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SOCIETA’ AGRICOLA FILENI S.r.l. Società Unipersonale Realizzazione di Allevamento Avicolo Biologico (art.9 L.R.13/90) - San

Lorenzo in Campo (PU) Avvio del procedimento autorizzatorio unico di cui all’articolo 27 bis del D.lgs.

n. 152/2006 Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

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INDICE

1. INQUADRAMENTO DELL’OPERA 3

1.1 Insediamenti produttivi prossimi da considerare per gli impatti cumulati 4

1.2 Opzione zero 5

1.3 Alternative di progetto 5

2. CONTENUTI ED ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO 6

3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 8

3.1 Verifica di coerenza 8

4. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE 13

4.1 Stato attuale 13

4.2 Consistenza del progetto 14

4.3 Valutazione integrata 22

4.4 Benessere animale 24

4.5 Viabilità e traffico indotto 25

4.6 Inserimento ambientale e paesaggistico 27

4.7 Monitoraggio 29

5. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 31

5.1 Analisi delle componenti ambientali e stima degli impatti 34

5.2 Considerazioni finali in merito alla sostenibilità ambientale del progetto 36

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1. INQUADRAMENTO DELL’OPERA

Nel presente elaborato viene sviluppato lo Studio di Impatto Ambientale per il progetto denominato: “Realizzazione di Allevamento Avicolo Biologico”, localizzato in Loc. Miralbello, 53, 61047 San Lorenzo in Campo (PU). Esso consiste nella riconversione produttiva di un sito direzionale dismesso ubicato in contesto agricolo e la destinazione alla funzione pertinenziale agricola di volumi esistenti.

Il progetto prevede la realizzazione di 6 capannoni, ciascuno delle dimensioni esterne di 1.692,67 m2 e utili di 1.599,4 m2 caratterizzati dalle migliori tecnologie per rispondere ai criteri del benessere animale e delle BAT di settore. Parte integrante dell’intervento è lo smantellamento delle infrastrutture presenti con salvaguardia del patrimonio vegetazionale esistente, fatto di siepi, filari, nuclei arborei e alberi isolati, strutturato secondo uno schema coerente con le infrastrutture esistenti.

Il proponente è la Società Agricola Fileni s.r.l. Unipersonale con sede a Cingoli (MC).

L’intervento è soggetto alla valutazione di impatto ambientale regionale ai sensi dell’art. 12 della legge regionale 26 marzo 2012, n., rientrando nell’elenco A1, punto V che prevede la procedura VIA per le seguenti tipologie di allevamento:

1) 85.000 posti per polli da ingrasso;

2) 60.000 posti per galline;

3) 3.000 posti per suini da allevamento carne (di oltre 30 kg.);

4) 900 posti per scrofe.

Esso è inoltre soggetto al procedimento autorizzatorio unico di cui all’articolo 27 bis del D.lgs. n. 152/2006.

Dal punto di vista urbanistico il progetto ricade prevalentemente in una Zona Direzionale di completamento D3 per la quale è prevista una Variante urbanistica per ricondurla a Zona E1, al pari della restante superficie del comparto.

Analoga variante è prevista per un progetto confinante a est, ricadente per una piccola superficie in area D3, dove viene proposta dalla Società Agricola Ponte Pio s.r.l. un allevamento avicolo convenzionale.

L’insieme dei due progetti rientrano nella più generale riconversione produttiva di un’area adibita nel passato ad uffici e volumetrie accessorie per la logistica (mensa e magazzini).

Per avviare i procedimenti di variante urbanistica saranno elaborati specifici Rapporti Ambientali finalizzati alle rispettive Valutazioni Ambientali Strategiche che saranno attivate congiuntamente alle Valutazioni di Impatto Ambientale.

Infatti, al punto 9 del paragrafo 1.3 della DGR 1813 del 21/12/2010 si afferma:

“9. La VAS e la verifica di assoggettabilità a VAS relative a varianti agli strumenti di pianificazione territoriale

e urbanistica che hanno come oggetto esclusivo opere o interventi sottoposti a VIA possono essere sostituite e

comprese nella procedura di VIA. A tal fine è necessario che le modalità di informazione al pubblico diano

specifica evidenza della sostituzione procedimentale e che gli elaborati di VIA comprendano anche tutti i

contenuti previsti per gli elaborati di VAS, così come illustrato nell’Allegato I – ID) di queste linee guida. L’iter

procedimentale di VAS è sostituito nell’iter della procedura di VIA; tale possibilità tiene conto di quanto indicato

all’art. 11 comma 4 del D.lgs 152/2006 relativo all'esigenza di razionalizzare i procedimenti ed evitare

duplicazioni nelle valutazioni.”

Il sito di progetto si trova nella pianura del fiume Cesano, a est del centro abitato di San Lorenzo in Campo (PU). Si tratta di un seminativo a confine, a ovest, con la Strada Statale 424 della Val Cesano, a est con la superficie dove si propone l’allevamento avicolo convenzionale. A nord e a sud ci sono aree coltivate. L’accesso all’area è garantito dalla SS 424 della Val Cesano.

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L’ambito di area vasta è caratterizzato da una diffusa urbanizzazione a cavallo della SS 424 della Val Cesano e da aree agricole, dove prevale l’avvicendamento fra cereali autunno vernini, colture da rinnovo e prati di erba medica.

Dal punto di vista vegetazionale emerge, a circa 500 m a est, il corridoio ecologico legato alla presenza del fiume Cesano. Nelle aree agricole sono inoltre presenti diversi elementi vegetali naturali a carattere diffuso.

Fig. 1/1: Corografia.

1.1 Insediamenti produttivi prossimi da considerare per gli impatti cumulati

Per impatti cumulati, s’intendono gli Impatti (positivi o negativi, diretti o indiretti, a lungo e a breve termine) derivanti da una gamma di attività in una determinata area, ciascuno dei quali potrebbe non risultare significativo se considerato separatamente.

Nel caso in esame il progetto riguarda la riqualificazione funzionale di un comparto che sarà diviso in due settori pertinenti a due società diverse. In uno di questi si realizzerà l’allevamento biologico oggetto del presente studio. In quello a confine si realizzerà un allevamento convenzionale che sarà oggetto di un analogo studio di impatto ambientale.

Trattandosi di due allevamenti zootecnici confinanti, nell’analisi del Quadro di Riferimento Ambientale e nella stima degli impatti sulle matrici ambientali potenzialmente coinvolte, si considererà l’insieme dei due allevamenti, cumulando i relativi impatti e le ricadute nel territorio circostante.

Nell’ambito dello sviluppo dello studio, le ulteriori presenze antropiche in grado di generare impatti che si cumulano con l’attività da realizzare sono analizzati con l’indagine dello stato attuale e dei valori di qualità ambientale di riferimento. Infatti, su tali valori si sono sommati gli impatti derivanti dal progetto in esame.

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1.2 Opzione zero

Il progetto per la realizzazione di un allevamento biologico è parte della riqualificazione funzionale di una proprietà in buona parte a Destinazione D3 (Zona Direzionale di Completamento) con un ampio parco ricco di specie arboree e arbustive.

L’operazione nel suo complesso prevede lo smantellamento parziale o totale di strutture esistenti in gran parte in stato di deterioramento, la riqualificazione di alcune di esse da destinare alla nuova destinazione produttiva, il recupero della destinazione d’uso agricola e la realizzazione due aziende zootecniche, una in regime di biologico e un’altra con indirizzo convenzionale.

La scelta di realizzare un allevamento convenzionale con strutture collocate in un settore della proprietà libero di alberi e arbusti e un allevamento biologico dove la necessità di destinare ampie superfici a prato per il pascolamento degli animali attorno ai singoli capannoni permette di salvaguardare l’importante patrimonio vegetale esistente, con piante arboree di notevoli dimensioni, è finalizzata a minimizzare l’impatto ambientale e favorire il migliore inserimento ambientale e paesaggistico.

In questo modo si ricolloca funzionalmente l’area in sintonia con la vocazione agricola del contesto territoriale circostante, perseguendo l’obiettivo della sostenibilità ambientale, in particolare con l’allevamento biologico.

La scelta dell’indirizzo zootecnico è dettata dal fatto che il mercato delle carni bianche è in forte espansione e che la presenza del Gruppo Fileni nella Regione Marche è una realtà di interesse nazionale, leader nel settore della produzione delle carni avicole, in particolare prodotte con metodo biologico, in grado di garantire un futuro alla destinazione produttiva dell’area.

L’opzione “0” di non realizzare il progetto non è percorribile perché le infrastrutture esistenti sono in fase di degrado con potenziali problemi ambientali. Inoltre ci sono volumetrie in buono stato che possono essere recuperate destinandole alla gestione del nuovo indirizzo zootecnico.

1.3 Alternative di progetto

La localizzazione del progetto è dettata dall’ampia superficie della proprietà che permette di realizzare due aziende zootecniche indipendenti e alternative per tipo di gestione.

Questo permette di generare un indotto e assumere personale per condurle.

Negli anni trascorsi, dal momento dell’abbandono dell’area ci sono state diverse ipotesi di utilizzo del sito e della proprietà nel suo complesso. Purtroppo non ci sono state proposte concrete relegando le volumetrie esistenti in uno stato di abbandono. Se non si realizzerà il progetto la situazione di degrado delle volumetrie esistenti, e potenzialmente del patrimonio vegetale a carattere ornamentale esistente, non può che peggiorare.

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2. CONTENUTI ED ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO

La presente relazione è stata articolata come segue:

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO: Descrive la finalità dell’opera ed esamina gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica nazionali, regionali e locali e la loro interazione con l’opera in progetto.

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE: Descrive i motivi ed i criteri nella definizione della localizzazione prescelta, la normativa di riferimento cui l’opera attiene, le caratteristiche tecniche e fisiche del progetto, le fasi di realizzazione e gli interventi di ottimizzazione e di mitigazione ambientale.

QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E STIMA DEGLI IMPATTI: Inquadra la situazione ambientale e vengono descritte le componenti ambientali interessate dall’opera. Sono inoltre indicate le azioni progettuali, i fattori d’impatto, elaborata la stima degli stessi e formulate le eventuali mitigazioni.

Lo schema metodologico adottato per l'esecuzione dello Studio di Impatto Ambientale è illustrato nella Fig.2/1.

Le attività svolte hanno riguardato le analisi preliminari di carattere progettuale, ambientale e pianificatorio, l’individuazione di tutti gli aspetti tecnici ed ambientali da prendere in considerazione per approfondimenti e per effettuare le necessarie valutazioni sulle possibili ricadute ambientali.

Il quadro di riferimento programmatico e progettuale è stato predisposto a seguito, rispettivamente, dell'analisi degli strumenti programmatici e pianificatori e della configurazione progettuale scelta.

L'analisi del quadro ambientale è stata condotta, per le componenti ambientali potenzialmente coinvolte, dagli specialisti di settore. Ciascuna componente è stata sviluppata attraverso la caratterizzazione dello stato attuale, effettuata prendendo in esame i dati bibliografici ed i risultati delle indagini direttamente condotte nell'area, la stima degli impatti per le fasi di cantiere e di esercizio dell’allevamento, e l’eventuale proposta di mitigazioni.

Per la valutazione degli impatti ci si è riferiti alle azioni che caratterizzano le fasi del progetto ed ai fattori di perturbazione che potenzialmente si possono generare dalle stesse.

Le misure di mitigazione che si ritengono necessarie per minimizzare l'impatto sull'ambiente sono state recepite all’interno degli elaborati di progetto.

Sulla base dei risultati delle analisi sviluppate e delle caratteristiche del progetto, si può ritenere che gli impatti diretti e indiretti sull’ambiente, sia interni che esterni all’area di progetto, considerate anche le mitigazioni, sono sostenibili.

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Fig. 2/1: Schema metodologico dello Studio di Impatto Ambientale

Analisi preliminare del progetto

Analisi preliminare ambientale

Analisi piani e

strumenti programmatici

Analisi delle alternative

tecniche

Analisi del quadro progettuale

Individuazione delle

componenti ambientali

Analisi del quadro

programmatico

Caratterizzazione

dello stato attuale

Analisi degli impatti

Individuazione delle misure di

mitigazione

Analisi del quadro ambientale

per componenti

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3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

Gli atti e strumenti di programmazione che possono avere una relazione diretta o indiretta con il progetto in esame sono:

Vincoli e piani di interesse nazionale nazionali

R.D. 30/12/1923 n. 3267 Vincolo idrogeologico;

DPR 8/09/97 “Regolamento recante norme di attuazione della direttiva 92/43 CEE relativa alla conservazione degli habitat e semi naturali, nonché della flora e della fauna selvatica”;

Decreto Legislativo n. 42 del 22 Gennaio 2004;

Vincoli e piani di interesse regionale e provinciale

Piano Paesistico Ambientale Regionale delibera n.197 del 3/11/89

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) di Pesaro Urbino;

Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI);

Piano Regionale di Tutela delle Acque (PTA);

Rete Ecologica delle Marche (REM).

Vincoli ed atti programmatici comunali

Piano Regolatore Generale del comune San Lorenzo in Campo (PU).

3.1 Verifica di coerenza

R.D. 30/12/1923 N. 3267: VINCOLO IDROGEOLOGICO: Il progetto in esame non ricade in ambiti soggetti a vincolo idrogeologico.

DPR 8/09/97 N. 357 “REGOLAMENTO RECANTE ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 92/43 CEE

RELATIVA ALLA CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT NATURALI E SEMI NATURALI, NONCHÉ DELLA

FLORA E DELLA FAUNA SELVATICA”: Il progetto in esame non ricade all’interno di SIC e ZPS.

DECRETO LEGISLATIVO N. 42 DEL 22 GENNAIO 2004: Il sito di progetto non ricade nel vincolo paesaggistico.

PIANO PAESISTICO AMBIENTALE REGIONALE (PPAR): Le disposizioni del PPAR e del PTC sono state recepite dallo strumento urbanistico del Comune di San Lorenzo in Campo. Esaminando il PPAR emerge quanto segue:

Il sito di interesse ricade in un ambito di alta percettività visuale relativo alle vie di comunicazione ferroviarie, autostradali e stradali di maggiore intensità di traffico, indicate come “V”. Le NTA del PPAR indicano che nell’area V deve essere attuata una politica di salvaguardia, qualificazione e valorizzazione delle visuali panoramiche percepite dai luoghi di osservazione puntuali o lineari (art. 23).

Si evidenzia che l’area Zonizzata D3 risulta esente dai vincoli del PPAR in quanto precedente alla sua emissione.

Relativamente al sito dove è prevista la realizzazione dell’allevamento biologico, esso si caratterizza per la presenza di un parco caratterizzato da siepi e da piante arboree di diversa grandezza e disposizione varia in relazione alla specifica funzione ornamentale in grado di mitigare la vista dei nuovi edifici. Il progetto prevede inoltre la demolizione di alcune volumetrie esistenti e il potenziamento delle siepi perimetrali. Tali interventi contribuiranno a mitigare l’impatto paesaggistico del nuovo progetto.

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Fig. 3/1: Il progetto ricade in un’area di alta percettività “V”

Al fine di verificare l’impatto delle nuove infrastrutture ad uso zootecnico è stata elaborata l’analisi di visibilità del sito attraverso la quale è stato individuato il bacino di visuale e valutati i punti di visuale significativi nel contesto di area vasta. I risultati dell’analisi, insieme alla rete ecologica di area vasta, sono stati gli elementi di base per finalizzare il progetto di inserimento ambientale e paesaggistico che permette di mitigare, dal punto di vista visivo ed ecologico, le nuove strutture.

Occorre sottolineare che la strada statale della Val Cesano si caratterizza per un traffico sostenuto dove il guidatore, a causa della velocità, a meno di realizzare strutture particolarmente ingombranti per altezza, pone l’attenzione alla guida piuttosto che al paesaggio circostante.

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PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (PTC) DI PESARO URBINO: Dall’analisi del PTC, anche sulla base del confronto con le norme del PPAR e del PRG comunale, risulta che l’opera di progetto non presenta alcun elemento di contrasto rispetto agli indirizzi definiti dal PTC.

Si deve inoltre tenere presente che:

non esiste alcuna interazione dell’opera con gli ambiti fluviali e con le piane di esondazione ad essi riconducibili;

è garantita una sostanziale conservazione dell’assetto attuale del territorio,

non è prevista l’apertura di nuovi pozzi,

l’opera di progetto non prevede interventi di carattere infrastrutturale. Si interviene su parte delle aree ora adibite ad uso agricolo.

Gli interventi di progetto non prevedono alcun tipo di modificazione sulle strutture vegetazionali e arbustive esistenti nell’area. Si ritiene pertanto garantita la continuità paesistico-infrastrutturale individuata dal PTCP stesso e non esiste alcun contrasto con i criteri di incentivazione previsti dal Piano per la riqualificazione dei tessuti paesistico-ambientali e degli aggregati urbani esistenti. Il progetto di inserimento ambientale e paesaggistico prevede con aumento delle connessioni ecologiche a carattere locale attraverso l’implementazione delle siepi arboree, in particolare lungo il perimetro del comparto, e la messa a dimora di nuclei arborei all’interno dei parchetti dell’allevamento biologico privi di piante arboree.

Si ritiene pertanto garantita la continuità paesistico-infrastrutturale individuata dal PTC stesso e non esiste alcun contrasto con i criteri di incentivazione previsti dal Piano per la riqualificazione dei tessuti paesistico-ambientali e degli aggregati urbani esistenti. Si interverrà con aumento della struttura vegetazionale nell’intera area da distribuirsi principalmente ai lati delle nuovi edifici. Rispetto al PTCP, si può affermare che l’intervento è Coerente.

PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE (PTA) Per quanto riguarda l’area in esame il sito di interesse ricade all’interno del bacino del Fiume Cesano, caratterizzato da uno stato di qualità “buono” nella parte alta vicino alla sorgente e “sufficiente” alla foce. Il progetto in esame non va ad incidere sulla modificazione delle acque superficiali vista anche la sua lontananza da tale corpo idrico.

Pertanto rispetto al PTA si può affermare che l’intervento sia Coerente

PIANO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI): Allo stato attuale nella zona non sono

presenti zone esondabili o a rischi frana.

RETE ECOLOGICA MARCHIGIANA (REM): Dal punto di vista ecologico non sono previste

interferenze con la vegetazione continua naturale; per contro sarà implementato il sistema

delle siepi perimetrali che determinerà un rafforzamento della rete ecologica locale.

Il progetto di implementazione della rete ecologica è in linea con gli obbiettivi gestionali della dell’UEF 75.

DGR 1448 DEL 3/12/2007 “PROGRAMMA D’AZIONE DELLE ZONE VULNERABILI DA

NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA DELLA REGIONE MARCHE (ZVN) E PRIME DISPOSIZIONI DI

ATTUAZIONE DEL D. LGS. 152/06 E DEL TITOLO V DEL D.M. 7 APRILE 2006 PER LE ZVN.: L’ambito di intervento è situato interamente in Zona Agricola Vulnerabile (ZVN) come chiaramente si evince dallo stralcio dalla cartografia regionale qui riprodotto, che ammette il livello standard di azoto al campo nella misura di 170 kg/ha/anno.

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L’allevamento biologico non contrasta con la norma relativa al carico di azoto ad ettaro in quanto prevede di conferire ad operatore esterno tutta la pollina.

Ai fini dell’applicazione della normativa sul biologico in merito al requisito del rispetto del carico di 179 kg di azoto ad ettaro si sottolinea che l’azienda può disporre di circa 200 ha di terreno in regime di biologico. Prima dell’esercizio di indicheranno le superfici collegate al progetto.

PIANO REGOLATORE DEL COMUNE DI SAN LORENZO IN CAMPO

Lo Strumento Urbanistico del comune di S. Lorenzo in Campo è stato elaborato ai sensi della legislazione nazionale e regionale vigente in materia urbanistica, con specifico riferimento alla Legge nº1150/1942, alla D.A. nº197/1989 della Regione Marche, della L.R. nº34/92 e loro successive modificazioni ed integrazioni.

Come anticipato in premessa il progetto ricade prevalenza in Zona Agricola E e per una minima porzione in Zona D3. Nell’attuale PRG la zonizzazione E è normata dal punto 6.8 e seguenti di cui di seguito si riportano i relativi parametri urbanistici, nello specifico nella cartografia del PRG l’area di interesse è denominata “E1”:

La Zona D3 sarà oggetto di variante urbanistica per riportarla a Zona E1. Nella figura che segue si riporta la Zonizzazione attuale del PRG e quella proposta con la variante urbanistica.

Fig. 3/2: Zonizzazione dell’attuale PRG – La superficie occupata dall’allevamento convenzionale è delimitata in rosso. Il resto sarà dedicato all’allevamento biologico

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Fig. 3/3: Zonizzazione di variante urbanistica richiesta – La superficie occupata dall’allevamento convenzionale è delimitata in rosso. Il resto sarà dedicato all’allevamento biologico

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4. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

Nel quadro di riferimento progettuale, dopo una breve disamina delle norme che regolano l’allevamento avicolo, si riportano i dati dell’azienda, si descrivono le modalità di gestione dell’allevamento biologico, si illustrano le misure di mitigazione e il progetto di inserimento ambientale e paesaggistico.

Si descriveranno inoltre le attività in fase di cantiere e di esercizio mettendo in evidenza la necessità di azioni che possono generare fattori di perturbazione sulle componenti ambientali che saranno descritte e valutate nell’ambito del Quadro di riferimento ambientale.

Il progetto prevede la realizzazione di un allevamento avicolo biologico nel comune di San Lorenzo in Campo. Esso, insieme al progetto di allevamento avicolo convenzionale a confine, si pone l’obiettivo di riconvertire una proprietà di circa 28 ha, in parte a destinazione direzionale D3, ripristinando l’originaria destinazione e vocazione agricola con indirizzo zootecnico.

Nello specifico dell’allevamento biologico, il progetto mira a realizzare 6 capannoni dotati di tutte le tecnologie per rispondere alle norme sul benessere animale e per applicare le BAT di settore.

4.1 Stato attuale

Come detto in premessa, il progetto prevede di realizzare un allevamento avicolo con una gestione biologica in un’area in gran parte a destinazione D3 che sarà oggetto di variante urbanistica per riportarla a Zona E1.

All’interno della zonizzazione D3, gli attuali edifici presentano le seguenti caratteristiche dimensionali e volumetriche:

Edificio destinato ad uffici

- superficie SL mq. 4.614.39 - altezza esterna ml. 5.00 - altezza al controsoffitto ml. 3.08 - volume utile mc.14.212,21 - volume sottotetto non utilizzabile mc. 8.859,74

Edificio destinato a mensa

- superficie SL mq. 1.193.75 - altezza esterna ml. 4.50 - altezza al controsoffitto ml. 3.08 - volume utile mc. 3.676,75 - volume sottotetto non utilizzabile mc. 1.695,12

Edifici destinati a CT e Magazzini

- superficie coperta SL mq. 481.12 - altezza esterna ml. 3.55 - volume complessivo mc 1.707.98

Edificio destinato alla centrale di condizionamento

- superficie coperta SL mq. 90.17 - altezza esterna fuori terra ml. 1.65 - altezza interna ml. 2.60 - volume fuori terra mc. 148.78

Edificio destinato a capannone

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- superficie coperta con accessorio SL mq. 1.095.00 - altezza esterna ml. 6.00 - volume complessivo mc. 4.410.00 - superficie accessorio SL mq. 20.90 - altezza ml. 2.70 - volume accessorio mc. 72.63 - volume complessivo mc. 4410+72.63 mc. 4.482.63

Annesso vi è un piazzale in cemento armato della superficie di circa 10.000 mq.

Edificio cabina elettrica di proprietà

- superficie coperta SL mq. 40.43 - altezza esterna ml. 4.40 - volume complessivo mc. 177.89

Edificio destinato a deposito attrezzi e macchinari (baracche)

- superficie coperta SL mq. 649.38 - altezza esterna ml. 3.50 - volume complessivo mc. 2.272.83

Complessivamente la SL ed il volume degli immobili presenti all’interno dell’area oggetto di variante urbanistica risulta pari a:

a)- SL esistente sulla proprietà mq. 7.825.14

b)- Volume complessivo esistente sulla proprietà mc. 26.679,07

c)- La superficie attuale a parcheggi ammonta a mq. 4.238.00

Il sito di progetto è ubicato a est del comune di San Lorenzo in Campo, a circa 1 km di distanza dall’area produttiva Miralbello. Si tratta di un’area agricola, a confine con un’area direzionale, attualmente coltivata. La morfologia è pianeggiante ed è situato a circa 600 m dal fiume Cesano. Esso è facilmente raggiungibile attraverso la SS 424 della Val Cesano, dalla quale, arrivati all’insediamento direzionale da dismettere, si realizzerà una viabilità interna che condurrà all’allevamento.

4.2 Consistenza del progetto

Di seguito si riporta l’ubicazione planimetria dei box biologici e convenzionali.

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Fig. 4/1: Box biologici con individuazione dei convenzionali

Edifici esistenti

Con il presente progetto si interverrà sugli edifici esistenti con i seguenti interventi:

eliminazione degli edifici destinati a deposito attrezzi e macchinari,

eliminazione di parte del piazzale in cemento armato annesso al capannone,

eliminazione delle pareti esterne ed interne degli edifici attualmente contraddistinti come palazzina uffici e mensa, gli stessi avranno poi una destinazione agricola, tipo tettoie e locali di ricovero.

Volumetrie da realizzare per l’allevamento avicolo

Come detto nel capitolo precedente il progetto è relativo alla realizzazione di sei capannoni per l’allevamento di polli in regime di biologico. Le dimensioni di ciascun capannone sono:

Larghezza esterna 14,00 m

Lunghezza esterna 122,07 m

SUL 1.708,98m2

Larghezza interna 13,48 m

Lunghezza interna 118,65 m

Superficie interna 1.599,4 m2

Altezza intradosso al colmo 2,50 m

Altezza intradosso al colmo 4,20 m

Locale tecnico 4,54 x 2,70 = 12,26 m2

Sala tecnica 4,54 x 2,70 = 12,26 m2

Ogni capannone è dotato, oltre che dalla zona allevamento, da due zone anticamera, ad angolo, esterne, della dimensione di 2,70 x 4,60 m, per un totale di 12,42 mq.

In base alle superfici utili dei capannoni i capi allevabili sono:

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Capannone Avicolo Superficie utile allevamento mq

Numero capi accasati a ciclo

1 Polli da carne 1.599,4 7.997

2 Polli da carne 1.599,4 7.997

3 Polli da carne 1.599,4 7.997

4 Polli da carne 1.599,4 7.997

5 Polli da carne 1.599,4 7.997

6 Polli da carne 1.599,4 7.997

Totale 9.596,4 47.982

Capi accasati nell’anno: 47.982 x n° cicli 3,6 = 172.735

Capi accasati netti 172.735 – 5% mortalità (8.637) = 164.098

164.098 capi accasati netti x peso medio capo alla vendita 2,6 kg = 427 t

Si stima che ogni anno si producono circa 427 t di carne avicola in biologico.

I capannoni per il biologico hanno caratteristiche strutturali simili a quelle dell’allevamento convenzionale. Le differenze sono relative alla necessità di suddivisione per settori distinti dai quali si accedono alle aree aperte per permettere la giusta distribuzione e rapporto fra le aperture/uscioli ai settori di razzolamento all’aperto.

Nello specifico del progetto in esame, ogni struttura sarà suddivisa come segue:

Settore a) Superficie interna m2

b) Capi N. c) Usciolo ml d) Parchetti m2

1 (Settore di testa) 475 2.375 19,00 9.500

2 325 1.625 13,00 6.500

3 324,4 1.622 12,96 6.488

4 (Settore di testa lato silos)

475 2.375 19,00 9.500

Dato b: mq struttura x 5 capi/mq (numero massimo per settore) Dato c: (a/100) x 4 (lunghezza minima dotazione uscioli) Dato d: b x 4 (estensione minima parchetti esterni) In base alle superfici utili dei capannoni i capi allevabili sono:

Ciclo produttivo

Come riportato nel quadro normativo di riferimento per il settore del biologico le caratteristiche salienti dell’allevamento sono:

- il quantitativo totale delle deiezioni zootecniche non può superare i 170 kg/anno di azoto per ettaro di superficie agricola utilizzata che corrispondono ad un limite massimo di 580 polli per ettaro;

- nella superficie coperta la densità dei capi a m2 è di 5, mentre in quella scoperta bisogna assicurare uno spazio per il razzolamento di 4 m2/capo;

- ciascun ricovero non deve contenere più di 4.800 polli;

- la superficie totale utilizzabile dei ricoveri per gli avicoli allevati per la produzione di carne per ciascuna unità di produzione non supera i 1.600 m²;

- almeno un terzo della superficie del suolo deve essere solido, vale a dire non composto da grigliato o da graticciato, e deve essere ricoperto di lettiera composta ad esempio di paglia, trucioli di legno, sabbia o erba.

- i ricoveri per gli avicoli devono essere costruiti in modo tale da consentire loro un facile

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accesso allo spazio all'aperto.

- le strutture devono essere dotate di uscioli di entrata/uscita di dimensioni adeguate ai volatili, la cui lunghezza cumulata è di almeno 4 m per 100 m² della superficie utile disponibile per i volatili;

- al fine di evitare il ricorso a metodi di allevamento intensivi, gli avicoli devono essere allevati fino al raggiungimento di un'età minima oppure devono provenire da tipi genetici a lento accrescimento. Ove l'operatore non utilizzi tipi genetici avicoli a lento accrescimento, l'età minima di macellazione per i polli è di 81 giorni.

In base a quanto sopra è facile intuire che rispetto ad un allevamento di polli da ingrasso tradizionale in strutture chiuse, dove la densità media è di 20 capi/m2, per condurre un allevamento in biologico occorrono spazi decisamente maggiori, sia per la minore densità degli animali a mq nelle strutture chiuse, sia per la necessità di spazi all’aperto.

Il sistema di allevamento prevede l’ingrasso di pulcini che vengono acquisiti da strutture specializzate per la loro produzione. Gli animali entrano in allevamento a circa 30 gr di peso e vengono allevati per un minimo di 81 giorni (art 12), a questo punto vengono conferiti all’industria che li macella e colloca i prodotti (carni) presso la distribuzione commerciale. Verso il 60° giorno sono vendute le femmine, pari alla metà dei capi accasati. In ciascun momento il PVM dell’allevamento non supera i 21 kg/m2.

Tra un ciclo di allevamento e l’altro è previsto un tempo di vuoto sanitario che serve ad evitare la concentrazione di patogeni dannosi per la salute degli animali; tale periodo dura circa 15 giorni. Il parchetto esterno deve invece prevedere un tempo di riposo di 40 gg.

Gli animali sono liberi di stabulare all’interno dei capannoni dove viene predisposta una lettiera in paglia o trucioli di legno; questa viene rimossa alla fine di ogni ciclo produttivo. La funzione della lettiera è principalmente quella di mescolarsi con le deiezioni prodotte dagli animali durante il ciclo, in modo che la superficie rimanga costantemente asciutta. Gli animali sono inoltre liberi di razzolare nel parchetto esterno.

Considerando un periodo di allevamento di 81 giorni con un vuoto sanitario di 15-20 giorni si ottiene un ciclo di allevamento massimo di 101 giorni. In un anno si possono effettuare circa 3,6 cicli.

Accasando 47.982 polli per ciclo si ottiene un numero di animali accasati per anno pari a 172.735 capi.

Si considera un peso medio di allevamento di 1 kg e un peso alla vendita medio di 2,6 kg.

Considerando una mortalità del 5% si calcola che ogni anno si produce il seguente quantitativo di capi vivi:

Calcoli:

Capi accasati nell’anno: 47.982 x n° cicli 3,6 = 172.735

Capi accasati netti 172.735 – 5% mortalità (8.637) = 164.098

164.098 capi accasati netti x peso medio capo alla vendita 2,6 kg = 427 t

Si stima che ogni anno si producono circa 427 t di carne avicola biologica.4.3 Sintesi normativa di settore

SINTESI TESTO COORDINATO ELABORATO SULLA BASE DEI SEGUENTI REGOLAMENTI: 834/2007; 889/2008; 967/2008; 1235/2008; 1254/2008; 537/2009; 710/2009; 271/2010, 471/2010. integrato con le seguenti disposizioni nazionali:

DM n. 18354 del 27 NOVEMBRE 2009 (ATTUAZIONE DEI REG. CE 834/2007, 889/2008 E 1235 2008 – e successiva comunicazione n. 750 del 22 GENNAIO 2010, pubblicati su G.U. n. 31 dell’8 febbraio 2010 ed in vigore dal 9 febbraio 2010);

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DM n. 8515 del 28 MAGGIO 2010 (MODIFICHE AL DM n. 18354);

…………..omissis………..

La sintesi degli elementi di verifica è riportata e commentata a seguire sulla traccia delle norme di riferimento,

debitamente commentate a margine, per la dimostrazione del loro rispetto.

,,,,,……….omissis………….

La sintesi degli elementi di verifica è riportata e commentata a seguire sulla traccia delle norme di riferimento,

debitamente commentate a margine, per la dimostrazione del loro rispetto.

,,,,,……….omissis………….

Sezione 2 RICOVERI PER GLI ANIMALI E PRATICHE DI ALLEVAMENTO

Indicazioni ed attestazioni di convergenza progettuale con le prescrizioni normative.

Articolo 10 Norme applicabili alle condizioni di ricovero degli animali. 1. L'isolamento, il riscaldamento e l'aerazione dell'edificio garantiscono che la circolazione dell'aria, i livelli di polvere, la temperatura, l'umidità relativa dell'aria e la concentrazione di gas siano mantenuti entro limiti non nocivi per gli animali. L'edificio consente un'abbondante aerazione e illuminazione naturale. 2. Non è obbligatorio prevedere locali di stabulazione nelle zone aventi condizioni climatiche che consentono agli animali di vivere all'aperto. 3. La densità di bestiame negli edifici deve assicurare il conforto e il benessere degli animali, nonché tener conto delle esigenze specifiche della specie in funzione, in particolare, della specie, della razza e dell'età degli animali. Si terrà conto altresì delle esigenze comportamentali degli animali, che dipendono essenzialmente dal sesso e dall'entità del gruppo. La densità deve garantire il massimo benessere agli animali, offrendo loro una superficie sufficiente per stare in piedi liberamente, sdraiarsi, girarsi, pulirsi, assumere tutte le posizioni naturali e fare tutti i movimenti naturali, ad esempio sgranchirsi e sbattere le ali. 4. Le superfici minime degli edifici e degli spazi liberi all'aperto e le altre caratteristiche di stabulazione per le varie specie e categorie di animali sono fissate nell'allegato III.

L’edificio sarà realizzato con impianti di riscaldamento e trattamento dell’aria, nelle sue varie componenti (velocità, temperatura e ricambi orari), tali da garantire un ottimale livello di confort e benessere animale. La densità animale rispetta i 5 capi mq. secondo prescrizioni di cui all’art.15 e successiva precisazione del MIPAAFT

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Articolo 12 Condizioni di stabulazione e pratiche di allevamento specifiche per gli avicoli. 1. I volatili non sono tenuti in gabbie. 2. Gli uccelli acquatici hanno accesso a un corso d'acqua, a uno stagno, a un lago o a uno specchio d’acqua ogniqualvolta le condizioni climatiche e igieniche lo consentano per rispettare le loro esigenze specifiche e quelle in materia di benessere degli animali. 3. I ricoveri per gli avicoli soddisfano le seguenti condizioni minime: a) almeno un terzo della superficie del suolo deve essere solido, vale a dire non composto da grigliato o da graticciato, e deve essere ricoperto di lettiera composta ad esempio di paglia, trucioli di legno, sabbia o erba. b) nei fabbricati adibiti all'allevamento di galline ovaiole una parte sufficientemente ampia della superficie accessibile alle galline deve essere destinata alla raccolta delle deiezioni; c) devono disporre di un numero sufficiente di trespoli di dimensione adatta all'entità del gruppo e alla taglia dei volatili come stabilito nell'allegato III; d) devono essere dotati di uscioli di entrata/uscita di dimensioni adeguate ai volatili, la cui lunghezza cumulata è di almeno 4 m per 100 m² della superficie utile disponibile per i volatili; e) ciascun ricovero non deve contenere più di: i) 4800 polli, ii) 3000 galline ovaiole, iii) 5200 faraone, iv) 4000 femmine di anatra muta o di Pechino, 3200 maschi di anatra muta o di Pechino o altre anatre, v) 2500 capponi, oche o tacchini; f) la superficie totale utilizzabile dei ricoveri per gli avicoli allevati per la produzione di carne per ciascuna unità di produzione non supera i 1600 m²; g) i ricoveri per gli avicoli devono essere costruiti in modo tale da consentire loro un facile accesso allo spazio all'aperto. 4. La luce naturale può essere completata con illuminazione artificiale in modo da mantenere la luminosità per un massimo di 16 ore giornaliere, con un periodo continuo di riposo notturno senza luce artificiale di almeno 8 ore. 5. Al fine di evitare il ricorso a metodi di allevamento intensivi, gli avicoli devono essere allevati fino al raggiungimento di un'età minima oppure devono provenire da tipi genetici a lento accrescimento. Ove l'operatore non utilizzi tipi genetici avicoli a lento accrescimento, l'età minima di macellazione è la seguente: a) 81 giorni per i polli, b) 150 giorni per i capponi, c) 49 giorni per le anatre di Pechino, d) 70 giorni per le femmine di anatra muta, e) 84 giorni per i maschi di anatra muta, f) 92 giorni per le anatre bastarde, g) 94 giorni per le faraone,

Gli animali saranno a terra, su lettiera. Intera pavimentazione non grigliata ma in cls lisciato e ricoperta da lettiera conforme alla norma di riferimento. Saranno predisposti uscioli di entrata ed uscita nella misura indicata (vedi tavole di progetto). La ripartizione dei settori di ricovero indicata in progetto è conforme ai limiti indicati. La superficie di ciascun edificio, inteso quale unica unità di produzione, non supera i 1600 mq (1599,4 mq). Gli uscioli permettono l’accesso agli spazi aperti. I parametri citati dal punti 4 in poi verranno rispettati anche in sede di progettazione esecutiva delle parti impiantistiche.

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h) 140 giorni per i tacchini e le oche, i) 100 giorni per le femmine di tacchino. L'autorità competente fissa i criteri di definizione dei tipi genetici avicoli a lento accrescimento o compila un elenco di tali ceppi e fornisce queste informazioni agli operatori, agli altri Stati membri e alla Commissione.

Articolo 14 Accesso agli spazi all'aperto 1. Gli spazi all'aperto possono essere parzialmente coperti. 2. Conformemente all'articolo 14, paragrafo 1, lettera b), punto iii), del regolamento (CE) n. 834/2007, gli erbivori hanno accesso ai pascoli ogniqualvolta le condizioni lo consentano. 3. Nei casi in cui gli erbivori hanno accesso ai pascoli durante il periodo di pascolo e quando il sistema di stabulazione invernale permette agli animali la libertà di movimento, si può derogare all'obbligo di prevedere spazi all'aperto nei mesi invernali. 4. In deroga al paragrafo 2, i tori di più di un anno di età hanno accesso a pascoli o a spazi all'aperto. 5. Gli avicoli hanno accesso a uno spazio all'aperto per almeno un terzo della loro vita. 6. Gli spazi all'aperto per gli avicoli devono essere per la maggior parte ricoperti di vegetazione, essere dotati di dispositivi di protezione e consentire un facile accesso ad un numero sufficiente di abbeveratoi e mangiatoie. 7. Gli avicoli tenuti al chiuso a seguito di restrizioni o di obblighi imposti in virtù della normativa comunitaria hanno permanentemente accesso a quantità sufficienti di foraggi grossolani e di materiali adatti a soddisfare le loro necessità etologiche.

Condizione rispetta secondo verifiche descritte a seguire. Gli spazi all’aperto saranno di tipo prativo e dotati di abbeveratoi e mangiatoie. Sono previste piantumazione di alberi perimetralmente e sparsi all’interno.

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Articolo 15 Densità degli animali 1. La densità totale degli animali è tale da non superare il limite dei 170 kg di azoto per anno/ettaro di superficie agricola secondo quanto previsto all'articolo 3, paragrafo 2. 2. Per determinare la densità di animali appropriata, l'autorità competente fissa il numero di unità di animali adulti equivalenti al limite sopra indicato tenendo conto, a titolo orientativo, della tabella riportata nell'allegato IV o delle disposizioni nazionali adottate in applicazione della direttiva 91/676/CEE.

La densità degli animali, come verificata nei paragrafi che precedono, rispetta la previsione normativa dettata qui a margine.

Le aree disponibili per l’allevamento biologico sonno circa 3,5 ha per ciascuna unità di ricovero della superficie di mq 1599,4 max per un totale di 21.00.00 ha.

Per soddisfare le esigenze dell’azoto al campo sono necessari circa 64 ha.

Il rispetto del requisito di azoto al campo viene soddisfatto con la disponibilità di superficie agricole in regime di biologico del gruppo Fileni (Società Agricola Fileni Srl e Nuova Società Agricola Fileni Srl) pari a circa 200 ha.

L’esatta indicazione delle superfici da associare al progetto in esame sarà comunicata prima dell’avvio dell’esercizio dell’allevamento.

Si evidenzia che il progetto prevede la rimozione della pollina nei capannoni e il conferirla all’esterno dell’azienda, ad un operatore specializzato nella sua gestione (in genere finalità di compostaggio), evitando, nella fattispecie, l’uso agronomico quale ammendante della stessa, alleggerendo di fatto il merito di legge..

A seguire, la tabella delle superfici di stabulazione scoperte necessarie:

Capannone Avicolo Superficie utile allevamento mq

Numero capi accasati a ciclo

1 Polli da carne 1.599,4 7.997

2 Polli da carne 1.599,4 7.997

3 Polli da carne 1.599,4 7.997

4 Polli da carne 1.599,4 7.997

5 Polli da carne 1.599,4 7.997

6 Polli da carne 1.599,4 7.997

Totale 9.596,4 47.982

Tenuto conto della superficie totale netta d’allevamento, pari a mq. 9.596,4 (1.599,4 mq a capannone x 6 capannoni), secondo i valori e le metodologie sopra citati in relazione alla pregressa verifica ex L.R.13/90, l’area necessaria per la stabulazione all’aperto sarà data dalla relazione tabellare che segue:

N. Polli accasabili Mq. Per pollo da tabella All. III, n. 2 al Reg. CE 899/08

Area stabulazione all’aperto da tabella All. III n. 2 al Reg. CE

899/08

Num. Polli mq/pollo Mq

47.982 4 191.928

In pratica per ogni capannone sono necessari 31.988 mq. Il progetto prevede 35.000 mq per

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ogni capannone. L’intera proprietà destinata all’allevamento è di 210.000 mq.

Ad ogni modo, per far fronte ad eventuali necessità di superfici per la stabulazione degli animali è possibile usufruire anche spazi liberi nel vicino allevamento convenzionale.

Tabella di cui all’allegato IV al Reg. CE 889/2008:

In merito alla gestione della pollina si sottolinea che la scelta aziendale è quella di non utilizzarla, ma di conferirla completamente all’esterno.

4.3 Valutazione integrata

La valutazione integrata dell’inquinamento provocato dall’azienda viene effettuata andando a studiare l’ambiente in cui la realtà produttiva è inserita e analizzando i singoli aspetti ambientali su cui si ripercuotono le diversi fasi della produzione.

I dati di progetto sono confrontati con le tecniche descritte nei BRef Europei. Le attività produttive monitorabili o per le quali è possibile effettuare stime dei consumi, vengono analizzate in relazione alla produzione ipotizzata e vengono collocate in base alle attuali MTD di settore. Sicuramente per il settore degli allevamenti i consumi idrici ed energetici rappresentano gli aspetti monitorabili più importanti.

Di seguito si propone un riepilogo puntuale dei dati fondamentali riguardanti gli aspetti ambientali monitorabili.

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Aspetto Stima Linee guida Fattori da

linee guida

Stima applicando fattori da

linee guida

Mitigazioni

N polli prodotti 45.583 ciclo

Produzione carne 427

ton/anno

Superficie capannoni

interna utile per accasamento

9.596,4 mq

Consumo mangime

930,44 ton/anno

Consumo energia elettrica

1.039,36 GJ/anno

Consumo energia termica

658,1 GJ/anno

Consumo acqua abbeveraggio

5.146 mc/anno

Consumo acqua raffrescamento

2.721 mc/anno

Emissioni atmosfera

ISPRA 2008-CRPA 2006- Bref/2003

0,08 kg/capo

3,84 ton/anno

NH3

Abbattimento attraverso fresatura della lettiera, rimozione della pollina ogni fine ciclo e trasporto ad operatore esterno, superfici esterne inerbite o pavimentate, piantumazioni esterne.

*ARPA Cuneo 2013 0,006

kg/capo

0,29 ton/anno

CH4

ISPRA 2008 e ARPA Cuneo

2013

0,0113 kg/capo

0,54 ton/anno

N2O

Scarichi -

Scarichi civili in Fossa imhoff

Rifiuti -

Imballaggi e rifiuti da manutenzione periodica

Produzione liquame

Acque di lavaggio destinate a fertirrigazione

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Produzione lettiera

433 mc/anno

Tutte le deiezioni prodotte vengono cedute a terzi con contratto.

Valori paesaggistici

Mitigato dalla messa a dimora di alberature e realizzazione della rete ecologica locale

Biodiversità

Realizzazione di rete ecologica locale connessa a quella esistente.

4.4 Benessere animale

Tutti i requisiti per il benessere degli animali sulla base del Decreto Legislativo 27 settembre 2010, n.181 "Attuazione della direttiva 2007/43/CE che stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 259 del 5 novembre 2010 - “norme minime per la protezione dei polli allevati per la produzione di carne” sono rispettati.

Le condizioni gestionali che garantiscono il buon livello di 'benessere' sono rappresentate da tutte le variabili ambientali, ed in particolare da:

a) disponibilità di acqua e cibo;

b) comfort e riparo;

c) libertà di movimento;

d) il peso vivo presente nei capannoni non supera in alcun momento 33 kg/m2

e) prevenzione e rapido trattamento di patologie;

f) accurata gestione e controllo degli animali, per prevenire o trattare tempestivamente eventuali problemi sanitari.

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4.5 Viabilità e traffico indotto

Di seguito viene analizzato Il traffico veicolare prodotto dall’attività in progetto cumulata con quella dell’allevamento biologico da realizzare a confine. Infatti, come detto in premessa, i due progetti, anche se proposti e gestiti da due società distinte, fanno parte nel loro insieme della riqualificazione di un’unica proprietà, in buona parte ricadente in un’area direziionale D3.

Nuovo progetto – animali accasati a ciclo: Allevamento convenzionale 376.680 polli (al lordo della mortalità); allevamento biologico 47.982 polli. Totale animali accasati = 424.662 polli.

Le attività analizzate in grado di attrarre i flussi di traffico pesante sono quelle legate allo svolgimento delle attività dell’allevamento degli avicoli nello scenario futuro, descritte nei capitoli precedenti. Di seguito sono elencate ed è brevemente accennata la frequenza con la quale si rende necessario approvvigionarsi delle materie prime o conferire all’esterno i prodotti dell’attività produttiva. Si ricorda che l’intero allevamento sarà condotto con la tecnica del tutto pieno – tutto vuoto, in modo da rispettare le dovute precauzioni sanitarie. Si considereranno 5 cicli per il convenzionale e 3,6 cicli per il biologico. Per l’allevamento convenzionale verso la metà del ciclo ci sarà lo sfoltimento delle femmine e per l’allevamento biologico questo avviene verso il 60° giorno.

Per semplicità di calcolo e assumendo un approccio conservativo nella tabella che segue, si riporta la stima del flusso di traffico per ciclo considerando un arco temporale di 60 gg ed assimilando che siano tutti convenzionali. Questo perché per ogni ciclo il n° di animali del biologico è un ordine di grandezza minore rispetto all’allevamento convenzionale. La stima è fatta sulla base di dati raccolti da allevamenti similari dell’azienda. Essa è stata divisa per fasce di 10 gg da 0 al 60° giorno.

.Periodi Trasporto mangime

Trasporto femmine

da femmine

Trasporto maschi

fine ciclo

Trasporto lettiera esausta

Trasporto lettiera nuova

Ttrasporto pulcini

Trasporto carcasse

Trasporto da parte di terzisti

di mezzi per pulizia e

manutenzioni Totale

periodo

Mezzi/ giorno

0-10 8 6 14 1,4

10-20 8 8 0,8

20-30 14 14 1,4

30-40 17 23 1 1 42 4,2

40-50 10 18 28 2,8

50-60 3 50 20 10 1 5 89 8,9

Tot. per ciclo 195 3,25

Compatibilità dei flussi attratti con la viabilità esistente

I flussi attratti dall’azienda, nello scenario futuro, andranno a gravare massimo con 8,9 I flussi attratti dall’azienda, nello scenario futuro, andranno a gravare massimo con 8,9 mezzi/giorno fra il 50° e il 60° giorno, quanto si susseguono diverse attività, fra cui il trasporto degli animali. Nel calcolo del flusso attratto il trasporto della lettiera nuova è stato messo fra il 50° e il 60° giorno. Nella realtà tale operazione si posiziona dopo il 60° giorno, una volta completate le due settimane di vuoto sanitario.

La media dei flussi attratti nel periodo di riferimento è pari a 3,25 mezzi/giorno. I flussi attratti dall’azienda, nello scenario futuro, andranno a gravare massimo con 8,9 mezzi/giorno fra il 50° e il 60° giorno, quanto si susseguono diverse attività, fra cui il trasporto degli animali. Nel calcolo del flusso attratto il trasporto della lettiera nuova è stato messo fra il 50° e il 60° giorno. Nella realtà tale operazione si posiziona dopo il 60° giorno, una volta completate le

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due settimane di vuoto sanitario.

La media dei flussi attratti nel periodo di riferimento è pari a 3,25 mezzi/giorno.

Il progetto prevede due accessi dalla strada statale attualmente esistente che ha dimensioni adeguate a supportare il flusso di traffico attratto.

Accesso ai capannoni biologici 1-2-3

Per servire questi box, in modo particolare con i mezzi pesanti, utilizzano l’accesso principale dell’intero comparto già esistente, vedi foto sotto, gli stessi per le manovre hanno a disposizione un’area finita a ghiaia che permette loro di fare i rifornimenti di mangime e portare e prelevare gli animali nonchè quanto altro necessità all’attività.

Foto 4/1: Accesso principale

Accesso ai capannoni biologici 4-5-6

Per servizi questi box si accede dalla SS 424 alla strada comunale La Cora, dove è già presente un passo carraio, vedi foto sotto. Anche in questo caso i mezzi pesanti all’interno della proprietà ed in testa a questi box hanno a disposizione un’area finita a ghiaia della superficie necessaria per le loro manovre di carico e scarico.

Foto 4/2: Accesso dalla strada comunale La Cora.

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Per la verifica dell’influenza della mobilità del traffico del nuovo insediamento produttivo sulla viabilità della SS 424, si fa riferimento ai dati di due sezioni di misura a monte e a valle del sito di progetto, reperiti dallo studio VAS redatto dalla Provincia di Pesaro Urbino in occasione della variante parziale al PTC Ambito Valle Cesano.. Il dettaglio dei dati delle due sezioni viene riportato anche nel Rapporto Ambientale per la VAS della Variante urbanistica.

Dall’esame dei dati risulta che il flusso di traffico, in modo particolare nel giorno di venerdì, giorno lavorativo, risulta molto alto e l’apporto del traffico di sole alcune unità in aggiunta, di mezzi derivanti dal nuovo insediamento, risultano del tutto insignificanti rispetto al quadro complessivo del traffico nel tratto esaminato.

4.6 Inserimento ambientale e paesaggistico

Attualmente il sito di progetto confina ad est con l’allevamento avicolo convenzionale in progetto da parte della SOCIETA’ AGRICOLA FILENI S.r.l. Unipersonale.

Il resto dell’area è delimitato da siepi irregolari a dominanza di olmo (Ulmus minor) e gelso bianco (Morus alba).

Fig. 4/2

All’interno troviamo una ricca vegetazione a carattere ornamentale che è in grado di mitigare la presenza delle nuove infrastrutture. Essa sarà salvaguardata dal nuovo progetto. Tra le

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specie di prima grandezza si evidenzia il pino marittimo (Pinus pinaster) che caratterizza il vialone di entrata alla struttura. Sono inoltre presenti diversi nuclei ed elementi arborei di specie sempreverdi, quali il leccio (Quercus ilex) che forma anche un boschetto nel settore centrale, cipresso comune (Cupressus sempervirens), magnolia (Magnolia grandiflora), abete e alloro (Laurus nobilis).

Tra le latifoglie si notano filari di tiglio (Tilius sp.), acero riccio (Acer platanoides) e platano (Platanus orientalis). Sono inoltre presenti esemplari di una certa dimensione di roverella (Quercus pubescens).

Sono presenti numerose specie arbustive in forma isolata o all’interno di brevi siepi. Infine si evidenzia la presenza di un boschetto a destra del filare di pini costituito da nuclei regolari di piante separati tra di loro di qualche metro.

Il punto di maggiore attenzione è il confine tra il biologico e il convenzionale. Si tratta d un confine non visibile da punti di visuale esterni, il quale separa fisicamente le due tipologie di allevamenti afferenti a società diverse.

Il progetto di inserimento ambientale e paesaggistico prevede di rafforzare la barriera verde lungo i confini con la realizzazione di una siepe sempreverde costituita da un piano arboreo costituito da leccio (Quercus ilex) con sesto lungo la fila di 10 m e un piano arbustivo costituito dal 50% di alloro (Laurus nobilis), 25% di viburno (Viburnum tinus) e 25% di ligustro (Ligustrum vulgare). Il sesto di impianto sarà di 2m. L’impianto si sovrappone ad analoghe siepi da realizzarsi nel settore del convenzionale. In questo modo si avrà una separazione fra i due allevamenti con una siepe arborea a doppia fila.

Lungo il perimetro est del limite tra l’allevamento biologico e convenzionale le piante e gli arbusti esistenti saranno inglobati nella siepe.

Lungo il confine con la SP 424 della Val Cesano si implementerà i tratti di siepe esistenti costituiti da olmo (Ulmus minor), con una siepe sempreverde avente le stesse caratteristiche di quella indicata sopra.

Infine, lungo le siepi che delimitano la proprietà, dove attualmente ci sono filari di gelso bianco alternato a olmo a sud e gelso bianco, roverella con faggi ornamentali a nord, si prevede di completare i filari con gelso bianco e di mettere a dimora con una siepe arbustiva interna a base di alloro, viburno e ligustro, con sesto di 1,5 m lungo la fila e 2m dal filare arboreo esterno.

Il sistema delle siepi avrà la seguente funzione multipla:

- mitigazione visiva;

- ridurre la diffusione delle polveri e degli odori, integrando la mitigazione operata con la messa in opera dei deflettori a valle dei ventilatori che abbattono il particellato e le molecole responsabili degli odori che sono adsorbite.

In merito alla riduzione degli agli odori sgradevoli si sottolinea che esistono ormai diverse ricerche che evidenziano gli effetti positivi delle fasce alberate per ridurre la velocità del vento, abbattere la diffusione delle polveri e delle particelle odorigene.

- ombreggiare i capannoni, mantenendo le zone degli allevamenti più fresche con minore necessità di ricorrere alla ventilazione per raffrescamento in estate

- implementare la rete ecologica locale.

All’interno dei parchetti si realizzeranno, ove necessario, nuclei arborei con l’obiettivo di realizzare zone di ombreggiamento. Le piantumazioni saranno eseguite soprattutto per l’ombreggiamento dei parchetti dei capannoni biologici 3 e 6. Il criterio di scelta è quello di legarsi al parco esistente, utilizzando specie già presenti.

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Foto. 4/3: Tratto del perimetro del sito di progetto lungo la SS 424 che sarà mitigato con una siepe arborea

Foto. 4/4: Tratto di siepe che sarà implementato

4.7 Monitoraggio

Le attività di monitoraggio sono quelle previste nell’ambito del Piano di Monitoraggio e Controllo dell’AIA. Esse vertono essenzialmente su uno stretto controllo delle modalità operative per garantire il benessere degli animali, ridurre i consumi energetici e di acqua, sulla corretta gestione delle materie prime in ingresso ed in uscita, sulla qualità ambientale

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dei locali adibiti all’allevamento avicolo, garanzia per evitare problemi ambientali verso l’esterno.

Nella previsione di piano sono inserite anche attività di monitoraggio per le componenti Odori e Rumore.

Come normalmente avviene, il gestore trasmetterà copia delle risultanze delle attività di monitoraggio all’Autorità Competente (Regione Marche – Servizio Ambiente e Paesaggio – P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali – VIA Tiziano 44 60125 Ancona), all’ARPAM Servizio Impiantistica Regionale (Via C. Colombo 106 60127 Ancona) ed al Comune..

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5. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

Nel Quadro di Riferimento Ambientale sono identificate, analizzate e quantificate tutte le possibili interazioni fra il progetto di realizzazione dell’allevamento zootecnico e l’ambiente, evidenziando le mitigazioni che saranno attuate, descritte nell’ambito del Quadro di riferimento progettuale, che permetteranno di rendere accettabile e sostenibile l’eventuale impatto residuo.

Il lavoro è stato svolto seguendo un processo di lavoro scomponibile nell’indagine conoscitiva ed in una serie di analisi specialistiche.

L’analisi conoscitiva preliminare si è articolata nelle seguenti fasi:

Analisi del progetto nel suo complesso, evidenziando le azioni di progetto ed i fattori di impatto che possono avere interferenze con l’ambiente;

Individuazione di un ambito territoriale di riferimento (area vasta preliminare), nel quale ricadono tutte le potenziali influenze dell’opera; la caratterizzazione di tale area è stata effettuata sostanzialmente attraverso indagini bibliografiche

Individuazione dell’area di dettaglio, ricadente nell’ambito di area vasta, potenzialmente impattata dal progetto e nella quale gli studi specialisti sono stati condotti anche con l’ausilio di rilievi sul posto, misure e campionamenti.

Per ciascuna componente gli studi specialistici sono stati articolati come segue;

Caratterizzazione dello stato attuale;

Individuazione e valutazione degli impatti.

Dato che il progetto dell’allevamento avicolo biologico e confinante con l’allevamento avicolo convenzionale proposto dalla Società Agricola Ponte Pio srl che seguirà analoga procedura autorizzativa, l’analisi ambientale e la stima degli impatti viene effettuata con approccio cumulativo, sicuramente conservativo rispetto all’analisi ambientale dei singoli interventi.

Si sottolinea che i due allevamenti zootecnici, anche se proposti e gestiti da società distinte, fanno parte di un unico intervento di riqualificazione di un sito in buona parte a destinazione D3, dismesso da quasi un ventennio. Solo le zone agricole E1 ricadenti nella stessa proprietà sono normalmente coltivate al pari delle aree agricole circostanti.

Individuazione degli impatti e delle componenti ambientali coinvolte

Per individuare i possibili impatti ambientali del progetto e le componenti potenzialmente coinvolte è stata elaborata una matrice di attenzione volta ad evidenziare le possibili interazioni tra azioni di progetto/fattori di perturbazione e componenti ambientali sia in fase di costruzione sia in quella di esercizio.

Questa metodologia si presta particolarmente per la descrizione e l’analisi di sistemi complessi nei quali sono presenti numerose variabili. La struttura a matrice può inoltre semplificare i vari processi di approfondimento e verifica degli impatti.

A livello operativo, per valutare i dati in ingresso alla matrice coassiale degli impatti, sono state costruite una serie di liste di controllo (checklist), sia del progetto che dei fattori di impatto.

In particolare è stata individuata una checklist così definita:

Azioni di Progetto, definite anche attività di progetto, sono l'elenco delle operazioni intraprese per la realizzazione dell’allevamento zootecnico;

Fattori di Perturbazione fisici, chimico-fisici, bioogici, paesaggistici e socio-economici generati dalle diverse azioni di progetto;

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Componenti/Sottocomponenti Ambientali, elenco dei vari ambiti in cui è opportuno scomporre il sistema “ambiente” per meglio analizzare gli impatti dell’opera. Sulle varie componenti/sottocomponenti ambientali individuate nello Studio di Impatto Ambientale è stata valutata l’interazione tra opera e progetto, attraverso l’analisi quali-quantitativa degli impatti generati dai fattori di impatto. Tale valutazione ha tenuto in considerazione:

la scarsità della risorsa depauperata (rara-comune) e la capacità di ricostituirsi entro un arco temporale ragionevolmente esteso (rinnovabile-non rinnovabile);

la rilevanza e l’ampiezza spaziale dell’influenza che essa ha su altri fattori del sistema considerato (strategica-non strategica);

la “resilienza” ambientale o stabilità di resistenza: rappresenta la capacità di un ecosistema di resistere alle perturbazioni (disturbi) e mantenere la sua struttura e funzione intatte. La capacità di resilienza rappresenta la capacità di recupero quando il sistema è modificato da perturbazione.

Azioni progettuali e fattori di perturbazione

In generale, la realizzazione di un allevamento zootecnico, considerando sia la fase di costruzione sia quella di esercizio, risulta scomponibile in una serie di azioni progettuali di potenziale impatto nei confronti dell’ambiente circostante, sia in maniera positiva, sia negativa.

Con la realizzazione degli interventi di mitigazione e ripristino, gli impatti residui saranno notevolmente ridotti fino a diventare sostenibili per le varie componenti ambientali potenzialmente coinvolte.

L’interferenza di ogni singola azione progettuale con l’ambiente avviene attraverso determinati fenomeni, che costituiscono i cosiddetti fattori d’impatto. Questi possono interagire con una o più componenti ambientali.

Interazione tra azioni progettuali e componenti ambientali

Di seguito si riporta la matrice a doppia entrata (Tab. 5/1) che evidenzia l’interazione fra le azioni progettuali, i fattori di perturbazione e le componenti ambientali che costituiscono una schematizzazione utile per la successiva stima dei relativi impatti sulle componenti ambientali potenzialmente coinvolte.

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Tab. 5/1: Matrice di attenzione per l’individuazione degli impatti potenziali

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Area oggetto di studio

L’area di studio si differenzia fra un’area vasta e in un’area di dettaglio, nelle quali inquadrare tutte le potenziali influenze delle opere ed all’interno del quale sviluppare le analisi specialistiche riferite a ciascuna delle componenti ambientali individuate.

Le caratteristiche dell’area vasta individuata per il SIA devono essere le seguenti:

al di fuori del territorio definito dall’area vasta, qualsiasi potenziale interferenza indotta dall’opera sull’ambiente, deve essere sicuramente trascurabile;

l’area vasta deve comunque contenere tutti i ricettori sensibili ad impatti anche minimi;

l’area vasta deve essere sufficientemente ampia da consentire un inquadramento dell’opera nel territorio.

L’area viene a trovarsi ubicata nel territorio del Comune di San Lorenzo in Campo Provincia di Pesaro-Urbino e sita a circa 20 km dal mare.

E’ servita dalla più vicina uscita dell’Autostrada A14 posta a circa 20 km nella località di Marotta di Mondolfo, ma può essere servita anche dall’uscita dell’A14 di Fano (PU), nonché dall’uscita dell’A14 di Senigallia (AN), di distanza poco superiore a quella indicata per l’uscita di Marotta di Mondolfo, come si può notare dalla figura 5/1

Foto 5/1: Area vasta oggetto di studio

Essa si trova a lato della Strada Statale 424 che collega l’entroterra della vallata del Fiume Cesano al mare Adriatico ed all’autostrada A14. Da questo punto si arriva agevolmente ai centri dell’entroterra vedi Pergola, Sassoferrato, Fabriano, e della costa, quali Marotta, Fano, Pesaro, Senigallia.

5.1 Analisi delle componenti ambientali e stima degli impatti

Di seguito vengono brevemente illustrati i criteri adottati per l’analisi delle singole componenti ambientali e per la relativa stima dei potenziali impatti che si possono determinare con la realizzazione del progetto nel suo complesso.

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Qualità dell’aria

Lo studio della qualità dell’aria è stata approcciata in modo differente a seconda se la valutazione ha riguardato ammoniaca (NH3), metano (CH4), protossido di azoto (N2O), PM10 e PM2,5.

Per la valutazione del potenziale impatto sula qualità dell’aria degli inquinanti normati si è proceduto attraverso l’utilizzo del modello di calcolo previsionale ISC-AERMOD View che consente di stimare la concentrazione degli inquinanti analizzati in corrispondenza dei recettori potenzialmente più esposti. Dalle elaborazioni effettuate risulta che il livello finale di qualità dell’aria per lo scenario da autorizzare può essere considerato nel suo complesso accettabile.

L’analisi delle sostanze si è basata sulla stima delle emissioni annuali totali basandosi su diversi riferimenti bibliografici e sulla trattazione delle Miglior Tecniche Disponibili (MTD) applicate dall’azienda per contenere le emissioni stesse.

Parte integrante dello studio sono anche le considerazioni sull’impatto odorigeno.

Nel SIA si riporta un’ampia sintesi dello studio riportato in allegato.

Ambiente idrico

Nel presente capitolo è stato brevemente descritto il contesto idrografico di area vasta e di dettaglio nel quale ricade il sito di progetto, riportando i dati qualitativi tratti da riferimenti bibliografici. La stima si è basata su considerazioni qualitative legate alla corretta gestione delle acque prevista dal progetto.

Suolo e Sottosuolo

L'analisi ha riguardato i seguenti aspetti:

Geologica: inquadramento geologico generale delle aree interessate dal progetto, con specifico riferimento alle caratteristiche litologiche, stratigrafiche e tettoniche, ed alla natura dei depositi superficiali;

Geomorfologia: in un ambito di area vasta sono stati individuati eventuali processi geomorfici in atto e potenziali, e la dinamica dei versanti. In generale, è stato dato particolare rilievo ai fenomeni di esondazione potenziali. Nell’ambito delle aree interessate dal progetto la caratterizzazione ha considerato l’assetto morfologico attuale per mettere in evidenza le variazioni che si avranno con la realizzazione dell’opera;

Idrogeologia e vulnerabilità degli acquiferi: prendendo in considerazione quanto emerso dalla caratterizzazione geologica e geomorfologica dell'area, sono stati eseguiti una serie di attività tese all'individuazione delle caratteristiche idrogeologiche dei terreni di area vasta nonché a definire le linee generali in merito alla vulnerabilità degli acquiferi dell’area di studio.

Uso del suolo, Vegetazione, Flora, Fauna ed Ecosistemi

Lo studio di questa componente è comprensivo delle tematiche vegetazione, fauna ed ecosistemi. Viene fornita la fotografia dello stato ante operarn della componente, al fine di poter valutare l'impatto, in riferimento alla perdita di habitat, di diversità biologica, all'innesco di eventuali fenomeni di degrado.

L'analisi ecosistemica ha individuato le unità naturali e antropiche, anche sulla base degli studi effettuati per altre componenti. Per ciascuna tipologia ecosistemica individuata è stata

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effettuata una caratterizzazione qualitativa ed una valutazione della qualità ambientale.

Paesaggio

La metodologia di analisi della componente ha seguito i seguenti passaggi:

lettura e valutazione delle componenti paesaggistiche sulla base delle fonti disponibili (piani paesistici, rilievi diretti) con identificazione delle grandi tipologie di paesaggio;

analisi delle unità di paesaggio;

individuazione di aree sensibili a vario grado di rilevanza;

analisi del bacino di visuale.

La stima degli impatti ha valutato le interferenze del progetto sugli elementi di analisi

Rumore

Nel SIA sono stati riportati i risultati dello studio acustico redatto e sottoscritto da un Tecnico Competente in Acustica Ambientale iscritto all’elenco dei Tecnici competenti in Acustica Ambientale della Regione Marche riportato in allegato.

5.2 Considerazioni finali in merito alla sostenibilità ambientale del progetto

L’intervento riguarda la riconversione con trasformazione urbanistica di un’area dove sono presenti diversi edifici la cui loro prima realizzazione risale all’anno 1973. L’utilizzo di detti edifici è terminato circa nell’anno 2008. Precedentemente tali edifici erano destinati ad ospitare uffici di una società di ingegneria con i relativi annessi al loro servizio quali:

1- edifici principali destinati a uffici, a mensa e sala riunione

2- capannone per il ricevimento dei campioni di terreni e loro analisi

3- locali destinati ad ospitare tutta la parte impiantistica termica, climatizzazione ed elettrica

4- piazzale di stoccaggio dei scarrabili provenienti dai diversi cantieri,

Tutta l’area è servita da viabilità interna e parcheggi che troveranno un loro uso anche con la nuova destinazione urbanistica, per la tipologia dell’insediamento che si intende realizzare.

Sempre nell’area oggetto di trasformazione urbanistica è presente un’ampia zona a verde, come si può notare dalla foto 5/1 di seguito riportata, che rimarrà inalterata anche con l’intervento di cui trattasi.

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Avvio del procedimento autorizzatorio unico di cui all’articolo 27 bis del D.lgs. n. 152/2006 Studio di Impatto Ambientale – Sintesi non tecnica

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Foto 5/1

La riconversione prevede il recupero dell’originaria destinazione agricola con realizzazione di un allevamento avicolo. Date le dimensioni del della proprietà, pari a 28.00.11 ha, si riescono a realizzare due allevamenti avicoli con gestioni diverse.

Nell’area adiacente alla SS 424, dove sono presenti le volumetrie in parte da demolire e caratterizzata dal parco, si realizzerà un allevamento biologico le cui caratteristiche sono di avere una pertinenza per ogni singolo capannone di 3,5 ha a prato per il pascolo degli animali. In questo modo l’intervento è compatibile con la salvaguardia del patrimonio vegetale esistente. In totale si realizzeranno 6 capannoni e la superficie coinvolta sarà di 21.00.00 ha.

In un settore distante dalla SS 424, della superficie di 7.00.11 ha, sorgerà l’allevamento convenzionale, caratterizzato da 6 capannoni.

I nuovi capannoni saranno dotati dalle migliori tecnologie per rispettare le disposizioni sul benessere animale e applicare le BAT di settore. Oggetto del progetto è anche la realizzazione di tutte le infrastrutture di supporto per la corretta gestione dell’allevamento e la salvaguardia delle matrici ambientali sulle quali è stata fatta la valutazione degli impatti.

Dato che i due allevamenti sono a confine, l’analisi ambientale e la stima degli impatti sono state effettuate in modo cumulato.

Gli impatti sulle componenti Qualità dell’aria e Rumore, la cui qualità ha ricadute dirette sulla salute pubblica, hanno evidenziato che il nuovo insediamento rispetta i limiti di qualità di riferimento in corrispondenza di tutti i ricettori.

Per limitare la diffusione delle polveri, che veicolano gli odori, il progetto del convenzionale, oltre alla piantumazione di siepi arboree, prevede di installare nelle testate dei capannoni, ove sono presenti i ventilatori estrattori, un deflettore per il convogliamento delle polveri a terra.

Il deflettore rappresenta una soluzione aggiuntiva, di trattamento dell’aria, a valle e a monte

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dei ventilatori, che riduce ulteriormente l’emissione delle polveri e degli odori nell’ambiente.

Il sistema introdotto è la migliore soluzione tecnologica attualmente applicabile per l’abbattimento delle emissioni di polveri, odori, ecc. nell’ambiente.

Questa tecnologia, adottata e sperimentata (ed in continua sperimentazione e miglioramento da parte del gruppo Fileni), è stata valutata come metodologia che va oltre le BAT (MTD) le quali, in tema di abbattimento polveri e sostanze odorigene non vanno oltre le indicazioni di corretta prassi di allevamento sopra illustrate in tema di gestione e non spreco della risorsa idrica, di lettiere asciutte e di adeguata gestione del clima interno all’allevamento.

L’efficacia della mitigazione è stata verificata attraverso campionamenti a monte e a valle del sistema di abbattimento su allevamenti analoghi.

Relativamente alla componente Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi gli impatti sono trascurabili in quanto non si danneggia la vegetazione esistente e perimetralmente al sito di progetto sarà implementato il sistema delle siepi

Le mitigazioni a verde avranno una incidenza positiva anche sul Paesaggio. Relativamente a questa componente è stata fatta l’analisi del grado di visibilità; essa ha evidenziato come il sito di progetto è soggetto a un bacino di visuale ristretto in quanto è localizzato in un ambito pianeggiante. Lungo la strada che si sviluppa sul crinale del rilievo collinare che delimita in destra la Valle del Cesano, le visuali sono lontane e poco nitide. Considerando che nel settore del biologico sono da demolire diverse volumetrie, i nuovi capannoni non modificheranno significativamente l’attuale visuale. Già ora la vegetazione che caratterizza il parco mitiga la vista delle volumetrie esistenti.

Lo studio delle componenti Ambiente idrico e Suolo e sottosuolo non presentano criticità ambientali. I risultati dell’indagine, incrociati con le caratteristiche dei capannoni, le modalità realizzative e di gestione dell’allevamento che si basano sulla ricerca delle migliori tecniche disponibili permettono di evitare le interferenze legate alle poche acque reflue prodotte con il lavaggio dei capannoni e dei rifiuti prodotti, gestiti in accordo con le disposizioni normative.

In fase di cantiere la terra movimentata con gli scavi sarà ricollocata in sito in quanto dalle analisi tutti i parametri rientrano nei limiti delle CSC.

Dalle analisi dello stato attuale dell’ambiente e dalle elaborazioni e valutazioni formulate si può affermare la sostenibilità ambientale dei due progetti di allevamento avicolo