 [ SPECIALE PNEUMATICI ] Terra e Vita 4129 aprile 2014

Modelli e misureper tutte le necessità

N on è ormai una novità che il settore deipneumatici abbia guadagnato un ruolodi primo piano nel mondo delle macchi-

ne agricole. E ne è stata una riprova l’ultimaedizione di Agritechnica ad Hannover, che havisto tutti i player più importanti del settoreadoperarsi per presentare le proprie novità. Vene forniamo una rapida sintesi.

BKTIl gruppo indiano ha presentato due nuove gamme di prodotti inanteprima europea e ampliamenti di misure. La prima novità èConstar, pneumatico progettato per mezzi agro-industriali di movi-mentazione (sollevatori telescopici, pale gommate) capace di confe-rire grande stabilità verticale e laterale. È dotato di ampi ramponiche aumentano l’area di contatto con la superficie e consentono disopportare carichi particolarmente pesanti. La specifica mescolautilizzata ne esalta le caratteristiche di resistenza a tagli e impatti checontribuiscono ad allungare il suo ciclo di vita. Quanto alla secondanew entry ci limitiamo a indicarne il nome (Star Trac) visto che nonha un grande interesse per il mercato italiano (è un pneumatico permacchine adibite alla raccolta nelle piantagioni di cotone). Dopo lapresentazione ad Hannover le due new entry saranno disponibilisui mercati di riferimento a partire dalla fine di quest’anno.

Inoltre, sono stati annunciati numerosi ampliamenti di misure.In primis AgrimaxForce, pneumatico radiale per trattori da 250

CV in su, che si arricchisce delle misure IF 600/70 R 30, IF 650/65 R34, IF 650/85 R 38, IF 800/70 R 38 e IF 710/70 R 42 in aggiunta alleesistenti IF 710/60 R 30, IF 710/60 R 34 e IF 900/60 R 38. AncheAgrimax Spargo (per irroratrici e colture in filare) si estende con lanuova misura VF480/80 R 50, aggiungendosi alla VF380/90 R 46già in commercio, così come nell’ambito dell’utilizzo su mantierbosi e terreni soffici, la gamma Agrimax RT 600 si allarga con lanuova misura 1050/50 R 32. Per i rimorchi, Bkt ha esposto lamisura 750/60 R 30.5 dello pneumatico FL 630 Super.

Infine, Agritechnica ha ospitato l’inedito 480/80 R 42 per Agri-max Elos, pneumatico per trattori che operano su terreni bagnati epaludosi. La nuova misura si aggiunge alla 420/85 R 38, 340/85 R38 e 380/85 R 38 già in distribuzione, mentre a breve sarannodisponibili sul mercato due nuove varianti:16.9 R 28 e 520/85 R 42.

BRIDGESTONE/FIRESTONENessuna novità di prodotto, ma l’annuncio di una importantestrategia per il gruppo nippo-americano. In futuro, infatti, il mar-

L’ultima edizione

di Agritechnica 2013

ha visto tutti i player

attivi con diverse

novità

DI FEDERICO MERCURIO

Bkt Constar (a sinistra) e Agrimax Elos.

Il Maxi Traction IF 800/70R38 di Firestone. Sopra, il logodel nuovo marchio Bridgestone per l agricoltura.

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42 Terra e Vita [ SPECIALE PNEUMATICI ] n. 17/201429 aprile 2014

chio Bridgestone entrerà anchenel mercato dei pneumatici perl’agricoltura in Europa. I pneu-matici agricoli Bridgestone sa-ranno destinati al segmento“finale” del mercato europeo,cioè equipaggeranno le mac-chine agricole più potenti. Inlinea con la strategia multi-marchio del gruppo, la nuovagamma Bridgestone integreràl’esistente business Firestonenei pneumatici agricoli. Fire-stone ha investito fortementeper rinnovare il suo portafoglioprodotti e si è guadagnato unaposizione solida nel mercatoeuropeo, offrendo a molti agricoltori alti livelli prestazionali e diproduttività. Con Bridgestone che si concentrerà sulle macchinepiù grandi ai livelli top del mercato, il gruppo intende evitaresovrapposizioni di misure e di standard tra i due marchi.

«I marchi Bridgestone e Firestone hanno diversi punti di forza ediverse caratteristiche – ha detto Lothar Schmitt, direttore pneu-matici agricoli e fuori strada di Bridgestone Europe –. Insieme alnostro approccio multi-marchio possono fornire agli agricoltori lasoluzione ottimale in tutti i segmenti di potenza». Secondo Bridge-stone l’agricoltura in Europa sta aumentando in termini di dimen-sioni aziendali e le macchine agricole stanno diventando più gran-di e più potenti: questa evoluzione rappresenta una sfida seria peri costruttori di pneumatici agricoli e Bridgestone la sta cogliendocon una gamma prodotti multi-marchio su misura per i clienti chesoddisferà le necessità di tutti gli operatori nel settore agricolo.

MICHELINNel 2014 Michelin ampia la propria gamma per coprire completa-mente tutte le fasi del ciclo colturale e adattarla ai nuovi tipi diutilizzo. In particolare ad Agritechnica sono stati presentati duenuovi pneumatici, lo SprayBib VF 420/95R50 e il BibLoad HardSurface. Il primo va a integrare la tecnologia Ultraflex di Michelinin una nuova dimensione per le irroratrici, a fianco della giàpresente VF380/90R46. All’interno del ciclo colturale, sostieneMichelin, le diverse fasi colturali sono fondamentali per un raccol-to di successo. Proteggere le colture e allo stesso tempo il terreno èdifficile e questo compito spesso va svolto in periodi sempre piùbrevi a causa delle condizioni climatiche. Questo nuovo pneuma-tico opera in campo a basse pressioni e quindi proteg-ge in modo più efficace il ter-reno, migliorando anchela stabilità della mac-china che deve portarecarichi pesanti.

La seconda novi-tà riguarda una nuo-va gamma di pneu-matici per pale gom-mate e caricatori

telescopici. Secondo Michelinalcuni agricoltori passano finoal 50% del loro tempo lavorati-vo su superfici dure, per cuiquesto pneumatico è dedicatoproprio a loro, grazie a un nuo-vo battistrada con ramponi aforma di diamante smussatoche migliorano la tenuta distrada e la resistenza quando cisi sposta lateralmente.

Oltre a questi due modelli,Michelin ha esposto quello chedefinisce il più grande pneu-matico per trattori, l’AxioBib IF900/65R46. La gomma ha unalarghezza di 900 mm, un dia-

metro di 2,32 m, una capacità di carico di 10.600 kg e la capacità dioperare a 65 km/h (ove concesso). Ad Hannover questo pneuma-tico era montato sul T9 di New Holland, sulla serie 11 di Deutz-Fahr. Anche Krone ha annunciato che equipaggerà la prossimagenerazione di macchine da raccolta da oltre 1.100 CV con questopneumatico.

MITASIl marchio ceco del gruppo Cgs ha presentato il nuovo concettoproduttivo PneuTrac, montato su un cerchio da 38”, sviluppato incollaborazione con l’israeliana Galileo Wheel. Mitas ha già iniziatoa testare la produzione anche su cerchi da 18” e i test stannodimostrando i vantaggi di questo innovativo prodotto: tra i piùimportanti, una maggiore impronta a terra, migliore stabilità late-rale e aumentata forza trattiva con pressioni di gonfiaggio inferio-ri, se confrontata con i pneumatici standard.

«Mitas PneuTrac è sinonimo di maggiore produttività e minoricosti operativi, grazie ai notevoli miglioramenti che permettonoun più agevole trasferimento della forza trattiva sul terreno – hadetto Andrew Mabin, direttore marketing e vendite di Mitas –.PneuTrac inoltre può essere montato su cerchi standard, senzabisogno di alcuna modifica». «Il nostro fine era quello di progetta-re un pneumatico con un’impronta a terra più larga e una pressio-ne di gonfiaggio inferiore – ha aggiunto Alon Hayka, amministra-

tore delegato di Galileo Wheel,che mantenesse però un’omo-genea distribuzione della pres-sione stessa sul terreno e deter-minasse un minore compatta-mento».

Mitas riferisce che PneuTracha un’impronta a terra mag-giore del 53% rispetto a unpneumatico standard e unastabilità laterale fino al 167%più alta. Mitas PneuTrac non è

Lo SprayBib VF 420/95R50 (a sinistra) e l AxioBibIF 900/65R46 di Michelin.

Mitas SFT 900/60R42e, a sinistra, PneuTrac.

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n. 17/2014 [ SPECIALE PNEUMATICI ] Terra e Vita 4329 aprile 2014

attualmente in commercio. Altra novità presentata da Mitas è statal’estensione di gamma del modello Super Flexion Tyres (SFT) pertrattori di alta potenza (oltre i 180 CV), venduto nel mercatonord-americano.

TRELLEBORGProdotti e tecnologie al centro delle novità proposte da Trelleborgad Agritechnica 2013. Tra i prodotti spiccava sicuramente il gigan-tesco IF900/65R46 TM1000 High Power, un innovativo disegnoche massimizza l’ampiezza del battistrada e, sostiene il gruppoitalo-svedese, garantisce l’impronta più ampia presente sul merca-to, fornendo un’ottima distribuzione della pressione e un estremorispetto del suolo.

«Il battistrada BlueTire technology sviluppato per il nostroultimo gigantesco pneumatico – ha detto Piero Mancinelli, diret-tore Ricerca e sviluppo dei pneumatici agricoli e forestali di Trelle-borg Wheel Systems – è il potente risultato dei nostri avanzatiprocessi ingegneristici. Il nuovo battistrada BlueTire aumenta si-gnificativamente l’ampiezza del battistrada e, quando applicatoalla misura IF900/65R46 TM1000 High Power, assicura un’im-pronta extra- larga a bassa pressione e una prestazione imbattibilein termini di galleggiamento.Questo si traduce in un’ottimadistribuzione della pressionesul suolo, che incrementa le re-se e preserva il suolo da com-pattamento ed erosione».

Trelleborg offre due alterna-tive di diametro 2,3 m per il seg-mento dei 46 pollici, nelle misu-re IF750/75R46 e IF900/65R46,entrambe disponibili in solu-zione ruota completa con i cer-chi Trelleborg THK. «L’esten-sione della linea TM1000 HighPower e la sua offerta di cerchiTHK – ha aggiunto Lorenzo Ci-ferri, direttore Marketingpneumatici agricoli e forestali

di Tws – è stata guidata da due obiettivi chiave, aumentare laprestazione del pneumatico e avere più cura dell’ambiente».

A livello di tecnologia, dopo due anni di test indoor e outdoor,Trelleborg ha applicato per la prima volta a un pneumatico agrico-lo la sua ProgressiveTraction technology nella misura 650/65R38.Il doppio rampone del nuovo battistrada opera sul suolo in tempidiversi, rilasciando progressivamente maggiore trazione quando edove è necessario, e fornisce migliore capacità di galleggiamento,assicurando un’uniforme distribuzione della pressione, oltre aun’impronta extra-large. Il progetto ProgressiveTraction è giuntoalla sua fase finale e i primi risultati sono stati positivi.

VREDESTEINLa crescente domanda di pneumatici per uso agricolo del marchioVredestein ha portato quest'anno il gruppo olandese alla decisionedi aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti in Europa eIndia, in particolare per gli pneumatici per trattori e gli pneumaticiradiali per uso agricolo delle gamme Traxion e Flotation. Gliinvestimenti previsti consentiranno ad Apollo Vredestein di pro-durre pneumatici ancora più grandi e larghi. Inoltre, l'aumentodella produzione di pneumatici per uso agricolo consentirà aVredestein di concentrarsi su nuovi mercati geografici, comel'America e l'Asia.

In occasione di Agritechnica 2013 Vredestein ha presentatodiverse novità, tra cui le più significative sono state:

- Traxion Cereall IF 800/70R32 CFO: pneumatico per mietitreb-bie che garantisce il 20% in più di flessione grazie alla tecnologiaVredestein F+;

- TraxionXXL 710/75R38 (pneumatico dalla superficie ampiaper una maggiore trazione e una minore resistenza al rotolamento,che permette di non dovere installare cerchi più grandi) e710/60R30 (misura molto diffusa sia sull'asse anteriore dei trattoripesanti che sull'asse sterzante delle trince semoventi);

- Flotation Trac 520/50R17 (sostituisce il 500/50R17 FlotationPro e viene montato su molte presse, avvolgitori per balle e rimor-chi), 520/55R22,5 (pneumatico radiale con diametro da 1.140 mm e500 mm di larghezza, richiesto per presse, rimorchi con caricamen-to automatico e ruote di supporto macchinari agricoli di grandi

dimensioni), 560/60 R 22,5161D (questo modello farà pre-sto parte della gamma Flota-tion Trac, particolarmente indi-cata per le superfici arabili) e650/40R22,5 (questo pneuma-tico amplia la gamma620/40R22.5 con un diametrodi 1.085 mm ed è particolar-mente indicato per rimorchicon caricamento automatico);

- Traxion+ 540/65 R 34 TL152D, ideale per trattori ad altavelocità;

- 210/60-10 Greentrax e270/50-12 Greentrax, nuovipneumatici per tagliaerba pro-fessionali.

Trelleborg IF900/65R46 TM1000 High Power (a sinistra)e prototipo per la ProgressiveTraction technology.

Vredestein Traxion Cereall IF 800/70R32 CFO (a sinistra)e Traxion XXL 710/75R38.

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44 Terra e Vita [ DOSSIER ] n. 17/201429 aprile 2014

E la gestione dei refluidiventa sostenibile

U na corretta gestione degli effluenti negliallevamenti di bovini, quale che sia la ca-tegoria (latte, carne rossa, carne bianca),

obbedisce a una regola fondamentale e molto sem-plice: chi assicura al proprio allevamento un’ade-guata capacità di stoccaggio delle deiezioni puòdormire sonni abbastanza tranquilli.

Lo stoccaggio è dunque lo strumento gestiona-le indispensabile e ordinario per garantire che gliinterventi di distribuzione degli effluenti zootec-nici possano avvenire nei tempi e nei modi piùidonei dal punto di vista agronomico e ambienta-le. Nel caso dell’azoto ciò si traduce nel suo massi-mo utilizzo da parte delle colture, in un ridotto rilascio per dilava-mento, scorrimento superficiale e volatilizzazione. Azioni tutte che,escludendo la volatilizzazione, si possono estendere anche al fosforoe al potassio contenuti negli effluenti.

Lo stoccaggio rappresenta dunque il fulcro attorno al quale ruotal’organizzazione delle operazioni che lo precedono nella cosiddettafase aziendale (dal trasferimento delle deiezioni fuori dalla stalla aeventuali trattamenti preliminari) e di quelle che lo seguono (tra-sporto e distribuzione sui terreni) nella cosiddetta fase di campo.

E ora spieghiamo perché abbiamo usato il termine ”abbastanza”.

IL PROBLEMA DEL METEOÈ poco più che una sensazione, che andrebbe meglio approfondita,ma questi ultimi anni sembrano essere caratterizzati da un aumento

delle anomalie meteorologiche, soprattutto diquelle legate alle precipitazioni. La distribuzionedelle piogge non sembra essere più quella statisti-camente conosciuta, caratterizzata com’è da unamaggiore frequenza di prolungati periodi piovosiche magari vanno a interessare momenti dell’annoche le statistiche considerano relativamente sec-chi, con buona pace, purtroppo, dei momenti incui, secondo la direttiva Nitrati, è possibile distri-buire gli effluenti.

La ripetitività di tali eventi è tale da far sup-porre come tali fenomeni, da “anomali”, stianopoco alla volta diventando “normali”, aprendo

forse un nuovo capitolo sulle caratteristiche climatiche dei nostriterritori. Chi vivrà vedrà.

Quanto sopra menzionato sulle intemperanze meteorologichecoinvolge due aspetti essenziali dello stoccaggio delle diverse matri-ci (palabili e non palabili) che sarebbe auspicabile rivisitare in unprossimo futuro:

1. L’aumento della capacità di stoccaggio aziendale oltre i tempiminimi previsti dalla normativa. Una tale azione consentirebbe discongiurare la malaugurata combinazione di una vasca/concimaia,al limite del riempimento all’inizio del periodo consentito per ladistribuzione e l’impossibilità di entrare in campo causa persistentiprecipitazioni e/o impraticabilità dei terreni. Una rapida analisi deidati sulle precipitazioni di questi ultimi anni in località della pianuraveneta permette di quantificare in non meno di 30-45 giorni tale

Con opportune

modalità

di stoccaggio,

e con i trattamenti

di corredo,

le deiezioni bovine

possono rispettare

l’ambiente

DI STEFANO GUERCINI, CLELIA RUMOR (*)

COORDINAMENTOCOORDINAMENTO DIDI GGIORGIOIORGIO SSETTIETTI

1 2

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n. 17/2014 [ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ] Terra e Vita 4529 aprile 2014

aumento dello stoccaggio.2. La copertura delle struttu-

re di stoccaggio. Questa solu-zione, finora poco praticata nelnostro Paese, svolge in realtà unruolo chiave su più fronti. Anzi-tutto evita l’ingresso delle acquemeteoriche, il che si traduce, nelcaso dei materiali non palabili,nella possibilità di aumentare, aparità di capienza del manufat-to, la sua capacità di stoccaggio;relativamente ai materiali pala-bili, la copertura della concima-ia permette di ridurre la produ-zione di percolati (che a loro volta vanno ad aumentare i volumidegli effluenti non palabili da stoccare), di migliorare il processo dimaturazione del prodotto e di conservarne la palabilità, con indubbivantaggi al momento del prelievo per la distribuzione. In secondoluogo la copertura dello stoccaggio riduce le emissioni di gas e odorida questa fase. Aspetto questo sempre più all’ordine del giorno siaper quanto riguarda le problematiche dovute alla vicinanza deicentri abitati con le zone agricole, sia per la necessità di adottarepratiche che riducano le emissioni di quei gas nocivi per l’atmosfera:in primis, ammoniaca e metano.

LA SEPARAZIONESOLIDO-LIQUIDOIl primo, il più semplice daadottare e forse anche il più co-nosciuto e diffuso tra i tratta-menti che si possono applicareai liquami prima del loro stoc-caggio è la separazione di fase.Come dice il nome, la separazio-ne solido-liquido permette diestrarre dal liquame tal qualeuna parte più o meno rilevantedei solidi sospesi, che vanno acostituire la frazione solida pa-labile, e da una frazione liquidachiarificata, alleggerita cioè deisolidi sospesi.

Nella frazione solida si tra-sferisce inoltre una parte consi-

stente dell’azoto organico e delfosforo; in quella chiarificatatroviamo invece buona partedell’azoto inorganico (sotto for-ma di ammonio) e del potassio.

La capacità di una attrezza-tura di trasferire quantitativipiù o meno consistenti di solidisospesi, azoto, fosforo e potas-sio dal liquame di partenza allafrazione solida ne esprime la co-siddetta “efficienza di separa-zione” e permette di suddivide-re le attrezzature di separazionecomunemente utilizzate in zoo-

tecnia nei gruppi a bassa, media, e alta efficienza (tabella 1).Nel primo ricadono i vagli statici, i vibro-vagli e i tamburi rotanti;

nel secondo i vagli a compressione elicoidale o a rulli prementi; nelterzo i separatori centrifughi.

Le attrezzature più rappresentate negli allevamenti bovini ap-partengono al secondo gruppo, grazie al buon compromesso che talimacchine consentono di esprimere tra prezzo di acquisto, costo digestione, efficienza di separazione e robustezza costruttiva. Neltrattamento dei liquami bovini esse consentono di ridurre il volumedella frazione liquida separata del 15-20%, rimuovendo dallo stessoil 10-15% dell’azoto totale e il 10-20% del fosforo inizialmente pre-senti nel liquame e producendo una frazione solida al 20-25% di

sostanza secca.I vantaggi offerti dalla sepa-

razione solido-liquido sono di-versi.

1) Si riduce il volume dellafrazione non palabile da stocca-re e, successivamente, da distri-buire, nonché il contenuto inazoto della stessa, fatto questoche consente di ridurre la super-ficie di terreno su cui distribuiredetta frazione di una quota pariall’azoto trasferito nel solido(10-15%); quest’ultimo, in virtùdel minore contenuto di acqua edella sua intrinseca maggiorequalità agronomica, potrà esse-re trasportato a maggiori di-

Vasca di stoccaggio per liquami coperta da una strutturaintelaiata in acciaio zincato.

TAB. 1 - CON DIVERSE ATTREZZATURE DI SEPARAZIONE SOLIDO-LIQUIDO

CATEGORIA EFFICIENZA DISEPARAZIONE

RIMOZIONE (% IN PESO CHE SITRASFERISCE NELLA FRAZIONE SOLIDA)

SOLIDI TOTALI N TOT P TOT

Vagli statici e vibranti bassa < 25 5 ÷ 10 10 ÷ 20

Separatori a cilindro e rulli prementi e a vite senza fine media 25 ÷ 40 15 ÷ 25 10 ÷ 20

Decantatori centrifughi alta > 40 25 ÷ 30 60 ÷ 703 - Concimaia scoperta,

chiusa su tre lati.

1 - Vasca prefabbricata incemento armato a piantacircolare, a cielo aperto.

2 - Contenitore a saccoadibito allo stoccaggio deiliquami di un allevamento dibovini da latte.

3

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46 Terra e Vita [ DOSSIER ] n. 17/201429 aprile 2014

stanze dal centro aziendale con costi contenuti rispetto al liquame dipartenza e/o ceduto a terzi.

2) Si limitano le emissioni odorigene durante lo stoccaggio dellafrazione liquida, grazie al ridotto contenuto in sostanza organicarispetto al liquame tal quale.

3) Riducendo il contenuto in solidi del liquame, a) si limita lastratificazione dello stesso nella vasca di stoccaggio, quindi la forma-zione di deposito sul fondo o della crosta superficiale; b) se nemigliora la pompabilità nella fase di prelievo per la distribuzione; c)si favorisce la sua percolazione nel terreno una volta distribuito,limitando quindi la permanenza in superficie, con conseguenzepositive sulle emissioni di ammoniaca e odori.

A fronte di questi numerosi e importanti vantaggi bisogna ricor-dare la necessità di accompagnare l’acquisto del separatore con larealizzazione di un’adeguata platea per lo stoccaggio del solidoseparato, possibilmente coperta per quanto prima esposto, e conl’adozione di appositi mezzi per la sua movimentazione e distribu-zione agronomica.

LA DIGESTIONE ANAEROBICANegli ultimi dieci anni la digestione anaerobica ha ri-trovato una“seconda giovinezza” presso i nostri allevamenti zootecnici grazie

alla politica di incentivi legati alla vendita dell’energia elettrica cheha consentito agli imprenditori di conseguire un’integrazione alreddito aziendale assai appetita, considerato il periodo di crisi che lazootecnia italiana sta attraversando.

Dopo l’overdose della tariffa omnicomprensiva di 280 /MWh,che ha consentito la realizzazione di impianti alimentati anche esclu-sivamente con colture vegetali dedicate, dal 2013 la nuova tariffa,mediamente attestata su 230 /MWh, ha fortunatamente ridimen-sionato la situazione rendendo possibile la costruzione di impiantiche, per “stare in piedi” dal punto di vista economico, debbonoutilizzare solo, o in buona parte prodotti di scarto o sottoprodotti,quali sono le deiezioni zootecniche. Ma non è di questo che voglia-mo parlare in questa sede.

La digestione anaerobica in un’azienda zootecnica offre infattiopportunità interessanti per migliorare la gestione degli effluenti dalpunto di vista agronomico, con positivi riflessi anche sull’ambiente.

La necessità di avere un materiale il più possibile fresco dautilizzare in digestione anaerobica impone di fatto un cambiamentonella gestione della stalla attraverso la rimozione frequente deglieffluenti dai ricoveri di allevamento: giornaliera nel caso dei liqua-mi, per lo più settimanale nel caso dei letami. Con la positiva conse-guenza di un miglioramento dell’ambiente di stalla grazie alla ridot-

Concimaia coperta da una struttura leggera a tunnel.

Un separatore a rulli prementi. Sullo sfondo la concimaiaper l accumulo del letame e della frazione solida separata.

Concimaia coperta da una bella struttura in legno lamellare.

Le vasche di carico del liquame tal quale, e di scaricodi quello separato, relative al separatore della foto qui accanto.

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48 Terra e Vita [ DOSSIER ] n. 17/201429 aprile 2014

ta permanenza delle deiezioni nei locali di allevamento.Il digestato ottenuto da deiezioni bovine è un materiale che ha un

contenuto di sostanza secca e sostanza organica inferiore a quello deimateriali di partenza - quello che manca se ne è andato come biogas -ma con lo stesso tenore in azoto totale, ed una percentuale di azotoammoniacale superiore a quella del prodotto in ingresso; caratteri-

stiche queste che accentuano le proprietà ammendanti del digestato,accentuate dalle seguenti caratteristiche:

- stabilizzazione, ovvero ridotta fermentescibilità, quindi minoreproduzione di odori durante lo stoccaggio e assenza di fitotossicità,dato che le trasformazioni a carico della sostanza organica sono giàoccorse durante il processo anaerobico;

Un attrezzatura mobile di separazione in azione presso un allevamentodi bovini da latte in Olanda. Il rimorchio ospita anche un generatore di corrente.

Particolare dei tre separatori presentinell attrezzatura mobile.

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n. 17/2014 [ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ] Terra e Vita 4929 aprile 2014

- buona sanitizzazione, conrisultati crescenti passando dalprocesso mesofilo (35-40 °C) aquello termofilo (50-55 °C).

Infine, la sua consistenzafluida ne consente una mag-giore capacità di infiltrazionenel terreno all’atto della distri-buzione, riducendo quindi iltempo di esposizione all’aria,e quindi l’emissione di ammo-niaca.

Anche per il digestato sareb-be buona norma operare la se-parazione solido-liquido primadella sua immissione nelle strutture di stoccaggio, per evitare gliinconvenienti citati in precedenza.

Con riferimento alla direttiva Ippc (direttiva sul Controllo e lariduzione integrate dell’inquinamento) e alla necessità sempre piùattuale di limitare le emissioni di gas serra e ammoniacale in atmo-sfera, la digestione anaerobica offre da un lato il vantaggio di ridurrele emissioni di metano dagli effluenti, ma dall’altro aumenta leemissioni di ammoniaca dallo stoccaggio, che quindi dovrebbe esse-re coperto.

Il processo fermentativo continua infatti anche durante lo stoc-caggio, con produzione sia di metano che emissione di ammoniaca,

complice anche la temperaturadel prodotto all’uscita del dige-store. Uno studio condotto dal-l’Università di Torino - Diparti-mento Deiafa ha dimostrato co-me lo stoccaggio del digestatoproduce il 10-12% in più diemissioni di gas serra espressiin CO2 equivalente (principal-mente metano) e di ammoniaca

rispetto allo stoccaggio dell’effluente di non digerito.La copertura delle vasche di stoccaggio è quindi consigliata: sia

per l’aspetto ambientale, sia per i vantaggi già citati in precedenza, einfine perché consente di recuperare e utilizzare anche la quota dibiogas prodotta nella fase di stoccaggio, che altrimenti verrebbepersa in atmosfera; a tale proposito il sopra menzionato studio delDipartimento Deiafa ha messo in evidenza come il biogas recupera-to dallo stoccaggio consenta un aumento del 3% della produzioneelettrica annuale.

(*) Gli autori sono dell’Università di Padova.

Un digestore anaerobicoalimentato con deiezioni bovine;in evidenza le vaschestoccaggio coperte.

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50 Terra e Vita [ DOSSIER ] n. 17/201429 aprile 2014

Nitrati, la Lombardiaverso una nuova mappa

S i sta per posare sui tavoli Ue una nuovamappa italiana sulle aree vulnerabili ai ni-trati, elaborata dalla Regione Lombardia.

«Sulla direttiva nitrati abbiamo gli elementi perrivedere le zone vulnerabili. E soprattutto, oggi,abbiamo gli strumenti scientifici per dire che quellearee, identificate in passato solo sulla carta, sonosbagliate». Lo ha detto l’assessore all’Agricolturadella Regione Lombardia, Gianni Fava, all’assem-blea annuale di Fedagri Confcooperative Lombar-dia, annunciando anche che la prima settimana diaprile sarebbe stato a Bruxelles per presentare lanuova mappa delle aree vulnerabili.

L’obiettivo è quello di aumentare il carico di azoto per ettaro chesi può distribuire nei campi in un anno attraverso i reflui zootecnici eche nelle aree vulnerabili non può superare i 170 kg (mentre puòarrivare a 340 kg nelle zone non vulnerabili). Secondo l’assessorelombardo in base alle evidenze scientifiche la superficie di questearee a rischio risulterebbe inferiore di circa il 20-30% rispetto a quelleattuali.

Ottenere dalla Ue una riduzione di questa misura è un traguardofondamentale per garantire un futuro al milione e mezzo di bovini eai 4 milioni e mezzo di suini che sono oggi allevati in Lombardia inoltre 17mila fra stalle e porcilaie.

«Vogliamo difendere la zootecnia e rivedere la geografia dellezone vulnerabili ai nitrati» ha spiegato ancora Fava, ricordando chela direttiva comunitaria prevede una revisione delle stesse aree e che

L’assessore

regionale Gianni

Fava presenterà

alla Ue

una proposta

di revisione della

geografia delle zone

vulnerabili

DI FRANCESCA BACCINO

È ormai da un po’ di tempo che le temati-che afferenti la gestione degli effluenti

zootecnici hanno assunto pari dignità, secosì si può dire, rispetto a quelle relativeall’alimentazione e alla cura degli animali ealla cura dei prodotti da essi ottenuti. E,

parlando di un sistema produttivo molto spesso caratterizzato daproduzioni di pregio, richieste, invidiate e imitate in mezzo mondo, lacosa fa ben sperare sulla presa di coscienza dei nostri allevatori.

Come mai tutta questa attenzione? Pensiamo di non sbagliaremolto se ipotizziamo che questa virtuosità sia stata indotta anche dauna vera e propria pioggia di prescrizioni che, da una ventina d’anni aquesta parte, mittente l’Unione europea, ha interessato il settore.

Tra tutte ne spiccano per importanza due: la “direttiva Nitrati” e la“direttiva sul Controllo e la riduzione integrate dell’inquinamento”,forse meglio nota con l’acronimo Ippc.

La direttiva Nitrati, ormai ben rodata ma perfettibile per veniremeglio incontro alle peculiarità dell’ambiente agronomico italiano.

NORMATIVABuon visoa cattivo gioco

La direttiva Ippc, nata per gli allevamenti di suini e avicoli chesuperano determinate dimensioni e di recente estesa a una parte degliallevamenti bovini, la consideriamo importante in quanto propone unapproccio ragionato, con il criterio della lista di controllo, alle azioniche ciascun allevatore può attuare nei confronti dell’ambiente.

Chiamiamolo pure buon viso a cattivo gioco, fatto sta che molti deinostri allevatori in questi ultimi quattro lustri hanno rivisto anchequesta fase del processo produttivo con innegabili vantaggi dal puntodi vista organizzativo e della salvaguardia ambientale.

Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, in questo caso identifi-cabile con gli incentivi sulla produzione di energia da fonti rinnovabiliche - con riferimento alla produzione del biogas - nell’edizione in corsosta privilegiando la realizzazione di impianti di medio-piccole dimen-sioni, alimentati in prevalenza con le deiezioni dell’allevamento.

E speriamo che un aiuto per migliorare ulteriormente l’improntaambientale dell’allevamento continuerà ad arrivare con le misure delnuovo Psr, che nella prossima edizione sembra puntare proprio sultema della sostenibilità ambientale. Stefano Guercini

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n. 17/2014 [ DEIEZIONI ZOOTECNICHE ] Terra e Vita 5129 aprile 2014

il comparto allevatoriale deveessere «tutelato e sostenuto, nonaccusato ingiustamente».

BALLETTO DI COMPETENZETuttavia, ha rimarcato Fava,«serve compattezza nel mondoagricolo e nel sistema. Nei gior-ni scorsi il presidente dellaCommissione agricoltura delParlamento europeo, Paolo DeCastro, ha dichiarato che la ri-chiesta di deroga non può esse-re avanzata a Bruxelles dalla Re-gione Lombardia e si dice sicuroche il negoziato sarà condottodallo Stato. Io non ne sono cosìsicuro, perché se lo Stato italia-no avesse voluto salvaguardarela zootecnia, l’avrebbe fatto prima».

Al di là delle polemiche che inevitabilmente ogni tanto affioranola questione resta molto delicata per un Paese come l’Italia che giàdue volte è stato messo in mora dall’Ue e si è dovuto scagionaredall’accusa di violazione degli obblighi stabiliti dalla direttiva Ue suinitrati. La procedura d’infrazione aperta nel 2006 aveva infatti obbli-gato la Lombardia e le altre regioni padane ad ampliare le aree

vulnerabili e la seconda, del2013, ha ugualmente costretto laLombardia e le altre regioni delbacino padano a tornare sui loropassi.

In particolare un obbligo dilegge (il comma 7 quater) avevastabilito di sospendere per unanno gli obblighi degli alleva-menti che ricadono nelle areevulnerabili nell’attesa di unanuova mappa delle stesse zonevulnerabili. Nell’attesa si sareb-bero applicati i limiti di spandi-mento previsti per le aree nonvulnerabili, i 340 kg di azoto perettaro. Tempestiva e molto chia-ra la reazione di Bruxelles cheaveva chiesto all’Italia un imme-

diato dietrofront e poi aveva deferito il nostro Paese alla Corte digiustizia europea. Solo con l’abolizione del comma contestato Bru-xelles ha ritirato formalmente la procedura.

STUDI DI UNIVERSITÀ, ARPA ED ERSAFLa possibilità di ridefinire la mappa italiana dei nitrati era stata alcentro dell’incontro del 13 febbraio scorso organizzato da Regione

A definire una nuova mappadei nitrati punta anche una

ricerca su base scientifica che èstata avviata l’anno scorso dal-l’Ispra (Istituto superiore per laprotezione e la ricerca ambienta-

le) e che era stata presentata come “una svolta” al proble-ma dei nitrati. Lo studio, commissionato dal Mipaaf, sibasa su un’analisi degli isotopi applicata alle rilevazioni ealle analisi dei terreni.

C’è da dire tuttavia che questo studio avrebbe giàdovuto esser pronto, come annunciato nel corso di presen-tazione di Regione Lombardia, per fine 2013; invece nonsarà completato prima di giugno 2014. La Regione Lom-bardia si è infatti mossa in modo autonomo rivolgendosiall’Università di Milano e all’Arpa. F.B.

ISOTOPILavori in corsoall’Istituto Ispra

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52 Terra e Vita [ DOSSIER ] n. 17/201429 aprile 2014

Lombardia per presentare alleassociazioni agricole i risultatidegli studi commissionati al-l’Università di Milano, all’Arpae anche all’Ersaf. «Siamo arriva-ti a un risultato che ridefiniscel’origine dell’azoto presente nel-le acque, la capacità di assorbi-mento dei suoli e la gestionedelle aziende». Per l’assessoresi tratta di «un documento stra-tegico per il confronto sia con ilGoverno di Roma che conl’Unione europea a Bruxelles».

I risultati di uno studio del-l’Università di Milano, comespiega un comunicato di Regio-ne Lombardia, potrebbero portare a un alleggerimento delle zonevulnerabili ai nitrati anche del 30% circa. A beneficiarne, secondo ilprofessor Marco Masetti, associato di Geologia applicata presso ildipartimento di Scienze della terra dell’Università degli Studi diMilano, «sarebbero, in modo particolare, tutta la provincia di Manto-va, parte del cremonese e del bresciano, nell’area di pianura».

Questo studio sulle acque sotterranee che si basa su valutazionestatistiche avrebbe inoltre messo in luce la responsabilità degliscarichi civili individuando una marcata vulnerabilità nelle aree

più densamente popolate.Sulla base dei commenti rac-

colti dall’Informatore Zootecni-co presso alcune delle associa-zioni agricole presenti all’incon-tro, lo studio condotto dall’Arpasi sarebbe invece focalizzatosullo stato delle acque superfi-ciali e sull’eutrofizzazione arri-vando a conclusioni simili, an-che se molto meno evidenti ri-spetto a quelle dell’Universitàdi Milano. Restano comunquediverse, anche se sostanzial-mente convergono, come hannosegnalato le rappresentanze dicategoria, Confagricoltura Lom-

bardia e Cia Lombardia, le modalità di analisi e i parametri utilizzatinei diversi studi.

Molto più ottimistico è invece il commento di Ettore Prandini,presidente della Coldiretti Lombardia: «Non dimentichiamo – hascritto in un editoriale uscito sul n. 5/2014 dell’Informatore Zootec-nico – che le aree vulnerabili applicate fino a oggi fanno riferimento auna situazione di oltre 20 anni fa, scritta sulla carta da qualcheburocrate senza approfondire se gli eventuali punti critici fosserodovuti agli scarichi industriali e civili, più che all’agricoltura».

Stoccaggio dei liquami in un allevamento di bovine da lattedel Nord est.

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n. 17/2014 [ ] Terra e Vita 5329 aprile 2014

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54 Terra e Vita [ TECNICA E TECNOLOGIA ] n. 17/201429 aprile 2014

N on è una novità che JohnDeere scommetta sullemietitrebbie assiali, al

punto da aver abbandonato latecnologia ibrida per concentrar-si meglio sulla separazione rota-tiva. Per di più, mono-rotore.Sulla falsariga di quanto fa CaseIH, per capirci. E che sembra es-sere, a questo punto, il sistema ditrebbiatura preferito dagli ame-

ricani. Sarà però anche adatto al-le nostre condizioni di lavoro?Non parliamo tan-to di mais, quantodi prodotti piùostici, con caratte-ristiche specificheche li possono ren-dere un vero pro-blema. Uno di questi è il riso,naturalmente. Vuoi per l’abrasi-

vità della sua paglia, vuoi per leben note difficoltà di separazio-

ne dei chicchi.Pertanto il test

che riassumiamo inqueste pagine e chevede una S670i al la-voro in risaia è dop-piamente significati-

vo: per valutare la macchina insé e per vederla lavorare, ap-

punto, su un prodotto “diffici-le”. La S670i si presenta comeun’assiale di media potenza,probabilmente più adatta allarealtà italiana della maxi S690da 620 cavalli. Pertanto può in-golosire sia l’agromeccanico dimedia taglia sia la grande azien-da agricola. O risicola, come nelcaso del nostro test, eseguito neipressi di Trecate, provincia diNovara, su riso non particolar-mente abbondante, ma in unazona caratterizzata da appezza-menti di piccole dimensioni, po-co adatti sia alle dimensioni del-la S670i, sia al suo sistema ditrebbiatura, che come noto pre-dilige le grandi estensioni, dovepuò lavorare a lungo con il roto-re pieno e pertanto dare il me-glio in termini di sgranatura epulizia. Tanto è vero che la gra-nella più sporca si raccoglie alla

PROVA IN CAMPO Test su riso nel Novarese per la rotativa media del gruppo americano

John Deere S670i, la trebbiasu misura per la realtà italiana

DI OTTAVIO REPETTI

Il Cervo ha deciso

di concentrarsi

sui modelli assiali.

Convinto che siano

adatti anche alle

nostre condizioni

La S670i al lavoronelle risaie del Novarese.

Cingolatura in ferro indispensabile quando si lavora in risaia.

270.000€PREZZO D’ACQUISTO

DELLA MACCHINAUTILIZZATA

PER LA PROVA

La velocità di svuotamento è pari a 120 litri al secondo.

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n. 17/2014 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] Terra e Vita 5529 aprile 2014

fine e all’inizio della passata,quando si deve ridurre la veloci-tà per effettuare la svolta.

RESA BUONA, ROTTUREASSENTILo abbiamo visto bene nel test.L’apertura della risaia, peresempio, comporta la presenzadi qualche residuo inatteso nelcassone della granella, mentrenon appena si comincia a lavo-rare su spazi liberi il risultatomigliora nettamente. Parlandodi qualità del prodotto abbiamosempre una resa eccellente, conrotture praticamente assenti.Anche le prestazioni non sonosembrate male, sebbene la di-mensione degli appezzamentinon fosse quella ideale per ve-dere davvero cosa sa fare questaS 670i. A ogni modo abbiamoraccolto a circa 4 km orari di ve-locità, con 6,7 metri di testata.Quest’ultima è stata il vero limi-

te della macchina: leggermentepiccola e soprattutto poco adat-ta al riso come tipo di lama. Eccoquindi che l’uso di una testatapensata apposta per questo pro-dotto permetterebbe probabil-mente di migliorare in modosensibile l’andatura e, con essa,la resa oraria. Per esempio unanostra vecchia conoscenza, Da-niele Manzo, agricoltore vercel-lese, con una barra a tappeti da7,5 metri e la stessa macchinaarriva senza difficoltà a 5 km/h.

Naturalmente il motore nonè parso minimamente in affan-no, durante il test. Del resto la670 ha, sulla schiena, un sei ci-lindri Power Tech con doppioturbocompressore: 9 litri di vo-lume e sistema Egr avanzatoper rispettare i parametri StageIIIB. La potenza massima è di431 cavalli (317 kW) mentrequella nominale si ferma a 378cv (278 kW).

Il terminale Greenstar in versione touch screen è l’idealeper la gestione della macchina in maniera versatile e rapida.

CARATTERISTICHE TECNICHE PRINCIPALITAGLIO E ALIMENTAZIONE

Testata cereali a paglia 600r (4,3-10,7 m)

Testata mais 600c

Canale elevatore velocità fissa (opt. heavy duty 5 velocità– regolazione inclinazione laterale)

Dimensioni 139x172 cm

SEPARAZIONE

Sistema di separazione separazione assiale con rotore Tristream(opt. rotore flusso variabile)

Lunghezza rotore 3,12 m

Diametro rotore 76 cm

Regime di rotazione 210 – 550/380 – 1.000 rpm

Superficie controbattitore 1,1 mq

Superficie di separazione 1,54 mq

PULIZIA

Sistema di pulizia sistema crivellante con precrivello fisso

Velocità ventilazione620-1.350 rpm

SCARICO

Trinciapaglia con deflettore a regolazione elettrica,con o senza mulinello superiore

Nr coltelli 44 o 100

Capacità serbatoio 10.600 l

Velocità di scarico 120 l/sec

MOTORE E TRASMISSIONE

Motore PowerTech PSX, biturbo Egr, Tier 4i

Cilindri/volume 6/9 l

Potenza nominale (ECER120 – kW/cv) 278/378

Potenza massima (ECER120 – kW/cv) 317/431

Trasmissione idrostatica (Prodrive optional)

Numero rapporti 3

Tastatori meccanici per la regolazione automatica dell’altezzadi taglio.

Organizzazione razionale per i comandi, raggruppatisul bracciolo destro e sulla consolle a fianco di quest’ultimo.

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In cabina abbiamo spazio inabbondanza, ma anche una ec-cellente insonorizzazione: siparla tranquillamente, sia facciaa faccia sia al telefono. Eccellen-te anche la visibilità, favorita dalcanale alimentatore allungato(una delle novità introdotte sul-l’ultima versione della serie S).Importante la disponibilità ditelecamere: si possono piazzaresul retro e sul tubo di scarico. Leimmagini sono visualizzate sulterminale di bordo, così da ri-durre il numero di monitor nel-l’abitacolo.

ELETTRONICA ECCELLENTEA proposito di monitor, ricor-diamo l’eccellente dotazione

elettronica di questa macchina.Si parte dal display a montante:abbastanza leggibile e chiaro,molto utile per una rapida oc-chiata sui principali parametridi lavoro. Questo, però, è soltan-to l’antipasto: accanto al termi-nale standard possiamo avere ilCommand Center Greenstar 3,che supporta le funzioni Auto-trac (guida satellitare) e video-camera, oltre a permettere diimpostare i parametri di lavorodella macchina e la regolazioneautomatica della velocità di

avanzamento (Harvest Smart).Il Command Center di base sicontrolla con una serie di tastiben collocati sul fianco del brac-ciolo, in posizione facilmenteraggiungibile, al punto che do-po qualche giorno non si fatica atrovarli al tatto, senza doverliguardare. Per chi non volessepiù avere a che fare con fisicità,però, è disponibile anche la ver-sione Touch Screen del termina-le: più intuitiva e comunque do-tata anche della pulsantiera.Che in certe situazioni, a nostroavviso, è anche meglio dello

schermo a contatto. Infine, il topdell’offerta: il Greenstar 2630, 26cm di lato e possibilità si sfrutta-re tutte le potenzialità del siste-ma Ams, come la raccolta di datisu umidità, peso e resa delle va-rie parti del campo. Anche se sidecide di non sfruttare questetecnologie, la S 670i resta unamacchina assai interessante, conuna buona capacità di lavorodovuta soprattutto al rotore Tri-stream e un innegabile comfortin cabina. Ma non c’è dubbioche fa pienamente onore allasua natura soltanto se utilizzataper ciò per cui è stata pensata:non soltanto una mietitrebbia,ma un piccolo laboratorio viag-giante.

Il trinciapaglia è statoripensato per evitareintasamenti ed eccessivoassorbimento di potenza.

Canale elevatore allungatoe ripensato: un’altra miglioriadella nuova serie S.

Prestazioni 7,5Buona capacità di lavoro: fino a 5 km orari su riso, a condizione di usarela barra adatta. Nel caso del nostro test, la lama ha incontrato alcunedifficoltà con gli steli del riso. Rotore Tristream efficiente, sbriga il lavoroin fretta e, anzi, avrebbe necessità di essere più alimentato. In quellasituazione garantisce una puliza elevata e pochissime perdite. Velocitàdi scarico eccellente, si vuota l’enorme serbatoio in un minuto e mezzocirca. Buona maneggevolezza e, ovviamente, dotazione tecnologicamolto avanzata. Nel complesso, una mietitrebbia di media potenza, perla media azienda di lavorazioni in conto terzi oppure l’azienda agricolaevoluta.

Condizioni di lavoro 7Una cabina in cui si vive bene equipaggia questa nuova versione dellaassiale John Deere. C’è tutto quel che serve per stare molte ore inpostazione di lavoro: visibilità elevata su tutti i lati con, a richiesta,telecamera sul retro e sul canale di scarico e insonorizzazione molto

efficiente – cosa non scontata suuna mietitrebbia e buon clima-tizzatore. Da rinnovare, invece,la leva multifunzioni: non male,ma ormai sorpassata dalle ulti-me proposte della concorrenza.

Costi 6,5Come prezzo d’acquisto siamoleggermente sopra la media. Ilcostruttore dichiara un consumomedio di carburante tra 48 e 52litri/ora in funzione della resa,dell’umidità del prodotto e della

lunghezza della paglia con trinciapaglia innestato. Diciamo che sulmercato c’è chi costa e consuma un po’ meno, ma le differenze nonsono poi così alte.

LE CHIAVI DI VALUTAZIONE

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n. 17/2014 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] Terra e Vita 5729 aprile 2014

NORD ITALIA

Oidio, le infezioniascosporiche

DI RICCARDO BUGIANI E MASSIMO BARISELLI

N on più relegato soltan-to alle aree viticole col-linari, l’oidio della vi-

te, causato dall’ascomicetenella sua forma sessuata diUncinula necator (Schweinitz)Burril e forma imperfetta Oi-dium tuckeri Berk., in questi ul-timi anni si è manifestato conuna certa regolarità anche areeviticole di pianura dove gene-ralmente il patogeno non erasolito provocare danni consi-stenti. È bene ricordare che re-centi studi hanno dimostratoche negli ambienti viticolinord italiani, i sintomi preco-cissimi delle “foglie a bandie-ra” caratteristici delle infezio-ni da micelio solo per lo piùrelegate a quei vigneti pococurati che con il tempo hannoaccumulato una forte carica diinoculo. Al contrario, la forma

di svernamento più comune èquella di cleistotecio. In pri-mavera questi ultimi rilascia-no le ascospore sulle foglie ba-sali più vicino al ritidomaogniqualvolta si verifica unapioggia di almeno 2,5 mm conuna temperatura di almeno 10°C. Le ascospore quindi ger-minano in un arco termico ot-timale tra 20 e 25 °C, e in pocheore penetrano la superficie ve-getale. Sono queste le condi-zioni climatiche idonee perchési possano avere infezioniascosporiche. Il tempo di incu-bazione, in funzione dellatemperatura, può andare daun minimo di 6-7 giorni ad unmassimo di 15 giorni. Leesplosioni epidemiche siamosoliti osservare a partire da fi-ne maggio-inizio giugno sonoquindi la causa di infezioni

che avvengonoprecocemente,da poco dopo ilgermogliamento -immediata pre-fioritura fino allafase di formazionedel grappolo.

STRATEGIAIn questa prima fasefino alla pre-fioritura,è consigliabile utiliz-zare meptyldinocap (massi-mo 2 interventi all’anno), zol-fo bagnabile a dosi elevate(800 g/hl), o gli IBE ad inter-valli di circa 8-10 giorni. Dapre-fioritura fino alla allega-gione è preferibile invece uti-lizzare prodotti più specificicome metrafenone o spiroxa-mina, cyflufenamid, (massi-mo 3 interventi all’anno) o

quinoxyfen, caratterizzatidall’avere una ottima affinitàalle cere epicuticolari e dotatianche di una buona attivitàstoppante anche in presenzadi infezioni secondarie. Vicinoalla fase di pre-chiusura grap-polo è possibile utilizzare an-che principi attivi, come fluo-piram, boscalid e tryfloxy-strobin efficaci anche neiconfronti della botrite.

L’ esperienza dell’anno passato, nelquale la peronospora è comparsa

con una particolare aggressività in seguitoad un andamento stagionale particolar-mente favorevole, suggerisce di non sotto-valutare il rischio infettivo in questa prima

parte della stagione. Aprile e maggio sono solitamente i mesi in cuisi verificano le prime infezioni peronosporiche. Anzi, gli ultimi dueanni hanno registrato un consistente anticipo della fine della fase dilatenza delle oospore e di conseguenza un anticipo del rischioperonosporico. Oggi sono disponibili nuovi modelli previsionali parti-colarmente efficienti e affidabili sui quali ci si può basare per unarazionalizzazione dei trattamenti antiperonosporici.

In mancanza di tali strumenti è raccomandabile, in previsione dipiogge, intervenire cautelativamente con propineb, metiram, zo-xamide, Sali di rame anche associati a fosetyl-Al in caso divegetazione in attiva crescita. Dopo le piogge e in presenza divegetazione non protetta si può intervenire con cimoxanil, dimeto-

PERONOSPORAL’anticipodelle primarie

morf, iprovalicarb, in miscela con prodotti di copertura o la misceladimetomorf+dithianon.

In situazioni di alto rischio e ove si intenda proteggere lavegetazione è consigliabile intervenire con prodotti sistemici abase di metalaxyl o benalaxyl (da non utilizzare in presenza dipiante sature d’acqua in quanto traslocati molto lentamente) ocitotropici come ciazofamide.

Per la protezione dei grappoli è invece opportuno fare ricorso aprodotti in grado legarsi saldamente alle cere epicuticolari ed esserepiù difficilmente dilavati dalle frequenti piogge, quali, ametoctra-din, mandipropamide, famoxate, zoxamide, amisulbron, fena-midone, ciazofamide, la miscela flupicolide+fosetyl-Al, piraclo-strobin+metiram.

È bene ricordare che per non incorrere nell’insorgenza di popo-lazioni di Plasmopara viticola resistente a taluni fungicidi antipero-nosporici, è buona norma alternarli con altri egualmente efficaci maa diverso meccanismo d’azione e limitare il loro utilizzo nel corsodell’annata.

Decolorazioni sulla paginafogliare superioree imbrunimento delle nervaturein corrispondenza di questenella pagina inferiore sonoi classici sintomi delleinfezioni ascosporiche dioidio sulla vite (foto Bugiani).

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58 Terra e Vita [ TECNICA E TECNOLOGIA ] n. 17/201429 aprile 2014

CENTRO ITALIA

Imprevedibileperonospora

DI FRANCESCO CORVI

L’ incidenza delle infe-zioni di peronosporadella vite che hanno

caratterizzato l’annata 2013 e iproblemi riguardanti il suo con-trollo hanno spinto a focalizzarenuovamente l’attenzione su unpatogeno il cui comportamentoepidemico presenta aspetti an-cora da indagare.

La sopravvivenza del pato-geno durante l’inverno è garan-tita dalla sua capacità di diffe-renziare strutture quiescenti, leoospore. Studi compiuti sullabiologia ed epidemiologia diPlasmopara viticola hanno evi-denziato che le condizioni cli-matiche invernali, e in modoparticolare la pluviometria,hanno grande importanza nel

determinare la maturazionedelle oospore e la gravità del-l’epidemia. Altri studi hannopermesso di accertare che la ger-minazione delle oospore e ilconseguente sviluppo di infe-zioni primarie, si prolunga nelcorso della stagione vegetativacon un netto decremento a finemaggio-inizio giugno.

TRE DIECI ALLA FRUSTAUn aspetto tradizionalmente di-battuto della difesa antiperono-sporica è l’inizio dei trattamentidopo la ripresa vegetativa. Pur-troppo, con il passare degli anni,la “regola dei 3 dieci” ha dimo-

strato di non essere sempre affi-dabile, tendendo a sottostimareil rischio di infezione nelle situa-zioni molto favorevoli al pato-geno e a sovrastimarlo in quellecontrarie. Ciò nonostante puòancora oggi svolgere un ruoloimportante per la limitazionedei trattamenti superflui inizia-li, purché venga utilizzata inmaniera flessibile riguardo alfattore pioggia.

L’attuale disponibilità di stru-mentazioni elettroniche in gradodi registrare i dati meteoclimaticie la possibilità di acquisire piùaffidabili criteri di valutazionedel rischio di infezione attraver-so l’applicazione dei modelli pre-visionali, consentono al viticolto-re di scegliere sempre più soddi-sfacenti soluzioni operative percombattere la peronospora. Se aciò si aggiunge l’ampia e diversi-ficata disponibilità di fungicidimolto efficaci nei confronti delpatogeno, si può affermare cheoggi la difesa antiperonosporicadella vite ha raggiunto livelli piùche mai soddisfacenti sul pianodella sicurezza protettiva.

G li antiperonosporici regi-strati su vite possono es-

sere distinti in due categorie.I fungicidi tradizionali di

copertura (rameici, mancozeb,metiram, propineb, folpet, ditia-non) sono esclusivamente pre-ventivi ed esplicano un’azionemultisito nei confronti del meta-bolismo cellulare.

I fungicidi moderni endote-rapici sono in grado di penetra-re nei tessuti, traslocare in ma-niera più o meno marcata edesercitare un’azione specificasul metabolismo cellulare. Rien-trano in questa categoria 19 p.a.distinti in base alla modalità concui sono in grado di muoversiall’interno dei tessuti, al gruppochimico di appartenenza, almeccanismo di azione e al ri-schio di resistenza. Per una cor-retta impostazione della difesadel vigneto debbono essere im-piegati esclusivamente in mi-scela con i prodotti di coperturaed in modo preventivo.

FUNGICIDIEndoterapicie di copertura

Esiti dell’attaccodi peronospora su foglia di vite.

CARATTERISTICHE DEI FUNGICIDI ATTUALMENTE AUTORIZZATI SU VITETIPO E COMPORTAMENTO NELLA PIANTA SOSTANZE ATTIVE

I fungicididi copertura nonsono in gradodi penetrareall’internodei tessutied esercitanoesclusivamenteun’azionepreventivadall’esterno

TradizionaliPersistenza limitata

Remeici (Poltiglia Bordolese,Solfato Tribasico, Ossicloruri,Idrossido, Ossido)

Ditiocarbammati (Mancozeb,Metiram, Propineb)

Maggiore persitenza specie suigrappoli

FolpetDitianon

ModerniBuona persistenza anchegrazie alla affinità con le cerecuticolari

FamoxadoneZoxamideAmetoctradin

I fungicidiendoterapici sonodotati di vari gradidi penetrazionee mobilitànei tessuti,di un’azionepreventiva internaed esternae curativa di variaentità

Elevata penetrazionee traslocazionesistemica

Sistemicità acropeta ebasipeta, buona persistenza Fosetyl-Al

Sistemicità acropeta, buonapersistenza

Metalaxil, Metalaxil-MBenalaxil, Benalaxil-M

Elevata penetrazionee traslocazione locale Persistenza limitata Cimoxanil

Penetrazione più omeno marcata contraslocazione parziale.Parziale permanenzain superficie

Buona persistenza anchegrazie alla più o meno elevataaffinità per le cere cuticolari

DimetomorfIprovalicarb, Bentiavalicarb,ValifenalateMandipropamidPiraclostrobin, FenamidoneCiazofamid, AmisulbromFluopicolide

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n. 17/2014 [ TECNICA E TECNOLOGIA ] Terra e Vita 5929 aprile 2014

SUD ITALIA

Olivo, controllodelle crittogame

DI ARTURO CAPONERO

P er il controllo degli sco-litidi (Phloeotribus sca-rabeoides, Hylesinus olei-

perda) dell’olivo le esche costi-tuite dai fasci di rami lasciatidurante la potatura andrannobruciate prima dello sfarfalla-mento degli adulti che, nellearee meridionali, solitamenteavviene alla fine di questo me-se. I nuovi attacchi degli scoliti-di sulle piante saranno eviden-ziabili dalla presenza di cumu-letti di rosura sui rami, incorrispondenza dei fori di pe-netrazione che spesso sono al-l’ascella dei rami. Si ricorda chegli interventi diretti contro gliscolitidi non sono consigliabilimentre è importante rimuove-re le cause che predispongonole piante a queste infestazionicome gli stress idrici o la pre-senza di rami secchi.

Negli oliveti in cui nello

scorso anno sono stati osserva-ti attacchi diffusi di occhio dipavone (Spilocaea oleaginea), dipiombatura (Mycocentrosporacladosporoides) o di lebbra (Gle-osporium olivarum, G. clavatum),prima della fioritura andrà ef-fettuato un trattamento specifi-co per proteggere la nuova ve-getazione, devitalizzando lacarica di inoculo localizzatasulle foglie e i rametti infetti osulle drupe mummificate. Iprodotti a base di rame sono adampio spettro e quindi attivianche su altre malattie tra cui larogna batterica. Il rame agevo-la la caduta delle foglie infette,soprattutto di quelle colpite daspilocea, più sensibili alla fito-tossicità dello ione metallico ilquale penetra più facilmentenel mesofillo fogliare attraver-so le lesioni della cuticola pro-vocate dal fungo. In alternativaai composti rameici è semprepossibile l’uso della dodina laquale non ha effetti fitotossici epuò essere applicata anche a ri-dosso della fioritura sia perproteggere la nuova vegetazio-ne che per devitalizzare i coni-di ancora presenti. Contro laspilocea dell’olivo è registratauna miscela a base di tebuco-nazolo e trifloxystrobin attivaanche contro gli agenti funginiresponsabili della lebbra.

C ome evidenziato da speri-mentazioni condotte in Pu-

glia, per abbattere la carica di ino-culo negli oliveti attaccati da leb-bra, più che i trattamenti invernali,sono utili quelli contro le infezioni

latenti primaverili. In primavera, infatti, il fungo colonizza iresidui fogliari, le olivine, i teneri rametti e le foglie e simantiene in forma di micelio fino alle prime piogge autun-nali, quando differenzia i conidi e diffonde l’infezione sulledrupe. È questo, pertanto, il periodo migliore per intervenire.

Nel biennio scorso, per fronteggiare la recrudescenza dilebbra in Puglia, era stato autorizzato su olivo da olio l’usoeccezionale in primavera-estate della piraclostrobina, cheha mostrato una buona attività su entrambe le specie diGloeosporium, e della citata miscela a base di tebuconazoloe trifloxystrobin. È probabile che entrambi i prodotti otter-ranno quest’anno la registrazione su olivo contro la lebbra,sebbene questa patologia è passata decisamente in secon-do piano in Puglia da quando è stata accertata nel Salentouna diffusa infezione del batterio xilofago Xylella fastidiosa,polifago patogeno da quarantena prima d’ora mai segnalatoin Europa e di cui si temeva l’introduzione.

LEBBRANovità nelleregistrazioni

Forte defogliazione per un attacco di lebbra.

Sintomi di occhiodi pavone su foglie di olivo.

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60 Terra e Vita [ RUBRICHE ] n. 17/201429 aprile 2014

COMUNICAZIONE I consigli degli esperti per un’azienda sempre più social

Web 2.0, bisogna essercima con strategia

DI ALESSANDRA SGARBOSSA

D odici imprenditori agri-coli, tra i 30 e i 40 anni, alezione di social

network come strumento di bu-siness. È quanto è accaduto nel-la sede di Veneto Agricoltura,azienda della Regione Veneto,dove si è concluso un laborato-rio di tre lezioni (un giorno asettimana) dedicato all’uso deisocial network. Nella prima edi-zione, lo scorso anno, la dozzinadi posti disponibili nell’aula in-formatica attrezzata si erano vo-

latilizzati in pochissimi giorni,generando una lista d’attesa di73 persone, scesa a 40 con que-sto secondo corso.

Il seminario, finanziato nel-l’ambito del Psr 2007-2013, hafornito alle aziende del sistemarurale indicazioni su comesfruttare le opportunità offertedal web 2.0. Dopo alcuni riferi-menti ai principi di web-marke-ting, i partecipanti, divisi so-stanzialmente a metà tra rap-

presentanti diaziende agricolepure e aziendeagrituristiche, han-no operato diret-tamente sulweb tramite pc,acquisendo glielementi basilariper potere da unlato rivolgersicon consapevo-

lezza ai professionisti del web,dall’altro gestire autonoma-mente alcune fasi della presenzasul web, in particolare sui socialnetwork.

«La gestione dei socialnetwork nel privato è differenteda quella nel lavoro – spiega ladocente Claudia Zarabara –. Il90% dei partecipanti ha chiestoapprofondimenti su Facebook,il più popolare dei social, ma si ètrattato anche di YouTube, Twit-ter, molto in voga nel settorebio, wine, food e turismo,

Linkedin, più adatto a chi deveesportare, Google AdWords perquantificare gli accessi e rag-giungere nuovi clienti, e dell’ot-timizzazione dei motori di ri-cerca».

Si è parlato di cosa e comescrivere, come evitare strafalcio-ni dannosi per l’azienda, comecoinvolgere i fans e conoscerne igusti attraverso il campiona-mento, quali sono i servizi diadvertising a pagamento e suquali puntare.

Ad esempio, per la venditadiretta dei prodotti in aziendalila formula promozionale adattaè quella che si attiva per gliutenti che si connettono nel rag-gio di 30 km dall’impresa, men-tre un B&B dovrà optare per an-nunci visibili anche dall’estero,come in Russia, uno dei mercatiin evoluzione del settore ricetti-vo anche rurale.

N on creare monconi: navigando in in-ternet si trovano spesso spazi, siti web

o pagine sui social network, creati ma nongestiti. È un approccio controproducente madiffuso. Se si decide di stare sui socialnetwork, bisogna presidiarli. Aggiornamento

una tantum e domande o post degli utenti senza risposte fannoarrabbiare i fans, perdendo potenziali clienti.

Non usare per l azienda il profilo Fb, che da regolamento delsocial è rivolto a persone fisiche per usi privati, e aprire la “pagina”.Oltre a non avere limiti di contatti (il profilo può gestire fino a 5milaamici), la pagina è visibile anche da chi non è iscritto a Fb attraversola ricerca con Google, il motore in assoluto più usato al mondo.

Non scrivere troppo o inserire messaggi troppo commercialisu Fb che portano i fan a disiscriversi dalla pagina. Va usato unlinguaggio informale per raccontare il quotidiano. E gli agricoltorihanno molto da raccontare, basti pensare anche solo alla stagionalitàe al ritmo della natura. Su Fb le persone chiacchierano, si devechiacchierare con loro e sentirsi parte del network.

Sbagliato non monitorare la rete per vedere se si parla di noi sualtri siti, ancor più cancellare eventuali post negativi, a meno che nonsiano offensivi o lesivi della dignità di qualcuno. Nella risposta nonessere precipitosi e, se fosse il caso, implodere “fuori” dal social.

Non mescolare sfera privata e pubblica. Sbagliato tenere ilproprio profilo Fb “aperto”, si crede di parlare con gli amici e non siusano filtri in quello che si scrive, rischiando veri e propri autogol.

VADEMECUMGli errorida evitare

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n. 17/2014 [ RUBRICHE ] Terra e Vita 6129 aprile 2014

Alcuni esempi tratti dalla rete: il gestore dell’agriturismo che nella paginaaziendale o nel sito afferma che tutti sono i benvenuti e nel profilopersonale si lascia andare a commenti xenofobi, o l’agricoltore che altermine di una giornata con le scuole nella sua fattoria didattica si sfogacon gli amici Fb che quei “vandali” gli hanno distrutto il campo, con lapossibilità di essere letto anche dai genitori degli stessi studenti.

Non volere entrare su tutti i social, ma scegliere quello più adatto alproprio target. Strumento giusto e modo corretto di comunicare: Fb eTwitter sono diversi nel modo di scrivere, nella diffusione e nel target.

Non delegare la comunicazione a persone non preparate: è fre-quente il caso di pagine Fb date da aggiornare ai figli adolescenti perchésanno usare tecnicamente il social, ma un ragazzino non può esserematuro per gestire la comunicazione aziendale. A.S.

Il concetto è che nei social lepersone vogliono partecipare,non essere il bersaglio di comu-nicazione altrui. «Bisogna spo-sare il modo di “vedere digita-le” del consumatore, dandoascolto alla sua voce, alle suenecessità, al suo modo di conce-pire il web – racconta l’espertadi web marketing –. Il sistemadigitale dell’azienda ha il sitoufficiale al centro come un soleattorno a cui gravitano comepianeti gli altrisocial, il soledel sistema di-gitale del con-sumatore so-no i socialprincipali. Sesi ha bene inmente lastrategia daperseguire,basta davverouna mezz’ora al giorno dedicataal social. Gli effetti sono misura-bili, ad esempio su Facebookcon numero di “mi piace”, con-divisioni e commenti che hannoun effetto virale».

Veneto Agricoltura sta verifi-cando la possibilità di promuo-vere altri corsi per rispondereall’alto numero di adesioni per-venute, segno che è stato indivi-duato un bisogno indispensabi-le del mondo rurale: l’innova-zione digitale anche nellacomunicazione. Se la radio ha

impiegato 38 anni ad arrivare a50 milioni di utenti nel mondo,Facebook ne ha impiegati appe-na due. Oggi solo in Italia gliutenti FB sono 24 milioni. «Tut-tavia, secondo il Censimentodell’agricoltura, soltanto il 5%delle aziende agricole venetedispone di un computer o altreattrezzature informatiche per losvolgimento di attività ammini-strative e gestionali, solo il 3%le utilizza direttamente nella

gestione tecnica eappena il 2%ha un sito web– commentaStefano Bar-bieri, responsa-bile dell’unitàcomplessa perl’informazionedi Veneto Agri-coltura –. L’ap-proccio digitale

nel rapporto tra aziende agrico-le e pubblica amministrazione èmediato dalle associazioni di ca-tegoria che fanno sì da filtro, maspesso anche da tappo».

«Esserci, ma esserci con stra-tegia. Se è vero che per usare isocial non servono competenzeinformatiche particolari, è al-trettanto vero che servono com-petenze comunicative». È que-sto il consiglio di Claudia Zara-bara per le aziende che voglionodiventare “social” o che già losono.

n. 17/2014 Terra e Vita 6126 aprile 2014

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62 Terra e Vita [ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 17/201429 aprile 2014

S in dalle prime settima-ne di marzo è possibileosservare su molte col-

tivazioni di cereali attacchi divari patogeni fungini, in modoparticolare di Septoria e Rug-gine gialla. Ciò è causato, oltreche dalla presenza dell’inocu-lo, dalle condizioni climatichefortemente pre-disponenti, spe-cie in termini ditemperature eumidità. Rispetto all’anda-mento medio degli stessi mesinegli ultimi 10 anni, le mini-me, in particolare, sono deci-samente superiori alle medie. I

mesi di dicembre, gennaio e,soprattutto, febbraio sono statidecisamente più caldi contemperature minime superiorianche di 5 °C.

In funzione dei fabbisogniin termini ditemperature eumidità che cia-scun patogeno

ha per riprodursi e diffonder-si, le malattie tendono a com-parire in specifiche fasi fenolo-giche della pianta. Ciò si puòriassumere nella tabella 1.

A seconda degli organi checiascuna malattia colpisce e infunzione dell’entità del dannoprovocato, si possono verifica-re perdite di produzione e/oriduzione della qualità del

prodotto ottenuto (tab. 2). Diquesto occorre tener contoquando si mette a punto il pro-gramma di difesa.

Il primo passo per la pre-venzione è senz’altro indivi-duare, ove disponibili, le va-rietà meno sensibili ai patoge-ni più frequentementepresenti nell’area di coltiva-zione.

In secondo luogo, si devetenere presente che i principiattivi oggi disponibili non so-no sempre efficaci nel contene-re tutte le malattie. In tabella 2sono riportate alcune informa-zioni utili a riguardo.

IN CAMPO Proliferano virosi, septoria, ruggini e si segnala una certa carenza di azoto

Malattie in aumento, regalidi un inverno caldo e piovosoServe un’oculata

gestione agronomica

per controllare

gli attacchi fungini

e ottenere

buone rese

e marginaliltà

IN COLLABORAZIONE CON

APSOVSEMENTI

Forte attacco di Rugginegialla (Maccarese, marzo 2014).

TAB. 1 - LE MALATTIE IN FUNZIONE DELLO STADIO FENOLOGICO DEI FRUMENTI

MALATTIA EMERGENZAFINO A 3 FOGLIE ACCESTIMENTO LEVATA BOTTICELLA SPIGATURA FIORITURA MATURAZIONE

Oidio

Ruggine gialla

Ruggine bruna

Septoriosi

Fusariosi della spiga

L e temperature minime eleva-te hanno fatto sì che le varietà

alternative (senza o con basso fab-bisogno di freddo per passare allafase riproduttiva) risultino general-mente in anticipo di 2-3 settimane

rispetto alla normale data di spigatura. Questo le espone alrischio che eventuali ritorni di freddo possano causare steri-lità nelle spighe e a maggiori attacchi di funghi vista l’elevataprobabilità di pioggia delle prossime settimane. Per questevarietà, nelle zone più a rischio, ed ove possibile, si consigliadi prevedere un programma di difesa con 3 interventi.

VARIETÀAlternativein forte anticipo

L e abbondanti piogge, oltre aicitati problemi fitosanitari,

hanno causato forti dilavamenti elisciviazioni di azoto, elementoessenziale per lo sviluppo dellepiante e per consentire buone

produzioni. Di questo occorre tener conto nella pianifica-zione degli interventi di concimazione, apportando mag-giori quantità di azoto per integrare quello dilavato.

CONCIMAZIONEAumentarel’azoto del 15%

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n. 17/2014 [ AZIENDE E PRODOTTI ] Terra e Vita 6329 aprile 2014

SOLUZIONI IN ARRIVOPER LE VIROSIUn altro problema che si sta dif-fusamente segnalando è la pre-senza di virosi, in particolareNanismo giallo dell’orzo checolpisce anche il frumento.L’infezione è avvenuta a causadi afidi che, sempre in conse-

guenza delle temperature mitiautunnali, hanno proliferatonelle prime fasi del ciclo fenolo-gico dei cereali consentendo ladiffusione del patogeno contutti i danni che ne conseguono.

Gli unici sistemi per preve-nire i danni da virosi da sonoquelli di utilizzare varietà resi-

TAB. 2 - L’IMPATTO DELLE MALATTIE FUNGINE

PATOGENIINCIDENZA EFFICACIA

TRATTAMENTIVARIETÀ

RESISTENTIRESA QUALITÀ

Oidio + + Elevata Si

Ruggine gialla +++ ++ Buona Si+

Ruggine bruna +++ ++ Elevata Si+

Septoriosi ++ ++ Buona Si

Fusariosi “della spiga” +++ +++ Buona Si?

D ai primi di marzo sono statisegnalati attacchi, anche

molto intesi, a carico di varietà ditriticale, in Sardegna, Sicilia , Pu-glia e anche nelle zone litoraneedel Lazio.

Negli ultimi giorni abbiamo verificato i primi attacchianche su frumento tenero, duro e triticale in Centro e NordItalia. Anche dalla Francia arrivano notizie preoccupanti:come in Italia il patogeno quest’anno ha una fortissimavirulenza. La malattia, che predilige temperature miti, unavolta ben istallata è difficile da controllare.

La presenza incostante negli anni ha reso più difficile laselezione di varietà resistenti, inoltre il patogeno è in conti-nua evoluzione, va tenuto presente che si adatta e mutarapidamente, quindi cultivar che in passato erano resistentipossono comunque essere attaccate e viceversa. In genera-le è necessario intervenire tempestivamente, alla comparsadelle prime pustole, con principi attivi specifici. Miscele chemostrano una buona efficacia anche in termini curativi sonoquelle a base di: Tebuconazolo + Azoxystrobin e Tebuco-nazolo + Pyraclostrobin.

In generale visto che di stanno verificando forti ancheattacchi di ruggine bruna, e che ben poche varietà combina-no la doppia resistenza alle due ruggini, il suggerimento èquello di mantenere le colture costantemente “coperte” daifungicidi. Tenendo presente che l’efficacia della maggiorparte dei principi attivi di esaurisce dopo circa 25 gg dall’ap-plicazione. Il suggerimento, laddove i disciplinari lo permet-tano, è di programmare in totale 2 intervento nel Centro-Sud e 3 nel Nord Italia o comunque dove lo stadio delleculture non è ancora troppo avanzato. Teniamo anche pre-sente che l’anticipo generalizzato delle spigature allungheràil periodo di fioritura e granigione esponendo le spighe aduna maggiore possibilità d’infezioni da Fusarium.

ALLERTARuggine giallaattacchi in corso

Differenze in campo tra seme trattato e non trattatocon insetticida sistemico.

TAB. 3 - PRINCIPALI VIROSI VEICOLATE DA AFIDIMALATTIA SPECIE COLPITE LOTTA

Nanismo giallodell'orzo

Barley yellow dwarf virus BYDV-PAV/MAV/PAS diversi agenti virali frumento, orzo, segale,avena (+mais e riso) Controllo dei

vettori tramiteinsetticidi

o con rotazionie controllodegli ospiti

Barley yellow dwarf virus BYDV-RMV/SGV/GPV diversi agenti virali

Sintomi: quando Sintomi: quali Sintomi: localizzazione

dipende dall'infezioneche può avvenire allasemina o in primavera

ingiallimenti dall'apice verso la lamina,arrossamenti, nanismo e inibizionedella levata; assenza di spiga/spiga

sterile

macchie, seguonol'andamento e la

diffusione del vettore

MALATTIA SPECIE COLPITE LOTTA

Nanismo giallodei cereali Barley yellow dwarf virus CYDV-RPV/RPS diversi agenti virali frumento, orzo, segale,

avena (+mais e riso) Controllo deivettori tramite

insetticidio con rotazioni

e controllodegli ospiti

Sintomi: quando Sintomi: quali Sintomi: localizzazione

dipende dall'infezioneche può avvenire allasemina o in primavera

ingiallimenti dall'apice verso la lamina,arrossamenti, nanismo e inibizione della

levata; assenza di spiga/spiga sterile

macchie, seguonol'andamento e la

diffusione del vettore

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64 Terra e Vita [ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 17/201429 aprile 2014

stenti, che per l’orzo sono am-piamente disponibili (Atenon,Cometa, Pandora). Nel caso deifrumenti si possono applicareinsetticidi nei primi stadi di ve-

getazione, operazione nonsempre possibile per causa del-le condizioni meteo. Il metodopiù sicuro per prevenire il pro-blema delle virosi veicolate da

afidi è l’utilizzo di seme concia-to con un insetticida sistemico,una novità per i cereali a paglia,che garantisce la copertura findall’emergenza senza dover re-

alizzare interventi in campo.Inoltre questo principio attivopermette di controllare molti al-tri insetti terricoli come Elateri-di, Zabro e Mosca Gialla.

I n tutta Italia sono segnalati diffusi attacchi di antrac-nosi, (Ascochyta spp) una delle malattie fungine più

dannose per le leguminose da granella. Per ordine disuscettibilità crescente al patogeno possiamo classifi-care: Pisello > Favino > Cece.

Ovviamente all’interno delle diverse specie vi sonoovviamente varietà più o meno tolleranti.

Nel favino si manifesta con ampie necrosi circolarisimili a bruciature da sigaretta. Nel caso di pisello e cecela malattia si sviluppa nell’intersezione tra il fusto e leramificazioni. Essendo di origine crittogamica, la malat-tia ha ampiamente proliferato in condizioni di elevatetemperature e umidità. Condizione predisponente è sicu-ramente una rotazione stretta con queste leguminose el’utilizzo di seme non trattato. Purtroppo solo per ilpisello sono disponibili fungicidi specifici registrati per i trattamenti in vegetazione mentre non c’è quasi nulla perfavino e cece. In altri paesi sono state fatte positive esperienze con applicazioni di Tebuconazolo solo o in miscelacon strobilurine.

LEGUMINOSEForti attacchidi antracnosi

Varietà di cece resistente all’Antracnosisullo sfondo e varietà suscettibile.

Attacco di Antracnosisu favino.

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n. 17/2014 [ AZIENDE E PRODOTTI ] Terra e Vita 6529 aprile 2014

L a concimazione fogliareè una tecnica di fertiliz-zazione che prevede la

fornitura di nutrienti e sali mi-nerali alle colture attraverso lacuticola di foglie, steli e di al-tre parti verdi della pianta. Gliapporti fogliari, oltre ad inte-grare le tradizionali sommini-strazioni al terreno, fornendoelementi di pronta disponibi-lità, e/o risolvere carenze damicroelementi(rame, manga-nese, ferro, bo-ro, ecc.), sonoparticolarmen-te indicati per l’applicazionedi biostimolanti, prodotti adazione specifica in grado diincrementare lo sviluppo e laproduzione delle piante, conmeccanismi diversi rispetto aifertilizzanti, in quanto nonimputabili agli elementi nu-tritivi.

LA PROVAI biostimolanti, inoltre, favori-scono la pianta nel supera-mento degli stress ambientalie fisiologici, e aumentano lepotenzialità produttive (NardiS., Pizzeghello D., Tosoni M.,2005). In alcuni casi sono statedimostrate azioni ormono-si-mili (hormon-like), che permet-tono di esplicare un’azione fa-vorevole a basse o bassissimeconcentrazioni (Ciavatta C.,2005).

Nel corso del biennio 2012-2013, per approfondire gliaspetti legati a questa tecnicanutrizionale, Astra Innovazio-ne e Sviluppo di Faenza ha co-ordinato la realizzazione di 2prove sperimentali su melonein semiforzatura; l’attività,condotta presso il centroaziendale dell’Unità Operati-va “Mario Neri” di Imola, hapotuto verificare le caratteri-

stiche di nuoviprodotti fogliariforniti dalla dit-ta Cifo di SanGiorgio di Pia-

no, in provincia di Bologna.Per le prove è stato utilizza-

to l’ibrido Expo, melone retatocon meridiani, caratterizzatoda frutti ovali, di colore gialloa maturazione.

Per la concimazione sonostati impiegati i seguenti pro-dotti:

- Actisel, concime in polve-re solubile, biologico,ad altocontenuto di magnesio, zolfo,manganese, zinco, ed antiossi-danti naturali, ben assimilabi-le dai tessuti vegetali;

- Selfort, concime liquido aelevato tenore in fosforo, po-tassio e microelementi; contie-ne selenio in forma organicata.Di questi due prodotti è statavalutata la capacità di incre-mentare le rese, il livello quali-tativo e nutraceutico, con par-ticolare riferimento al conte-nuto di selenio nei frutti;

- Sinergon 3000, biostimo-lante ammesso ai sensi dlgs75/2010, utilizzabile sia pervia fogliare che per fertirriga-zione, in grado di migliorarel’assorbimento e la trasloca-zione dei nutritivi, rendere lepiante più resistenti a stressambientali (con particolare ri-

ferimento ad escursioni termi-che, alte temperature estive edelevata traspirazione) mante-nendo elevati standard quali-quantitativi nella produzionefinale.

IMPOSTAZIONE IN CAMPOI campi sono stati così impo-stati:

- Tesi Cifo 1: Actisel 2,5 kg/ha (fogliare) - 3 applicazioni apartire dallo stadio di primefoglie vere, con trattamenti ri-petuti ogni 10-12 gg.; Selfort 5l/ha (fogliare) - 3 applicazionia partire dalla fase fenologicadella comparsa dei primi frutticon trattamenti ripetuti ogni10-15 giorni circa;

- Tesi Cifo 2: stessi prodotti emetodologia adottata per latesi Cifo 1 aggiungendo, perciascun trattamento, 500 g/hadi Sinergon 3000 (in totale 6 ap-plicazioni con l’aggiunta delbiostimolante);

- Tesi aziendale: senza ap-

ORTOFRUTTA I risultati di una prova di due anni a Imola (Bo) in coltura semiforzata

“Biostimolazione” del melonepiù produzione minore stress

DI P.P. PASOTTI*, M. PELLICONI*, V. VOLPICELLI** Valorizzazione

qualitativa

e nutraceutica

con l ap plicazione

di metodologie

nutrizionali

equilibrate

e sostenibili

IN COLLABORAZIONE CON

CIFO

Piante di melone in fasedi sviluppo vegetativo (foto Cifo).

Frutti dell ibrido Expo(foto Astra).

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66 Terra e Vita [ AZIENDE E PRODOTTI ] n. 17/201429 aprile 2014

porti di fertilizzanti per via fo-gliare.

Tutte le tesi hanno ricevutole stesse unità di N (105 kg/anno), P (92 kg/anno) e K (100kg/anno), apportate median-te concimazione di fondo pri-ma dei trapianti. Per i tratta-menti fitosanitari sono stateseguite le direttive previstedal Disciplinare di produzio-ne integrata Regione Emilia-Romagna.

Gli schemi sono stati impo-stati adottando un modellosperimentale a blocchi rando-mizzati con 4 ripetizioni. Ogniparcella era composta di 10piante e presentava una su-perficie complessiva di 20 m2; isesti di impianto prevedevanofile a cm 200 e, sulla fila, piantea cm 100, per una densità di5.000 pp/ha.

VEGETAZIONE E SALUTEA livello vegetativo non sonostate rilevate differenze so-stanziali tra le diverse tesi inosservazione, con vigoria ten-denzialmente elevata su tuttele parcelle. Indicazioni inte-ressanti sono emerse invece alivello fitosanitario.

Nel corso del 2012, a partiredalla fase di inizio raccolta, èstata rilevata la comparsa dimacchie necrotiche sulle fo-glie che, confluendo tra loro,hanno portato a disseccamentipiù o meno estesi penalizzan-

do, nei casi più gravi, l’attivitàfotosintetica delle piante.

Tale sintomatologia, deter-minata dalle ripetute ondatedi caldo torrido che hanno in-vestito la nostra penisola nel-l’estate 2012, è stata partico-larmente evidente e diffusasulle foglie della tesi aziendale,e in maniera molto più limita-ta e sporadica in quelle dellatesi Cifo 1.

I prolungati periodi di

stress termico hanno, inoltre,indotto nelle suddette tesi auna maggiore concentrazionedi frutti maturi, con quantita-tivi di prodotto staccato nellaprima settimana di raccoltavariabili rispettivamente tra il62,1 e il 44,3 %.

La tesi Cifo 2, con l’aggiun-ta del biostimolante Sinergon3000, non ha presentato pro-blematiche sanitarie, metten-do in evidenza piante vegeta-

tivamente più efficienti e unamaggiore scalarità di matura-zione, con il 29,4% di prodottoottenuto nella prima settima-na di raccolta (tab. 1) L’eviden-te azione positiva del prodot-to, nel caso specifico, si attri-buisce alla presenza diamminoacidi naturali quali laprolina e idrossiprolina che,accumulandosi nel citoplasmacellulare, contrastano i radica-li liberi che si formano a se-guito di stress idrici e osmoticida elevate temperature am-bientali.

LA PRODUZIONENonostante le rese produttivenel complesso non elevatissi-me, a causa dei trapianti ese-guiti in epoca tardiva, il bilan-cio del biennio ha confermatoun andamento piuttosto uni-forme dei risultati, con una li-nea di tendenza che ha privile-giato la tesi Cifo 2 confermata-si la più produttiva inentrambe le annate di prova.Impianto di melone in semiforzatura (foto Cifo).

TAB. 1 - RILIEVI VEGETATIVI ANNO 2012

TESI VIGORIA VEGETATIVA(*)

STATO SANITARIO(**)

% 1A SETT.DI RACCOLTASUL TOTALE

AZIENDALE 7,5 6,5 62,1

CIFO 1 7,5 7,5 44,3

CIFO 2 7,5 8 29,4

Medie 7,5 7,5 45,3

Legenda*Vigoria vegetativa : 1= scarsa; 10 = molto elevata;**Stato sanitario : 1 = mediocre; 10 = ottimale

TAB. 2 - RILIEVI PRODUTTIVI

TESI PRODOTTO COMMERCIALE(Q/HA)

PRODOTTO PICCOLO(Q/HA)

PRODOTTO TOTALE(Q/HA)

PESO MEDIO(KG)

PRODOTTOPIANTA (KG)

AZIENDALE 217,9 9 226,9 1,45 4,35

CIFO 1 234 7,5 241,5 1,6 4,65

CIFO 2 238,2 6,5 244,7 1,53 4,7

Media 230 7,7 237,7 1,53 4,57

Valori medi biennio 2012-2013

[ Valori medi biennio 2012-2013

205

210

215

220

225

230

235

240

AZIENDALE CIFO1 CIFO2

q.li/

ha

217,9

234,0238,2238,2

FIG. 1 - PRODUZIONE COMMERCIALE

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n. 17/2014 [ AZIENDE E PRODOTTI ] Terra e Vita 6729 aprile 2014

La produzione commercia-le media, nella tesi Cifo 2, si èattestata su livelli di poco infe-riori ai 240 q.li/ha, con un leg-gero incremento di circa il 2%nei confronti della tesi Cifo 1(234 q/ha) e di oltre il 9% ri-spetto alla tesi aziendale (218q/ha) (tab. 2 e fig. 1).

Da rilevare l’impatto signi-ficativo che ha avuto, nell’an-no 2012, la produzione di frut-ti con taglia inferiore a quellacommerciale (indicata in ta-bella come prodotto piccolo),causata dalle condizioni diforte stress ambientale di cuisopra. Anche in questo caso siregistra l’azione positiva eser-citata dai prodotti fogliari Ci-fo, in particolare nella tesi Cifo2 la riduzione di frutti piccoli èstata del 13% rispetto alla tesiCifo 1 e di quasi il 28% rispettoal testimone aziendale.

La pezzatura dei frutti, si-mile per tutte le tesi in osser-vazione, si è mantenuta tra i1.400 e i 1.600 grammi perbacca.

LA QUALITÀSia il parametro dolcezza (Re-siduo Secco Rifrattometrico) chela consistenza della polpa (du-rezza) è stato superiore in en-trambe le tesi Cifo rispetto altestimone aziendale. Conside-rando i valori medi del bien-nio di sperimentazione, si èpassati dai 11,4°Bx della tesiaziendale ai 12,3°Bx della tesiCifo 2 e ai 12,6°Bx della tesi Cifo1, con un incremento mediointorno al 10%.

Ancora più alto e significa-tivo è stato nelle tesi Cifo l’in-cremento del parametro du-rezza: in media + 12% rispettoal testimone aziendale (tab. 3 efig. 2).

In merito al colore dellapolpa e alle caratteristichemorfologiche dei frutti non sisono osservate differenze si-gnificative in funzione delle

diverse modalità di concima-zione.Tra i principali obiettividella sperimentazione, vi erala valutazione di efficacia deiformulati Cifo nel migliorareil valore nutraceutico della pro-duzione finale, con particolareriferimento al contenuto di se-lenio anti-ossidante nei frutti.

Le analisi post-raccolta,eseguite presso Artest Labora-torio e Servizi di Modena han-no confermato la diversa in-fluenza dei fertilizzanti impie-gati sulla concentrazione diselenio nella polpa.

Entrando nel dettaglio sipuò chiaramente notare come

in entrambe le tesi Cifo il con-tenuto di selenio nella polpadei frutti sia aumentato rispet-to al testimone aziendale. Intutti e due gli anni di speri-mentazione, la tesi Cifo 2 haconfermato una superioritàsulle altre tesi in prova: in me-dia il contenuto di selenio èincrementato + 12,8% rispettoalla Cifo 1 e un + 37,5% neiconfronti della tesi “aziendale”(tab. 4).

UN BIENNIO DI ATTIVITÀNella comparazione produtti-va relativa al biennio 2012-2013 si delinea una chiara li-

nea di tendenza con le tesi Ci-fo che si confermano le piùfertili rispetto al testimoneaziendale.

Tra le due tesi Cifo in pro-va, quella in cui è stato ag-giunto il biostimolante Siner-gon 3000 ha registrato le mi-gliori performance in terminidi resa commerciale, mentrenon vi sono state differenze si-gnificative con riferimento aiparametri qualitativi, purconfermandosi la superioritàrispetto alla tesi aziendale. Èstato in particolare durante ilciclo colturale del 2012, carat-terizzato da un andamentoclimatico che ha fortementecondizionato il risultato vege-tativo ed agronomico dell’im-pianto, che è emersa chiara-mente l’azione positiva anti-stress e fitostimolante del Si-nergon 3000.

TENORE IN SELENIOIndicazioni ancor più interes-santi sono emerse dall’analisisul tenore di selenio nella pol-pa. I frutti trattati per via fo-gliare con i formulati Cifo evi-denziano una concentrazionesuperiore di selenio rispettoalla tesi aziendale, con incre-menti significativi in partico-lare nella tesi dove è stato uti-lizzato il biostimolante.

Le componenti organichedi quest’ultimo hanno, presu-mibilmente, migliorato l’as-sorbimento fogliare del sele-nio, contenuto negli altri for-mulati.

Buone prospettive, pertan-to, emergono nell’ambito del-la valorizzazione qualitativa enutraceutica del melone, me-diante l’applicazione di speci-fiche metodologie nutrizionaliequilibrate e sostenibili.

*Astra Innovazione e Svilup-po U.O. M. Neri Imola

**Cifo San Giorgio di Piano(Bo)

TAB. 3 - CARATTERISTICHE DELLA POLPA

TESI RESIDUO SECCO (° BRIX) DUREZZA (KG/0,5 CMQ)

AZIENDALE 11,4 2,1

CIFO 1 12,6 2,3

CIFO 2 12,3 2,4

Media 12,1 2,3

Valori medi biennio 2012-2013

TAB. 4 - CONTENUTO DI SELENIO NELLA POLPA

TESI TENORE IN SELENIO (UG/KG) *SIGNIFICATIVITÀ

AZIENDALE 3,2 b

CIFO 1 3,9 ab

CIFO 2 4,4 a

Duncan test (p = 0,05)Valori medi biennio 2012-2013

[ Valori medi biennio 2012-2013

11,4

12,6

12,3

10,811

11,211,411,611,8

1212,212,412,612,8

AZIENDALE CIFO1 CIFO2

Gra

do B

rix

FIG. 2 - RESIDUO SECCO RIFRATTOMETRICO

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68 Terra e Vita [ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ] n. 17/201429 aprile 2014

I l leader dell’agribusinessSyngenta e Univeg TradeItalia, società specializzata

nella commercializzazione diprodotti ortofrutticoli, siglanoil secondo accordo triennaleper promuovere la produzioneortofrutticola sostenibile.

La partnership mira ad aiu-tare gli agricoltori a rispondereai requisiti della grande distri-buzione in materia di sosteni-bilità.

Nello specifico l’accordoprevede da parte di Syngental’erogazione di corsi di forma-zione sul corretto uso degliagrofarmaci, l’implementazio-ne di programmi di IntegratedPest Management (Ipm), checombinano l’utilizzo di agro-farmaci con mezzi di lotta bio-logica, nonché l’accesso ai pro-grammi di Agricoltura responsa-bileTM quali Heliosec®, per lagestione delle acque di risultadei trattamenti fitoiatrici, eOperation Pollinator®, che mi-ra ad aumentare il numero de-gli insetti impollinatori ricre-ando il loro habitat naturalenelle aree poco produttive del-le aziende agricole come i bordicampo. Univeg da parte sua siè impegnata a rifornire le cate-ne distributive con i prodottiprovenienti dalle aziende agri-cole coinvolte nel progetto e averificare il rispetto dei requisi-ti di sostenibilità, anche grazieal supporto della Wba, WorldBiodiversity Association, orga-nizzazione scientifica senzascopo di lucro che ha creato“Biodiversity Friend”, innovati-vo metodo per il monitoraggiodella biodiversità.

In questi primi tre anni, Syn-genta e Univeg hanno operato

concentrandosi su circa200 ettari di uva da tavo-la tra le province di Bari eTaranto. In queste aree,l’adozione nelle aziende agri-cole della linea di difesa inte-grata Ipm Plus e del program-ma per la corretta gestione del-le acque Heliosec® ha permessodi limitare sensibilmente i ri-schi di contaminazione punti-forme delle risorse idriche.Inoltre, l’introduzione di Ope-ration Pollinator®, la semina dioltre 60 ettari di sovescio e lapiantumazione di oltre 2milametri di siepi hanno portato aun sensibile aumento della bio-diversità nell’area. La collabo-razione, nata nel 2010 tra le fi-liali italiane delle due società èstata estesa anche a livello in-ternazionale a partire dal 2012.

Il nuovo accordo prevedeun potenziamento dei corsi diformazione, e l’implementa-zione oltre a quelli già esistenti,di nuovi progetti sulla qualitàdella distribuzione (ApplicationTechnology), l’ottimizzazionedel numero dei trattamenti edell’irrigazione grazie a un’ac-corta gestione tecnica e a servi-zi previsionali, nonché la ricer-

ca e lo sviluppo di strumentiper l’incremento della bioversi-tà, quale l’adozione di rifugiper gli ausiliari (Hotel degli in-setti) e per i chirotteri. Oltre al-l’uva da tavola verranno inte-ressate altre filiere importantiortofrutticole a partire dal po-modoro da mensa.

«Il lavoro svolto ha permes-so di garantire la perfetta ri-spondenza dei requisiti di sani-tà e sicurezza richiesta dai prin-cipali operatori della grandedistribuzione europea, valoriz-zando allo stesso tempo unodei prodotti italiani di eccellen-za esportato in tutto il mondo,come l’uva da tavola» ha di-chiarato Roldano Calzolari,Amministratore di Univeg Tra-de Italia.

«Progetti di questo tipo di-mostrano come sia sempre piùimportante per le aziende agri-cole promuovere i concetti diagricoltura sostenibile attraversoazioni concrete svolte quoti-dianamente in campo, e comesia possibile coniugare il ri-

spetto per l’ambiente e la sicu-rezza con le richieste del mer-cato moderno, con tutto van-taggio per gli agricoltori e per ilterritorio ove essi operano» haaggiunto Mauro Coatti, respon-sabile colture vite e frutta di Syn-genta Italia.

Entrambe le aziende so-no impegnate da anni a so-stenere pratiche produttivesostenibili.

Dal 2008 Univeg TradeItalia promuove sistemi diproduzione non degenera-tivi, economicamente ap-

plicabili e socialmente accetta-bili attraverso il progetto FilieraUniveg. Esso opera sull’interosistema di produzione tramitel’individuazione di pratichebasate sul mantenimento dellafertilità dei suoli, sull’incenti-vazione della biodiversità, sul-la razionalizzazione degliinput di fertilizzanti e agrofar-maci, sulla gestione di acqua edenergia, sul monitoraggio delleemissioni e sulle pratiche di re-sponsabilità sociale e sicurezzadel lavoro.

Nel 2013 Syngenta ha lan-ciato “The Good Growth Plan -Gli impegni concreti per il futurodell agricoltura” un ambiziosopiano per affrontare la sfidaglobale della sicurezza alimen-tare con dei progetti concretivolti a potenziare l’efficienzadelle risorse naturali, rinvigori-re gli ecosistemi e rafforzare lecomunità rurali. La partner-ship con Univeg è uno dei 7progetti italiani di The GoodGrowth Plan.

Per informazioni:www.syngenta.it

ORTOFRUTTA L’accordo mira a rispondere ai requisiti della gdo in materia di sostenibilità

Partnership Syngenta-UnivegVigneto di uva da tavola.

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n. 17/2014 [ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ] Terra e Vita 6929 aprile 2014

I n molte regioni i primi mesidel 2014 sono stati caratte-rizzati da piogge estese e in-

tense. Le precipitazioni in diver-se regioni hanno causato il dila-vamento del magnesio nei suolisabbiosi e il conseguente mani-festarsi, a “macchia di leopar-do”, dei sintomi di carenza.

Nel terreno. Il Mg può risul-tare indisponibile per la piantaanche quando presente nel ter-reno: 1) Il Mg disponibile nelterreno è solo il 2% di quello

totale; 2) Viene facilmente lisci-viato, allontanato dalle radicicon l’acqua piovana o d’irriga-zione verso gli strati più profon-di. Le perdite annuali per lisci-viazione aumentano nei terrenisciolti e con un pH acido (dai20-40 kg MgO in suoli limosi fi-no ai 40-80 kg MgO in suoli sab-biosi); 3) In estate, sono suffi-cienti pochi giorni di stress idri-co per compromettere l’as-sorbimento radicale e penaliz-zare la produzione.

Nella pianta. Orticole, frutti-cole e vite hanno un costantefabbisogno in magnesio (25-40kg MgO/ha) che raggiunge deipicchi di assorbimento nelle fasid’intensa crescita cellulare. Lacarenza di magnesio si manife-sta con una clorosi tra le nerva-ture delle foglie, a partire daquelle più vecchie, inibendo losviluppo radicale, il trasportodegli zuccheri dalle foglie alleradici e determinando una mi-nore efficienza fotosintetica del-

le foglie danneggiate.Raccomandazioni. Per pre-

venire la carenza di magnesio siraccomanda l’impiego al terre-no di 100-300 kg/ha ESTA® Kie-serit (25% MgO, 50% SO3) in au-tunno-fine inverno e 15-25 kg/ha di EpsoTop® in 2-3 interventifogliari a partire dalla ripresavegetativa (0,5-2 kg/100 l).Esta® Kieserit è un solfato di ma-gnesio granulare (25% MgO,50% SO3). EPSO Top® è un con-cime idrosolubile a base di Mg eS (16% MgO, 32% SO3) ad effettoimmediato, completamente so-lubile in acqua, non lascia vi al-cun residuo. Miscelabile con lamaggior parte dei fitofarmaci,regolatori di crescita e diserban-ti. Entrambi consentiti in agri-coltura biologica.

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Carenze, attenzione al magnesio

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4 pannelli che si posizionano adestra e a sinistra del filare, con-sentendo un’azione su due filarialla volta. La nuova versione1.000 l di questa innovativa mac-china ha una larghezza di lavoroora abbassata a 2 m rendendodisponibile questa tecnologiaper i vigneti a filare stretto. Unadelle caratteristiche che hannodistinto con successo Drop Save

da analoghe tecnologie operati-ve è che, su ciascun pannello, èinstallata sia una serie di ugelli

per la distribuzione del fitofar-maco, sia un potente getto d’ariache contribuisce a migliorare il

direzionamento verso la vegeta-zione. Altro particolare che hareso Drop Save una macchina in-novativa e interessante è che ilsistema frangiflutti fa circolarel’aria dietro alla griglia di recu-pero creando un vortice che au-menta l’efficacia di coperturadella macchina senza pregiudi-care le potenzialità di recupero.Per facilitare gli operatori, è di-sponibile un software per la re-golazione automatica della lar-ghezza dei pannelli, automatiz-zato da un sistema brevettato disensori di prossimità ad effettoelettromagnetico Hall.

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70 Terra e Vita [ INFORMAZIONI DALLE IMPRESE ] n. 17/201429 aprile 2014

I l nome Clause non diràmolto a una parte dei nostrilettori, ma sicuramente ac-

cende una lampadina nella testadi chi si occupa di orticole. Ilmarchio, che fa parte della ga-lassia Limagrain, è infatti il se-condo produttore di sementiper orto del mercato italiano. Edè, soprattutto, leader incontra-stato nella ricerca, con 18 geneti-sti attualmente al lavoro su tre-dici specie diverse, tutte specifi-che per il mercato nazionale.

Il 2014 è un anno importanteper la filiale italiana di questogruppo particolarmente votatoalla selezione: ricorrono infatti i65 anni dalla fondazione dellamedesima. Era il 1949 quandoPaul Cordeau apriva a Bolognala sezione italiana della ClauseSa, nata 60 anni prima in Fran-cia. Da allora, fanno notare gliattuali vertici della società,Clause ha portato innovazionenell’orticoltura italica, introdu-cendo dapprima concetti comeil seme calibrato e contribuendopoi a trasformare prodotti dinicchia in ortaggi di largo con-sumo. «Se oggi il finocchio haassunto queste dimensioni, se ilpomodoro ciliegino è esportatoin tutto il mondo e se il cavolfio-re romanesco non è più, perl’appunto, un fenomeno esclusi-vamente laziale, il merito è so-stanzialmente dei nostri ricerca-tori», ha spiegato il direttore Ba-sile de Bary accogliendo lastampa nella sede di Venaria Re-ale, alle porte di Torino.

MEZZO SECOLO DI SUCCESSIDifficile ricordare tutti i successidi questo marchio, che da oltremezzo secolo lega il suo nomeall’orticoltura di casa nostra, fi-

no a fare della filiale italiana laprima del gruppo per impor-tanza. «Tra i tanti successi – haaggiunto de Bary – ricordiamo,nel 1975, l’ibrido di carota Nan-dor F1. Dodici anni dopo abbia-mo il primo melone resistente alfusarium, il Calipso F1 e nel1990 melody, che apre il seg-mento del pomodoro a grappo-lo». Passano tre anni ed ecco al-tri due risultati di primo piano:il melone super-retato Baggio,che porterà alla conquista delmercato del melone a fetta, e so-prattutto la valeriana Trophy.«Prima di questo ibrido, la vale-riana aveva seme grosso. L’in-troduzione di Trophy, con semepiccolo alla francese, ha per-messo lo sfruttamento di questoprodotto per la quarta gamma,contribuendo a creare il distret-to bergamasco».

Qualcosa di simile accadeper il cavolfiore. Prima Navonastravolge il settore del cavolfio-re romanesco e poi, nel 2001, Ra-fale apre le porte del mercatoestero. «A differenza degli ibridiprecedenti – spiega il direttoredi Clause Italia – Rafale è ecce-

zionalmente sodo e compatto eper queste caratteristiche rendepossibile la copertura con pelli-cola e la conseguente esporta-zione».

L’ultimo vero successo è del2006: Genio, il pomodoro cilie-gino resistente alla spaccatura,permette la diffusione su lar-ghissima scala di questo prodot-to. «Questi successi non sono ca-suali, ma frutto di precise strate-gie e hanno permesso aiproduttori italiani di diventarepiù competitivi o di attrezzarsiper nuovi mercati. Per esempio,con Genio gli orticoltori sicilianihanno potuto riprendere leesportazioni senza paura dicontestazioni per prodotto spac-cato», fa notare de Bary.

TEMPI LUNGHITutto questo non avviene dal-l’oggi al domani. «La selezionegenetica richiede tempi moltolunghi. Anche con le modernetecnologie, ci vuole circa un de-cennio per creare una nuova va-rietà. Dopo i primi incroci, alquarto anno si ha la varietà for-mata, dopo sette inizia la produ-

zione di seme e al decimo l’ibri-do arriva sul mercato. Non èpossibile andare più veloci. Latrasformazione del mercato delfinocchio – continua il direttoredi Clause – ha richiesto, dal lan-cio di Carmo, nel 1983, quasi 30anni per arrivare a Donatello eCaravaggio, le varietà che han-no portato l’omogeneità degliibridi su tutti i segmenti stagio-nali».

LA RICERCAPer ottenere risultati, natural-mente, occorre investire. «Il 18%del nostro fatturato, che am-monta a 247 milioni di euro, èinvestito nella ricerca. Siamopresenti in tutte le aree più im-portanti del paese, perché la co-noscenza del territorio è fonda-mentale. Abbiamo 18 genetisti,nel mondo, che lavorano su 13specie per il mercato italiano;quest’ultimo vale, per quanto ri-guarda i prodotti da noi seguiti,circa 130 milioni di euro. Ognianno proviamo circa 150 nuovevarietà; potremmo ridurre que-sto numero, ma crediamo nelvalore della diversificazione».

A guidare l’azione di Clause,conclude de Bary, sono i valorifondanti dell’azienda: «Colla-borazione, spirito di squadra,responsabilità e trasparenza so-no i principi che guidano il no-stro lavoro quotidiano. Collabo-riamo, quando possibile, con ilsettore pubblico, finanziando laloro ricerca. Lo abbiamo fatto,per esempio, per il cavolfiore ro-manesco, portando questo pro-dotto a essere raccolto su un pe-riodo di dieci mesi. Responsabi-lità e trasparenza, infine, sonosempre alla base delle nostreazioni». Ottavio Repetti

SEMENTI ORTICOLE Il 18% del fatturato, che ammonta a 247 milioni di euro, è investito nella ricerca

65 candeline per Clause Italia

Al centro, il direttore Basile de Bary con alcuni managerdi Clause Italia in occasione della celebrazione dei 65 anni.

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n. 17/2014 [ TENDENZE E MERCATI ] Terra e Vita 73

Periscopio29 aprile 2014

N el 2012 le superfici inproduzione investite avini Dop e Igp sono ri-

sultate pari a oltre 338mila etta-ri, ovvero quasi il 76% del totaledelle superfici vitate italiane, se-condo l’analisi Ismea sul settore(l’analisi si basa su dati prove-nienti dagli Organismi di Con-trollo e forniti dagli stessi all’Ic-qrf; i dati riguardano le “super-fici rivendicate” e la“produzione di uva” del 2012 ela successiva produzione di vi-no - potenziale, certificata e im-bottigliata - del 2013).

La “produzione potenziale”(calcolata applicando il coeffi-ciente di resa in vinificazione dadisciplinare alla produzione de-nunciata di uva) è ammontatanel 2013 a 28,4 milioni di ettoli-tri, con 15 milioni di vino Dop (il53%) e 13,4 milioni di vino Igp(47%), pari al 71% dell’interaproduzione di vino italiana.

A confronto con l’anno pre-cedente, i vini Dop e Igp mostra-no una flessione di oltre il 7%nelle superfici investite e del4,5% nella produzione poten-ziale. Il ridimensionamento pro-duttivo riguarda soprattutto ivini Igp, mentre per i vini Dop la

spiccano in questo tipo di gra-duatoria sono le Dop Soave ePiemonte che da sole presenta-no un peso sul totale in bag-in-box pari a quasi il 75%. Per quan-to riguarda il vino Igp in bag-in-box, si registra un quantitativodi poco superiore ai 210mila et-tolitri (quasi 5,7 milioni di con-fezioni), un ammontare quindiben superiore a quello che si ri-levava per i vini Dop. Anchel’incidenza sul totale imbotti-gliato è superiore a quella delleDop (in media al 2,5% lo scorsoanno). Le denominazioni cheprimeggiano sono le Igp TerreSiciliane, Toscana e VeneziaGiulia, che da sole presentanoun peso sul totale in bag-in-boxpari a oltre il 61%.

Al primo trimestre del 2014,le denominazioni e le indicazio-ni geografiche dei vini sono sol-tanto lievemente aumentate ri-spetto allo scorso anno, giun-gendo a quota 523, ma soltanto acausa di uno scorporo di Dopgià esistenti (a seguito di osser-vazioni della Commissione Ueche ha valutato i 521 disciplinaritrasmessi a fine 2011).

Le denominazioni più nu-merose sono ancora le Doc

vino Dop nel 2013 sono stati so-prattutto i cospicui aumenti delProsecco e del Montepulcianod’Abruzzo, mentre più conte-nuti sono risultati gli incrementiper l’Asti e il Conegliano Val-dobbiadene Prosecco. Cala in-vece la produzione certificata diChianti e della Dop Trentino.

BAG-IN-BOXPer quanto riguarda il vino Dopconfezionato in bag-in-box, i datidisponibili evidenziano nel2013 un ammontare di poco su-periore ai 57mila ettolitri cherappresenta lo 0,5% del vino im-bottigliato complessivamente aDop. Le denominazioni che

riduzione è più contenuta. Inol-tre, per questi ultimi, la produ-zione certificata nel 2013 risultain aumento (+3,3%) - per un am-montare complessivo di 12,5milioni di ettolitri (11,5 milionil’imbottigliata, +0,8%) – a dimo-strazione del fatto che una quo-ta sempre maggiore della pro-duzione potenziale Dop vienecertificata, ossia valorizzatacommercialmente.

Al di là delle variazioni rile-vate nel 2013, i volumi produtti-vi, sia per le Dop che per le Igp,sono ancora molto concentratisu poche denominazioni. Le pri-me dieci Dop rappresentanoquasi il 46% della produzionepotenziale e il 42% della produ-zione certificata. In termini diregioni, Veneto, Piemonte, To-scana, Emilia-Romagna, Abruz-zo e Trentino Alto Adige copro-no il 60-62% della produzionepotenziale e certificata del 2013.Ugualmente, tra le Igp, le primedieci denominazioni rappresen-tano il 75% della produzione po-tenziale; Veneto, Emilia-Roma-gna, Sicilia, Puglia e Toscana co-prono circa l’80% della stessa.

A contribuire all’incrementodella produzione certificata di

Vini Dop e Igp, nel 2013produzione certificata +3,3%

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74 Terra e Vita [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/201429 aprile 2014

ANIMALI VIVI UOVA E MIELEAGNELLI DA MACELLO€/KG

KG. 10-12CAGLIARI 4,5/5FERRARA 3,5/3,6

KG. 11-13MACOMER 4,8/4,8

AGNELLONI DA MACELLO€/KG

NAZIONALI KG 20FERRARA 3/3,2

ANATRE€/KG

GENERALEAREZZO 2,3/2,54CUNEO 2,35/2,54FORLI' 2,3/2,54TREVISO 2,34/2,51VERONA 2,35/2,54

BOVINI DA RISTALLO€/KG

BALIOTTI INCROCIOCREMONA 3/4VICENZA 1,7/2

BALIOTTI PEZ.NERACREMONA 1/1,4MODENA 1,45/2,05PADOVA 1,5/2,1VICENZA 0,9/1,3

BALIOTTI PEZ.ROSSAVICENZA 3/4

BALIOTTI R. CARNEMODENA 3,635/4,35PADOVA 3/3,5

BALIOTTI R. VARIEMONTICHIARI 1,3/1,5R. EMILIA 2,7/2,825

CHAROLAISEMODENA 2,79/3,1MONTICHIARI 2,94/3,04PADOVA 3,08/3,13

INCROCIO FRANCESEMONTICHIARI 2,94/3,04PADOVA 3,1/3,15

LIMOUSINEMODENA 3,03/3,42MONTICHIARI 3,12/3,22

POLACCHIMODENA 2,28/2,4

CONIGLI€/KG

ALLEVAMENTO INTENSIVOAREZZO 1,86/1,99CUNEO 1,89/1,99FORLI' 1,86/1,99MACERATA 1,72/1,78PERUGIA 1,77/1,83TREVISO 1,75/1,87VERONA 1,77/1,89

FARAONE€/KG

TAGLIA LEGGERACUNEO 2/2,04PADOVA 2,1/2,14

PERUGIA 1,93/2,07TREVISO 2,04/2,08VERONA 2/2,04

TAGLIA PESANTEAREZZO 1,93/2,07FORLI' 1,93/2,07TREVISO 2,14/2,18

GALLINE€/KG

TAGLIA MEDIAAREZZO 0,3/0,32CUNEO 0,3/0,32PERUGIA 0,33/0,35TREVISO 0,32/0,34VERONA 0,25/0,27

TAGLIA PESANTEAREZZO 0,39/0,43CUNEO 0,39/0,43FORLI' 0,39/0,43PADOVA 0,38/0,4TREVISO 0,38/0,4VERONA 0,39/0,43

MANZE DA MACELLO€/KG

CHAROLAISECARMAGNOLA 2,1/2,1MODENA 2,57/2,65MONTICHIARI 2,55/2,65VICENZA 2,7/2,8

FRISONA/PEZZ. NERACREMONA 1,03/1,35MODENA 1,42/1,57

INCROCIO FRANCESECREMONA 1,81/2,19MACERATA 3,3/3,45MONTICHIARI 2,49/2,59VICENZA 2,25/2,5

LIMOUSINECARMAGNOLA 2,45/2,65MODENA 2,83/2,98MONTICHIARI 2,87/2,97VICENZA 2,9/3,05

PEZZATA ROSSAMODENA 2,02/2,17

PIEMONTESE/COSCIACUNEO 2,7/3,425

PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI (DAL 14 AL 22 APRILE)

In collaborazione con ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare

(332), che costituiscono quasi i2/3 del totale, seguite dalle Igt(118, pari a circa il 23%); il rima-nente 14% è costituito da Docg(73 denominazioni). Pertanto sihanno attualmente in Italia 405vini Dop e 118 Igp.

La regione con il maggiornumero di vini Dop e Igp è ilPiemonte (58), a cui si è affianca-ta ora la Toscana. Segue il Vene-to con 52, la Lombardia con 42 e,con quasi 40, la Puglia e il Lazio.Oltre il 41% del totale è concen-trato nel Nord Italia, seguono ilCentro e il Sud con un peso si-mile (21-25%) e le Isole (12%).

VALORE DELLE PRODUZIONISecondo le stime Ismea, nel2013, il valore all’origine del vi-no complessivamente prodottoin Italia è stato di 3,9 miliardi dieuro, di cui 2,7 rappresentati daivini Dop e Igp: 1,9 miliardi dieuro il valore dei vini Dop; 812milioni quello dei vini Igp.

I PREZZI ALL’ORIGINEIl 2013, sulla scorta di quanto giàaccaduto nel 2012 e prima anco-ra nel 2011, si è chiuso con un

LA DOMANDA ESTERAIn tema di commercio con l’este-ro il 2013 si è chiuso secondo leaspettative.

I volumi consegnati oltre iconfini nazionali sono scesi del4%, pur restando in termini asso-luti sopra i 20 milioni di ettolitri.

Questo conferma la tenden-za, evidente già da tempo, e cioèla sempre maggior dipendenzadel settore vino dalla domandaestera che ormai assorbe quasila metà della produzione nazio-nale.

La nota assolutamente posi-tiva si registra sul fronte dei va-lori.

Anche in questo caso le stimesono state confermate e gli in-troiti hanno segnato un nuovorecord, superando i 5 miliardi dieuro con un saldo positivo di 4,8miliardi.

Da sottolineare, in conclusio-ne, che il vino incide per circa il15% sul totale dell’export agroa-limentare italiano in termini divalore.

lumi acquistati di vino e spu-manti sono scesi del 5% rispettoallo stesso periodo dell’annoprima, a fronte di un aumentodella relativa spesa (+4%).

I forti aumenti dei listini al-l’origine sembrano essere statitrasferiti sui prezzi al consumoin modo abbastanza importanteanche se non completamente. Afare le maggiori spese del calodella domanda sono stati i viniIgp, anche se questo è il segmen-to che, insieme ai vini comuni,ha visto crescere in misura mag-giore il valore unitario.

La lieve flessione per i viniDop è maturata interamente nelsegmento dei vini rossi, mentre ivolumi acquistati dei bianchisono cresciuti del 2%.

Questa è peraltro l’unica ec-cezione positiva in un panora-ma di flessioni più o meno im-portanti.

I vini comuni, di contro, han-no subito una pesante riduzionedegli acquisti in volume a frontedi un +17% dei prezzi medi divendita al consumatore. Annomolto positivo sul fronte dei vo-lumi anche per gli spumanti.

aumento medio annuo dei listi-ni. Infatti, nonostante le flessio-ni iniziate in primavera e conti-nuate in maniera più decisa afine anno e nei primi mesi del2014, il dato complessivo del2013 risente dei livelli recordraggiunti dai listini nei mesi digennaio e febbraio.

Il settore vino nel suo com-plesso nel 2013 ha fatto segnareun +15% su base annua, ottenu-to da un +17% dei vini comuni eIgt e da un +11% dei vini a deno-minazione. Da segnalare che taliaumenti si sono sommati a quel-li di un 2012 caratterizzato giàda un rialzo complessivo dei li-stini molto importante, del 33%,nell’ambito del quale si è sta-gliato il +40% dei vini comuni eIgp e il +14% dei vini Dop. Aritroso, anche il 2011 si era chiu-so con un generalizzato +20%.

LA DOMANDA INTERNAI dati sugli acquisti presso la di-stribuzione moderna (iper e su-permercati, superettes, liberoservizio) confermano la dinami-ca flessiva dei consumi di vino espumanti nel 2013. Infatti, i vo-

Il report in versione integrale è scari-

cabile su www.ismeaservizi.it

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n. 17/2014 [ TENDENZE E MERCATI ] Terra e Vita 7529 aprile 2014

RAZZE DA CARNEMILANO 3,3/3,475MODENA -

RAZZE VARIEMILANO 1,975/2,05

PECORE DA MACELLO€/KG

KG. 30-50CAGLIARI 0,4/0,5FERRARA 1/1,1

PICCIONI€/KG

GENERALEAREZZO 5,9/6,1CUNEO 5,9/6,1FORLI' 5,9/6,1

POLLI€/KG

A TERRAAREZZO 1,15/1,17CUNEO 1,14/1,16FORLI' 1,15/1,17MACERATA 1,09/1,11PADOVA 1,14/1,16PERUGIA 1,15/1,17TREVISO 1,11/1,13VERONA 1,14/1,16

SUINI DA MACELLO€/KG

DA KG. 115/130AREZZO n.q.CREMONA 1,35/1,38MACERATA n.q.MILANO 1,39/1,39MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 1,34/1,42

DA KG. 160/180MACERATA n.q.MANTOVA -

DA KG. 90/115MACERATA n.q.MILANO -MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA n.q.

DA KG.130/144CREMONA 1,38/1,44FORLI' n.q.MACERATA n.q.MANTOVA -MILANO 1,4/1,41MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 1,34/1,42

DA KG.145/160MACERATA n.q.MANTOVA -

DA KG.176/180CREMONA 1,41/1,44MILANO 1,41/1,44MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 1,34/1,42

KG. 144/156CREMONA 1,44/1,44FORLI' n.q.MILANO 1,41/1,44MODENA n.q.

PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 1,34/1,42

KG. 156/176CREMONA 1,44/1,44FORLI' n.q.MILANO 1,44/1,44MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 1,34/1,42

KG.180/185AREZZO n.q.CREMONA 1,41/1,41MANTOVA -MILANO 1,41/1,41MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.

OLTRE KG. 185CREMONA 1,41/1,41MANTOVA -MILANO 1,41/1,41MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.

SUINI D’ALLEVAMENTO€/KG

DA 100 KG.CREMONA -MACERATA n.q.MANTOVA n.q.MILANO n.q.MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.

DA 15 KG.CREMONA n.q.MANTOVA n.q.MILANO n.q.MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.

DA 20 KG.AREZZO n.q.FORLI' n.q.

DA 25 KG.CREMONA n.q.MACERATA n.q.MANTOVA n.q.MILANO n.q.MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 3,01/4,42

DA 30 KG.AREZZO n.q.CREMONA n.q.FORLI' n.q.MACERATA n.q.MANTOVA n.q.MILANO n.q.MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.

DA 40 KG.AREZZO n.q.CREMONA n.q.FORLI' n.q.MACERATA n.q.MANTOVA n.q.MILANO n.q.MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 2,11/3,01

DA 50 KG.CREMONA n.q.FORLI' n.q.MACERATA n.q.MANTOVA n.q.MILANO n.q.MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.

DA 60 KG.FORLI' n.q.

DA 65 KG.AREZZO 1,75/1,75CREMONA n.q.MACERATA n.q.MANTOVA n.q.MILANO n.q.MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 1,79/2,11

DA 80 KG.CREMONA n.q.MACERATA n.q.MANTOVA n.q.MILANO n.q.MODENA n.q.PERUGIA n.q.R. EMILIA n.q.SIENA 1,58/1,79

UOVA GALLINA DA CONSUMO€/100 UNITÀ

GENERALEAREZZO 12,9/13,1CUNEO n.q.FIRENZE 12,18/12,38FORLI' 11,65/11,85MACERATA 11,5/12,05MILANO n.q.PADOVA n.q.PERUGIA 12,13/12,33TREVISO 12,625/12,825VERONA n.q.

VACCHE DA MACELLO€/KG

BRUNAVICENZA 0,9/1,05

CHIANINAGROSSETO 1,35/1,475PERUGIA 1,425/1,6

FRISONA/PEZZ. NERACARMAGNOLA 0,86/1,215CREMONA 0,67/0,79MODENA -MONTICHIARI 0,7/0,85PERUGIA 0,5/0,65R. EMILIA 1,01/1,165VICENZA 0,85/1,15

MARCHIGIANAMACERATA 1,35/1,53

MAREMMANAGROSSETO 0,875/1,05

PEZZATA ROSSAPERUGIA 0,65/0,85VICENZA 1,2/1,3

PIEMONTESECARMAGNOLA 1,35/1,575CUNEO 1,23/2,25

RAZZE DA CARNEMILANO 1,25/1,3MODENA -

VARIE RAZZEMILANO 0,83/0,95

PADOVA 1,03/1,14VICENZA 0,5/0,6

VITELLI VITELLE DA MACELLO€/KG

FRISONA/PEZZ. NERAMODENA -MONTICHIARI 2,65/2,85R. EMILIA 1,6/2,1

INCROCICUNEO 2,65/4,5GROSSETO 3,55/3,65PERUGIA 3,4/3,55

MARCHIGIANAMACERATA 4,15/4,35

PIEMONTESE/COSCIACUNEO 4,4/5,675

POLACCHIMODENA -

RAZZE DA CARNEMILANO 3,9/4MODENA -

VARIE RAZZEMILANO 2,6/2,775PADOVA 3,61/3,85VICENZA 3,1/3,33

VITELLONI / MANZI DA MACELLO€/KG

CHAROLAISECARMAGNOLA 2,4/2,6MODENA 2,42/2,54MONTICHIARI 2,56/2,66PADOVA 2,475/2,55VICENZA 2,65/2,8

CHIANINAGROSSETO 2,85/2,95PERUGIA 2,85/2,975

FRISONA/PEZZ. NERACARMAGNOLA 1,45/1,6CREMONA 1,34/1,495MODENA 1,51/1,64MONTICHIARI 1,39/1,515PADOVA 1,6/1,72R. EMILIA -VICENZA 2/2,2

INCROCICREMONA 1,715/1,875GROSSETO 1,775/1,9MACERATA 2,5/2,625MODENA 2,03/2,155PADOVA 2,2/2,25PERUGIA 1,65/1,775VICENZA 2,3/2,45

INCROCIO FRANCESEMONTICHIARI 2,46/2,56

LIMOUSINECARMAGNOLA 2,5/2,7MODENA 2,62/2,85MONTICHIARI 2,76/2,86PADOVA 2,71/2,89VICENZA 2,8/2,9

MARCHIGIANAMACERATA 2,7/2,95

PEZZATA ROSSAMODENA 2,01/2,12MONTICHIARI 2,34/2,44VICENZA 2,4/2,55

PIEMONTESECARMAGNOLA -CUNEO -

PIEMONTESE/COSCIACUNEO 2,7/3,175

POLACCHIMODENA 1,76/1,89MONTICHIARI 2,14/2,24PADOVA 2,11/2,25

RAZZE DA CARNEGROSSETO 2,35/2,55MILANO 2,575/2,725

VARIE RAZZEMILANO 1,5/1,625

CEREALIAVENA€/TONNELLATE

ESTERABOLOGNA -CATANIA 200/210FIRENZE -MILANO 198/210NAPOLI -PADOVA 204/207ROMA -TORINO 193/195TREVISO 210/215

NAZIONALEBARI 157/160BOLOGNA -CATANIA -FIRENZE 141/146FOGGIA 155/160GROSSETO 240/250MACERATA -NAPOLI 190/195ROMA 165/170TORINO -

FRUMENTO DURO€/TONNELLATE

BUONO MERCANTILEBARI 278/282CAGLIARI n.q.CATANIA 245/250FOGGIA 275/280GROSSETO 285/290MILANO 284/289NAPOLI 291/293PALERMO 245/250PESCARA 278/282ROMA 265/275

FINOANCONA 279/282BARI 285/288BOL.IT. SUD -BOL.IT.CENT 288/290BOL.IT.NORD 285/290CAGLIARI n.q.CATANIA 255/260FIRENZE 241/243FOGGIA 280/285GROSSETO 290/295MILANO 292/297NAPOLI 296/298PALERMO 255/260PESCARA 285/290ROMA 278/288

MERCANTILEBARI -CATANIA 240/245FOGGIA 270/275NAPOLI -PALERMO 240/245PESCARA -ROMA -

FRUMENTO DURO ESTERO€/TONNELLATE

AMBER DURUM 1-2BOLOGNA -MILANO -NAPOLI -

PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI

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76 Terra e Vita [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/201429 aprile 2014

GRECOMILANO -NAPOLI -

MONDURMILANO -

FRUMENTO TENERO€/TONNELLATE

BUONO MERCANTILEALESSANDRIA 213/218ANCONA -BOLOGNA -BRESCIA -CUNEO 207/212FIRENZE 180/184GROSSETO 247/253MILANO -NAPOLI 248/252PADOVA 213/215PERUGIA -PESCARA 242/247ROMA 208/211TORINO 216/218TREVISO 213/215UDINE 206/211VERCELLI -

FINOALESSANDRIA -ANCONA 196/200BOLOGNA 210/215BRESCIA -FIRENZE -GROSSETO 257/260MILANO 221/223NAPOLI 260/262PADOVA -PERUGIA 196/200PESCARA 250/257ROMA -TORINO 233/235TREVISO -VERCELLI -

GRANI DI FORZAALESSANDRIA -BOLOGNA 241/245BRESCIA -MILANO 262/270PADOVA 231/234TREVISO -

MERCANTILEALESSANDRIA 195/197CUNEO 202/207NAPOLI 240/242PADOVA -PESCARA -ROMA 205/209TORINO 214/216TREVISO -UDINE 197/199

VARIETÀ SPECIALIALESSANDRIA -BOLOGNA 214/219BRESCIA -MILANO 237/244PADOVA -ROMA -

FRUMENTO TENERO ESTERO€/TONNELLATE

COMUNITARIOBOLOGNA 218/222MILANO 223/228NAPOLI -

C.W.R.S. N.1CUNEO 313/315MILANO 310/314NAPOLI 300/302PADOVA -

FRANCESE PANIFICABILEBARI -BOLOGNA -BRESCIA -CUNEO -MILANO -NAPOLI 245/247PADOVA -ROMA -TORINO 218/220TREVISO -

NORTHERN SPRINGALESSANDRIA 298/300BOLOGNA 303/305MILANO 312/316NAPOLI 300/302PADOVA -TORINO 316/320

GRANTURCO€/TONNELLATE

COMUNITARIOALESSANDRIA -BOLOGNA -BRESCIA -CATANIA 205/207FIRENZE -MACERATA -MILANO 204/206NAPOLI 203/205ROMA -TORINO -

IBRIDO-NAZIONALEALESSANDRIA 185/188BOLOGNA 193/197BRESCIA -FIRENZE 164/166GROSSETO 200/205MACERATA 200/202MANTOVA 190/193MILANO 195/196MODENA 199/200NAPOLI 220/222PADOVA 188/191PERUGIA 185/190R. EMILIA 185/187ROMA 190/194TORINO 186/188TREVISO 189/191UDINE 186/188

ORZO€/TONNELLATE

ESTEROBOLOGNA 214/216BRESCIA -CATANIA 215/220CUNEO 213/218FIRENZE -MACERATA -MANTOVA 219/222MILANO 217/228MODENA -NAPOLI -PADOVA -ROMA -TORINO 210/213TREVISO 218/222

NAZIONALEBARI 192/195BOLOGNA -BRESCIA -CATANIA -CUNEO -FIRENZE 159/167FOGGIA 160/165GROSSETO 235/240MACERATA 186/191MANTOVA -MILANO 212/214MODENA 214/216

NAPOLI 213/215PADOVA 218/220R. EMILIA 193/196ROMA 195/199TORINO -TREVISO 210/213UDINE 204/209

RISONE€/TONNELLATE

ARBORIOBOLOGNA 680/690MILANO 710/730MORTARA 650/680NOVARA 690/710VERCELLI 660/700

ARGO/PADANOMILANO -MORTARA -

BALILLA-ORIGINARIOMILANO 270/280MORTARA 270/280NOVARA -VERCELLI 270/280

CARNAROLI E SIMILIMILANO 720/740MORTARA 630/680NOVARA 700/720

EUROPA-LOTO E SIM.MILANO 410/430MORTARA 415/430NOVARA 420/450VERCELLI 415/450

LIDO-ROSA M. E SIMMILANO 360/380MORTARA 385/400NOVARA 375/390VERCELLI -

LUNGOB(IND.PA.TH.)MILANO 250/260MORTARA 230/250NOVARA 250/260VERCELLI 240/250

RIBE E SIMILARIMILANO 410/430MORTARA -NOVARA -VERCELLI 430/450

RIZZOTTO S.ANDREAMILANO 640/660NOVARA 640/670VERCELLI -

ROMAMILANO 640/670MORTARA 640/675NOVARA 650/670VERCELLI 650/670

VIALONE NANOMILANO 925/960MORTARA 960/980

SORGO€/TONNELLATE

BIANCOBOLOGNA 195/199MACERATA 192/197

ROSSOBOLOGNA -MACERATA 192/197

COLTIVAZIONI FORAGGEREFIENO€/TONNELLATE

ERBA MEDICABRESCIA -

CREMONA 210/245MODENA -PIACENZA 95/105UDINE 240/270

PRATO STABILEBRESCIA -CREMONA 160/180MODENA -UDINE 130/160

PAGLIA€/TONNELLATE

FRUMENTOBRESCIA -CREMONA 115/125MODENA -UDINE 100/120

LATTE E DERIVATIASIAGO PRESSATO€/KG

LATTE INT. 20 GG DI MATURAZIONETHIENE 5,27/5,27

BURRO€/KG

BURRO CEEMANTOVA 3,3/3,3R. EMILIA -

BURRO PASTORIZZATOCREMONA 3,15/3,15

FRESCO D’AFFIORAMENTOTHIENE 3,77/3,78

ZANGOLATO DI CREME FRESCHEMANTOVA 2,2/2,2MODENA 2,15/2,15R. EMILIA 2,05/2,05

CACIOTTA€/KG

LATTE OVINO FRESCAROMA 6,2/7,8

LATTE OVINO 6 MESIROMA 8,5/9,8

LATTE OVI.20/40GG.ROMA 6,8/8,2

CRESCENZA€/KG

MATURAUDINE 6/6,4

FONTINA€/KG

MATURAAOSTA 8/9,95

GORGONZOLA€/KG

FRESCO DOLCENOVARA 4,25/4,45

MATURO DOLCENOVARA 6/6,3

GRANA PADANO€/KG

STAGION. 4/12 MESICREMONA 7/7,2MANTOVA 6,9/7,15

STAGION.12/15 MESICREMONA 7,6/7,8MANTOVA 7,75/8

STAGION.16/24 MESICREMONA 7,95/8,55MANTOVA 8,25/8,5

PARMIGIANO REGGIANO€/KG

STAGIONATO 1 ANNOMANTOVA 8,6/8,85MODENA 8,75/9,1R. EMILIA 8,7/9,05

STAGIONATO 2 ANNIMANTOVA 10,05/10,25MODENA 10/10,35R. EMILIA 10/10,35

PECORINO ROMANO€/KG

EXP. PRODUZ. SARDACAGLIARI 7,5/7,6

EXP.PRODUZ.LAZIALEROMA 8/9

ITALIA PRODUZ.LAZ.ROMA 8/9

PROVOLONE€/KG

VAL PADANA FRESCOCREMONA 5,55/5,7

VAL PADANA MATUROCREMONA 5,75/6

RICOTTA€/KG

LATTE OVINOCAGLIARI 1,7/1,8ROMA 3,5/6

OLIO DI OLIVAED ALTRI OLI E GRASSIOLIO DI OLIVA€/KG

VERGINEBARI 2,2/2,35FOGGIA 2,5/2,65PESCARA -

VERGINE EXTRAALTO TAVOLIERE 3,11/3,21ANDRIA 3,35/3,38BARI -BASSO TAVOLIERE 3,11/3,21BITONTO 3,37/3,4CHIETI 3,7/3,8FOGGIA -GARGANO 3,3/3,35MILANO 3,13/3,37PESCARA 3,7/3,8

VERG.LAMPANTE OLTREBARI 1,66/1,68GIOIA TAURO 1,38/1,58

SEMI SEMENTI COLTUREINDUSTR. E DERIVATIPOLPA BARBABIETOLA€/TONNELLATE

GENERALEMODENA -PADOVA 228/233TREVISO 243/246

SOIA (PREZZI)€/TONNELLATE

GENERALEBOLOGNA 465/470MILANO 472/475TREVISO 470/475

PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI

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n. 17/2014 [ TENDENZE E MERCATI ] Terra e Vita 7729 aprile 2014

S ul mercato dei prodot-ti ortofrutticoli bioprosegue l’armonico

avvicendamento dei prodottistagionali. È cessata l’offertadi prodotti quali i finocchi ol-tre che delle brassiche in ge-nerale. Si avvia verso il termi-ne anche la stagione delle ca-rote, mentre sono in arrivo leprime carote novelle siciliane(che dovrebbero essere quota-te la prossima settimana). An-cora scarsa l’offerta di patatenovelle: il prodotto non è an-cora quotato, ma sono in arri-vo carichi dalle diverse di zo-ne mediterranee (oltre alla Si-cilia anche Egitto e Cipro). Innetto ribasso la quotazionedelle lattughe (-30 cent kg).

Per questa settimana si ècontinuato a non quotare i po-modori di tutte le varietà acausa dei prezzi sempre mol-to elevati e della limitata di-sponibilità. Fluttuante il prez-zo delle zucchine , per le qualiè stata stabilita una riduzionesul listino di 10 cent/kg.Esaurita l’offerta di arance Ta-rocco, mentre hanno fattol’esordio le arance cv Valenciadi produzione nazionale: peril calibro 8 è stato ribadito lostesso prezzo attribuito prece-dentemente al medesimo cali-bro delle Tarocco.

LE QUOTAZIONI (17 APRILE)SPECIE VARIETÀ PROV. CAL. CONFEZIONE MIN. MAX. PREV. VAR °

ORTICOLE

Aglio secco Pvn Rete 3 teste n.q n.q. n.q. /

Aglio secco Pve Sfuso in casse da 10 kg 4,8 5 4,9 =

Bietole Pvn Casse 7 kg 2 2,2 2 =

Carote Pvn Cartoni 10 kg 2 2,2 2,1 =

Cavolfiore Pvn 8/10 pz Plat n.q. n.q. n.q. /

Cavolfiore Romanesco Pvn Casse 8 kg n.q. n.q. n.q. /

Cetrioli 1 cat Pvn Plateaux 1 strato n.q. n.q. n.q. /

Cipolle Dorate Pvn 60/80 Cassa 10 kg n.q. n.q. n.q. /

Cipolle Dorate Pvn 40/60 Cassa 10 kg n.q. n.q. n.q. /

Cipolle Dorate Pve 60/80 Cassa 10 kg 1,65 1,75 1,7 =

Cipolle Dorate Pve 40/60 Cassa 10 kg 1,5 1,6 1,65 =

Indivia Scarola Pvn Plateaux 5 kg n.q. n.q. n.q. /

Lattuga Trocadero Pvn Cassa 1 strato 2,5 2,8 2,7 -

Lattuga Gentile Pvn Cassa 1 strato 2,55 2,85 2,75 -

Melanzane Ovale Pvn Cassa 1 strato n.q. n.q. n.q. /

Patate Comuni Pve Sacchi 10 kg 1,6 1,7 1,65 =

Patate Comuni Pvn Sacchi 10 kg 1,5 1,65 1,6 =

Pomodori Ciliegino Pvn Vaschetta 500 g n.q. n.q. n.q. /

Pomodori Insalataro tondo liscio verde Pvn Plateaux 5 kg n.q. n.q. n.q. /

Pomodori Insalataro tondo liscio verde Sud Italia Plateaux 5 kg 2,8 2,9 2,85 =

Pomodori T.l. grappolo Sud Italia Rinfusa cassa 5 kg 3 3,2 3,1 =

Porro Pvn Casse 8/10 kg n.q. n.q. n.q. /

Sedano Verde Pvn Casse 8 kg 2,2 2,4 2,3 =

Zucche Varie cvv Pvn Casse 8 kg n.q. n.q. n.q. /

Zucchine Scure medie Pvn Doppio strato cassa 5 kg 2,1 2,2 2,25 -

FRUTTICOLE

Actinidia Hayward Pvn 33/36 Casse 2,25 2,45 2,35 =

Arance Navel Pvn 8 Casse n.q. n.q. n.q. /

Arance Tarocco Pvn 8 Casse n.q. n.q. n.q. /

Arance Valencia Pvn 8 Casse 1,45 1,65 1,55 /

Arance Ovale Sicilia 6/8 Casse 1,45 1,65 1,55 =

Clementine Comuni Pvn 3/4 Casse n.q. n.q. n.q. /

Clementine Tardive Pvn 3/4 Casse n.q. n.q. n.q. /

Limoni Primofiore Sicilia 58/67 Casse multistrato 10 kg 1,5 1,7 1,6 =

Mandarini Avana Pvn 3/4 Casse n.q. n.q. n.q. /

Mele Rosse varie cvv Montagna 70/75 Casse 2,1 2,3 2,2 =

Mele Golden Pianura 70+ Casse n.q. n.q. n.q. /

Mele Golden Montagna 70+ Casse 2,25 2,35 2,3 =

Pere William Argentina 60+ Box cartone 2,2 2,4 2,3 =

° legenda colonna VAR. (variazione): = prezzo invariato, + prezzo in aumento, - prezzo in diminuzione.PVN provenienza varia nazionale PVE prov.varia estera NQ non quotato

*La Commissione prodotti ortofrutticoli biologicifa parte del Comitato della Borsa Merci dellaCamera di Commercio Ind. Agricoltura e Art. diBologna (Presidente Bruno Filetti). Membri del-la Commissione: La Commissione prodotti or-tofrutticoli biologici fa parte del Comitato dellaBorsa Merci della Camera di Commercio Ind.Agricoltura e Art. di Bologna (Presidente BrunoFiletti). Membri della Commissione: Naturitalia(Simone Beghelli), APO FRUT (Ilenio Bastoni),Gruppo AGRIBOLOGNA (Cinzia Ferrari), BioSer-vice Italia (Gianluigi Trama), Brio Spa (Alessan-dro Stagnoli), Ecor spa (Gabriele Borghesan),Copagri (Luigi Andrea Gallerani), Coop. Agro-biologica, Verdefrutta, DiPisa, CORER-PEMPA(Ivo Lanconelli), UNACOA-AFE (Marco Salvi),Consorzio Mercabio, PROBER (Paolo Carnemol-la), CSO (Elisa Macchi). Presidente: DuccioCaccioni. Segretario: Nadia Trudaiu (CCIIAA diBologna).

IL BORSINO DELL’ORTOFRUTTA BIOLOGICA*

A cura di Duccio Caccioni

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78 Terra e Vita [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/201429 aprile 2014

PREZZI NAZIONALI E MONDIALI A CONFRONTO (DALL 11 AL 17 APRILE 2014)

a cura di Stefano Serra

(eur

o /

t)

Centro fino Ager BO # 2 HAD FOB USAFrancia partenza Sud-Ovest

210

250

230

270

290

310

GEN-13 MAR-13 MAG-13 LUG-13 SET-13 NOV-13 GEN-14 MAR-14

242,8

255,0

290,0

242,8

255,0

290,0

Legenda: 1 DNS 14 pro CIF : 1 Dark Northern Spring con 16% di proteina sulla s.s. reso porto di sbarco Rotterdam - Partenza Francia (E&L) Eure & Loire - HAD FOB USA : 2 Hard AmberDurum reso porto imbarco Laghi USA/Canada - YC 3 CIF Rotterdam : 3 Yellow Corn reso porto di sbarco Rotterdam

160

190

220

250

280

310

340

Black Sea Milling FOB

(eur

o /

t)

GEN-13 MAR-13 MAG-13 LUG-13 SET-13 NOV-13 GEN-14 MAR-14

1 DNS 16% pro CIFFino Panificabile 3 Ager BO N° 1 Speciali Forza Ager BO

Francia partenza Eure et Loir

210,9

245,0

305,0

214,5

195,0

210,9

245,0

305,0

214,5

195,0

Italia la settimana corta ha suggerito cautela agli operatori che

non hanno trattato oltre le coperture di brevissimo. La domanda dei

molini è quasi assente salvo per acquisti di complemento soprattutto

per grani rossi e di forza e l’offerta fatica a trovare controparte per

collocare i volumi restanti prima della transizione tra le due campa-

gne. I misti rossi valgono sui 215 /t partenza, i bianchi sui 220 /t e

i grani di forza sui 245 /t. La tendenza rispecchia appieno le

indicazioni ribassiste che arrivano dall’Europa, ma in regime di festi-

vità le mercuriali si consolidano sui valori della scorsa settimana.

Buone notizie agronomiche sul nuovo raccolto nostrano, mentre

sono ancora poco disponibili le origini Usa che restano a forte premio

rispetto ai grani italiani ed europei.

Europa l’attenzione è sui raccolti mondiali che influiranno

sugli scambi nei prossimi mesi e soprattutto alle prospettive di

esportazione a brevissimo verso il Nord Africa. Francia: i molini sono

coperti sulla restante parte della campagna e di scambi se ne regi-

strano pochi. Preoccupa la conferma del limite del 13% max di

umidità nella granella per l’export verso l’Egitto. Il prezzo Fob per il

76kg/hl - 220Hag. e 11% proteina si conferma a 200 /t. Altri UE: la

domanda spagnola latita e dall’Est si fatica a trovare offerta per il

generici 76-220-12,5% di proteina; anche i grani di forza sono in crisi.

Mercato mondiale la siccità in Usa e la crisi nel Mar nero

mantengono in tensione il mercato, ma con toni sempre meno forti.

Usa: il clima nelle aree del centro migliora con l’arrivo di piogge, ma

sui mercati a termine regna ancora la volatilità con rischio di brusche

virate. Mar Nero: esecuzioni nella norma; i dubbi sull’affidabilità

dell’offerta scemano. Prezzi Fob: argentino “pan” 360 $/t (-5), spring

US “Pacifico” a 360 $/t (+6), australiano Soft White 290 $/t (+2).

Frumento tenero, domanda quasi assente

Italia il mercato vive il progressivo arrivo dei volumi di estero

attesi sul gennaio-febbraio e di colpo torna la calma su tutte le

piazze. La domanda resta presente e in prospettiva non ha ancora le

coperture per raggiungere la congiuntura di campagna, ma i molini

restano attendisti confidando in un graduale ritorno alla normalità

dell’offerta mondiale e nel conseguente riposizionamento dei prezzi

del nazionale sui valori stimati (al ribasso sul pronto) per il nuovo

raccolto. Prezzi: a Foggia e Bologna il fino vale 290 /t, alla Granaria

di Milano l’origine Centro è confermata attorno ai 300 /t arrivo.

Europa nessuna nota di rilievo in un contesto ove i raccolti

2014 procedono agronomicamente al meglio, mentre da settimane

langue l’offerta di vecchio raccolto. Francia: si confermano le superfi-

ci seminate sui 293mila ettari, con i campi in buone condizioni

vegetative ma le prospettive di raccolto (inferiore al 2013) suggerisco-

no ai produttori di attendere. Poco o nulla l’attività sul pronto con la

qualità (volpatura) che resta il grande problema. Spagna: nuovo

raccolto offerto a prezzi alti come il prontissimo; i molini hanno

basse scorte. Grecia: si guarda al giugno 2014, ma con cautela per

qualità offerta e prezzi. Il “reso Cif Italia”: i tipo fino greco per giugno

si stima sui 265 /t, il tipo buono-mercantile spagnolo sui 268 /t.

Mercato mondiale timidamente ritorna l’offerta in regime di

progressiva regolarizzazione dei flussi di trasporto interni di Usa e

Canada. Usa e Canada, le temperature miti e l’assenza di piogge

facilitano le semine, ma al momento le stime di resa “media” parlano

di raccolti 2014 inferiori al 2013. Attesa per un prepotente ritorno di

offerta dal Canada sul giugno-luglio.

Messico: l’export 2014 sarà in gran parte per il Nord Africa e la

Turchia. Prezzi Cif Italia: il # 1/2 Cwad a 290 /t (-5), il #3 Canada a

280 /t, il Messicano a 272 /t (-3).

Duro, torna la calma

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n. 17/2014 [ TENDENZE E MERCATI ] Terra e Vita 7929 aprile 2014

Italia il cedimento del mercato potrebbe esse-

re quasi al termine con le quotazioni del nazionale

in linea, se non a lieve sconto, rispetto alle alterna-

tive comunitarie ed estere. Ai prezzi odierni la

domanda è presente, ma la tendenza ribassista

che ancora non si placa la porta a coprire non oltre

le poche settimane e l’offerta si trova in difficoltà a

collocare i volumi restanti. Nonostante le semine

2014 in calo, le superfici europee e la possibile

liberalizzazione dell’import ucraino dettano il sen-

timento di mercato: in tutto il Nord Italia è lasso sia

sul breve che, a prezzi molto simili, sul medio

termine per un valore arrivo sui 195 €/t; l’ucraino è

sempre a premio di un 8-10 €/t.

Europa la tendenza ribassista dei cereali a

paglia si riflette con effetto domino e l’industria

riduce progressivamente i volumi nelle miscele e

nelle diete zootecniche. Francia: il mercato vive

giorni di riflessone tra una domanda locale debo-

le e una richiesta comunitaria poco pressante sia

dal Sud Est (Italia) che da Sud Ovest (Spagna);

anche l’industria dell’amido è attendista. I prezzi

per l’ottobre-dicembre restano a premio sul pron-

to di un 10 euro/t. Altri UE: la mancanza di ritardi

dal Mar Nero preme sul partenza con prezzi in

calo a 265 €/t per un arrivo Nord Italia a ridosso

dei 200 €/t.

Mondiale le notizie sul clima in sud America,

l’export Usa e lo scenario mondiale si miscelano

ma il risultato è un nulla di fatto. Sul Cbot gli

operatori incassano i premi e le prospettive di

prezzo e scambi si consolidano su valori “medi”.

Mais, quotazioni in linea con l’estero

PREZZI NAZIONALI E MONDIALI A CONFRONTO (DALL’11 AL 17 APRILE 2014)

Italia Cereali foraggeri: il tenero che si

consolida sui valori della scorsa settimana è con-

tagioso anche per l’orzo e il sorgo che registrano

degli invariati. Resta ai minimi la domanda sia sul

pronto che sul breve periodo, con un occhio ai

prezzi in Europa che in regime di volatilità restano

tendenzialmente cedenti. L’orzo vale 210 €/t arri-

vo, il sorgo bianco quota sui 199 €/t partenza e il

tenero resta a 216 €/t arrivo. Oleaginose: le noti-

zie internazionali restano legate al weather market

e in area dollaro si registra volatilità, ma sulle

nostre piazze prevale la prudenza.

Europa Cereali foraggeri: trend dettato dal

grano. C’è discussione sulle reali semine di orzo in

Francia che potrebbero essere superiori alle sti-

me, ma sul pronto l’orzo si rafforza a 188 €/t (+7)

reso Rouen; il tenero Uk quota Fob sui 214 €/t

(+5). Oleaginose: netto rialzo per effetto combina-

to del prezzo del petrolio e dell’olio di palma

mondiale. Il mercato è fatto principalmente dalle

origini est europee, con la Francia che ha ormai

poca disponibilità e quota l’aprile-giugno a 409

€/t (+4) reso Rouen; il girasole resta a 350 €/t

sull’aprile.

Mondiale Cereali foraggeri: migliorano ulte-

riormente le condizioni di semina dell’orzo in Au-

stralia. Si raccoglie il sorgo in Argentina e la nuova

offerta ne deprime le quotazioni. Prezzi Fob: il

tenero “feed” Russo a 255 $/t (-3); il Soft Red

Winter a 295 $/t (+6), l’orzo Australiano a 253 $/t

(-1) Fob Adelaide; il sorgo Argentino a 187 $/t (-11)

Fob Up River.

Oleaginose e cereali foraggeri

FLASHEU-Ucraina: la Commissione Ue ha varato un regola-

mento per la creazione di quote a dazio zero per

l’import di cereali dall’Ucraina. Non appena sarà resa

effettivo, potranno entrare senza onere: 0,95 mio/t di

grano, 0,4 mio/t di mais e 0,25 mio/t di orzo. La

nuova quota sarà in aggiunta ai già esistenti limiti per

l’importazione a dazio ridotto di cereali da paesi terzi.

EU-Francia: fonte agricoltori conferma il rapido pro-

gredire delle semine di mais, già al 2%, e di orzo,

completate al 97%. Le condizioni in campo del tenero

sono ottime nel 75% dei casi, e nel 60% per il duro.

EU-Oleaginose: fonte privata indica le superfici Ue a

girasole e soia, rispettivamente a 8,1 mio/ha (- 9% sul

2013) e 1,4 mio/ha (+7%). Russia: alla luce della

recente acquisizione della Crimea, l’offerta di cereali

per la campagna 2014/15 è stata rivista a 25 mio/t su

una produzione totale di oltre 90 mio/t. Egitto: nono-

stante le pressioni della Comunità, e della Francia in

particolare, il governo ha confermato al 13% il limite

massimo di umidità per il grano estero: favorite le

origini del Mar Nero.

NOLINon si ferma la discesa dei noli

con maggiore pressione depres-

siva sulle panamax, che cedono

per eccesso di offerta a fronte di

una domanda stagnante in en-

trambiglioceani.Ancheper lesu-

pramaxeccessodidisponibilitàe

sololehandysize tengonoleposi-

zioniconquotazionidalSudAme-

ricasull’Europaa31$/t(inv).

I prezzi dei sottoprodotti so-no molto alti e i cereali incalo. Per l’acquisto di farinemeglio aspettare?Il prezzo dei cereali è tipico

della primavera mentre subi-

sce la contingenza per i sotto-

prodotti, molto alti rispetto al-

le alternative cerealicole fo-

raggere d’importazione. C’è

una situazione favorevole per

il “calcolo” delle farine, ma a

breve si dovrebbe tornare nel-

la norma per i sottoprodotti

(quindi in calo), con l’incogni-

ta del prezzo del grano che po-

trebbe ulteriormente cedere

se, come sembra, tutto andas-

se per il meglio in ambito Ita-

lia, in Europa e nel Mar Nero. Il

momento è favorevole per

quantificare il prezzo delle fa-

rine in quanto la super valuta-

zione dei sottoprodotti già ab-

batte il calcolo di un qualcosa

in più. Se calerà il grano e an-

che il ricavo dei sottoprodotti,

si potrebbe avere allo stesso

valore di oggi della farina. Se

non calerà il grano, si potreb-

be arrivare a pagarla anche di

più: meglio un uovo oggi che

una gallina domani? Forse.

Botta e risposta

INVIATE LE VOSTRE DOMANDE A:[email protected]

RIPRODUZIONE RISERVATA

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80 Terra e Vita [ TENDENZE E MERCATI ] n. 17/201429 aprile 2014

PREZZI DEI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI (14 APRILE)

LISTINO BMTI (€/KG) coordinamento di Fabrizio De Giacomi

SPECIE VARIETÀ CALIBRO PRESENTAZIONEBOLOGNA PADOVA VERONA

PROVENIENZA PREZZO PROVENIENZA PREZZO PROVENIENZA PREZZOFRUTTICOLE

ARANCE NAVEL LATE 70-80 (6) ALLA RINFUSA CON FOGLIE SPAGNA 0.60 SPAGNA 0.55ARANCE NAVEL LATE 77-88 (4) A PIÙ STRATI SPAGNA 0.75 SPAGNA 0.65ARANCE NAVEL LATE 77-88 (4) ALLA RINFUSA CON FOGLIE SPAGNA 0.90 SPAGNA 0.58ARANCE SANGUINELLO 64-73 (8) A PIÙ STRATI SICILIA 0.80 0.67ARANCE SANGUINELLO 70-80 (6) A PIÙ STRATI SICILIA 1.00 0.77ARANCE TAROCCO 70-80 (6) A PIÙ STRATI SICILIA 1.00 SICILIA 0.95ARANCE TAROCCO 70-80 (6) A PIÙ STRATI SICILIA 0.90 SICILIA 0.75 SICILIA 0.70ARANCE TAROCCO 77-88 (4) MONOSTRATO SICILIA 1.60 SICILIA 1.05ARANCE TAROCCO 77-88 (4) A PIÙ STRATI SICILIA 1.40 SICILIA 0.90 SICILIA 0.90CLEMENTINE ORRI 58-69 (2) A PIÙ STRATI 2.00LIMONI PRIMO FIORE 58-67 (4) A PIÙ STRATI SICILIA 0.60 SICILIA 0.84 SICILIA 0.70LIMONI PRIMO FIORE 58-67 (4) A PIÙ STRATI SPAGNA 0.80 SPAGNA 0.80 SPAGNA 0.90MANDARINI TARDIVI 63-74 (1X) A PIÙ STRATI SICILIA 0.80 SICILIA 0.85 SICILIA 0.67MANDARINI TARDIVI 67-78 (1XX) A PIÙ STRATI SICILIA 0.90 SICILIA SICILIA 0.75ACTINIDIA HAYWARD 120-130 G ALLA RINFUSA ITALIA 1.40 ITALIA 1.48 ITALIA 1.47ACTINIDIA HAYWARD 130-140 G ALLA RINFUSA ITALIA 1.50 ITALIA 1.60 ITALIA 1.52ACTINIDIA HAYWARD 90-100 G ALLA RINFUSA ITALIA 1.00 ITALIA 1.17 ITALIA 1.12FRAGOLE 30-40 IN VASCHETTE ITALIA 1.70 ITALIA 1.10FRAGOLE 30-40 IN VASCHETTE ITALIA 3.00 ITALIA 1.90 ITALIA 2.00FRAGOLE CANDONGA 30-40 IN VASCHETTE ITALIA 4.00 ITALIA 3.50 ITALIA 2.80MELE ANNURCA 65-70 DOPPIO STRATO CAMPANIA 1.10 CAMPANIA 1.20MELE ANNURCA 70-75 MONOSTRATO CAMPANIA 1.50 CAMPANIA 1.35MELE CRIPPS PINK 80-85 MONOSTRATO ITALIA 1.90 ITALIA 1.83MELE FUJI 80-85 MONOSTRATO EMILIA-ROMAGNA 1.70 EMILIA-ROMAGNA 1.55 EMILIA-ROMAGNA 1.62MELE FUJI 80-85 MONOSTRATO TRENTINO 1.70 TRENTINO 1.55MELE GOLDEN DELICIOUS 80-85 MONOSTRATO ALTO ADIGE 1.30 ALTO ADIGE 1.15MELE GOLDEN DELICIOUS 80-85 MONOSTRATO TRENTINO 1.70 TRENTINO 1.50MELE GRANNY SMITH 80-85 MONOSTRATO ALTO ADIGE 1.40 ALTO ADIGE 1.30MELE MORGENDUFT 80-90 ALLA RINFUSA ITALIA 0.90 0.77 ITALIA 1.00MELE RENETTA DEL CANADA 85-90 MONOSTRATO TRENTINO 1.45 TRENTINO 1.41 TRENTINO 1.32MELE RENETTA DEL CANADA 90-95 MONOSTRATO TRENTINO 1.50 TRENTINOMELE ROYAL GALA 75-80 A PIÙ STRATI CILE 1.40MELE STARK DELICIOUS 80-85 MONOSTRATO ALTO ADIGE 1.60 ALTO ADIGE 1.35NESPOLE GIAPPONESI G ALLA RINFUSA SPAGNA 3.50 2.80NESPOLE GIAPPONESI GG ALLA RINFUSA SPAGNA 4.50 SPAGNA 3.10NESPOLE GIAPPONESI GG DOPPIO STRATO SPAGNA 6.50 5.10PERE ABATE FETEL 70-75 MONOSTRATO 16 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA 1.50 EMILIA-ROMAGNA 1.40 EMILIA-ROMAGNA 1.20PERE ABATE FETEL 75-80 A PIÙ STRATI 35 PZ. CILE 1.50 1.75PERE ABATE FETEL 75-80 MONOSTRATO 14 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA 1.65 EMILIA-ROMAGNA 1.60 EMILIA-ROMAGNA 1.35PERE BUTIRRA D'ANJOU 80-85 A PIÙ STRATI 35 PZ. CILE 1.85PERE CONFERENCE 70-75 MONOSTRATO 20 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA 1.50 EMILIA-ROMAGNA 1.50 EMILIA-ROMAGNA 1.05PERE CONFERENCE 75-80 MONOSTRATO 18 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA 1.60 EMILIA-ROMAGNA 1.65 EMILIA-ROMAGNA 1.28PERE DECANA COMIZIO 75-80 VERTICALE 14 PZ. (30X40) EMILIA-ROMAGNA 1.80 EMILIA-ROMAGNAPERE KAISER 70-75 MONOSTRATO 20 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA 1.30 EMILIA-ROMAGNA 0.83 EMILIA-ROMAGNA 1.00PERE KAISER 75-80 MONOSTRATO 18 PZ. (30X50) EMILIA-ROMAGNA 1.40 EMILIA-ROMAGNA 1.10 EMILIA-ROMAGNA 1.20PERE MAX RED BARTLETT 70-75 A PIÙ STRATI 90 PZ. ARGENTINA 1.50 ARGENTINA 1.33PERE MAX RED BARTLETT 75-80 A PIÙ STRATI 40 PZ. ARGENTINA 1.65 1.60PERE WILLIAM 70-75 A PIÙ STRATI 90 PZ. ARGENTINA 1.40 ARGENTINA 1.22PERE WILLIAM 80-85 A PIÙ STRATI 35 PZ. ARGENTINA 1.80 ARGENTINA 1.60UVA DA TAVOLA BIANCA SULTANA (THOMPSON) N.C. MONOSTRATO CILE 3.60 3.55UVA DA TAVOLA NERA ALPHONSE LAVALLEE (RIBIER) N.C. MONOSTRATO CILE 2.70UVA DA TAVOLA ROSATA RED GLOBE N.C. MONOSTRATO PERÙ 2.50 PERÙ PERÙ 2.55

ORTICOLEAGLI FRESCHI N.C. IN MAZZI EGITTO 2.20 2.00 EGITTO 2.00AGLI BIANCHI 40-60 IN TRECCE ITALIA 3.00AGLI BIANCHI 50-70 ALLA RINFUSA SPAGNA 2.00 SPAGNA SPAGNA 2.20AGLI ROSA N.C. ALLA RINFUSA FRANCIA 6.00ASPARAGI VERDI 12-16 IN MAZZI ITALIA 2.00 ITALIA 2.20 ITALIA 2.80ASPARAGI VERDI 16-20 IN MAZZI ITALIA 3.00 ITALIA 2.85 ITALIA 3.30ASPARAGI VERDI ASPARAGINA IN MAZZI ITALIA 2.20 ITALIA 1.20 ITALIA 2.30ASPARAGI VERDI N.C. IN MAZZI ITALIA 2.00 ITALIA 1.20BIETOLE DA COSTA N.C. A PIÙ STRATI ITALIA 0.50 ITALIA 0.55CARCIOFI 6-7.5 CM A PIÙ STRATI ITALIA 0.18 ITALIA 0.07CARCIOFINI MEDI ALLA RINFUSA ITALIA 1.20 1.60 ITALIA 1.70CARCIOFINI PICCOLI ALLA RINFUSA ITALIA 1.40CARCIOFI ROMANESCO APOLLO 11-13 CM IN MAZZI ITALIA 0.50 ITALIA 0.32CARCIOFI VIOLETTO TEROM 7.5-9 CM A PIÙ STRATI ITALIA 0.30 ITALIA 0.28CAROTE N.C. ALLA RINFUSA ITALIA 0.50 ITALIA 0.55 ITALIA 0.57CAROTE N.C. VASSOI FILMATI ITALIA 0.60 ITALIA 0.58 ITALIA 0.60CAVOLFIORE ROMANESCO 6 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 1.30 ITALIA ITALIA 1.75CAVOLI VERZA 6 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 0.60 ITALIA ITALIA 0.35

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n. 17/2014 [ TENDENZE E MERCATI ] Terra e Vita 8129 aprile 2014

LISTINO BMTI (€/KG) coordinamento di Fabrizio De Giacomi

SPECIE VARIETÀ CALIBRO PRESENTAZIONEBOLOGNA PADOVA VERONA

PROVENIENZA PREZZO PROVENIENZA PREZZO PROVENIENZA PREZZOCETRIOLI 14-21 CM A PIÙ STRATI SICILIA 1.10 SICILIA 0.70CICORIA WITLOOF N.C. VASSOI FILMATI FRANCIA 1.30 FRANCIA 1.65 FRANCIA 1.40CICORIA BIANCA LUNGA DI MILANO N.C. MONOSTRATO ITALIA 0.70 ITALIA ITALIA 1.00CICORIA CATALOGNA A PUNTARELLE N.C. MONOSTRATO ITALIA 0.70 ITALIACICORIA CATALOGNA N.C. A PIÙ STRATI ITALIA 0.60 ITALIA 0.42CIME DI RAPA N.C. IN MAZZI A PIÙ STRATI ITALIA 1.30 ITALIACIPOLLE PIATTE BIANCHE 30-50 MONOSTRATO ITALIA 1.00 ITALIACIPOLLE TONDE BIANCHE 60-80 ALLA RINFUSA ITALIA 0.70 ITALIA 0.60 ITALIA 0.58CIPOLLE TONDE DORATE 60-80 ALLA RINFUSA OLANDA 0.45 0.38 OLANDA 0.40CIPOLLE TONDE ROSSE 60-80 ALLA RINFUSA ITALIA 0.70 ITALIA 0.90 ITALIA 0.58CIPOLLOTTI BIANCHI N.C. IN MAZZI ITALIA 0.70 ITALIA 1.20 ITALIA 1.20CIPOLLOTTI ROSSI DI TROPEA N.C. IN MAZZI CALABRIA 2.20 1.30 CALABRIA 1.30FAGIOLINI N.C. ALLA RINFUSA MAROCCO 1.80 MAROCCO 2.40 MAROCCO 2.15FAGIOLINI N.C. ALLA RINFUSA SICILIA 6.00 4.00FAGIOLINI PIATTI VERDI N.C. ALLA RINFUSA MAROCCO 2.00 MAROCCO 2.00 MAROCCO 2.20FAVE N.C. ALLA RINFUSA ITALIA 1.00 ITALIA 1.15 ITALIA 1.00FINOCCHI 10 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 1.40 ITALIA 1.20 ITALIA 1.25INDIVIE SCAROLA 8 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 1.40 ITALIA 1.80 ITALIA 1.80LATTUGHE CAPPUCCIO 6 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 0.70 ITALIA 0.95 ITALIA 0.75LATTUGHE GENTILE 8 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 0.70 ITALIA 0.70 ITALIA 0.65LATTUGHE ICEBERG 6 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 1.00 ITALIALATTUGHE ROMANA 8 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 0.80 ITALIAMELANZANE CHIARE N.C. MONOSTRATO SICILIA 0.90 SICILIA 1.00MELANZANE LUNGHE N.C. DOPPIO STRATO SICILIA 1.10 SICILIA 1.10MELANZANE N.C. DOPPIO STRATO SICILIA 0.60 SICILIA 0.70MELANZANE N.C. MONOSTRATO SICILIA 0.75 SICILIA 0.80 SICILIA 0.80MELONI CHARENTAIS 1000-1250 G MONOSTRATO GUADALUPA 4.20 GUADALUPA 3.80MELONI GIALLI INVERNALI 1600-2000 G MONOSTRATO COSTA RICA 1.30MELONI RETATI 1000-1250 G MONOSTRATO MAROCCO 2.50 MAROCCO 2.50 MAROCCO 2.90MELONI RETATI 1000-1250 G MONOSTRATO SICILIA 3.00 SICILIA 2.50 SICILIA 2.30PATATE P. BIANCA 40-60 ALLA RINFUSA ITALIA 0.65PATATE P. GIALLA 40-60 ALLA RINFUSA OLANDA 0.40 OLANDA 0.34 OLANDA 0.38PATATE P. GIALLA 40-60 ALLA RINFUSA SICILIA 0.90 0.70PATATE ROSSE 40-60 ALLA RINFUSA ITALIA 0.80PEPERONI LUNGHI GIALLI N.C. MONOSTRATO SICILIA 1.60 SICILIA 1.60PEPERONI LUNGHI ROSSI N.C. A PIÙ STRATI SICILIA 1.30 SICILIA 1.30PEPERONI QUADRATI GIALLI GG (90-110) ALLA RINFUSA OLANDA 1.90 OLANDAPEPERONI QUADRATI GIALLI GG (90-110) ALLA RINFUSA SPAGNA 1.40 SPAGNA 1.38 SPAGNA 1.30PEPERONI QUADRATI ROSSI GG (90-110) ALLA RINFUSA OLANDA 1.90 OLANDAPEPERONI QUADRATI ROSSI GG (90-110) ALLA RINFUSA SPAGNA 1.40 SPAGNA 1.38 SPAGNA 1.30PISELLI VERDI SCURI N.C. ALLA RINFUSA ITALIA 2.30 ITALIA 2.20 ITALIA 2.30POMODORI CILIEGINI MEDI A PIÙ STRATI SICILIA 1.80 SICILIA 1.70 SICILIA 1.60POMODORI CILIEGINI MEDI IN VASCHETTE SICILIA 1.90 SICILIA 1.70 SICILIA 1.85POMODORI CILIEGINI PICCOLI A PIÙ STRATI SICILIA 2.00 SICILIA 1.90POMODORI COSTOLUTI TIPO MERINDA 57-67 DOPPIO STRATO SICILIA 4.20 SICILIA 2.60 SICILIA 2.80POMODORI COSTOLUTI VERDI 67-82 DOPPIO STRATO SICILIA 1.80 SICILIA 1.65POMODORI COSTOLUTI VERDI 82-102 MONOSTRATO SICILIA 2.00 SICILIA 1.80POMODORI CUORE DI BUE VERDI 82-102 MONOSTRATO ITALIA 1.50 ITALIA 1.90 ITALIA 1.80POMODORI DATTERINI N.C. IN VASCHETTE SICILIA 3.00 SICILIA 2.80 SICILIA 3.00POMODORI TIPO PICCADILLY N.C. A PIÙ STRATI SICILIA 2.00 SICILIA 1.80POMODORI TIPO PIXEL N.C. ALLA RINFUSA SICILIA 2.00 SICILIAPOMODORI TONDI LISCI ROSSI A GRAPPOLO 67-82 DOPPIO STRATO SICILIA 1.35 SICILIA 1.30 SICILIA 1.35POMODORI TONDI LISCI ROSSI A GRAPPOLO 67-82 DOPPIO STRATO SPAGNA 1.30 SPAGNA SPAGNA 1.25POMODORI TONDI LISCI VERDI 82-102 MONOSTRATO ITALIA 1.30 ITALIA 1.70POMODORI TONDO SARDO N.C. ALLA RINFUSA ITALIA 3.50 ITALIA 2.20 ITALIA 1.85PORRI 40-60 ALLA RINFUSA FRANCIA 0.70 FRANCIA FRANCIA 0.65PORRI 40-60 ALLA RINFUSA ITALIA 0.70 ITALIA 0.35 ITALIA 0.55PREZZEMOLI N.C. IN MAZZI ITALIA 1.00 ITALIA 1.10 ITALIA 0.95RADICCHIO CICORINO MISTO N.C. ALLA RINFUSA ITALIA 1.80 ITALIARADICCHIO ROSSO LUNGO PRECOCE N.C. A PIÙ STRATI VENETO 2.80 VENETO 1.50RADICCHIO ROSSO TONDO 12 PZ. (30X50) MONOSTRATO ITALIA 1.50 ITALIA 1.10RADICCHIO VARIEGATO N.C. MONOSTRATO VENETO 1.80 VENETO 2.00RAVANELLI TONDI ROSSI N.C. 20 MAZZI ITALIA 0.35 ITALIA 0.20 ITALIA 0.32SCALOGNO COMUNE N.C. ALLA RINFUSA FRANCIA 1.80 FRANCIA FRANCIA 2.00SEDANI DA COSTA VERDI MEDI MONOSTRATO ITALIA 0.50 ITALIA 0.60 ITALIA 0.65SPINACI RICCI N.C. ALLA RINFUSA ITALIA 1.20 ITALIA ITALIA 1.00ZUCCHINE COSTOLUTE 14-21 CM A PIÙ STRATI ITALIAZUCCHINE SCURE LUNGHE 14-21 CM A PIÙ STRATI ITALIA 0.40 ITALIA 0.70ZUCCHINE SCURE LUNGHE 21-28 CM A PIÙ STRATI ITALIA 0.35 ITALIA 0.50ZUCCHINE SCURE LUNGHE 7-14 CM A PIÙ STRATI ITALIA 0.60 ITALIA ITALIA 0.95N.B. I prezzi si riferiscono a prodotti di 1a categoria (regolamento Ue 2251/92); calibratura in mm e imballaggi base 30x50 cm.

Per motivi indipendenti dalla nostra volontà ripubblichiamo i listini del 14 aprile scorso.

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