Connie mason morgan e lucia

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CONNIE MASON

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CONNIE MASON

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PROLOGO

Da qualche parte nell'oceano Atlantico. 1580

organ Scott rimase brevemente in equilibrio sulla prua del galeone che affondava, inarcò il corpo emaciato e sfregiato dalle cicatrici, e si tuffò nel mare sottostante, che era cupo e spazzato dal vento. Agitando furiosamente braccia e gambe, lottò per sfuggire al risucchio della Black Mariah che si stava inabissando. Il giovane si volse a guardare una volta soltanto, rallegrandosi in cuor suo alla vista di quella nave diabolica che colava lentamente a picco portando con sé il brutale capitano spagnolo e la sua ciurma.

A quel punto si mise a ridere.

Rise finché non iniziarono a dolergli i fianchi, fino a quando non rischiò di affogare.

All'improvviso si volse verso la fregata inglese con i cannoni ancora fumanti, e prese a nuotare come un disperato.

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«Sta affondando, capitano Dunsworth», riferì il primo ufficiale Nickols, abbassando il cannocchiale e sorridendo al suo superiore. «Finalmente», ringhiò Dunsworth. «Un altro bastardo spagnolo ha finito di interferire con la navigazione inglese. Ha commesso il primo errore quando ha deciso di sfidarci, e il secondo quando ha pensato di riuscire ad affondare una delle migliori navi di Sua Maestà. Nessun sopravvissuto, signor Nickols?»

Nickols tornò a sollevare il cannocchiale per scrutare le creste spu-meggianti delle onde che venivano solcate dal vento crescente. «Non sembra, signore.»

Dunsworth annuì. «Tanto meglio. Togliamoci di qui, si sta preparando una tempesta. Fate rotta per l'Inghilterra, è necessario riparare i danni provocati dalla Black Mariah.»

«Sì, sì, sir.»

Nickols diede un'ultima scorsa al mare con il cannocchiale, lo abbassò, poi all'improvviso tornò a sollevarlo rimettendoselo davanti all'occhio.

«Che cosa c'è, signor Nickols, vedete qualche cosa?»

«Sì, capitano. Sembra che tra le onde compaia la testa di un uomo.» II secondo porse il cannocchiale a Dunsworth, che lo puntò nella direzione in cui Nickols indicava. «Lo vedete?»

«Sì, ho una mezza idea di lasciar annegare quel bastardo, ma non sono un barbaro. Calate una barcaccia e portatelo a bordo.»

«Sembra praticamente sfinito, capitano», osservò Nickols fissando l'uomo mezzo affogato, disteso scompostamente sul ponte. «Guardategli la schiena, povero diavolo. Chiunque sia, non era certo coccolato a bordo della Black Mariah. Non è che un ragazzo. Dubito anche che sia spagnolo, con quella testa di capelli biondi.»

«Portatelo sottocoperta e fatelo visitare dal medico di bordo. E per l'amor di Dio, dategli da mangiare, gli si contano tutte le costole. Finché non avremo sentito la sua storia non sarà male trattarlo più decorosamente possibile.»

Morgan si mosse, si volse sul fianco e vomitò parte dell'acqua marina che aveva inghiottito. Poi si distese sulla schiena, fissando gli inglesi che l'avevano ripescato dal mare. Nonostante si sentisse debole e asso-lutamente esausto, sorrise in preda a una gioia sincera. In cinque anni era la prima volta che vedeva un inglese, e a quella vista si sentì quasi sopraffare per il sollievo.

«Parlate inglese?» chiese il capitano Dunsworth.

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Benché avesse la gola infiammata per aver inghiottito copiose quantità di acqua marina durante la disperata nuotata, Morgan rispose senza esitazione.

«Parlo inglese molto bene, sir. Mi chiamo Morgan Scott. Mio padre era Sir Duncan Scott, e cinque anni fa ebbe l'incarico di inviato in Italia dalla regina. La nostra nave, la Southern Star, fu attaccata e affondata dalla Black Mariah, e io sono l'unico sopravvissuto. Mia madre, mio padre, mio fratello, mia sorella sono morti... tutti morti.»

Il capitano assunse un'espressione di incredulità. «La Southern Star! Mio Dio, ricordo benissimo l'incidente. Non si seppe più nulla della nave, e si supponeva che l'intero equipaggio e tutti i passeggeri fossero perduti. Dove siete stato, in questi ultimi cinque anni?»

«Mi hanno spedito all'inferno», disse Morgan, cercando di alzarsi. Un marinaio si precipitò per aiutarlo. «Per cinque anni non mi hanno lasciato mettere piede giù dalla Black Mariah. Mi hanno affamato, picchiato, umiliato e costretto praticamente in schiavitù. Sono cresciuto alla svelta, strappato a forza dall'innocenza giovanile e precipitato nelle viscere dell'inferno a diciassette anni d'età.»

II capitano Dunsworth scrollò il capo pieno di compassione. «Grazie a Dio, la nostra rotta ha incrociato quella della Black Mariah al momento opportuno. Ora siete libero, Morgan Scott. Sono sicuro che la regina vi restituirà tutta la ricchezza e le proprietà della vostra famiglia, quando apprenderà che siete ancora in vita.»

«Immagino di sì>, disse debolmente Morgan.

«Sono il capitano Dunsworth, della regia marina britannica. Il medico di bordo vi darà subito un'occhiata; per quando raggiungeremo l'Inghilterra sarete in condizioni perfette. Siete giovane, vi riprenderete. In men che non si dica vi ritroverete tra vostri pari a condurre un'esistenza privilegiata.»

Con gli occhi infossati e l'aria macilenta, Morgan fissò Dunsworth. Nessuno, a parte lui, avrebbe davvero saputo quanto gravemente avesse patito per mano degli spagnoli. Gli altri potevano immaginarlo, ma non l'avrebbero mai capito davvero, a meno che non l'avessero sperimentato personalmente. Lui non avrebbe mai più potuto vivere il genere di esistenza inutile cui era abituato prima degli anni trascorsi in schiavitù. L'anima gli bruciava d'odio, il cuore bramava vendetta. La morte crudele della sua famiglia e la successiva prigionia l'avevano segnato in modo indelebile.

«Userò la mia ricchezza per vendicare la morte della mia famiglia», disse con voce così colma di odio che Dunsworth rabbrividì e distolse lo sguardo. «D'ora in poi nessuno spagnolo, uomo, donna o bambino, sarà al sicuro da me. Chiederò il benestare della regina, allestirò una nave, e darò loro la caccia in alto mare, trattandoli da quegli animali che sono.»

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«Ammiro la vostra determinazione, Master Scott, qìa non siete un po' troppo giovane per comandare una nave vostra? Avete le capacità necessarie per controllare degli uomini?»

Gli occhi azzurri di Morgan sfavillarono di un forte sentimento vendicativo. «Dopo cinque anni di prigionia in alto mare ho imparato tutto quello che c'è da sapere riguardo alle navi e alla navigazione. Proprio come ho imparato a odiare gli spagnoli. Penso che questa sia una qualifica più che sufficiente per affrontarli. Nulla mi fermerà, capitano.» Il ragazzo levò il pugno verso il cielo cupo e minaccioso. «Giuro sulla testa dei miei familiari di diventare spietato e implacabile nella mia caccia agli spagnoli. Li scoverò inesorabilmente e non darò loro tregua. Con l'aiuto di Dio.»

CAPITOLO 1

Cadice, Spagna. 1587

<Non m'importa di quanto tu sia devota, figliola, è in ballo l'onore della famiglia», affermò con enfasi Don Eduardo Santiago. «Tu lascerai il convento, e ti recherai a Cuba per sposare Don Diego del Fuego.»

Avvolta in un informe abito grigio, Lucia Santiago si irrigidì palese-mente e sollevò il mento in un gesto di sfida quasi inaudito. Si dileguarono la sottomissione e l'obbedienza che le erano state inculcate per dieci anni dalla badessa e dalle suore del convento Madre di Dio, perché lei non poteva lasciar passare questa imposizione senza protestare. Non intendeva essere sacrificata per l'onore di suo padre.

«Non voglio sposare Don Diego, padre, né desidero lasciare la Spagna. Sono perfettamente soddisfatta qui al convento, tra un mese prenderò definitivamente i voti e sarò felice di servire Dio per sempre.» Benché il suo ardore fosse un po' troppo forzato, lei finse di non accorgersene. Diventare suora era l'obiettivo supremo della sua esistenza.

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«È precisamente per questo che sono qui, Lucia», le disse Don Eduardo. «Non ho mai avuto intenzione di destinarti ad una vita religiosa. Eri un'incorreggibile bambina di dieci anni quando ti ho portato qui per essere domata e istruita dalle buone suore del convento. Tua madre era appena morta e io non ero in grado di tenere a freno una bimba vivace come te, avevo già abbastanza da fare nell'educare i tuoi fratelli. Tuttavia non ho mai avuto intenzione di lasciarti qui per sempre; sei stata promessa a Don Diego del Fuego per tutti questi anni, e lui si sta spazientendo. La badessa mi ha assicurato che sei assolutamente pronta per il matrimonio.»

Lucia rabbrividì, immaginando come sarebbe stato rivoltante sot-tomettere il proprio corpo ad un uomo, specialmente ad uno che conosceva appena. «Vi prego, padre, perché non riuscite a capire che sono destinata ad una vita di devozione e di preghiera? Desidero diventare sposa di Cristo.»

Don Eduardo lanciò alla figlia un'occhiata che esprimeva con eloquenza la sua indignazione. «Basta guardarti per capire quanto tu sia inadatta ad una vita claustrale.» La osservò, fissò l'appassionata bellezza del suo volto, le curve voluttuose del corpo, a malapena dissimulate dalla veste sciolta che indossava. Gli occhi, grandi, scuri, con gli angoli esterni inclinati verso l'alto, scintillavano di vita, di ardore e di passione. Lei poteva ingannare gli altri, ma non lui; lui era suo padre. Era convinto che una volta iniziata alla passione lei vi avrebbe partecipato avidamente, e voleva che fosse Don Diego l'uomo destinato ad accendere la fiamma che bruciava all'interno di sua figlia.

«Non è colpa mia se sono così, padre», disse Lucia con una traccia di biasimo. «L'aspetto esteriore non ha nulla a che vedere con la devozione; desidero trascorrere il resto dei miei giorni a servire Dio.»

«Bah! Come puoi sapere che cosa vuoi quando non hai sperimentato nulla della vita?» la rimproverò Don Eduardo con impazienza. «È stata una trascuratezza da parte mia lasciarti qui così a lungo. Verrai subito via con me, Lucia. Devi essere pronta a salpare entro due settimane a bordo della Santa Crux, per raggiungere il tuo promesso. Sarai lieta di sapere che Don Diego è stato nominato governatore generale di Cuba. È un uomo potente, molto rispettato e ammirato. Sei una ragazza fortunata, Lucia.»

«Padre, è vecchio e io...»

«Ne ho abbastanza! Non intendo discutere oltre. Sposerai Don Diego e questo è tutto. Viaggerai con un'anziana dama di compagnia e con un prete,

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che durante il viaggio ti istruiranno sui tuoi doveri coniugali. Don Diego si aspetterà alcune cose da te», aggiunse lui in tono evasivo. «Un esercito di sarte lavorerà giorno e notte per fornirti un guardaroba degno della moglie di un uomo tanto importante. Devi capire che sto facendo questo perché ti voglio bene, Lucia; avrai una bella esistenza con Don Diego.»

Lucia non lo capiva affatto. Perché doveva lasciare un luogo di pace, in cui era soddisfatta, per entrare in un mondo lacerato dalla discordia e dai conflitti? Lei non era completamente ignorante delle faccende del mondo, era a conoscenza della frattura che stava per verificarsi tra Inghilterra e Spagna e aveva sentito parlare del calderone di intrighi politici in ebollizione, sia alla corte di Filippo II di Spagna sia a quella di Elisabetta i d'Inghilterra. Persone giunte in visita al convento sussurravano di atti di pirateria in mare aperto e un nome in particolare la faceva rabbrividire di spavento ogni qual volta lei lo udiva.

El Diablo. II diavolo nelle vesti di un inglese.Lei rabbrividì, ricordando la prima volta che aveva sentito quel nome. Era stato vari anni prima; per caso lei aveva udito un ospite, che si era fermato per una notte soltanto, raccontare alla badessa dello spietato corsaro inglese che affondava galeoni spagnoli con ossessione quasi maniacale. Probabilmente è diventato ricco sfondato depredando gli spagnoli, rifletté lei, inorridendo di disgusto mentre cercava di raffigurarsi il crudele pirata che attaccava quasi esclusivamente navi spagnole

«Mi hai sentito, Lucia?» ripeté con impazienza Don Diego. «Prendi commiato dalla badessa e fai i bagagli, dobbiamo partire immedia-tamente.»

Pur avendo vent’anni, Lucia sapeva che sarebbe servito a ben poco protestare ulteriormente. Era avvilente rendersi conto che tutti aspetti della sua vita erano controllati da uomini: suo padre, i due fratelli e ora Don Diego, il suo promesso sposo. Per lo meno in convento lei non doveva rispondere a nessuno, se non a Dio.

«Vi ho sentito, padre. Non c'è nulla che io possa dire o fare per farvi cambiare idea?»

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«No, figliola, desidero di cuore il meglio per te. Con Don Diego avrai ricchezza e rango elevato, sarai la moglie vezzeggiata di un uomo importante. Non vuoi avere figli? Don Diego te ne darà.»

Soltanto quando Don Eduardo accennò ai bambini Lucia provò un certo grado di desiderio per il genere di vita che suo padre aveva appena descritto. Avere dei figli suoi sarebbe stato straordinario, ma lei non riusciva a raffigurarsi mentalmente Don Diego come loro padre. La ragazza l'aveva visto soltanto una volta, quando lei aveva soltanto dieci anni, e già allora le era sembrato un uomo già vecchio, severo, anche se all'epoca non poteva avere più di venticinque anni.«Benissimo, padre», disse Lucia con aria abbattuta. «Ma sappiate che il mio cuore non è in questo matrimonio.»

A bordo della Santa Cruz

Puntando i piedi sul ponte beccheggiante, Lucia si piegò controvento, con gli spruzzi che le si posavano sui capelli d'ebano e le bruciavano i luminosi occhi scuri. Le guance di lei sembravano rose rosseggianti contro il pallore olivastro del volto, un'affascinante conseguenza del vento burrascoso. La ragazza era in piedi da ore sul ponte e fissava im-bronciata il mare spumeggiante, desiderando di trovarsi ancora al con-vento, dove la vita era serena e priva di complicazioni.

«Vi prego., Lucia, ritornate in cabina, non dovete prendere un'in-freddatura, altrimenti Don Diego sarà contrariato con voi e con me per aver consentito che accadesse.»

Lucia indirizzò a Donna Carlotta uno sguardo esasperato. La dama di compagnia le risultava abbastanza simpatica, ma lei la riteneva di gran lunga troppo rigida per essere una donna ancora giovane. Non molto più vecchia di Lucia, Donna Carlotta era una vedova che Don Eduardo aveva assunto per farle da governante e da compagna di viaggio. L'accompagnava anche un prete, padre Sebastian, che si occupava delle sue esigenze spirituali durante il viaggio.

«Non ho freddo, Carlotta. Il vento è estremamente corroborante.» «Io lo trovo rivoltante», disse Carlotta. Il volto della donna aveva assunto

un'innaturale tonalità verdastra, a riprova del mal di mare dicui aveva sofferto da quando era salita a bordo della nave, a Cadice. «Speravo che questo odioso mal di mare sarebbe passato dopo le prime settimane di navigazione, ma non fa che peggiorare.»

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«Ritornate in cabina, Carlotta, io sto bene. Sono sicura che padre Sebastian vi terrà compagnia.»

«Sì, farò così. Può leggermi qualcosa dal buon libro. Ha una voce così dolce e pacata.»

Lucia osservò la donna ritornare barcollando all'ampia cabina di poppa che condividevano. Doveva ammettere che Carlotta era un'accompa-gnatrice estremamente devota e ammodo, ma decisamente noiosa. In quanto a padre Sebastian, il buon prete era un uomo severo che imponeva la disciplina, mandato con lei per fare in modo che Lucia raggiungesse il promesso sposo pura come il giorno in cui aveva lasciato il convento. Il prete dedicava quotidianamente un bel po' di tempo all'insegnamento re-ligioso e alla preghiera, cosa che Lucia apprezzava. Lei sperava che una volta che padre Sebastian avesse visto quant'era devota, l'avrebbe aiutata a evitare quel matrimonio che tanto incontrava il favore di suo padre.

Mentre fissava con aria cupa il lontano orizzonte, a Lucia parve di individuare una vela. Strizzando gli occhi contro il bagliore del mare, tornò a scorgerla, poi la osservò scomparire dietro l'orizzonte. Poiché non ricomparve, lei ipotizzò che si trattasse di un'illusione e volse lo sguardo in un'altra direzione.

A bordo dell'Avenger

«La vedo, capitano. È proprio un galeone. Già, procede pesantemente sull'acqua. Probabilmente è carico di bottino.»

II capitano Morgan Scott puntò il cannocchiale sulla nave spagnola a malapena visibile. Lui l'aveva scorta il giorno precedente e aveva iniziato a inseguirla, mantenendosi indietro e abbastanza lontano da evitare di essere individuato.

«Avete ragione, signor Crawford, è una nave grossa. Probabilmente sarà armata di venti cannoni o più.»

«Possiamo prenderla, capitano. Non possono competere con 1'Avenger. I nostri uomini sono combattenti esperti, che non vedono l'ora di dare

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un'altra lezione agli odiati spagnoli. Preparo l'equipaggio al combattimento?»

Morgan ghignò nell'aspettativa della vendetta. «Sono d'accordo, signor Crawford. Passate parola. Preparate la nave alla battaglia e distribuite le armi. Ordinate ai cannonieri di mettersi ai loro posti. È ora che El Diablo faccia un'altra conquista.»

«Sì, sì, capitano. Faremo vedere a quei bastardi di spagnoli di che cosa è capace 1'Avenger.»

A bordo della Santa Cruz

All'interno della sua cabina sulla Santa Cruz, Lucia era inginocchiata accanto a padre Sebastian, e pregava con fervore, mentre lo scambio di cannonate esplodeva intorno a loro con un rombo assordante. Il capitano Ortega aveva avvistato la nave pirata britannica all'alba; con l'andare del giorno essa aveva ridotto la distanza tra loro, finché era giunta alla portata dei cannoni. Avanzando pesantemente sull'acqua, la Santa Cruz non era all'altezza dell'Avenger, più rapido e leggero. Quando iniziò il cannoneggiamento, Lucia poté soltanto immaginare la terribile carneficina che veniva perpetrata contro di loro dalla nave pirata.

Al primo accenno di guai, padre Sebastian era caduto in ginocchio in preghiera, esortando Lucia e Carlotta a unirsi a lui. Ma sembrava che Dio fosse sordo alle loro suppliche, mentre la battaglia in coperta continuava con violenza immutata. Dopo innumerevoli preghiere, Lucia non poté sopportare la cosa più a lungo, doveva scoprire ciò che stava accadendo. Si alzò vacillando dalla posizione in ginocchio e si avvicinò alla porta; aprendola di una fessura, sbirciò all'esterno. La ragazza scorse il capitano Ortega sul ponte, in mezzo ai pezzi danneggiati della sua nave, e si accinse a salire in coperta, decisa a scoprire quali possibilità avessero di sfuggire alla nave pirata.

«Lucia, dove state andando?» La voce di Carlotta si alzò con una nota di panico.«A parlare con il capitano, non posso rimanere qui senza fare nulla, chiedendomi che cosa ci accadrà.»

«State già facendo qualcosa, figliola», la rimproverò padre Sebastian. «State pregando perché accada un miracolo.»

«Sarò subito di ritorno», replicò la giovane, impassibile alle parole del prete, chiudendo con fermezza dietro di sé la porta della cabina. Fiamme e fuliggine si levavano rapidi da vari punti del ponte inclinato, e il fracasso

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prodotto dai cannoni rombanti era quasi assordante, mentre lei schivava rottami e corpi per raggiungere il capitano.

All'improvviso una palla di cannone proveniente dall'Avenger at-traversò il ponte con violenza, fracassandosi contro la santabarbara situata accanto alla cabina dove Carlotta e padre Sebastian erano inginocchiati in preghiera. La conseguente esplosione fece volare Lucia dalla parte opposta del ponte. Risollevandosi, lei lanciò un grido allarmato e tornò a precipitarsi verso la cabina ormai in pezzi. La porta penzolava di sghembo, mezza scardinata, e lei la aprì a forza, gettando da parte legno fumante e macerie, finché non trovò i corpi dei suoi due compagni di viaggio in mezzo ai rottami.

«Capitano, aiutatemi!» esclamò mentre cercava un barlume di vita nel corpo esanime di Carlotta.Ma il capitano Ortega aveva già i suoi problemi; l'Avenger stava ac-corciando le distanze, e la sua nave stava affondando. Riusciva a vedere i pirati che preparavano rampini e passerelle per l'abbordaggio e sapeva che lui stesso, il suo equipaggio e i passeggeri andavano incontro a morte certa.Con orrore di Lucia, Carlotta era ormai al di là di ogni possibilità di aiuto umano. La ragazza rivolse la propria attenzione al prete, che respirava ancora, ma a malapena. Il petto gli si sollevava e ricadeva in modo così discontinuo da far temere a Lucia che la sua morte fosse imminente.

Padre Sebastian aprì gli occhi e vide la ragazza che si piegava su di lui; il religioso sapeva che gli restava poco tempo da trascorrere su questa terra, ma era in pace con se stesso perché aveva dedicato la sua intera esistenza a prepararsi all’incontro con Dio. Trascorse gli ultimi attimi che gli restavano in apprensione per il destino di Lucia. Il padre di lei l'aveva affidata alle sue cure, e lui pregò per avere abbastanza tempo da trasmetterle importanti parole di consiglio, prima che la morte lo chiamasse.

«II nemico sta salendo a bordo?» chiese, con gli occhi che iniziavano già a diventare vitrei.

«AI padre», disse tristemente Lucia. «Il capitano Ortega non ha avuto la minima possibilità.»

«Ascoltate con attenzione, figliola, perché mi rimane poco tempo.» Lucia si piegò, avvicinandosi maggiormente per udire le parole del moribondo. «Non dovete lasciare che i pirati vi usino violenza, scegliete la morte

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piuttosto del disonore. Con il tempo verrete liberata dietro pagamento di un riscatto, ma soltanto dopo essere stata stuprata spietatamente. Vi mancherà l'innocenza che Don Diego pretende da una moglie e dalla madre dei suoi figli, e purtroppo non sarete più adatta a una santa vita tra le religiose del convento. Con il mio ultimo respiro di moribondo vi imploro di pensarci attentamente e poi di fare quel che vi detta la coscienza.»

Lucia lo fissò, atterrita. «Vorreste che mi uccidessi, padre?»

Padre Sebastian non poteva più risponderle, era scivolato serenamente nella morte, ma Lucia sapeva che era esattamente quello che lui riteneva lei dovesse fare.

La ragazza si alzò faticosamente in piedi; barcollò rendendosi im-provvisamente conto dell'acre puzzo di fumo e sangue e del feroce combattimento ingaggiato tra i suoi compatrioti e i pirati inglesi. La nave stava bruciando, si inclinava a dritta e rischiava di affondare, tuttavia Lucia se ne stava in piedi tra i resti fumanti della cabina, con due cadaveri ai suoi piedi, incapace di uccidersi come padre Sebastian aveva suggerito. Se lei non avesse lasciato la cabina, ansiosa di vedere quel che stava accadendo, avrebbe raggiunto con loro l'eterno riposo.

Di colpo il terribile frastuono della battaglia cessò e lei udì la profonda voce tonante di un inglese che pretendeva la resa. Poi sentì un nome che le mandò brividi lungo la spina dorsale; le giunse portato dal vento fumoso della paura e del terrore, passato di bocca in bocca. El Diablo. Attimi dopo, quella stessa voce profonda ordinò che la nave fosse perquisita alla ricerca di bottino, e Lucia capì che le restava poco tempo per effettuare una scelta tra la morte o lo stupro da parte dello spietato El Diablo. Nessuna delle due possibilità era allettante. Toccando il piccolo pugnale che portava in vita, lei prese in considerazione il suicidio. Due rapidi squarci sui polsi e il sangue vitale avrebbe lasciato il suo corpo prima che i pirati la trovassero.

Eppure... la morte non era forse la via d'uscita del codardo? Le suore del convento avevano impiegato anni per domare il temperamento appassionato di Lucia e soggiogarla alla loro volontà, ma le bastarono dieci secondi per riacquistare l'ostinato orgoglio e la caparbietà che avevano fatto disperare suo padre quando era bambina. Se Don Eduardo l'avesse vista ora, con gli occhi lampeggianti di sfida, l'espressione ben lungi dall'essere mite e sottomessa, lui avrebbe visto giustificata la sua convinzione che Lucia non fosse fatta per la vita religiosa.

«Non mi ucciderò», dichiarò coraggiosamente la ragazza, «né mi piegherò alle brame di luridi pirati.»

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Benché le sue parole fossero coraggiose, lei non aveva alcuna arma adeguata con cui difendersi, a parte il coltellino, perciò volse i propri pensieri in un'altra direzione.

Scorgendo il proprio baule tra le macerie della cabina, lei ricordò di avervi introdotto l'abito grigio da suora, pensando stupidamente che durante il viaggio avrebbe potuto colpire padre Sebastian con la propria devozione e convincerlo di quanto fosse sbagliato costringerla a sposarsi, quando quello che lei desiderava davvero era trascorrere la propria esistenza al servizio di Dio. Ma il prete aveva ignorato le sue proteste e rifiutato con fermezza di supplicare Don Eduardo in suo favore. Lui era stato incaricato dal padre di Lucia di consegnarla sana e salva al fidanzato e di fare in modo che fosse opportunamente sposata; il religioso era un uomo di parola.

Un trambusto poco distante spinse Lucia ad affrettarsi; chiuse con una spinta la porta sbilenca e cercò l'abito nel baule. La ragazza estrasse l'indumento, si strappò di dosso il vestito che portava, e si infilò la veste dal capo, avvolgendosi intorno alla vita le perle di legno del rosario per formare una cintura. Poi appallottolò i propri ricchi abiti e li gettò fuori dell'oblò. In pochi minuti i suoi lunghi capelli d'ebano furono spinti sotto una cuffia di lino, che completò la trasformazione; terminò appena in tempo.

All'improvviso la porta si aprì sui cardini rotti, e sulla soglia apparve un pirata corpulento, coperto di sangue e di sporcizia, che contemplò il disastro con bieca soddisfazione. Scorse Lucia e la guardò con lascivia, rivelando una bocca piena di denti anneriti e marci.

«Bene, bene, che cosa abbiamo qui?» L'uomo entrò, evitando i corpi di Carlotta e del prete, e si protese per afferrare la ragazza. Lei arretrò, per sottrarsi a lui, inciampando sui rottami, ma lui la inseguì implacabile. «Non aver paura, colombella grigia. II vecchio Pete non vede una donna da quando abbiamo lasciato le Bahamas; per lo meno non una graziosa come te.»

Fece un balzo, intrappolò Lucia afferrandola per la vita, e la trascinò contro la parete inflessibile del proprio torace massiccio. Lei rimase di colpo senza fiato, ma lo ritrovò rapidamente e prese a urlare con quanto fiato aveva in corpo. Tappandole la bocca con la mano, Pete cercò di trascinarla sul ponte.

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Morgan si teneva in equilibrio sul ponte inclinato, esortando i suoi uomini ad affrettarsi prima che la Santa Cruz affondasse. A bordo del galeone spagnolo avevano trovato ricchezze al di là della loro più sfrenata immaginazione, e gli uomini le stavano trasferendo sull'Avenger, mentre lui e Stan Crawford radunavano i sopravvissuti spagnoli verso il casseretto. Quando il capitano pirata udì l'urlo, si fermò di colpo sui propri passi e si volse ad affrontare Ortega, inarcando le sopracciglia in un'espressione sinceramente sorpresa.

«Ci sono donne a bordo?»

II capitano si mantenne scontrosamente taciturno. Pensando che non parlasse inglese, Morgan ripeté la domanda in uno spagnolo impeccabile, avendo imparato correntemente la lingua durante i suoi anni di prigionia. Vedendo che Ortega restava muto, il pirata posò la punta della propria spada contro la gola dell'uomo, senza bisogno di grande provocazione per premerla sino in fondo. Ortega strabuzzò gli occhi ed emise un rauco lamento di protesta.

«La senorita Santiago, figlia dell'armatore, e la sua accompagnatrice.»«Qual è la vostra destinazione?»«Cuba. II fidanzato della senorita Santiago l'aspetta all'Avana.» Morgan socchiuse gli occhi guardando verso i resti della cabina di

poppa, sicurissimo che l'urlo fosse provenuto da lì. «Qui continuate voi, signor Crawford.»

Il capitano pirata attraversò a lunghi passi il ponte in preda alle fiamme, notando che tutti i suoi uomini, tranne alcuni che erano rimasti indietro, erano già passati sull'Avenger e lo attendevano lì. ll ponte s'inclinò follemente non appena lui raggiunse la cabina, e Scott temette che qualsiasi passeggero rimasto a bordo restasse intrappolato all'interno della nave che affondava.

Scostando con un calcio i resti della porta pencolante, Morgan spostò rapidamente lo sguardo sulla carneficina all'interno della cabina, osservando prima i due corpi e poi la coppia che lottava a corpo a corpo. Uno dei suoi uomini giaceva addosso a una donna, e stava facendo una fatica del diavolo a domarla. Lui fu sorpreso nel notare che la giovane indossava il grezzo abito grigio di una suora; benché non avesse mai tenuto in particolare considerazione le monache o qualsiasi altro fanatico religioso, afferrò il pirata per la collottola e lo spinse via.

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«Ritorna sull'Avenger, Potter, a meno che tu non voglia affondare insieme con la nave.»

Pete Potter lanciò una scontrosa occhiata in cagnesco al suo superiore. «E che ne sarà della donna, capitano? La voglio. È mia.»

Lucia sbarrò gli occhi per la paura fissando Morgan; lei sapeva, senza che ci fosse bisogno che qualcuno glielo dicesse, che si trattava del famigerato El Diablo, il pirata temuto e odiato da tutti gli spagnoli. Lui non somigliava minimamente all'immagine che lei se n'era fatta. El Diablo era magnificamente virile e aveva un volto dai lineamenti inflessibili, accentuati dalla parte in ombra. Non assomigliava affatto al diavolo, cosa che lo rendeva ancora più pericoloso. Capelli dorati, riccamente folti, e sopracciglia perfidamente arcuate erano sottolineati dalla profonda fenditura che aveva sul mento. E quegli occhi, così intensamente azzurri e indagatori, vagavano su di lei con oltraggiosa intensità. Il suo corpo vigorosamente muscoloso s'increspava di forza priva di costrizioni. Le linee forti e aspre dei lineamenti del volto erano dominate da una bocca generosa, che appariva pienamente in grado di essere crudele e implacabile, e da una mandibola squadrata, aggressiva.

«Mi occuperò io di lei.»

Lamentandosi aspramente, Potter rivolse a Morgan un'occhiata arcigna, mentre gli passava accanto e usciva dalla cabina. El Diablo era un comandante equo, che si aspettava che si ubbidisse ai suoi ordini senza discutere, ma che non esitava a infliggere severe punizioni se qualcuno si rifiutava di farlo. A bordo dell'Avenger nessuno avrebbe mai preso in considerazione l'ammutinamento, neppure Potter.

Mossa dalla disperazione, Lucia si alzò faticosamente in ginocchio, chinò il capo, giunse le mani e pregò con tutto il fervore di cui era capace. Morgan la fissò sgomento; quella devozione lo metteva decisamente a disagio.

«Come vi chiamate?» chiese in spagnolo.

Un barlume di caparbia resistenza spinse la ragazza a tacere, a dispetto della paura che provava, e a continuare a pregare con estremo impegno.

Il pirata sbottò in un'imprecazione: «Smettetela con quella litania senza senso e rispondetemi! Chi siete?»Lucia sollevò lo sguardo su di lui, sbattendo le palpebre. «Suor Lucia.»

«Che cosa fate a bordo della Santa Cruz?»«Don Eduardo mi ha incaricato di fare da accompagnatrice a sua figlia... Carlotta Santiago.» Lei sapeva che questa era una bugia per cui Dio l'avrebbe perdonata.

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Morgan lanciò uno sguardo spassionato ai due corpi che giacevano tra i rottami della cabina. «Immagino che la donna morta sia Carlotta Santiago.»

< Sì.>«E il prete?»

«È stato mandato per proteggere la virtù di Carlotta e assistere al matrimonio tra lei e Don Diego del Fuego.»

Morgan scrutò il volto di Lucia, ipnotizzato dalla sua bellezza sensuale. Lui non avrebbe mai capito come una donna così bella potesse scegliere di chiudersi entro le mura di un convento, lontano dalla società e dagli uomini. Benché l'informe abito grigio non facesse nulla per far risaltare la sua figura o bellezza, neppure la screditava. Soltanto un cieco non sarebbe riuscito a vedere al di là delle vesti insignificanti che lei indossava, scorgendo la tentatrice che si trovava all'interno. Peccato che la giovane fosse spagnola, pensò lui, fissandola con malcelato disprezzo.

Piccola di statura e tuttavia rigogliosamente modellata e con un bel volto, in lei c'era qualcosa che a Morgan fece venire in mente idee deliziosamente lascive. Neppure l'ampia veste grigia gli impedì di immaginare come sarebbe stato penetrare nello stretto calore del suo corpo vergine. Una scura nube di fumo dall'odore sgradevole riportò sotto controllo gli audaci pensieri di Morgan.

«Capitano, la nave sta affondando rapidamente! Tutti i membri dell'equipaggio sono a bordo dell'Avenger, ci aspettano.» C'era una nota di disperazione nella voce di Crawford.

«Arriviamo, signor Crawford!» gridò di rimando Morgan.

«In piedi», ordinò aspramente il pirata, afferrando Lucia per un braccio e trascinandola di peso fuori della cabina.

«Lasciatemi», insistette la ragazza. «Voglio dividere la sorte con gli altri sopravvissuti. Non rappresento alcun valore per un riscatto, non guadagnerete nulla portandomi con voi. Non sono che una povera suora.»

I freddi occhi azzurri di Morgan percorsero la lunghezza del corpo di lei, soppesandolo sfacciatamente. «Forse ho in mente qualcos'altro per voi.»

Lucia inspirò, tremante; quell' uomo aveva forse intenzione di stuprarla nonostante lei sostenesse di essere una suora virtuosa? L'avrebbe passata ai suoi uomini una volta finito con lei? Nello spazio di un attimo la ragazza

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prese in considerazione l'idea di gettarsi in mare per sfuggire al terribile destino che l'attendeva su quella nave del diavolo.

Le sue congetture giunsero a un arresto improvviso quando il ponte s'inclinò precariamente e lei cadde contro Morgan. Imprecando con violenza, lui la sollevò da terra e se la gettò su una spalla come fosse un sacco di farina. Correndo a tutta velocità fuori della cabina e attraversando il ponte in pendenza, lui si avvicinò al parapetto, dove il signor Crawford lo aspettava. Lucia urlò allarmata quando il pirata attraversò con un balzo la distesa d'acqua che separava le due navi, atterrando con leggerezza sul ponte dell'Avenger; il signor Crawford gli fu subito dietro.

Quando furono al sicuro sulla nave, le vele presero il vento, allon-tanandoli dalla Santa Cruz in fiamme. L'ultima immagine che Lucia in-travide del galeone che affondava fu quella del capitano Ortega e dell’equipaggio sopravvissuto, che lavoravano febbrilmente per calare in acqua la barcaccia prima che il vascello scomparisse tra le cupe onde turbinanti.

CAPITOLO 2

A bordo dell'Avenger

organ non osò mollare la presa sulla suora tremante, per timore che lei si sacrificasse gettandosi in mare; lui non sapeva perché se ne

preoccupasse, ma era così. Lei era spagnola, e il pirata la disprezzava per questo; si disse che forse avrebbe dovuto lasciarla a bordo della Santa Cruz che affondava, poiché ovviamente non valeva nulla per il riscatto. Lui era uomo di gusti piuttosto delicati, non provava interesse per le appartenenti agli ordini religiosi. La logica gli diceva che avrebbe dovuto darla ai suoi uomini perché si divertissero, e non provare alcun rimorso, ma una scintilla di decenza, che gli era stata instillata molto tempo prima dai suoi genitori, gli impedì di farlo. Quella giovane era di gran lunga troppo fragile per sopravvivere anche a una sola notte di rude trattamento.

M

«Sono il capitano Morgan Scott», la informò, mentre trascinava Lucia attraverso il ponte. «Siete a bordo dell'Avenger e alla mia mercé.» mi state

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portando?» chiese Lucia, facendosi piccola per la paura dinanzi al ghigno diabolico di quell'uomo.

«Nella mia cabina.»

Lucia si ribellò, opponendosi alla stretta implacabile di lui. «No!» «Sì, sorella, o comunque vi si debba chiamare. Lì sarete più al sicuro che qua fuori. La mia ciurma è formata da brav'uomini, che tuttavia odiano gli spagnoli tanto quanto li detesto io. Gli squallidi stracci che indossate non vi salveranno da loro. Se parlate inglese, vi suggerisco di farlo; udire la vostra odiosa lingua a bordo di una nave inglese li inciterà con ogni probabilità alla violenza.»

Con poca fatica Morgan trascinò Lucia attraverso il ponte fino alla sua cabina situata sotto il casseretto. La spinse all'interno e la seguì, chiudendosi la porta alle spalle e appoggiandosi contro di essa. Il pirata prese a fissare la ragazza e il suo sguardo penetrante era spietato come un affondo di spada.

«In nome di Dio, che cosa farò di voi, suor Lucia?» mormorò infine, meditabondo. «Devo darvi ai miei

uomini perché si divertano? Vi garantisco che me ne sarebbero estremamente grati. Forse», continuò con voce così bassa e aspra che a Lucia scesero brividi gelidi lungo la schiena, «potrei trovare qualche utilità per voi nel mio letto.» Inaspettatamente i suoi occhi si accesero; lo eccitava il pensiero di sollazzarsi con l'ardente bellezza che sosteneva di essere una suora.

«Perché non ho dato ascolto a padre Sebastian?» si lamentò Lucia, torcendosi le mani per la disperazione. «Mi aveva detto che sarebbe stato meglio che mi uccidessi piuttosto che cedere a luridi pirati.»

«Sono un corsaro, sorella, un corsaro. Ho il benestare della regina d'Inghilterra, e batto bandiera inglese. Perché non vi siete uccisa?» chiese con curiosità.

Lucia sollevò impercettibilmente il mento e i suoi occhi scuri fiam-meggiarono con aria di sfida. «Non volevo morire.» Rispose in un inglese non certo impeccabile, ma con un accento affascinante. «Voglio vivere.»

Lui rispettava la sua onestà, ma soltanto quella. «Siete un enigma, sorella. La vostra pretesa innocenza non mi colpisce, perché sotto quelle

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vesti religiose c'è un corpo maturo per essere portato a letto. La sensualità che vi caratterizza smentisce la devozione che dite di provare. Sotto i vostri occhi scuri bruciano d'ardore e di gusto per la vita, e la vostra bellezza tenterebbe il diavolo stesso.»

«Ho sentito dire che El Diablo è il diavolo», osò dire Lucia. Morgan rovesciò il capo all'indietro e sbottò in un'aspra risata. «Sono in pochi a metterlo in dubbio.» Il luccichio demoniaco che affiorò negli occhi di lui penetrò attraverso la corazza delle vesti da suora che la coprivano.

Lui si allontanò d'un balzo dalla porta, riducendo lo spazio che li separava; lei si ritrasse finché la parte posteriore delle sue ginocchia non giunse in contatto con la cuccetta. Morgan continuò ad avanzare, finché non si trovò che a pochi centimetri da lei, con un pigro sorriso che gli tendeva le labbra generose e gli corrugava gli angoli degli occhi. Attratto dai morbidi toni olivastri della pelle di lei, allungò la mano e le fece scivolare il dorso di un dito calloso lungo la guancia, stupefatto dalla serica consistenza. II suo dito continuò arditamente verso il basso, finendo per arrestarsi laddove la pelle di lei scompariva sotto il colletto.

Lucia espirò aspramente, temendo quello che lui avrebbe fatto in seguito, tuttavia affannosamente eccitata da quella disinvolta carezza. «Non fatelo!»

Morgan si arrestò. «Non farlo? Siete mia prigioniera, sorella, posso fare quel che mi pare con voi. Per me siete priva di valore come ostaggio, l'avete detto voi stessa. Chi pagherebbe un riscatto per una suora senza un soldo?»

«Potreste sbarcarmi all'approdo più vicino; in qualche modo troverò la maniera di ritornare a casa.»

«Non riuscireste a sopravvivere se vi liberassi; per vostra stessa am-missione non sapete nulla del mondo al di fuori del convento. Vedrò che cosa fare di voi.»

A Lucia quelle parole sembrarono semplici, ingannevolmente calme, deliberate. Sembrava che l'anima e le emozioni di quell'uomo fossero sottoposte a un controllo talmente rigido da sembrare incassate in un gelido strato di ghiaccio. Se lei avesse saputo quello che stava provando realmente il pirata, sarebbe rimasta stupefatta.

Per la prima volta da anni, Morgan si sentiva stranamente perduto e confuso. Non gli era mai capitato nulla di simile. Era sempre stato padrone della situazione, aveva sempre saputo esattamente quello che doveva fare, in qualsiasi occasione. Ritrovarsi alla deriva in un paio di scuri occhi che bruciavano di fiamma sopita era un'esperienza nuova. Benché l'odio che

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lui provava per gli spagnoli non fosse diminuito, Morgan esitava a consegnare la giovane suora ai suoi uomini perché si divertissero, o a liberarla perché fosse usata da altri individui ancora più crudeli della sua stessa ciurma. Né provava lui stesso l'impulso di fare del male alla religiosa. E tuttavia gli stimoli che lo consumavano erano lungi dall'essere protettivi, nonostante gli slanci religiosi di lei e la sua apparente innocenza.

Mai un altro uomo aveva osato guardare Lucia come ardiva fare Morgan Scott. A dire il vero lei aveva visto pochi uomini al convento, ma riconosceva il pericolo quando lo incontrava. E pericoloso era pre-cisamente il termine adatto a descrivere lo sguardo negli occhi azzurri del pirata. Lei lo fissò di rimando, troppo innocente per rendersi conto dell'effetto che produceva su di lui quello sguardo ardente. Prima che lei si rendesse conto di che cosa stava accadendo, lui le avvolse le dita intorno al collo e la trascinò contro di sé.

Lucia gridò allarmata quando avvertì il calore bruciante delle labbra di Morgan contro le proprie e la sua lingua umida che scivolava ad assaporarla. L'atto era così palesemente intimo che lei si ritrasse sconvolta, coprendosi la bocca con la mano tremante. Era il primo bacio che avesse mai ricevuto, e si sentì sciogliere da un fuoco che le esplose dentro, accendendo qualche suo angolo recondito, rimasto inesplorato dalle emozioni umane. Lei si sentì vulnerabile, fragile e... spaventata. Spaventata davvero. Morgan Scott aveva forse intenzione di violentarla? La risposta le fu chiara quando lui le passò le mani sulla schiena facendole scendere fino ai glutei e lei sentì uno strano gonfiore che le premeva contro il ventre quando lui la attirò a sé, stringendola forte.

In preda alla disperazione e alla paura, Lucia spinse via Morgan, si buttò in ginocchio e giunse le mani in fervente preghiera. Pregò a voce alta, levando gli occhi e la voce al cielo, nella speranza che la sua devozione scoraggiasse le intenzioni lascive dell'attraente pirata.

«Caro dolce Salvatore», pregò, «mantenetemi pura nella mente e nel corpo. Proteggetemi da questi inglesi miscredenti. Se verrò brutalmente violentata, poi datemi la forza di uccidermi.» Chinò il capo e continuò a pregare in silenzio mentre Morgan la fissava dall'alto, colpito dalla forza della sua fede.

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II capitano Scott trovava frustranti ben poche cose, tuttavia la devozione di Lucia era una di esse. Il desiderio lo abbandonò con la stessa rapidità con cui aveva alimentato la sua virilità appena pochi attimi prima. Sapeva Iddio se non desiderasse ancora quell'ardente maliarda spagnola, ma la fede incrollabile di lei lo disarmò.

«Restate in ginocchio, sorella, e pregate finché vi pare», sbraitò in tono iroso. «Stuprare un'innocente fanatica religiosa mi risulta ben poco allettante. Posso non rispettare la vostra vocazione, ma ammiro il modo in cui la usate per contrastare le mie intenzioni.» Socchiuse gli occhi e la sua voce si fece aspra. «Siete sorprendentemente coraggiosa, suor Lucia, mi piacerebbe mostrarvi che cosa vi state perdendo nascondendovi dietro quella brutta veste e quella cuffia. Forse lo farò comunque, se mi in-fastidirete in modo eccessivo con le vostre continue litanie», minacciò.

Le preghiere di Lucia si arrestarono di colpo. «Non sto mentendo, mi sono dedicata a Dio e alla santa vita. Non so nulla delle cose terrene, perciò non perdo nulla. Se vi infastidisco, è per ricordarvi che il mio corpo è inviolabile.»

Morgan rise aspramente. «Se vorrò il vostro corpo lo prenderò a mio piacimento, oppure vi consegnerò ai miei uomini; non ho ancora deciso. Ora prenderò congedo in modo che possiate continuare con le vostre preghiere. Ma sappiate questo, maliarda spagnola, le implorazioni più fervide non vi salveranno, se io deciderò che non valga la pena di risparmiarvi.»

Girando sui tacchi, lui uscì furibondo dalla cabina.

La piccola figura di Lucia parve accasciarsi interiormente non appena fu sola. Lei vacillò sulle ginocchia, tremando al ricordo delle parole feroci di Morgan e della sua arroganza minacciosa. Si toccò lievemente la bocca, ricordando la morbidezza delle labbra di lui sulle proprie, avvertendo il calore del bacio che tuttora vi indugiava. La guancia le bruciava ancora per la pressione delle dita callose del pirata, e lei si chiese, non per la prima volta, che genere di uomo lui fosse.

Il capitano Morgan Scott odiava gli spagnoli, questo era evidente, e a quanto pareva non si faceva scrupoli a ucciderli. Lei sarebbe forse stata la prossima? Era palese che quell'individuo non aveva rispetto per la religione o per la vita umana, tuttavia aveva dimostrato uno straordinario contenimento nei suoi riguardi, cosa che lei attribuiva interamente alla propria devozione. Quando il capitano l'aveva guardata con quel perfido bagliore negli occhi, lei era caduta in ginocchio in preghiera e lui si era allontanato disgustato. Se era quello che ci voleva perché il pirata non la

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molestasse, allora lei avrebbe recitato sino in fondo il ruolo della pia suora. Si sarebbe affidata alla propria fede per convincere El Diablo a liberarla.

«Che cosa avete intenzione di fare con la ragazza spagnola, capitano? L'equipaggio è distratto dalla sua presenza. Hanno chiesto di averla per sé quando avrete finito con lei.»

Morgan aveva un'espressione meditabonda quando si volse per dar retta a Stan Crawford, suo primo ufficiale e amico di vecchia data. Simili d'aspetto, corporatura e mentalità, nutrivano entrambi un odio fe

roce nei confronti degli spagnoli. Si erano conosciuti poco tempo dopo che Morgan aveva ricevuto il permesso dalla regina di operare come corsaro battendo bandiera inglese. Una. volta rientrato in possesso della propria eredità, il giovane Scott aveva acquistato una nave, l'aveva armata di cannoni e assunto Crawford come primo ufficiale. Quest'ultimo aveva subito a sua volta la crudeltà spagnola e odiava questo popolo quasi quanto Morgan. Insieme i due avevano costituito un sodalizio formidabile, oltre a essere diventati amici fedeli.

«Non ho ancora deciso», disse lentamente Morgan. «È nostra abitudine chiedere un riscatto per le donne prigioniere.»

«Uno spagnolo è uno spagnolo, si tratti di un uomo o di una donna», obiettò Crawford, asciutto. «Dimenticate quello che vi hanno fatto quei bastardi?»

Il corpo del capitano ebbe un sussulto. «Non ho scordato nulla.» Fece una pausa, poi aggiunse: «La donna appartiene a un ordine papista; gli uomini sono così ansiosi di stuprare una religiosa?»

Crawford ghignò. «Sotto quello straccio grigio c'è una femmina come qualsiasi altra, e dovete ammettere che è avvenente. Gli uomini sono in mare da mesi, per loro ha poca importanza che cosa lei sia.»

Morgan distolse lo sguardo. «Sono dispostissimo ad ammettere che la ragazza è alquanto allettante, e infinitamente irritante. Tuttavia in lei c'è qualcosa che mi turba. Sembra sincera riguardo alla propria fede, eppure è troppo terrena, troppo maledettamente sensuale per essere ciò che sostiene.

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Nascosta nelle profondità di quegli occhi scuri, c'è una natura infuocata di cui neppure lei è consapevole.»

Crawford indirizzò uno sguardo preoccupato al suo superiore. «La ragazza vi piace, Morgan? In tal caso portatevela a letto e toglietevela dalla mente. Poi datela agli uomini. Non sarebbe opportuno tenerla a bordo troppo a lungo; provocherà sicuramente guai. L'intera ciurma inizierà a litigare per averla, dopo che voi avrete finito con lei.»

«Quella maliarda non mi piace, Stan», negò Morgan in modo poco convincente. «Uomo, donna o bambino, non posso sopportare gli spagnoli, voi lo sapete bene quanto me.»

«Già, ma c'è sempre una prima volta», lo mise in guardia Crawford. «Fate attenzione, capitano, non lasciatevi incantare dalla ragazza. Tenete a mente che probabilmente sotto quell'orribile cuffia che porta è calva come un uovo.»

«Occupatevi delle vostre mansioni, signor Crawford», tagliò corto Morgan con un accenno di fastidio, «e io mi occuperò delle mie. Le donne calve non mi hanno mai allettato, ma ammetto che la strega dagli occhi neri mi affascina come nessun’ altra ha più fatto da lungo tempo. Inculcate bene agli uomini che non deve essere toccata finché non ne avrò avuto a sazietà di lei.»

Reprimendo un ghigno, Crawford gli rivolse un saluto rispettoso e si allontanò, lasciando Morgan confuso e indeciso riguardo al destino della prigioniera. I suoi uomini volevano la donna, e normalmente lui non avrebbe esitato a consegnarla loro. Non aveva la minima idea di che cosa gli stesse impedendo di fare quello che richiedeva la sua coscienza. Si trattava della devozione della giovane? Dei suoi imploranti occhi neri che parlavano con eloquenza di misteri che lui anelava di scoprire? L'accenno a una passione di cui lei stessa era inconsapevole? Oppure quell'attrazione andava imputata al promettente e rigoglioso corpo vergine della fanciulla? Che cosa c'era in lei che la rendeva diversa dalle altre?

Morgan sapeva che non si trattava soltanto della bellezza della giovane suora, perché si era sollazzato con donne ancora più attraenti e non ne era rimasto affascinato. E ora doveva decidere che cosa fare di lei. Spaziò con lo sguardo sul ponte, dove la ciurma faticava per portar via i rottami dei danni provocati dal galeone spagnolo. Benché ferocemente fedeli, i membri dell'equipaggio erano per la maggior parte individui rudi, volgari di linguaggio e di modi. Lui trasalì al pensiero che uno qualsiasi di loro

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svilisse il corpo innocente e verginale di suor Lucia. Morgan sapeva che, se l'avesse affidata alla loro custodia, più di un marinaio avrebbe rivendicato il fragile corpo della fanciulla nei più violenti modi immaginabili. Lei non sarebbe sopravvissuta alla nottata.

Perché avrebbe dovuto importargli di quello che accadeva alla maliarda spagnola?

Il sangue che le scorreva nelle vene avrebbe dovuto rendere semplice la decisione di Morgan, invece non faceva che complicare le cose. Lui era forse diventato così insensibile, così spietato, così assoluta -

mente privo d'onore da consentire ai suoi uomini di stuprare una santa donna? O violentarla lui stesso?

I suoi cupi pensieri furono interrotti dal primo ufficiale, ritornato per fare rapporto sui danni riportati dall'Avenger. «Capitano, rispetto a quanto ritenuto in origine, gli uomini hanno scoperto un maggior numero di rotture provocate dai cannoni del galeone. È necessario dirigersi in porto per i lavori di raddobbo. Ritorniamo in Inghilterra oppure facciamo rotta su Andros?»

«Su Andros, signor Crawford», disse Morgan, conciso. La risposta che lui aveva cercato riguardo a suor Lucia gli divenne improvvisamente chiara. «Gli uomini hanno diritto a un breve periodo di tregua dal mare, e io potrò certamente approfittare del tempo che trascorreremo a terra per occuparmi della mia piantagione.»

Crawford si schiarì la voce. «E che cosa avete deciso a proposito della donna, Morgan?»

«La suora verrà con noi. Forse potrà salvare qualche anima sulla nostra isola.»Lucia camminava avanti e indietro, percorrendo la lunghezza limitata della cabina, in attesa che il pirata ritornasse ad annunciarle il suo destino. Dopo che lui se n'era andato lei aveva provato ad aprire la porta per vedere se fosse chiusa a chiave. Non lo era, ma fuori era stata posta di guardia una sentinella armata, che la guardò con aria lasciva quando la vide sbucare con il capo attraverso l'apertura. La ragazza aveva sbattuto la porta chiudendola immediatamente, con il cuore che le martellava all'impazzata.

Lucia non nutriva alcuna illusione riguardo al pirata inglese. Lui poteva certo avere l'aspetto di un angelo, ma sotto il suo attraente aspetto giacevano nascoste scelleratezza e corruzione. Se il capitano avesse accennato a volerla consegnare ai suoi uomini, lei avrebbe dovuto trovare un modo per

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gettarsi in mare prima che ciò accadesse. La giovane rifletté sul fatto che padre Sebastian aveva avuto ragione fin dall’inizio; una morte onorevole era preferibile all'essere stuprata da pirati inglesi. Ma, oh, santa Madre, lei non voleva morire!

Lucia udì un rumore di passi fuori della cabina e si preparò al peggio. Pochi attimi prima che la porta venisse aperta di scatto, cadde in ginocchio e chinò il capo. La devozione aveva funzionato in precedenza, e lei intendeva farne uso ripetutamente nei suoi futuri rapporti con Morgan Scott.

«Ancora in ginocchio, vedo», commentò il capitano in tono beffardo, quando entrò. «Non sono colpito dalla vostra religiosità, né lo sono i membri del mio equipaggio. Loro vi vedono soltanto come una donna, fatta per il piacere maschile come qualsiasi altra femmina.»

Lucia levò il capo di scatto. «Voi, bruto senza cuore! Avete deciso di darmi ai vostri uomini!»

Morgan la guardò con un ghigno, godendo del lampo di sfida ne occhi scuri di lei. «Già, dopo che ne avrò avuto abbastanza di voi. Ma a dire il vero, non mi interessate», mentì. «Siete davvero calva sotto la cuffia?»

Grazie a Dio, Morgan non poteva vedere la rigogliosa cascata color ebano nascosta sotto il copricapo. Lucia decise istantaneamente di tagliare cortissimi i propri capelli alla prima opportunità che avesse avuto, prima che lui scoprisse il suo segreto. «Sí, calva come un uovo», ammise. «Volete vedere?» Con mani tremanti, fece il gesto di togliersi la cuffia. Si trattava di una tattica ardita e Lucia pregò di non doversene pentire.

Morgan fece una smorfia, palesemente disgustato. Non aveva alcun desiderio di vedere una bella donna come Lucia privata del suo splendido coronamento. Aveva sentito dire che la regina Elisabetta era calva, ma non riusciva a prestar fede a quelle voci; non l'aveva mai vista senza la sua rigogliosa parrucca rossa.

«No, non nutro alcun desiderio di vedere la vostra testa rapata; è un sacrilegio profanare una donna in modo tale.»

<Tuttavia voi mi profanereste in altri modi di gran lunga più abietti», replicò Lucia. Lei lo sfidò con gli occhi a negare quelle parole, ma lui non poté farlo.

«Siete spagnola», rispose Morgan con asprezza, come se quello rendesse le sue intenzioni perfettamente accettabili. «Non sono qui per discutere con voi.»

«Perché siete venuto, allora?»

«Per informarvi del vostro destino.» La osservò con intensità medi-tabonda. «Alzatevi, non mi piace parlare con la sommità del vostro capo, e

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sto iniziando a stancarmi di tutte queste preghiere. Avrete certamente le ginocchia escoriate, a forza di stare in quella posizione.»

Lucia si alzò con grazia, nonostante avesse le membra irrigidite; guardò Morgan dritto in faccia,

tenendo il mento sollevato. Il suo comportamento era talmente combattivo che lei non riusciva a capacitarsi di quanto enormemente fosse cambiata in un periodo così breve. Evidentemente dieci anni dietro le mura di un convento non avevano domato il suo temperamento appassionato o lo spirito ribelle che molto tempo prima aveva fatto disperare suo padre. Lei imputò quello sbandamento a un volgare pirata chiamato El Diablo.

«Che cosa avete deciso, capitano?» C'era un'innegabile scintilla di sfida negli occhi scuri di lei.

Morgan placò la propria irritazione improvvisa nei confronti della giovane. Perché questa fiera suora spagnola lo faceva sentire come il più infimo degli esseri spregevoli? Era difficile pensare in modo razionale, con lei che gli stava così vicino, e contro la propria volontà lui si ritrovò ad ammirare lo sprazzo di sfida nei suoi occhi. Poi fu raggiunto da un dolce aroma di rose, attraverso lo stretto spazio che li divideva, e aggrottò la fronte, notevolmente sorpreso nello scoprire che le suore facessero uso di profumo. Lui scrollò il capo per liberarlo da pensieri di gran lunga troppo molesti perché potesse essere a suo agio, ma non funzionò. Le dita gli fremevano dalla voglia di toccarla. Lui voleva esserle sopra, penetrare con violenza dentro di lei, udirla ansare in preda a una dolce liberazione.

Mio Dio, stava forse perdendo la testa? Lui avrebbe dovuto fare quello che richiedeva il buonsenso, ovvero stuprarla e poi lasciare che se la godessero i suoi uomini.

«La nave ha bisogno di riparazioni, intendo portarla al nostro porto di registro alle Bahama. Voi verrete con noi.»

Lucia inghiottì a fatica. «Perché? Che cosa v'importa di me?» «Forse scoprirò qualche valore in voi. Provenite da una famiglia ricca? Sarebbero disposti a pagare un riscatto per la vostra restituzione?»

Lucia lo fissò. Se lei gli avesse detto la verità, l'abito da suora non l'avrebbe più protetta. Se lui l'avesse rimandata da suo padre dietro pagamento di un riscatto, Don Eduardo l'avrebbe spedita a Cuba per un matrimonio che lei non desiderava. Ma se avesse continuato con quella

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messinscena, esisteva la possibilità di riuscire a convincere il capitano a lasciarla andare. Allora lei avrebbe potuto ritornare a casa, rientrare tranquillamente in convento e prendere definitivamente i voti. Quando suo padre l'avesse scoperto sarebbe stato troppo tardi perché potesse farci qualcosa.

Lucia sapeva di potersi mettere in grave pericolo se avesse fornito al capitano pirata la risposta sbagliata. Da un lato lei non aveva alcuna garanzia del fatto che non sarebbe stata violentata se avesse ammesso di essere Lucia Santiago, e, dall'altro, il fatto di farsi passare per una suora avrebbe potuto non funzionare nel dissuadere il pirata da qualche atto atroce. Tuttavia lei doveva dire qualcosa, e prese la propria decisione in una frazione di secondo.

«Ahimè, la mia famiglia è povera, capitano. Fui messa in convento all'età di dieci anni per sollevarli da un'altra bocca da sfamare. Ero l'unica femmina nella nostra famiglia numerosa. I maschi erano utili per lavorare il pezzo di terra privo di valore che possedevamo, e io fui affidata alla Chiesa. Vi imploro di liberarmi, in modo che possa ritornare al convento.»

«Non posso farlo. I miei uomini si ammutinerebbero se vi rilasciassi. Si aspettano che io vi consegni loro, quando avrò terminato con voi.»

Lucia tremò palesemente; la paura le avvinghiò la gola con artigli di ghiaccio. «Vi imploro di risparmiarmi, io non vi ho fatto nulla. Perché nutrite un tale odio verso i miei compatrioti?»

L'espressione di Morgan s'indurì e l'uomo la trapassò con lo sguardo come se non la vedesse; in lui si risvegliarono ricordi che lei non poteva minimamente comprendere. A1 pirata sembrava ancora di sentire la frusta che gli scorticava la schiena e di udire i suoi tormentatori spagnoli che ridevano con crudeltà mentre gli gettavano acqua salata sulle ferite e lo osservavano contorcersi in preda al dolore. Loro l'avevano fatto lavorare in modo eccessivo e l'avevano tenuto a razioni da fame per cinque anni, e lui non sarebbe sopravvissuto molto più a lungo, in quelle condizioni intollerabili. Se non fosse stato per gli spagnoli, i suoi genitori, suo fratello e sua sorella al momento sarebbero stati ancora vivi. E la donna che si trovava dinanzi a lui aveva lo stesso sangue maledetto di quegli assassini.

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Lucia si ritrasse in preda al terrore quando vide l’espressione feroce di Morgan. Qualunque cosa i suoi compatrioti gli avessero fatto, doveva essere stata davvero terribile, riflettè lei , seppure in modo confuso. Morgan notò la sua paura e le rivolse un sorriso letale. << Fate bene a temermi, suor Lucia. I vostri connazionali hanno fatto della mia esistenza un inferno in terra e hanno distrutto tutto quello che un

tempo io avevo caro. Ho giurato di non avere pietà per gli spagnoli, e ora voi dovrete soffrire per questo. Accompagnerete l’Avenger fino ad Andros e vi piegherete a me in qualsiasi modo io desideri.>>

Trovandosi così vicino al pirata, Lucia si sentì sopraffatta dalla soli da forza inflessibile che emanava da lui. L'impeto della sua rabbia, il calore del suo corpo... la tenacia e la determinazione di quell'uomo, il puro potere da lui esercitato la inondarono di un terrore così intenso che lei si sentì assolutamente senza speranza. Tuttavia, nonostante ciò che lei sapeva riguardo al pirata inglese, a dispetto delle cose terribili che lei aveva sentito e che avrebbero dovuto farla svenire dal terrore, quello che lei provava era l'inebriante sensazione di essere viva, dopo essere semplicemente esistita per molti anni.

«Mi ucciderò prima di consentire a voi o a uno qualsiasi dei vostri perfidi uomini di toccarmi», giurò, rivolgendo a Morgan uno sguardo di assoluto disprezzo. Era una vuota minaccia, perché lei non credeva di avere il coraggio di uccidersi, eppure nutriva la speranza che la cosa potesse spingere il pirata a pensarci due volte prima di metterle le mani addosso.

La bocca generosa di Morgan si curvò verso l'alto in un sorriso che offriva ben poco conforto. «Oh, no, sorella, la morte è il modo più facile per uscire da una brutta situazione, e voi non siete una codarda. I vostri occhi parlano chiaramente dell'amore che nutrite per la vita. Sarà divertente lasciarvi in preda all'agitazione riguardo al vostro destino. Forse vi prenderò questa notte nella mia cuccetta, ma del resto potrei aspettare finché non raggiungeremo Andros. Oppure», aggiunse con un gesto indifferente del capo, «posso decidere che voi rappresentiate un fastidio eccessivo, e consegnarvi immediatamente ai miei uomini. Voi non siete proprio il mio tipo, ma la ciurma non ha gusti così difficili». Gli occhi di

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lui percorsero con insultante intensità l'intera lunghezza del corpo di lei. «Volendo, potreste farmi cambiare idea.»

Lucia avverti una sensazione di soffocamento così intensa che riuscì a malapena a ricacciare il nodo che le si era formato in gola. L'angolazione ben definita della mandibola di Morgan era così strettamente contratta, che lei riuscì a vedere lo spasmo convulso di un muscolo sotto la pelle abbronzata della guancia scarna di lui. La giovane non dubitò per un attimo delle sue parole. L'odio che lui recava nei confronti degli spagnoli era troppo violento, troppo profondamente radicato e antico perché lei si aspettasse pietà. Non riusciva a pensare ad alcun modo per fargli cambiare idea, ma questo non le impedì di tornare a fare ricorso a un metodo che aveva funzionato in passato. Certamente Dio non l'avrebbe abbandonata, vero?

Buttandosi in ginocchio, la ragazza chinò il capo e pregò con tutto il fervore a cui seppe fare appello.

CAPITOLO 3

ucia continuò coscienziosamente a pregare molto tempo dopo che Morgan si fu allontanato con passo pesante dalla cabina, disgustato.

L'aria intorno a lei vibrava ancora della presenza dominante di quell'uomo, L

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e alla ragazza sembrò di essere stata travolta da una violenta tempesta, una tempesta di nome El Diablo. Lei tremava come una foglia quando infine si alzò dalla posizione in ginocchio. L'ignobile canaglia la colpiva in modi che lei non capiva. Perché non aveva prestato ascolto a padre Sebastian? Perché era troppo codarda per uccidersi? Fremeva per la consapevolezza di ciò che lui le avrebbe fatto quella notte al suo ritorno e quel pensiero terrificante la spinse a tornare a inginocchiarsi.

Morgan si precipitò fuori della cabina, infuríato; la sua ira era appesa a un unico filo. La piccola maliarda spagnola gli faceva dubitare delle motivazioni stesse che lo spingevano in modo così implacabile alla ricerca di vendetta. Lei lo portava a mettere in questione il proprio equilibrio mentale, a chiedersi perché avesse consentito a quella donna di impressionarlo. Perché non riusciva semplicemente a usarla e a farla finita con quella faccenda? Oppure a darla ai suoi uomini se non lo allettava? II problema era che lei lo attirava fin troppo. Lui sapeva che portarla ad Andros era una follia, e lo infastidiva non conoscere le proprie intenzioni per quanto riguardava suor Lucia.

«Qualcosa vi preoccupa, Morgan?» chiese Stan Crawford quando il capitano ebbe raggiunto il ponte.

Scott gli indirizzò un'occhiata austera. «Ritenete che ne abbia motivo?»Crawford ghignò. «Non che io sappia. E la suora? La assaggerete voi

stesso o la darete agli uomini?» Lui credeva di conoscere già la risposta, ma voleva sentirla dall'amico. «Certamente qualcosa di così semplice come il destino di una donna non dovrebbe preoccupare El Diablo.»

«È mia!» disse Morgan con una ferocia che colse Crawford di sorpresa. «La porterò ad Andros. Se e quando mi stancherò di lei, sarete il primo a saperlo.»

Il primo ufficiale riuscì a stento a dissimulare il proprio divertimento. «Sono sorpreso, Morgan, normalmente non siete attratto da vergini innocenti. Che cosa vedete in suor Lucia che io non riesca a scorgere?»

Socchiuse gli occhi con aria meditabonda. «Oppure l'avete già provata e trovata di vostro gradimento? Forse siete disposto a dividerla.» Morgan si irrigidì. «Non sollecitate troppo la vostra fortuna, signor Crawford. La nostra vecchia amicizia non vi dà il permesso di mettere in questione le decisioni del vostro capitano. Vi suggerisco di occuparvi delle vostre incombenze.»

«Sì, certo, capitano Scott», disse Crawford, scattando sull'attenti. Non capitava spesso che Morgan facesse pesare il proprio grado, ma quando questo accadeva Stan sapeva bene che era il caso di fare marcia indietro.

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Il primo ufficiale ricordò le innumerevoli volte in cui lui e Morgan si erano scambiati delle donne senza giungere alle mani per nessuna di loro. Non soltanto avevano condiviso donne, ma anche un odio comune per gli spagnoli. Anche lui aveva provato la sferza di una frusta spagnola durante sei mesi di prigionia. Crawford si chiese che cosa ci fosse in quella suora che rendeva Scott così irritabile. Se il capitano non l'aveva ancora provata, CrawFord sperava senz'altro che lo facesse presto, altrimenti lui e la ciurma avrebbero dovuto sopportare l'urto del malumore di Morgan.

Quando si fece buio, qualcuno portò un vassoio a Lucia; il rude marinaio la fissò per un breve attimo, poi se ne andò alla svelta. Benché il cibo sembrasse sufficientemente appetitoso, la ragazza non riuscì a inghiottire un boccone. L'intimidazione insita nelle minacce di Morgan aveva un effetto terribile sulla mente di lei, che si immaginava in sua balia. Non riusciva a guardare la cuccetta, che era più grande del normale, senza immaginare che cosa avrebbe potuto farle un uomo forte come El Diablo. Lei non era esattamente certa di quale potesse essere la dinamica di uno stupro, cosa che rendeva ancora più terrificanti i frutti della sua vivace immaginazione. Se soltanto avesse avuto un'arma...

Con un sussulto di eccitazione ricordò il piccolo coltello che usava per tagliare il cibo e che si era messa in tasca dopo aver indossato le vesti da suora. Ficcandosi la mano in tasca, fu confortata dalla

sicurezza del freddo acciaio, per quanto quell'arma potesse essere limitata. Avrebbe avuto il sangue freddo di usarla in propria difesa? Prendendo in considerazione le conseguenze, Lucia trovò il coraggio di cui aveva bisogno, quando la porta della cabina si aprì di colpo e Morgan Scott entrò, e a lei parve smisurato e doppiamente terrificante.Il corsaro la fissò distrattamente, notando appena la paura che trasformava i lineamenti quasi perfetti di lei. Lo sguardo di lui cadde sul vassoio, che si trovava davanti alla fanciulla, intatto.

«Il cibo non è di vostro gradimento?» chiese, slacciandosi la spada mentre attraversava la stanza a lunghi passi. «Pensavo che i membri degli ordini religiosi fossero abituati a razioni scarse e a un vitto scadente. II mio cuoco fa meraviglie con il cibo che ha a disposizione, dovreste assaggiarlo.» Si tolse la spada e la gettò su una sedia, seguita dalla giacca.

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Lucia balzò in piedi e si ritrasse. «Non avvicinatevi ulteriormente.» «La vostra virtù è al sicuro per il momento, dubito che potrei scuotermi abbastanza da servirmi del vostro discutibile fascino.» Le indirizzò un'occhiata che la fece trasalire. Era davvero così poco attraente da disgustarlo?Bene, pensò lei, sentendosi pervadere da un'ondata di sollievo. Era esattamente quello il suo intento, quando aveva indossato lo squallido abito da suora di clausura. La badessa sarebbe stata fiera di lei. L'espressione della ragazza doveva aver rispecchiato quei pensieri, perché Morgan le rivolse un ghigno impudente che le fece precipitare il cuore sotto i tacchi.

«II compiacimento non vi si addice, suor Lucia. Non ho detto che mi sentirò ancora così domani, oppure tra dieci minuti. Se vi voglio vi avrò, ma preferirei lasciarvi nell'incertezza. Inoltre voglio essere ben riposato quando vi aggredirò.» La guardò con occhi cupidi. «Sono certo che la mia pazienza sarà ampiamente ricompensata.»Inorridita, Lucia lo guardò a bocca aperta. «Siete un mostro, capitano Scott. Non ho paura; né sono tentata dal diavolo.» Lei osservò con struggimento la spada che lui si era tolto.Morgan si avvicinò maggiormente, incombendo sulla piccola sagoma di lei, in tutto il suo splendore virile. «Davvero, sorella? Dato che ci stiamo scambiando insulti, penso che voi mentiate. Ho riflettuto a lungo e intensamente e sono giunto alla conclusione che voi non siete una suora. Il fuoco per nulla religioso che brucia nei vostri occhi nega l'esistenza stessa della vostra devozione. Risultate di gran lunga troppo altezzosa per incarnare la mite e santa donna che sostenete di essere. Non avete una natura mansueta, né umile. Chi siete in realtà?»

Lui era così vicino che Lucia riusciva a sentire il soffio caldo del suo alito contro la propria guancia. Cercò di ritrarsi, ma non c'era alcun luogo dove andare, allora toccò il coltello che aveva in tasca e sollevò lo sguardo furioso sul pirata, con aria di sfida. «Vi ho detto chi sono, suor Lucia, vissuta fino a poco tempo fa al convento della Madre di Dio. La Reverenda Madre mi ha detto di accompagnare all'Avana la senorita Carlotta Santiago. Se mi restituirete alla Spagna io vi ricorderò nelle mie preghiere fino al giorno della mia morte.»

«Io non voglio le vostre preghiere, suor Lucia», disse Morgan. Aveva la voce bassa e ruvida, come se trovasse grande difficoltà a controllare la propria respirazione. «Forse desidero qualcos'altro da voi, qualcosa che renderà felici entrambi.»

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Lucia sentì la gola improvvisamente arida, la punta della lingua guizzò a inumidirle le labbra. Le parve di udire Morgan gemere, ma non poté esserne certa. «Io... io non so di che cosa stiate parlando.»La mano di Morgan guizzò ad afferrarle il mento. «Davvero? Potrei mostrarvelo. Posso essere troppo stanco per aggredirvi, ma dovrei proprio trovarmi sul letto di morte per resistere a un invito così dolce.»

Lucia si immobilizzò, affascinata dall'intensità degli occhi di Morgan. Lei aveva pensato che fossero semplicemente azzurri, ma ora vide che erano del blu cupo di un mare agitato dalla tempesta, tumultuoso di luccicanti sfumature di puro argento. La ragazza non aveva mai visto prima occhi come quelli, sembravano appartenere a un demonio. Ne fu sgomenta e cercò di formulare una risposta alle parole scoraggianti di lui.

«Non vi ho rivolto alcun invito.»«Ah, invece lo avete fatto.» Morgan abbassò impercettibilmente il

capo, i capelli biondi le sfiorarono la fronte mentre le labbra di lui toccavano le sue. Fuoco. Fuoco puro. Inizialmente ci fu una sensazione bruciante nel luogo dove le loro labbra si fusero, ma quando la bocca di lui coprì

interamente quella di lei e la sua lingua le scivolò umida oltre la fessura delle labbra, il bruciore si trasformò in un inferno divampante che le sfrecciò attraverso le vene fino a raggiungere luoghi innominabili. Quando lei cercò di staccarsi, lui la afferrò per le braccia, tenendola ferma mentre le depredava la bocca. Quando Morgan cercò di introdurle a forza la lingua oltre le labbra, Lucia rimase senza fiato, sconvolta, dando involontariamente accesso al dolce calore presente all'interno.

La ragazza non aveva mai provato nulla di paragonabile al magnetismo travolgente del bacio di Morgan. Lei desiderava baciarlo a sua volta! Moriva dalla voglia di mettergli le braccia. intorno al collo e di passargli le mani tra il groviglio dorato dei capelli. Lei voleva... Le cose che il bacio di lui le faceva desiderare non avevano nome. Era sbagliato. Assolutamente sbagliato.

Lei non avrebbe dovuto sentirsi così. Quell'uomo era un nemico. Era un perfido pirata che l'aveva rapita e che intendeva stuprarla. Quel pensiero conferì una parvenza di ordine alle sue emozioni confuse, proprio mentre le mani di Morgan si facevano più ardite, frugando in luoghi che nessun uomo aveva il diritto di toccare. Lei sapeva di dover

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fare qualcosa, qualsiasi cosa per infrangere l'incanto che quell'individuo esercitava su di lei, prima di trovarsi completamente alla sua mercé.

Il coltello!Infilandosi la mano in tasca, tirò fuori la minuscola arma e la sollevò

premendola in un punto vulnerabile del collo di Morgan. Le mani dell'uomo la lasciarono mentre lui interrompeva bruscamente il bacio, fissandola con una sorta di perversa ammirazione. Quella devota giovane si avvolgeva nella propria virtù come in un maledetto-manto di santità.

«Non toccatemi. Non provate mai più a toccarmi.»Un sorriso gli tese le labbra. «Sarà difficile farlo. Dove avete preso

quel coltello?»

«È mio. Ritraetevi, altrimenti non vivrete abbastanza a lungo per vedere un altro giorno.»

Morgan riuscì a stento a evitare di scoppiare apertamente a ridere. Che cosa pensava di fare con quella piccola lama? Con un guizzo del polso lui avrebbe potuto disarmarla e perfino farle del male, se avesse voluto. Avrebbe richiesto scarsa fatica da parte sua gettarla sulla cuccetta, sollevarle le gonne, allargarle le gambe e fare quel che voleva. Tutti gli spagnoli erano suoi nemici; perché mai una maliarda spagnola che si spacciava per una santarella avrebbe dovuto essere diversa dalle altre?

«Come siete feroce, suor Lucia», osservò, beffardo.«Faccio sul serio, capitano.»«Davvero? Benissimo, fate del vostro meglio. Tagliatemi la gola, vi

sfido a farlo.» Gli occhi di lui luccicavano pericolosamente. Quando la lama fece stillare una goccia di sangue, lui non reagì come lei si era aspettata. «Prima che continuiate», aggiunse minacciosamente il pirata, «forse dovreste prendere in considerazione le conseguenze. La mia morte affliggerà enormemente la ciurma. L'equipaggio vi farà soffrire, e vi garantisco che non sarà piacevole.»

La mano di Lucia esitò.«Non sarebbe preferibile cedere a me, piuttosto di rischiare di dover

affrontare la ciurma? I miei uomini sono una combriccola brutale, dubito che giungereste viva fino all'indomani.»

«Prima mi ucciderò!»

Lei lo disse con intensità tale che Morgan non dubitò neppure per un attimo che la fanciulla avesse il coraggio di porre in atto quella minaccia. Lui era inoltre consapevole di aver lasciato che quel gioco gli sfuggisse di mano. Lucia non poteva fargli nulla con quel coltellino, ma per qualche

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inspiegabile motivo lui non voleva che quell'irritabile santarella dotata di più coraggio che buonsenso si facesse del male.

Con un movimento rapido, ancor più veloce dello sguardo, Lucia si ritrovò privata del coltello e bloccata tra le braccia di Morgan. Gli occhi le bruciarono di lacrime quando si rese conto di quello che era accaduto, ma non volle lasciarle cadere.

«E ora, suor Lucia? Dov'è finito il vostro coraggio?»«Spregevole, ignobile... pirata!»

«Corsaro. Esiste una differenza. Io attacco e saccheggio soltanto gli spagnoli.»

«Lasciatemi andare!»«Ben volentieri.» Lui la liberò all'istante, e lei inciampò prima di

raddrizzarsi. «Andate a letto, all'improvviso ho perduto ogni interesse. Tuttavia questo coltellino lo terrò io, nel caso decidiate di sgozzarmi durante la notte.»

Lucia, inorridita, rivolse un'occhiata alla cuccetta; lui si aspettava forse che lei gli si stendesse accanto? Quando lo guardò per ricevere un chiarimento, la ragazza rimase stupefatta al vedere che si era tolto la camicia di seta nera e che se ne stava con addosso soltanto pantaloni neri aderenti che gli fasciavano le gambe e le cosce robuste, e stivali di cuoio. Lei impallidì e distolse lo sguardo, ma non prima di avergli intravisto il petto e le spalle abbronzate, íncrespati di spessi fasci di muscoli nerboruti, nonché il misterioso gonfiore che gli tendeva i pantaloni sul davanti.

«Avete intenzione di dormire con quell'orribile cuffia?» chiese Morgan, sprezzante. «Vi garantisco che la vostra testa calva non mi spaventerà. Magari potrà disgustarmi, ma non certo spaventarmi.»

«Preferisco tenerla addosso», insistette Lucia. Se l'avesse tolta rivelando i lunghi capelli, lui non si sarebbe più lasciato ingannare dalla messinscena. Benché normalmente le suore non si rasassero il capo, tenevano comunque i capelli corti, sotto il velo. Lei non aveva preso i voti definitivi, e finché non l'avesse fatto le veniva consentito di mantenere la voluttuosa cascata di capelli color ebano.

«Mettetevi a letto», ordinò freddamente Morgan, sciogliendosi i lacci sul davanti dei pantaloni e piegandosi per togliersi gli stivali.

«Che cosa intendete fare?» C'era una nota di panico nella voce di lei.«Dormire.» Lui la guardò con occhi cupidi. «A meno che non abbiate

un'idea migliore.»«Non intendo giacere accanto a voi.» Lei contrasse le labbra con

ostinazione.

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Morgan la guardò con occhio furioso, poi scrollò le spalle. «Fate come vi pare. Il pavimento diventa piuttosto duro dopo il primo paio d'ore.»«Sono abituata alle privazioni, il convento offre scarse comodità materiali; viviamo un'esistenza di austerità e di preghiera.»Lui annuì brevemente. «Potete fare come vi pare, per il momento. Vi informerò quando vorrò la vostra presenza nel mio letto.»

Lucia cercò di non fissargli il petto nudo, ma era difficile evitarlo, data la curiosità che provava: conosceva così poco dell'anatomia maschile. Incurante dell'esame minuzioso, anche se turbato, da parte della ragazza, lui sedette sul bordo della cuccetta e si tolse i pantaloni. II grido di sgomento di Lucia lo spinse a riportare lo sguardo su di lei e a rivolgerle un sorriso impudente. La ragazza si girò di scatto, il volto rosso, in fiamme; udì i passi di Morgan dietro di sé, ma rifiutò di sollevare lo sguardo.

Lei provò un sollievo enorme quando il capitano le gettò accanto, per terra, una coperta e un cuscino, e si volse dall'altra parte. Lucia non voleva guardare il corpo nudo del pirata, ma, quando lo udì muoversi qua e là, non poté fare a meno di dargli un'occhiatina girandosi appena e mantenendo lo sguardo a livello dei piedi. Lui si diresse con indifferenza alla sedia e recuperò la propria spada.

«Questa sarà più al sicuro con me», asserì Morgan, portando con sé l'arma fino alla cuccetta. Lei udì il fruscio delle lenzuola, seguìto dal silenzio e da un'improvvisa oscurità, e Lucia si rese conto che il capitano aveva spento la lampada che oscillava dal soffitto sopra di lui.

Lucia non si mosse comunque, temendo che lui potesse cambi idea e pretendere la sua presenza nel proprio letto. Lei rimase imn bile, osando a malapena respirare, finché non udì il ritmo regolare c la sua respirazione e capì che si era addormentato. Soltanto allora le avvolse nella coperta e si distese sul duro pavimento di legno.

Nonostante il cuscino che aveva sotto la testa, la cuffia le rendeva quasi impossibile trovare una posizione comoda. La testa le prudeva sotto la stoffa di lino, e lei desiderava ardentemente un pettine da passarsi tra i capelli ingarbugliati, o, ancora meglio, un paio di forbici per tagliarli tutti. La sua unica concessione alla comodità fu quella di togliersi le scarpe e le calze. Lucia si addormentò quasi all'istante, stremata dal proprio incontro con El Diablo. Purtroppo i suoi sogni furono carichi di immagini del virile capitano, con il corpo nudo esibito in tutta la sua mascolina bellezza.

Senza i pantaloni.Che Dio l'aiutasse.Morgan non trovò facilmente il sonno, a dispetto del ritmo forz; della

sua respirazione. Rimase

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disteso sveglio, ferocemente consapevole della giovane che sosteneva di essere una suora; lei lo colpiva in un modo che lo metteva a disagio. Lui era un tipo virile e c'erano state molte donne nella sua vita; ne derivava un piacere sensuale e lo appagavano eroticamente. I porti erano molti e molte le ragazze, ma nessuna lo attirava come suor Lucia. Che cosa c'era in quella piccola suora che gliela faceva desiderare tanto? Lui avrebbe semplicemente dovuto prenderla come richiedeva il suo corpo e dimenticarla senza indug Era spagnola, no? Morgan non aveva mai conosciuto uno spagnolo che non gli avesse ispirato un odio profondo e divorante.

Lucia era una suora.Ma il corsaro non le credeva affatto.La voleva. Sarebbe stato così facile non badare alla sacra vocazicne che

diceva di seguire e prendere l suo corpo. Così facile...Era davvero una pia donna?

Lui diede un'occhiata a Lucia, raggomitolata sul duro pavimento stupefatto dalla direzione dei propri pensieri. El Diablo aveva catturato un paio di donne spagnole in precedenza e le aveva subito liberate, dietro pagamento di un riscatto. Non aveva mai provato desiderio per loro, sebbene fossero più che disposte a concedergli le loro grazie. Una in particolare aveva messo decisamente in chiaro che lo desiderava, ma lei non lo attirava, non trovava alcuna bellezza nei lineamenti scuri e ni occhi a mandorla che la caratterizzavano, perciò l'aveva respinta.

Morgan sospirò in modo irregolare e si volse verso la parete. Perché avrebbe dovuto preoccuparsi della comodità di quella maliarda spagnola? La decisione di dormire per terra era stata sua, perciò, così fosse.

Lucia si svegliò quando il sole del mattino filtrò attraverso l'oblò aperto. Lei rimase senza fiato, sconvolta, quando si rese conto di giacere nella cuccetta di Morgan e balzò su come se essa bruciasse, fissando inorridita il giaciglio sfatto. Come era finita dal pavimento al letto? Non ricordava di essersi spostata o che qualcuno ve l'avesse trasportata. Dov'era il pirata? Che cosa le aveva fatto?

Prendendo in esame i propri indumenti, le parve che non le mancasse nulla di ciò che indossava il giorno prima. Sentiva il corpo irrigidito per aver dormito sul duro pavimento, ma a parte quello non avvertiva alcun

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dolore in luoghi insoliti. Non ebbe il tempo di esaminarsi ulteriormente, perché la porta si aprì e Morgan entrò, chiudendosela bene alle spalle. Portava un vassoio da cui provenivano aromi deliziosi.

«Ah, vedo che siete sveglia. Vi ho portato qualcosa da mangiare; dovete avere fame dopo aver saltato la cena, ieri sera.» Lui posò il vassoio sullo scrittoio, spingendo da parte una mappa, mentre così faceva.

A Lucia venne l'acquolina in bocca. «Non ho appetito», mentì. Tuttavia lo stomaco la tradì, perché iniziò a brontolare così forte da essere udito da Morgan. «C-come sono finita sulla cuccetta?»

«Vi ci ho messo io», disse Morgan. «Mi sono levato all'alba. Sembravate così scomoda che vi ho trasferita nel letto; stavate ancora dormendo sodo, quando ho lasciato la cabina.»

«Non avete...» Lei si umettò le labbra, incerta su come continuare. «Non avete... approfittato di me, vero? Siete così malvagio da profanare un'ancella di Dio?»

Morgan aggrottò la fronte con ferocia tale che Lucia fece un balzo all'indietro, allarmata. «Quando vi prenderò, pretenderò che siate sveglia e che ve ne rendiate conto. Vi voglio sensibile tra le mie braccia, non ignara e inconsapevole di quello che vi sto facendo. Posso essere un bastardo, ma ci sono cose che neppure io mi abbasserei a fare. Ora mangiate. Ho una nave da governare.» Lui si volse per andarsene.

«Aspettate!» Morgan si arrestò, senza voltarsi. «Posso... posso uscire a camminare sul ponte?»

«Gli uomini mi sono fedeli, ma sono comunque dei pirati, suor Lucia. Non posso proteggervi da loro una volta che sarete uscita da questa cabina. La ciurma immaginerà che io mi sia già stancato di voi e crederà di essere libera di soddisfare i propri impulsi. Potete fare come vi pare, ma se non volete sottomettervi al mio equipaggio, allora vi consiglio di rimanere al sicuro qui dentro.»Lucia fu percorsa da un brivido; gli credette. Tutti gli uomini erano così ignobili? Così riprovevoli?

Quando lui fu uscito dalla porta, lei capì che nulla al mondo avrebbe potuto spingerla a uscire da quella cabina. La ambigua protezione del capitano era comunque preferibile a uno stupro di gruppo da parte dell'intera ciurma.

Morgan ridacchiò tra sé mentre si allontanava; non era stato proprio sincero con Lucia. I suoi uomini la volevano, certo, ma avrebbero obbedito

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ai suoi ordini, sotto pena di subirne le conseguenze. Dopo ciò che lui aveva spiegato loro quella mattina, nessuno avrebbe osato toccarla nemmeno con un dito senza il suo permesso.

Lucia lo osservò andarsene, mentre l'aroma delizioso la attirava verso il vassoio della colazione. Doveva conservare le forze, no? Con quel pensiero in mente la ragazza divorò rapidamente il contenuto dell'intero vassoio, trovandolo sorprendentemente gustoso, considerato che si trattava di vivande preparate su una nave. Lucia aveva appena terminato di mangiare, quando udì bussare discretamente alla porta Osservò piena di apprensione la porta che si apriva senza invito e vide entrare il primo ufficiale, che le portò una brocca d'acqua e una pila morbidi teli.

«II capitano ha pensato che un po' d'acqua potesse farvi piacere; è la cosa più vicina a un bagno che possiamo offrirvi. Quello dovrà aspettare finché non avremo raggiunto Andros.»

Crawford posò la brocca sul lavabo e osservò la giovane con aria sfacciata; si chiese se la notte precedente il capitano l'avesse presa. A giudicare dal pessimo umore di Scott, lui ipotizzò che la perfida monaca fosse riuscita a mantenere intatta la propria verginità. Non era da Morgan morire dietro a una baldracca spagnola, indipendentemente da quanto potesse essere bella o desiderabile. Tuttavia, per colpa di quella colombella grigia, Morgan aveva i nervi a pezzi. Il primo ufficiale era sconcertato; credeva di conoscere il suo amico meglio di chiunque altro, e sapeva che non era da lui privarsi di qualcosa che aveva a portata di mano, qualcosa che desiderava con tanta intensità, come evidentemente era nel caso di quella suora spagnola.

«C'è qualcosa che non va?» chiese Lucia, sulle spine sotto lintenso e minuzioso esame di Crawford.Lui le rivolse un ghigno impudente. «Siete consapevole di quello che state facendo al capitano Scott? Perché non cedete e non risparmiate a entrambi tempo e fastidio? Alla fine lui farà a modo suo.»

Lucia si inalberò, piena d'indignazione. «Cedere? No, mai! Sono una suora, violare me significa violare Dio.»

«Dio ha abbandonato Morgan quando aveva bisogno di Lui.»Lucia ebbe un'esclamazione di sdegno. «Blasfemo! È proprio tipico di

voi inglesi senza Dio. Potete dire al vostro capitano che io lo contrasterò fino al mio ultimo respiro mortale.»Crawford scrollò il capo. «Non c'è bisogno che muoia nessuno, sorella. Vi sto semplicemente mettendo in guardia sul fatto che Morgan non è un uomo

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paziente, e che la ciurma preferisce vederlo felice Io preferisco vederlo felice.»

«Voi potete andare al diavolo, signor Crawford!»«Dove avete imparato l'inglese? Avete un'ottima padronanza della

lingua, per essere una suora.» Come Morgan, anche lui sospettava quella focosa spagnola non fosse ciò che sosteneva di essere.

«Al convento avevo ottimi insegnanti. Ho iniziato gli studi a dieci anni d'età e ho scoperto di essere naturalmente portata per le lingue straniere. Mastico anche un po' di francese e di tedesco.»

«Non c'è da meravigliarsi che Morgan sia affascinato da voi», osservò Crawford, asciutto. «Bellezza e cervello sono rari in una donna. Tutte le suore sono così ben istruite come voi?»

Quell'uomo stava forse cercando di lusingarla? Lei non poteva ammettere che suo padre aveva preteso che venisse istruita in quel modo per non mettere in imbarazzo il suo futuro marito. Don Diego del Fuego era un uomo molto colto e potente, che aveva bisogno di una moglie intelligente quanto bella. Don Eduardo era stato generoso nei confronti della sua unica figlia, riguardo alla sua istruzione.

«Io posso parlare soltanto per me, signor Crawford. Grazie per l'acqua.»L'ufficiale capì benissimo che si trattava di un congedo, e si volse per

andarsene. «Oh, a proposito», aggiunse prima di varcare la soglia, «c'è un pi... ehm, un vaso da notte sotto il letto. Potete usarlo; lo sguattero viene a vuotarlo una volta al giorno.»

Il volto di Lucia si infiammò. In verità lei aveva un bisogno disperato di un vaso da notte, ma era troppo imbarazzata per chiederne uno allo spregevole capitano Scott. Si chiese se Morgan avesse

ordinato al signor Crawford di accennare al problema. Tuttavia lei apprezzò molto che le avessero portato dell'acqua, poiché non si era più potuta lavare in modo decente da quando era stata rapita dalla Santa Crux.

Quando notò che la porta non aveva chiavistello, Lucia si arrangiò come meglio poté, puntellando una sedia sotto la maniglia. Poi si lavò alla svelta, togliendosi per un attimo la parte superiore della veste, poi sollevandosi le gonne per arrivare alle gambe. Era incerta se togliere o no il copricapo, e lo fece con riluttanza, tenendo d'occhio la porta nel timore che il pirata facesse irruzione superando quella scarsa barriera e scoprisse

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il suo segreto. Lei desiderò essere ancora in possesso del coltellino per il cibo, in modo da poter tagliare la lunga chioma.

Una volta che ebbe terminato di lavarsi, osservò con interesse la scrivania di Morgan; un'autentica miniera inaspettata e preziosa, pensò, aprendo i cassetti in rapida successione. Poteva sperare al massimo in un tagliacarte, ma se fosse stato abbastanza affilato lei sarebbe riuscita comunque a tagliarsi i riccioli. La fortuna l'assistette; nell'ultimo cassetto Lucia trovò un paio di piccole forbici, che probabilmente Morgan usava per rifilarsi i capelli. Tuttavia, quando sollevò le forbici avvicinandosele al capo, le tremarono le mani, perché i capelli erano proprio l'attributo di cui andava più fiera. Lei sapeva che al momento di prendere i voti perpetui glieli avrebbero tagliati comunque, ma fino ad allora la ragazza aveva gelosamente curato e conservato i suoi lunghi riccioli lucidi. Ora si trovava a dover fare una scelta dolorosa; preferiva rinunciare all'onore o alle chiome? Non aveva scelta, doveva proteggere la propria virtù contro il virile pirata e il potere travolgente che esercitava su di lei.

Agi in modo rapido, efficiente, tagliando via grosse ciocche di capelli senza l'aiuto di uno specchio. Le guance le si rigavano di lacrime man mano che cresceva la pila di chiome recise. Lucia non sapeva se stava tagliando in modo regolare, né le importava; si rendeva conto soltanto di dover finire e liberarsi delle prove prima che ritornasse il capitano Scott.

Infine il compito fu portato a termine. Raccogliendo con cura i riccioli neri, si diresse all'oblò, che era stato lasciato aperto perché entrasse la brezza, e gettò in mare fino all'ultima ciocca. Osservò in modo spassionato le ciocche scure che indugiavano sulla cresta di un'onda e poi scomparivano sotto la superficie. A quel punto la ragazza si allontanò e si rimise il copricapo. Appena in tempo. La maniglia della porta sbatacchiò, e all'improvviso la sedia volò via, mentre Morgan faceva irruzione nella stanza.

«Che cosa speravate di realizzare con la sedia?» L'inclinazione sardonica delle sopracciglia di lui le rivelò quanto il pirata ritenesse davvero inutile quella manovra volta a tenerlo fuori.

«Avevo bisogno di intimità per lavarmi.»«Nessuno tranne me entrerà mai in questa cabina senza il mio permesso.»«Questo dovrebbe forse farmi sentire meglio?»Morgan sorrise. «Ben presto, mia piccola suora, ben presto voi

implorerete le mie attenzíoni.»

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«Quando la luna inizierà a vortícare e le stelle esploderanno!»«Posso fare in modo che accada», promise lui, abbassando la voce in un

roco sussurro. «Quando vi porterò al piacere afferrerete la luna vorticante e raggiungerete le stelle.»

Le parole seducenti di lui fecero turbinare i sensi di Lucia; la ragazza non aveva idea di che cosa lui stesse parlando, ma in qualche modo sospettava che l'inglese potesse fare in modo che quanto promesso accadesse, se lei gliel'avesse consentito.

«II vostro io è in preda a un'esaltazione esagerata, capitano.»«Davvero, piccola strega? Forse dovremmo provare la mia teoria.» Lui

si diresse lentamente verso di lei. Lucia si volse per evitarlo, ma l'uomo fu troppo veloce, e per di più la giovane non aveva via di scampo. Morgan la afferrò e la attirò a sé. Lei avvertì l'incredibile calore che lui emanava, attraverso gli indumenti di entrambi.

«Che cosa volete da me?» esclamò la giovane.«Guardatemi! Il mio comportamento non è né seducente né dissoluto, sono avvolta dalla testa ai piedi in una veste grigia e insignificante, che non lascia vedere nulla tranne il mio volto.Certamente ci sono donne più attraenti di me. Sono una suora, una donna consacrata, non so nulla delle cose del mondo.»

«Se pensate che le vesti che indossate non vi rendano attraente vi sbagliate di grosso. Io vi insegnerei la passione, colombella grigia.» Lui premette con forza la bocca contro quella di lei, esigente, schiudendole le labbra; penetrò all'interno con la lingua ardente, creando un fuoco che minacciò di bruciarla. Lei sentì il calore di lui contro di sé, che la marchiava, e gemette sotto l'assalto furioso del suo bacio, ammaliata dal sapore e dal tocco di lui.

Morgan era acutamente consapevole del contatto fisico tra sé e Lucia. Lei era premuta contro di lui, e attraverso la barriera dei loro abiti il corsaro riusciva a sentire la lunghezza delle sue gambe armoniose, la curva seducente dei fianchi e la morbida pienezza dei seni. Lei poteva essere una suora, o forse no, ma era donna sino in fondo, e matura per essere colta, matura per lui.

Lucia si rendeva conto del pericolo che correva, lo avvertiva con ogni fibra del proprio essere e sembrava impotente a fermare quello che Morgan Scott aveva iniziato. Se lei avesse voluto davvero scoprire che cosa fosse la

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passione, era certa che quel pirata inglese potesse darle un piccolo assaggio del paradiso. Ma l'indole di lei era troppo severa per abbandonarsi a sentimenti peccaminosi. Essere sedotta e abbandonata da un virile furfante era peggio di dover sposare un uomo che non conosceva. Nessuna delle due alternative era allettante. In qualche modo lei doveva convincere El Diablo a rimandarla al convento, e doveva farlo presto, prima che lui si facesse beffe della sua devozione.

Strappandosi dalla stretta dell'uomo, Lucia utilizzò uno stratagemma che aveva funzionato in passato con il capitano; cadde prontamente in ginocchio prima che lui potesse tornare ad afferrarla. Stringendo tra le mani le perle del rosario, la giovane levò gli occhi al cielo e prese a muovere le labbra in fervida preghiera.

La sua devozione toccò un tasto sensibile all'interno di Morgan, e lui si allontanò con una volgare imprecazione. Come poteva sedurre una donna così pia? Così riverente?

Non è una suora, obiettò una voce dentro di lui.Ma l'ardore del corsaro si era raffreddato, non perché nutrisse alcun

rispetto profondo per la religione papista che lei professava, ma perché quella donna toccava un tasto nascosto nel profondo dell'animo di lui, che faceva appello alla sua decenza.

«Recitate pure le vostre preghiere, mia piccola monachella», ringhiò Morgan. «Tanto alla fine non vi serviranno a nulla. Io vi avrò, a tempo debito.»

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CAPILOLO 4

Il feroce cipiglio di Morgan spinse Stan Crawford a parlare. «Così la suora spagnola è ancora vergine.»Morgan lo investì. «E questo che cosa diavolo vorrebbe dire, signor Crawford?»

«Anche la ciurma si sta accorgendo del fatto che siete di pessimo umore. Non è da voi privarvi di qualcosa.»

«Forse non desidero avere la seccatura di deflorare quella donna.» Lui scrollò teatralmente le spalle. «Le vergini sono creature piuttosto incapaci, vale difficilmente la pena di affrontare il fastidio di piegarle alla propria volontà.»

«State cercando di dirmi che non la volete? Qualsiasi membro dell'equipaggio coglierebbe al volo l'opportunità di spassarsela con lei.»

«Compreso voi?» chiese aspramente Morgan. «Scordatevelo», aggiunse, senza aspettare la risposta di Stan. «La ciurma non l'avrà mai, neppure se decidessi di non volerla per me.»

Crawford lo soppesò con un'occhiata. «Allora ne deduco che farete sbarcare suor Lucia su una delle isole spagnole, perché possa ritornare in Spagna per proprio conto.»

«Buon Dio, no! Siete pazzo? L'avete guardata bene? Perfino avvolta in quelle orrende vesti e con quella cuffia in testa emana sensualità. Non inganna nessuno celando la propria straordinaria bellezza dietro l'abito da suora.»

«Non le credete? Se pensate che menta, perché non vi limitate a spassarvela con lei finché vi pare e poi non le dite addio? L'avete fatto in precedenza, e molte volte, a dire il vero.»

Morgan fissò lo sguardo oltre le onde tumultuose, rimuginando sul consiglio di Crawford. Sapeva Iddio se lui non desiderava la ragazzina spagnola, fosse o no una suora, ma per qualche ragione non riusciva a risolversi a violarla, nella rara possibilità che si trattasse davvero di una ragazza votata al Signore. In un modo o nell'altro lui era deciso a scoprire la verità al suo riguardo. Quando la giovane fosse stata comodamente

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sistemata nell'isola dove lui dimorava, lui avrebbe impiegato le proprie doti per scoprire esattamente chi fosse suor Lucia e perché avesse mentito sulla propria identità, ammesso che mentisse davvero. Poi l'avrebbe sedotta, lentamente, con grande perizia, finché lei non avesse più potuto resistergli. Il capitano corsaro non vedeva l'ora che giungesse il giorno in cui la giovane avrebbe deposto le vesti grigie e ammesso di aver mentito.

E quel giorno sarebbe giunto, sicuro come il fatto che il sole sorgesse ad a est e tramontava ad ovest.

«A tempo debito, signor Crawford>>, sorrise Morgan, << a tempo debito. In questo preciso istante mi va di assecondarla, ma vi garantisco che quando avremo raggiunto Andros scoprirò la verità. Allora insegnerò a suor Lucia che cosa significa essere una donna. E’ vero che non nutro alcun affetto per gli spagnoli, ma forse troverò qualche dote nascosta in lei che la riscatterà ai miei occhi. Sarà il tempo a dircelo, signor Crawford, il tempo.>>

«E Rouge? Lei non sarà certa felice di questo nuovo elemento in casa vostra.»

«Rouge non ha alcuna presa su di me, perciò non ha voce in capitolo riguardo a chi invito in casa mia.>>

«Qualcosa mi dice che lei ha idee ben diverse riguardo al vostro rapporto; le piacerebbe renderlo stabile.>>

Morgan esplose in una sonora risata. <<Sono ricco come Mida, e quel che vuole Rouge è il danaro. Quando si perse sull’isola, tre anni fa, le offrii di riaccompagnarla in Inghilterra, ma lei preferì rimanere ad Andros come mia amante. Pensate che io sia il suo unico uomo? So di almeno altri tre individui, tutti pirati, che giungono in porto e si servono di lei durante le mie lunghe assenze. Inoltre sono sicuro che ce ne siano altri di cui non sono a conoscenza.

Quando e se deciderò di sposarmi, non sarà con una, voluttuosa sgauldrina come Rouge.>>

No, decisamente no, pensò Morgan tra sé. Incredibilmente, la bella Rouge LeClerc dai capelli ramati non gli era venuta in mente neppure una volta, da quando lui aveva incontrato suor Lucia, una donna che l'origine spagnola rendeva sua nemica.

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Lucia percorse la cabina all'infinito, avanti e indietro, fermandosi di tanto in tanto a fissare fuori della finestra. Più di una volta si portò la mano alla testa, avvertendo acutamente la perdita dei capelli. E tutto a :causa di quell'uomo, El Diablo. Era arrogante, dispotico, e...

Attraente come il peccato.Lui la tentava, le faceva venire pensieri impuri, la toccava in modi e

luoghi peccaminosi.Lui faceva sì che lei desiderasse di più.Forse suo padre aveva ragione, e non era fatta per la vita monastica.

Avrebbe dovuto accettare il matrimonio con Don Diego come volontà di Dio e derivare conforto da qualsiasi figlio fosse nat dalla loro unione. Ma quando lei cercava di ricordare il volto di Don Diego, non vedeva altro che il sorriso diabolico di Morgan Scott. Si rimproverò vigorosamente, sinceramente allarmata, e si concentrò per allontanare propria mente l'immagine del corsaro.

A dire il vero, Lucia non vedeva l'ora di raggiungere la roccaforte pirata, ma soltanto per l'opportunità che questa offriva. Pur non sapendo quasi nulla delle Bahama, lei supponeva che di tanto in tanto vi giungessero navi spagnole, e con l'aiuto di Dio sarebbe forse riuscita a fare ritorno al convento, dove avrebbe preso i voti perpetui prima che suo padre la scopriss e la rimandasse all’Avana, da Don Diego. Invece non era affatto ansiosa di rimanere sola con Morgan Scott più a lungo del necessario. Le oscure, feroci emozioni che lui suscitava in lei erano completamente al di fuori dell'ambito della sua conoscenza.

Lucia trascorse l'intera giornata tramando ed elaborando piani di fuga da Andros. Purtroppo non aveva idea che le Bahama fossero disabitate; benché tecnicamente appartenessero alla Spagna, nessun paese sembrava interessato all'arcipelago di più di settecento tra isole e isolette.

Un vassoio di cibo le fu consegnato a mezzogiorno e di nuovo alla sera dal signor Crawford, che non si trattenne a conversare con lei. A un certo punto della giornata lo sguattero, un giovane trasandato che disse di chiamarsi Lester, arrivò a riassettare la cabina e a portar via il repellente contenuto del vaso da notte. Lui parve prendersela con calma nello svolgimento del proprio compito, facendo ben poco caso al volto in fiamme di Lucia. Con enorme sollievo della ragazza, Morgan non ritornò più, dopo averla lasciata inginocchiata in preghiera all'inizio della mattinata.

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Quando scese l'oscurità e la nave si preparò per la notte, gli occhi di Lucia ritornarono ripetutamente alla porta, perché era consapevole del fatto che Morgan sarebbe presto ritornato in cabina e che il suo tormento sarebbe ricominciato da capo. Lei cercò di prepararsi mentalmente, ma non era comunque pronta quando il corsaro entrò di scatto nella stanza. Arrogante, sicuro, imponente, l'aria stessa intorno a lui sembrava vibrare tanto impetuoso fu il suo ingresso. II capitano le scrutò il volto, e ancora una volta Lucia si ritrovò troppo rapidamente preda del suo fascino.

Era il fascino di un uomo che l'avrebbe stuprata, di un individuo che la odiava per il suo sangue spagnolo.

Lei lo fissò di rimando, stupefatta dalla tempesta che gli scorse negli occhi.

Morgan sorrise e i suoi occhi azzurri assunsero un peculiare color argento, che catturò quelli di lei. Era forse desiderio, ciò che Lucia scorgeva in quello sguardo? La sua esperienza di quell'emozione era troppo scarsa perché lei potesse saperlo, tuttavia non ricambiò il sorriso.

«Mi sorprende trovarvi ancora sveglia, sorella. Senza dubbio sarete abituata a ritirarvi presto e ad alzarvi all'alba per iniziare le preghiere.» La lingua rifiutò di venirle in soccorso, perciò lei annuì.

«Allora vi suggerisco di mettervi a letto.»

Lei spalancò gli occhi, la gola improvvisamente secca; la sua voce era:roca quando infine la trovò. «Dormirò sul pavimento.»

Morgan si slacciò la spada dalla cintola e la gettò sulla sedia; si era tolto la giacca in precedenza, durante il giorno, poiché l'aria era piuttosto mite nelle acque del Sud che ora stavano solcando. Con le

mani sui fianchi, le gambe ben allargate, lui poteva rappresentare la risposta alla fantasia di qualunque giovane donna, ma il sogno di Lucia era poter trascorrere una tranquilla e pia esistenza tra le suore.

<<Dormirete nel letto... con me», aggiunse lui, osservandola attentamente. Lei aveva gli occhi sulla spada e sembrava pronta a fare un balzo per afferrarla. Morgan reagì rapidamente; con due lunghi passi le fu accanto e, cingendole la vita con le mani, sollevò la fanciulla senza sforzo e la gettò sulla cuccetta. Lei rimbalzò una volta e poi ricadde.

Lui non poté fare a meno di notare quanto risultasse leggera, come la sua vita fosse incredibilmente sottile, quanto la giovane fosse piccola ed

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indifesa. Morgan avrebbe potuto schiacciarla con una mano sola, se ne avesse avuto l'intenzione, ma c'erano altre cose, più piacevoli, che desiderava farle.

Quando lui la seguì sulla cuccetta, lei scese precipitosamente e cadde in ginocchio accanto al letto; le sue preghiere furono intense e sincere.

<<Medizione a voi!» imprecò il capitano, furioso. «Pensate che le preghiere vi salverebbero se io vi volessi davvero? Sono un pirata, ricordate?»

<<Come posso dimenticarlo?» Quella risposta fu seguìta da un altro fuoco di fila di imprecazioni.<<Stendetevi, non vi darò fastidio. Potete dormire in pace, proprio come

intendo fare io.»<<Nello stesso letto?» La voce le tremava.<<Nello stesso letto», rispose Morgan. «Perché uno di noi due dovrebbe

stare scomodo? Questa notte non vi desidero.»Quel diniego lasciò a Morgan l'amaro in bocca, perché lui voleva Lucia

più di quanto gli andasse di ammettere. Non riusciva a decidere se la donna spagnola fosse una santa o una strega; per fortuna lui non era un giovane inesperto e incapace di controllarsi. Finché non avesse appreso il segreto di suor Lucia, avrebbe atteso il momento opportuno, nel frattempo avrebbe utilizzato l'arte della seduzione sottile per assalire i sensi della giovane e logorarne la resistenza. Una volta sull'isola, lui l'avrebbe avuta tutta per sé.

<< A letto, sorella», ordinò, mentre iniziava a togliersi gli abiti.»<<No.>><< Se non lo farete, vi ci legherò io stesso.»Lei sedette con circospezione sul bordo del letto, poi si distese; con il

corpo rigido, si avvinghiò al bordo stretto, per evitare di cadere giù. Quando Morgan spense la luce, lei emise un forte sospiro. II fruscio della stoffa le rivelò che lui si era tolto gli abiti, poi il materasso affondò sotto il peso dell'uomo, che le si allungò accanto. Lei protestò vigorosamente quando lui tirò la coperta su entrambi.

«Calmatevi», si lamentò lui. «Se avessi qualche difficoltà ad addormentarmi potrei essere costretto a trovare un sistema che mi permettesse di divertirmi fino a stancarmi.»

Lei si immobilizzò, imponendosi di stare tranquilla, temendo che non le sarebbe piaciuto il tipo di divertimento che lui aveva in mente. Quando Morgan la circondò con il braccio, lei trattenne il fiato, poi espirò lentamente quando lui non fece altro che attirarla contro di sé.

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Il capitano avverti il battito furioso del cuore della fanciulla attraverso la barriera degli abiti e capì che era spaventata; tuttavia non tolse il braccio, né fece altro per intimorirla, poco importava quanto disperatamente la desiderasse.

II pirata voleva che lei si abituasse alla sua presenza, che fosse a suo agio quando lui le dormiva accanto, che acquisisse familiarità con il suo stato, fosse vestito o nudo. Poi, quando meno lei se lo fosse aspettato, lui avrebbe tentato l'innocenza di Lucia con un assalto sensuale alla sua virtù.

II poco tempo trascorso insieme aveva dimostrato che lei era una creatura tempestosa, la cui sessualità non era stata completamente esplorata, ma lui sapeva che ciò nonostante era presente, nascosta sotto le vesti grigie e la falsa devozione. Un giorno lui avrebbe scoperto la verità e l'avrebbe costretta a rivelargli la propria anima.

Lucia si svegliò di soprassalto e si stiracchiò, sorpresa di sentirsi così riposata. La cuccetta del capitano era molto più comoda del pavimento di legno o della dura branda a cui si era abituata al convento. Sarebbe stata ancora più godibile se il pirata non fosse stato a letto con lei. La ragazza volse lentamente il capo e lo trovò che la stava fissando; quella mattina gli occhi di lui scintillavano di sfumature argentee.

«È stato così terribile, santerellina?» chiese lui. La voce del pirata era stranamente roca e questo le procurò brividi di consapevolezza.

«Sono stato il primo uomo con cui abbiate mai dormito?» Il braccio di lui la cinse più forte.

«Lasciate che mi alzi», replicò Lucia, cercando di togliere il braccio di lui che le stringeva la vita. «Che cosa fate ancora a letto? Pensavo che vi alzaste all'alba.»

«State cercando di liberarvi di me?»«Sì »«Sto di gran lunga troppo comodo per muovermi.»«Bene, io no!»Lui si mise a ridacchiare divertito quando lei balzò giù dalla cuccetta, ma

non fece nulla per fermarla. «Forse avete ragione, è ora che mi alzi. Le Bahama sono appena dietro l'orizzonte, vi approderemo per mezzogiorno.»

Gli occhi scuri di Lucia scintillarono d'eccitazione. «Davvero? Le Bahama sono abitate? C'è un villaggio? Un porto? Vi fanno scalo altre navi?»

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«Siete piena di domande, stamane, non è così, suor Lucia? Non vedo alcun motivo per non rispondervi. Le Bahama sono disabitate, fatta eccezione per gli indigeni arawak, un popolo pacifico e amichevole. Si tratta di un possedimento spagnolo, ma il vostro popolo non ne ha ancora preso possesso. Gli indigeni lavorano nella mia piantagione e si occupano della casa che ho fatto costruire. In quanto all'esistenza di un villaggio, se un gruppo di capanne abitate da indigeni e pirati si può definire così, allora immagino che ci sia una specie di villaggio. C'è una baia naturale e profonda, ma non esistono attrezzature per l'attracco, non c'è un porto vero e proprio. I vascelli che visitano Andros sono pochi, fatta eccezione per le navi pirata che si fermano per attingere acqua dolce e fare rifornimento di frutta. Di tanto in tanto una nave inglese o spagnola raggiunge le nostre rive, ma riparte rapidamente. Un'isola disabitata presenta scarso interesse per qualunque paese.»«Non ci sono coloni alle Bahama? Nessun rifugio? Nessuna città portuale?» ripeté Lucia, sgomenta.

«L'arcipelago è costituito da più di settecento isole e da duemila isolotti», l'informò Morgan, «e pochissime hanno abbastanza acqua dolce o vita vegetale in grado di sostenere un insediamento. Andros è una di queste pochissime privilegiate: possiede in abbondanza entrambe tali risorse, ma abbiamo pochi visitatori e io intendo fare in modo che le cose rimangano tali. Quando El Diablo non opera nell'Atlantico, si sente a casa propria sia su Andros sia nella tenuta ancestrale in Inghilterra. Se state pensando alla fuga, scordatevelo.»

«Lasciatemi andare, capitano», implorò Lucia, con gli occhi lucidi di lacrime non versate. «Fatemi sbarcare in territorio spagnolo, e io troverò la strada di ritorno fino al convento. Sono ben consapevole dell'odio che nutrite nei confronti dei miei compatrioti, e non riesco a immaginare perché mi vogliate, quando io non rappresento alcun valore concreto per voi.»

«Nessun valore?» replicò Morgan incredulo. «Non sottovalutatevi, santerella. È vero che gli unici ostaggi che io tengo sono quelli che vengono riscattati dai propri parenti, ma nel vostro caso lo faccio per mio divertimento.» Poi, con una disinvoltura che la lasciò stupefatta, si alzò dal letto splendidamente nudo come il giorno in cui era nato.

Furiosa e imbarazzata, Lucia esplose: «Quello che mi state facendo non è divertente, arrogante, abietta canaglia!» Gli si gettò contro, tempestandogli il petto di pugni come un'invasata. Lui le afferrò i polsi,

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imprigionandoli in una delle sue grandi mani, mentre l'attirava contro di sé con l'altra.

«State mettendo gravemente alla prova la mia gentilezza d'animo, sorella», ringhiò Morgan.

Sentì il calore esplodergli nella zona dell'inguine, colmandogli il sesso quasi sino a farlo scoppiare. Lei non sapeva proprio quello che gli stava facendo?

Fu soltanto quando Lucia sentì il rigido rilievo della virilità di lui sollevarsi contro il proprio ventre che si rese conto del pericolo che correva. II volto dell'uomo era così vicino al suo che lei riusciva a vedergli le pupille, cerchi neri bordati d'argento, e a percepire il battito selvaggio del suo cuore.

Lui la sospinse all'indietro verso la cuccetta.

«Vi prego, oh, vi prego, non fatemi questo. Mi dispiace di avervi fatto arrabbiare.» Lei chiuse gli occhi e recitò una preghiera frenetica.

«Dios del cielo, salvatemi da questo destino. Non consentite che io sia disonorata in modo così violento.»

«Disonorata!» tuonò Morgan. «Quando farò l'amore con voi il disonore non avrà nulla a che vedere con la faccenda; sarà per piacere e reciproca soddisfazione. Quando arriverà quel giorno, giuro che voi sarete disponibile e compiacente, vi chiederete perché mai temevate la nostra unione.»

«Prima mi ucciderò!»«Morirete un po', così come sarà per me, ma non si tratterà di una morte

permanente, questo ve lo prometto. Desidererete che si ripeta più e più volte.»

A quel punto lui premette la bocca su quella di lei, febbrile, impellente, inspirando il suo alito. Oh, dios, la seduzione. Lei cercò di tenere le labbra strettamente sigillate contro la sollecitazione della lingua di Morgan, che tuttavia riuscì con facilità a infrangere la scarsa barríera. Il pirata frugò alla ricerca della lingua di lei, si mosse all'interno della sua bocca, le fece perdere la ragione. Lucia inalò il suo profumo, assaporò il suo aroma e la sensazione che le dava, e si impose di non rispondergli. Poi all'improvviso lui la lasciò, e lei cadde all'indietro sulla cuccetta. La ragazza si aspettava che l'uomo le piombasse addosso, ma il capitano non lo fece. Con sorpresa

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e compiacimento da parte della giovane, lui la guardò furioso con annoiata indifferenza e prese a infilarsi i pantaloni.

«Perché mi state facendo questo?» chiese lei, tremante. «Vi diverte corrompere una religiosa?»

Il sorriso di lui era bieco. «Non lo so, non ci ho mai provato; come ho detto in precedenza, voi potreste fornirmi divertimento. Dovete essere consapevole del fatto che non nutro alcun affetto per il vostro popolo. Perché dovrebbe importarmi di quel che accade a una suora spagnola? Oppure a una donna che sostiene di essere una religiosa?»

Lui si fissò la spada alla cintola e si arrestò alla porta. «Siate pronta a sbarcare, sarà più tardi nel corso della giornata. La mia casa vi piacerà di gran lunga più dello squallido convento da cui venivate, ammesso che davvero giungiate da un posto simile.»

Isola di Andros

Lucia guardò fuori della finestra mentre l'isola di Andros diveniva visibile; osservò 1'Avenger far manovra per entrare in un canale profondo tra due isole fittamente alberate. Mentre viravano di bordo verso Andros, lei notò che un fiume divideva in due la foresta e scorreva fino al mare. A un certo punto la ragazza avrebbe giurato che fossero sul punto di incagliarsi, ma poi la scogliera si ritirò per lasciare spazio a un porto aperto, abbastanza ampio da ospitare tre o quattro navi contemporaneamente. Il cuore le fece un balzo di speranza nel petto quando notò un altro vascello all'ancora a breve distanza dalla costa. Non c'erano attrezzature d'attracco, ma a riva Lucia vide sia uomini dalla pelle scura sia bianchi impegnati in varie attività.

Poco tempo dopo che l’Avenger ebbe gettato l'ancora, Morgan venne a prendere Lucia. Salirono a bordo di una barcaccia, accompagnati da vari membri della ciurma ai remi, e poi furono calati in mare con un verricello. L'acqua era dell'azzurro più chiaro che Lucia avesse mai visto, e quando lei la sfiorò con la mano la sentì calda al tocco. La giovane rimase piacevolmente sorpresa quando scorse uno stormo di uccelli dalle lunghe zampe, in piedi nell'acqua lungo il litorale. Il loro splendido piumaggio rosa era in vivace contrasto con il rigoglioso fogliame verde e l'acqua azzurra. Uno stormo di uccelli selvatici di ogni genere prese il volo al di sopra delle mangrovie che si allungavano lungo la riva.

«Quelli sono fenicotteri», l'informò Morgan, indicando gli uccelli di quel rosa vivace.

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«Si riproducono su Andros e si nutrono di gamberi. Qui ci sono centinaia di specie di uccelli, ma non animali selvatici degni di nota. Timber Ridge si trova proprio al di là dell'altura.»

«Timber Ridge?»«È il nome della mia piantagione.»«Che genere di piantagione? Che cosa si può coltivare su questo

terreno?»<<Alberi, suor Lucia. Pino caraibico, per l'esattezza. Noi abbattiamo ed

esportiamo tronchi di pino

in Inghilterra. Vedete, crescono in abbondanza tutt'intorno a noi. Inoltre gli indigeni si immergono alla ricerca di spugne, che sono abbondanti intorno alle isole; si tratta di articoli richiesti in Inghilterra e in Europa.»

Senza sforzo lui la sollevò dalla barcaccia e la depose sulla sabbia bianca, che era disseminata di centinaia di conchiglie colorate, di tutte le dimensioni e le forme. Lo sguardo di Lucia vagò verso la nave all'ancora accanto all'Avenger.

«Che nave è?» chiese lei, cercando di nascondere la propria eccitazione. Forse il suo capitano sarebbe stato disposto ad aiutarla a fuggire.«È una mia nave, porta legname in Inghilterra e generi di prima necessità

nel viaggio di ritorno. Ne ho parecchie simili a questa nella mia flotta; l'Avenger è l'unico vascello che uso per le spedizioni corsare.» Lei provò una cocente delusione. Non c'era proprio modo di sfuggire a El Diablo?

«Restate qui mentre parlo col signor Crawford», ordinò Morgan quando vide il suo primo ufficiale scendere a terra da una seconda barcaccia. Lui si allontanò in fretta e Lucia rivolse immediatamente la propria attenzione all'ambiente circostante. Rigogliosa di vegetazione, circondata d'acqua scintillante; in qualsiasi altra circostanza l'isola le sarebbe sembrata un paradiso.Morgan chiamò Crawford, e si incontrarono vari metri più in là lungo la

riva, rispetto a dove si trovava Lucia.«Quali sono i vostri ordini, capitano?» chiese Crawford.«Ci vorranno due mesi buoni per riportare 1'Avenger al buono stato in

cui si trovava in precedenza. Mettete immediatamente all'opera gli uomini. In giro c'è abbondanza di legname per completare i lavori di raddobbo; una

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volta in secca, gli uomini potranno carenarne lo scafo. Nel frattempo ho un incarico speciale per voi, amico mio.»

«Di che cosa si tratta, Morgan? Non avrà mica qualcosa a che fare con suor Lucia, vero?»

«Esattamente», replicò il capitano, rivolgendo uno sguardo furtivo alla ragazza, che ora era inginocchiata sulla sabbia a esaminare le conchiglie.

«Voglio che portiate la Queen's Glory a Cuba e che scopriate tutto quel che potete riguardo alla Santa Crux e ai suoi passeggeri. Ormai i membri dell'equipaggio che sono sopravvissuti saranno certamente stati salvati da una nave di passaggio e avranno denunciato l'affondamento. Voglio sapere come ha reagito Don Diego alla notizia della morte della sua fidanzata. Scoprite tutto quello che potete e tornate a riferirmi.»

«Devo partire subito?» chiese Crawford, ansioso di eseguire gli ordini del suo capitano.

«Vi farò sapere quando dovrete partire, può darsi che abbiate un passeggero.»

Crawford parve stupefatto. «Suor Lucia? Volete mandarla all'Avana?»«Mai!» negò Morgan con veemenza. «Per lo meno non ancora», aggiunse

in modo più ragionevole. «Se la ragazza è chi io penso che sia, ho progetti speciali per la nostra piccola suora. E in caso contrario...» Lui arrestò all'improvviso le proprie parole. Non aveva la minima idea di che cosa avrebbe fatto se la giovane fosse risultata davvero essere una suora.

«Se non è Lucia, chi diavolo sarà il mio passeggero?»«Morgan! Mon amour, mon chéri, come ho bramato il tuo ritorno.» Scott

e Crawford si volsero all'unisono a osservare la voluttuosa donna dai capelli ramati staccarsi dagli alberi e correre a tutta velocità verso di loro. Stan si volse verso Morgan, sollevando le sopracciglia in un'espressione sospettosa. «Rouge? Volete mandare Rouge a Cuba?»

«Ho la sensazione che lì sarà più felice», disse il capitano con voce pacata.

«Mio Dio! La strega spagnola vi ha davvero incantato. Pensavo che Rouge vi piacesse.»

«È vero, ma bisogna andare avanti, e io ho la sensazione che Rouge si stia stancando di quest'isola paradisiaca. Qui non c'è abbastanza per tenerla occupata durante le mie lunghe assenze. Inoltre, intendo ritornare presto in Inghilterra per consegnare alla regina la sua parte del bottino, e non mi va di portare con me una prostituta francese. Il nostro accordo, quando lei divenne la mia amante, era che entrambi avremmo potuto cambiare la nostra situazione in qualsiasi momento volessimo farlo, senza legami.»

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Strillando deliziata, Rouge raggiunse Morgan. Gli uomini che lavoravano sulla spiaggia per scaricare il bottino dell'Avenger osservarono divertiti mentre la bisbetica dai capelli infuocati si

gettava tra le braccia del capitano. Costernata, Lucia osservò la palese dimostrazione d'affetto tra la donna e Morgan; lei parve baciarlo all'infinito, con grande amore, sulla bocca, le guance, la gola, ovunque le sue labbra potessero posarsi. Una sorda pulsazione iniziò a colpire le tempie della ragazza spagnola, che strinse forte gli occhi, per contrastare la sofferenza. Perché Morgan non le aveva detto di essere sposato?

«Rouge, calma», rise Morgan, cercando di difendersi dall'assalto appassionato della donna. «Questo non è il luogo più adatto per dimostrare il tuo affetto, stai fornendo ai miei uomini un notevole spettacolo.»

«Non m'importa, mon amour»>, disse lei, facendo boccuccia. Lo sguardo ardente della donna dai capelli rossi lo divorava. «Ma se ti dà fastidio, vieni con me fino a casa, un letto è di gran lunga più comodo della sabbia calda sotto la schiena.»

Lei avverti che Morgan era distratto e seguì il suo sguardo lungo la riva, fino a dove una donna vestita di un informe abito grigio se ne stava a osservarli.

«Chi è quella, Morgan?»«Vieni, vi presento.» Lui la afferrò per una mano e la tirò attraverso la sabbia.Lucia era abbacinata dalla bellezza dai capelli infuocati. Perché lui

avrebbe dovuto volere una scialba colomba grigia quando aveva una donna simile nel proprio letto? La francese la guardò con ostilità, cosa che Lucia trovò sconcertante; non riusciva a pensare ad alcun motivo per cui l'altra dovesse provare antipatia per lei.

«Chi è questa strega dagli occhi neri, Morgan?» chiese Rouge.«Sembra una suora. Non dirmi che all'improvviso hai scoperto la

religione.»«Rouge, ti presento suor Lucia, giunta di recente da un convento

spagnolo. Suor Lucia, questa è Rouge LeClerc, una... mia amica.»«Un'ottima amica», precisò Rouge, facendo le fusa come una gatta «Ma

dimmi, mon amour, che cosa ci fa una suora sulla tua isola? Mon Dieu, una suora spagnola, nientemeno.»

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«È mia ospite. Ora, vogliamo procedere tutti fino all'abitazione? Sono sicuro che suor Lucia sia ansiosa di fare un bagno e di trovare un letto comodo.» Lui regalò a Lucia un largo sorriso impudente. «La mia cuccetta offre scarsa comodità.»

Rouge spalancò gli occhi per la rabbia, ma, prima che potesse manifestarla, fu portata via da Crawford. Lucia si ritrovò guidata lungo la spiaggia da Morgan, la cui stretta sul suo gomito era inesorabile.

«L'abitazione dista varie centinaia di metri attraverso la foresta, si trova in una radura aperta a colpi d'ascia dai miei uomini. Ho assunto degli arawak affinché costruissero la casa, importando tutto dall'Inghilterra, tranne il legname», spiegò Morgan, loquace. «Non si tratta di una dimora sontuosa, ma la troverete comoda.»

Lucia non aveva ancora ritrovato la voce; la comparsa della bella Rouge l'aveva lasciata senza parole. Lei avrebbe dovuto sapere che una sola donna non era in grado di soddisfare Morgan; probabilmente lui aveva un'intera scuderia di amanti sparpagliate in tutti i porti del mondo. A dire il vero scoprire che una donna risedeva in casa del pirata tranquillizzò mentalmente Lucia. Con Rouge lì, lui non poteva certo desiderare carnalmente un'altra donna, e questo andava benissimo alla ragazza, che non voleva che il pirata pensasse a lei sotto quell'aspetto.

Ma la stretta possessiva di Morgan sul braccio di lei sembrava sfidare la logica; non c'era nulla di semplice o di chiaro, quando c'era di mezzo il capitano Scott.

Quando entrarono nel fresco della foresta a Lucia sarebbe piaciuto fermarsi lungo la strada per esaminare i vari esemplari di flora e fauna, ma lui non volle permetterle di allontanarsi dal sentiero battuto che stavano percorrendo. All'improvviso giunsero a una radura, dominata da una grande abitazione costruita interamente di tronchi di pino. La casa era a due piani e possedeva un portico che girava tutt'intorno, su ogni livello, teneva lontana la pioggia e consentiva alle finestre di rimanere aperte per lasciare entrare la brezza. Le finestre stesse erano di vetro, indubbiamente importato, e il tetto era ricoperto di tegole.

Nell'insieme l'abitazione era decisamente notevole, per essere una dimora costruita in una regione selvaggia.

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Salirono i gradini del portico e varcarono la soglia. Lucia si ritrovò nell'ingresso, stupefatta per la frescura che l'accolse. Una bella donna di mezz'età con marcati lineamenti indigeni diede loro il benvenuto; era scalza e vestita con un sarong colorato.

«Bentornato a casa, capitano.» Il sorriso era sincero.«È bello essere di nuovo qui, Lani. È andato tutto bene in mia assenza?»«Bene, date le circostanze», disse Lani, indirizzando a Rouge un'occhiata

piuttosto scontenta.«La tua famiglia sta bene?» «Prospera, capitano, grazie a voi.»«Porto un'ospite a Timber Ridge, Lani. Ti prego di dare il benvenuto a

suor Lucia e di fare in modo che sia a proprio agio. Assegnale una delle stanze che danno sul giardino, penso che le piacerà. II suo baule arriverà tra breve.»

Lucia gli indirizzò un'occhiata sbalordita. «Non ho alcun baule.»«Mi sono preso la libertà di far portar via quello della seíiorita Santiago

dal galeone che affondava. Certamente lì dentro ci sarà qualcosa che potrete indossare; qualsiasi indumento costituirà indubbiamente un miglioramento, rispetto al sacco grigio che avete indossato finora.»

«Quello che porto è l'abito approvato dal mio ordine», obiettò Lucia con un accenno di rimprovero. «Derivo grande orgoglio dalla mia veste monacale. Chi serve Dio rinuncia alle piume vivaci e agli ornamenti mondani.»

«Peccato», disse piano Morgan. «Vi renderebbero giustizia.»Durante questo scambio tra Lucia e il pirata, Rouge era rimasta

attentamente in ascolto, insospettendosi per la rara tenerezza presente nella voce del capitano, e per il modo in cui guardava quel piccolo sorcio grigio. Che cosa vedeva in lei?

Quando Lani ebbe portato via Lucia, e Stan Crawford si fu recato nei propri alloggi all'interno della vasta abitazione, la donna dai capelli ramati investì il proprio amante.

«Che cosa diavolo era tutta quella storia? Tu non sei più religioso di quanto sia io, tuttavia ti compiaci di quella piccola suora come... come se stessi progettando di sedurla.»

L'espressione sul volto di Morgan fu sufficiente a convincere Rouge che aveva colpito nel segno. «Mon Dieu! È esattamente quello che hai in mente, non è così, mon amour? O forse ci sei già riuscito?>>

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CAPITOLO 5

organ guardò Rouge, furioso. Ricordava con vivacità le volte in cui era ritornato ad Andros e aveva trascorso giorni d'amore e calde

nottate a letto con lei, mangiando e dormendo molto. Svagarsi con l'irritabile ragazza francese era stato divertente e soddisfacente, ma all'improvviso lei non l'allettava più. Il periodo che avevano trascorso insieme era ormai giunto alla fine; il corsaro si stava stancando di lei, tutto qui. E la donna poteva negarlo finché voleva, ma lui sapeva che era pronta a lasciare l'isola.

M

«Bene, Morgan, mon amour, rispondi alla mia domanda. Hai già sedotto quella donna? È una suora! Non riesco a credere che tu possa fare una cosa simile, pur conoscendo il tuo odio per gli spagnoli.»

«Spesso le apparenze ingannano», disse lui, senza ammettere né negare nulla. Rouge era troppo sagace per non rendersi conto del suo obiettivo finale.

«Che cosa intendi dire? La ragazza è una religiosa, non è così?» «Per quanto ne so», disse blandamente Morgan. «E per tua informazione non l'ho

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sedotta. Non riesco a farla smettere di stare in ginocchio abbastanza a lungo da sollevarle le sottane.»

Rouge rise vigorosamente. «Ah, mon amour, se la vorrai abbastanza intensamente troverai un modo. Víeni.» La voce di lei si fece sommessa, mentre gli afferrava la mano e lo attirava verso le scale. «Ho sentito terribilmente la tua mancanza. Se faremo a modo mio non lasceremo la camera da letto per una settimana intera. Intendo averne a sazietà di te, prima che tu riparta.»

Morgan esitò. «Ho alcune cose da fare.»

La donna francese gli lanciò uno sguardo irato. «Lascia che se ne occupi Crawford.~

«Stan è impegnato, lascerà presto l'isola.» «Solo?»«No, non necessariamente. Pensavo che potesse andarti di accompagnarlo

a Cuba. Sono disposto ad assegnarti una somma che ti consentirà di vivere in modo indipendente per il resto dei tuoi giorni. Se Cuba non ti piace, da lì puoi prendere una nave per la Francia.»

Ferita, Rouge arretrò, socchiudendo gli occhi incredula. «Mi stai mandando via? Mon Dieu! Mi stai gettando da parte per una puttana spagnola che sostiene di essere una suora? Sei pazzo! Che cosa ti ha fatto quella?»

«Rifletti, Rouge», disse Morgan, cercando di calmarla. «Non pensi che io mi sia accorto della tua irrequietezza degli ultimi mesi? Ammettilo, per te la vita è troppo noiosa qui sull'isola.»

«Non quando sei qui, mon amour.» La voce di lei si fece appassionata, gli occhi scuri e luminosi. La donna gli posò le mani sul petto, facendosi strada all'interno della camicia per stuzzicargli i capezzoli. «Ti è sempre piaciuto quello che ti faccio.»

«Non posso negarlo», ammise Morgan, «ma il nostro connubio ha fatto il suo corso. Quando partirai col signor Crawford, farò in modo che non ti manchi nulla.»

«Bastardo!»

«Hai dimenticato il nostro accordo? Ciascuno di noi è libero di andare per la propria strada in qualunque momento gli piaccia.»

Lei sibilò il proprio malcontento. «Mi aspettavo di più da te. Mi aspettavo di andare in Inghilterra a conoscere la tua regina. Con il tempo... chissà a che cosa avrebbe portato la nostra relazione.»

Il corsaro cominciò a sentirsi molto irritato. «Non avrebbe portato a nulla. Quando mi sposerò, se mai mi sposerò, sarà con una...» Una donna che amo. «Lasciamo perdere.»

«Se è questo che vuoi, Morgan», disse aspramente Rouge.

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«Non soffrirai per la rottura del nostro rapporto. Ti auguro buona fortuna e buon viaggio.» Si volse e uscì dalla stanza.Rouge aveva voglia di urlare per la frustrazione. Aveva saputo fin

dall'inizio che dalla sua relazione con Morgan Scott non sarebbe derivato nulla di stabile, ma ciò nonostante nutriva grandi speranze. Morgan era schifosamente ricco, e ciò era quello che le piaceva di lui, e per di più se l'intendevano bene a letto insieme. Lui non gliel'aveva mai rinfacciato, ma sapeva che nel suo paese

d'origine lei era stata una prostituta e che si era aggregata al capitano di una nave che le aveva promesso un notevole compenso per riscaldargli la cuccetta durante il viaggio. Una tempesta aveva fatto incagliare la nave su Andros, e lei aveva deciso di rimanere sull'isola come amante del corsaro inglese.

Tuttavia Rouge era ancora giovane e bella, e se Morgan fosse stato generoso come aveva lasciato intendere, lei sarebbe diventata ricca, perciò non poteva lamentarsi. Era stato divertente finché era durato, ma a dire il vero il pirata aveva ragione, Andros iniziava ad annoiarla. Questo non valeva certo per Morgan, lui non la stancava mai, ma, nei periodi in cui era lontano, lei vagava per l'isola come un animale in gabbia. Neppure portarsi a letto i pirati le cui navi di tanto in tanto gettavano l'ancora nella baia riusciva a guarire la sua inquietudine. Tuttavia lei si sentiva comunque ferita per il fatto di essere congedata con tanta disinvoltura. Rouge sapeva istintivamente che la colpa era di Lucia, ma quello che non capiva era che cosa volesse El Diablo da una piccola, insignificante suora spagnola.

Lucia provava una sensazione strana nella bella stanza che le era stata assegnata. Tutti i mobili dovevano essere arrivati dall'Inghilterra, pensò mentre il suo sguardo d'apprezzamento spaziava sull'ampio letto con baldacchino, su cui era sospesa una rete contro le zanzare, e sui mobili riccamente ornati e lucidati fino a farli brillare. Si avvicinò alle vetrate e alla doppia porta da cui si poteva uscire sul portico che girava tutt'intorno all'abitazione, sulla terrazza superiore. Le tende svolazzavano all'interno, lasciando entrare una fresca brezza oceanica. Lei non riusciva a ricordare un simile lusso da quando aveva lasciato la villa del padre a dieci anni d'età.

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Il baule di Lucia era già stato consegnato, e lei vi aveva frugato all'interno, senza trovarvi nulla di adatto a una religiosa. Gli abiti erano stati fatti per la figlia di Don Eduardo, dentro non c'era niente che suor Lucia potesse indossare.

Dopo un lungo bagno voluttuoso, la ragazza lavò il proprio abito e s'infilò una vestaglia che aveva recuperato dal baule. Si avvolse il capo in un asciugamano e appese la veste sulla balaustra della terrazza, ad asciugare. Era decisamente pronta per un pisolino e si allungò sul letto in attesa che i suoi abiti si asciugassero al calore del sole.

Morgan picchiò leggermente alla porta di Lucia; voleva chiederle se era soddisfatta della sua stanza, e quando non ricevette risposta si allarmò. Temendo che lei avesse tentato stupidamente di trovare un modo per lasciare l'isola, girò la maniglia della porta ed entrò nella stanza. La vide immediatamente, dormiva serenamente sul letto. La tinozza di acqua per il bagno, usata, si trovava ancora al centro della stanza. Lui si chiese che fine avessero fatto gli abiti della ragazza; una rapida occhiata intorno alla stanza gli permise di individuare l'abito grigio steso sulla ringhiera della terrazza, con accanto il copricapo bianco, ben allargato.

Sorridendo malizioso, Morgan raccolse in silenzio lo scialbo indumento grigio e lasciò la stanza senza far rumore, così com'era entrato. Poi portò gli oltraggiosi indumenti direttamente in cucina, dietro la casa, dove li gettò nel fuoco dei fornelli. Rimase in attesa finché gli abiti non furono avvolti dalle fiamme, prima di ritornare all'abitazione principale e al suo bagno.Lucia fu svegliata da qualcuno che bussava forte alla porta. Intontita ; dal sonno, osservò l'ambiente circostante, che non le era certo familiare, e all'improvviso ricordò dove si trovava. Era sull'isola di Morgan, in casa sua, alla sua mercé. I colpi continuavano.

«Chi è?»<<Rouge. Posso entrare?» «Se volete.»

Rouge entrò, facendo ondeggiare i fianchi in modo sensuale. «Si sta facendo buio, perché non avete acceso una candela?» Senza aspettare risposta, sfregò un fiammifero e accese un vicino candelabro.

«Grazie. Avete bisogno di me?»La donna francese la guardò con curiosità. «Siete davvero una suora?»

Lucia la guardò dritta in faccia. «Sí, sono una suora.» Sperò che Dio la perdonasse per quella piccola bugia.

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<<Che cosa ci fate con un uomo come Morgan Scott? Probabilmente è uno degli individui più lontani da Dio che io conosca. Odia gli spagnoli, sapete. Pensate che la vostra veste monacale vi salverà da lui?»

«Non ho avuto possibilità di scelta in questo. L'ho implorato di liberarmi o di lasciarmi sulla nave che stava affondando, ma ha rifiutato.»

«Vi ha rapito? Non ci credo. Non avete alcun valore di riscatto, che cosa mai potrebbe volere da voi?» Lei socchiuse gli occhi con fare meditabondo. «Morgan è un uomo attraente. Qualsiasi donna lo vorrebbe.»

«Non io», negò Lucia con veemenza.«Evidentemente lui vuole voi. Mi sta mandando via.»«Che cosa! No! Non può essere. Non dovete andare e lasciarmi qui da sola con lui.»Rouge scrollò le spalle. «Non tocca a me decidere. Inoltre, non sono

convinta che siate così innocente come volete far credere. Conosco troppo bene Morgan Scott, nessuna donna potrebbe tenere duro contro di lui per il periodo di tempo che voi due avete trascorso insieme. Siete stata voi a dirgli di mandarmi via?»

«No! Non sapevo neppure della vostra esistenza, finché non abbiamo raggiunto l'isola.»«Mentite», l'accusò l'altra, malevola.«Quest'innocenza simulata non m'inganna, volete Morgan tutto per voi,

perciò gli avete detto di allontanarmi. Io me ne andrò, suor Lucia, ma voi sentirete ancora parlare di me. Lui non mi avrebbe mai scacciato, se non fosse per voi.»

«Rouge, che cosa fai qui?»Morgan era sulla soglia, con un feroce cipiglio sul volto.«Stavo semplicemente parlando con suor Lucia, mon amour»>, disse

dolcemente lei. «Non mi capita spesso di riuscire a conversare con una santa donna.»

«Forse dovresti cambiarti per la cena, so quanto tu sia scrupolosa riguardo al tuo aspetto.»

La donna francese non mancò di cogliere la sottile allusione. «Oui, hai ragione, Morgan, ci vediamo a cena. Prima ho chiesto a Lani di servirla fuori sul patio, sarà molto romantico.»

«Suor Lucia e Stan Crawford si uniranno a noi.»

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Rouge rivolse a Morgan un'occhiata stizzosa. «Naturalmente, come vuoi tu, mon amour.»Lei se ne andò adirata e il capitano rivolse lo sguardo su Lucia. «Quella

vestaglia è l'indumento più grazioso che vi abbia visto indossare.»La giovane si agitò, imbarazzata. «Non è mia.»«Strano, sembra fatta su misura per voi.»«Non mi unirò a voi per la cena, questa sera; dubito che la mia veste sarà

asciutta per quell'ora.»«Veste? Quale veste?» Gli occhi di lui erano socchiusi come quelli di un

falco.«L'ho lavata e appesa sulla ringhiera ad asciugare.»Morgan uscì deliberatamente in terrazza. «Non vedo niente.»«Che cosa! Dove può essere finita?» Lucia si precipitò fuori e scrutò

freneticamente oltre la ringhiera, nel cortile sottostante. Lui aveva ragione, l'indumento non si vedeva da alcuna parte. «Bene, questo sistema le cose. Non posso lasciare la stanza finché non si sarà ritrovato il mio abito.»

«Avete un baule pieno di vestiti, e molto belli, se non vado errato. Sono vostri, non dovete fare altro che indossarli.»

«Non posso.»«Lo farete.»Prima che Lucia si rendesse conto delle intenzioni del capitano, lui

afferrò l'asciugamano e glielo strappò dal capo. Il pirata fu percorso da un brivido; i capelli scuri della ragazza, che probabilmente un tempo erano stati belli, ora le si arricciavano contro il capo in ciuffi irregolari, che le coprivano a malapena gli orecchi.

«Chi diavolo vi ha fatto questo?»Lucia lottò per impedire alle lacrime di scorrerle lungo le guance. «È

l'usanza, a tutte le suore vengono tagliati i capelli.»

«Da un macellaio? Per Dio, è un sacrilegio. Manderò su Lani ad aiutarvi a vestirvi. Speriamo che possa fare qualche cosa per quell'orribile pasticcio che avete in cima al capo. Ci vedremo a cena, e se non comparirete verrò quassù e vi vestirò io stesso. È chiaro?»

Lucia ribollì di rabbia impotente, all'improvviso sicura che dietro alla scomparsa della sua veste ci fosse proprio lo zampino di Morgan. Lei si sentiva nuda e vulnerabile senza la protezione del suo abito grigio.

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Precipitandosi in ginocchio davanti al baule, cercò il meno appariscente tra gli eleganti vestiti che suo padre aveva ordinato di realizzare per il corredo da sposa che le era destinato. Sul fondo, sotto gli strati di sete e rasi, lei trovò alcuni abiti da lutto di Carlotta e ricordò di aver permesso alla vedova di usare una parte del suo baule per riporvi le poche cose che le appartenevano.

Perfetto, pensò, tirando fuori l'abito nero e scuotendolo per eliminare le pieghe. La giovane individuò anche una mantiglia con cui coprire i capelli tagliati. All'arrivo di Lani, lei aveva indossato corsetto, calze e sottovesti, e stava accingendosi a indossare il vestito.

«Non avete altro da indossare?» chiese Lani, osservando l'abito con disgusto. «E i vostri capelli», gemette. «Poverina.»

«Sono una religiosa», spiegò Lucia tranquillamente. «Se la mia veste non fosse misteriosamente scomparsa, avrei indossato quella.»

«Il capitano ha detto che avevate bisogno di aiuto. È un peccato tagliare capelli belli come i vostri, vedrò che cosa posso fare al riguardo.»

«No, va bene così, davvero. Non sono una creatura vanitosa.» «Non oso disobbedire al capitano», ribatté Laní, facendo sedere Lucia su una panca davanti a un basso tavolino da toilette dotato di specchio. L'indigena estrasse un paio di forbici da un cestino che portava e iniziò a pareggiare i capelli della ragazza, tagliando via le punte sfilacciate e modellandoli in una parvenza di ordine. Incantata, la giovane osservò la donna mentre creava un caschetto di brillanti riccioli neri che le ricoprirono il capo di minuscoli boccoli; l'effetto era affascinante e lei stentava a riconoscersi.

Mentre Lani brandiva le forbici, Lucia la incalzò di domande. «Lavorate da molto per il capitano Scott?»

«Da quando è arrivato sull'isola», rispose la donna. «Lui si prende cura di noi; alcune delle nostre donne hanno sposato membri del suo equipaggio e vivono nel gruppetto di capanne situato all'estremità settentrionale della spiaggia. Lui ha insegnato alla nostra gente a parlare inglese e a trattare con le navi che giungono sulle nostre rive alla ricerca d'acqua e di schiavi.»

Lucia rimuginò su questo, poi chiese: «E Rouge? Sta con Morgan da molto?»

Lani rifletté un attimo prima di rispondere. «Sì, da moltissimo tempo, ma penso che lei si stanchi della solitudine. Non preoccupatevi; ora che voi siete qui, non credo che lei rimarrà.»

Le guance di Lucia s'infiammarono; sembrava che la donna si aspettasse che lei prendesse il posto della francese dai capelli rossi nel letto di Morgan. Ma questo non sarebbe accaduto, né ora, né mai. «A me importa ben poco

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se Rouge rimane o se ne va. Se avete finito, raggiungerò gli altri sul patio, per la cena.»

Lucia fu l'ultima ad arrivare. Ogni conversazione si arrestò quando lei giunse nel patio illuminato da centinaia di candele. Il vestito nero le stava male, dato che Carlotta era molto più grossa di lei, e il suo caschetto di riccioli era celato con discrezione dalla mantiglia che le copriva i capelli tagliati.

«Buon Dío!» disse Morgan con un accenno di indignazione. «Da topo grigio vi siete trasformata in un corvo. Non c'era nulla che potesse rendervi maggiore giustizia, nel baule? Trovo difficile credere che la figlia di un grande di Spagna potesse recarsi dal proprio fidanzato indossando gramaglie vedovili.»

«Questo era 1'unico indumento del baule che facesse al caso mio», replicò Lucia in modo compassato.

«Naturalmente», sbottò Morgan con asprezza, «avrei dovuto immaginarlo.»

Ciò nonostante lui era deluso; era ansioso di vedere Lucia indossare qualche cosa di diverso dal grigio o dal nero, un abito che si adattasse alle curve che lui sospettava trovarsi sotto il suo abbigliamento austero.

«Vogliamo mangiare?» chiese, per cambiare discorso. Morgan e Stan tennero viva la conversazione per tutto il pasto; Rouge era imbronciata e Lucia taciturna.

Ogni qual volta la ragazza spagnola guardava l'altra donna, si figurava quella bellezza fiammeggiante tra le braccia di Morgan. L'immagine non avrebbe dovuto infastidirla, ma lo faceva.

Già, anche quella notte loro avrebbero... nel letto di lui... Dios! Perché si stava torturando con pensieri così peccaminosi?

«Stan, perché non accompagnate Rouge alla nave e non lasciate che scelga tutto quello che vuole dal bottino? Non dimenticate di mostrarle i gioielli che abbiamo scoperto sulla Santa Cruz.»

I miei gioielli, pensò Lucia, adirata, dato che facevano parte della sua dote.

«Oh, Morgan, come sei generoso», tubò la francese, sbattendo le lunghe ciglia in direzione del capitano. «Dovrò pensare a un modo appropriato per ringraziarti.»

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«Non è necessario, Rouge, consideralo parte del tuo dono d'addio. Prenditela comoda, scegli tutto quel che ti piace. Nel frattempo io porterò Lucia a fare una passeggiata sulla spiaggia.»

Stan rivolse a Morgan uno sguardo divertito; lui sapeva senza necessità di spiegazione che l'amico gli stava dando il permesso di sollazzarsi con la voluttuosa Rouge, se così desiderava, perché a lui non sarebbe importato. Era passato molto tempo da quando Crawford aveva avuto una donna; lui era già stato un paio di volte con la ragazza dai capelli fiammeggianti in precedenza, e l'aveva trovata deliziosamente piacevole a letto.

«Vieni, Rouge, c'è un bottino davvero meraviglioso a bordo dell'Avengen>, disse il primo ufficiale, tirandole indietro la sedia. Dopo uno sguardo indagatore rivolto a Morgan, lei prese Stan a braccetto e i due si allontanarono insieme tra gli alberi. Quel congedo così asciutto da parte dell'ex amante bruciava alla bellezza ramata, ma rideva bene chi rideva per ultimo.

II capitano Scott si rivolse a Lucia con un sorriso rapace. «Andiamo, sorella? La nottata è calda e invitante. Scommetto che non avete mai visto uno spettacolo più bello del sorgere della luna sulle isole.»

Lucia sentì che le mancavano le gambe; l'ultima cosa di cui aveva bisogno era trovarsi sola con l'attraente pirata. «Un'altra volta, capitano, ora preferirei andare a letto.»

Il ghigno di lui si allargò. «Anch'io. II vostro letto andrà benissimo.» Le offrì il braccio. «Andiamo?»

Lucia rimase senza fiato, il cuore prese a batterle precipitosamente nel petto. «A ripensarci, una passeggiata mi farebbe bene, dopo essere rimasta così a lungo confinata nella vostra cabina.»

«Come volete. Prendete il mio braccio, il sentiero può essere infido di notte, a meno che non lo si conosca bene.»

I due raggiunsero la spiaggia deserta e Morgan condusse Lucia lontano da dove si trovava all'ancora 1'Avenger. La luna era sospesa sull'acqua come un enorme globo baluginante: lo spettacolo era impressionante come aveva detto il pirata. Alla ragazza si arrestò il cuore in gola quando si fermò ad ammirare il gioco di un milione di raggi lunari scintillanti che danzavano sull'acqua.

«Oh, è bello», sussurrò piena d'apprezzamento.«Lo so, talvolta penso che preferirei stare qui piuttosto che a Scott Hall,

nel Sussex occidentale. Il castello è la mia dimora ancestrale, ma Andros è quella del cuore.» La fissò, guardò i suoi luminosi occhi scuri, le labbra

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voluttuose, e provò una bramosia che andava al di là del semplice desiderio carnale. Lucia avverti l'ardore struggente dello sguardo di lui e perse la capacità di pensare; disse la prima cosa che le venne in mente.

«Io provo gli stessi sentimenti per il convento. È lì che sta di casa il mio cuore.»

Morgan assunse un'espressione ironica. «Davvero?» Chiaramente non le credeva.«I giorni pacifici che ho trascorso all'interno di quelle mura sono stati i più felici della mia vita.»

II capitano le prese il braccio e continuarono la passeggiata; all'improvviso lui si fermò e le tolse la mantiglia dal capo.

«Che... che cosa fate?»«Volevo semplicemente vedere l'opera di Lani. È piuttosto abile, non

credete? Siete incantevole, Lucia, assolutamente incantevole. Se non fosse per quel vestito...»

«Suor Lucia», gli ricordò lei. «Penso che dovremmo proseguire.»«No.» Lui si tolse la giacca e la distese sulla sabbia, sotto una palma

ondeggiante. «Riposeremo qui per un po', prima che vi riporti al1'abitazione.»

Se Lucia avesse conosciuto la strada per fare ritorno all'abitazione, si sarebbe girata e messa a correre. Il suo istinto le lasciava presagire un pericolo, il genere di rischio con cui lei non aveva la

minima familiarità. Morgan le aveva mostrato che cosa significasse baciare, e lei temeva enormemente che volesse insegnarle anche altre cose.

Sedette con circospezione, tenendo cautamente d'occhio Morgan mentre lui spingeva da parte le gonne di lei e le si lasciava cadere accanto. «Non pensate che Rouge sentirà la vostra mancanza se rimaniamo qui troppo a lungo?» chiese Lucia nel tentativo di smorzare il calore che emanava dalle ardenti profondità degli occhi grigio azzurri di lui.

«Stan Crawford è perfettamente in grado di tenere occupata Rouge per qualche ora. Partiranno presto a bordo della Queen's Glory.» Lui si avvicinò ulteriormente e Lucia fu presa dall'ansia. Morgan la circondò con le braccia, attirandola contro il calore bruciante del proprio corpo.

«Capitano, questo non è opportuno. Vi ho detto che sono una...»«... suora, lo so. Prometto che non farò nulla che non vogliate che io

faccia.»

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Lui scivolò con le mani verso l'alto, passando le dita tra i boccoli neri che le incorniciavano il capo. «È tutta la sera che desidero farlo. I vostri capelli sembrano di seta. Sono certo che fossero belli quand'erano lunghi, ma risultano seducenti anche così come sono ora.»

Maestro di seduzione, Morgan sapeva esattamente che cosa dire e quando dirlo. Intendeva irretire subdolamente i sensi di Lucia, sino a farle dimenticare tutte quelle sciocchezze riguardo al fatto di essere una suora, oppure indurla a confessare la verità.

«Non avete alcun diritto di dirmi cose simili.»«Immagino di non avere alcun diritto neppure di fare questo.» Lucia

sbarrò gli occhi mentre il volto di lui si faceva più vicino, ancora più vicino, finché lei non si sentì sfiorare le labbra da quelle di Morgan. Il suo tocco era leggero, seducente, e Lucia avvertì una sensazione bruciante nel profondo del proprio essere. Un brivido le percorse la spina dorsale quando lui fece scivolare la lingua lungo la giuntura delle sue labbra, cercando di aprirle. Quando lei rifiutò di concedergli tale privilegio, lui premette arditamente oltre le labbra e i denti di lei, costringendoli a schiudersi finché non riuscì a guizzare all'interno con la lingua. Lei sospirò mentre lui le teneva il capo tra le grandi mani e le saccheggiava la bocca.

Lucia avverti la bruciante bramosia del bacio di lui diffondersi a spirale dentro di sé, la sentì spingersi giù al centro del suo essere, tra le gambe. Le labbra di Morgan lasciarono quelle di lei, per premergliele contro la gola, leccandole con la lingua la pulsazione fremente alla base del collo. Inconsapevolmente la testa della ragazza ricadde all'indietro contro il braccio di lui, dandogli facile accesso. E all'improvviso la pelle vellutata del collo della fanciulla non gli bastò più; con la mano libera lui le sbottonò il davanti dell'abito, aprendone i bordi, scoprendo la curva superiore dei seni, al di sopra del corsetto, al piacere inebriante dei suoi baci. Morgan premette la bocca sulle rotondità di Lucia, assaporandole, eccitandola col suo tocco umido, febbrile, ardente. Il tocco del pirata era ardito, seducente, le toglieva le forze.

Lui fece scivolare fuori il seno destro, liberandolo dai confini del corsetto, avvolgendovi intorno le dita, accarezzandone la pienezza. Con il pollice guizzò sul capezzolo e lei esclamò: «No, oh, no!»

Lucia sentì la rigidità del corpo di lui che si premeva contro il proprio, poi la bocca di Morgan coprì il luogo dove era appena stato il pollice, e lei fremette in risposta. Che cosa le stava facendo?

Il pirata non aveva mai assaporato nulla di così dolce come la pelle di Lucia, né toccato niente di altrettanto morbido e serico. Il desiderio sfuggì

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al suo controllo, diffondendosi a spirale, bruciante, doloroso, bramoso. Dio, lui non voleva fermarsi, non era sicuro di riuscirci; desiderava portare la cosa sino in fondo, fino al suo culmine naturale, bramava che lei aprisse le gambe accogliendolo con gioia, voleva raggiungere il paradiso.

Lei schiuse le labbra per formulare una protesta, ma non ne uscì al-tro che un soffio. Le mani di lui si fecero più ardite, sollevandole il bordo del vestito e spingendosi verso l'alto, lungo la parte interna delle gambe. Il suo tormento aumentò quando trovò l'allettante pelle nuda al di sopra delle calze di lei. Morgan si spinse più in là, sfiorando con le dita il morbido calore invitante del pube verginale, poi spostò lentamente la mano più in su, cercando una ricompensa più intima, mentre con la bocca ardente le suggeva il seno.

Una frenetica eccitazione si diffuse, facendolo fremere, per tutto il corpo di Lucia, lasciandola con una sensazione di caldo e di freddo al tempo stesso. Lei sapeva che questo non poteva continuare, che doveva fermarsi ora, oppure sarebbe stata dannata per sempre, sarebbe andata a

ingrossare le file delle innumerevoli donne sedotte da El Diablo. La ragazza sospettava che, una volta che lui avesse fatto quel che voleva con lei, una vita devota non l'avrebbe mai più soddisfatta. Quel solo pensiero ruppe l'incanto dei baci inebrianti di Morgan e le diede la forza di divincolarsi dalle sue braccia.

Il corsaro la fissò con sguardo assente; lei ansava, aveva gli occhi accesi, il volto era un ovale bianco alla luce lunare. «No! Non lascerò che mi facciate una cosa simile. Questa notte pregherò in ginocchio per la salvezza della vostra anima.»

«Maledizione!» Morgan era così eccitato dalla strega spagnola che avrebbe potuto gettarla sulla schiena, allargarle le gambe e saziarsi di lei. Non farlo lo sorprese e lo fece infuriare al tempo stesso. «Se foste davvero una suora, Lucia, rispetterei la vostra vocazione religiosa, benché la consideri uno spreco insensato di femminilità. Tuttavia ho dubitato di voi fin dall'inizio. Vi voglio, penso che voi lo sappiate. Non riesco a ricordare di aver mai desiderato così intensamente una donna.

«Scoprirò la verità su di voi, ma nemmeno quando lo avrò fatto, potrete essere al sicuro da me, indipendentemente da quel che avrò appreso. Mi capite, Lucia?» Dopo che lei ebbe annuito, lui la fece alzare in piedi e la aiutò a riallacciarsi il vestito. «Vi ricondurrò all'abitazione.»

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Quando raggiunsero la casa, a Lucia tremavano ancora le ginocchia. Con suo enorme sollievo, Morgan la lasciò alla porta e le augurò la buona notte.

Penosamente eccitato, il pirata entrò furibondo in salotto e tracannò varie dita di forte brandy, prima di sentirsi abbastanza calmo per progettare la prossima mossa. Quando Crawford e Rouge ritornarono dall'Avenger, Morgan mandò la donna a dormire, facendole capire che intendeva parlare in privato con il suo primo ufficiale. Quando Stan fu seduto davanti a lui a sorseggiare un brandy, il capitano gli ordinò di salpare con la Queen's Glory con l'alta marea del giorno dopo, facendo rotta per l'Avana. Lui voleva sapere chi fosse realmente Lucia, e desiderava entrare in possesso di quell'informazione prima possibile.

«Farò in modo che Rouge sia pronta per partire in tempo», aggiunse. «In una quindicina di giorni dovreste andare e tornare, Cuba non è molto distante. Speriamo che possiate trovare le informazioni che desidero all'Avana.»

«Farò del mio meglio, capitano», gli garantì Crawford.<< E; Stan...» lo mise in guardia Morgan, «sono certo che Rouge sarà

soddisfatta all'Avana. Non c'è bisogno di riportarla ad Andros con voi.»

La giovane francese guardò Morgan in cagnesco, imbronciata. Si trovava nella sua stanza e si preparava ad andare a letto, quando lui aveva bussato alla porta ed era entrato senza essere invitato a farlo. Senza tanti preamboli il capitano le disse che sarebbe partita a bordo della Queen's Glory con la marea montante del mattino dopo.

«Dunque la storia deve finire in questo modo. Sei riuscito a sedurre la suora, questa sera? Non ti ho mai visto così fissato per una donna in particolare. La desideri proprio, vero?»

Morgan si passò distrattamente una mano tra i capelli. «Non è questo il punto. Avevo deciso molto tempo prima di conoscere Lucia... ehm... suor Lucia, che il rapporto tra noi due avesse fatto il suo corso. Ammettilo, Rouge, non ti dispiace lasciare Andros.»

Lei soppesò la pesante borsa di monete d'oro che lui le aveva dato e sorrise. «Non sono esattamente dispiaciuta, mon amour. <<Indispettita» è un termine migliore. Dovrebbe essere la donna a porre fine a una relazione, non l'uomo. Tuttavia sono rassegnata a partire. Forse un giorno ci incontreremo di nuovo. Inoltre», aggiunse lei, sorridendo timidamente, «Crawford è un uomo attraente, potrebbe rivelarsi divertente per qualche giorno.»

«È stato piacevole, Rouge, e così voglio congedarmi da te nel migliore dei modi.» Le sollevò la mano e la baciò.

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Gli occhi di lei scintillarono. «Non deve necessariamente finire in modo così impersonale. Trascorri la notte con me, mon amour, in nome dei bei vecchi tempi. Ti prometto che non te ne pentirai.»

Morgan fu quasi tentato di farlo. Lucia l'aveva eccitato oltre ogni sopportazione, quella sera, e lui provava l'ardente desiderio di sfogarsi. Ma, purtroppo c'era soltanto una donna che lui voleva nel proprio letto quella notte, e non poteva averla, non ancora... Ben presto, monachella, ben presto, giurò tra sé.

Lucia era troppo nervosa per dormire; Morgan l'aveva tentata al di là della ragione. Lei aveva dovuto fare appello a tutto il suo fervore religioso per resistere al potente allettamento della sua seduzione. Dopo essersi infilata un'austera camicia da notte bianca, la ragazza uscì in terrazza e passeggiò lentamente lungo la balaustra, passando davanti a camere oscurate, cercando di razionalizzare le strane emozioni che Morgan aveva suscitato in lei. Un suono di voci la fece arrestare davanti a una stanza particolare, il cui interno era illuminato dalla luce delle candele. Fu spinta ad avvicinarsi furtivamente quando riconobbe la voce di Morgan; si immobilizzò, indugiando nell'ombra, in ascolto, pregando di non venir scoperta e accusata di origliare. La giovane sapeva che avrebbe dovuto volgersi e allontanarsi, ma la curiosità ebbe la meglio su di lei e le suggerì di sbirciare all'interno.

Lucia vide Rouge e si rese conto che Morgan si trovava nella stanza della donna. C'era soltanto una ragione per cui un uomo poteva visitare la camera da letto della propria amante. Invece di andarsene, lei si avvicinò di più, spiando proprio all'interno della stanza illuminata fiocamente e osservandone gli occupanti.

La donna dalle chiome fiammeggianti si avvicinava a Morgan, intrecciando le dita tra i suoi folti capelli e attirando le labbra di lui verso le proprie. Lucia vide tutto, il bacio infuocato, l'intima carezza, il modo possessivo in cui si stringevano l'un l'altra, come se i loro corpi fossero abituati da lungo tempo alla reciproca vicinanza.

Il cuore della ragazza batteva selvaggiamente, era furiosa con se stessa per l'eccesso di gelosia che le accendeva il sangue. Lei non voleva Morgan, tuttavia odiava il pensiero che un'altra donna potesse averlo. Che cosa le succedeva?

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Soffocando un grido, la giovane si volse e fuggi, tornando al sicuro nella propria stanza. Gli innamorati avevano diritto di non essere disturbati, e lei era una ficcanaso sgradita in un momento di grande intimità.

Morgan interruppe all'improvviso il bacio e si allontanò, stranamente indifferente di fronte all'ex amante. II suo istinto non si sbagliava, ora lui sapeva che mandare via la prostituta francese era stata la scelta giusta. «Buona notte, Rouge, non ti auguro altro che il meglio.»

Guardandola negli occhi, lui notò che erano stranamente umidi. «Arrivederci, mon amour, ti auguro fortuna con la tua piccola suora. Qualcosa mi dice che ne avrai bisogno», sussurrò la donna mentre lui se ne andava.

CAPITOLO 6

Quando Morgan non la tentava cercando di condurla al peccato, Lucia trovava la vita su Andros decisamente piacevole. Fortunatamente per la sua tranquillità mentale, per la maggior parte dei giorni successivi il pirata fu occupato a seguire i lavori della nave. Loro cenavano insieme ogni sera, e lei non poteva trovare nulla da ridire nel comportamento del suo carceriere. Tuttavia la giovane non osò cambiare abbigliamento,

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continuando ogni giorno a indossare la mantiglia e le gramaglie vedovili nere, troppo grandi, in modo di ricordare a Morgan che per lui era un frutto proibito. Nonostante il comportamento esemplare del capitano, Lucia sentiva che si stava prendendo gioco di lei.

Dato che praticamente non c'era alcun mezzo di fuga, a Lucia era consentito di vagare a piacimento per l'isola. Lei trascorse lunghe ore a studiare la flora e la fauna uniche dell'isola, e a osservare gli indigeni che pescavano da canoe realizzate con tronchi cavi.

Lucia fece amicizia con Lani e apprese molte cose su Morgan e la sua isola. Scoprì che lui ritornava ad Andros di rado e che durante le lunghe assenze solcava il mare aperto alla ricerca di galeoni spagnoli, oppure si recava in Inghilterra. Quando il corsaro non c'era, Lani e i suoi parenti si occupavano dell'isola. Ad Andros c'erano parecchi residenti fissi; uomini fidati che avevano sposato donne indigene e deciso di rimanere sull'isola per sovrintendere all'attività di taglio e di trasporto dei tronchi creata da Morgan.

Durante le due settimane d'assenza di Stan Crawford, Morgan attese, osservò, fece congetture. Inoltre si tenne occupato; se non l'avesse fatto sarebbe diventato pazzo per il desiderio. La santarella spagnola lo stava facendo uscire di senno; il semplice fatto di pensare a lei costituiva uno squisito tormento. Nonostante la sua convinzione che lei non fosse una vera suora, lui costringeva i propri pensieri a dirigersi altrove, perché lei continuava con fervore a invocare Dio ogni volta che l'uomo tentava di sedurla. Il corsaro non aveva la minima idea del motivo per cui non si limitasse a mandarla via, liberandosi di lei, dato che non aveva certo bisogno del genere di seccatura che lei forniva con la sua ardente bellezza e i suoi incantevoli occhi scuri.

Due settimane e quattro giorni dopo la sua partenza, Crawford ritornò dall'Avana e Morgan gli andò incontro sulla spiaggia.

«Bentornato, amico mio. Venite in casa, dove potrete riferirmi che cos'avete appreso, prendendovi al tempo stesso un po' di ristoro.» Stan Crawford annuì, chiedendosi come avrebbe reagito Morgan alle informazioni che lui portava dall'Avana. Sperava di fare la cosa giusta dicendo la verità al suo capitano, perché detestava l'idea che Morgan potesse fare del male alla prigioniera.

Seduto comodamente nel suo ampio studio, Morgan attese con ansia che Stan parlasse. «È proprio come sospettavate, capitano, il nome della figlia del grande di Spagna è Lucia, non Carlotta. Il capitano della Santa Cruz e i membri della ciurma sopravvissuti sono stati raccolti da un galeone

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spagnolo e portati all'Avana, dove hanno riferito circa l'affondamento e il rapimento a Diego del Fuego, il governatore generale di Cuba.»

Morgan piantò le dita davanti a sé e annuì pensoso. «Lucia Santiago. Non è affatto una suora. Sapevo fin dall'inizio che quella strega mentiva.»

«Parte della storia è vera, capitano. Lucia è stata allevata in convento; ne è stata condotta via contro la sua volontà ed è stata spinta a sposare del Fuego. Il governatore generale era in ansiosa attesa della sua sposa innocente. C'è una nuova taglia sulla vostra testa, amico mio: mille dobloni d'oro.»

Scott fischiò. «Così tanto? Devono proprio desiderare la mia testa.» «Decisamente, in particolar modo del Fuego, dato che avete rapito la sua promessa sposa. Una nave era stata inviata immediatamente in Spagna a informare Don Eduardo Santiago, il padre di Lucia. A sentire le voci, del Fuego è furioso per la perdita della dote della ragazza, per non parlare della verginità della sua promessa. Viene dato ampiamente per scontato che El Diablo stuprerà la ragazza, prima di chiedere un riscatto per restituirla alla sua famiglia.»

«Sagace da parte loro», commentò in tono piatto il capitano. II suo volto era talmente corrucciato che non faceva presagire nulla di buono per Lucia.

«So di avervi consigliato di sollazzarvi a sazietà con la ragazza, Morgan, ma questo era prima che io conoscessi la sua storia. Lei è innocente in tutto questo, non fatele del male.»

I pensieri di Scott si fecero biechi. «Non devo farle del male? Mi conoscete abbastanza bene per sapere che ottengo ciò che voglio, Stan. Porteremo questo giochetto fino alla sua amara conclusione, ma vi garantisco che sarò io a vincere. In seguito la falsa santarella sarà restituita al suo sposo, ma non prima che io l'abbia liberata della sua verginità; e, quando lo farò, vi garantisco che lei sarà consenziente.»

«Non fatelo, Morgan, non fate questo a Lucia, non merita un trattamento così ignobile. E se doveste seminare un figlio vostro dentro di lei? Che razza di vita la attenderà a casa, se la stuprerete? Voi sapete quanto questi bastardi di spagnoli siano rigidi in faccende del genere.»

Il capitano cercò di non pensare all'eventualità che un figlio suo potesse crescere nel grembo di Lucia. Lui sapeva di non poter riconoscere un bambino che recasse sangue spagnolo nelle proprie vene. Quello su cui si concentrava erano i suoi anni di schiavitù forzata su un galeone spagnolo,

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fatti di pestaggi quotidiani e di razioni da fame, nonché di torture al di là di ogni sopportazione. Nessuno aveva avuto pietà di lui nel corso degli anni in cui l'avevano fatto sentire meno che umano, perciò perché mai lui avrebbe dovuto risparmiare la ragazza? Tuttavia c'era un motivo più pressante per pretendere la vendetta che gli spettava; una ragione che lui non aveva mai rivelato a nessuno.

«Questo non ve l'ho mai detto, Stan, ma il galeone che attaccò la nave su cui viaggiava la mia famiglia apparteneva alla flotta Santiago. Una volta ho anche scorto il padre di Lucia, che aveva visitato la nave mentre io ero tenuto in schiavitù. Devo fare quel che richiede il mio orgoglio», replicò brevemente Morgan.

«Voi occupatevi dei vostri affari e lasciate che sia io a pensare a Lucia. Non le farò del male dal punto di vista fisico, se questo può tranquillizzarvi. Lei è un'ottima attrice, e io le lascerò recitare la sua parte ancora per un po', anche se alla fine avrò quel che voglio.»

A quel punto sorrise, di un sorriso genuino, che rivelava il suo piacere per il compito che si stava prefiggendo.

La seduzione.Se una fitta di rincrescimento indugiava da qualche parte in prossimità

del suo cuore, lui cercò di ignorarla. Non avrebbe fatto del male a Lucia, oh, no. Avrebbe tessuto una tela sensuale intorno ai sensi di lei e le avrebbe dato piacere, più di quanto lei ne avesse mai conosciuto in precedenza. Una volta arrivato sino in fondo con la ragazza, lei avrebbe dimenticato tutte quelle assurdità riguardo al volersi fare suora. In seguito, giunto il momento di rimandarla alla sua famiglia nella vergogna, lui avrebbe considerato la cosa come un ulteriore atto di vendetta contro i nemici spagnoli. Se fosse stato un uomo brutale avrebbe ucciso Lucia immediatamente, proprio come i compatrioti della ragazza avevano trucidato la sua famiglia. Ma, come diceva Crawford, la giovane era davvero innocente in tutto questo, e lui non voleva farle fare da capro espiatorio. A dire il vero, se non l'avesse desiderata così intensamente, l'avrebbe lasciata intatta e avrebbe chiesto una somma enorme per il suo riscatto. Ma lui aveva perduto quella possibilità nel momento stesso in cui l'aveva baciata per la prima volta ed era nato in lui il desiderio di possederla.

«Basta parlare di Lucia. Rouge vi è sembrata soddisfatta quando l'avete lasciata all'Avana?»

«Sufficientemente soddisfatta del denaro e dei doni che le avete dato», disse Stan, «ma furiosa per il modo brusco in cui l'avete mandata via.

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Tuttavia cadrà in piedi; quelle come lei lo fanno sempre.» Lui indirizzò all'amico un placido sorriso. «Lei mi ha reso il viaggio fino a Cuba decisamente piacevole. È brava, Morgan, maledettamente brava. Mi sorprende che l'abbiate allontanata. Quando Lucia sarà ritornatadai suoi, l'atmosfera sarà terribilmente solitaria su Andros. Avreste dovuto tenere Rouge nei paraggi, per divertirvi durante le vostre visite sull'isola.»

Mentalmente il capitano Scott si raffigurò Lucia, con gli occhi scuri scintillanti di rabbia, il caschetto di riccioli neri che le incorniciava il capo in un disordine affascinante, le labbra voluttuose e gonfie per i suoi baci, e capì che non avrebbe più potuto desiderare Rouge come un tempo.

«È meglio così», mormorò, senza fornire ulteriori spiegazioni.

Quella sera Lucia e Morgan cenarono nella sala da pranzo padronale. La pioggia che era iniziata durante il pomeriggio sembrava dover continuare per buona parte della notte. Lucia giocherellava nervosamente, insospettita per il modo in cui Morgan la fissava, come se volesse dívorarla insieme col pasto. Lei aveva pensato che lui avesse rinunciato a cercare di sedurla, ma qualcosa nella profondità di quegli occhi azzurri le diceva altrimenti. Si era forse limitato a temporeggiare per tutte quelle settimane? Lei inspirò a fondo e iniziò le preghiere che precedevano il pasto, un rito che si era abituata a seguire al convento, e che continuava a tener vivo ad Andros.

Morgan attese pazientemente mentre lei pregava, ignaro del fatto che lei si fosse lanciata deliberatamente in una versione più lunga del solito. Qualcosa diceva alla ragazza che quella notte avrebbe avuto bisogno di tutto l'aiuto a cui fosse riuscita a fare appello.

«Avete finito, suor Lucia?» chiese il pirata, sottolineando il titolo. «Il cibo si sta raffreddando.»

<<Sí», disse lei, concentrandosi sulla pietanza che aveva nel piatto. Prese la forchetta e iniziò a mangiare.

Scott la osservò, con sguardo ardente e bramoso. «C'è... c'è qualcosa che non va?» chiese lei, nervosa.

«No, siete bella, questa sera, anche se preferirei vedervi indossare qualcosa di un colore più allegro. Comunque il nero vi dona, è di gran lunga più seducente del grigio scialbo. Peccato che piova, una passeggiata

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sulla spiaggia sarebbe stata una conclusione perfetta per una giornata illuminante.»

«Illuminante? In che senso?»«Non vi interesserebbe. Diciamo semplicemente che oggi ho appreso qualcosa che mi soddisfa.»A Lucia non piaceva la direzione che stava prendendo la

conversazione, perciò la cambiò. «Oggi ho visto arrivare la Queen's Glory. Il signor Crawford è tornato? Perché non si è unito a noi?»

«Il signor Crawford ha da fare, questa sera.»«Oh, avete deciso di liberarmi? Immagino dobbiate partire presto per

occuparvi delle vostre questioni di pirateria, e io non vi sarei che d'impiccio.»

«A tempo debito, sorella, a tempo debito. Avete finito di mangiare?»Lucia posò la forchetta.<<Sí.»«Vi accompagnerò in camera vostra.» «Non è necessario.»Gli occhi di lui divennero argento puro. «Oh, ma sì, invece. Venite,

sorella.»Lucia sapeva che erano soli in casa; dopo aver preparato la cena, Lani se

ne andava a stare con la propria famiglia al villaggio, e non sarebbe ritornata che il mattino seguente, presto.

«Buona notte, capitano», disse la ragazza quando raggiunsero la stanza di lui.

Morgan assunse un'aria ironica e le aprì la porta. Prima di andarsene per la notte, Lani aveva acceso un paio di candele all'interno, che inondavano la stanza di un bagliore dorato. Quando Lucia entrò e cercò di chiudere la porta in faccia al capitano Scott, lui si spinse all'interno, passandole accanto.

«Vorrete scusarmi, mentre recito le mie preghiere», disse Lucia. La sua voce aveva un tremito involontario; il modo in cui Morgan la stava guardando la faceva fremere e bruciare. Lei si avvicinò al letto e si lasciò cadere in ginocchio, pregando con più fervore di quanto avesse mai dimostrato in precedenza.

II capitano sedette sul bordo del letto, osservandola con un luccichio rapace negli occhi. Lei pregò intensamente e a lungo, finché non cominciarono a farle male le ginocchia e prese a dolerle la schiena. Morgan non sembrò affatto colpito dalle sue lunghe preghiere e si dimostrò notevolmente impaziente mentre Lucia rinnovava i suoi giuramenti di mantenersi pura per Dio, chiedendo la forza di evitare la

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perfida tentazione di Satana. Lui sorrise senza umorismo durante l'intera litania.

«Basta, Lucia», disse alla fine con irritazione, dopo aver sopportato per un bel po' di tempo.

«Vi prego di lasciare la mia stanza in modo che io possa ritirarmi per la notte.»

«Questa è casa mia e voi siete mia... ospite. Sto dove mi pare.»«Sono vostra prigioniera, vorrete dire.»

«Chiamatelo come volete. Sono stato più che paziente con voi. Sapete che cosa voglio.»«Quello che volete è stuprare una donna votata a Dio.»

Gli occhi di lui luccicarono pericolosamente. «Non ho mai violentato una donna in vita mia e non intendo iniziare ora. Come sapete di essere fatta per il convento? Quel genere di esistenza sembra singolarmente poco attraente. Anche uno sciocco vedrebbe che siete una creatura sensuale, inadatta quanto me a una vita religiosa. E io non sono,, uno sciocco.»

Lucia inspirò a fatica. «Non so di che cosa stiate parlando. Finché non vi ho incontrato non sapevo che cosa fosse un bacio, e ho detestato essere baciata da voi.» Ecco, pensò soddisfatta Lucia, ora lui sapeva esattamente che cosa lei pensasse dei suoi tentativi di seduzione.

«Ma davvero?» disse Morgan. «Forse non ho provato con impegno sufficiente.» L'afferrò per le braccia e se la attirò in grembo, sollevandola dalla posizione in ginocchio in cui lei si trovava.

«Non toccatemi, sono un'ancella di Dio!»Lui si limitò a ridere. La ragazza pensò di non averlo detto con

sufficiente convinzione. «Mi avete sentito? Sono una suora, una religiosa.»«E io sono un santo.» La bocca di lui piombò su quella di lei,

stuzzicandole le labbra con la punta della lingua, prima di prenderne completamente possesso.

Lucia inspirò in modo frammentario. Il bacio di Morgan metteva in ridicolo le sue parole, perché lei non odiava i suoi baci, le piacevano. Lei amava il suo sapore, l'umido calore della sua bocca, l'aroma del suo dolce alito, la sua eccitazione. Sarebbe certamente finita all'inferno!

Lui la premette all'indietro sul letto e si chinò su di lei, continuando l'assalto alla sua bocca con rinnovato fervore. Lucia fece appello alla propria rabbia e cercò di infrangere l'influenza sensuale che lui esercitava sui suoi sensi. Morgan interruppe il bacio e le indirizzò un sorriso rapace.

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«Ah, suor Lucia», disse, sottolineando ancora una volta il termine, «non credo che riuscirei a dominarmi se i miei baci vi piacessero. Dimenticate tutte quelle sciocchezze riguardo a farvi suora e cedete al mio volere. Vi darò piacere, tanto piacere che implorerete di riceverne altro.»

Trovando la propria bocca improvvisamente libera dai baci inebrianti di Morgan, lei fece appello alla propria devozione per proteggersi dall'attraente pirata. Quando Morgan prese a baciarla sul collo e a slacciarle il davanti del vestito per raggiungere i seni, lei invocò a voce alta il nome di Dio, pregando perché la liberasse.

Morgan rise senza allegria, consapevole del fatto che lei stava lottando per preservare la propria verginità per il promesso sposo spagnolo. Ormai lui l'aveva capita; lei temeva che una volta che si fosse impossessato della sua innocenza lei non sarebbe più stata all'altezza del grande governatore generale di Cuba. Lei e la sua famiglia sarebbero stati irrimediabilmente disonorate, perdendo ogni prospettiva di un matrimonio prestigioso. Lui decise che sarebbe stato divertente stare al suo gioco fino all'amara conclusione, ma che lui l'avrebbe assecondata soltanto fino a un certo punto.

«La verginità è così importante per voi, santarellina?» la schernì Morgan.

«E tutto ciò che ho da offrire a Dio», replicò Lucia con fervore. «Allora conservatela ancora per un po'.» Lui si alzò in piedi, chiedendosi per quanto tempo sarebbe riuscito a sopportare di portare avantiquel gioco, dato che 1'inguine gli bruciava e il sesso gli pulsava dolorosamente. «Difendetela bene, suorina, per tutto il tempo in cui vi consentirò di conservarla, ma sappiate che ben presto sarà mia.»

Lucia lo osservò uscire a lunghi passi dalla stanza, mentre la paura e il desiderio erano in conflitto dentro di lei. Morgan Scott era l'incarnazione del diavolo, la tentava al di là della ragione, promettendo cose che lei poteva soltanto immaginare, facendola struggere di desiderio. Quanto ancora sarebbe riuscita a resistere alla potente lusinga della sua seduzione? Perché non riusciva a convincerlo a liberarla? Per quale motivo lui non credeva che fosse una suora? Vedeva forse in lei qualche elemento in grado di sbugiardarla apertamente?

La sottile seduzione di Morgan continuò all'infinito; lui era affascinante, sollecito, un maestro del peccato e della sensualità. Intendeva disonorarla, e lei non poteva farci nulla; sapeva che ben presto lui avrebbe avuto la meglio

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e che lei gli sarebbe caduta tra le braccia come una prugna matura. E poi che cosa ne sarebbe stato di lei?

Trascorsero vari giorni privi di avvenimenti significativi. A un certo punto Morgan si rese conto di aver raggiunto il limite; accadde mentre lei stava pregando, prima di mangiare. Lui aveva aspettato quanto più poteva, e più a lungo di quanto avrebbe ritenuto possibile. Se Lucia non avesse continuato a ostentare la propria devozione per contrastare la sua lussuria, lui l'avrebbe avuta molto tempo prima. Ma

ora che lui sapeva che non era davvero una suora, nulla gli avrebbe impedito di saziarsi a piacimento del suo corpo allettante. Prima si fosse portato a letto Lucia, prima avrebbe potuto rimandarla alla propria famiglia nel disonore. Lui cercava di convincersi che sedurre la figlia di Don Eduardo Santiago avrebbe soddisfatto la sua sete di vendetta contro coloro che odiava tanto intensamente.

Quella sera dopo cena Morgan propose di fare una passeggiata sulla spiaggia. Lucia rifiutò, ricordando quello che era accaduto, o quasi accaduto, l'ultima volta che erano andati a passeggiare insieme sotto la luce lunare; ma il corsaro rifiutò di accettare una risposta negativa. Raggiunsero la spiaggia proprio mentre la luna stava sorgendo sull'acqua. Lui la condusse a breve distanza, tra gli alberi, in un punto dove nessuno avrebbe potuto vederli, e distese la propria giacca sulla sabbia.

Lucia esitò. «Io... io penso che tornerò a casa, all'improvviso sento la necessità di pregare.»

Lui le afferrò il polso e la tirò giù accanto a sé. «Questa volta non funzionerà, Lucia. So tutto.»

Lei lo fissò. «Che cosa sapete?»«Lucia Santiago, figlia di Don Eduardo Santiago, vi stavate recando

all'Avana per sposare Diego del Fuego, governatore generale di Cuba. Il vostro futuro sposo è diventato furibondo quando ha appreso che eravate stata rapita da El Diablo. C'è una grossa taglia sulla mia testa.»

Lucia lo fissò. «No, non è vero! Carlotta era la figlia di Don Eduardo, io ero semplicemente la sua accompagnatrice.»

«Non c'è più bisogno di bugie, Lucia. Ho mandato Stan Crawford all'Avana, poiché ero convinto fin dall'inizio che mentiste. All'Avana si parlava diffusamente del destino della Santa Cruz, compreso il fatto che la promessa sposa del governatore generale era stata rapita dal El Diablo. Perciò, vedete, Lucia, la vostra messinscena non ha fatto che ritardare l'inevitabile.»

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«Non stavo recitando», negò rabbiosamente lei. «Desidero davvero diventare una suora; l'avrei fatto, se mio padre non mi avesse obbligato a uscire dal convento prima che fossi in grado di prendere i voti definitivi. Il matrimonio tra me e Don Diego era stato organizzato anni fa, ma io speravo che venisse annullato. Purtroppo mio padre non vedeva le cose allo stesso modo.»

«Ammiro la vostra devozione», disse Morgan, «ma vi avrò, nonostante tutte le ore che avete trascorso inginocchiata in preghiera.»

«Per favore, vi imploro: potrete richiedere a mio padre un riscatto più elevato, lasciandomi intatta.»

Lui rise aspramente. «Pensate che il vostro sposo crederà che non vi ho portato a letto?»

«Non m'importa quel che crede lui; lo saprò io e lo saprà Dio. Desidero soltanto ritornare al convento e vivere la mia esistenza al servizio del Signore.»

«Non vi credo.» La voce di lui era bassa, seducente, insinuante. «Baciatemi, Lucia. Baciatemi con tutto l'ardore e il fervore che dedicate alle vostre preghiere.»

«No.»«Avete paura?»<<Si.» Era vero, lei aveva paura.La ragazza temeva che il pirata potesse raggiungere quel luogo privato

nel profondo, dentro di lei, che era riuscita a mantenere inviolabile; un luogo che nessuno aveva mai toccato. Lei aveva già avuto un assaggio del desiderio, della bramosia, e se avesse consentito a Morgan di mostrarle il paradiso, sarebbe stata dannata per sempre. Lui la voleva soltanto per disonorare lei e la sua famiglia; l'odio che il pirata nutriva per gli spagnoli richiedeva che la stuprasse e la rimandasse a casa nell'ignominia. A lui non importava nulla di lei, questo Lucia lo sapeva. La vendetta era la forza dinamica nella vita del capitano Scott, controllava ogni aspetto della sua esistenza.

«Non vi farò male, Lucia», disse Morgan, attirandola tra le braccia. «Non ho nulla contro di voi, a parte il fatto che siete spagnola. A tempo debito verrete riscattata e rimandata da vostro padre.»

«Dopo che mi avrete disonorata», replicò aspramente la giovane. Lui si alzò e la aiutò a sollevarsi. «Venite, non voglio che la vostra prima volta sia per terra, poco importa quanto morbida e cedevole sia la sabbia. Desidero che sia memorabile, qualcosa che possiate ricordare con piacere quando ritornerete dal vostro sposo.»

Lucia rise aspramente. «Don Diego non mi vorrà, dopo che mi avrete profanata.»

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«Allora potrete ritornare al convento come desiderate; vi avrò fatto un favore.»

«Non mi vorranno.»

Questo sbigottì il corsaro; avrebbe dovuto sapere che la rigida mentalità spagnola avrebbe punito una donna per il peccato commesso da un uomo contro di lei. Tuttavia lui non poteva lasciarsi influenzare da questo. Don Eduardo meritava di soffrire, di vedere sgonfiato il suo orgoglio, anche se Morgan avesse dovuto usare la figlia di quell'uomo per arrivare al proprio obiettivo. La vergogna non sarebbe stata soltanto di Lucia, ma anche di suo padre.

Raggiunsero l'abitazione troppo in fretta, davvero troppo in fretta. Lucia esitò, ma Morgan la prese in braccio e la portò su per le scale, fin nella propria stanza. Quando l'ebbe rimessa giù, chiuse la porta e si mise in tasca la chiave; poi si volse verso di lei, con il volto colmo di bramosia.

«Sapete per quanto tempo ho desiderato ardentemente che giungesse questo momento?»

Lucia era rimasta senza parole; vedeva lo sguardo rapace negli occhi di lui, sentiva il suo calore protendersi verso di lei e avvolgerla, e sapeva che nessun tipo di argomentazione l'avrebbe fatto deviare dalla rotta che aveva scelto. Era condannata.

La ragazza fece un passo indietro, poi un altro; lui la seguì implacabile e si piegò su di lei, che raggelò. Quando Morgan la cinse tra le braccia, Lucia si sciolse; il suo tocco era come il fuoco, le rimescolava il sangue, le dissolveva le ossa. Lui la baciò, lei non riuscì a pensare ad alcuna preghiera in grado di dissipare il caldo torrido che la stava avvolgendo. Il maestro del peccato e della sensualità era finalmente riuscito a penetrare in quella parte interna di lei che aveva negato la propria sensualità.

«Gesù, Lucia, siete dolce, così maledettamente dolce. Potrei continuare a baciarvi in eterno. Ma ci sono altre cose, molte altre cose che voglio farvi, che desidero fare con voi. Permettetemelo, monachella mia, permettete che io lo faccia.»

Lei emise un sospiro frammentario mentre Morgan plasmava il suo corpo contro il proprio; le posò le mani sulle spalle, i suoi occhi sondarono profondamente quelli di lei. «Voi non sapete per quanto tempo ho desiderato togliere queste maledette gramaglie vedovili dal vostro dolce corpo.» II davanti dell'abito di lei si aprì quando lui lo tirò con le dita, sciogliendone i lacci. Lei gli afferrò le mani ma lui le spinse da

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parte, poi le fece scivolare il vestito dalle spalle e sui fianchi, dove si impigliò brevemente, prima di raccogliersi ai piedi della giovane. Le sottovesti seguirono lo stesso destino. Quando fu rimasta in corsetto e camiciola, la ragazza trovò finalmente la voce.

«Morgan, per 1'ultima volta, non fatelo. Dio vi punirà, io appartengo a Lui.»

«Voi appartenete a quel bastardo di del Fuego; a lui dareste liberamente quello che io sto rivendicando per me stesso. Ora voi sarete mia.»

Morgan aggrottò la fronte; da dove diavolo veniva quel discorso? Lui non desiderava possedere alcuna donna, figurarsi una maliarda spagnola.

«Io non voglio appartenere a nessuno se non a Dio.»«Vi proverò che le cose stanno diversamente.»A quel punto la baciò, fondendo le loro labbra nel fuoco e nel desiderio.

Le dita dell'uomo lavorarono freneticamente per liberarla del corsetto, che infine si slacciò; lui lo tirò fino a toglierlo. Lei gemette, abbandonandosi al suo bacio come se agognasse il tocco inebriante di lui. Piuttosto di lasciarle la bocca, Scott strappò in due la camiciola e gliela tolse di dosso, poi la sollevò dal mucchio di abiti accumulati ai suoi piedi e la portò al letto; ve la posò gentilmente, liberandole infine la bocca. Lucia emise un'esclamazione di protesta.

Lui arretrò, fissandola, osservando la bellezza e la perfezione del suo corpo. I seni di lei erano di dimensioni tali da adattarsi alla mano di un uomo, pieni e tuttavia sodi, con grandi capezzoli in grado di tentare l'equilibrio mentale di chiunque. Lucia era piccola di statura ma arrotondata in tutti i punti giusti; i fianchi si curvavano in modo allettante e la vita era incredibilmente sottile. La giovane aveva cosce lunghe e flessuose, i polpacci e le caviglie più armoniosi che lui avesse mai visto. Quando infine lui si concesse di guardare il luogo dove desiderava trovarsi al di sopra di qualsiasi altro, rischiò quasi di perdere il controllo, cosa che non gli era mai capitata in precedenza. Quel triangolo scuro di peli ricciuti alla giuntura delle cosce copriva un tesoro inimmaginabile.

Morgan iniziò lentamente a spogliarsi e Lucia fu percorsa da un tremito; era ormai sconvolta. La ragazza non avrebbe mai immaginato quanto potesse essere eccitante che un uomo guardasse il suo corpo nudo, e mai avrebbe pensato di trovarsi nella condizione di osservare il corpo nudo di un uomo. La giovane desiderò distogliere lo sguardo, ma non vi riuscì, qualcosa di perverso dentro di lei le

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faceva desiderare di guardare a sazietà. Quando lui iniziò a togliersi i pantaloni, Lucia non poté più sopportare la tensione che le cresceva dentro, diffondendosi a spirale, e abbassò gli occhi.

Morgan le afferrò il mento e glielo sollevò verso l'alto. «Avete paura di guardarmi, Lucia?» chiese. «Non distogliete lo sguardo, voglio piacervi come voi piacete a me; il vostro corpo è perfetto, proprio come sapevo sarebbe stato.»

Lasciò cadere i pantaloni e Lucia rabbrividì e rimase senza fiato,traumatizzata. Era la prima volta che vedeva un maschio nudo ed eccitato; era magnifico, era spaventoso, era troppo grosso.

«Sapete che cosa vi farò, tesoro?» Quel termine affettuoso fece trasalire Lucia, che scrollò il capo. «Nessuno vi ha detto che cosa aspettarvi dal letto nuziale?» Lei tornò a scrollare il capo. «Gesù! dovete soltanto stare calma, vi spiegherò strada facendo.»

Il pirata si distese accanto a lei e le accarezzò e baciò i seni; quando le leccò i capezzoli lei si contrasse convulsamente.

«Ci sono molti modi in cui un uomo può eccitare una donna.» La voce di Morgan era suadente. «Questo è soltanto uno di essi; prima della fine della nottata esploreremo altre possibilità.»

Gli occhi di lei ebbero un guizzo di incredulità. «Perché un uomo desidera eccitare una donna? Pensavo che vi limitaste a prendere il vostro piacere.»

Morgan ridacchiò. «Alcuni uomini, forse, ma non io. La metà del godimento è portare lentamente una donna all'orgasmo.»

Quelle parole la confusero, le fecero capire esattamente quanto fosse al di fuori del proprio elemento, e Lucia si rese anche conto di dover fare un ultimo sforzo per impedire a El Diablo di rovinarla.

«Io non voglio questo... questo orgasmo di cui parlate. Tutto ciò è peccaminoso. Lasciatemi andare, ora, e io farò in modo che mio padre raddoppi qualunque riscatto chiediate per me.»

«È troppo tardi, Lucia. Ora, dov'ero rimasto? Ah, sì, l'orgasmo. Quando lo raggiungerete sarà come una piccola morte; è così che lo chiamano i francesi. La sensazione è difficile da spiegare, dovrete sperimentarla personalmente, sapete.»

Lui ricadde con il capo sui seni di lei, e questa volta, invece di limitarsi a baciarle e a leccarle i capezzoli, ne prese uno in bocca e succhiò mentre al tempo stesso strofinava l'altro tra pollice e indice. Lucia gridò e gli si inarcò contro; non era possibile che questo stesse accadendo a lei, che non aveva mai desiderato altro che farsi suora. Come poteva permettere a un pirata

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arrogante di sedurla? La risposta era estremamente sconvolgente; all'improvviso nulla aveva importanza, se non quell'uomo e i sentimenti peccaminosi che stava suscitando in lei. E l'orgasmo... lei voleva sperimentarlo tra le braccia di Morgan Scott.

Pirata.Stupratore di donne.Maestro di peccato e di seduzione.Amante.

Quei morbidi gridolini stavano uscendo dalla sua bocca o se lo stava sognando? Immaginava forse il dardo di fuoco che l'aveva percorsa mentre lui si dilettava sui suoi seni, le divorava i capezzoli? Lei gli si irrigidì contro, stordita dalle fiamme che la bruciavano; le sembrava che le si stessero sciogliendo le ossa, che le ribollisse il sangue. Quando credette di aver sperimentato il piacere supremo, lui aggiunse una nuova dimensione al tormento amoroso. Le mani di Morgan le lasciarono una scia di fuoco liquido sui fianchi, sul ventre, lungo le cosce, portandosi infallibilmente sul punto morbido e umido che lei aveva tra le gambe. Lui la schiuse con le dita, che scivolarono lungo la liscia fenditura, verificando quanto lei fosse pronta.

Il corsaro gemette per lo sforzo che richiese da parte sua contenere il proprio ardore mentre eccitava Lucia. La ragazza si lamentò in risposta, mentre la bramosia si diffondeva a spirale fino al centro stesso del suo essere. «Non fatelo, io... non posso sopportarlo.»

«Fa tutto parte dell'eccitazione, tesoro. Deve continuare finché non sarete pronta.»

Lucia ebbe un violento spasmo mentre le dita di lui trovavano un punto particolarmente vulnerabile nascosto tra le pieghe umide della sua femminilità. «Pronta per che cosa?»

Morgan sospirò. Lo liberasse Iddio dalle vergini ignoranti. «Per quando sarete abbastanza umida e sufficientemente eccitata da prendermi dentro di voi.» La rigida sollecitazione del sesso dell'uomo le premeva il ventre, facendole capire esattamente quale parte di lui l'avrebbe penetrata.

«Dios, no! Non posso! Siete troppo...» Lei arrossì furiosamente. «Siete troppo grosso. Mi ucciderete.»

«Fidatevi di me.»Allontanando la propria mente da quello che stava facendo, lui la baciò,

a lungo, esigente, premendole la lingua in bocca.

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Dios, pensò Lucia, le donne rispettabili provavano emozioni così potenti? Come se fossero dotate di volontà propria, le dita di lei si avvolsero intorno ai folti capelli di Morgan, scendendogli lungo le spalle rigide, dai muscoli vigorosi. La pelle sotto la punta delle sue dita risultava viva e vibrante, proprio come l'uomo stesso.

Dios, salvami, pregò lei, preparandosi a cedere la propria virtù al diavolo.

Tra un attimo il capitano inglese avrebbe distrutto la sua innocenza, confermando la veridicità del nome che aveva assunto nella sua ricerca di vendetta.

El Diablo.

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CAPITOLO 7

Il languido movimento circolare della lingua di Morgan si diffondeva lento e ardente sulla pelle del ventre di Lucia. Lei gemette, contorcendosi per allontanarsi e tuttavia trovandosi in qualche modo più vicina al dolce tormento della bocca del pirata. La ragazza cercava di negare i sentimenti che le crescevano dentro, ma le mancava la volontà per farlo. Le mani dell'uomo erano tra le sue cosce, sondavano più in alto, lui aveva le dita inumidite dal suo fluido.

«Che cosa mi fate?» gridò la giovane, sgomenta. L'inebriante seduzione delle mani e della bocca di Morgan le annientava i sensi e le confermava il fatto che lui era deciso ad arrivare sino in fondo. E quando strani struggimenti la sopraffecero, lei fu abbastanza curiosa da voler sapere tutto quello che il pirata le stava facendo, tutto quello che stava accadendo tra loro.

L'uomo gemette e sollevò il capo. «Fate troppe domande.» Fece i scivolare un dito dentro di lei, scendendo con i baci lungo la coscia. «Morgan! Che cosa state facendo? Ditemelo», insistette la giovane. Lui sospirò pesantemente. «Vi sto eccitando. Più sarete bagnata e meno dolore sentirete quando infine penetrerò dentro di voi. Siete molto stretta, tesoro, cercate di stare tranquilla.»

Lucia emise un singhiozzo soffocato. «Se non volete farmi male, allora non continuate.»

«Tanto vale che mi chiediate di smettere di respirare.»La ragazza sentì í baci dell'uomo che le stuzzicavano 1'interno della

coscia. Il tocco di lui diffondeva fuoco liquido, era così intimo, così esigente che lei iniziò a tremare. Morgan prese a muovere le dita, dentro e fuori, all'inizio lentamente, poi con maggiore rapidità. Lei gemette e si contorse contro la pressione bruciante della mano del pirata, mentre si sentiva penetrare da meravigliosi frammenti di beatitudine.

«Presto, tesoro, presto», la blandì Morgan. Poi trovò con la lingua la gemma sensibile nascosta all'interno delle pieghe voluttuose di lei, e Lucia si inarcò verso l'alto, gridando il nome di lui in una supplica frammentaria. La ragazza fu inondata da una beatitudine fino allora sconosciuta.

«Ora», sussurrò lui senza fiato. «Oh, sì, ora.»

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Si sollevò su di lei, fissandole il volto attonito. «Sto per venire dentro di voi, Lucia. Questa parte può far male, ma sarò il più delicato possibile.»

Inizialmente lei non registrò le sue parole, ma quando capì che cosa stava accadendo si mise ad agitare il capo da una parte all'altra.

«Nooooo! Siete troppo... io sono troppo... non funzionerà.»«Fidatevi di me», la rassicurò lui. «Si fa in continuazione. Ci sono

ragazze che si sposano anche a soli tredici anni d'età e che sopravvivono alla faccenda; la maggior parte di loro giunge a goderne. Ora guardatemi, dolcezza, voglio vedere il vostro volto quando penetrerò in voi.»

Lui fuse i loro corpi insieme, il suo sesso era rigido e scivoloso mentre la schiudeva con cautela. Lo sguardo d'argento di Morgan era allacciato a quello di Lucia mentre incuneava la propria enorme possanza tra le cosce allargate della giovane. Lui infilò l'apice pulsante del proprio membro dentro di lei, si arrestò per un attimo, poi spinse di nuovo. La ragazza si irrigidì, cercando di allontanare da sé il peso dell'uomo, nel disperato tentativo di evitare la penetrazione.

«State calma, tesoro», le sussurrò lui contro le labbra; poi fletté i fianchi e premette di nuovo, spingendosi attraverso la barriera della verginità di Lucia. «Sono entrato completamente!» esclamò, esultante.

Dolore. Implacabile. Persistente. Lacrime le bruciarono gli occhi; lei sentì un sapore salato. «Fermatevi! Mi state uccidendo.» La giovane si irrigidì e si inarcò, cercando di sbalzarlo via da sé.

«Calma», disse sommessamente Morgan, «calma. Vi prometto che non sentirete dolore molto a lungo.» Provò a muoversi e Lucia rabbrividì. Non c'era modo di sfuggire a quel supplizio?

«Fa male, oh, Dio, fa male.»«Non posso fermarmi ora, tesoro.»

Lui le lisciò i capelli scuri dalla fronte umida e la baciò teneramente, in attesa che lei si abituasse all'intrusione nel suo corpo vergine. Il pirata la baciò finché lei si calmò e cominciò a rispondere ai suoi baci, quindi si spinse avanti, lentamente, per poi uscire da lei. La ragazza gemette ma non protestò per quel sottile dondolio.

Lucia era attonita di fronte alla delicatezza di Morgan, alla tenerezza con cui si stava prendendo cura di lei. Dubitava che il marito a cui era

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promessa sarebbe stato così sollecito, così gentile con lei, nella loro prima notte di nozze. Era quasi come se lei fosse la sposa del pirata.

La fronte di lui luccicava di sudore, il suo corpo era madido mentre lottava contro l'impulso di penetrare completamente. Il capitano si disse che non gli sarebbe dovuto importare così tanto del benessere o del piacere di Lucia; avrebbe dovuto fare quello che richiedeva il suo corpo, e al diavolo quella donna. Era spagnola. Era la figlia dell'uomo che lui aveva ogni motivo per disprezzare.

Era una dolce innocente che lui stava usando per trovare appagamento alla propria vendetta, oltre che alla propria lussuria. Gesù! C'erano momenti in cui si odiava.

<<Morgan...?» Lei espirò lentamente.Lui sapeva che cosa voleva chiedergli la ragazza. «Voglio portarvi

all'orgasmo», le spiegò. «Voglio darvi piacere. II dolore è ancora forte?»Lei sentiva la pienezza del sesso di lui dentro di sé e sopportava quel movimento sottile mentre il suo compagno intensificava le spinte, così lento, così attento, così gentile. Così seducente. Il dolore indugiava ancora al limite della consapevolezza di Lucia, ma iniziava a svanire con rapidità. «Ora non è più così terribile, ma io... io non so come raggiungere un orgasmo.»

«Sarò io a procurarvelo, non contrastatelo e verrà. Voi siete piena d'ardore, Lucia, proprio come sospettavo fin dall'inizio. Muovetevi contro di me. Ah, così», approvò lui, afferrandole i fianchi e penetrando più in profondità. «Continuate a muovervi, non smettete.»

All'improvviso le toccò qualcosa dentro, qualcosa della cui esistenza lei non era a conoscenza. La giovane ansò e gli si inarcò contro, invitando più in profondità il turgido sesso dell'uomo, che rabbrividiva e si tendeva, dentro e fuori, più e più volte. Lui si mosse con lentezza, poi furiosamente, poi di nuovo piano, spingendo e ritraendosi, rapido, sicuro, energico.

Lucia si rese conto che il dolore era sparito, sostituito da uno struggimento più nuovo e dolce, che bruciava come fuoco e le scorreva nelle vene. La ragazza chiuse gli occhi e lasciò che la sensazione fluisse veloce attraverso di lei, travolgendola. Stava arrivando, era vicino, talmente vicino; stava sorgendo, vorticando, turbinando. Un dolce splendore si manifestò partendo dal punto del loro congiungimento, investendola in ondate fluttuanti. Stava arrivando... Lei urlò ed esplose in qualcosa di talmente incredibile da sfidare ogni descrizione; definirlo semplicemente piacere non gli avrebbe reso giustizia.

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A quel punto Morgan premette con forza, talmente teso che le sue braccia sembravano fasce d'acciaio. Sollevò la donna contro di sé, portandosi il suo seno alla bocca; sembrava vagamente consapevole del fatto che a lei fosse accaduto qualcosa di stupefacente, ma ora era concentrato sul proprio piacere. L'uomo le rabbrividì contro, umido e scivoloso, poi rabbrividì nuovamente e lasciò fuoriuscire il proprio seme; alla fine si arrestò.

Il pirata sentì qualcosa che lo spingeva, e gemette. Era debole ed esausto come un gattino, ancora stordito dall'orgasmo più incredibile che avesse mai raggiunto. Morgan si rese conto di essere ancora disteso su Lucia, e con riluttanza si allontanò dal corpo di lei e le si distese accanto. «State bene?» chiese con ansia. «Vi ho fatto molto male?»

<<Sí, mi avete fatto male», gli disse Lucia. Il volto di lei bruciava d'imbarazzo. «Ma... ma il dolore non è durato a lungo. Che cos'è successo? Non ho mai provato nulla di simile in precedenza. Che cosa mi avete fatto?» Don Diego sarebbe stato un amante tenero come Morgan? In qualche modo lei ne dubitava.

II pirata le rivolse un largo sorriso sensuale. «Vi ho fatto raggiungere l'orgasmo; non è forse stato stupendo come vi avevo detto?»

La ragazza si fece pensosa. «È stato... piacevole», ammise, pensando tra sé che lui era di gran lunga troppo arrogante. «Accade a ogni donna? Qualsiasi uomo è in grado di portare all'orgasmo?»

Morgan si incupì ferocemente. Soltanto piacevole? Il pensiero che un altro uomo, qualsiasi uomo, potesse dare piacere a Lucia lo infastidiva. Anzi no, lo faceva infuriare. Lui era stato il primo, lei gli apparteneva.

«Morgan?»«Ah, sì, le domande che mi avete fatto. Be', tutte le donne sono in

grado di raggiungere il orgasmo, ma non sempre accade. Molto dipende dall'uomo. In quanto alla seconda domanda, non lo so. È possibile che anche un altro uomo possa darvi piacere.»

«State dicendo che voi siete più abile in... in questo rispetto ad altri?«Gesù, siete proprio innocente.»«Non più», osservò Lucia con aria afflitta.

«Già, non più. Non ho mai ricevuto lamentele riguardo alla mia tecnica, la maggior parte delle donne sembra godere del mio modo di fare l'amore›

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Lucia non voleva sentir parlare delle altre donne che Morgan si era portato a letto. «Mi rimanderete da mio padre, ora? Lo avete già contattato per il mio riscatto?»«Non ancora, ma lo farò presto. Nel frattempo mi sollazzerò con voi

mentre procedono i negoziati; quando ne avrò avuto abbastanza, vi restituirò a vostro padre.»All'improvviso la ragazza si alzò a sedere. «Vi siete comportato nel

peggiore dei modi, ora non sono più innocente. Che cosa mai potete farvene di me? Lasciatemi ritornare a casa a pentirmi dei miei peccati in pace e solitudine. Ormai non posso più sposarmi, né ritirarmi in convento; spero che mio padre mi dia asilo in casa sua affinché io possa pentirmi dei miei peccati.»Morgan sentì la rabbia crescere dentro di sé. «I vostri peccati! Voi non

avete fatto nulla. Non avete mai avuto una sola possibilità contro di me; sapevate che era soltanto questione di tempo, e che prima o poi vi avrei avuto.»Lucia chinò il capo per la vergogna. «Il peccato è mio. Non dovevo

godere dell'atto.»La tensione del corsaro si allentò, un sorriso gli indugiò agli angoli delle

labbra. «Siete davvero innocente, Lucia. Voi non avevate possibilità di scelta in tutto questo. Io ero deciso a strapparvi una reazione, e l'ho fatto; al di là delle mie più sfrenate aspettative.»Lei lo guardò dubbiosa, desiderò che lui non la stesse osservando con

quegli occhi acutamente intelligenti, che avevano la capacità di sondare nel profondo, dentro di lei, per trovare quel punto vulnerabile che nessun uomo aveva mai toccato prima. Lei non riusciva a sopportarlo e gli volse deliberatamente le spalle.

«Andate via, lasciatemi meditare in privato sui miei peccati.»Questo fece adirare Morgan, che la costrinse a voltarsi per guardarlo in

faccia. «No, da ora fino a quando non vi libererò, il mio letto sarà anche il vostro, e io ci starò dentro. Ne ho abbastanza delle vostre noiose preghiere. Voglio amarvi di nuovo. Ora.»

«Non mi avete ancora fatto abbastanza male?»«Vi ho detto che non avreste più sofferto.»«Non sto parlando di dolore fisico.»La fronte di Morgan si solcò. «Non potete negare che vi abbia dato

piacere.»«Non capite, vero? Si, mi avete dato piacere, ma questo non è nulla se paragonato a quanto è costato al mio orgoglio. Per voi io non sono altro che uno strumento di vendetta. Vi sazierete di me finché vi converrà e poi mi

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manderete via. Piacere! Ah! Potreste darmi piacere ogni notte, e non mi compenserebbe per quello che mi avete sottratto.»

«Voi date un valore considerevole alla vostra verginità. Non ho mai voluto farvi del male personalmente, ma siete spagnola», puntualizzò lui, come se questo spiegasse tutto.

«Perché odiate tanto gli spagnoli? Che cosa vi hanno fatto?» Quella domanda parve rompere in lui una diga che tratteneva un bacino d'acqua.

«Mi chiedete che cosa mi hanno fatto? Hanno rubato cinque anni della mia vita. Hanno ucciso i miei genitori, mia sorella e mio fratello, che erano più giovani di me. Mi hanno tenuto in schiavitù, picchiato e affamato. Quell'unico atto di pirateria mi ha precipitato in un inferno in terra, e la nave su cui sono stato prigioniero apparteneva alla flotta di vostro padre.»

Lucia sbarrò gli occhi, incredula. «No! Lui non consentirebbe una cosa simile a bordo di un suo vascello.»

«Siete così maledettamente ingenua», ringhiò il pirata. «Accade continuamente. Vi andrebbe di vedere qualche segno dell'operato dei vostri compatrioti?»

Lui le presentò la schiena, rivelando grosse cicatrici che gli si intersecavano sulla pelle, secondo un motivo che soltanto una frusta avrebbe potuto disegnare; doveva essere accaduto in più di un'occasione. La giovane si portò d'istinto la mano alla bocca.

«Dios! No!»«Guardate a sazietà, Lucia, e non domandatevi più perché io odi gli spagnoli.»Incapace di sopportare la vista della pelle di Morgan, crudelmente solcata

dalle cicatrici, lei volse il capo da una parte. «Mi dispiace.» «Anche a me. Potete biasimarmi se desidero usarvi per punire vostro

padre?»«Vi incolpo di avermi coinvolto nella vostra vendetta contro il mio paese

e mio padre. Dato che siete riuscito a rovinare me e a umiliare la mia famiglia, propongo che mi lasciate andare.»

«No, non ancora. La vendetta è soltanto in parte il motivo per cui vi trovate nel mio letto. Vi voglio. Vi ho desiderato dal momento in cui vi ho visto inginocchiata in preghiera. So che mi odiate, ma non posso fare a meno di bramarvi. Dovete essere una strega per avere un simile effetto su di me. Non sono pronto a rimandarvi a casa, dolcezza.»

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Lei si volse ad affrontarlo, con gli occhi che le scintillavano per l'emozione. «Vi sbagliate, Morgan, io non vi odio, ho soltanto pietà di voi. Posso capire il vostro astio nei confronti del mio popolo, e perfino perdonarvi, come farebbe Iddio. Voi potete avermi fatto assaporare la passione, ma io continuo a desiderare ardentemente la pace e l'appagamento del convento, dove le questioni terrene non possono toccarmi. A1 mio ritorno forse riuscirò a convincere mio padre a fare una generosa donazione all'ordine, così può darsi che le suore mi accettino nonostante la condizione peccaminosa in cui mi trovo. Pregherò perché questo accada.»

Lei lo commiserava? L'ultima cosa che voleva da lei era la pietà. «II convento non è posto per voi.»

«E dove dovrei stare, allora?»Preso alla sprovvista da quella domanda, Morgan prese attentamente in

considerazione la propria risposta. «Nell'immediato futuro, proprio qui nel mio letto. L'Avenger è pronto a riprendere il mare, lo farò salpare col signor Crawford al comando mentre io rimango su Andros a occuparmi degli affari. Lui porterà una richiesta di riscatto a vostro padre e aspetterà che gli sia consegnato il pagamento per la vostra liberazione. La cosa non dovrebbe richiedere più di un paio di mesi.»

«Morgan, io...»«Lucia, non c'è nient'altro da dire.» Lui non voleva pensare al giorno in

cui avrebbe dovuto rimandarla a casa; sapeva che il momento sarebbe arrivato prima di quanto desiderasse, perciò preferiva concentrarsi sulla donna che aveva tra le braccia. L'avrebbe avuta di nuovo, più e più volte, e quando 1'Avenger fosse ritornato, lui avrebbe restituito la giovane al padre, dopo averne fatto buon uso.

Lucia strillò in segno di protesta quando Morgan la attirò stretta contro di sé. Lui la zittì con la bocca, baciandola finché la ragazza non ebbe più fiato per respingerlo e si ritrovò a baciarlo a sua volta, rispondendo con rinnovato ardore, sconvolta al pensiero di poter desiderare di nuovo tutto questo. Lui le aveva fatto intravedere qualcosa che lei non si sarebbe mai aspettata di sperimentare.

Il pirata le aveva fatto conoscere un piacere da lacerare l'anima, e qualcosa di più profondo, qualcosa che lei era riluttante a riconoscere. Poi ogni pensiero cessò quando le mani e la bocca di lui presero a tessere la propria magia su di lei. Questa volta non ci fu dolore quando lui la penetrò, muovendosi con tenerezza squisita; ci fu soltanto uno splendido risvegliarsi del suo corpo e un possente orgasmo che la lasciò incantata.

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II giorno seguente Stan Crawford salpò sull'Avenger con l'intera ciurma, lasciandosi alle spalle Morgan e gli uomini che trascorrevano i propri giorni sull'isola per occuparsi della piantagione. Due giorni dopo che 1'Avenger ebbe lasciato Andros, la Queen's Glory partì per l'Inghilterra con un carico di legname.

Durante le lunghe giornate infuocate, il capitano corsaro lavorava insieme con gli indigeni, fornendo alla sua prigioniera molto tempo da trascorrere da sola pensando a lui e al piacere carnale

che lui le dava. I peccati di lei erano molti, ma il più grave era quello di godere delle nottate trascorse a letto con il pirata. Nonostante l'odio che lui nutriva nei confronti degli spagnoli, non era stato brutale con lei, ma decisamente l'opposto; era sempre delicato e sollecito, sempre attento a portarla al piacere prima di cercare il proprio. Lei non era più la ragazza innocente che era stata un tempo, aveva imparato moltissimo sul bacio, l'eccitazione e l'orgasmo. Specialmente sull'orgasmo, che aveva scoperto essere uno stato a cui tutti gli uomini e la maggior parte delle donne aspiravano al di sopra di ogni altra cosa.

Lucia detestava ancora Morgan? Talvolta lo ammetteva, ma sempre più spesso un altro sentimento prendeva il sopravvento sull'odio. Si trattava di un'emozione che le dava la facoltà di vedere in fondo all'intricato rapporto esistente tra uomini e donne. Lei imparò che quello che provava per il pirata era qualcosa che si situava su un piano più elevato, rispetto all'appagamento fisico; preferiva non dargli un nome. Inoltre, come avrebbe potuto odiare un uomo che aveva ampi motivi per disprezzare i responsabili della morte dei suoi familiari? Lui doveva essere stato molto giovane quando avevano ucciso la sua famiglia, ed era stato costretto in schiavitù. L'astio di Morgan era così profondamente radicato che lui aveva dedicato la propria esistenza a vendicarsi del nemico.

Fare l'amore con il pirata inglese durante le dolci, fragranti nottate trascorse su Andros faceva intravedere a Lucia il paradiso. Ma poi, quando infine lui si addormentava, accoccolato contro di lei, esausto e soddisfatto, la ragazza sprofondava nel più profondo inferno immaginabile. Lucia sapeva che, una volta rispeditala da suo padre, per Morgan sarebbe stato come se lei non fosse mai esistita; lei non significava nulla per lui, che la stava usando per umiliare suo padre. Eppure, quando il pirata la cercava nell'oscurità della notte, la giovane si gettava di buon grado tra le sue

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braccia, consapevole di avere davanti a sé lunghi anni solitari durante i quali espiare.

CAPITOLO 8

Cadice, Spagna.

<<Dateci una nave, padre, e noi vi riporteremo la testa di El Diablo in un cesto», giurò Arturo Santiago.

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«,Sí, padre, si dice che il pirata abbia la propria base su Andros, quando non si trova in pieno oceano ad affondare navi spagnole, oppure in Inghilterra a vantarsi delle proprie imprese», osservò Cordero, facendo eco ai sentimenti del fratello. «Se re Filippo non fosse impegnato a radunare, armare ed equipaggiare una grande armata da mandare contro l'Inghilterra, ordinerebbe di organizzare una spedizione da inviare su Andros per distruggere il pirata. Purtroppo il nostro sovrano è finanziariamente in difficoltà e non può permettersi d'intraprendere più di una spedizione.»

«Salveremo Lucia e la sua dote senza l'aiuto della flotta di re Filippo e spediremo personalmente El Diablo alla dannazione», giurò Arturo.

I figli di Eduardo Santiago erano spagnoli dall'indole focosa, avidi di sangue. Avevano appena ricevuto notizia dall'Avana dell'affondamento della Santa Cruz e del rapimento di Lucia da parte di El Diablo. Mancavano sia la ragazza sia la sua dote e ora i fratelli erano assetati del sangue di Morgan e bramavano vendetta.

«Cerchiamo di non essere precipitosi. Forse dovremmo aspettare una richiesta di riscatto», propose Don Eduardo.

«Non possiamo attendere così a lungo», sbottò Arturo. «Mentre noi ce ne stiamo qui seduti senza fare nulla, quel bastardo sta violentando nostra sorella. Don Diego non la vorrà più, questo lo sappiamo tutti.»

«Indubbiamente il pirata sa quanto Lucia sia preziosa», intervenne Cordero, il più equilibrato dei due fratelli. «È possibile che non la privi della verginità, sapendo che ne ridurrebbe il valore ai nostri occhi. È per questo che dobbiamo agire rapidamente e colpire quando lui meno se l'aspetta›

«Sí», concordò Arturo con entusiasmo. «Affidateci una nave e cinquanta uomini e noi libereremo Lucia e la consegneremo al suo sposo all'Avana con la dote intatta», aggiunse.

«E che ne sarà della sua rispettabilità?» chiese Don Eduardo. «Don Diego potrebbe non volerla più, anche se per qualche miracolo El Diablo avesse risparmiato la sua innocenza. Ci saranno voci e pettegolezzi sul suo rapimento, che neppure il governatore generale sarà in grado di placare.»

«Raddoppiate l'importo della dote», consigliò Cordero. «Porteremo il denaro con noi. Don Diego è troppo furbo per rinunciare a una fortuna così ingente.»

«Siete sicuri di riuscire a trovare Andros?» chiese aspramente Don Eduardo.

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«Mandate con noi un capitano che conosca la zona e noi troveremo l'isola», garantì Arturo. «Approderemo di soppiatto in una notte senza luna e colpiremo quando lui meno si aspetta un nostro arrivo.»

«Hmmm, potrebbe funzionare», osservò Don Eduardo, dopo aver riflettuto ponderatamente sulla faccenda, «se lui si trova su Andros. Ma invece di eliminare il bastardo, portatelo all'Avana. Il piacere di ucciderlo dovrebbe essere lasciato a Don Diego. Lucia è la sua promessa sposa; è lui quello che risulta maggiormente danneggiato dal suo rapimento.»

«Si, padre, faremo come dite», convenne Cordero. «Ho la certezza che lui si trovi ancora su Andros; non ripartirà finché non sarà stata consegnata una richiesta di riscatto o non avrà ricevuto risposta. Quando possiamo partire?»

«Organizzerò tutto; la Santa Maria è in porto proprio ora. Datemi un giorno e una notte per rifornirla, trovate gli uomini di cui avete bisogno e raccogliete fondi aggiuntivi dai miei forzieri per aumentare la dote di Lucia abbastanza da renderla ancora bene accetta a Don Diego.»

«Non falliremo, padre», promise Arturo. «Libereremo nostra sorella e la consegneremo al suo promesso.»

Isola di Andros, Bahama.Tre settimane più tardi

Allargandole le cosce con le ginocchia, Morgan penetrò Lucia, colmandola con la propria forza, facendole uscire un lieve sospiro dalle labbra. La baciò febbrile, muovendo i fianchi in un invito seducente. Lucia reagì inarcandoglisi contro, accogliendolo più in profondità nella propria dolcezza di miele. II pirata gemette, il sapore e il calore della ragazza lo rendevano folle per il desiderio. Le spalle abbronzate dell'uomo luccicavano di sudore e il suo volto era tirato in rigide linee che rivelavano il sommo grado di controllo che stava esercitando.

Non per la prima volta, lui si chiese che cosa ci fosse in Lucia che gliela faceva desiderare così disperatamente. Lui non si stancava mai di penetrare nella sua vagina stretta, facendola propria più e più volte.

Gli bastava semplicemente guardarla per desiderarla. Da quando il capitano corsaro aveva scoperto la sua vera identità, lei aveva iniziato a

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indossare i begli abiti che le appartenevano, e talvolta un sarong che le aveva dato Lani. A lui piaceva soprattutto con quest'ultimo indumento, che le lasciava i piedi e le spalle nudi, i magnifici seni liberi da stecche d'osso e di metallo. Anche con i capelli corti, lei era di una bellezza straordinaria. E benché lui cercasse disperatamente di negare l'incanto che gli avvolgeva i sensi, il suo corpo reagiva in modo tipicamente maschile.

Gemendo dolcemente sottovoce, Lucia sentì che la solita sensazione si stava diffondendo a spirale dentro di lei, facendole perdere il controllo. Le labbra di Morgan si mossero dalla bocca della ragazza ai suoi seni, leccandole e succhiandole i capezzoli, portandola sempre più vicina a quel momento di estasi verso il quale tendeva il suo corpo. Lei non temeva più quel magnifico attimo di sospensione che precedeva l'esplosione in uno straordinario orgasmo. Lucia non era più l'essere innocente che era stata un tempo, perché la sua virtù era stata completamente compromessa; a quello aveva pensato Morgan. Nonostante la propria inesperienza, lei sapeva al di là di ogni dubbio che lui era un amante incredibile, insaziabile ed esigente, che la teneva prigioniera nella sua rete di seduzione.

Il pirata rivolse una tenera sollecitudine ai capezzoli della giovane donna, adorando il modo in cui lei gemeva e gli si inarcava contro. Alzò il capo dal banchetto succulento, osservandola con attenzione.

«Adoro i vostri capezzoli.» La voce dell'uomo era ruvida, il suo desiderio sfrenato. «Così turgidi e rosei, sembrano proprio implorare la mia attenzione. Siete squisita, Lucia, non potrei desiderare un'amante migliore.» Penetrò più in profondità, si ritrasse, entrò e uscì di nuovo. Il sudore gli gocciolava dal volto sui seni di lei. «Ora, dolcezza, ora!» La ragazza udì a malapena la sue parole, si stava già protendendo verso quel livello superiore di piacere che soltanto Morgan poteva darle. Lei era convinta che nessun altro uomo avesse il potere di innalzarla fino a vette tanto maestose. Da quando l'aveva conosciuto, a un certo punto il corpo infido di lei aveva tradito gli alti ideali che la sua giovane mente nutriva. Essa dimenticava i suoi peccati ogni volta che giaceva tra le braccia del pirata, dilettandosi nell'atto amoroso. Sapeva che sarebbe giunto il giorno in cui avrebbe dovuto pentirsi dei propri peccati e affrontare il fatto che il capitano corsaro la stesse semplicemente usando. Lui era un pirata sensuale e bramoso, che prendeva le donne quando gli andava e le metteva da parte, abbandonandole con altrettanta facilità, come aveva fatto con Rouge.

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All'improvviso i pensieri di Lucia si dispersero mentre i fianchi di Morgan si agitavano vigorosamente, spingendola oltre il limite. Lei gli afferrò le spalle e urlò, il suo corpo rabbrividì mentre veniva investita da un'ondata dopo l'altra di pura beatitudine. Quando lui ebbe spremuto tutto ciò che la ragazza aveva da dare, si precipitò a sua volta verso l'orgasmo, liberando il proprio seme in una corsa violenta che culminò nell'estasi.

Trascorsero vari minuti prima che Morgan si placasse al fianco dell'amante, tuttavia non parlò, non poteva farlo, perché, come sempre, fare l'amore con Lucia lo coinvolgeva totalmente. Non riusciva a

ricordare alcuna situazione, da quando aveva raggiunto l'età adulta, in cui una donna avesse avuto un simile impatto sulla sua esistenza. Tuttavia, proprio mentre elencava i molti modi in cui Lucia lo tentava ed eccitava, lui sapeva che presto la giovane se ne sarebbe andata. Stan Crawford sarebbe ritornato con il riscatto e Scott avrebbe mandato la prigioniera per la sua strada. Indipendentemente da quanti oceani li avrebbero separati, lui non avrebbe mai dimenticato la donna spagnola che aspirava alla santità, ma che si era accontentata del paradiso.

Lucia sentì Morgan ritrarsi da lei e allontanarsi; avvertì acutamente il suo rifiuto. La giovane era abbastanza sagace da rendersi conto che lui la bramava fisicamente, mentre respingeva del tutto i sentimenti e le aspirazioni di lei. Nulla avrebbe potuto cambiare la sua discendenza spagnola, o il fatto che lei fosse figlia di suo padre. La ragazza decise di non infrangere la flebile tregua esistente tra loro, perciò girò il volto verso la parete e si abbandonò al sonno. Talvolta durante la notte il pirata attirava tra le proprie braccia il corpo nudo di lei, e lo teneva stretto, come se temesse che potesse venirgli strappato via.

La Santa Maria entrò nell'insenatura con il favore di una notte senza luna. Andros giaceva addormentata e sicura, sulla spiaggia non c'era alcun movimento. La nave gettò l'ancora a breve distanza dalla riva, e due barcacce furono calate in acqua da un gruppo da sbarco di uomini armati. Arturo e Cordero guidarono la spedizione a riva, mentre i remi scivolavano silenziosi nell'acqua. Essi tirarono in secca le imbarcazioni e le trascinarono, nascondendole tra cespugli e alberi.

Arturo condusse metà degli uomini in una direzione, mentre il resto seguiva Cordero in un'altra. Dato che si sapeva poco riguardo ad Andros,

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ogni gruppo doveva cercare il covo di El Diablo. Gli spagnoli non trovarono navi nella piccola baia, ma non sapevano se ciò era o no un buon segno. Poteva significare che El Diablo non si trovava più sull'isola, fatto negativo se lui avesse portato con sé Lucia. Se erano fortunati tuttavia questo poteva significare che El Diablo aveva spedito via la propria nave senza porsi al suo comando, e ora stava dormendo sodo nell'abitazione. Trovare la spiaggia priva di guardie sconcertò i fratelli, ma non impedì loro di spingersi oltre, all'interno dell'isola.

Fu Arturo a trovare il sentiero che passava tra gli alberi; guidò silenziosamente i propri uomini nella notte tenebrosa e fu premiato quando la vasta dimora si stagliò davanti a loro nel bel mezzo di una radura. Non erano visibili guardie e il fratello di Lucia pensò che El Diablo fosse stato stupido a non proteggersi contro una possibile invasione. Ma, del resto, come avrebbe potuto sapere che i Santiago avrebbero invaso la sua isola per recuperare ciò che era stato loro sottratto? Andros era fuori della rotta battuta ed era visitata di rado dalle navi.

Arturo trovò la porta aperta e fece cenno ai suoi uomini di entrare, facendosi di nuovo mentalmente beffe del pirata per una simile negligenza; salì lentamente le scale, con gli uomini alle calcagna, tutti molto silenziosi, molto attenti. Un candelabro che per abitudine Lani poneva ogni notte su un tavolo in cima alle scale illuminò loro la strada. Arturo aprì la prima porta che trovò e guardò all'interno; il cardine produsse uno scricchiolio e lui si immobilizzò, ma la stanza era vuota, perciò proseguì.

ll giovane Santiago aprì di una fessura una porta che si trovava più in là lungo il corridoio, e sbirciò all'interno; vide una figura in ombra, a letto, e aprì completamente la porta, sbattendola con un sonoro fragore. Uno dei suoi uomini aveva preso il candelabro dal tavolo in corridoio e ora lo introdusse nella stanza, fornendo luce sufficiente a illuminare due corpi nudi intimamente allacciati sul letto.

«Bastardo! Avido bastardo! Pagherai per aver disonorato mia sorella!»Morgan si alzò di scatto; ci volle un attimo perché gli si liberasse la

mente, e quando questo accadde lui si maledisse per essere stato tanto sciocco. Cercò di afferrare la spada, che non lasciava mai lontano dal proprio fianco, ma era troppo tardi, perché un numero di uomini superiore a quanti potesse contarne gli fu addosso all'istante.

Lucia urlò e cercò di tirarsi il lenzuolo fino al mento; vide quegli intrusi che le lanciavano sguardi lascivi e fu colta dal panico. L'isola era forse stata invasa da pirati brutali o da indigeni ostili? Rimase senza fiato

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quando scorse e riconobbe il fratello, e suppose che fosse stato mandato a salvarla.

«Copriti», ringhiò Arturo, indirizzando alla ragazza uno sguardo torvo. «Che ne è stato della tua innocenza?»

Poi tutto accadde così rapidamente che Lucia ebbe a malapena il tempo di pensare, figurarsi di parlare. Gli uomini dei fratelli Santiago piombarono su Morgan, e contemporaneamente Arturo la trascinò fuori del letto. Osservò con orrore crescente che il pirata veniva preso a pugni e picchiato sino a fargli perdere i sensi.

«Portatelo alla nave», ordinò Arturo ai suoi uomini. Poi rivolse la propria attenzione a Lucia. «Dove sono i tuoi vestiti?»

«C'è un baule nella mia stanza.» Lei indicò una camera lungo il corridoio. «Che cosa intendete fare a Morgan?»

«Non devi preoccuparti, non potrà più nuocere», replicò brevemente il fratello. «Sarà sufficientemente al sicuro incatenato nella stiva finché non avremo raggiunto l'Avana. El Diablo ha corrotto la sua ultima donna.»

«L'Avana!» Lucia parve stupefatta. «Perché siamo diretti all'Avana? Io voglio tornare al convento.»

«Questo è fuori questione, devi essere condotta dal tuo promesso sposo.» Guardò furioso la sorella, socchiudendo le palpebre. «Che cosa diavolo hai fatto ai capelli?»

«Li ho tagliati, ma lascia perdere questo. Tu sai bene quanto me che ora Don Diego non mi vorrà più.» Lei si era aspettata di sentirsi schiacciare dalla vergogna per il peccato che aveva commesso con il pirata, ma, con sua sorpresa, non era così. «Mi hai trovato nel letto di Morgan. Don Diego mi rifiuterà sdegnosamente, è un uomo orgoglioso.»

«Non sei andata a letto con El Diablo di tua spontanea volontà», osservò astutamente Arturo. La sua espressione si fece bieca quando si rese conto di quello che avrebbe dovuto fare per salvare la reputazione della sorella. Lui e Cordero avevano già parlato di che cosa sarebbe accaduto se il corsaro inglese avesse violentato davvero Lucia.«Don Diego terrà conto del fatto che sei una vedova e ti accetterà insieme con una generosa aggiunta alla tua dote.»

«Una vedova? Io... non capisco.»«Non c'è tempo per le spiegazioni, vestiti. Dobbiamo ritornare alla nave prima che ci scoprano.»

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«Lasciate Morgan su Andros», implorò Lucia. «Avete me, non c'è bisogno di ulteriore spargimento di sangue.»

«Lasciare qui El Diablo? Sei pazza? Cordero mi staccherebbe la testa. C'è una notevole ricompensa per chi cattura il pirata. Ti ha violentato; eri una ragazzina innocente diretta all'altare. Quel mascalzone morirà per i suoi molti atti di pirateria contro la Spagna, e sono sicuro che Don Diego farà in modo che sia una morte lenta e dolorosa.»

La trascinò in camera sua e la spinse all'interno. «Sbrigati a vestirti, io ti aspetterò proprio qui. Uno dei miei uomini porterà il tuo baule a bordo della Santa Maria, quando avrai finito.»

Morgan riacquistò i sensi lentamente, consapevole della testa che doleva e del corpo contuso. Gli uomini di Santiago l'avevano picchiato sino a fargli perdere i sensi, poi l'avevano trascinato nudo fino alla nave, dove era stato incatenato alla paratia, nella stiva umida e ammuffita. Era buio, lui sentiva i topi che correvano all'intorno e gli sfioravano le gambe nude; scalciò, imprecando ferocemente quando uno dei roditori gli affondò i denti aguzzi nella caviglia. La sua unica consolazione era che Lucia non stesse soffrendo, dato che suo fratello non avrebbe mai infierito contro di lei.

Per l'ennesima volta Morgan maledisse la propria negligenza. Era talmente infatuato di Lucia che non aveva mai preso in considerazione la possibilità che Santiago mandasse i propri figli a invadere la sua roccaforte sull'isola di Andros. Prima di perdere i sensi aveva udito qualcuno dire che gli scrigni contenenti la dote di Lucia erano situati in un ripostiglio e che venivano trasferiti sul galeone. Non gli importava del bottino, quello potevano tenerselo, ma ciò che gli faceva davvero male era perdere Lucia prima di aver avuto l'opportunità di dirle... Troppo tardi. Maledizione, ormai era troppo tardi.

Mentre Morgan rimpiangeva il proprio destino, Lucia sedeva a capo chino nella spaziosa cabina del capitano, davanti ai due fratelli che, a turno, la redarguivano severamente. Un prete, mandato

affinché consigliasse Lucia dopo il suo salvataggio, se ne stava a poca distanza, con un'espressione di disapprovazione simile a quella dei due giovani. Tutti e tre consideravano scandalosamente impudico il comportamento della ragazza con l'infame pirata.

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«Come hai potuto implorare pietà per quel bastardo, dopo quello che ti ha fatto?» si accanì Arturo.

«Ti ha costretta, vero?» indagò più ragionevolmente Cordero.«Da principio... non esattamente... è stato più simile a... una

seduzione.»«Ti sei data spontaneamente a lui?» tuonò Arturo. «Mi stai dicendo che

sei stata l'amante consenziente di El Diablo?»«Non esattamente», tergiversò Lucia. «Non all'inizio, comunque. L'ho

implorato di rimandarmi a casa. Ho anche finto di essere una suora, ma alla fine Morgan ha avuto la meglio.»

«Vi sareste dovuta uccidere», disse severamente il prete, facendo un passo avanti ed entrando nel cerchio di luce. «Ma quel che è fatto non può essere cambiato. Dobbiamo porre rimedio immediatamente a questo terribile sbaglio.»

Lucia alzò gli occhi, guardando direttamente il prete. «Non volevo morire per mia stessa mano. Come voi dite, quel che è fatto è fatto, e purtroppo nulla all'infuori di un miracolo può cambiare quello che è già accaduto. Se il convento mi vorrà, dedicherò a Dio quel che resta della mia esistenza.»

«Questo non sarà necessario, Lucia», le garantì Cordero. «Il furfante ti ha sedotto e noi faremo in modo che prima di morire lui raddrizzi il torto che ti ha fatto. Sei stata promessa a Don Diego, ed è in ballo l'onore di nostro padre. Arturo e io interverremo presso Don Diego in modo che non cerchi una sposa altrove.»

Lucia aggrottò la fronte. «Non capisco. Come potete riaggiustare le cose? Nulla è più come prima. Don Diego si aspetta una sposa innocente.»

Cordero e il fratello si scambiarono sguardi d'intesa. «L'orgoglio di Don Diego verrà ripristinato quando lui apprenderà che sta per sposare una vedova, invece di una vergine disonorata. Le vedove possono risposarsi, è prassi comune.»

«Ma io non sono una vedova. Don Diego non crederebbe a una menzogna così scandalosa.»«Ah, mia cara sorella», l'informò Cordero, «tu sarai davvero una vedova dopo che avrai sposato El Diablo e lui verrà messo a morte per i suoi ignobili atti di pirateria in mare aperto. Per di più sarai una vedova molto ricca, in quanto a questo.»

Lucia rimase a bocca aperta. «Ma è ridicolo! Morgan non accetterà mai una cosa simile, né lo farò io.»

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Il prete fece un passo avanti. «Siete fuori di voi, figlia mia. Mi addolora che siate stata ingannata dal pirata, che vi ha fatto diventare la sua amante. La vostra famiglia non sarà soddisfatta finché il suo peccato contro di voi non sarà vendicato. Un matrimonio con El Diablo è l'unico modo per sistemare questa faccenda. Una volta che il furfante sarà messo a morte, voi potrete continuare con la vostra vita, sarete una vedova rispettabile, e ricca. Don Diego sarà soddisfatto.»

«Non abbiamo bisogno della tua collaborazione, Lucia», l'avvisò subito Arturo. «Padre Ricardo sposerà te e il pirata indipendentemente dalle proteste di entrambi; lo farà perché è ciò che vorrebbe Iddio.» Padre Ricardo annuì saggiamente.

Cordero andò alla porta, la aprì e chiamò un marinaio che stava lavorando lì vicino al sartiame. Cordero si tolse una chiave dalla tasca e la gettò all'individuo. «Porta su il pirata, Julio. Dagli qualcosa da mettersi, non vogliamo che risulti offensivo per la propria sposa nel giorno del suo matrimonio.»

«Dios!» La supplica di Lucia terminò in un singhiozzo. «Se accetterò di sposarlo gli risparmierete la vita?»

«Allora non saresti più una vedova, no?» osservò Cordero. «Non temere, sorella, non uccideremmo nostro cognato, ma lasceremo a Don Diego questa sgradevole incombenza. Nostro padre sarà soddisfatto del modo in cui abbiamo gestito la faccenda.»

I fratelli erano molto simili d'aspetto, entrambi scuri, attraenti, col corpo snello e i lineamenti eleganti. Arturo, il più giovane e quello dotato di una natura più impulsiva, era un po' più muscoloso di Cordero, il più equilibrato dei due. Lucia li amava entrambi teneramente; ma in quel preciso istante sarebbe stata ben lieta di torcere loro il collo.

Morgan scalciò con ferocia quando uno dei suoi pelosi compagni di prigionia l'attaccò arditamente. Lui tirò le catene che lo bloccavano, maledicendo i propri aguzzini e gli spagnoli in generale. In tutti gli anni che erano trascorsi da quando era sfuggito alla schiavitù, non avrebbe mai immaginato di poter cadere nelle loro mani per una seconda volta. Lui giurò che, se mai fosse riuscito a tirarsi fuori da quel guaio, una cosa simile non si sarebbe più ripetuta.

II pirata era teso, improvvisamente consapevole del fatto che qualcuno si stava avvicinando, da sopra. Una luce fioca apparve attraverso la grata posta in cima alla scala; lui udì un suono stridente, poi dall'alto sbucò un

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uomo. II marinaio dalla pelle scura fissò il prigioniero con palese disprezzo.

«Non sei più molto carino, El Diablo», osservò Julio in un rapido spagnolo.

«Non lo sono mai stato», rispose Morgan nella stessa lingua. Sbigottito, il marinaio indirizzò un'occhiata indagatrice all'ínglese. «Vedo che parli la nostra lingua. È un bene, così sarai in grado di partecipare pienamente alla cerimonia di matrimonio che si terrà in tuo onore.»

Julio si avvicinò con cautela alla paratia, liberando le catene di Morgan, che erano state fissate a un anello di ferro. Poi fece un passo indietro, tenendo pronta la spada.

Qualche attimo più tardi un secondo marinaio cominciò a scendere la scala, recando un fagotto sotto il braccio. «Sei quaggiù, Julio?» «Era ora, Matteo. Dai i vestiti al capitano, non sarebbe corretto prendere parte a un matrimonio vestito in modo improprio.» Il secondo marinaio, appena fu nella stiva, offrì gli abiti al prigioniero, tendendoli sulla punta della propria spada.

Morgan esitò soltanto un attimo prima di accettare il paio di pantaloni laceri e la camicia lisa; li fissò per un momento e poi scrollò le spalle, indicando con un cenno del capo le caviglie e i polsi incatenati. «Liberatemi.»

«Per il momento, solo i ferri che ha ai piedi», consigliò Matteo. «Non mi fido del bastardo.»

Julio si avvicinò al pirata con circospezione. «Tienigli la spada alla gola, Matteo. È un hombre pericoloso.» Avvicinatosi a Morgan, il marinaio si piegò e aprì con la chiave i ferri che gli bloccavano le gambe. «Ecco», disse, facendo un passo indietro, «ora puoi metterti i pantaloni.»

ll capitano corsaro si infilò lo sporco indumento di tela, che male si adattava alla sua figura, e si strinse i lacci in vita. Quando ebbe finito, Julio tornò a fissargli i ferri alle gambe e aprì le catene che aveva ai polsi.

«Ora la camicia», ordinò Julio, pungolando Morgan con la punta della spada. «E non cercare di fare nulla di coraggioso, siamo in mare aperto; non c'è possibilità di fuga.»

Il capitano Scott si infilò la camicia scrollando le spalle: era sciolta e di linea morbida e si adattava alla sua struttura muscolosa senza che le cuciture si strappassero. Quando fu vestito, Julio gli strinse i ferri ai polsi e lo spinse su per la scala.

«È richiesta la tua presenza nella cabina del capitano, pirata», disse il marinaio con un sorriso compiaciuto. «Una donna non può diventare vedova finché non è opportunamente sposata, e suo marito non se ne parte da questo mondo per passare a quello successivo.» Ormai sulla nave tutti sapevano che cosa avevano in serbo i Santiago per El Diablo.

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Morgan si trascinò rigidamente su per la scala, con il corpo pesto che protestava per il brutale trattamento subìto. Ostacolati dalle catene, i suoi passi strascicati erano lenti e misurati. Quando raggiunse il ponte, lui sbatté ripetutamente le palpebre, quasi accecato dalla luce vivace. Era giunto il mattino mentre il pirata giaceva privo di sensi nella stiva, e con esso arrivava la consapevolezza di trovarsi su una nave diretta chissà dove.

Il pirata inglese fu spinto rudemente. attraverso il ponte e all'interno della cabina del capitano; inciampò nei ceppi che gli impedivano i movimenti e cadde a testa in giù. Quando alzò il capo vide la ragazza; appariva stravolta, abbattuta ed esausta.

«Che cosa avete fatto a Lucia?» chiese lui aspramente.Arturo si scagliò verso Morgan, ma Cordero lo trattenne. «Noi non

abbiamo fatto nulla a nostra sorella, siete stato voi a rovinarla. L'avete violentata; lei era innocente finché non l'avete rapita e ne avete fatto la vostra amante.»

Lo sguardo di Morgan si posò turbato su Lucia. «Ha detto che l'ho violentata?»

«Non ce n'è stato bisogno, l'abbiamo trovata nel vostro letto», rispose Arturo. «Pagherete con la vita, capitano. Ma prima riparerete a quanto avete fatto a nostra sorella. Alzatevi!»

Il cuore di Lucia andava a Morgan, sentiva acutamente la sua rabbia e la sua confusione; lei desiderava andare da lui, aiutarlo ad alzarsi in piedi, ma non osò farlo. Qualsiasi mossa potesse fare verso il suo amante, ora, non avrebbe fatto altro che provocare ulteriore ostilità nei suoi fratelli. Più tardi, quando questo matrimonio forzato avesse avuto luogo e i loro bollori si fossero raffreddati, lei avrebbe cercato di trovare un modo per liberare il pirata prima che loro potessero consegnarlo a Don Diego. Il pensiero che Morgan potesse morire la faceva star male fisicamente.

II capitano corsaro si levò dolorosamente in piedi, il volto irrigidito, i lineamenti biechi. «Che cosa volete da me? Servirebbe un miracolo per restituire l'innocenza a Lucia.»

Arturo si scagliò di nuovo contro di lui, ma Cordero si frappose tra loro. «Sposerete mia sorella, capitano», lo informò freddamente il fratello più posato. «Padre Ricardo è pronto a celebrare la cerimonia.»

Sconvolto, lo sguardo di Morgan volò fino a Lucia. «Sposarmi? Volete che sposi vostra sorella? Maledizione!»

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«Verrete uniti immediatamente nel sacro vincolo, capitano», continuò Cordero, impassibile. «Ma non temete, il matrimonio sarà di breve durata, e non ci sarà luna di miele. Fortunatamente per Lucia, la vostra esecuzione all'Avana la lascerà vedova, così lei e Don Diego si potranno sposare come programmato in origine. Ma non prima che voi abbiate formulato un testamento in cui lascerete tutti i vostri beni terreni alla povera vedova; si dice che siate enormemente ricco.»

«Se devo essere giustiziato, perché mai vi prendete la briga di farci sposare?» chiese Morgan con voce pacata.

«Avete disonorato nostra sorella, l'orgoglio dei Santiago richiede che raddrizziate il torto che le avete fatto; penso che la vedovanza le donerà. L'onore di Don Diego verrà placato e tutto tornerà come avrebbe dovuto essere.»

Il pirata indirizzò a Lucia uno sguardo sprezzante. «Devo ammettere che il nero le dona. E se non dovessi acconsentire a un matrimonio?»

«Accetterete, perché non avete alternativa», minacciò Arturo, stringendo i pugni sotto il naso di Morgan. «So che vi importa ben poco del benessere di Lucia, ma lei merita la felicità. La sua vedovanza sarà accettata molto meglio dell'ammissione di essere stata la sgualdrina di un uomo.»

Lucia sbiancò. «Arturo!»Il volto di Morgan si irrigidì di rabbia; definire Lucia una sgualdrina era

una bestemmia. Se lui non fosse stato incatenato avrebbe assalito il fratello della ragazza.

«È vero, Lucia», replicò Arturo. «Tutti ti considereranno una puttana. Sposare il pirata prima che venga messo a morte è l'unico modo per riscattarti.» Fece cenno a padre Ricardo di avanzare. «Potete dare inizio alla cerimonia, padre.»

La giovane lanciò al pirata un'occhiata piena di rammarico, che tuttavia ebbe scarso effetto sul suo feroce cipiglio. Erano entrambi pedine nel piano dei fratelli di lei, volto a ristabilire la sua rispettabilità, e loro due non potevano fare nulla al riguardo. Quando padre Ricardo la esortò a rispondere, lei lo fece senza esitazione, accettò di prendere Morgan Scott come proprio legittimo marito. La riluttanza del capitano corsaro fu nettamente evidente; soltanto quando Arturo lo spronò con la punta della spada lui accettò, benché controvoglia, di prendere Lucia come sua legittima sposa.

Era sconvolgente: in brevissimo tempo lui si ritrovava a essere un uomo sposato. Il pirata fissò la ragazza, notevolmente sorpreso del fatto di provare scarso rammarico per aver fatto di lei la propria sposa.

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Immediatamente dopo la cerimonia stringata, lui fu costretto a firmare un testamento, scritto e autenticato da padre Ricardo, in cui lasciava tutti i propri beni terreni a Lucia, la sua adorata moglie.

«Non posso baciare la sposa?» chiese Morgan, indirizzando a Lucia uno sguardo obliquo e sardonico.

Cordero lo guardò ferocemente, in cagnesco, poi aprì la porta e convocò Julio. «Riportalo nella stiva e tienilo ben d'occhio.» «Aspettate!» esclamò Lucia. Doveva proprio finire così? Come avrebbe potuto vivere sapendo di essere stata la causa della morte del pirata? Avrebbe preferito morire con lui piuttosto di sposare Don Diego. «Desidero parlare con Morgan da sola.»

«Impossibile!» sbuffò Arturo. «Quel bastardo ti ha rovinato in modo irreparabile; ringrazia il cielo che abbiamo salvato la tua reputazione.»

«Morgan è mio marito», insistette Lucia.«Non per molto», rispose Cordero. «Noi abbiamo fatto il nostro dovere

nei tuoi confronti, sorellina. Vogliamo soltanto quel che è meglio per te; accetta di buon grado il destino che ti aspetta, il tuo futuro è insieme con Don Diego. Quando il pirata sarà spedito all'inferno tu dimenticherai perfino che sia mai esistito.»

Lucia pensò che era altamente improbabile che lei potesse mai dimenticarlo.

«Portalo via», ripeté Arturo. Juho sollecitò Morgan con la spada, ma quest'ultimo esitò, si volse a lanciare uno sguardo ardente a Lucia, poi si trascinò fuori della porta.

La situazione assolutamente disperata in cui si trovava il capitano inglese rischiava quasi di spezzare il cuore di Lucia. Lei si chiese malinconicamente quando queste emozioni potenti le avessero invaso il cuore. Quando aveva smesso di pensare a Morgan come a un abominevole pirata?

Quando aveva iniziato ad amarlo?

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CAPITOLO 9

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'acqua profonda del porto dell'Avana permise alla Santa Maria di gettare l'ancora alla diga marittima e di calare una passerella

direttamente sul molo. Nel corso degli anni la città aveva subito numerosi attacchi da parte di pirati inglesi, francesi e olandesi; nel 1537 era stata saccheggiata e incendiata, e circa mezzo secolo più tardi, nel 1586, proprio l'anno prima, era stata minacciata da Sir Francis Drake. Non c'era da meravigliarsi che re Filippo II di Spagna avesse ordinato di recente che venisse eretto il castello di La Punta e Moro in difesa della città. Con la popolazione dell'Avana che toccava le tremila anime, la residenza del governatore generale era appena stata trasferita lì da Santiago de Cuba.

L

In piedi presso il parapetto della Santa Maria, Lucia vide lo scheletro del castello Moro che si stagliava come un bieco fantasma contro il cielo di un azzurro brillante. La fortezza non era ancora completata, ma quando lo fosse stata lei sapeva che avrebbe costituito un efficace deterrente contro pirati e invasori dediti al saccheggio. L'abbattimento di Lucia era evidente dalla curva delle sue spalle e dall'espressione vitrea dei suoi occhi. Erano in mare da quasi una settimana e lei non era riuscita a trovare il modo di liberare Morgan.

Suo marito. Lei chiuse gli occhi e gustò il sapore di quella parola sulla lingua, finché non ricordò che i progetti di Diego per il pirata avrebbero fatto di lei una vedova.

Lucia non aveva trovato modo di aiutare Morgan. Sia Arturo sia Cordero la sorvegliavano come falchi; l'unica volta che le era stato consentito di uscire sul ponte era stato in compagnia dei fratelli. Implorare pietà per la vita del capitano inglese non le era valso che il loro disprezzo.

«Sei pronta per scendere a terra, Lucia?» chiese Cordero, giungendole accanto.

«Pronta come posso esserlo date le circostanze. Non c'è proprio nulla che io possa dire che vi persuada a riportarmi al convento? Non voglio diventare la moglie di Don Diego; non l'ho mai voluto.»

«È per il tuo bene, Lucia. Arturo e io desideriamo che tu sia felice.Don Diego si prenderà cura di te.» Lo sguardo di lui le si posò sui

capelli, e il giovane sospirò profondamente. «Ricordati di coprirti il capo; questi capelli corti sono un'ignominia.»

«Ho spiegato perché li ho tagliati», disse Lucia. «Ricresceranno. Non mi hai detto che cosa intendete fare di Morgan.»

«II suo destino è già stato deciso, la sua morte garantirà il tuo futuro. Don Diego non può sposarti finché non sarai vedova. Non preoccuparti, le cose si sistemeranno.»

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Gli occhi di Lucia assunsero un'espressione tormentata. «Non capisci, vero, Cordero? Io...» Si morse la tenera parte inferiore del labbro «...amo Morgan.»

Cordero la guardò come se avesse perduto la ragione. «Quel bastardo ti ha rovinato, come puoi amarlo? Sei davvero innocente, Lucia, se credi che a quel furfante importi di te. Tu immagini di esserne innamorata, nient'altro. Don Diego è più vecchio, più saggio, ti guiderà nella giusta direzione.»

«No, io...»<<Ah, ecco che arriva Arturo. Ti porterà da Don Diego. Io seguirò a

breve distanza, con il prigioniero. Ci incontreremo alla dimora del governatore generale.» Si affrettò ad allontanarsi, ignorando gli appelli della ragazza in favore del pirata. Sua sorella era giovane, non sapeva nulla delle sofferenze e delle tribolazioni dell'esistenza, o degli uomini che si approfittavano degli innocenti. Lui era sicuro che Don Diego avrebbe aiutato Lucia a dimenticare il pirata e quello che le aveva fatto.

La giovane era già sulla banchina con Arturo, quando Morgan fu portato su dalla stiva da Julio e Matteo. I ferri che lo vincolavano producevano un forte rumore metallico mentre lui si trascinava su per la scala e usciva sul ponte dove Cordero lo stava aspettando. Tuttavia il fatto di intravedere brevemente Lucia lo rassicurò mostrandogli che la giovane godeva di buona salute.

Sua moglie. Quel pensiero gli diede una certa dose di soddisfazione, per quanto suonasse improbabile. Ben presto lui sarebbe morto e lei sarebbe stata la sua vedova e la moglie di un altro. Maledizione!

Pungolato ad avanzare da Cordero e dai suoi uomini, Morgan attraversò le strette strade affollate che conducevano alla dimora del governatore generale, trascinandosi dietro le catene. Era oggetto di notevoli congetture mentre la gente si fermava a guardarlo a bocca aperta. Quando Julio si vantò del fatto che il loro prigioniero altri non era che l'infame El Diablo, si levò un gran clamore contro il perfido pirata che in quegli ultimi anni aveva saccheggiato senza pietà il Mar dei Caraibi.

«Non temete, brava gente», promise Cordero. «Il pirata verrà consegnato al governatore generale. Ho sentito che Don Diego è un uomo che distribuisce aspre punizioni. Verrà fatta giustizia.»

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Lucia e Arturo furono condotti immediatamente nello studio di Don Diego. Lui li accolse con effusione, mentre il suo sguardo scuro e intelligente sondava implacabile Lucia. Quando il segretario gli aveva comunicato l'identità dei visitatori, lui quasi non riusciva a prestar credito al fatto che la sua promessa sposa fosse stata liberata dall'infame El Diablo e si trovasse lì all'Avana; per quanto ne sapeva non era stato richiesto alcun riscatto. Dopo aver dato un'occhiata alla giovane lui capì perché il corsaro inglese l'avesse rapita; Lucia Santiago era di una bellezza straordinaria. Quale uomo nel pieno possesso delle sue facoltà mentali l'avrebbe liberata spontaneamente, una volta che lei avesse onorato il suo letto?

«Arturo, che piacere vedervi», disse Don Diego, afferrando la mano del giovane in un gesto di benvenuto. Il suo sguardo scivolò quasi ingiuriosamente su Lucia. «Siete cambiata, querida.»

«Avevo dieci anni, l'ultima volta che ci siamo visti», osservò con irritazione la ragazza.

«Sedete, sedete; dovete raccontarmi tutto. Non mi aspettavo di vedervi all'Avana. Quando ho appreso che la Santa Cruz era stata affondata e voi rapita da El Diablo, ho disperato di potervi mai più rivedere. Dovete aver sofferto enormemente, vostro padre deve essersi privato di una fortuna, per riavervi.»

Arturo si schiarì la voce. «C'è parecchio che non sapete, eccellenza. Forse sarebbe meglio se a Lucia fosse consentito di riposare, mentre noi discutiamo della faccenda in questione.»

«Perdonatemi, querida», disse Don Diego, rivolgendosi alla ragazza. «Dovete essere esausta.» Lui si protese verso il cordone di un campanello e convocò un servitore in livrea a cui ordinò di condurre Lucia in una delle stanze per gli ospiti e di chiamare una cameriera perché si occupasse delle sue necessità. Quando la giovane se ne fu andata, il governatore generale tornò a rivolgere il suo sguardo scintillante su Arturo. «Ora potete iniziare, senor Santiago; ditemi tutto.»

Arturo studiò in silenzio l'uomo più anziano; non lo vedeva da anni, ma era cambiato ben poco nel corso del tempo. L'uomo era di altezza media, la sua corporatura snella e aristocratica e l'atteggiamento altezzoso lasciavano scarsamente presagire il temperamento esplosivo e la natura crudele che lo caratterizzavano. Soltanto coloro che trattavano con lui da vicino erano a conoscenza del suo lato oscuro e vendicativo. La bocca sotto i baffi sottili rivelava denti bianchi perfetti e una natura sensuale ed egoista. A poche persone era consentito di scorgere il vero Don Diego, che

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rivelava solo quel tanto di sé che serviva al suo scopo. Ma ad Arturo, uomo più famoso per il carattere esplosivo che per l'equilibrio, Don Diego sembrava un individuo dignitoso e ragionevole, che avrebbe trattato sua sorella con gentilezza. Dopo essere giunto ; a quella conclusione, il giovane Santiago si lanciò in un vivace resoconto del salvataggio della sorella, tralasciando il fatto che Lucia era stata ; scoperta a letto con il pirata. Lui non spiegò neppure il motivo del matrimonio frettoloso a bordo della Santa Maria.

«Nostro padre ha ritenuto fosse meglio che portassimo Lucia e il pirata direttamente all'Avana», spiegò Arturo, giunto alla fine della storia. «Quando voi avrete provveduto all'eliminazione del pirata, Lucia sarà libera di risposarsi.» Il giovane sorrise, pensando di aver gestito la situazione in modo decisamente assennato, in assenza di Cordero.

Don Diego non si lasciò eludere così facilmente. «Perché voi e vostro fratello avete ritenuto necessario imporre un matrimonio tra El Diablo e Lucia?» II volto di lui era rigido, la sua voce ferma.

«L'abbiamo reputato indispensabile per porre freno ai pettegolezzi che con ogni probabilità sorgeranno riguardo al rapimento di nostra sorella. Dato che ben presto lei sarà vedova, suppongo che le voci verranno messe a tacere.»

«Hmmm», disse Don Diego, facendo tamburellare le dita sulla scrivania. «Forse avete ragione, tuttavia non mi avete detto quello che voglio davvero sapere.» Fissò attentamente Arturo negli occhi. «Il pirata ha violato la mia promessa sposa?»

Il giovane Santiago tradì il suo imbarazzo: aveva sperato che il delicato argomento non venisse tirato in ballo, ma purtroppo Don Diego aveva il diritto di sapere. «Abbiamo buoni motivi per credere che 1'abbia fatto. Tuttavia, nostro padre, proprio in previsione di un simile disastro, ha provveduto in merito. Vi ho già detto che abbiamo recuperato la dote di Lucia nella sua interezza, ma non ho accennato al fatto che, prevedendo l'accaduto, nostro padre ha generosamente raddoppiato la cifra su cui vi eravate accordati in origine. Ogni doblone d'oro, ciascun prezioso gioiello e piatto d'argento è intatto a bordo della Santa Maria. Sarà tutto vostro quando voi e Lucia vi sposerete.»

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Gli occhi di Don Diego luccicarono di avido piacere. «Ha raddoppiato la dote?» ripeté, con gli occhi cupi per l'eccitazione. Le ricchezze che Lucia portava in matrimonio erano già generose prima di essere aumentate dal suo ansioso genitore.

Fu a questo punto che venne annunciato Cordero, il quale richiedeva un'udienza immediata con Don Diego. Il governatore generale gliela concesse, ma la sua espressione s'incupì quando vide Morgan che veniva trascinato all'interno della stanza dal giovane Santiago e dai suoi uomini.

«E così questo è l'infame El Diablo», osservò Don Diego con freddo disprezzo. «La nemesi del Mar dei Caraibi. Ora non sembrate più così pericoloso, pirata.»

«Si chiama Morgan Scott», spiegò Cordero. «È uno dei cortigiani della regina d'Inghilterra.»

«Peccato che debba fare una così ignobile fine all'Avana.» Don Diego sorrise, subdolo, pensando che la morte non sarebbe giunta facilmente per El Diablo. «Ha violentato la mia promessa sposa e si è arricchito saccheggiando gli spagnoli. Gli farò passare l'inferno per tutto quello che mi ha tolto.»

Le labbra di Morgan si tesero in un sarcastico sorriso divertito.«Nessun uomo, voi compreso, avrà da Lucia quello che mi ha dato spontaneamente. Se a voi o ai suoi fratelli importa davvero qualche cosa di lei, la restituirete al convento; è ciò che vuole.»

«Bastardo!» Don Diego sferrò a Morgan un terribile colpo al ventre, che lo fece barcollare all'indietro. «Ho intenzione di rendere vedova Lucia molto presto e di sposarla come Don Eduardo e io avevamo progettato. Ma prima vi farò soffrire per aver corrotto la mia promessa sposa. Una morte rapida è troppo facile per un avido stupratore delle fanciulle spagnole.»

Prima che il corsaro potesse chiamare a raccolta le proprie facoltà mentali, Don Diego chiamò le guardie e lo fece condurre in prigione. Questa era situata nei pressi della zona portuale e l'aria viziata, il lerciume e l'umidità domavano ben presto anche i prigionieri più recalcitranti, se prima non si ammalavano e morivano.

Dopo che Morgan fu trascinato fuori della stanza, Diego si rivolse con freddezza ai fratelli Santiago. «Vostra sorella è stata la puttana consenziente del pirata? Voglio la verità.»

Arturo balzò dalla sedia, ma Cordero lo tenne saggiamente a freno. «Nostra sorella è stata costretta, Don Diego. Lucia era un'innocente,

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allevata nell'ambiente puro di un convento. Certamente non penserete che abbia incoraggiato lo stupro.»

«Certo che no, non do affatto la colpa alla ragazza», mentì Diego senza difficoltà. «Lei è giovane. Non temete, andremo d'accordo quando avrà imparato qual è il suo posto. Riguardo alla dote», ricordò a Cordero, <l'avete con voi? Arturo non mentiva quando ha detto che Don Eduardo ha gentilmente raddoppiato la cifra su cui ci eravamo accordati, vero?» Il governatore stava quasi per mettersi a sbavare per la cupidigia.

«Mio fratello ha detto la verità. Nostro padre ha aumentato la dote di Lucia nella speranza di far sì che fosse più facile sorvolare sulla sua "piccola sconsideratezza".»

«Molto generoso», disse Diego, «benché non fosse necessario. Lucia è un tesoro, ed è stato molto saggio da parte vostra farla sposare al furfante inglese; questo metterà a tacere parecchie male lingue. Quando la ragazza sarà vedova, la gente dimenticherà la vergogna di cui si è macchiata. Lasciate pure Morgan Scott alle mie cure, verrà giustiziato con tutta la dovuta sollecitudine. Potete partire dall'Avana con la consapevolezza che ora vostra sorella si trova sotto la mia protezione.»

«Gracias, Don Diego», disse Cordero. «È necessario per noi partire immediatamente. Per la sua spedizione re Filippo ha bisogno di ogni nave disponibile; a Lisbona si sta radunando una grossa

flotta che salperà presto, diretta in acque inglesi. La regina eretica verrà distrutta per la maggior gloria di Dio. Speriamo che la Santa Maria arrivi in tempo per unirsi all'armata.»

«Affrettatevi, amici miei. Invierò i miei uomini più fidati alla Santa Maria per trasferire la dote di Lucia in mia custodia. Autorizzerò inoltre il mio segretario a consegnarvi la ricompensa per aver assicurato El Diablo alla giustizia. Chiedete pure, e tutto ciò di cui avete bisogno per rifornire la nave per il viaggio sarà messo a vostra disposizione.»

«Non dovremmo prima salutare Lucía?» chiese Cordero, che all'improvviso non si sentiva più tanto sicuro delle intenzioni di Don Diego nei confronti di sua sorella, dato che il governatore non aveva accennato al matrimonio. Quell’individuo era troppo mellifluo, troppo freddo e calcolatore. Si chiese vagamente se lui e Arturo non avessero commesso un errore nel portare la ragazza all'Avana.

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«È meglio che non turbiate ulteriormente vostra sorella, è già abbastanza sconvolta. Le comunicherò la vostra partenza nel modo più gentile possibile.»

«Non so...» disse Cordero, dubbioso. «Lucia si aspetterà di vederci, questa sera.»

«Don Diego ha ragione», convenne Arturo, pregustando il denaro della ricompensa. «Dovremmo lasciare nostra sorella al suo fidanzato, lui farà quel che è opportuno. Abbiamo realizzato ciò che ci eravamo ripromessi, nostro padre sarà soddisfatto.»

Cordero non ne era così sicuro, ma mise da parte i propri dubbi; dopo tutto, Diego del Fuego era un uomo onesto e rispettato.

Diego aveva offerto a Lucia ogni lusso e comodità; lei era rimasta a mollo in un bagno molto apprezzato e di cui aveva parecchio bisogno, poi aveva provato a distendersi sulla trapunta del letto. La ragazza si era subito addormentata e fu svegliata più tardi dalla sua cameriera, la quale le comunicò che il governatore l'aspettava per la cena, che abitualmente aveva luogo alle nove in punto.

Lucia desiderava apparire al meglio e indossò un bell'abito che faceva parte del suo corredo. La seta era di una tonalità di giallo particolarmente bella, la veste aveva il collo alto, con un'ampia arricciatura intorno alla gola, che incorniciava la delicata bellezza del suo volto. La cameriera aveva fatto schioccare la lingua con aria di disapprovazione di fronte al taglio insolito dei capelli della ragazza, ma quando una mantiglia di pizzo fu drappeggiata su un pettine ornato di turchesi e le fu posta sulla sommità del capo, si notò a malapena che aveva i capelli corti.

C'era un preciso motivo che imponeva a Lucia di voler apparire al meglio; nutriva ancora speranze di persuadere i fratelli e Don Diego a risparmiare la vita a Morgan. Si trattava di tenui speranze, ma lei le nutriva comunque. Se avesse fallito, la ragazza sperava di convincerli a consentirle di trascorrere il resto dei propri giorni in un convento, a espiare i peccati commessi. Se l'esistenza del suo amante fosse finita nel fiore degli anni, la vita stessa non avrebbe significato più nulla per lei. La ragazza avrebbe preferito che il pirata finisse tra le braccia di un'altra donna, piuttosto di contemplare l'idea della sua morte.

Alle nove in punto Lucia scese la lunga scala ricurva che portava al sottostante piano principale. Don Diego la stava aspettando ai piedi della scalinata.

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«Siete puntuale, che sollievo.» Lo sguardo penetrante dell'uomo percorse la figura di lei in tutta la sua lunghezza, poi salì verso l'alto, fino al volto. Nelle scintillanti profondità dei suoi occhi brillava l'ammirazione, ma al di sotto di questa incombeva qualcos'altro, qualcosa di profondo, di oscuro e inquietante.

«Io sono sempre puntuale», mormorò Lucia.Lui le offrì il braccio e la giovane accettò con grazia, reprimendo un

brivido di repulsione; conosceva a malapena quell'individuo ma l'aveva già giudicato sfavorevolmente. Nessun uomo poteva uscire vincitore da un paragone con il suo attraente pirata. Entrarono nella sala da pranzo, risplendente di una quantità di candele nei candelabri. Lucia esaminò la stanza e rimase sgomenta nel notare che la tavola era apparecchiata per due persone.

«I miei fratelli non ceneranno con noi, questa sera?»

Gli occhi di lui ebbero un oscuro brillio, il sorriso che gli incurvò le labbra apparve sinistro alla luce delle candele. «I vostri fratelli sono partiti per la Spagna; erano ansiosi di ritornare in tempo per aggregarsi, con la Santa Maria, all'armata di re Filippo.» La fece sedere alla propria destra e prese posto a capotavola.

«Senza dirmi addio? Non farebbero mai una cosa .simile. Che cosa avete fatto loro?»

Questo parve far infuriare Don Diego. «Imparerete a tenere a freno la lingua! Perché mai dovrei danneggiare i vostri fratelli, quando mi hanno restituito una promessa sposa ormai infangata? Non sono forse fortunato?» la schernì lui. «A quest'ora tutta l'Avana starà sparlando della futura moglie di Diego del Fuego, divenuta la puttana dell'infame El Diablo.»

Lucia si ritrasse sconvolta. «Se è questo ciò che pensavate, perché non mi avete rimandato in Spagna con i miei fratelli?»

Diego sbottò in una perfida risata. «E lasciare che i due giovani restituissero la dote a vostro padre? Non sono uno stupido, Lucia. Inoltre voi siete una donna bella e desiderabile, sarebbe sciocco da parte mia non tenere le ricchezze che mi portate e lasciare che mi dilettiate con quel vostro delizioso corpicino. Sono ansioso di vedere che cosa vi ha insegnato il pirata.»

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Lucia fu percorsa da un brivido di terrore. «I miei fratelli sapevano come la pensavate?»

«Loro credono che io sia l'essenza stessa della gentilezza e della generosità per averli liberati della sorella dalla reputazione ormai rovinata; pochi uomini si sarebbero dimostrati altrettanto indulgenti. Inoltre la ricompensa che hanno intascato per la cattura di El Diablo ha placato notevolmente le loro coscienze.»

Lucia si inalberò assumendo un'aria di sfida. «Non vi sposerò, potete tenere la mia dote; ritornerò a casa con la prossima nave.»

«Per distruggere la mia reputazione di uomo d'onore? Oh, no, querida, questo matrimonio è stato programmato da lungo tempo e vostro padre si aspetta che abbia luogo.»

«Mi volete ancora dopo... dopo...»«...dopo che siete stata corrotta sino in fondo da El Diablo?» terminò lui,

crudelmente. «Il vostro corpo mi interessa, Lucia, questo non posso negarlo. Sembrate così innocente, ma, ah, sotto sotto ardete di un tale fuoco. Io voglio esplorare quel fuoco, querida. Ma parlare di matrimonio?» Lui rise aspramente. «Le donne come voi vanno benissimo perché un uomo se le porti a letto, ma non per portare il suo nome o partorire i suoi figli. Diverrete la mia amante.»

«Non lo farò!» sbottò Lucia, indignata.Don Diego la osservò attentamente. «Mi domando», rifletté lui, «se

abbiate protestato altrettanto vigorosamente quando il pirata ha fatto di voi la sua puttana.»

Lei si alzò bruscamente, con l'intenzione di sottrarsi alla detestabile presenza di quell'individuo.

«Sedete, querida, non fate scenate davanti alla servitù.» Lui prese il tovagliolo, lo scrollò e se lo posò in grembo. «Discuteremo ulteriormente la faccenda dopo cena, non voglio che questo disturbi la mia digestione.»

«Non ho più appetito, Don Diego. Se vorrete scusarmi mi recherò nella mia stanza a fare le valigie. Partirò con la prossima nave disponibile.»

Lui le afferrò il polso in una stretta brutale; il dolore le strappò un grido dalle labbra. «Sedete, ho detto.»

Lucia si rimise a sedere di colpo, strofinandosi il polso dove le dita di lui le avevano contuso la pelle.

II governatore sorrise. «Così va meglio.»A quel punto entrò una sfilza di camerieri, che servirono un pasto

sontuoso con tutta la solennità e il cerimoniale dovuti al nobile status del governatore generale. I due mangiarono in silenzio, Diego con gusto e

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Lucia toccando a malapena il cibo. Sorprendentemente la ragazza non temeva per se stessa, ma per Morgan. Se Diego la considerava una persona così disdicevole, come avrebbe mai fatto a convincerlo a risparmiare la vita del pirata?

«Prenderemo il caffè nel mio salotto privato», disse Diego, spostando all'indietro la sedia della giovane.

Lei desiderava trovarsi ovunque tranne che alla mercé di quell'uomo. Come aveva potuto suo padre giocarle un tiro simile? Come avevano potuto i suoi fratelli lasciarla in balìa di un individuo tanto abbietto?

«Venite, querida, ci sono cose di cui è necessario discutere.»Lucia lo precedette su per le scale, con il cuore che le martellava, le

ginocchia deboli e instabili. L'unica cosa che lei desiderava discutere con Don Diego era la liberazione di Morgan, e per quello non c'era bisogno dell'intimità delle sue stanze. Che cosa avrebbe fatto se lui l'avesse voluta nel suo letto quella stessa notte? Lei non poteva acconsentire! Proprio non poteva.

Il salotto dell'appartamento privato di Diego era piccolo, raccolto e riccamente arredato con pesanti mobili scuri. La nottata era calda e le finestre che davano su una terrazza esterna erano aperte per lasciar entrare la brezza oceanica. Lei colse un aroma che saliva dal giardino sottostante, cinto di mura. La ragazza si sistemò con circospezione sul bordo di un divanetto a due posti, osservando con diffidenza Don Diego che le sedeva accanto.

«Dunque, dov'eravamo rimasti?» chiese lui. «Ah, sí, ricordo.» II governatore si protese per accarezzarle la guancia con la punta di un dito, ma Lucia si irrigidì; quel gesto che voleva essere tenero le risultò orrendo e le diede la nausea. «Mi divertirà avervi come amante.»

«Don Diego, non potete fare sul serio; mio padre si fida di voi, resterebbe inorridito per il modo in cui mi state trattando.»

«Don Eduardo vi ha lasciato in mia custodia, Lucia; ha insultato il mio orgoglio offrendomi una dote che non potevo rifiutare. Sospettava che la vostra reputazione fosse rovinata, ma voleva liberarsi di voi per risparmiare a se stesso l'imbarazzo derivante dal vostro comportamento vergognoso con il pirata. Quello che faccio di voi è interamente affar mio.»

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«No, questo non è vero! Mio padre si aspettava che mi sposaste, non che mi disonoraste.»

«Come posso disonorare una donna che è già una sgualdrina?» Lucia arrossì violentemente. Purtroppo tutti l'avrebbero giudicata proprio come aveva fatto Don Diego, ma il fatto sconvolgente era che lei provava scarsissimo rimorso per essersi concessa a Morgan. Quel poco di felicità che aveva trovato tra le braccia del pirata era probabilmente l'unica che lei avrebbe mai conosciuto in vita sua. Ma forse, pensò astutamente, da quella squallida situazione si sarebbe potuto ricavare qualcosa.

«Se diventerò la vostra amante mi concederete qualcosa in cambio?» L'ardita richiesta di lei lo colse di sorpresa.

«Non siete nella posizione di chiedere nulla, querida.» «Preferireste un'amante consenziente, oppure una che vi contrasti con le unghie e con i denti?»

Lui la fissò. «Che cosa volete da me? Begli abiti? Gioielli? Oro?»«Niente di tutto questo. Liberate Morgan Scott. Farò tutto quello che

vorrete, semplicemente non uccidetelo.»Diego le indirizzò un'occhiata meditabonda, poi rise, rise fino alle

lacrime; alla fine si asciugò gli occhi e scrollò il capo. «Volente o nolente, vi prenderò quando mi aggrada. In quanto al vostro infame El Diablo, il suo destino è segnato; domani firmerò i documenti per l'esecuzione. Prima della fine della settimana la Spagna si sarà liberata di un nemico.»

Lucia impallidì, lottando per non perdere i sensi. «Voglio vedere Morgan prima... prima...»

Diego sorrise con perfidia. «Com'è toccante. Quell'uomo dev'essere un amante sorprendente, ma vi assicuro che io sono migliore.» L'attirò tra le proprie braccia, ma lei lottò furiosamente. L'uomo la sollevò, dirigendosi verso la propria camera da letto, ma lei scalciò e lo colpì con i pugni, facendolo infuriare e sbuffare d'indignazione. «Caramba! Forse mi apprezzerete, una volta che il vostro pirata sarà stato spedito all'inferno. Sono un uomo paziente, posso aspettare.» La lasciò cadere di colpo. «Uscite di qui! Questa notte non sono dell'umore adatto per lottare per ottenere i vostri favori.»

Lucia si alzò da terra e si precipitò verso la porta. «Aspettate!» la richiamò lui, scaltro. Lei si arrestò, volgendosi a guardarlo; Diego socchiuse gli occhi con aria astuta. «Ho cambiato idea, potete vedere il vostro maledetto pirata. La mia carrozza vi attenderà fuori alle tre di domani pomeriggio.» Detto questo, le volse le spalle e Lucia fuggì dalla stanza.

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Morgan si spostò a disagio sul duro pavimento di terra. Le pene e i dolori che lo affliggevano erano molti, e l'orrendo puzzo della paglia sotto di lui lo faceva star male fisicamente. La notte precedente i suoi carcerieri erano venuti a tormentarlo; aveva le costole in fiamme per i loro perfidi colpi, e il volto tutto nero e bluastro. Da un taglio sul sopracciglio destro il sangue gli colava in un occhio.

Incatenato e impotente, lui non poteva far nulla per migliorare la sua situazione. Quando i carcerieri avevano finito di divertirsi, si era raggomitolato su se stesso e aveva cercato di dormire; si era svegliato quella mattina con la sensazione che ogni osso del suo corpo fosse rotto. Tuttavia gli aguzzini non avevano usato il gatto a nove code, e lui era grato di questo.

Giunse mezzogiorno prima che gli venisse consegnata una specie di pasto, che Morgan spinse da parte con disgusto. Lui sapeva che sarebbe morto, e preferiva morire affamato piuttosto che mangiare porcherie. La morte. Come suonava definitivo. Se c'era qualcosa nella sua vita di cui si pentiva, era il modo in cui aveva trattato Lucia. Avrebbe dovuto rimandarla al convento come lei desiderava, invece di usarla per un atto di vendetta fuorviata contro gli spagnoli. Lei non meritava che lui la trattasse in modo così crudele perché era innocente e pura, finché non era caduta vittima della sua lasciva vendetta.

Morgan ricordò il loro matrimonio affrettato a bordo della Santa Maria. Lucia era sua moglie; sua finché la morte non li avesse separati. Quel pensiero gli diede scarso conforto.

Il pirata pregò che Dio lo perdonasse per averla presa contro la sua volontà, ma il Signore sapeva che lui non avrebbe potuto fare a meno, neppure se avesse voluto, di metterle le mani addosso. L'aveva desiderata ardentemente, più di qualsiasi altra donna avesse mai conosciuto. E lei l'aveva ricambiato. La sua risposta appassionata quando facevano l'amore aveva provato quanto la giovane avesse bisogno di lui. Dopo la sua scomparsa lei avrebbe sposato il governatore generale di Cuba. Morgan avrebbe dato la vita per salvarla da un simile destino, ma sembrava che l'esistenza non fosse più a sua disposizione per donarla a chicchessia, perché ben presto sarebbe stata spenta con la stessa facilità con cui si soffiava su una candela.

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Le riflessioni del corsaro inglese giunsero bruscamente alla fine quando udì un rumore di passi che si avvicinavano alla sua cella. Lui si alzò faticosamente in piedi, gemendo per lo sforzo che l'atto gli costava. La porta si aprì di scatto e Diego entrò, storcendo il naso nel sentire il puzzo ripugnante emanato da Morgan, combinato a quello della paglia lurida. I baffi sottili fremettero di disgusto e fissò il pirata con aperta ostilità.

«Buon pomeriggio, capitano. Avete dormito bene?»Le labbra di Morgan si incurvarono in un sorriso sardonico.

«Compatibilmente con le circostanze.»«Io ho dormito sorprendentemente bene. Di solito è quel che accade

dopo una notte appagante tra le braccia di una donna appassionata. Devo esprimervi la mia approvazione riguardo alla prestazione di Lucia; decisamente focosa, estremamente ricca d'inventiva: l'avete istruita davvero a meraviglia.»

«Bastardo!» Morgan si protese verso la gola di Don Diego, ma le catene gli impedivano i movimenti. II governatore fece qualche passo indietro, ponendosi ben lungi dalla sua portata.

«Vi ho detto che Lucia è diventata la mia amante la notte scorsa? Sono certo che capirete perché non posso sposarla dopo che voi l'avete violentata; l'avete resa inidonea a portare il mio nome, tuttavia andrà benissimo come amante. Quando avrò trovato una donna rispettabile da sposare, passerò Lucia a uno dei miei uomini, oppure la manderò in un bordello.»

Morgan sapeva che del Fuego cercava di farlo infuriare, e la cosa stava funzionando. Il pensiero delle mani dello spagnolo sulla ragazza gli faceva venir voglia di vomitare. «Lucia è troppo rispettabile per voi.»

Diego sorrise. «Credete? Forse cambierete idea dopo aver appreso con quanta dolcezza mi abbia implorato di punirvi per averle rovinato la reputazione rendendo impossibile il matrimonio con me. Lei vi disprezza per averla corrotta, capitano. Se non fosse stato per il vostro malaugurato intervento sarebbe diventata mia moglie, e qualsiasi cosa avesse mai potuto desiderare sarebbe stata sua.»

«Lucia non ha mai desiderato di sposarvi.»

«Credete di no? Forse sarà lei stessa a dirvi quanto vi odia. Pensate che mi prenderei la briga di farvi picchiare, quando è già stata emanata la

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vostra sentenza di morte? Però Lucia desidera che voi siate punito e che soffriate per i peccati commessi contro di lei. Del resto, la scorsa notte la ragazza mi ha soddisfatto così egregiamente che non posso negarle nulla. Cortez, porta il gatto!»

Sulla soglia apparve un uomo che brandiva un gatto a nove code; lo porse a Diego, poi si fece da parte.

«Sollevategli la camicia sulla schiena e fissate le catene alla parete!» Cortez si mosse con alacrità, sollevando la camicia di Morgan e fissandogli i polsi incatenati a un anello posto a metà del muro, mentre Diego teneva pronta la spada nel caso il pirata opponesse resistenza. Il capitano inglese ebbe a malapena il tempo di prendere fiato, prima di udire il gatto che fendeva l'aria. Si fece forza per affrontarne il morso, ma non era comunque pronto al supplizio, quando le varie corregge gli penetrarono nella carne. Si irrigidì e si morse il labbro per evitare di urlare. Aveva il dorso in fiamme, sentiva il sangue che gli stillava fin nella cintola dei pantaloni.

Diego sferrò un altro perfido colpo prima che Morgan avesse il tempo di riprendersi dal primo; da quel momento in poi non si rese più conto di quando finiva l'uno e quando iniziava il successivo. Poi all'improvviso la fustigazione si arrestò e il prigioniero si afflosciò contro le catene, a malapena in grado di sollevare il capo.

Il governatore estrasse un fazzoletto bianco immacolato e si deterse il sudore dalla fronte. «Penso che per oggi Lucia sarà soddisfatta della punizione che vi ho inflitto; non vogliamo che andiate all'altro mondo prima del tempo. Tutta l'Avana attende con ansia la vostra esecuzione di domani; è stata proclamata una grande festività. Se Lucia lo vorrà, tornerò a farvi visita prima dell'esecuzione, e mi accerterò che siate opportunamente pentito prima di andare incontro al creatore.»

Le parole di Diego bruciavano nel cervello di Morgan; il dolore della fustigazione fugò dalla sua mente tutti i teneri pensieri che aveva nutrito riguardo alla giovane spagnola. Lei voleva che fosse punito, era lei la causa di quella sofferenza indicibile. Lucia lo odiava. Non era sufficiente che lui stesse per morire. Maledizione, no! Quella piccola strega assetata di sangue si divertiva a farlo patire. Se mai lui fosse uscito vivo da quella situazione, cosa altamente improbabile, lei avrebbe pagato, e pagato caro. Il suo ultimo pensiero prima di perdere i sensi fu che mentre lui meritava certamente di morire per i suoi atti di pirateria, non meritava però quel terribile supplizio per colpa di una donna vendicativa.

Era tutto talmente comico; lui aveva davvero cominciato ad amare quella piccola strega!

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CAPITOLO 10

lle tre in punto Lucia uscì dall'ingresso riccamente decorato della dimora del governatore generale; la stava aspettando la carrozza

promessale da Don Diego. Il cuore le martellava per la paura e l'ansia mentre il cocchiere l'aiutava a salire sul sontuoso veicolo. Diego non si vedeva da alcuna parte e la ragazza ne fu ben lieta; voleva parlare con Morgan da sola, perché questa poteva essere l'ultima volta che lo vedeva vivo.

A

Il viaggio fino alla prigione fu molto breve; Lucia si rese conto che avrebbe potuto percorrere la distanza a piedi senza difficoltà. La galera era situata in un basso edificio rozzamente costruito con blocchi di pietra; le uniche finestre erano poste in alto sulle mura, dove i prigionieri non

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potevano vedere nulla se non un piccolo riquadro di cielo. Lei sapeva quanto Morgan dovesse essere infelice, cosa che non fece che rafforzare la sua determinazione a trovare un modo per aiutarlo.

II cocchiere aprì lo sportello e Lucia scese dalla carrozza; un attimo più tardi la porta della gattabuia si spalancò completamente e Diego uscì per accoglierla; a quella vista la compostezza della ragazza andò in frantumi.

«Puntuale come sempre, querida.» Lui sorrise blandamente. «Che cosa ci fate qui?»«Interrogo il prigioniero.» Il suo sorriso si fece più ampio. «Il pirata si è

rivelato un soggetto estremamente difficile; temo che i miei uomini e io siamo stati in qualche modo troppo zelanti nel domarlo.»

Lo sguardo della giovane si spostò in basso, sulla frusta che lui teneva con disinvoltura nella mano destra. Il governatore l'aveva tenuta nascosta dietro la schiena, e lei non l'aveva notata finché lui non aveva attirato la sua attenzione sull'arma. L'uomo sembrava derivare un insano piacere dal tormentare Lucia lasciandole immaginare quello che poteva aver fatto a Morgan.

«Dios! Lo avete picchiato! Come avete potuto?»La voce di Diego era rigida e intimidatoria. «Come avrei potuto fare

altrimenti? Mi ha sottratto qualcosa che non può essere sostituito. Domani, prima di salire sul patibolo, verrà frustato ancora, e poi ancora, finché io non sarò soddisfatto e riterrò che abbia sofferto a sufficienza. Venite, querida, ormai dovrebbe aver ripreso i sensi ed essere pronto per un'ulteriore punizione.»

«Vi prego, basta con la frusta», implorò Lucia. «Non ha forse sofferto abbastanza?»

Diego digrignò i denti. «No, nient'affatto.» Lui le indirizzò uno sguardo fisso e brutale, poi sorrise con aria astuta. «Avete il potere di aiutarlo.»

«Ditemi che cosa devo fare! Farò qualunque cosa, qualunque.» «Allora dovete dire a El Diablo che siete divenuta spontaneamente la mia amante, che lo odiate e che mi avete implorato di punirlo per avervi stuprata. Gli direte che siete lieta che venga messo a morte.» Lucia si sentì salire un nodo alla gola. «No! Questo non è vero!» «Ciò nonostante voi ripeterete tutto quello che ho appena detto, altrimenti il pirata verrà fustigato ogni ora fino alla morte. È questo che desiderate per il vostro amante?»

«Perché state facendo una cosa simile? Che vantaggio potreste mai derivarne?»

«La soddisfazione», replicò biecamente Diego. «Preferirei smembrarlo lentamente, mozzandogli le mani, i piedi, gli arti, facendogli soffrire le pene

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dell'inferno per quello che ha fatto alla Spagna e a voi. A re Filippo non importa come muore il pirata, soltanto che venga eliminato, perciò mi sto dimostrando clemente.»

Lucia vacillò, pericolosamente vicina allo svenimento. Diego era un demonio, non conosceva il significato della misericordia. Lui sapeva che lei non avrebbe consentito che Morgan venisse torturato crudelmente, che avrebbe detto o fatto qualsiasi cosa per salvarlo da un ulteriore supplizio, perfino mentire.

«Se farò come dite, lo libererete?»

II governatore la guardò come se avesse due teste. «Liberarlo! Mai! Ordinerò soltanto che vengano cessati i pestaggi e gli concederò una morte dignitosa.»

Lucia soffocò in gola un singhiozzo. Era troppo poco, maledizione, troppo poco, ma lei avrebbe mentito per offrirgli una morte non troppo dolorosa. Poi, prima che Diego la portasse nel proprio letto, lei avrebbe raggiunto Morgan nella morte; vivere senza di lui non era più possibile.

«Molto bene, farò come dite. Posso vedere il prigioniero da sola?» «Non mi fido di voi, querida, andremo insieme.» Lui porse la frusta a una delle guardie e condusse Lucia all'interno dell'edificio.

Un fetido tanfo di morte e di sofferenza assalì la ragazza mentre attraversava la stanza del corpo di guardia e passava nei corridoi umidi e poco illuminati della gattabuia. Pesanti porte di legno erano sbarrate dall'esterno e spesse pareti di pietra separavano le singole celle. Una piccola grata posta in basso su ogni porta consentiva alle guardie di passare il cibo ai detenuti. Diego si fermò di colpo davanti a una porta chiusa, e una delle guardie si affrettò a sollevare la sbarra.

«Portate un lume», ordinò il governatore. Comparve una luce e la porta fu aperta con un calcio.

La candela rivelò uno spettacolo che sembrava uscito direttamente dall'inferno. Quando Lucia vide Morgan, un urlo le sali dal fondo della gola. Lui era ancora incatenato alla parete, proprio come Diego l'aveva lasciato in precedenza. Il pirata aveva il dorso molto martoriato; ematomi violacei e numerosi squarci gli laceravano profondamente le spalle e la gabbia toracica. Diego le strinse il braccio in segno di ammonimento, e di colpo il grido le morì in gola.

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II corsaro inglese volse lentamente il capo verso la luce; aveva il corpo in fiamme, il cuore che gli martellava. Avvolto in una caligine di dolore penetrante, lui vide Lucia in piedi accanto a Diego. Lei lo fissava, senza dire nulla, e la sofferenza di lui si trasformò in rabbia incandescente. Si inumidì le labbra, cercando di trovare saliva sufficiente per placare la propria gola inaridita.

«Perché avete portato con voi la vostra baldracca, del Fuego? Non credeva alla vostra parola? Pensava che i suoi ordini non fossero stati eseguiti?»

Diego rise con perfidia. «Le ho detto che non sareste stato un bello spettacolo, ma lei ha insistito per vedere con i propri occhi che la vostra punizione fosse proprio come lei desiderava.» II governatore si rivolse a Lucia. «Diglielo, querida, di' al buon capitano quel che pensi esattamente di lui.»

La ragazza chiuse gli occhi e fece appello a tutto il proprio coraggio per pronunciare le parole che avrebbero fermato la tortura di Morgan. «Vi odio per quello che mi avete fatto, capitano.»

«Suvvia, Lucia, non c'è forse qualcos'altro che desideri dirgli?» La mano di Diego le si strinse brutalmente intorno al braccio.

Lei trasalì. «Sono l'amante di Diego. A causa vostra, non sono degna di diventare sua moglie. Lui... lui è un amante fantastico.» L'ultima parte fu aggiunta più a beneficio di del Fuego che per Morgan; avrebbe fatto qualsiasi cosa per placare quel mostro demente e alleviare le sofferenze del pirata.

Diego le indirizzò un sorriso soddisfatto. «Ah, siete un tesoro, querida. Sono molto contento di voi, per le vostre prestazioni a letto e per il resto. Pensate che El Diablo abbia sofferto abbastanza per aver corrotto la vostra esistenza?»

«Oh, sí», si affrettò a dire lei, troppo rapidamente perché il governatore ne traesse piacere. «Sono paga, ora la sua morte è tutto ciò che desidero.»

Il sorriso di Diego si allargò. «Siete troppo tenera, querida. Lasciamo questo luogo ripugnante, ci sono modi migliori per occupare il nostro tempo, invece di conversare con un uomo condannato.»

Quando del Fuego protese una mano snella e curata e accarezzò il seno di Lucia, Morgan desiderò ucciderli entrambi. Lui sapeva di meritare l'odio della giovane per non averne rispettato l'innocenza, ma Lucia non si rendeva conto che gli importava veramente di lei? Il pirata ammetteva liberamente di aver usato la seduzione per conquistarla, ma la giovane spagnola era stata consenziente e partecipe. Lui credeva di conoscerla, ma evidentemente non aveva grattato sotto la superficie della sua natura perversa.

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Lucia rifuggì dall'odiosa carezza di Diego e riversò tutte le proprie emozioni nello sguardo che rivolse a Morgan, ma lui si era già voltato dall'altra parte e non lo vide; la sua mente e il suo cuore l'avevano già allontanata. Lei non aveva altra scelta che lasciare che Diego la guidasse fuori della

porta, ma non appena questa si chiuse fragorosamente dietro di loro, il nome di lui le uscì dalle labbra in un grido spezzato. Il governatore le chiuse la bocca con la mano e la trascinò via.

Morgan levò il capo di scatto; avrebbe potuto giurare di aver udito Lucia che invocava il suo nome. Si rimproverò pensando che l'immaginazione doveva avergli giocato un brutto tiro. Gli era sembrato che le si stesse spezzando il cuore, ma lui scrollò il capo per liberarlo da pensieri così sciocchi. La giovane non aveva forse appena ammesso di disprezzarlo? Di godere nel vederlo messo ai ferri e torturato? Lei aveva affermato liberamente di essere diventata l'amante di del Fuego. Strano, rifletté il corsaro in modo vago: non avrebbe mai pensato che sarebbe stato abbattuto da una donna.

Una nave senza nome scivolò all'Avana con il favore delle tenebre e gettò l'ancora nel porto profondo. Subito dopo una barcaccia scivolò via dalla nave e solcò l'acqua diretta a riva. L'imbarcazione giunse a destinazione, depositando sulla banchina deserta le persone che portava. Cinque uomini rimasero all'interno della scialuppa mentre altri due sgusciavano via e scomparivano nell'ombra. Questi ultimi si separarono in base a un reciproco accordo, scegliendo ognuno una direzione diversa. Due ore più tardi ritornarono separatamente al luogo dove avevano lasciato la barcaccia e si acquattarono all'interno dell'imbarcazione, comunicando al loro capo le informazioni che avevano racimolato.

«Hai saputo niente, Pierre?» chiese Stan Crawford.Pierre, un francese dalla pelle scura che parlava scorrevolmente sia il

francese sia lo spagnolo, sbottò in un'imprecazione oscena. «Il capitano è qui, proprio come sospettavate. Verrà giustiziato domani.»

«Maledizione!»«II governatore generale ha proclamato un giorno di festa nazionale, in modo che l'intera popolazione dell'Avana possa assistere all'esecuzione.

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Tutta la città parla di El Diablo, ed è stato facile scoprire dove viene tenuto. Tu che cosa hai appreso, Ramon?»

«Dios, l'intera maledetta città è ansiosa di vederlo appeso a una corda», rivelò il marinaio. Quest'ultimo era l'ultimo membro spagnolo della ciurma di Morgan e aveva buoni motivi per odiare i propri compatrioti, dato che aveva quasi perduto la vita durante 1'Inquisizione. «Il capitano si trova nel calabozo locale, in attesa di essere giustiziato.»

Stan rivolse lo sguardo alla luna, calcolando le ore che rimanevano prima dell'alba. «Non abbiamo molto tempo per liberare Morgan e fare ritorno sull'Avenger. Tutti voi siete stati scelti per la vostra abilità nel compiere le imprese più disperate. Siete con me?»

«Sì, signor Crawford», gli fecero eco gli uomini all'unisono, «siamo con voi.»

«E che mi dite della donna?» chiese Crawford alle proprie spie. «Nessuno di voi sa che fine abbia fatto?»

Pierre sputò in acqua un flusso sporco di succo di tabacco. «Scordatevi quella sgualdrinella. Secondo le voci, sta già scaldando il letto del governatore generale. È sorprendente quello che si riesce ad apprendere in una birreria. Non si parla neppure di matrimonio.»

«Tanto meglio», osservò aspramente Crawford. «Saremo fortunati se riusciremo a tirare fuori vivo Morgan, figuriamoci la donna. Dov'è il calabozo?»

Poco tempo dopo, sette uomini armati strisciarono furtivi nell'oscurità fino al tozzo edificio che fungeva da prigione. Avanzavano in fila indiana, guizzando da una porta all'altra; Crawford faceva strada, con la mano stretta intorno all'elsa della spada. Lui arrestò il gruppo quando giunsero in vista della galera, dove si acquattarono dietro alcuni folti cespugli, valutando la situazione. II primo ufficiale della nave corsara contò due guardie appoggiate contro la porta, con le armi che pendevano mollemente dalle mani. Dopo un segnale silenzioso da parte di Crawford, Pierre e Ramon strisciarono furtivi verso le sentinelle negligenti, sgattaiolarono alle loro spalle, le sopraffecero facilmente, poi le trascinarono tra i cespugli, dove indossarono i loro abiti e assunsero la loro identità.

Stan aprì con cautela la porta della prigione e sbirciò all'interno. La luce guizzante di un'unica candela rivelò soltanto due uomini seduti a un tavolo, che giocavano a carte. Il tempismo era perfetto. Ovviamente le altre guardie erano fuori a fare la ronda e non attendevano compagnia. Inoltre, se per

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caso si fosse fatto vivo un ospite indesiderato, loro si aspettavano che se ne liberassero le sentinelle che si trovavano all'ingresso.

Crawford si arrestò sulla soglia e fece cenno ai suoi uomini di seguirlo; uno alla volta sgattaiolarono attraverso la porta nella sala del corpo di guardia. Non fu necessario che il primo ufficiale dicesse loro che cosa fare, sapevano d'istinto quello che ci si aspettava da loro. Le guardie sedute al tavolo dovevano aver udito qualcosa, perché saltarono su e fecero per afferrare le spade. Gli uomini dell'Avenger furono loro addosso all'istante; lo scontro fu feroce ma di breve durata. Gli spagnoli furono rapidamente domati, legati, imbavagliati, e lasciati distesi sul pavimento. Crawford trovò un anello di chiavi appeso a un gancio nella sala della guardia. Due uomini rimasero lì, nel caso ritornasse la ronda assente, mentre gli altri seguirono Stan.

Morgan udì uno strascichio di piedi in corridoio, ma vi prestò scarsa sa attenzione; in quel luogo orrendo c'era sempre un andirivieni di qualche tipo. Se stavano venendo per lui, sperava che fosse per porre termine alla sua esistenza, non per torturarlo ulteriormente con il gatto. O, peggio ancora, per stuzzicarlo con la consapevolezza che Lucia aveva ordinato la sua tortura; quello lo feriva più profondamente dei lacci di cuoio con cui gli sferzavano la schiena.

«Morgan, psst, rispondetemi, se siete lì dentro.»Il capitano Scott girò il capo verso la porta chiusa a chiave; temette che

il pesante pestaggio che aveva subìto gli stesse causando delle allucinazioni. Forse il diavolo era venuto a prenderlo con sé.

«Morgan, sono Stan Crawford; rispondete, se siete in grado di farlo. Per il sangue di Dio, amico, dobbiamo fuggire in fretta prima di venire scoperti.»

«Stan?» Lui aveva la bocca talmente asciutta da riuscire a malapena a emettere un sussurro; pregò che fosse sufficiente. «Qui denti Stan. Avete la chiave?»

Il primo ufficiale fu percorso da un brivido di sollievo; non aveva idea di quando avesse luogo il cambio della guardia, né di quante ore li separassero dall'alba. «Sì, ho la chiave.»

«Sono in catene, Stan. Spero che abbiate una chiave anche per queste.»La porta si aprì con un gran frastuono; Crawford tenne in alto una

candela, in attesa che gli occhi gli si abituassero all'oscurità. Il lume rischiò quasi di cadergli di mano quando vide Morgan afflosciato contro la parete, sostenuto dai ceppi che lo imprigionavano.

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Stan inspirò, prendendo nota dello stato pietoso della carne martoriata di Morgan, del suo volto gonfio, del labbro spaccato, e deglutì in modo convulso. «Maledizione, siete fortunato a essere ancora vivo.»

«Non mi sento molto fortunato, amico mio. Avete una chiave una Stan? Presto, c'è molto da fare prima di riportare a casa 1'Avenger.» Provando una chiave dopo l'altra, alla fine Crawford trovò quella che faceva scattare i ceppi del capitano. Una volta libero, Scott gli cadde addosso, incapace di sostenere il proprio peso. «Siete in grado camminare?» sussurrò il primo ufficiale. «Appoggiatevi a me.»

Morgan barcollò e strinse i denti contro il dolore lancinante che gli procurava la propria carne lacerata. Aveva un occhio talmente gonfio da essere chiuso, ma quello buono era concentrato e fermo. Annui con un sogghigno. «Ce la faccio.»

«Andiamo, allora.» Stan si mise davanti a Morgan, che lo seguì a breve distanza. II corridoio era tranquillo e quando raggiunsero la sala della guardia le labbra del capitano corsaro si torsero in un tentativo di sorriso vedendo che i marinai della sua ciurma avevano assunto un completo controllo della situazione. Crawford, Scott e i membri dell'equipaggio uscirono furtivi dalla porta e furono raggiunti dai due uomini di guardia all'esterno.

Il primo ufficiale si avviò deliberatamente verso la zona portuale, dove li attendeva la barcaccia. Esortò Morgan ad avanzare, ma questi si arrestò, rifiutando di accompagnare l'amico verso la salvezza.

«Maledizione, Morgan, che cosa c'è? Avete bisogno di aiuto?» «Prima devo fare una cosa», disse il capitano, con voce talmente colma di livore che Crawford fu lieto di non essere l'oggetto di tanta rabbia.

«Merda, capitano, non potete arrivare fino a del Fuego. Lasciate perdere quel bastardo, non vale la vostra vita.»

Gli occhi del corsaro inglese si fecero di pietra, il suo volto era inflessibile, in preda a un'emozione che Crawford non gli aveva mai visto in precedenza. «Non è Diego che voglio.»

«Non si tratta del governatore generale? E di chi allora?» All'improvviso l'ufficiale capì. «No, scordatevela. Lasciatela al suo amante.»

«Lucia è mia moglie, Stan. Non posso lasciare l'Avana senza la mia "amorevole" sposa.» Rise aspramente quando vide l'espressione stupefatta dipinta sul volto di Crawford. «Preparate 1'Avenger. Se non sarò di ritorno prima dell'alba, salpate senza di me.»

«Lucia è diventata vostra moglie? Quando? Gira voce che sia la...»

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«L'amante di del Fuego, lo so. Ciò nonostante è mia moglie. Siamo stati sposati da un prete a bordo della nave dei suoi fratelli. Vi dirò tutto quando sarò di ritorno dalla mia missione di "salvataggio".»

«Quei pestaggi devono avervi guastato il cervello, Morgan. La dimora del governatore generale è ben presidiata, non è possibile che riusciate a entrare senza essere visto o sentito. Non siete nelle condizioní di salvare nessuno se non voi stesso.»

Le labbra di Morgan si assottigliarono in un'espressione determinata. «Sono ancora il capitano, signor Crawford. Intendete obbedire ai miei ordini?»

II primo ufficiale fissò Scott in preda alla costernazione. Più a lungo rimanevano lì a discutere e maggiore era il rischio che correvano di essere presi. Inoltre vedeva che Morgan era deciso, per usare un eufemismo.

«Benissimo, capitano. Immagino che non sia possibile fermarvi, ma verrò con voi.»

«Ci andrò da solo, signor Crawford, è chiaro?» «Perfettamente», replicò l'altro a denti stretti.«Ricordate che se non sarò tornato per l'alba dovrete salpare senza di

me. Datemi una spada.»Qualcuno gli mise in mano una spada con il fodero e gliela fissò

intorno alla vita.«Sarà molto improbabile», mormorò Stan sottovoce mentre osservava

l'amico svoltare l'angolo di un edificio. Quando Morgan fu scomparso alla vista, parlò brevemente ai propri uomini e si mise alle calcagna del capitano. Non prese neppure lontanamente in considerazione le conseguenze della sua disobbedienza agli ordini, perché pensava che Morgan avesse perduto la ragione. Un uomo così debilitato doveva essere fuori di senno per prendere d'assalto senza aiuto una fortezza nemica. E Crawford era ancora più pazzo a pensare di poter salvare dall'autodistruzione il suo dissennato capitano.

Lucia trascorse l'intera serata in preghiera. Se Dio avesse fatto un miracolo e avesse risparmiato la vita di Morgan, lei non avrebbe mai più chiesto altro per sé. Avrebbe accettato qualunque sorte il fato le destinasse e sarebbe stata grata del fatto che al pirata inglese fosse stata risparmiata la vita. D'altro canto, se Dio avesse consentito la morte del corsaro, lei pregava di avere il coraggio di porre fine alla propria esistenza e unirsi a lui nell'eternità.

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A1 ritorno dalla galera, Don Diego l'aveva lasciata libera di agire come voleva, informandola freddamente di aver deciso di tenere a freno la propria libidine nei confronti della giovane, aspettando che suo marito fosse stato messo a morte. Una donna in lacrime avrebbe rovinato il suo piacere.

Lucia era grata di quella piccola tregua e aveva trascorso il resto della serata recitando le proprie orazioni; se la preghiera soltanto avesse potuto salvare Morgan, rifletté lei, la sua salvezza sarebbe stata garantita. Purtroppo Dio agiva per vie misteriose, che lei non pretendeva di comprendere. Non era forse stato il Signore a farla innamorare del pirata?

Ignorando il vassoio di cibo che era stato mandato nella sua stanza dato che lei non era scesa per cena, Lucia rimase in ginocchio fino a notte inoltrata. Quando per la spossatezza si ritrovò a ondeggiare in preda alle vertigini, rischiando di crollare al suolo, lasciò l'inginocchiatoio e uscì, barcollando dalla porta aperta, sulla terrazza che guardava verso il giardino. Come sembrava tranquillo, pensò, stiracchiando i muscoli stanchi. La giovane sentiva lo stomaco fortemente contratto; neppure la preghiera aveva dissipato la tensione che l'avvinghiava. Tuttavia il pensiero schiacciante della morte imminente di Morgan la spinse a ritornare all'inginocchiatoio.

Il capitano Scott si arrampicò su per il muro del giardino e si lasciò cadere pesantemente sul terreno sottostante. Il dolore lo spaccò in due, ebbe la sensazione che il corpo gli venisse strappato a metà. Stringendo i denti, si costrinse ad alzarsi in piedi e cercò di raccogliere le proprie facoltà mentali confuse. Gettando un'occhiata verso l'alto, vide una serie di finestre oscurate di fronte a una terrazza al

secondo piano. Ipotizzò che la maggior parte di quelle stanze fossero camere da letto, e si chiese come diavolo avrebbe fatto a trovare quella di Lucia. Se l'avesse scoperta a letto con del Fuego lui avrebbe derivato grande piacere dall'uccisione di quel bastardo. Pregò di avere la forza di farlo.

Il corsaro stava ancora fissando con attenzione le finestre del secondo piano, quando sulla terrazza comparve una figura minuta. Il capitano sentì il cuore che gli martellava contro le costole e sbatté ripetutamente le palpebre, temendo che gli occhi gli stessero giocando qualche scherzo. Lucia! Inchiodato al suolo, la osservò stiracchiarsi, fissare il giardino per un breve attimo, poi volgersi e scomparire nella stanza direttamente dietro di sé. Se mai Morgan aveva dubitato dell'esistenza di Dio, dal quel momento vi credette.

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Strisciò furtivo verso la casa, mosso da una bieca determinazione, notando con compiacimento i folti rampicanti che aderivano alle pareti della dimora di mattoni e che sembravano sufficientemente robusti e forti da sostenere il peso del suo corpo. Lui non esitò, né prese in considerazione le conseguenze, mentre afferrava una manciata di rami e si issava dolorosamente verso l'alto, inconsapevole del fatto che Crawford gli stesse alle calcagna. Quest'ultimo aveva scalato il muro del giardino in tempo per vedere l'amico che saliva con cautela sulle piante, fino alla terrazza al secondo piano. Stan attraversò silenziosamente il giardino immerso nell'oscurità, osservando con il fiato sospeso l'ascesa di Morgan, che giunse in cima sano e salvo.

Il capitano scavalcò con leggerezza la balaustra della terrazza; riusciva a vedere direttamente nella stanza al cui interno era scomparsa Lucia. Una lampada votiva guizzava fioca davanti a una statua della Santa Vergine, illuminando la sagoma inginocchiata della ragazza; lei aveva gli occhi chiusi e il capo chino in un gesto di devozione. Se non avesse saputo che le cose stavano altrimenti, lui l'avrebbe creduta la più santa delle donne. La giovane l'aveva ingannato una volta, ma Morgan giurò che non sarebbe accaduto di nuovo. Una suora, davvero! Era una piccola strega focosa a cui non era parso vero di accogliere un altro uomo tra le proprie cosce non appena era stata liberata della verginità. Era caduta nel letto di del Fuego come una pera matura, in attesa della morte del proprio marito. L'odio scintillò dentro di lui, vivo e pulsante. Ebbe la tentazione di torcerle quel piccolo collo grazioso, ma un'emozione che preferì non affrontare gli impedì di strangolare la sua stessa moglie.

Entrò nella stanza. Nonostante fosse esausto, indipendentemente dallo stato di debolezza in cui si trovava e del proprio corpo brutalmente malmenato, i suoi passi furono leggeri e silenziosi mentre si avvicinava a Lucia. Ora era talmente vicino da riuscire a sentire il dolce profumo della pelle di lei, ad avvertire il calore che lei emanava e che lo travolgeva. Fu investito dalla bramosia e represse un gemito, ricordando a se stesso che quella era la donna che voleva la sua morte, la donna che era caduta di buon grado tra le braccia del governatore generale dell'Avana.

«Lucia.» Lui si piegò, sussurrando il suo nome. Lei l'udì e volse il capo. Fu percorsa da un brivido, sconvolta, espirò aspramente, con il volto soffuso di un'incredibile gioia vedendo il pirata dietro di sé. Quando si rese conto che non si trattava di una fantasia, che l'uomo che lei amava era davvero lì in carne e ossa, si protese verso di lui.

«Morgan, come...»

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Lui agi rapidamente; prima che la ragazza potesse gridare e avvertire del Fuego, le diede un colpo secco alla mandibola e lei si spense come una fiammella. A Scott dispiacque di aver fatto ricorso alla violenza fisica, ma non aveva scelta. Se Lucia l'odiava come aveva affermato durante la sua visita alla galera, non avrebbe esitato a urlare per chiamare aiuto e lui non avrebbe avuto assolutamente alcuna possibilità contro le guardie del governatore.

Il capitano corsaro emise un grugnito di dolore mentre si gettava Lucia su una spalla. A dispetto della propria debolezza, il sangue scorreva impetuoso nelle vene, infondendogli tutta la forza di cui aveva un disperato bisogno. Si rese conto in ritardo che portare la ragazza giù per la facciata esterna ricoperta di rampicanti, nello stato in cui si trovava, lo avrebbe prosciugato di quello che rimaneva del suo vigore.

Pronto a scavalcare la balaustra della terrazza, Morgan fissò giù nel giardino buio, chiedendosi se avrebbe avuto la forza d'animo di arrivare fino a terra con il suo fardello. Un piede era già al di là del parapetto, quando un uomo uscì dall'ombra sotto il balcone. Scott ebbe un attimo di panico, poi riconobbe Crawford e osò riprendere a respirare. Ecco come i suoi uomini eseguivano gli ordini, pensò, pur essendo maledettamente felice di vedere là sotto il primo ufficiale.

«Passatemela», sibilò Stan, facendo capire a Morgan che avrebbe dovuto lasciar cadere Lucia tra le sue braccia.

Il capitano esitò appena un attimo, prima di sollevare il corpo inerte di Lucia al di là della balaustra e di lasciarlo cadere con destrezza in braccio a Crawford. Il capitano seguì rapidamente, calandosi oltre il parapetto e scendendo lungo il fogliame.

«Andate avanti, porterò io vostra moglie», sussurrò il primo ufficiale, allarmato dal pallore dell'amico. Lo sorprendeva che il capitano fosse riuscito a fare tanto, dopo i brutali pestaggi che aveva subìto; un simile atto doveva aver richiesto una volontà e una forza d'animo enormi.

Raggiunsero il muro del giardino e Crawford passò a Morgan Lucia, che era ancora priva di sensi, mentre scalava la rozza struttura in pietra. In precedenza lui aveva controllato il cancello e l'aveva trovato saldamente chiuso a chiave contro gli intrusi, cosa che li aveva costretti ad andarsene per la stessa via da cui erano arrivati. Stan raggiunse la sommità, sbottò in una bassa imprecazione e tornò precipitosamente giù. «Una pattuglia»,

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sibilò, esortando il suo compagno alla cautela mentre il rumore di passi si faceva più forte.

I due si acquattarono alla base del muro finché non fu passata la pattuglia, poi Crawford si alzò con circospezione e si issò in cima alla recinzione. Indicando che il campo era libero, tese le braccia per prendere Lucia. Morgan passò il fragile fardello a Stan, che aspettò di essere raggiunto dall'amico. II capitano salì sulla sommità e si lasciò cadere a terra dall'altra parte, stringendosi i fianchi mentre veniva percorso da una fitta di dolore. Poi il primo ufficiale trasferì la ragazza tra le braccia di Scott e si calò a terra. Ormai al sicuro al di fuori del giardino cintato, i due uomini si mossero furtivi nell'ombra, diretti al molo. Rischiarono grosso in un'occasione, quando la sentinella notturna passò loro così vicino che dovettero trattenere il fiato finché non fu scomparsa alla vista.

Raggiunsero la banchina proprio mentre la giovane iniziava a muoversi tra le braccia di Morgan. Lei gemette piano e il capitano le tappò la bocca con una mano, in segno di avvertimento. «Se vi mettete a urlare vi torco quel piccolo collo assetato di sangue.»

La barcaccia era in attesa dove Crawford l'aveva lasciata; tutti i membri dell'equipaggio erano ansiosi di ritornare sul veliero. Non appena Stan, Morgan e Lucia furono a bordo dell'imbarcazione, gli uomini si scostarono dalla riva, perché sapevano tutti che sarebbe stata soltanto questione di minuti prima che la fuga del corsaro inglese venisse scoperta e fosse dato l'allarme. Con i cannoni presenti a riva puntati verso di loro, l'Avenger avrebbe costituito un facile bersaglio nell'acqua.

Quando furono a buona distanza da riva, Morgan tolse la mano dalla bocca di Lucia, che si strofinò la mascella e lo guardò con espressione torva. «Non occorreva che mi colpiste.»

«Dovevo accertarmi che non vi metteste a urlare per richiamare il vostro amante; se vi avessi trovato nel letto di del Fuego l'avrei ucciso.»

«Dios! Perché avrei dovuto mettere in allarme Don Diego? Sarei venuta con voi spontaneamente, se aveste avuto la cortesia di chiedermelo.» Gli occhi di lei si addolcirono quando lo guardò. «Ho pregato perché succedesse un miracolo, ma non mi aspettavo che accadesse davvero›

«Se non vi conoscessi per quella piccola strega bugiarda che siete, sarei incline a credervi. Il miracolo a cui avete accennato non è stato affatto tale. Non so ancora come Stan sapesse dove trovarmi, ma sono grato che sia arrivato proprio al momento giusto.»

«Se avete una così pessima opinione di me, perché non mi avete lasciato, invece di rischiare la vita per tornare a prendermi?»

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«Non ditemi che avete già dimenticato di essere mia moglie! La mia sposa infida», sottolineò lui. «Non avete perso tempo ad accogliere del Fuego nel vostro letto. I vostri fratelli sapevano che quel bastardo non aveva alcuna intenzione di sposarvi?»

«Non sarebbero mai ripartiti se fossero stati a conoscenza delle intenzioni di Don Diego. Quell'uomo è falso e assolutamente privo di scrupoli.»

«Avrà avuto qualche dote, per piacervi», fu la volgare allusione del pirata.

<<Morgan, ho mentito per salvarvi da ulteriori pestaggi. Il governatore mi ha costretto ad ammettere cose che non sono vere per salvarvi dalla tortura. Tutto quello che ho detto era una menzogna.»

«Compreso ciò che mi state propinando ora.» Il volto di lui era duro, implacabile, la sua voce fredda e spietata.

Di colpo la barcaccia urtò contro lo scafo dell'Avenger. Vari uomini si affrettarono su per il sartiame mentre altri fissavano l'imbarcazione ad alcune cime che furono calate dall'alto. Quando nella barca non rimase più nessuno, a parte Morgan e Lucia, essa fu issata con un verricello a bordo dell'Avenger. In brevissimo tempo le vele furono spiegate per cogliere la brezza, e la nave partì spinta dal vento, lontano dall'Avana e dal pericolo. Una pallidissima striscia color malva tingeva il cielo a oriente, annunciando un nuovo giorno.

Morgan era appoggiato al parapetto e fissava il profilo della riva che si affievoliva in lontananza; ricordò con vivacità il breve soggiorno sull'isola ostile. Se non fosse stato per Stan, quello che sorgeva sarebbe stato il suo ultimo giorno sulla terra, il suo corpo coperto di lividi e ferite si sarebbe trasformato in polvere e cenere in suolo straniero. Ma il ricordo delle parole di Lucia gli bruciava molto più della tortura che aveva sopportato; lei gli aveva detto che lo odiava, che desiderava la sua morte, che era divenuta l'amante consenziente di del Fuego e aveva tratto grande piacere dalla sua sofferenza. Lasciando il parapetto, lui si volse, con gli occhi accesi d'ira, verso la ragazza.

Mentre le vele dell'Avenger si gonfiavano al vento, Lucia cercò di restare calma, nella speranza che, una volta che la rabbia di Morgan si fosse raffreddata, lui avrebbe visto le cose con maggiore chiarezza. Come poteva non sapere che lei non faceva certo sul serio quando gli aveva detto quelle parole ingiuriose? Non si rendeva conto che avrebbe fatto e detto qualsiasi cosa per salvarlo dalla tortura? Ma quando suo marito si volse di scatto ad affrontarla, con le fiamme dell'inferno che bruciavano nelle profondità dei suoi occhi grigio azzurri, il cuore di lei prese a martellarle follemente. Che cosa aveva intenzione di farle?

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Afferrando Lucia per un braccio, Morgan la trascinò rudemente verso la propria cabina e la scaraventò all'interno, entrando a sua volta e sbattendo la porta alle proprie spalle. Era spaventoso osservare l’odio implacabile che lui nutriva nei confronti della ragazza; lei non meritava questo genere di trattamento da parte sua.

«Che... che cosa volete fare?» balbettò, arretrando di fronte alla furia inesorabile dell'uomo. «Non ho fatto nulla di male.»

«Non ho ancora deciso quale sarà la vostra punizione. Quando lo deciderò sarete la prima a saperlo. Non ho mai voluto una moglie, Lucia, ma ora che ne ho una farò tutto il necessario per farvi rigare diritto. I vostri fratelli non hanno fatto un favore a nessuno di noi due, quando hanno insistito affinché ci sposassimo.»

«Non resta dunque nulla tra noi? Niente su cui costruire?»Lui le indirizzò un ghigno lascivo. «C'è il desiderio carnale, Lucia, quello

nessuno dei due può negarlo.» Detto questo, si volse e uscì precipitosamente dalla cabina.

CAPITOLO 11

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Morgan trasalì involontariamente quando Stan Crawford gli pulì la schiena straziata e gli applicò un unguento che aveva trovato tra l'equipaggiamento medico.

«Restate fermo, capitano. Sto cercando di non farvi male.»«Non mi state facendo male, Stan.» L'espressione velata di Morgan si

beffava delle sue parole. «Ditemi come avete saputo dove trovarmi.» Sperava che la spiegazione del primo ufficiale allontanasse dalla sua mente il pensiero di Lucia che lo stava aspettando in cabina, in attesa della propria punizione. «Quando siete tornato dalla Spagna?»

«Siamo giunti ad Andros due giorni dopo il rapimento vostro e della ragazza. A1 nostro arrivo abbiamo trovato Lani in preda al panico; aveva trovato segni di una lotta feroce e sapeva che non eravate andato spontaneamente con i vostri aguzzini. Di chi si trattava, Morgan? Avete accennato ai fratelli di Lucia.»

«Già, i fratelli di Lucia. Sono arrivati a notte fonda e ci hanno sorpreso nel sonno.»

Crawford inarcò un sopracciglio. «Insieme?»«Già, insieme. È stato davvero stupido da parte mia non mettere delle guardie intorno all'isola. Davo per scontato che nessuno avesse il coraggio di invadere Andros. Avete contattato il padre della ragazza, a Cadice?»

«Stranamente», disse Crawford, perplesso, «Santiago ha rifiutato di negoziare, e ora capisco perché. Aveva già mandato i figli ad Andros. Siamo tornati il più rapidamente possibile, non ci aspettavamo certo di trovare l'isola in preda allo scompiglio.»

«Quel vecchio, astuto bastardo», mormorò Morgan sottovoce. «Come avete scoperto dove mi tenevano? Rabbrividisco al pensiero di quello che sarebbe accaduto se foste arrivati qualche ora più tardi. Non sarei qui a parlarne.»

«Dobbiamo ringraziare il marito di Lani per questo. Si era addormentato sulla spiaggia ed è stato svegliato dal suono di alcune voci. Gli spagnoli sono passati a qualche metro da lui ma non lo hanno visto; la nottata era buia e senza luna. Lui ha capito ben poco di quello che dicevano, fatta eccezione per una parola, Avana; l'ha riferita a Lani e lei ha fatto due più due. Siamo rimasti su Andros soltanto il tempo sufficiente a rifornirci d'acqua e a caricare frutta fresca bastante per il viaggio.»

«Non potrò mai ripagarvi per avermi salvato la vita. Grazie, amico mio.»

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Crawford ghignò. «Sono rimasto inorridito quando avete insistito per ritornare alla dimora del governatore generale a prendere Lucia. Avrei creduto che foste ben felice di esservela tolta di torno. Secondo le voci era diventata l'amante di del Fuego; non è da voi desiderare gli avanzi di un altro uomo.»

Morgan si alzò bruscamente, infilandosi la camicia che gli aveva dato Stan. «Lucia e io abbiamo una faccenda in sospeso; una moglie non si mette da parte con tanta facilità. Quando avrò finito con lei, si pentirà di aver implorato il suo amante affinché mi torturasse. Voleva la mia morte ma l'ha negato con fermezza, sostiene di essere stata costretta a dire quelle cose per salvarmi da ulteriori torture.» Si passò le dita tra i capelli arruffati. «Maledizione, Stan, mi ha detto in faccia di aver ordinato la mia fustigazione! Sembrava lieta di essere diventata l'amante di del Fuego. A che cosa diavolo dovrei credere?»

Crawford scrollò il capo costernato. «Per quale motivo avete rischiato la vita per sottrarre Lucia a del Fuego? A meno che», rifletté, meditabondo, «non pensiate che sia stata davvero costretta a mentire.»

Morgan si volse deliberatamente dall'altra parte, per non rivelare più di quanto intendesse fare, a proposito della propria anima. «Non so che cosa credere. Quando si tratta di Lucia non posso

confidare nel mio buonsenso. C'è qualcosa tra noi, qualcosa che neppure io capisco, un elemento profondo e inquietante. È mia. Un prete ci ha unito in matrimonio, e, per Dio, lei rimarrà mia moglie!»

Crawford rimase stupefatto dalla bieca determinazione che scorse dietro le parole del capitano; Morgan Scott era un uomo determinato. Stan provò quasi pena per la ragazza, data la disposizione d'animo del capitano e il suo temperamento mutevole.

«Non vi ho detto la cosa più importante riguardo al viaggio in Spagna», riprese il primo ufficiale per rompere il silenzio imbarazzato che era sceso tra loro.

Morgan tornò a volgersi verso Crawford. «Di che cosa si tratta?» «C'è una grande armata che si sta radunando al largo della costa del Portogallo. Abbiamo visto navi che si raccoglievano nel porto di Lisbona, imbarcazioni di ogni genere, galeoni, galere, vascelli di tutte le dimensioni e le fogge. Sembra che re Filippo stia finanziando una spedizione contro l'Inghilterra.»

«Dunque il monarca di Spagna sta finalmente mostrando la propria tempra. La regina Elisabetta sapeva che qualcosa bolliva in pentola e ha anche espulso l'ambasciatore spagnolo dal paese, quando ha sentito che

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stava cospirando contro di lei. È ora di tornare a casa, signor Crawford. Fate rotta per l'Inghilterra›>

Lucia percorreva avanti e indietro la cabina, piena d'inquietudine; aveva i nervi a fior di pelle, la sua compostezza era andata in frantumi. L'addolorava pensare che Morgan credesse a tutte le bugie che aveva dovuto dirgli. Anche quando lei le negava, spiegando perché avesse pronunciato quelle parole, lui non sembrava incline ad accettare le sue giustificazioni. Era furioso, sia nei suoi confronti sia verso i suoi fratelli. In un certo senso lei non poteva biasimarlo, lui aveva sofferto orribilmente per causa sua. Non pago di aver ordinato la morte di Morgan, Diego aveva derivato grande piacere dal fustigarlo con il gatto a nove code, e poi aveva insistito affinché Lucia si assumesse la colpa di quelle torture.

Nei giorni seguenti Lucia languì nella noia più assoluta; non vedeva nessuno, fatta eccezione per Stan Crawford che le portava i pasti, e per lo sguattero di cucina che si occupava di tenere pulita la cabina e di fornire alla ragazza l'acqua per lavarsi. Per di più i due uomini non sembravano inclini a intraprendere una conversazione. Lei non vide traccia di Morgan e supponeva che fosse ancora troppo furioso per affrontarla; la ragazza ricordava le sue ferite e temeva che le numerose lesioni non fossero state curate opportunamente. Quando lei cercò di interrogare Stan, questi rifiutò di informarla sullo stato del capitano, lasciando che si inquietasse e affliggesse per le ferite del marito.

Morgan fu informato delle domande di Lucia riguardo al suo stato di salute, e non provò altro che disprezzo per la falsa preoccupazione di lei. La ragazza si aspettava forse di acquistarsi la sua indulgenza fingendo rimorso? Lui non era così ingenuo. Tuttavia in coscienza il corsaro si chiedeva perché allora la stesse evitando deliberatamente, e si rispondeva che era perché desiderava ancora la maliarda spagnola. Nonostante tutte le menzogne che la donna gli aveva raccontato, lui ricordava con quanta dolcezza lei avesse reagito quando facevano l'amore, i suoi gemiti squisiti e il modo in cui si era agitata sotto di lui; rammentava com'era calda e stretta quando lui affondava profondamente dentro di lei. Maledizione! Era quasi pazzo di desiderio.

Prendila, lo esortava una vocina dentro di sé. È tua. Lui aveva ogni diritto di portarsela a letto quando e dove gli piaceva. No, lo metteva in guardia quella stessa vocina. Ti ammalierà. Il suo sangue spagnolo ti contaminerà. Ti incanterà con il suo dolce corpo e ti tenterà con la sua bellezza perfetta.

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«È mia moglie!» disse Morgan a voce alta, dimenticando di trovarsi al timone della propria nave, dove altri avrebbero potuto udirlo. «Avete detto qualche cosa, capitano?» chiese un marinaio che si trovava lì vicino.

Scott trasalì e scrollò il capo. «Mi dispiace, Stiles, stavo semplicemente borbottando tra me e me. Continua a lavorare. Aspetta», gridò mentre il marinaio si allontanava. «Trova il signor Crawford e digli che voglio che prenda il timone. C'è una questione irrisolta di cui devo occuparmi nella mia cabina.»

«Una questione irrisolta, proprio», ridacchiò Stan mentre prendeva il timone e osservava il suo

superiore che si avviava a lunghi passi decisi verso la propria cabina. Sperò che infine Morgan fosse venuto alle prese con i sentimenti che provava per la propria sposa spagnola, oppure che avesse finalmente deciso di infliggerle una punizione adeguata.

Il capitano aprì di scatto la porta della cabina, che urtò contro la parete; poi la chiuse, facendola sbattere. Lucia trasalì violentemente e balzò in piedi. Suo marito era infine giunto a punirla? Era abbastanza forte da spezzarla in due, se avesse voluto. Lei pregò Iddio che non lo facesse.

«Morgan...» Il nome di lui le uscì dalle labbra in un sospiro tremante.Lui ghignò senza allegria. «Aspettavate qualcun altro?»Lei aveva la gola asciutta come polvere. «Non ho paura di voi. Ho detto

la verità, non sono stata l'amante di Diego. Mi sarei uccisa prima di consentirgli di... di...»

«Vi aspettate che io vi creda?»«Non m'importa se mi credete o no, è la verità.»«Ah, Lucia, sempre fiera e insolente. Volete ancora farvi suora?» «,Si,

se avessi possibilità di scelta, ma dato che sono una donna sposata non è più fattibile. A meno che, naturalmente, voi non decidiate di pagare le monache del convento per liberarvi di me.»

«Sareste una pessima suora.» Il pirata si fece più vicino, più vicino ancora, costringendola a sollevare lo sguardo su di lui. «Come potrei punirvi se foste rinchiusa in un convento?»

Le sfiorò il volto, teneramente, tuttavia lei avverti qualcosa di inflessibile dietro la sua carezza. «Non ho fatto nulla per meritare una punizione.»

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Gli occhi dell'uomo assunsero un luccichio argenteo. «Che cosa meritate, piccola suora?»

«La vostra considerazione, sono vostra moglie.»«Mia moglie.» Anche se lui non l'avrebbe mai ammesso, la parola aveva un sapore dolce sulla sua lingua. «Non ricordo di aver mai desiderato il matrimonio. Se qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei sposato una donna spagnola l'avrei trafitto con la spada. Tuttavia, con mio rammarico mi ritrovo a bramarvi fisicamente, mia focosa sposa spagnola.»

Lucia si protese verso di lui; i suoi occhi appassionati erano pieni di promesse e di speranza. «È così terribile, Morgan? Il mio sangue spagnolo mi rende indegna di essere vostra moglie? Non sembrava che la cosa vi importasse su Andros, quando mi avete sedotta.» Gli occhi di lei si oscurarono per la sofferenza del rifiuto. «Conquistarmi non è stato altro che un gioco, vero?» lo accusò. «Un gioco che avevate deciso di vincere. Una volta presa la mia innocenza sono divenuta superflua.»

«Su Andros eravate semplicemente un mio ostaggio, non mia moglie.»«Avete distrutto la mia virtù», replicò lei.II corsaro le rivolse un sorriso lascivo. «E ho goduto di ogni minuto di

quell'atto. Ma lo stesso vale per voi, Lucia, ammettetelo.»«Diversamente da voi, Morgan, io non nascondo la verità. Avete

rischiato la vita per me, non potete essere completamente insensibile alla mia persona.»

Lei era talmente a poca distanza che lui riusciva ad avvertirne il dolce alito che gli sfiorava la guancia. Lucia sollevò il mento con aria di sfida, portando le proprie labbra così vicino che...

Lui gemette, soccombendo alla dolce seduzione di quelle labbra voluttuose. La bocca dell'uomo catturò quella della ragazza, passandole la lingua sulle labbra in un gioco stuzzicante, restio a intensificare il bacio per timore di perdere la propria anima. Quando Lucia aprì la bocca al bacio di lui, negò a Morgan la possibilità di ritrarsi prima che il buonsenso lo abbandonasse. Il pirata fu attirato nella rete di seduzione di sua moglie, proprio con la stessa ineluttabilità con cui una mosca veniva adescata all'interno di una ragnatela. Il bacio di lui si fece più profondo, diventando quasi selvaggio nella propria intensità, mentre la cingeva con le braccia. Quando le loro labbra si toccarono lui fu colto da una strana follia.

Fuoco. Morgan fu percorso da una scossa fiammeggiante, liquida e infocata, che lo bruciò. Si sentì rinvigorito, più vivo di quanto fosse stato dall'ultima volta che aveva stretto Lucia in quel modo. Desiderò di

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gridare per il puro piacere che gli dava il corpo di lei che si fondeva e modellava contro il proprio.

Lucia si strinse al marito, assaporando il gusto e la sensazione che le dava. La bocca dell'uomo era bruciante, persuasiva, esigente; lui tentava e conquistava, blandiva e prendeva, ma anche dava.

La giovane tremava di desiderio mentre lui le divorava le labbra con le proprie. Il calore del corpo di lui e l'intensità della sua bramosia le travolsero i sensi.

«Strega», le sussurrò Morgan contro le labbra. «Strega spagnola.» Poi lui la sollevò da terra e la posò sulla cuccetta. «Mi sottraete ogni volontà di resistervi.»

Lucia gli prese la mano e se la portò al seno, posandola in modo che lui potesse sentire il folle battito del suo cuore impazzito. «Se io sono una strega voi siete un mago, perché mi fate fremere di desiderio.»

«Voi mi odiate», le ricordò Morgan.«No, mai! Be'», si corresse lei, «forse un tempo.»«Avete derivato grande piacere dalla mia sofferenza.» «Era una menzogna!»«Vi siete data a Diego del Fuego.»«Dios! Voi siete l'unico uomo che io abbia mai conosciuto intimamente.»Lui desiderava crederle. «Siete spagnola.»<<Si,. E voi siete inglese. Questo non cambierà mai.»«Maledizione! Sapete che effetto avete su di me?»Gli occhi di Morgan luccicarono pericolosamente mentre le posava una

mano sulla gola, esercitando una lieve pressione. Lucia sbarrò gli occhi, in attesa della sua prossima mossa; poteva ucciderla con tale facilità.

La mano di lui le lasciò la gola e lentamente, deliberatamente, scese verso il basso, finché il palmo non si chiuse a coppa sul seno di lei. Lucia emise un aspro sospiro; non si era resa conto di aver trattenuto il fiato.

«Pensavate che vi uccidessi?» «Mi è passato per la mente.»Lui esplorò delicatamente la forma del suo seno, facendo guizzare il

pollice sul capezzolo. «Non ho mai ucciso una donna in vita mia e non intendo iniziare ora.»

«Che siate maledetto per il vostro atteggiamento inflessibile!» Lucia si ritrasse, con gli occhi che le lampeggiavano di rabbia. «Avete creduto a

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quello che Diego voleva che voi credeste. Perché vi risulta così difficile prestar fede alle mie parole?»

«Desidero davvero fidarmi di voi, Lucia, ma al momento sembra che non importi. Vi voglio.» Lui l'attirò contro la rigida protuberanza del proprio desiderio, lasciandole sentire quanto la bramasse. «Avete intenzione di aiutarmi a togliervi i vestiti, oppure devo occuparmene io stesso?»

Le lunghe dita di lui tremavano mentre tirava rozzamente, con impazienza, i lacci, i pizzi e i bottoni che le chiudevano l'abito. Lucia gli scrutò il volto per un attimo prima di spingergli via le mani per terminare lei stessa l'opera. «Questo è l'unico vestito che ho, non voglio che venga rovinato.» Lui l'aiutò a far scendere l'indumento sui fianchi, poi rivolse la propria attenzione alle sottovesti e al corsetto. Quando le toccò la coscia nuda fu percorso da un intenso desiderio pulsante.

Nel giro di pochi attimi lei rimase splendidamente nuda; era come se avesse davanti un banchetto allettante, e all'improvviso desiderò assaporare ogni succulento centimetro di sua moglie. La spada di Morgan cadde fragorosamente sul pavimento, seguita dagli abiti. Lucia lo fissò. Alto, con le spalle larghe, muscoloso, emanava un senso di potere, di forza e di vigore virile. I suoi lineamenti erano arditi e fieri; non era un uomo sofisticato, anche se possedeva una certa raffinatezza. Aveva l'aspetto, tutto sommato, di un pirata, di uno che prendeva quel che voleva e al diavolo le conseguenze.

Era suo marito. Lucia era pazza di desiderio, ma temeva che se lui non fosse riuscito a superare il proprio odio per gli spagnoli, tra loro non ci sarebbe stato nient'altro che un'intesa sessuale. Lussuria. Lei poteva amarlo disperatamente, ma si rendeva conto che non sarebbe mai stato sufficiente a fargli superare 1'odio che lui nutriva verso di lei e i suoi compatrioti. Tuttavia poteva tentare. Dios, poteva tentare.

La giovane gli prese il volto tra le mani e lo baciò con selvaggia, dolce passione che lo fece gonfiare di desiderio pulsante. Lei riusciva a sentire il suo sesso, turgido, pesante, completamente eretto, che le palpitava contro la coscia, e godette del potere, poco importava quanto fosse fugace, che era in grado di esercitare su di lui. Morgan gemette e afferrò la curva voluttuosa dei glutei di sua moglie, premendosi contro di lei, smanioso.

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Lui trovò di nuovo con la bocca quella di Lucia, e prese a leccare, assaporandola come se non riuscisse ad averne abbastanza della sua essenza mielata. Con la lingua il corsaro frugò in tutti i teneri recessi della bocca della ragazza, mandando in frantumi il suo equilibrio mentale. Abbandonandole la bocca, Morgan le scese con le labbra lungo il corpo, chiudendosi intorno a un capezzolo bruno. Lo mordicchiò dolcemente e Lucia gridò, avvinghiandosi alle sue spalle e inarcandoglisi contro. Lui sollevò il seno di lei, portandolo più completamente a portata della propria bocca, succhiandola vigorosamente e facendola rabbrividire e tremare sotto di sé.

«Morgan... vi voglio dentro di me.»«Lucia, ho intenzione di assaporare ogni singolo centimetro della vostra

pelle deliziosa. Vi darò quello che desiderate, ma non finché non sarò pronto.»

Scivolò verso il basso con la bocca, descrivendo un percorso infuocato sui seni e sul ventre di lei. Poi si arrestò, nel corso della sua sensuale esplorazione, all'altezza della vita sottile, dei fianchi sinuosi, leccandole e baciandole il serico interno delle cosce. Le dita dell'uomo s'infiltrarono nello scuro triangolo di peli pubici, giungendo vicino a quel luogo dove lei bramava il suo tocco, ma evitandolo deliberatamente. Lei si sentì gonfiare di desiderio mentre la lingua di lui si muoveva disperatamente vicino, per poi ritrarsi all'improvviso. Lucia sentì l'aroma pungente del proprio desiderio e avverti l'umidità che le si raccoglieva tra le gambe.

Sconvolta dal percorso che stavano seguendo le labbra di lui, la ragazza gridò, protestando. «Morgan! Che cosa fate? Non potete... non avrete intenzione di... oh, Dios, è peccaminoso.»

Lui le separò le gambe e la toccò delicatamente con la punta delle dita; era scivolosa, umida e calda. Lucia gli graffiò delicatamente le spalle. Lui la penetrò con il dito, lei gli si strinse intorno e il suo calore lo bruciò. Lui chinò il capo, aprendola con la lingua; trovò quello che stava cercando quando le sue labbra si chiusero intorno alla perla sensibile e rugiadosa annidata tra le gambe di lei. La giovane urlò e quasi lo sbalzò via da sé.

«Morgan! Dios!»«Calmatevi, monachella», mormorò lui sommessamente contro la sua

pelle. «Non c'è nulla di peccaminoso tra marito e moglie.»II corsaro la titillò di nuovo con la lingua in quel punto sensibile tra le

cosce, e lei si sentì quasi sciogliere. Lui la assaporò arditamente, esercitando la propria magia con la lingua e con la bocca, mentre continuava al tempo stesso a tormentarla con le dita.

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«Non riesco a sopportarlo!»Lui sollevò il capo. «Lo so. Non trattenetevi. Siete calda, umida e pronta.

Ora potete sottomettervi a me.»Poi Morgan riprese a tormentarla; le mani, la bocca, la lingua lavoravano

tutte all'unisono per stordirla. Lui non mostrò pietà, pretendendo la sua risposta, il suo corpo, la sua stessa anima. Lucia sentì crescere dentro di sé una grande pressione che chiedeva di essere liberata. Un intenso piacere le si diffuse in tutto il corpo, e all'improvviso lei raggiunse il punto cruciale e si librò verso un orgasmo devastante. Un grido soffocato le uscì dalle labbra mentre il suo corpo era in preda agli spasmi e vibrava a tempo con la lingua guizzante di Morgan. Un genere di piacere erotico che poche persone avevano il privilegio di sperimentare si diffuse a ondate attraverso di lei, e le parve di morire un po'.

II corsaro era a sua volta molto vulnerabile, in preda a un desiderio impellente; la sua brama era totale, aveva un bisogno disperato di penetrare nella donna che si contorceva in preda all'estasi sotto di lui, di essere stimolato fino al culmine. Risalì lungo il corpo lucido di sudore, ansando come se avesse appena fatto una lunga corsa, mentre posizionava il proprio membro inturgidito sull'umida apertura del corpo della giovane. L'aroma inebriante del desiderio della giovane lo stuzzicava, lo allettava, lo incantava.

«Lucia, guardatemi.»Lei ritornò lentamente in sé, ancora intontita per la reazione potente che

Morgan le aveva strappato; le parve di udirlo chiamare da una grande distanza, e aprì gli occhi.

«Ora vi penetrerò e voglio che sappiate chi sta facendo l'amore con voi. Concentratevi, Lucia, voglio che veniate insieme con me.»

Le afferrò i fianchi, sollevandola dal letto e lasciando scivolare dentro di lei la dura verga del suo sesso. L'uomo si fletté e spinse, colmandola con il suo incredibile vigore.

«Muovetevi con me», la esortò con voce roca mentre la sua asta si spingeva nella stretta vagina di lei, su e giù. Il ritmo accelerato con cui penetrava e si ritraeva fece scorrere nelle vene di Lucia un ardore rinnovato e lei ruotò i fianchi per adeguarsi al suo ritmo.

«Oh, è talmente bello», gemette Morgan, dimenticando tutto, tranne il modo in cui il suo corpo reagiva alla donna che aveva sotto di sé.

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Per un breve attimo non ebbe più importanza che Lucia fosse spagnola, che potesse o no essersi concessa a Diego del Fuego, che lo odiasse abbastanza da desiderare la sua morte.

La giovane si stava avviando verso un altro orgasmo esplosivo. Anzi, si stava precipitando così rapidamente in quella direzione da non riuscire a prendere fiato. Sollevò lo sguardo su Morgan, notando come fosse in preda alla passione quanto lei, e in quel momento non avrebbe potuto amarlo di più.

«Morgan, sento... Dios, è meraviglioso!»Le parole di lei fecero precipitare Morgan oltre il limite; gli parve di

disintegrarsi in modo esplosivo, violento, irrigidendosi e gridando il nome di lei mentre le lasciava sgorgare dentro il proprio seme. Lucia lo strinse forte, librandosi con lui fino in paradiso... e oltre.

Quando la ragazza ritornò in sé, scoprì che il peso confortante di Morgan si era spostato, e ora le giaceva accanto. Sentì il calore del suo sguardo e si volse a guardarlo. L'espressione di lui era indecifrabile; gli occhi gli brillavano come lucenti monete d'argento.

«Credo quasi...» Lui interruppe la frase, temendo di mettere eccessivamente a nudo la propria anima.

«Che cosa credete, Morgan?»Lui esitò per un attimo, poi disse: «Che voi proviate davvero qualcosa

per me. Nessuno potrebbe fare l'amore così e fingere».Nel petto di Lucia si riaccese la speranza, ma le parole successive del

pirata tornarono a spegnerla. «Siete un'ottima attrice, Lucia. Sapete esattamente che cosa fare e dire per spingermi a desiderarvi. Avevo intenzione di punirvi, ma ho finito per fare l'amore con voi. Sono consapevole del fatto che abbiate molti motivi per odiarmi, ma avevo sperato... su Andros mi avevate davvero tratto in inganno. Ora vi vedo chiaramente per quello che siete.»

«Che cosa sono, Morgan?»«Un'incantatrice spagnola che non aveva alcuna consapevolezza della

propria sessualità finché io non le ho insegnato a riconoscerla. Da quando vi ho alleggerito della vostra verginità non avete più potuto fare a meno della passione. Voi...»

Una rabbia cieca esplose in Lucia; era stata ad ascoltare abbastanza gli insulti di quell'uomo. Alzando d'impulso una mano, lo schiaffeggiò con violenza. La testa di Morgan scattò di lato per la forza del colpo che lei gli aveva inferto, ma quando la giovane fece per assestargliene un altro, lui

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arretrò e le bloccò le mani sul letto, sopra la testa. La guardò furioso, il volto una maschera d'ira.

«Non fatelo mai più!»«Sapete benissimo che ero innocente finché non vi ho incontrato», lo

accusò Lucia. «Voi mi avete insegnato a godere di cose peccaminose che io non avrei mai imparato in un convento. So che credete ancora che io mi sia data a Diego, ma vi sbagliate, avete torto marcio.»

Si gettò giù dal letto e attraversò la stanza fino a raggiungere lo scrittoio, tirando fuori un cassetto dopo l'altro finché non ebbe trovato quello che cercava. Tornò a volgersi verso Morgan, con il volto in fiamme per l'ingiustizia degli insulti che aveva ricevuto. Il corsaro la osservò cauto, pronto a reagire con forza se se ne fosse presentata la necessità, ma si tranquillizzò quando vide che lei teneva in mano una Bibbia; era appartenuta a sua madre, e lui aveva preso l'abitudine di portarla con sé ovunque andasse. Gli venne in mente che Lucia aveva occupato la cabina abbastanza a lungo da aver acquisito familiarità con ogni oggetto presente al suo interno.

Splendidamente nuda e con la pelle rosata dopo aver fatto l'amore con Morgan, Lucia ritornò alla cuccetta e cadde in ginocchio; gli mise la Bibbia sotto il naso, ponendovi sopra la mano destra. «Ascoltatemi bene, Morgan Scott. Giuro sul sacro libro che tutto quello che vi ho detto all'Avana era una menzogna.»

II capitano corsaro le indirizzò un'occhiata divertita, le tolse di mano la Bibbia e la gettò da parte, poi prese in braccio la giovane e la posò sopra di sé. «Mi avete mentito così sovente che non so più a che

cosa credere. Voi mi fate perdere la ragione tentandomi oltre ogni dire. Purtroppo non riesco a punirvi, perché finisco sempre per fare l'amore con voi, e la vostra punizione diventa il mio piacere.»

Le accarezzò i glutei, la sollevò leggermente, e la penetrò.«È frustrante sapere che posso desiderare una maliarda spagnola che mi

inganna e mi seduce.» Si spinse sino in fondo dentro di lei, attirandola contemporaneamente contro di sé. «Maledizione!»

La sentiva palpitare intorno al proprio sesso, calda e umida, e sapeva che l'unico modo per mantenere la mente libera e non soccombere agli artifici della strega spagnola che aveva sposato contro la propria volontà era quello di continuare a non farsi coinvolgere emotivamente. Spinse di nuovo verso

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l'alto, strappandole un gemito dalla gola. Sì, avrebbe fatto così, avrebbe finto indifferenza. Ma in seguito, non ora. Oh, Dio, non ora.

Alzò il capo, le prese il seno in bocca, e il suo gemito di piacere eclissò quello di lei. Succhiò con vigore, avvicinando i propri lombi all'incavo delle cosce di lei. Non essere così sciocco da cadere vittima del suo incantesimo, gli ripeteva una vocina dentro di sé, mentre il corpo reagiva violentemente alla donna che gli si agitava contro. Non permettere a te stesso di diventare dipendente dal piacere che derivi dal corpo di lei. Andrebbe bene qualsiasi donna, si disse. Si spinse di nuovo dentro Lucia, più rapidamente, con più forza, selvaggiamente, con la bocca pressante contro i suoi capezzoli; sentì che si stava avvicinando all'orgasmo e le gemette contro il seno. Poi penetrò sino in fondo e perse la capacità di pensare.

Lucia sentì il getto iniziale del seme di lui e cedette alla magia dei sensi. Venne precipitosamente, rovesciando il capo all'indietro e gridando; lui contrasse la mascella e le si precipitò appresso. Quando tutto fu finito Morgan l'adagiò sul lettuccio con cautela e rotolò via. Ecco che cosa ne era stato dei suoi propositi, pensò, afflitto.

«Intendevate davvero quel che avete detto, Morgan?» chiese esitante Lucia, quando capì che lui non aveva intenzione di intraprendere una conversazione.

«Che cos'ho detto? Gli uomini dicono molte cose che non pensano sul serio, quando sono in preda al piacere.»

«Avete detto che preferite amarmi piuttosto che punirmi. Avete detto che la mia punizione è divenuta il vostro piacere.»

«Proprio così.»«È anche il mio piacere.»Morgan si volse bruscamente verso di lei. «Allora non dovremmo

permettere che accada di nuovo, vero?»«Perché no? Sono vostra moglie.»«Già, la mia sposa spagnola.»«Intendete lasciarmi? Richiederebbe poca fatica dichiarare nullo il

nostro matrimonio, dato che siamo stati costretti ad accettarlo.» «Abbiamo pronunciato i voti davanti a un prete. È legale, monachella. Che non vi venga in mente il contrario.»

Lucia gli indirizzò un'occhiata sconcertata; sembrava che lui fosse contento del loro matrimonio. «Non possiamo vivere come una normale coppia sposata? Potremmo essere felici, su Andros.»

«Non c'è nulla di normale nel nostro rapporto; voi siete mia nemica.» Quell'affermazione piuttosto inquietante lo spinse ad arrestarsi per un

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attimo. A una persona normale non poteva piacere fare l'amore con il proprio nemico, vero? Lui spinse da parte quel pensiero che lo confondeva, e continuò: «Avete la minima idea di come reagiranno alla vostra presenza i miei amici in Inghilterra? La regina sarà furiosa perché mi sono sposato senza il suo permesso. Ho sempre goduto della benevolenza della sovrana e non intendo perderla ora».

Lucia non udì altro che la parola Inghilterra. «Se state pensando di portarmi in Inghilterra, io non verrò! Preferirei vivere su Andros.»

«Andros è fuori questione, in questo momento.»Lui rotolò fuori del letto, raccogliendo i propri abiti sparsi sul

pavimento, dove li aveva gettati nella fretta di fare l'amore con sua moglie. Si vestì con rapidità, fissandosi saldamente la spada alla vita.

«Penso che sarebbe meglio se ci evitassimo l'un l'altra in futuro. Vi fornirò un sostegno adeguato, ma non divideremo lo stesso letto. Odio gli spagnoli da troppo tempo per cambiare atteggiamento a

causa vostra.» Ciò che lui non disse era che temeva l'influsso che lei esercitava sul suo equilibrio mentale.

Lucia gli indirizzò un'occhiata sbigottita. «Non divideremo lo stesso letto? Voi siete un uomo voglioso, Morgan Scott.»

Lui scrollò le spalle. «Ci sono donne in quantità.»«E uomini in quantità», osservò la giovane con calma.II capitano si volse di scatto, rischiando quasi di soffocare per la rabbia.

«Se vi prenderete un amante io lo ucciderò! E forse eliminerò anche voi.»Lucia sollevò il mento con aria di sfida. «Se accoglierete un'altra donna

nel vostro letto io la ucciderò! E forse farò lo stesso con voi.»Le labbra di Morgan si contorsero divertite. «Credo che sareste capace

di farlo, mia focosa suora spagnola. Davvero, credo che ne sareste capace.»

La risata di lui indugiò a lungo nella stanza dopo che se ne fu andato.

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CAPITOLO 12

Il proposito di Morgan venne meno nel giro di pochi brevi giorni; il semplice pensiero di Lucia che dormiva nel suo letto lo colmava di feroce bramosia. La nave era la sua prigione e il suo inferno. Non era possibile sfuggire al fascino magico di quella donna, che lo allettava, lo tentava, lo

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attirava, e a lui mancava la forza di resistere al suo potere di seduzione. Combatté una magnifica battaglia e la perse.

La giovane udì aprirsi la porta della cabina e intuì la presenza di Morgan ancora prima di vederlo. «Maledizione, Lucia, mi avete stregato!» Lui si precipitò all'interno della stanza come un toro scatenato dalle narici frementi all'odore di una femmina. Si tolse la spada e quando raggiunse la cuccetta era già nudo.

Il materasso scricchiolò sotto il suo peso e gli stivali colpirono il pavimento mentre lui se li toglieva lanciandoli lontano. Quando lui le si infilò accanto nel letto, il calore ardente del corpo di lei lo bruciò in tutta la persona mentre l'attirava tra le proprie braccia.

«Non ho fatto nulla del genere», sussurrò lei, rabbrividendo in risposta alla forza virile che emanava dal capitano. Dios, Morgan non doveva fare altro che toccarla e lei esplodeva di passione.

«Maledizione, ho fatto del mio meglio per resistervi, ma questa nave non è abbastanza grande perché io possa sfuggire al desiderio che provo nei vostri confronti. Sono privo di volontà quando si tratta di voi, siete una malattia da cui devo liberare il mio corpo; prima di arrivare in Inghilterra intendo approfittare di voi sino in fondo.»

Lucia sorrise interiormente. Se non avesse amato quel pirata arrogante avrebbe trovato la forza di resistergli, ma se Morgan era privo di volontà per quanto la riguardava, la ragazza riusciva quasi a commiserarlo, perché anche per lei era lo stesso. Gli aprì le braccia e lo accolse con entusiasmo, con bramosia; erano marito e moglie, avrebbe fatto in modo che lui l'amasse.

Dopo quell'incontro appassionato, a Lucia fu consentita la libertà di vagare per il ponte. La ciurma sapeva che lei era proibita e, tra Morgan e il signor Crawford, capitava di rado che non fosse tenuta d'occhio. II tempo si era fatto più freddo ora che si trovavano in acque nordiche; era dicembre e i venti burrascosi soffiavano nevischio e pioggia contro gli oblò. Gli uomini erano infagottati fino agli occhi e c'erano giorni in cui Lucia doveva rimanere in cabina per restare al caldo. Era difficile credere che pochi giorni prima fossero stati ai tropici, a godersi il sole e le calde brezze.

Il tempo era deprimente e piovoso poche settimane più tardi, quando passarono da Plymouth ed entrarono nel canale della Manica. Lucia si mise in un punto riparato sul ponte, a fissare sgomenta il vasto contingente di navi raccolte nel porto. Voleva cercare Morgan per interrogarlo su tale attività, quando lui comparve al suo fianco.

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«Che cosa credete che facciano tutte quelle navi nel porto?» chiese lei con curiosità.

Lui valutò se fosse il caso di dirle la verità e decise che non poteva fare alcun male. «Credo che la regina stia radunando una forza con cui contrastare l'armata che il vostro re è sul punto di inviare contro l'Inghilterra›

Lucia lo guardò con circospezione. «Se re Filippo sta mandando una flotta è per liberare la regina cattolica Maria.»

«È troppo tardi, e tutti lo sanno benissimo. La regina Maria è stata giustiziata a Fotheringhay nel febbraio di quest'anno.»

Lucia impallidì. «Giustiziata? Che barbarie. Che razza di donna è mai la vostra regina?»

«Una donna cauta, esperta di come vanno le cose a questo mondo», rispose il corsaro.

Omise di dire che la sovrana era anche presuntuosa e possessiva. Lei voleva continuamente intorno a sé i propri gentiluomini di corte e pretendeva piena attenzione, tutto il loro amore e la loro devozione. Pochi, se non nessuno degli uomini valorosi che orbitavano intorno alla sua stella luminosa, portavano a corte le proprie mogli, a meno che non fosse loro ordinato di farlo. Lei pretendeva addirittura che i cortigiani la seguissero nel suo viaggio ufficiale estivo, durante il quale passava da una tenuta all'altra,

visitando il proprio regno. E guai a chi si sposava senza il suo consenso; la reazione di Elisabetta al suo matrimonio mal assortito gli sarebbe senz'altro valsa una feroce reprimenda, pensò vagamente Morgan.

«Se la regina Maria è morta, dubito che re Filippo stia prendendo in considerazione una mossa contro l'Inghilterra.»

Il marito le indirizzò un'occhiata di sufficienza. «Voi sapete poco di politica, Lucia. Sono ansioso di raggiungere Londra e di scoprire che cosa stia accadendo. Trovarsi in mare per settimane e mesi di fila presenta i suoi svantaggi.»

«Pensavo aveste detto che avremmo attraccato a Portsmouth.» Un giorno in cui era particolarmente loquace, Morgan aveva rivelato che sarebbero sbarcati a Portsmouth e che da lì avrebbero viaggiato in carrozza fino alla sua dimora nel Sussex occidentale.

«È così. Il signor Crawford resterà sulla nave e la porterà a Londra insieme con la parte del nostro bottino destinata alla regina. Stan è stato così

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previdente da caricarla a bordo dell'Avenger prima di lasciare Andros. Dopo che vi avrò accompagnato alla mia tenuta di campagna dovrò affrettarmi a raggiungere Londra e presentarmi alla regina. Ammetto di essere ansioso di sapere che cosa sta accadendo tra la Spagna e l'Inghilterra e di mettere la nave a disposizione del mio paese.»

«Intendete lasciarmi nel Sussex occidentale?» Lucia ricacciò un nodo di panico che le era salito in gola. «Io... io non conosco nessuno lì. Che cosa farò?»

«Farete quello che fanno le altre mogli nella vostra situazione. Resterete a casa e vi occuperete dei servitori e della proprietà. Inoltre alleverete i nostri bambini, dovessero essercene», aggiunse, pensando a come lui avesse fallito miseramente nel tenersi lontano dal suo letto. In quel preciso istante lei avrebbe potuto recare in grembo suo figlio. Il pensiero gli lasciò un sapore amaro in bocca; mai, neppure nelle sue fantasie più cupe, lui avrebbe immaginato una madre spagnola per i propri eredi.

Con Lucia nel Sussex occidentale e lui a Londra, sarebbe stato maledettamente più facile dimenticare di avere una moglie, per non parlare di una moglie spagnola. C'erano numerosissime dame di corte dal sangue focoso che avrebbero colto al balzo l'opportunità di alleviare la sua solitudine.

Prima che Lucia potesse formulare una risposta adatta, Morgan fu chiamato altrove, e la lasciò a tormentarsi in silenzio. Suo marito intendeva forse lasciarla languire nella noia della tenuta di campagna, mentre lui faceva da cavalier servente alla propria regina? E che dire dei mesi che lui avrebbe trascorso in mare, a saccheggiare navi spagnole per la gloria dell'Inghilterra? Che cosa sarebbe stato di lei in un paese ostile, senza il conforto di un solo amico?

La nave attraccò con discrezione. Prima che Morgan e Lucia si recassero a riva, lui mandò Crawford a noleggiare una carrozza che li portasse a Haslemere, nel Sussex occidentale; la ragazza apprese che la proprietà non si trovava a grandissima distanza da Portsmouth. Quando il pirata riapparve al suo fianco, era abbigliato alla moda, in brache a sbuffo, calzoni di raso che gli arrivavano al ginocchio e farsetto di broccato. Lei lo trovò molto attraente e ammirò le sue lunghe gambe ben modellate, anche se lo preferiva di gran lunga con i pantaloni,l'ampia camicia bianca e gli stivali alti che indossava a bordo dell'Avenger.

Purtroppo l'abbigliamento di lei lasciava molto a desiderare, e non c'era nulla che potesse fare per migliorare la foggia dei capelli, che, benché fossero un po' cresciuti, erano ancora corti in modo indecente e ricadevano in una massa ribelle di riccioli color dell'ebano.

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Rabbrividendo sotto le pieghe voluminose di un mantello appartenente a Morgan, Lucia si rannicchiò sul sedile accanto al marito, mentre la loro carrozza a noleggio procedeva sbatacchiando lungo la strada segnata dai solchi. Notando il disagio della ragazza, lui la attirò tra le proprie braccia, fin troppo consapevole del fatto che, una volta che avessero raggiunto la sua tenuta, qualsiasi intimità tra loro sarebbe dovuta necessariamente giungere al termine. La giovane donna stava diventando troppo invadente, metteva a rischio la sua salute mentale, era necessario che lui ridimensionasse quel matrimonio forzato. Quando si fosse trovato a corte tra i propri pari, il corsaro supponeva che la presa esercitata su di lui da Lucia diminuisse

«Che cosa pensate dell'inverno inglese?» chiese alla giovane nel tentativo di allontanare ogni pensiero pericoloso derivante dal corpo caldo di sua moglie rannicchiato contro la curva del proprio.

«Non mi piace», disse sinceramente Lucia. Guardò fuori del finestrino il paesaggio che passava. L'erba era inaridita e bruna, gli alberi avevano perduto il loro fogliame rigoglioso. Una pioggerella brumosa oscurava la sua vista della campagna e un'umidità raggelante le era scesa addosso come una triste tenda grigia. Era deprimente e lei sospirò malinconica. «Il clima mite della Spagna è molto più ospitale. E Andros è praticamente un paradiso, in confronto a questo.»

Morgan rise. «Ne convengo. Ciò nonostante questo è il mio paese natale e devo riferire periodicamente alla regina e occuparmi delle mie tenute.»

«Che cosa sarà di me quando tornerete in mare?» chiese Lucia, consapevole di quanto poco lui la considerasse come moglie.

Morgan si accigliò. Davvero, che cosa sarebbe stato di lei? si chiese. Maledizione, che pasticcio. Le sue intenzioni erano quelle di non sposarsi finché non fosse stato pronto ad abbandonare il mare e a sistemarsi. Aveva progettato di fare un po' di noiosa vita mondana, quando fosse giunto il momento, e di trovarsi una sposa tra le giovani promesse offerte dal mercato matrimoniale. Aveva sperato di trovare una donna ricca, soddisfatta di rimanere segregata in campagna, ad allevare i suoi figli,

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mentre lui serviva la regina e si prendeva un'amante a Londra per tenere a bada la noia.

Purtroppo era stato sposato contro la sua volontà a una vivace ragazza spagnola, la cui indole focosa e la cui appassionata bellezza lo tenevano in uno stato di costante agitazione. La semplice verità era che lui la desiderava, tuttavia la domanda di lei lo colse proprio di sorpresa.

«Quando ritornerò in mare voi resterete a Scott Hall.»Lucia aprì la bocca per protestare, ma Morgan la fermò con un bacio:

non riuscì a trattenersi. Le labbra della ragazza, leggermente umide e luccicanti, lo tentavano, inquietanti e tuttavia irresistibili come un frutto proibito. Lui se l'attirò in grembo, premendo la propria bocca su quella di lei in un bacio da arrestare il cuore. Le labbra del corsaro erano lungi dall'essere gentili mentre le apriva la bocca con la lingua in modo di poterne assaporare la dolce essenza. Lui adorava il suo aroma, la sensazione di averla tra le braccia, così solida, calma e arrendevole. Era quasi come se lei...

No, non voleva pensare a quello, la sua vita era già abbastanza complicata senza chiedersi se Lucia provava qualcosa di speciale per lui. Desiderio, certo, ma Morgan non osava pensare a nient'altro al di là di quello. Naturalmente era indubbio che lui provasse una notevole bramosia carnale per la focosa sposa spagnola. La sua debolezza nei confronti della giovane costituiva un motivo sufficiente per distanziarsi da lei prima di essere irrevocabilmente perduto. A causa del suo odio nei confronti degli spagnoli era impossibile che lui l'amasse, non era forse così?

Ma con Lucia che gli si dimenava in grembo con fare provocante era difficile ricordare la feccia amara dell'odio. Le mani della ragazza gli stringevano le spalle, attirandolo a sé mentre lui le saccheggiava la bocca con la propria. I suoi soffocati gemiti di piacere lo portavano quasi alla follia.

II pirata interruppe il bacio e la fissò. Lei aveva gli occhi così scuri e colmi di promesse erotiche che lui si gettò a capofitto nelle loro profondità, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze. «Strega», sussurrò con voce roca, davvero convinto che lei l'avesse ammaliato. In quale altro modo avrebbe potuto mandare in frantumi i suoi sensi, se non con la stregoneria?

«Non sono una strega, Morgan», rispose Lucia con un sospiro affannoso. «Soltanto una donna che...» Si morse la lingua; non aveva

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nulla da guadagnare dicendogli che lo amava, e tutto da perdere; prima di ammettere una cosa simile doveva convincerlo che non era sua nemica.

«Una donna il cui sangue caldo e la cui natura tempestosa rispondono a un bisogno che c'è in me», terminò lui. «Una donna il cui desiderio è pari al mio.»

La baciò di nuovo; la sua bocca era calda ed esigente mentre le sollevava lentamente le gonne al di sopra delle cosce, lasciando libero accesso al suo più fervente desiderio.

«Vi piace quello che vi faccio, tesoro.» Con la mano lui trovò il morbido nido che lei aveva tra le gambe, con le dita accarezzò la carne tenera e arrendevole. Abbassò il capo sul seno della ragazza, descrivendole un circolo umido sulla stoffa del corpetto. «Piace anche a me.»

Lucia trattenne il fiato; quell'intima carezza le dava il capogiro. «La vostra arroganza è spaventosa.»

Le dita di Morgan si portarono infallibilmente all'interno del dolce calore della vagina, e lui gemette mentre la sua verga si inturgidiva e rischiava quasi di strappargli i lacci della brachetta. «Questi maledetti abiti sono realizzati da uomini privi di discernimento», mormorò, spostandosi per sistemare la propria erezione piuttosto ardita. «È quasi impossibile rendere giustizia a entrambi all'interno di questo scomodo aggeggio, indossando strati di indumenti costrittivi.»

Lucia gemette per la delusione, Morgan la udì e ridacchiò. «Ciò non significa che non possa farvi godere.» Infilò il dito più in profondità e Lucia ebbe uno spasmo convulso. Quando il cuore prese a batterle con maggiore regolarità, lei iniziò a premere contro le dita del marito, che la accarezzavano, attirandolo ancora più in profondità dentro di sé. Quando con il pollice lui trovò la sua perla pulsante di sensibilità, lei esplose in un orgasmo violento. Lui non l'abbandonò finché l'ultimo tremito non ebbe lasciato il suo corpo, poi le spinse giù le gonne e la strinse teneramente a sé.

«Vi è piaciuto, tesoro?»Lucia arrossì violentemente. «Lo sapete che mi è piaciuto, ma e voi?» Lo

cercò a tentoni, decisa a fare per Morgan quello che lui aveva appena fatto per lei.

Il pirata rimase senza fiato quando la mano di lei si strinse intorno al suo membro, ancora dolorosamente eretto, ancora pulsante. Il suo controllo era

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precariamente appeso a un filo sottile e sarebbe bastato davvero poco per raggiungere Lucia nell'estasi. Richiamando a raccolta le proprie facoltà mentali confuse, lui spinse da parte la mano di lei, decidendo che questo fosse un momento valido come un altro per mettere alla prova la propria forza di volontà e dimostrare di poter resistere all'attrattiva seducente di Lucia. Sarebbe stata la sfida di un'intera esistenza. Quando lui parlò, la sua voce soffocata era l'espressione della sua frustrazione e del desiderio represso.

«No, Lucia!» Pronunciò quelle parole con più asprezza di quanto fosse sua intenzione e la ragazza ritrasse la mano come se fosse stata scottata.

«Non intendevo... offendervi, volevo farvi una cosa gradevole.» Morgan abbassò pesantemente le palpebre per schermare la propria angoscia; non poteva permettersi di far sapere a sua moglie quanto gli risultasse difficile proteggere il proprio cuore da lei. All'improvviso, l'allontanò dal proprio grembo e la fece sedere sul sedile accanto a sé.

«Trascorreremo la notte in una locanda», la informò con voce piatta. «Normalmente il viaggio da Portsmouth alla mia tenuta non è eccessivamente impegnativo, ma abbiamo lasciato 1'Avenger piuttosto tardi nel corso della giornata, perciò è necessario che ci fermiamo. Non mi piace trovarmi per strada di notte senza una scorta, nella zona abbondano i banditi. Ho mandato avanti qualcuno a prenotare delle stanze per noi e a ordinare un bagno e la cena.»

Lucia osservò Morgan con espressione sgomenta; che cosa aveva fatto o detto per fargli cambiare atteggiamento in modo così repentino? Lui passava in un batter d'occhio dalle vesti di amante a quelle di uno sconosciuto; a parte quel breve intermezzo di pochi attimi prima, sembrava che suo marito stesse deliberatamente scoraggiando qualsiasi ulteriore intimità tra loro. Lui le aveva detto nientemeno che intendeva lasciarla in campagna mentre portava avanti i propri interessi a Londra, e si dava oltraggiosamente da fare a corte. Be', ammise la ragazza fra sé, non aveva usato proprio quei termini, ma lei sapeva leggere tra le righe.

L'oscurità indugiava al limite del tramonto quando la carrozza entrò sbatacchiando nel cortile della locanda Hoof and Feather. II locandiere uscì ad accoglierli, asciugandosi le mani sul grembiule macchiato.

«Benvenuto, capitano», lo salutò l'oste con effusione, essendo già stato informato della visita di Morgan. «Non accade spesso di ricevere un ospite così illustre all'Hoof and Feather. Sedete mentre mia moglie vi prepara una bella cena come si deve. Non c'è nulla di troppo buono per El Diablo e per la sua signora moglie.»

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Poi vide Lucia e il sorriso gli morì sul volto. «Scusate, capitano Scott, avevo capito che ci sarebbe stata con voi vostra moglie.»

La giovane si fece piccola piccola contro Morgan; evidentemente l'uomo si aspettava una signorina inglese tutta latte e miele, invece di una scura, ardente senorita spagnola. Si trattava forse del primo esempio del genere di reazione al suo matrimonio che lei si sarebbe dovuta aspettare in Inghilterra?

«Avete capito bene, locandiere», disse il pirata con voce leggermente infastidita. «Questa è proprio mia moglie.»

«Ma... ma è spagnola, capitano. Io pensavo, voglio dire, in Inghilterra tutti sanno...»

«Maledizione!» mormorò Morgan, notando l'espressione turbata sul volto della sua compagna. Indipendentemente da quello che lui provava nei confronti degli infami spagnoli, non gli piaceva vedere Lucia offesa dai propri compatrioti. «Poco importa quello che in Inghilterra tutti pensano del mio matrimonio; non gradisco che sia argomento di discussione. Sto morendo di fame. Mia moglie e io vorremmo che ci venisse servita immediatamente la cena.»

«Sì, capitano», rispose il locandiere, inchinandosi ossequiosamente. L'oste sapeva di aver oltrepassato il limite della buona educazione, ma era rimasto così stupefatto alla vista della sposa spagnola di El Diablo che non era riuscito a tenere a freno la lingua, spingendosi troppo oltre.

«Non fategli caso, Lucia», disse Morgan quando furono seduti a un tavolo riservato davanti a un fuoco divampante.

La giovane fissò le fiamme guizzanti, sentendo il calore che le penetrava nelle ossa gelate; dopo vari istanti di silenziosa contemplazione, si rivolse a Morgan. «Non è necessario che vi scusiate per i vostri compatrioti. Mi è tutto molto chiaro, loro provano i vostri stessi sentimenti nei confronti del mio paese, ma si sbagliano. Re Filippo non manderebbe mai un'armata contro la vostra sovrana; ora che la regina Maria è morta, non ha più motivo di farlo.»

«Questo resta da vedere», replicò seccamente il pirata. Poi arrivò il cibo e ogni conversazione si arrestò mentre si concentravano sul banchetto che avevano davanti.

Lucia infine allontanò il piatto e fece un enorme sbadiglio. Notando quanto lei fosse esausta, suo marito fece schioccare le dita. Il locandiere gli apparve al fianco, inchinandosi untuosamente.

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«Accompagnate mia moglie nella sua stanza», comandò Morgan. «Fate in modo che sia pronta una tinozza, così che possa fare il bagno prima di dormire.»

II locandiere, un uomo basso e pienotto, con vivaci occhi azzurri, si rivolse rigidamente alla giovane. «Se volete seguirmi, vostra signoria; mia moglie si occuperà di prepararvi il bagno.»

«Grazie», disse piano lei. Prima di volgersi per seguire il locandiere, chiese a Morgan: «Voi non salite?»

«Resterò ancora un po' seduto davanti al fuoco a finire il mio brandy. Ma non occorre che vi preoccupiate del fatto che possa svegliarvi quando verrò a letto, perché ho la mia stanza personale.»

Lucia gli rivolse un'occhiata sconcertata. «Avete prenotato stanze separate?»

Lui fissò il fuoco, imbronciato. «Ho pensato che fosse meglio.»«Capisco», disse lei cercando di mostrarsi solo leggermente contrariata.

«Buona notte, Morgan.» Rifiutò di manifestare la propria cocente delusione mentre seguiva il locandiere su per la scala stretta, tenendo alta la testa nonostante si sentisse davvero scorata. Una volta giunto in suolo inglese, suo marito era cambiato e lei riusciva a malapena a riconoscere quello sconosciuto distaccato. Non l'attirava l'idea di trascorrere i propri giorni sepolta in campagna mentre l'uomo che amava cercava di trovare altrove il proprio piacere; quel pensiero le accese una splendida luce di furia negli occhi.

II capitano Scott rimase seduto a lungo a fissare il fuoco, lasciando ampiamente trascorrere l'ora in cui si sarebbe dovuto ritirare. Odiava la propria debolezza quando si trattava di Lucia e rinnovò il proprio giuramento di mantenere un severo controllo nei rapporti con la moglie. Era forte e pienamente convinto di riuscire a vincere la lotta feroce per contenere la propria bramosia nei confronti della giovane, indipendentemente dal prezzo che avrebbe dovuto pagare il suo cuore. Una volta venuto meno il desiderio per la maliarda spagnola, lui sarebbe stato libero di vivere il genere di esistenza a cui era stato abituato prima di essere costretto a quel matrimonio.

Il locandiere emise un palese sospiro di sollievo quando infine Morgan andò a letto; la vista del pirata era confusa e la sua andatura traballante quando passò davanti alla porta di Lucia. Non indugiò, ma continuò fino alla propria stanza, soddisfatto della abilità dimostrata nell'ignorare il forte battito del suo cuore.

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Il mattino seguente Scott stava già aspettando Lucia quando lei scese; lui era piuttosto pallido e le mani gli tremavano mentre beveva a lunghi sorsi un boccale di birra. Lucia cercò di ignorare lo stato d'animo irritabile del marito. Se stava soffrendo per essersi lasciato troppo andare nel bere, gli stava bene, dopo che la notte prima l'aveva ignorata deliberatamente.

Lei fece, in silenzio, una colazione a base di carne di montone fredda, formaggio, pane e latte fresco, fin troppo consapevole del modo inquietante in cui il pirata la studiava con gli occhi iniettati di sangue. La giovane si chiese perché la stesse guardando così, e cercò di conservare la propria dignità nonostante lo sguardo cupo di lui. Lucia si spostò varie volte, a disagio, prima che Morgan si rendesse conto che la stava guardando fissamente.

Dio, se è bella, pensò lui, depresso. La bruna, appassionata bellezza di lei era esotica e affascinante, e al tempo stesso innocente. Morgan pensò che lei portava con orgoglio la propria discendenza spagnola. Quell'idea riuscì a farlo ritornare in sé; si alzò in piedi. «Siete pronta, Lucia?»

«,Sí, Morgan.» Lei si alzò con un unico movimento aggraziato, lui la accompagnò fino alla carrozza in attesa e ripartirono, con la vettura che sbatacchiava rumorosamente lungo la strada.

II corsaro dormì finché non raggiunsero il villaggio di Haslemere, poi si svegliò di colpo, come se il sonno fosse stato una pura finzione per evitare di comunicare con lei. La giovane si chiese come lui potesse essere così ardente un attimo prima, e altrettanto freddo subito dopo.

«Siamo quasi arrivati a Scott Hall», osservò lui con un entusiasmo che la sorprese. «Vi piacerà, è una bella tenuta con frutteti, una piccola foresta, e un fiume che scorre attraverso la proprietà. Ai miei genitori piaceva molto e ogni volta che vi faccio ritorno riesco a capire quello che provavano per il luogo.»

«Se l'amate tanto, come potete sopportare di starne lontano per mesi di fila?»

Lui rimase in silenzio così a lungo che Lucia pensò che non avesse sentito; quando infine parlò, la sua voce era distante, come se i suoi pensieri fossero concentrati altrove.

«La società londinese e gli intrighi politici mi divertono, e la proprietà assorbe molto del mio tempo, ma, dopo una breve visita a terra, il mare mi

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richiama sempre. Mi sono fatto una casa su Andros, un ambiente molto lontano da Londra e dalla sua vita dissoluta.»

La giovane piombò in silenzio. Non c'era da meravigliarsi che Morgan non avesse bisogno di una moglie, era sposato con il mare. II fatto che lei fosse di origine spagnola complicava la situazione. I suoi fratelli non le avevano certo fatto un favore insistendo affinché lei e il pirata si sposassero. E del resto loro non immaginavano neppure lontanamente che il capitano Scott potesse vivere abbastanza a lungo da rivendicare dei diritti sulla propria moglie. L'errore che lei aveva commesso era stato quello di innamorarsi di quell'uomo.

Osservò con apprezzamento l'antica dimora di mattoni che si ergeva alta e imponente su un poggio erboso circondato da una vasta distesa di prati e giardini ben curati. Un frutteto si stendeva dal limitare occidentale dei giardini sino al fiume, che attraversava serpeggiando placidamente la foresta che si trovava oltre. Lei pensò che chiunque si occupasse della proprietà di Morgan in sua assenza svolgesse un magnifico lavoro di manutenzione, dato che il luogo aveva conservato una patina d'eleganza nonostante le lunghe assenza del padrone.

«E una bella proprietà», disse infine Lucia.II corsaro fu stranamente lieto della sua sincera ammirazione.«È piuttosto piccola», osservò mentre la carrozza si fermava davanti alle

alte, sottili colonne che facevano la guardia all'ingresso principale. «Ha soltanto trenta stanze, ma penso che la troverete confortevole. Potete cambiare l'arredamento in qualunque modo desideriate, pochissime cose sono state mutate da quando vi vivevano i miei genitori.»

La porta della carrozza si aprì e Morgan scese. Con un movimento disinvolto sollevò Lucia dall'interno e la posò a terra accanto a sé. Staccò di colpo le mani dalla vita di lei quando la porta d'ingresso si aprì e uscì ad accoglierli un uomo alto e magro, vestito di una sobria livrea nera.

«Capitano», disse questi, inchinandosi rigidamente. «A nome mio e del personale, desidero darvi il benvenuto a casa.» Il suo sguardo penetrante si posò su Lucia, e lui aggiunse arricciando sdegnosamente il naso: «Siamo stati informati del fatto che portavate a casa una moglie».

L'uomo, fosse o no un membro della servitù, aveva un atteggiamento intimidatorio, e Lucia fece un passo indietro, andando a urtare contro Morgan, che le pose le mani sulle spalle per sorreggerla.

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«Forsythe, vecchio mascalzone!» Il corsaro sbottò in una risata e diede un colpetto sulla schiena al domestico. «È bello rivederti. Non cambi mai. Ricordo ancora il giorno in cui mi sculacciasti quando presi spietatamente in giro mia sorella.»

II volto di Forsythe si contorse in quello che sarebbe potuto passare per un sorriso. «E ve lo siete ben meritato, capitano.» Ancora una volta il suo sguardo trovò Lucia, in una maniera che sottintendeva come l'avesse già giudicata e trovata inaccettabile.

«È giusto che tu sia il primo a conoscere mia moglie», continuò Morgan come se nulla fosse. «Lucia, questo individuo dal volto tanto austero è Forsythe; gestisce il personale con pugno d'acciaio e lo fa da quando i miei genitori lo assunsero: all'epoca era un giovanotto. Ha mandato avanti la casa senza problemi fin da quando io ero un ragazzino, non potrei fare a meno di lui.»

La figura scarna del domestico si gonfiò d'orgoglio e d'affetto. Lucia capì che il maggiordomo doveva provare molto più di una devozione superficiale per 1'intrepido El Diablo.

«Grazie, capitano.» Rivolse a Lucia un rigido inchino. «Lieto di conoscervi, Lady Scott.» La voce di Forsythe era freddamente educata e tuttavia inequivocabilmente densa di disapprovazione, ben lungi da come Lucia supponeva che sarebbe stata se lui avesse dovuto dare il benvenuto in famiglia a una moglie inglese. Avvertì acutamente l'amarezza del rifiuto.

La giovane mormorò tuttavia una risposta adeguata, mentre il padrone di casa guardava oltre, accigliato.

«Ti prego di convocare il resto della servitù nell'ingresso, voglio che tutti conoscano la loro nuova padrona», ordinò Morgan a. Forsythe, con un accenno di disapprovazione.

«Immediatamente, capitano», disse il maggiordomo, con atteggiamento distaccato, mentre si allontanava per eseguire le istruzioni del padrone.

II corsaro fece per seguirlo all'interno, ma Lucia lo toccò lievemente sul braccio; lui si arrestò e la guardò, corrucciato.

«Non gli piaccio», osservò Lucia, tremando. «Tutti i vostri servitori troveranno motivo di odiarmi, tutti i vostri amici mi disprezzeranno perché diffidano di chiunque sia spagnolo. Perfino voi mi odiate!» concluse lei in preda a un crescente senso di panico.

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«Lucia, smettetela di immaginare cose inesistenti. Inoltre, che Forsythe provi o no simpatia per la sua padrona, lui eseguirà i vostri ordini perché è fedele a me e ai miei.»

Morgan poteva temporeggiare quanto voleva, ma era abbastanza sagace da rendersi conto che Lucia avrebbe avuto difficoltà ad adattarsi a quel freddo ambiente inglese. Tuttavia non c'era niente da fare, erano tutti a conoscenza dell'odio che lo divorava nei confronti degli spagnoli. Maledizione! Come poteva spiegare il fatto di essersi portato a casa, in qualità di sposa, una nemica?

La giovane donna entrò nell'ingresso, intimidita dall'ampio gruppo di servitori riuniti lì ad accoglierla; con sua mortificazione, tra loro non riuscì a trovare un solo volto amichevole. Sui loro lineamenti scorse soltanto perplessità, ostilità e freddo sdegno.

Forsythe presentò per prima la cuoca, un donnone avvolto in un grembiule bianco immacolato, che guardò Lucia da sopra il proprio lungo naso, arricciandolo con disprezzo. Poi fu la volta degli sguatteri e dei lavapiatti. Le cameriere, tutte giovani e carine, s'inchinarono più o meno con la stessa condiscendenza della cuoca. C'erano in tutto dodici servitori, e ognuno di loro manifestò in un modo o nell'altro la propria mancanza di rispetto nei confronti della sposa spagnola del padrone.

A Morgan invece tutti testimoniarono affetto e rispetto, nonché grande fedeltà. Le graziose cameriere ridacchiarono scioccamente e lo covarono con lo sguardo senza il minimo ritegno, facendo roteare gli occhi in un palese invito. Se anche il capitano notò il loro insolente esame minuzioso, decise di ignorarlo. Una in particolare, una ragazza sfrontata di nome Daisy, guardò il padrone in un modo impudente e allusivo che indignò Lucia nel modo più assoluto.

Dopo che furono tutti presentati, fatta eccezione per l'amministratore, i giardinieri, gli stallieri e i cocchieri, che lei avrebbe conosciuto a tempo debito, Morgan sorprese sua moglie scegliendo Daisy come cameriera personale. Tra tutti i servitori, la ragazza era proprio quella che la giovane spagnola avrebbe scelto con meno probabilità per sé. Una volta congedata, la servitù si allontanò, spettegolando come tutti i domestici erano inclini a fare. A Lucia sembrava quasi che il loro malanimo nei suoi confronti fosse tangibile.

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II padrone di casa parlò privatamente con Forsythe per qualche attimo, poi raggiunse sua moglie ai piedi della scalinata.

«Domani avrete tutto il tempo di familiarizzarvi con la casa; vi consiglio di riposare per un paio d'ore. Più tardi nel corso del pomeriggio una sarta del villaggio verrà a prendervi le misure per confezionarvi abiti nuovi. Non posso permettere che mia moglie vada in giro vestita di stracci. Mangiamo alle otto in punto, vi aspetterò in fondo alla scalinata.» Quindi le offrì il braccio. «Vi accompagnerò in camera vostra: Daisy vi aiuterà a prepararvi; ditele se desiderate qualcosa; se avete fame vi porterà qualcosa di leggero da mangiare, per arrivare fino all'ora di cena.»

«Morgan, riguardo a Daisy, non c'è un'altra ragazza altrettanto in grado di fungere da mia cameriera?»

«Che cosa c'è che non va in lei?»«Nulla, davvero, solo che mi sembra un po' sfrontata e impertinente.»«Come potete dirlo se non la conoscete neppure? Datele una

possibilità, Lucia. Se non vi andrà bene potrete sceglierne un'altra. La vita sarà molto più facile per voi se imparerete ad andare d'accordo con i servitori, in mia assenza.»

La giovane donna si arrestò bruscamente. «Non starete già pensando di andarvene?»

«Sì, a dire il vero ho deciso di partire domani. Voglio essere presente quando 1'Avenger attraccherà a Londra. Ora devo conferire con Clyde Withers, il mio amministratore, che si occuperà ottimamente di ogni cosa in mia assenza.»

Lucia si sentì intristita per il fatto che il marito fosse così ansioso di lasciarla; evidentemente lui non vedeva l'ora di assaporare l'eccitante vita notturna londinese. Era stato in mare così a lungo che doveva essere davvero ansioso di immergersi negli intrighi politici.

Il brusco congedo di Morgan lasciò la sua giovane moglie spagnola in preda a una deprimente sensazione di abbandono.

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CAPITOLO 13

ucia trovò la sua stanza molto accogliente; era allegra e ariosa, arredata da una delicata mano femminile, cosa che la spinse a pensare

che un tempo fosse appartenuta a una donna. Una porticina portava a uno spogliatoio, che si ripromise di esplorare in seguito. Le finestre davano su un giardino di rose che in estate sarebbe stato magnifico, pieno di boccioli dai delicati colori. A1 di là di quello c'era il frutteto, i cui superbi rami davano l'idea di un raccolto abbondante. Un fuoco ardeva allegramente nel camino, cosa che lei apprezzò molto. Quel tempo inclemente la gelava fino alle ossa e la portava a pensare malinconicamente che non si sarebbe mai abituata al clima inglese.

L

Lucia stava ancora contemplando le fiamme guizzanti, quando Daisy entrò nella stanza senza premurarsi di bussare. «Il capitano Scott ha detto che dovevo essere la vostra cameriera.» La domestica osservò con disgusto i capelli e gli abiti di Lucia. «Se sono arrivati i vostri bauli li svuoterò e sceglierò qualcosa di più adatto da indossare per questa sera. Tuttavia dubito di poter fare qualcosa per i capelli. È quella la moda, in Spagna? Avete il tipico aspetto scuro, spagnolo, e il vostro accento è atroce. Non riesco a credere che il capitano Scott abbia sposato una come voi.»

Lucia si inalberò con fierezza; non provava alcuna vergogna per il fatto di essere spagnola, anzi ne era orgogliosa. <<Si, sono spagnola, sono nata a Cadice. In quanto ai bauli, non ne ho; non posseggo altro che gli abiti che porto. Se non vuoi rimanere inattiva, prendi il vestito che indosso e

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rendilo presentabile finché non ne verranno confezionati altri. Mi occuperò io stessa dei capelli, dato che sono abituata a sistemarli da sola.»

Invece di aiutare la nuova padrona ad abbigliarsi, Daisy rimase lì a braccia conserte, a fissarla con disprezzo. «La servitù scommette che voi siete la sgualdrina del capitano, non sua moglie. Tutti qui in casa, e in tutta l'Inghilterra, in quanto a questo, sanno quanto lui disprezzi gli spagnoli.»

Lucia si ritrasse come se fosse stata colpita. «Come osi! Esci di qui e non farti più vedere.»

Daisy fece un goffo inchino e fuggi. Non era pentita delle proprie parole, non aveva fatto altro che ripetere la voce diffusa che circolava tra i domestici. Semplicemente lei era l'unica ragazza abbastanza ardita da sbattere in faccia a quella spagnola i dubbi che tutti nutrivano sul suo ruolo in casa del padrone. Precipitandosi giù per le scale, la cameriera andò a sbattere dritta contro Morgan, che era appena entrato in casa. Lui la afferrò per impedire a entrambi di cadere.

«Daisy, devi stare più attenta», la redarguì, mentre la raddrizzava. II capitano notò distrattamente le guance in fiamme e gli occhi accesi della ragazza. «C'è qualcosa che non va? Non si tratterà della tua padrona, vero?»

Attrice consumata, Daisy si mise a tremare e a torcersi le mani fingendosi angosciata. «Temo di aver fatto arrabbiare la vostra signora; mi ha congedato e mi ha detto di non ritornare.» Lei si premette sfacciatamente contro il padrone e spremette una lacrimuccia. «Ho fatto del mio meglio per soddisfarla, capitano», disse sbattendo le palpebre verso di lui, attraverso una tendina di lunghe ciglia dorate. La domestica sapeva di essere graziosa e di avere una figura attraente, e usava tali doti a proprio vantaggio, flirtando apertamente con Morgan.

Scott aggrottò la fronte, chiedendosi che cosa diavolo avesse fatto Lucia per turbare la piccola cameriera, che tremava come una foglia tra le sue braccia e sembrava davvero sconvolta. Lui le diede goffi colpetti sulla schiena. «Non preoccuparti, Daisy, parlerò io con la tua padrona. Nel frattempo accompagna di sopra la sarta, quando arriverà; mia moglie ha un bisogno disperato di abiti adeguati, e prima le cucitrici inizieranno a confezionarglieli, meglio sarà.»

«Me ne occuperò io, capitano», promise la ragazza, facendo graziosamente le fossette. «Se ci fosse qualche altra cosa che posso fare per voi, assolutamente qualsiasi cosa», sottolineò, facendo roteare gli occhi in modo provocante, «fatemelo sapere. Sarei felicissima di compiacervi in qualunque modo.»

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All'inizio Morgan non colse quel che voleva dire la domestica, perché era troppo turbato riguardo all'impopolarità di Lucia con i suoi servitori, ma quando gli fu chiaro ciò a cui stava alludendo, le rivolse un'occhiata sbigottita. Daisy notò dall'espressione del padrone che lui aveva capito e abbassò

gli occhi con fare ritroso, poi gli fece un inchino e si allontanò in fretta per raccontare al resto della servitù del suo incontro con la moglie del padrone, ammesso che fossero davvero sposati.

Il pirata fissò il posteriore sculettante di Daisy che si allontanava e ridacchiò divertito. Com'era venuto in mente a quel batuffolino biondo che lui potesse mai desiderare lei quando aveva una donna come Lucia?

La sarta arrivò puntuale e al momento di andarsene promise che il primo degli abiti di Lucia sarebbe stato pronto per il giorno seguente. La giovane fu grata che la donna avesse incluso un vasto assortimento di stoffe di velluto e lana, perché i giorni invernali promettevano di essere più freddi di quanto lei avesse mai sperimentato. Lucia aveva scelto un velluto rosso intenso, lana blu scuro e altri due abiti di stoffa altrettanto calda e resistente. Morgan aveva ordinato anticipatamente alla sarta di includere biancheria da notte appropriata, mantelli bordati di pelliccia e cappe leggere, nonché guanti e sottovesti in colori assortiti.

Se la loquace sarta nutriva qualche sentimento poco caritatevole nei confronti della moglie spagnola del capitano Scott, fu comunque abbastanza furba da non esprimerlo. Nel piccolo villaggio di Haslemere non capitava spesso di fare buoni affari e il favore di Morgan era notevolmente apprezzato. Tuttavia Lucia non poté fare a meno di notare lo strano modo in cui la signora Cromley e la sua aiutante la fissavano quando credevano che lei non stesse guardando.

Dopo che la sarta e la sua timida piccola aiutante se ne furono andate, la giovane spagnola spazzolò e scrollò come meglio poté il proprio abito e lo distese sul letto, pronto da indossare per cena. Desiderò fuggevolmente di avere qualcosa di elegante da mettersi, finché non ricordò che non molto tempo prima era più che soddisfatta dell'abito grigio da suora e del copricapo bianco che le lasciavano scoperto soltanto il volto. Morgan l'aveva cambiata in modo così profondo che lei quasi non se ne rendeva conto; e, le rammentava la sua coscienza, ciò non era molto positivo.

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Poco tempo dopo giunsero alcuni dei servitori con una tinozza e Lucia fece tranquillamente il bagno, si vestì e si passò una spazzola sui corti riccioli. Daisy non ritornò, cosa che non turbò affatto Lucia; non aveva bisogno di quei servitori arroganti, che criticavano il suo modo di parlare o facevano confronti tra lei e il gentil sesso inglese. Quando l'orologio del salone suonò le otto, Lucia si avviò giù per le scale. Il cuore quasi le si arrestò nel petto quando vide suo marito che l'aspettava sul pianerottolo in fondo alla scalinata.

Lo trovò incredibilmente attraente e palesemente virile, con gli arditi lineamenti marcati abbronzati dal sole e dal vento e l'agile corpo muscoloso irrobustito dall'attività fisica. Lui portava con disinvoltura brache a sbuffo, farsetto e calzoni al ginocchio; se fosse stato in ghingheri, lei sarebbe sfigurata, nel suo abito malandato. Quando Lucia raggiunse l'ultimo gradino, lui le offrì il braccio.

«Ho pensato di cenare in forma privata in biblioteca, su vassoi davanti al fuoco», disse Morgan. «La sala da pranzo è ampia e mette un po' in soggezione, dato che può accogliere facilmente cinquanta peersone.»

Lucia lo guardò attraverso una frangia di ciglia nere come l'inchiostro. «Gracias, Morgan, apprezzo la vostra sollecitudine. In Spagna non siamo così formali come voi inglesi; nella casa di mio padre, con il bel tempo, cenavamo spesso in terrazza o sul patio.»

Entrarono in biblioteca, una stanza accogliente, illuminata da un fuoco vivace, rivestita di scaffali colmi di volumi rilegati in pelle. Lei annusò il piacevole aroma del cuoio e della cera per mobili, decidendo che indipendentemente da quanto fossero eleganti le altre stanze, quella sarebbe sempre stata la sua preferita. Suo marito la condusse verso una delle due sedie imbottite poste a fianco a fianco e la fece sedere con un ampio gesto, poi avvicinò due tavolini e si accomodò sulla sedia accanto a lei.

Come se avessero ricevuto l'imbeccata, entrarono i camerieri e servirono la cena. II cibo era piuttosto scialbo, tipicamente inglese, e Lucia mangiò poco, accompagnando però le pietanze con vari bicchieri di ottimo vino. Morgan spiluccò qualcosa, ma bevve abbondantemente, e il suo sguardo dietro le palpebre pesanti non lasciò mai Lucia, che lo incrociò arditamente, trovando tracce di rabbia, dolore e desiderio nelle occhiate silenziose di lui.

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<<Daisy ha detto che l'avete mandata via», iniziò lui dopo che gli avanzi della cena furono ritirati e i servitori lasciati liberi. «Vi ha forse contrariato in qualche modo? Devo sceglierne un'altra per servirvi? Forse dovrei licenziarla.»

L'ultima cosa che Lucia desiderava era fornire ai domestici un ulteriore motivo per odiarla. «Ero agitata e stanca. Non allontanatela per causa mia.»

Morgan annuì saggiamente. «È proprio come pensavo. Come ho detto in precedenza, dovete imparare ad andare d'accordo con la servitù; se non vi rispetterà riuscirete a farla lavorare ben poco. Provengono tutti da ottima stirpe inglese e sono fidati; io non sarò sempre qui a fungere da cuscinetto tra voi e il personale. Se si verificherà qualche incidente dovrete arrangiarvi per conto vostro.»

II pensiero di essere lasciata sola diede a Lucia una sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco. «Morgan, forse dovreste rimandarmi a casa, in Spagna; questo non è il mio posto. Voi non mi volete e la vostra gente mi odia. Perché insistete a torturarci entrambi?»

Gli occhi azzurri di Morgan si fecero duri come diamanti. «Siamo sposati, oppure lo avete dimenticato? Non intendo lasciarvi andare, Lucia, scordatevelo.»

«Non capisco.» Lei era completamente confusa.«Neppure io», rispose lui, fissando con espressione cupa le fiamme

guizzanti. La sua franchezza la turbò. «Stregoneria», mormorò il corsaro tra sé. «Ciò nonostante», disse con maggiore chiarezza, «voi siete mia e tale rimarrete. Pensate davvero che vostro padre vi rivorrà dopo che avete lasciato lo sposo a cui eravate promessa?» Lui rise aspramente. «Non credo. Per lo meno io posso tenervi al sicuro e fare in modo che non vi manchi niente.»

Tranne il tuo amore, pensò la giovane in silenzio. Non puoi darmi il tuo amore e quella è l'unica cosa che voglio da te.

Lucia si alzò bruscamente, con l'intenzione di andarsene, ma Morgan la afferrò per il braccio e la tirò nuovamente a sedere. «Ho la vostra parola che cercherete di andare d'accordo con i servitori?»

La giovane annuì. Soddisfatto, il capitano la lasciò. Toccarla era un vero supplizio; lui si sentiva di nuovo attratto nella rete di seduzione intessuta da lei, e la passata esperienza con sua moglie aveva provato che lui non era abbastanza forte da resistere alla forza travolgente che lei esercitava sui suoi sensi. Ricordare a se stesso che Lucia era spagnola e richiamare alla mente il proprio odio per chi recava nelle vene il sangue di quel popolo non servì a placare il desiderio dirompente che lui provava per la propria moglie appassionata. Morgan desiderò riuscire semplicemente a lasciarla andare e dimenticarla.

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Sarebbe stato molto facile restituirla al padre, oppure mandarla in un convento con denaro sonante sufficiente ad agevolarle l'ingresso nell'ordine. Dentro di sé lui covava un calderone ribollente di risentimento; gli stava accadendo qualcosa che non gli piaceva e che non riusciva a controllare.

«Partirò domattina, Lucia. Non so quando sarò di ritorno. Londra è a breve distanza da Scott Hall; mi terrò in contatto con Withers e Forsythe, che a loro volta mi terranno informato del vostro benessere. Se doveste avere bisogno di qualsiasi cosa, chiedete a Withers, che si presenterà qui domani per conoscervi. Potrete andare al villaggio a far spese, se vorrete, e mettere sul mio conto qualsiasi cosa sia di vostro gradimento.»

Le parole di lui suonavano così fredde e impersonali; in Inghilterra tutti i coniugi conducevano forse vita separata? Lei sapeva talmente poco del matrimonio. Morgan non riusciva proprio a capire quanto lei lo amasse? Si rendeva conto che suo marito era attratto da lei, ma come riusciva ad accoppiarsi con lei così teneramente, con tanto sentimento, se non l'amava affatto? Lui la voleva, Lucia scorgeva la bramosia che nutriva nei suoi confronti nell'ardente profondità dei suoi occhi azzurri, nel calore torrido che emanava dal marito. Lo stesso accadeva a lei. Dios! II semplice fatto di guardarlo la trasformava in un tizzone ardente.

«Vi auguro buon viaggio, Morgan.» Le parole banali di lei erano dettate dal risentimento che provava. «Sarete a casa per Natale?»

Lo sguardo neutro di Lucia lo ferì. Maledizione, resisterle richiedeva ogni grammo della sua forza di volontà.

«Andate a letto, Lucia», la sollecitò, burbero, lottando per la sopravvivenza della propria anima. Se avesse perduto la battaglia, la vita che conosceva e a cui si era comodamente abituato sarebbe andata

perduta per sempre. «Non c'è nient'altro da discutere. In quanto a Natale, è improbabile che io ritorni per le festività.»

«Siete uno sciocco, Morgan Scott», sibilò Lucia a denti stretti. «Evitarmi non servirà a nulla, e mentire riguardo ai vostri sentimenti è disonesto; non ingannate altri che voi stesso.»

Il corsaro chiuse gli occhi, sopportando stoicamente la raffica delle accuse che gli stava muovendo sua moglie. Dio, come riusciva Lucia a essere così sagace? Quando riaprì gli occhi, la giovane era sparita.

Le parole della sua sposa spagnola toccarono un punto debole all'interno di Morgan. Maledizione! Voleva forse farlo sentire

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deliberatamente uno sciocco? Lo sguardo di lui trovò il brandy e i bicchieri che Forsythe aveva sollecitamente lasciato sulla sua scrivania, e se ne versò una dose abbondante. II liquore andò giù così bene che se ne versò un altro bicchiere, e quando ebbe finito il terzo si ritrovò a sguazzare nell'autocommiserazione. Maledizione! La sua vita aveva preso una svolta sorprendente. Non aveva mai desiderato una moglie, e ora che ne aveva una non sapeva che fare di lei.

Il capitano si rendeva conto che giungere a corte con al fianco una moglie spagnola sarebbe equivalso a provocare un disastro. Era stato sciocco a credere che la regina avrebbe accolto Lucia senza riserve; lui avrebbe avuto il suo bel daffare a spiegare a Elisabetta la presenza di Lucia. Ormai la regina era già stata informata del matrimonio ed era in ansiosa attesa di una sua spiegazione. Durante l'ultima visita di Morgan a Londra, la sovrana aveva accennato al fatto che stava cercando un'ereditiera appropriata da fargli sposare. Lui sospirò. In quel preciso istante il capo gli doleva troppo intensamente per pensare alla reazione di Elisabetta al suo matrimonio intempestivo.

Alzandosi in piedi un po' barcollante, il capitano Scott decise di andare a dormire. Lucia si spogliò rimanendo in camiciola e si infilò a letto; cercò di prender sonno, ma aveva il cuore afflitto, la mente troppo tormentata dai problemi insormontabili che si trovava ad affrontare e, a dispetto del fuoco che ardeva dietro la grata del camino, tremava di freddo. La vita in convento era stata così semplice e priva di complicazioni, sospirò, ricordando quei giorni più felici degli attuali. Perché Dio non aveva ritenuto opportuno lasciarla lì a vivere in pace? Perché Lui l'aveva gettata in un mondo di conflitti e trambusto, dandole da amare un uomo difficile come Morgan Scott? Se Dio voleva che lei amasse il capitano corsaro, perché non aveva fatto sì che lui le volesse bene a sua volta? Era tutto così complicato.

Voltandosi sulla schiena, Lucia fissò ombre e luci che si fondevano sul soffitto. Da qualche parte in lontananza udì un rumore, una specie di sfregamento, ma vi prestò scarsa attenzione. In una casa di quelle dimensioni era sempre in corso qualche attività, anche nel cuore della notte. Non riuscì a determinare con precisione il momen esatto in cui capì di non essere sola; sollevandosi sul gomito, sbirciò verso la porta. Niente. Girando il collo guardò in direzione dello spogliatoio.

La porta era socchiusa, e lì in piedi sulla soglia Morgan si stagliava contro il flusso di luce proveniente dalla lampada che aveva dietro di sé. Vagamente, Lucia si rese conto che la stanza del marito era collegata alla

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propria attraverso lo spogliatoio; riusciva a vedere dietro di lui, nella camera che si trovava oltre.

II suo nome le uscì dalle labbra in un sospiro tremante; non riusciva a vedergli il volto, perché la luce che aveva dietro oscurava tutto tranne la sagoma muscolosa del suo corpo. Era in equilibrio sui talloni, i muscoli flessi, le mani chiuse a pugno contro i fianchi.

«Avete ragione, Lucia, sono uno sciocco», ammise Morgan con voce stridente, pronunciando le parole in modo indistinto. Il cuore della giovane si sollevò, ma la frase successiva fece crollare le belle speranze alimentate dalla prima. «Sono un vero demente per avervi consentito di toccarmi al punto di non essere abbastanza forte per resistervi.» Avanzò nella stanza e lei cercò di inspirare a fondo, ma con difficoltà. Era nudo. Totalmente, splendidamente nudo, con il sesso eccitato completamente eretto.

Lucia aveva la bocca asciutta e si leccò le labbra per umettarle. «Non è quello che intendevo dire, Morgan. Vi ho definito uno sciocco perché negate ciò che è inevitabile e che desideriamo entrambi. Non riuscite a vedere quello che avete sotto il naso? Non vi rendete conto che io vi a...» Interruppe appena in tempo la frase. A che cosa sarebbe servito dirgli che lo amava? Lui non riusciva ancora a superare l'odio

che nutriva nei confronti del sangue spagnolo di sua moglie. «Io non c'entro nulla con la morte dei vostri familiari.»

Il corsaro cercò per due volte di ritornare nella propria stanza, e per due volte fallì. Era attratto verso il letto e verso Lucia come un orso lo era dal profumo del miele; bramava quella dolce prelibatezza nonostante il rischio che rappresentava. II premio promesso faceva sì che il gioco valesse bene la candela.

Quando Morgan barcollò lievemente, Lucia non impiegò molto a capire che non era sobrio. «Siete ubriaco!» lo accusò.

Lui ghignò. «Non poi tanto.»II letto si abbassò sotto il suo peso, il marito le indirizzò un largo sorriso

incerto e le strappò via la camiciola; la stoffa consunta cedette con facilità e lui la gettò da parte. L'uomo attirò la giovane tra le proprie braccia, facendole sentire il rigido turgore del proprio desiderio. «Per lo meno questo funziona sempre tra noi», affermò solennemente. «Perdermi nella vostra dolce sensualità mi fa dimenticare chi voi siete e ciò che io sono.»

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Gemette premendo la propria erezione contro il ventre di lei, e le affondò il volto tra i seni. Dio, che buon profumo aveva!

«Io sono una donna e voi un uomo», replicò Lucia. Il corpo della donna richiese scarso incoraggiamento per reagire al tocco del suo compagno. «E siamo marito e moglie. Se soltanto consentiste a voi stesso di...»

Lui bloccò le sue parole con un bacio bruciante; non voleva sentirle. Rifiutava di dare retta a quello che gli diceva il sentimento; se avesse prestato ascolto a Lucia e a1 proprio cuore non sarebbe più stato El Diablo, e non era ancora pronto per quel passo. Forse non lo sarebbe mai stato. Per la sua tranquillità mentale era necessario che ricordasse di essere un individuo spinto dall'odio per i nemici spagnoli, e intendeva rimanere tale per un lunghissimo periodo di tempo.

Il processo mentale di Morgan si disgregò completamente mentre il desiderio crescente per la moglie spagnola si manifestava nella dolorante rigidità dei suoi lombi. Maledizione, Lucia gli faceva accelerare il battito cardiaco e metteva alla prova la sua capacità di controllo; il semplice fatto di guardarla attizzava il suo desiderio sino a farlo esplodere in un incendio divampante. Lui avrebbe dovuto rimandarla da suo padre nel disonore dopo essersi impossessato della sua verginità, invece di tenerla con sé per i propri egoistici scopi. O, ancora meglio, avrebbe dovuto guardarla per un attimo negli occhi innocenti e non toccarla affatto. Se la fortuna l'avesse assistito lui ne avrebbe avuto a sazietà di lei quella notte e sarebbe partito per Londra a mente sgombra e appagato nel corpo. II corsaro si disse che nell'atmosfera pregna di sessualità della corte di Elisabetta sarebbe stato facile dimenticare di essere sposato.

Incapace di attendere un secondo di più, Morgan allargò le gambe di Lucia, flesse i fianchi e penetrò in profondità in lei; non appena si sentì circondare dall'umido calore di lei abbandonò i pensieri cupi e si lasciò travolgere dal piacere, quello che soltanto sua moglie era in grado di dargli. Chinò il capo a succhiarle i capezzoli.

Lucia rimase senza fiato e gridò, desiderando disperatamente non essere soltanto un corpo caldo per il marito; poi i suoi pensieri si confusero. La corsa verso l'estasi era troppo impellente e lei esplose in un orgasmo violento. Quando lui l'ebbe persuasa a cedere tutto ciò che aveva da dare, le afferrò il sedere e spinse follemente; la sua eruzione non fu meno tumultuosa di quella della giovane donna.

Lucia ritornò lentamente in sé, sentendosi completamente appagata; diede un'occhiata al marito e vide che lui sembrava travolto quanto lei.

«Morgan...»Lui aprì lentamente gli occhi, annebbiato e confuso, come se ogni

struttura della sua esistenza si fosse sgretolata e lui avesse appreso qualcosa

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di troppo allarmante per condividerlo con altri. «Maledizione!» Balzò dal letto, fissandola come se il suo mondo fosse stato lacerato in due. «Devo uscire immediatamente di qui! Mi avete succhiato via l'anima dal corpo. Non mi riconosco neppure più!»

«Morgan, che cosa c'è?»«Me ne vado, Lucia, subito. Mi terrò in contatto tramite un messaggero.»

Si passò le dita tra i capelli biondi scompigliati e si allontanò, mormorando qualcosa sottovoce riguardo alla stregoneria e alle

mogli. Se ne andò da dove era venuto, attraverso lo spogliatoio, sbattendosi le porte alle spalle.

Poco tempo dopo la giovane udì un vivace calpestio di passi per le scale e si rese conto che suo marito faceva sul serio, intendeva effettivamente partire nel cuore della notte, incurante dei banditi e degli altri pericoli che lo attendevano sulla strada per Londra. Dios! Sembrava che lui avesse intravisto l'inferno e che stesse fuggendo come se ne andasse della sua stessa vita.

II mattino seguente Lucia dormì fino a tardi; era rimasta sveglia per ore nella speranza che Morgan potesse cambiare idea e ritornare, ma in seguito si era addormentata. Un debole sole mattutino filtrava dalle finestre, quando Daisy la svegliò bruscamente da un sonno profondo. «Il capitano è partito», l'accusò la cameriera in tono di rimprovero. «È strano che un marito lasci così presto la sua novella sposa. È evidente che non lo soddisfate.» II sorriso compiaciuto le morì sulle labbra e lei sbarrò gli occhi individuando la camiciola strappata di Lucia che giaceva sul pavimento accanto al letto. La domestica cercò di nascondere la propria sorpresa mentre raccoglieva l'indumento lacerato e se lo gettava sul braccio. «Volete che questo sia rammendato?»Lucia rimase senza fiato per l'indignazione. «Sei sfacciata e irrispettosa.» Se non fosse riuscita ora a mettere al suo posto l'impudente Daisy, non sarebbe mai stata in grado di controllare nessuno dei servitori. «Naturale che voglio che venga rammendato. E fai in modo di riportarmelo entro un'ora.»«Dovrete parlare con maggiore chiarezza», la schernì Daisy, «il vostro inglese è difficile da capire.» Uscì a passo lento dalla stanza, facendo ondeggiare insolentemente i fianchi. Lucia ribollì di rabbia impotente; non era mai stata insultata fino a quel punto, e nientemeno che da un'eretica inglese. E per aggiungere al danno la beffa, Daisy la fece attendere più di due ore per la restituzione della camiciola malamente rammendata. Dopo colazione

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arrivò la sarta con il primo dei suoi abiti. Più tardi, quando Lucia incontrò l'amministratore di Morgan, lei appariva decisamente attraente in un vestito di velluto rosso intenso che accentuava le curve snelle della figura elegante.

Clyde Withers era diverso da come se l'era aspettato la ragazza spagnola: ancora giovane, di certo non molto più vecchio di suo marito, era stato assunto da quest'ultimo poco dopo il suo ritorno a Londra dagli anni trascorsi in prigionia. La regina aveva restituito quasi immediatamente le proprietà di Morgan Scott, e lui aveva bisogno di qualcuno che le gestisse mentre era lontano a saccheggiare i galeoni spagnoli. Withers era un uomo maturo per la sua età, e capace; aveva un gradevole, rubicondo aspetto e dimostrava una natura seria. Sembrava tutto concentrato negli affari mentre Lucia conferiva con lui in biblioteca, l'unica stanza in cui lei si sentisse a proprio agio, a parte la sua camera da letto.«Prima di partire vostro marito mi ha lasciato istruzioni specifiche, Lady Scott», esordì Withers con una punta di imbarazzo. «Se avete bisogno di qualcosa non dovete fare altro che venire da me e io me ne occuperò.»

«Mio marito vi ha forse detto per quanto tempo rimarrà a Londra?» La feriva dover chiedere a un estraneo quello che avrebbe dovuto sapere direttamente da Morgan.

«No, ma ha promesso di tenersi in contatto tramite un messaggero; sono sicuro che vi avrà informato di tutto questo. II capitano rimane di rado in campagna quando si trova in Inghilterra. La regina è una sovrana esigente, che insiste affinché i propri cortigiani la ricoprano di attenzioni.»«L'ho sentito dire», osservò Lucia, irritata. «C'è nient'altro che dovrei sapere, signor Withers?»

Clyde Withers avverti una fitta di pena per la bella donna spagnola che Morgan Scott aveva sposato; era consapevole dei pettegolezzi che circolavano tra la servitù. Si diceva che Morgan fosse uno sposo riluttante, ma ora che aveva finalmente conosciuto sua moglie, l'amministratore capiva perfettamente perché il padrone fosse rimasto affascinato da quell'appassionata bellezza. Lui dubitava fortemente che il corsaro avrebbe sposato una donna spagnola, se non avesse desiderato farlo davvero. Tuttavia in Lucia si intuiva una tristezza innata, era come se lei fosse molto vicina a raggiungere il limite della sopportazione. La

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giovane sembrava fragile e vulnerabile; Withers ne dedusse che qualcosa purtroppo andava storto in quel matrimonio.

<<Il capitano Scott ha accennato al fatto che poteste incontrare problemi con la servitù; capita talvolta che i domestici si dimostrino sfacciati con gli estranei.» All'improvviso arrossì, rendendosi conto di quello che aveva detto.

«Mi dispiace, Lady Scott, non intendevo... Sarò lieto di sistemare qualsiasi difficoltà possiate incontrare.»

Lucia scoppiò in una risata per non far sentire a disagio l'amministratore per l'osservazione che gli era sfuggita. «Non mi ritengo offesa, signor Withers, ormai ci sono abituata; come mi avete giustamente fatto notare, io sono un'estranea. Sono contenta di sapere che posso contare su di voi, ma devo imparare a gestire da sola la servitù.»

L'ammirazione di Withers per Lucia crebbe di minuto in minuto. Si chiese come Morgan potesse abbandonare una donna così irresistibile, che appariva fragile e tuttavia al tempo stesso emanava sicurezza.

«Vi sarei grata se mi informaste ogni volta che da Londra arriva un messaggero con notizie di mio marito.»

«Naturalmente», le assicurò Withers. «Oh, quasi dimenticavo. Il capitano Scott ha lasciato la carrozza, in modo che possiate servirvene comodamente; fatemi sapere se desiderate recarvi al villaggio, oppure far visita agli affittuari: farò in modo che venga preparata in tempo.»

Detto questo, il colloquio terminò e a Lucia quasi dispiacque vedere quell'uomo affabile che se ne andava; finora lui era stato l'unica persona in tutta la casa a manifestarle gentilezza o a tributarle il dovuto rispetto in quanto moglie di Morgan.

Nei giorni seguenti Lucia imparò a girare per la grande dimora; si rese istintivamente conto che l'abitazione era stata molto amata dai precedenti occupanti, e c'era poco o nulla che avrebbe cambiato. Le stanze erano ampie, ariose e piene dei fantasmi della famiglia felice che un tempo aveva vagato per i superbi saloni. Lei intuiva che dovevano esserci state molte risate in quelle stanze, ma soprattutto provava tristezza perché non avrebbe mai potuto avvertire un senso di appartenenza nei confronti della casa, o dell'uomo che ne era proprietario.

Lucia sentiva disperatamente la mancanza di Morgan. Pur non avendo ricevuto alcun messaggio personale da lui, sapeva che si teneva in contatto

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con Clyde Withers, perché quest'ultimo la informava rispettosamente ogni qual volta riceveva nuove comunicazioni. L'amministratore sembrava imbarazzato quand'era costretto ad ammettere che non era stato incluso alcun messaggio personale per Lady Scott. Natale arrivò con ben poca pompa; Lucia ordinò che l'abitazione fosse decorata, nella speranza che Morgan giungesse a casa per le feste, ma invece lui si limitò a inviare un corriere con un dono.

Un dono! A che cosa serviva un regalo quando era suo marito che lei voleva? La giovane osservò spassionatamente la costosa collana di smeraldi che lui le aveva mandato e la ripose senza indugio; il pirata non aveva neppure avuto la cortesia di includere un biglietto di auguri.

All'inizio di gennaio arrivò un messaggero con un grosso fascio di documenti per Withers, e Lucia attese con ansia che quest'ultimo le dicesse se Morgan aveva mandato una lettera per lei. Naturalmente non l'aveva fatto, e la delusione fu una pillola amara da ingoiare. Decise di passare sopra al proprio orgoglio e di interrogare il corriere, nella speranza che lui potesse rivelarle che cosa, oltre alla regina, stesse occupando il tempo di suo marito. Era improbabile che un uomo dal sangue caldo come il capitano Scott si negasse la consolazione di una donna, e il pensiero di lui tra le braccia di un'altra la annientava.

Lei trovò il messo in cucina, circondato dai servitori della casa. Lucia li udì parlare e spettegolare tra loro e si arrestò nel corridoio fuori della stanza, quando udì menzionare il nome di Morgan. Aprendo appena la porta, sbirciò all'interno; il messaggero era seduto a tavola, teneva banco, e sembrava che stesse raccontando qualche cosa di affascinante, perché tutti lo ascoltavano attentamente, assorti.

«Il capitano è l'uomo più popolare a corte, tra le signore», disse con aria saccente il messaggero, tra un morso e l'altro di pane e formaggio. «Gli svengono praticamente addosso.»

«Raccontaci di più, Tom»,1'incoraggiò la cuoca, allettandolo con una grossa fetta di roast beef. «Quale dama piace al nostro capitano?» «Gli piacciono tutte», replicò lui, dandosi importanza. «Ma quando non è con la regina, lo si vede per lo più in compagnia della giovane Lady Jane Carey, un bocconcino appetitoso, tutta occhi e tette; un'ereditiera, per giunta. La vecchia Bess fa fare loro coppia

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fissa ogni volta che se ne presenta l'occasione, e il nostro capitano non è tipo da lasciarsi sfuggire un'opportunità, non so se mi spiego.» Scoppiò in una risata sguaiata.

I presenti si scambiarono risolini soffocati e sorrisi sagaci mentre Tom ingoiava un pezzo di manzo succulento con evidente piacere. «Racconta che cosa ha detto Bess quando ha saputo che il capitano Scott si era sposato senza la sua approvazione», chiese con impazienza Daisy.

«Gira voce che fosse furiosa», rivelò Tom. «Gli ha detto che poteva fare annullare il matrimonio, o chiedere il divorzio, proprio così. Voleva far fare i bagagli alla sgualdrina spagnola e dargli Lady Jane come ricompensa per aver arricchito i suoi forzieri di oro spagnolo.» Il messo esplose in una fragorosa, rauca risata.

«Lo sapevo!» esultò Daisy. «Ci libereremo ben presto di quella puttana spagnola.»

Lucia appoggiò affranta il capo contro la parete; il loro scherno crudele la faceva star male fisicamente. Lacrime minacciarono di sgorgarle dagli occhi e bile amara le salì alla gola. Non era un segreto che Morgan non sapesse che farsene di lei come moglie, e ora aveva avuto la conferma di quanto poco significasse per lui. Con Lady Jane in ansiosa attesa che il capitano Scott ponesse fine al suo matrimonio, sarebbe stata soltanto questione di tempo prima che lei si ritrovasse esclusa una volta per tutte dalla vita del marito. Se fosse ritornata in Spagna, suo padre l'avrebbe mandata all'Avana, da Don Diego; non era altro che una pedina nelle mani degli uomini. Soffocando un grido, la giovane donna si volse e fuggì; se invece fosse rimasta a sentire il seguito di quanto raccontato da Tom, le sue parole l'avrebbero rincuorata.

«Non contate di liberarvi tanto presto della vostra padrona. Secondo le voci, il capitano Scott non ha ancora detto alla regina se intende richiedere o no l'annullamento. Riuscite a crederci? Lui e Lady Jane sembrano fatti l'uno per l'altra e chiunque avrebbe pensato che lui avrebbe colto al balzo l'opportunità di scaricare una donna che, a detta di tutti, è stato costretto a sposare.»

«Costretto a sposare!» Varie voci si alzarono all'unisono per esprimere sorpresa.

«Già, è quella la voce che gira. Non sono a conoscenza dei particolari, ma potete scommettere che sono succulenti.» II messo si alzò all'improvviso, dandosi dei colpetti sullo stomaco e ruttando. «Bene, ora devo tornare a Londra.»

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Sola nella sua stanza, Lucia percorreva il pavimento in tutta la sua lunghezza, avanti e indietro. Quel lascivo bastardo, mormorò sottovoce. Come osava Morgan sollazzarsi a corte con un'altra donna? Come osava rendere lei, sua moglie, ridicola davanti alla regina e a tutta l'Inghilterra? Che fosse dannata se sarebbe rimasta in campagna a farsi schernire e insultare dai suoi servitori. Oh, no, giurò, Morgan Scott e la sua amante si sarebbero pentiti di essersela spassata alle sue spalle.

Sapeva esattamente quello che doveva fare, ed era abbastanza furiosa per farlo.

CAPITOLO 14

Giunse la metà di marzo prima che Lucia fosse in grado di attuare il suo piano. In quelle ultime settimane il tempo era stato spaventoso e aveva reso praticamente impossibili i lunghi viaggi sulle strade fangose e segnate da solchi profondi. Lei si era recata varie volte al villaggio durante l'inverno, ma il tempo non era stato favorevole a una sua partenza per Londra.

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«Desiderate recarvi di nuovo al villaggio?» chiese freddamente Forsythe.

<<Si. Vi prego di informare il cocchiere che domattina voglio che la carrozza sia pronta per le dieci in punto.»

«C'è un motivo particolare per cui volete andare al villaggio?» Lucia aggrottò le sopracciglia e gli rivolse l'occhiata più infastidita e condiscendente che riuscì a produrre. «È forse necessario che ce ne sia uno?»

«Certo che no.» Lui accompagnò la frase con un largo gesto delle braccia, come a scusarsi per la domanda che le aveva rivolto. «Daisy vi accompagnerà come al solito.»

«Questo non sarà necessario», replicò la giovane donna con fermezza. «Mandate un lacchè, se pensate che ci sia qualche pericolo.»

«Madam, non mi pare opportuno che lasciate la proprietà senza una cameriera al vostro seguito.»

Lucia lo guardò con severità. «Non m'importa che cosa sia opportuno o no. Fate in modo che la carrozza sia ad attendermi precisamente alle dieci di domattina.» Volgendosi di punto in bianco, la padrona lo lasciò lì a bocca aperta, e si allontanò a lunghi passi.

Più tardi nel corso di quella giornata, quando Clyde Withers arrivò alla dimora, Lucia si rassegnò ad affrontare un'altra battaglia. Evidentemente Forsythe aveva convinto il sovrintendente a dissuaderla dal recarsi al villaggio senza la cameriera.

«In che cosa posso esservi utile, signor Withers?» chiese Lucia quando incontrò l'amministratore in biblioteca.

Questi si schiarì la voce; evidentemente lo affliggeva dover affrontare una questione così delicata. «Forsythe mi ha informato che desiderate recarvi al villaggio; questo va benissimo, ma non possiamo consentirvi di andare da sola. Non è opportuno.»

«Non ho bisogno di un'accompagnatrice», insistette brevemente Lucia.«Non piaccio a nessuno dei servitori, e non mi va di trascorrere il mio

tempo con loro.» Se uno dei domestici l'avesse seguita passo passo, avrebbe mandato a monte tutti i suoi piani.

Withers divenne tutto rosso in volto. Durante le settimane e i mesi in cui i1 capitano Scott era rimasto a Londra, non aveva mai inviato un solo messaggio personale alla moglie. L'amministratore provava pena per la povera donna e non riusciva a capire perché il suo signore avesse sposato quella bellezza spagnola, se poi aveva intenzione di trascurarla. A prestar fede al messaggero proveniente da Londra, il capitano Scott si stava

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divertendo un mondo nella capitale, dove faceva la corte a Lady Jane Carey e impersonava il ruolo del tipico gentiluomo di corte. Lui capiva che la moglie di Morgan si sentisse sola, ma non era in suo potere porre rimedio alla situazione.

«Non faccio alcuna obiezione riguardo alla vostra passeggiata all'aria aperta», si ammorbidì Withers. «C'è nient'altro che posso fare per voi?»

«Non mi piace andarmene in giro con la borsa vuota», disse Lucia, rivolgendo a Withers un sorriso accattivante.

«Potete addebitare qualsiasi cosa vi piaccia, come avete fatto in precedenza.»

«Mio marito non ha dato alcuna disposizione per una somma mensile?»«Ha detto di darvi qualsiasi cosa vi servisse>>.«Mi servono delle monete per la mia borsa.»Withers le indirizzò un'occhiata incerta, poi scrollò le spalle e si avviò

alla scrivania. Estraendo una chiave dalla tasca, aprì uno dei cassetti da cui tirò fuori una piccola scatola di metallo. La giovane udì il tintinnio delle monete e si avvicinò per guardare meglio; il contenitore era pieno

zeppo di pezzi d'oro e d'argento. L'amministratore contò varie monete d'argento e rivolse a Lucia uno sguardo obliquo.

«Forse anche un paio di monete d'oro», suggerì lei con vivacità«Morgan vorrebbe che io avessi abbastanza da togliermi qualche sfizio senza doverlo addebitare sul suo conto. Naturalmente qualsiasi acquisto importante sarà messo a carico di mio marito.»

Da sempre facile preda del sorriso seducente di una donna, Withers infine acconsentì, porgendo a Lucia varie monete d'oro oltre a quelle d'argento. Il suo signore non aveva mai dato segni di avarizia, perciò lui dubitava che il capitano Scott avrebbe lesinato a sua moglie una somma mensile. Se lui avesse saputo che cosa aveva in mente Lucia, non sarebbe stato così liberale con il denaro di Morgan.

II mattino seguente la giovane spagnola lasciò la dimora alle ' in punto e davanti alla porta trovò ad attenderla la carrozza.

«A che ora ritornerete, madam?» chiese Forsythe mentre 1'aiutava a salire sul veicolo.«Forse farò visita agli affittuari, dopo aver terminato al villaggi Non allarmatevi se non sarò di ritorno prima che faccia buio. La giornata è insolitamente bella e sono stanca di essere costretta in casa; i segni della primavera sono ovunque e io desidero goderne.»

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Agitò allegramente la mano mentre la carrozza si avviava sbatacchiando lungo la strada. Non pioveva da vari giorni e la maggior parte delle pozzanghere presenti sulla carreggiata era evaporata. L'umore della ragazza era alle stelle, il tempo stava cooperando splendidamente. Lei aveva impiegato parecchio tempo a riflettere sul da farsi, e come procedere. Erano trascorsi settimane e mesi senza che fosse arrivata alcuna corrispondenza personale da parte di Morgan. II poco che lei aveva saputo su di lui aveva dovuto raggranellarlo dai pettegolezzi della servitù. Aveva appreso che a Plymouth si erano radunate altre navi e che l'Inghilterra si stava preparando per il momento in cui la preannunciata spedizione spagnola avrebbe raggiunto le proprie coste. Era stato realizzato un sistema di fari, pronti ad accendersi lungo il litorale e nell'entroterra, fino a raggiungere ogni contea, per quando la flotta spagnola fosse stata avvistata.

Ogni pezzo d'artiglieria disponibile veniva portato a fortificare la costa meridionale e le contee orientali. I fossati delle città venivano ripuliti e scavati più in profondità, le brecce nelle mura di cinta venivano riparate e le pareti divisorie di pietra erano arginate con terriccio contro un possibile fuoco di fila d'artiglieria. Ciò nonostante, Lucia rifiutava di credere che fosse imminente un attacco da parte della Spagna. Maria Stuarda, regina cattolica di Scozia, dopo aver complottato per diciannove anni allo scopo di strappare la corona inglese alla cugina Elisabetta, era stata processata per cospirazione contro la monarchia, giudicata colpevole e giustiziata. Ora che lei era morta, non sembrava esserci più alcun motivo che giustificasse un'invasione.

Quando il villaggio si profilò in lontananza, la carrozza rallentò per adattarsi al flusso più intenso di persone e di carri. Quello era giorno di mercato e gli agricoltori confluivano a frotte in città. Quell'evento inaspettato si adattava perfettamente agli scopi di Lucia. A un segnale, il cocchiere accostò al bordo della strada e saltò giù da cassetta per aprire la porta della carrozza.

«Va bene qui, madam?»«Va benissimo.» Lucia gli rivolse un sorriso suadente. «Voi e il lacchè potete recarvi alla bettola, se volete, credo che sarò impegnata per varie ore.»

«Vi manderò dietro il lacchè per portare i pacchi, Lady Scott.» II cocchiere aveva ricevuto ordini dal signor Withers di tenere attentamente d'occhio la padrona, dato che quella era la prima volta che lei si avventurava lontano da casa senza una cameriera.

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Lucia aggrottò la fronte; non aveva bisogno di una guardia del corpo né desiderava averla tra i piedi, ma si rendeva conto che era inutile opporsi al fedele servitore di Morgan. Accettò quindi con garbo, riformulando in fretta il proprio piano.

Lucia passeggiò qua e là svogliatamente, finché non giunse al negozio della sarta. Dopo aver dato istruzioni al lacchè di aspettare fuori,perché con ogni probabilità si sarebbe fermata a lungo a ordinare abiti estivi, la giovane entrò nella bottega affollata di clienti a causa del giorno di mercato. La signora Cromley era indaffarata con un'altra signora e non si accorse di Lady Scott, che muovendosi furtiva giunse fino a una porta chiusa da una tenda e, abbassandosi, vi passò dietro, lieta di trovarsi in

un ripostiglio con una porta che dava sul vicolo. Stava andando tutto così liscio che quasi non riusciva a crederci; sembrava quasi che Dio stesse vegliando su di lei.

Le monete tintinnavano piacevolmente nella borsetta a rete di Lucia, mentre lei avanzava nel vicolo ingombro di sporcizia. Liberarsi del lacchè era stato facile, ma trovare un mezzo di trasporto che la portasse fino a Londra sarebbe stato più arduo. Tuttavia ancora una volta la fortuna fu dalla sua. Nella stradina si imbatté in un venditore di vino che stava scaricando il proprio carico sul retro di una bettola. Lei udì l'uomo che parlava con il proprietario della bottega, uscito per pagarlo; gli raccontava che stava ritornando a Londra per prendere un altro carico di vino al magazzino. Lucia attese che i due si fossero salutati, prima di avvicinarsi al vinaio indaffarato a stendere un telone sul fondo del pesante carro.

«Mi è sembrato di sentirvi dire che stavate andando a Londra, signore», esordì, mentre l'uomo saliva sul carro.

II venditore la osservò con curiosità. «Già, ragazza, proprio così. E a te che importa?»

«Se mi porterete con voi farò in modo che non ve ne pentiate.»II venditore sputò, in un gesto di disprezzo. «Che cosa sei, una puttana?

Io sono un uomo sposato, fedele a mia moglie, e ho una figlia più vecchia di te. Trovatene un altro.»

Lucia si inalberò, indignata. «No davvero, signore, non sono una puttana. Ho semplicemente bisogno di un mezzo di trasporto fino a Londra e sono disposta a pagarvi in moneta sonante per un passaggio.»

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L'uomo fissò Lucia dietro le palpebre socchiuse, trovando il suo accento altamente sospetto. «Sei straniera? Magari una spia.»

«Sono spagnola, ma certamente non una spia. Vi prego», implorò Lucia, «ho un disperato bisogno di trovare un passaggio fino a Londra.» «Spagnola! Io non porto spagnoli nel mio carro. Mi dispiace, ragazza, trovati un altro modo per arrivare fino a Londra.» Lui diede un colpo di redini sul posteriore dei cavalli da tiro e il carro partì con un sobbalzo.

Per nulla disposta ad accettare un rifiuto, Lucia attese che il venditore fosse indaffarato a uscire dallo stretto vicolo, poi saltò sul carro dal di dietro e strisciò sotto il telone prima che il venditore potesse rendersi conto di avere un passeggero. Quando il veicolo uscì sulla strada affollata, la ragazza era già comodamente sistemata sotto il telo. Rassicurata dal calore del sole e cullata dall'andatura pesante e uniforme dei cavalli, si addormentò prontamente.

Londra. Marzo 1588

La sala delle udienze della regina brulicava di uomini e donne, tutti elegantemente abbigliati di seta, rasi e broccati. Entrambi i sessi erano regalmente adornati con parrucche incipriate, anelli in ogni dito e scarpe che ostentavano fibbie ingemmate. Ma la stella più luminosa nell'ampio salone era la regina, che regnava tra i suoi cortigiani e le sue dame. Lei stava civettando esageratamente con un gentiluomo di corte in particolare, un uomo 'alto e dalle spalle larghe, il cui volto abbronzato era muta testimonianza di molte ore trascorse a resistere al sole accecante e al vento tempestoso. Era palese che aveva appena avuto luogo una cerimonia, perché il salone era pieno di dignitari e di membri del consiglio della corona.

«Sir Morgan Scott. Suona bene, non è vero, Sir Scott?» disse Elisabetta, dando scherzosamente dei colpetti di ventaglio sulla spalla del capitano.

Invecchiata ma ancora piena di vita, la sovrana aveva una passione per tutti gli uomini attraenti che frequentavano la sua corte. Ma se questi si allontanavano o la contrariavano, lei rendeva noto il proprio disappunto in molti e svariati modi, nessuno dei quali risultava piacevole.

Morgan sorrise alla regina con affetto sincero. Elisabetta gli aveva espresso una gratitudine illimitata quando lui le aveva offerto la sua parte

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di bottino spagnolo. In riconoscimento alla fedeltà del corsaro, lei gli aveva conferito il cavalierato, nominandolo Sir Morgan Scott. La caccia diligente

e determinata a cui il capitano aveva sottoposto le navi spagnole aveva impinguato i forzieri della sovrana.

«Vostra Maestà è estremamente generosa», rispose lui. «È più di quanto io meriti.»

«Forse avete ragione. Siamo compiaciuti del vostro contributo alle nostre finanze, ma ciò nonostante contrariati dal matrimonio disastroso da voi contratto. Avete deciso di accettare la nostra offerta di sciogliere quell'unione con la donna spagnola? La cerimonia fu celebrata sotto coercizione. Noi abbiamo il diritto di affermarlo. Lady Jane è un partito di gran lunga migliore per uno dei più amati eroi d'Inghilterra.»

Morgan si agitò a disagio sotto l'esame minuzioso e fermo di Elisabetta. La regina non era rimasta soddisfatta di quel matrimonio increscioso, e l'aveva prontamente biasimato. Quando il capitano Scott aveva spiegato come fosse stato costretto a sposare una spagnola, la regina gli aveva ordinato di chiedere l'annullamento, insistendo nel dire che l'unione non era legale. Tuttavia qualche spiritello perverso spingeva il capitano corsaro a ricalcitrare. La sua caparbietà aveva quasi spinto la regina a cambiare idea riguardo alla concessione del cavalierato, ma l'opinione pubblica era dalla parte del corsaro, ed Elisabetta si era magnanimamente data per vinta.

«Lady Jane è graziosa», concesse Morgan, «qualsiasi uomo sarebbe onorato di averla come moglie.» A dire il vero lui considerava la dama un bocconcino sensuale, non certo estraneo alla passione di un uomo. Benché la regina tenesse gelosamente d'occhio le sue dame di compagnia, non poteva trascorrere con loro ogni minuto di ogni giorno, e spesso non nutriva il minimo sospetto del loro comportamento vergognoso.

Elisabetta indirizzò a Morgan un sorriso soddisfatto; lei detestava l'idea che uno dei suoi protetti fosse sposato con una spagnola, e con il giusto incitamento era certa che Sir Scott avrebbe visto le cose dal suo punto di vista. «Quella dama dall'altra parte della stanza non è forse Lady Jane? Perché non la raggiungete? Abbiamo promesso a Sir Drake un'udienza privata. Questa faccenda con gli spagnoli si sta facendo preoccupante, non abbiamo la minima idea di dove colpirà l'armata, né di quando lascerà

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Lisbona, ammesso che lo faccia. Sir Drake e gli ammiragli vogliono che la nostra marina vada incontro al nemico e lo distrugga prima che giunga a distanza di tiro, ma io non vedo il motivo di agire precipitosamente; preferirei di gran lunga sistemare le cose tramite negoziati pacifici.»

«Ho parlato con Sir Drake», disse Morgan, «e sono d'accordo con lui. I rapporti indicano che la nostra flotta in questo momento è meglio armata ed equipaggiata di quanto non sia stata da diverso tempo. Se colpiamo per primi possiamo distruggere l'armata spagnola prima che lasci Lisbona.»

«Dobbiamo usare cautela», consigliò Elisabetta. «Dopo aver parlato con Sir Drake, decideremo quale linea di condotta intraprendere.»

«La mia nave è al vostro servizio, maestà», offrì generosamente Morgan. «Non attendo che un ordine da parte vostra.»

«Siamo consapevoli di quanto ci siate fedeli, Sir Scott, fatta eccezione per l'ostinazione che dimostrate riguardo a questo matrimonio. Ora andate, Lady Jane è ansiosa di godere della vostra compagnia.»

II corsaro s'inchinò e si allontanò, ma non per recarsi da Lady Jane; uscì furtivamente da un'anticamera che dava nei giardini, evitando deliberatamente la insistente dama di corte. Dal giorno del suo arrivo a Whitehall, Lady Jane Carey gli era stata addosso come una sanguisuga assetata di sangue; se lui cercava la compagnia di un'altra donna, lei dimostrava una gelosia spaventosa. Morgan aveva perduto il conto delle volte in cui quella donna l'aveva invitato nel suo letto, e in un paio di occasioni aveva effettivamente preso in considerazione l'idea di accettare il suo invito impudente. Sapeva Iddio se non desiderava farlo, ma con sua mortificazione qualcosa che andava al di là della sua capacità di controllo gli impediva di cercare sollievo tra le bianche cosce di Lady Jane.

Lucia. II nome di lei gli indugiò sulle labbra come un ricordo prezioso.Lucia, Lucia...Le prime settimane a Londra erano state frenetiche per il capitano Scott

e gli avevano lasciato poco tempo per pensare a sua moglie. Lui e Crawford si erano incontrati quasi quotidianamente con la regina e con il consiglio della corona, che aveva ascoltato con avidità la descrizione fatta da Stan della grande armata che aveva visto radunata a Lisbona. Quando non faceva da cavalier servente a Elisabetta, Morgan conferiva con personaggi eminenti quali Sir Francis Drake e Lord Burleigh. La

situazione con la Spagna si stava facendo precaria, e la regina stava deliberatamente andando a rilento nei preparativi della flotta. Sir Drake

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non faceva che lamentare il ritardo e sottolineare la necessità di salpare per stringere d'assedio Lisbona, invece di starsene con la flotta a Plymouth.

Prima che Morgan se ne rendesse conto, giunse Natale, e lui ebbe le presenza di spirito di mandare un regalo a Lucia. Durante quelle settimane caotiche il capitano pensava di essere riuscito a liberare la mente dall'influsso della giovane spagnola, perciò non capiva quali motivi lo spingessero a dimostrarsi ricalcitrante ad annullare il matrimonio. Sostenere che la regina era contrariata dalla sua unione era dir poco, ma quando lui le aveva descritto in quali circostanze era stata celebrata la cerimonia, la sovrana si era in qualche modo ammorbidita. Tuttavia continuava ad avere diverbi con il capitano corsaro, il quale resisteva ai suoi tentativi di liberarlo da un'unione infausta.

A un certo punto Elisabetta gli aveva offerto Lady Jane come ricompensa per i servigi resi all'Inghilterra, e indubbiamente la giovane dama di corte rappresentava un ricco premio. Per ricevere tale premio Morgan non doveva fare altro che mettere da parte l'attuale moglie; lui aveva preso in considerazione la cosa, spingendosi addirittura al punto di fare la corte a Jane, ma ultimamente trovava ogni scusa per evitarla. La pallida bellezza bionda di lei poteva risultare allettante per alcuni, ma Sir Scott aveva scoperto di preferire le donne brune e ardenti, con lineamenti esotici, occhi infuocati e lucenti riccioli color dell'ebano tagliati vergognosamente corti.

Dicembre lasciò il posto a gennaio e a una serie di balli, ricevimenti e noiose serate musicali in cui si esibivano dive italiane che cantavano fuori tono. Morgan visitò covi d'iniquità con vecchi amici che bevevano fino a perdere i sensi e si svegliavano a fianco di prostitute. II corsaro poteva frequentare i più infimi inferni londinesi e bere in eccesso, ma era ritroso a sollazzarsi con donnacce. Lui giocava d'azzardo in modo esagerato, e benché talvolta perdesse, nella maggior parte delle occasioni vinceva grosse somme. Giunse e trascorse anche febbraio e arrivò marzo sulle ali della primavera. Per due volte lui fu tentato di visitare un bordello d'alto bordo, ma finì per giocare a carte al piano di sotto, mentre i suoi amici si sollazzavano con le migliori e più costose prostitute di Londra. In ognuna di queste occasioni si maledisse dandosi dello sciocco.

Morgan non poteva negare di aver bisogno di una donna; lo faceva infuriare non poter essere semplicemente soddisfatto da una qualsiasi. E nell'ansia di liberarsi dell'immagine di Lucia, il corsaro era rimasto a Londra, dove aveva danzato e flirtato fino a lasciar trascorrere l'intera

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stagione. Lui sapeva che sua moglie stava bene, perché Withers lo teneva informato del suo stato di salute. Nel corso di tutto quel tempo trascorso nella capitale, Morgan aveva capito una cosa importante, ovvero che Lucia non sarebbe mai potuta rientrare in quel genere di vita.

La sua bellezza bruna ed esotica tradiva l'origine spagnola; non sarebbe stata accettata né dai suoi amici, né dalla regina. Se fosse stata francese le cose sarebbero potute andare diversamente, ma non lo era. Il fatto che Lucia avesse nelle vene il sangue di un popolo che lui aveva dedicato la vita a distruggere era impossibile da dimenticare. Quella pecca fatale faceva del loro matrimonio una farsa. Tuttavia non poteva negare che le sue braccia bramassero di stringerla, che lui desiderasse ardentemente di udire i suoi dolci gemiti quando la portava all'estasi. Sentiva in modo insopportabile che gli mancava la reazione di lei alle sue carezze amorose, reazione assolutamente priva di inganno o finzione. Se Morgan non avesse saputo che le cose stavano altrimenti, avrebbe pensato che fossero fatti l'uno per l'altra.

Scrollò il capo per liberarlo da pensieri tanto inquietanti. Desiderare sua moglie non faceva che complicargli la vita. Elisabetta lo stava esortando a ottenere l'annullamento, e lui supponeva che alla fine sarebbe stato costretto ad acconsentire e a sposare Lady Jane, o un'altra donna altrettanto appropriata. Morgan ricordava quante volte Lucia l'avesse implorato di rimandarla a casa, al convento; probabilmente sarebbe stata felice se lui ora l'avesse fatto. La ragazza non poteva essere felice nelle circostanze in cui si trovava, quasi prigioniera di servitori ostili e trascurata. Lui le avrebbe assegnato una somma di denaro, lasciandole l'opportunità di scegliere tra una serie di destinazioni. Forse, pensò tristemente il capitano Scott, lei avrebbe preferito ritornare dal suo ex fidanzato; quel pensiero però non era affatto piacevole.

Non è quello che desideri, gli ricordò una voce interiore.

«Ciò nonostante farò quel che è meglio per tutti», ribatté a voce alta. «Con chi state parlando, Morgan? Che ci fate qui fuori da solo? Vi ho cercato dappertutto.»

Sir Scott costrinse la propria cupa espressione a trasformarsi in un sorriso gradevole e si volse a salutare la dama. «Jane, mi avete fatto trasalire. Temo che mi abbiate colto in uno stato d'animo meditabondo.»

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«Lord Henley ha detto di avervi visto uscire furtivamente dalla porta. Che cosa fate qui da solo?» II sorriso le sparì dal volto, sostituito da un brutto cipiglio. «Non avrete un appuntamento con un'altra donna, vero?»

«Jane, mi ferite», protestò galantemente Morgan. «Cercavo semplicemente un po' d'aria fresca. Sapete di essere l'unica donna che mi attira.» Dio, come lo stancavano le sottigliezze insensate richieste dalla vita di società. Lui avrebbe di gran lunga preferito trovarsi a gambe larghe sul ponte dell'Avenger, piuttosto che recitare frasi carine all'orecchio di una donna.

Jane sorrise e gli si avvicinò di lato. I capelli biondi e privi di cipria della donna brillavano come oro brunito alla luce che si attenuava. Lei sollevò il volto, con le labbra schiuse e invitanti, consapevole del fatto che pochi uomini potevano resistere alla sua bellezza. Purtroppo il temibile Morgan Scott si stava rivelando uno di questi; non era come la maggior parte dei cortigiani. Per Jane faceva scarsa differenza che lui fosse già sposato, perché sapeva che Elísabetta stava esercitando pressioni su di lui affinché ottenesse l'annullamento o il divorzio, e pochi individui avevano il coraggio di disobbedire a una sovrana che all'occorrenza sapeva essere vendicativa.

Tuttavia Morgan si stava rivelando un soggetto deliberatamente difficile. Pochi baci e intime carezze erano tutto ciò che lei aveva ricevuto da lui, benché in più di un'occasione avesse cercato di attirarlo nel proprio letto. Correva voce che il suo fosse stato un matrimonio forzato, perciò era fuori questione che risultasse innamorato di sua moglie. II capitano parlava di rado della donna spagnola, tuttavia Jane trovava oltremodo difficile spiegare il misterioso struggimento che si notava negli occhi di lui nei momenti più impensati. Ma quello non preoccupava la dama di corte, lei era convinta che la sposa dal volto scuro non potesse essere all'altezza della sua dorata bellezza.

«Conosco un luogo dove potremo star soli, se la folla vi infastidisce», disse Jane in un sussurro gutturale. «Non è lontano.» Gli afferrò la mano. «Venite, vi farò vedere.»

Morgan esitò appena un attimo. Perché diavolo non avrebbe dovuto prendere ciò che Lady Jane offriva così liberamente? In quel preciso istante aveva bisogno di un diversivo, di qualcuno che sostituisse l'immagine di Lucia nella sua mente. Jane era bella, armoniosa, e non era una vergine leziosa. Per dirla in parole povere, lui aveva bisogno di sfogare la propria frustrazione sessuale nella carne morbida di una donna.

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Seguì Jane dappresso quando lei lo condusse a un gazebo appartato situato in una zona remota del giardino. Lui notò che la struttura era trascurata, il che stava chiaramente a indicare che poche persone facevano visita a quel luogo isolato. Poche persone tranne Jane, forse, e i suoi vari amanti; ora lei stava per aggiungere anche il suo nome all'elenco delle proprie conquiste.

«La regina Bess non sentirà per caso la vostra mancanza?» chiese Morgan mentre seguiva Jane all'interno. Notò con vago interesse che la piccola costruzione era arredata con varie panche coperte di imbottiture sbiadite, e poco altro. Le vetrate erano protette da persiane di tela, che potevano essere calate per garantire la riservatezza.

«È a colloquio con Sir Francis Drake», spiegò Jane mentre tirava le tende, facendoli piombare in un mondo indistinto che invitava all'intimità. «Non sentirà la mia mancanza, abbiamo a disposizione molte ore per divertirci.» Indirizzando a Morgan un sorriso civettuolo, si adagiò con fare invitante su uno dei sedili, e gli tese le braccia.

Sir Scott la osservò da dietro le palpebre socchiuse, prima di raggiungerla e di prenderla tra le braccia. Jane sospirò felice; aveva ogni motivo per credere che ben presto sarebbe stata la moglie dell'attraente corsaro divenuto uno degli eroi d'Inghilterra. Rabbrividì delicatamente, pregustando con impazienza il rude trattamento che lui le avrebbe riservato. Un uomo che saccheggiava e uccideva per piacere non si sarebbe certo rivelato un amante gentile, e lei sarebbe stata la sua schiava compiacente. Non era forse il sogno di ogni donna, quello di essere stuprata da un attraente pirata?

Morgan le sfilò lentamente il vestito, scoprendo due globi bianchi come il latte e carnosi; ebbe una smorfia di disgusto, ritenendo Jane pallida e priva di attrattiva in confronto alla bellezza della pelle

dorata di Lucia. Costringendosi a continuare, le aperse la camiciola e il corsetto, prendendole in mano un pallido seno. Lei gemette e gli afferrò il capo, attirandoselo giù sul petto; il pirata l'accontentò, prendendole il capezzolo in bocca e bagnandolo con la lingua.

A quel punto, fu quasi colto da un conato di vomito; la pelle di lei esalava un forte profumo, dolce, nauseante e opprimente, che non gli piaceva. Forse era la donna in sé che non lo attraeva. Nessuna l'avrebbe più allettato dopo Lucia? Lui cercava, lo sapeva Iddio se non cercava, di liberare la propria mente da sua moglie, ma mentre succhiava i seni di

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Jane, sforzandosi di ricavarne qualche piacere, rimaneva impassibile di fronte ai gemiti e ai contorcimenti appassionati della dama di corte. Era come se si fosse distaccato da quello che stava facendo e stesse guardando la scena da lontano.

«Oh, Morgan, ti prego, ti voglio dentro di me», ansò Jane allargando le gambe e protendendosi verso di lui. Quando le dita avide della donna si chiusero intorno al sesso di lui, lei rimase senza fiato e lo guardò completamente confusa. «Non sei pronto. Che cosa posso fare per aiutarti?»

Il capitano corsaro si appoggiò allo schienale, disgustato. Non c'era nulla che Jane potesse fare per prepararlo a lei; lui non poteva costringersi a fare qualcosa, quando il suo corpo non era disposto a farlo. Non gli era mai accaduto nulla di simile e la cosa non gli piaceva. Che razza di incantesimo gli aveva fatto la strega spagnola? Lui era sempre andato fiero della propria perizia sessuale. La sua capacità di prestazione non era mai stata messa in dubbio, e spesso dava e raggiungeva l'appagamento molte volte in un'unica nottata. Non sarebbe stato giusto incolpare Jane di una sua carenza; probabilmente sarebbe accaduto lo stesso con qualsiasi altra donna, a parte Lucia.

«È un errore», disse Morgan, cercando di liberarsi dalle grinfie di Jane, ma quest'ultima non ne volle sapere di lasciarlo andare e si mise a cercare a tentoni negli abiti di lui, finché trovò il suo sesso floscio.

Prima che il corsaro potesse rendersi conto di quello che la donna aveva intenzione di fare, lei lo liberò e lo prese in bocca.

«Maledizione!» Lui rabbrividì violentemente, il suo membro si inturgidì e si indurì immediatamente. <<Dove hai imparato quel trucchetto da puttana?>>Più diligentemente Jane lavorava sull’asta di lui, e maggiormente

Morgan si infuriava. Nessuno poteva manipolarlo senza il suo consenso, e lui non aveva intenzione di lasciare che iniziasse a farlo ora una sgualdrinella vogliosa. Afferrandola per le spalle, il capitano la spinse via La donna cadde all'indietro sul posteriore, con gli occhi sbarrati per 1'incredulità; ben presto la sua sorpresa si trasformò in furia.

«Che razza di uomo sei, Morgan Scott? Ammesso che tu sia un uomo. Eri quasi pronto. Vorresti usare la forza? Sei un pirata e ho sentito dire che loro trattano le donne con violenza. Se preferisci lo stupro, sarò ben felice di accontentarti. Puoi prendermi con tutta la brutalità che ti piace, sii selvaggio fin che vuoi, non mi lamenterò.» II semplice pensiero di una cosa simile la lasciava senza respiro per il desiderio.

L'espressione del capitano si fece fredda mentre lui si alzava in piedi e si sistemava frettolosamente gli abiti. «Non mi piace fare del male alle donne. Come ho detto in precedenza, quest'incontro è stato un errore.»

Jane investì il corsaro d'improperi, aveva il volto chiazzato per la rabbia. «È questo il genere di trattamento che dovrò aspettarmi dopo le nozze? Non intendo sopportarlo, Morgan. Che cosa ti ha fatto quella puttana spagnola?»

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«Vorrei saperlo», mormorò lui, turbato. «Quando tu e io ci sposeremo, se ci sposeremo, non avrai di che lamentarti per quanto riguarda le mie prestazioni.»

Jane sorrise timidamente. «Allora vieni a farmi vedere. Ti ho sentito inturgidire nella mia bocca. So che mi volevi.»

«Sono soltanto un uomo», rispose Morgan. «Ma questo non è né il momento né il luogo. Ho la presunzione di voler essere io stesso a scegliere come e quando farlo. Forse dovremmo fare ritorno al salone delle udienze, prima che venga notata la nostra assenza; la buona regina Bess può trasformarsi in una tigre, se sospetta che una delle sue dame si comporta male. È già arrabbiata con me, non c'è bisogno che anche tu ti attiri la sua ira.»

«Lei non sarebbe adirata con te se tu accettassi di mettere da parte la tua moglie spagnola in modo di poter sposare una donna inglese», brontolò Jane,furiosa.

Morgan emise un sospiro stanco; aveva già sentito questa frase, non soltanto dalla sovrana, ma anche dai suoi amici. «Non torniamo su questo argomento, il mio matrimonio non dev'essere oggetto di discussione. Sei pronta?»

«Ho un aspetto orribile», si lamentò Jane, cercando senza successo di sistemarsi i capelli com'erano prima di entrare nel gazebo. Alla fine vi rinunciò e li assestò in una parvenza di ordine. Quando lei e Morgan entrarono nella sala d'udienza della regina, sembravano di ritorno da un appuntamento illecito.

Lucia indugiò ai limiti della folla, essendo arrivata a Whitehall appena pochi attimi prima. Quando disse a un servitore in livrea che era Lady Scott, questi la indirizzò alla sala d'udienza, informandola del fatto che la regina aveva appena nominato cavaliere Sir Morgan Scott e che lei avrebbe trovato l'intera corte radunata per la cerimonia in onore di suo marito. All'arrivo della giovane il salone brulicava di persone, tutte riccamente vestite in ogni genere di abbigliamento di corte. Lei si sentì trasandata e fuori posto nell'abito di velluto che indossava, sporco a causa del viaggio, e con i capelli non incipriati. Scrutò in giro in tutta la stanza alla ricerca di Morgan, ma non lo vide. La ragazza trasalì violentemente quando si sentì posare una mano sulla spalla; volgendosi di scatto rimase notevolmente sbigottita alla vista di un prete gesuita vestito di nero che le si era soffermato accanto.

«Perdonatemi per avervi spaventata, figliola, ma non ho potuto fare a meno di notare che siete spagnola. Come mai siete così lontana dalla vostra patria? In questo preciso momento la corte di Elisabetta non è posto per gli spagnoli; gli animi si stanno infiammando contro il nostro popolo.» Lo spagnolo fluente del gesuita era musica per le orecchie di Lucia.

«Venite dalla Spagna?» chiese, speranzosa.<< Si, . Sono in Inghilterra con una delegazione di gesuiti per

convincere la sovrana eretica a cessare di affliggere la popolazione cattolica d'Inghilterra. Rechiamo inoltre assicurazioni da parte di re Filippo

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e del papa, secondo cui la Spagna non ha alcuna intenzione di intraprendere ritorsioni per l'assassinio della regina Maria, benché condanni l'accaduto come palese errore giudiziario e atto riprovevole agli occhi di Dio. Che cosa ci fate qui, figliola?»

«È una lunga storia, padre», rispose Lucia, sospirando.«Sembrate sperduta. Venite con me, vi presenterò al resto della delegazione, e potrete dirci che cosa vi porta in Inghilterra. Dobbiamo restare tutti strettamente uniti, questa corte è immorale.»

All'improvviso Lucia scorse Morgan, e il cuore le si bloccò penosamente in gola. Lui era appena entrato nel salone da una porta che si trovava dalla parte opposta della stanza, accompagnato da una bella donna che gli si avvinghiava al braccio con fare possessivo. La dama era giovane, bionda, regale e fascinosamente in disordine; il motivo di tale scompiglio non poteva che essere uno. Lo sguardo di Lucia ritornò sul marito, che sembrava non avere avuto tempo per vestirsi adeguatamente, dato che aveva gli abiti di traverso e appariva agitato. La giovane spagnola ricordò di aver visto molte volte quell'espressione sul suo volto, in passato... dopo che avevano fatto l'amore. Strinse le dita a pugno. Dios, voleva uccidere quella donna!

«Che cosa c'è, figliola?» chiese il prete, mentre seguiva lo sguardo di Lucia fino a Morgan e a Lady Jane.

«Chi sono quelli?» chiese Lucia, indicando la coppia con un cenno del capo.

II prete si accigliò ferocemente. «È il perfido pirata, Morgan Scott, con la sua puta, Lady Jane Carey. Lui ha mandato in fondo al mare più galeoni spagnoli di qualsiasi altro uomo vivo o morto. Pareva avesse incontrato la morte all'Avana, poi è ricomparso di recente in Inghilterra, più vivo che mai. Ha fatto una notevole sensazione a corte; decisamente la regina stravede per lui. Oggi il pirata è stato nominato cavaliere per la fedeltà dimostrata all'Inghilterra>

Lucia ebbe un colpo al cuore; Morgan dunque era stato fatto cavaliere, proprio come aveva detto il servitore m livrea, e lei non era neppure a conoscenza della cosa. Chiaramente lui aveva deciso di dimenticare di avere una moglie; lei costituiva motivo di imbarazzo per Sir Scott. Quando la giovane spagnola vide Lady Jane sussurrare qualcosa all'orecchio di suo marito, che sorrise, soffocò in gola un singhiozzo.

«Lasciate perdere questa gente senza Dio, figliola. Venite con me, pregheremo insieme per la conversione dell'Inghilterra.»

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Troppo sconvolta per opporsi, Lucia seguì remissivamente il prete, che la condusse fuori del salone, lontano da Morgan e dalla sua amante.

CAPITOLO 15

Ah, eccoci qui, figliola», disse il prete aprendo la porta della propria stanza e facendo entrare Lucia. «È piccola ma sufficiente. Siamo abituati ai piaceri semplici.»La ragazza entrò nella stanza e altri tre preti che stavano pregandosi volsero a fissarla. «Sedete, figliola», disse il gesuita, indicando l'unica sedia presente nella stanza. «Io sono padre Pedro e questi sono i padri Juan, Bernardino e Rafael.»La ragazza li salutò uno alla volta. «Io sono Lucia Santiago, di

Cadice.»«La figlia di Don Eduardo?» chiese padre Pedro. «Conosco bene vostro padre, è un benefattore del nostro ordine. Avevo sentito dire che avevate sposato Don Diego del Fuego, governatore generale di Cuba. Nel nome di Dio, che cosa ci fate in Inghilterra?»«Sono qui con mio marito», spiegò Lucia, ricordando ora di aver sentito

suo padre parlare di padre Pedro e del suo ordine.I preti sembrarono molto eccitati e iniziarono a parlare tra loro in sussurri. Infine padre Pedro si rivolse a Lucia e disse: «Non avevamo idea che Don Diego si trovasse in Inghilterra; dobbiamo conferire immediatamente con lui».

«Evidentemente non vedete mio padre né i miei fratelli da moltissimo tempo, né avete parlato con nessuno di loro. Sono sposata con Morgan Scott.»

Lucia non aveva mai assistito a una così palese dimostrazione di sgomento come quella che si evidenziò sui volti dei gesuiti. «El Diablo, il pirata? Dios!» I preti si fecero il segno della croce e guardarono la loro connazionale come se improvvisamente le fossero cresciute le corna. «Come è potuta succedere una cosa talmente assurda, figlia mia?» chiese padre Juan, riservandosi di formulare un giudizio soltanto dopo aver udito l'intera storia. «Ovviamente in questa faccenda c'è più di quanto non salti all'occhio.»

«Non so bene da dove iniziare», disse Lucia, riluttante a svelare ai gesuiti i suoi segreti più reconditi.

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«Dall'inizio», la esortò padre Bernardino con gentilezza. «Poi, se vorrete, io ascolterò la vostra confessione e vi darò 1'assoluzione. Potete cominciare, figliola.», Lei inghiottì il nodo che aveva in gola e attaccò con il suo rapimento in mare e su come avesse vestito i panni di una suora per proteggere la sua virtù. I preti si scambiarono occhiate avvedute quando lei ammise che il pirata aveva smascherato il suo espediente. Senza scendere in particolari intimi, spiegò come i suoi fratelli l'avessero salvata e avessero insistito per la celebrazione di una cerimonia nuziale affrettata. I religiosi rimasero costernati quando lei descrisse la fuga di Morgan dall'Avana la sera precedente al giorno della sua esecuzione, e come lui l'avesse rapita dall'abitazione di Don Diego.

«Povera bambina», disse padre Pedro, scuotendo il capo in segno di commiserazione. «Dovete aver vissuto l'inferno. Come dovete odiare il pirata per quello che vi ha fatto. Pregheremo per voi. Siete consapevole del fatto che vostro marito sta commettendo adulterio con donne immorali? Da quando siamo a corte abbiamo visto spesso insieme il capitano Scott e Lady Jane. Corre voce che si sposeranno presto, pare che la regina prema per spingerli al matrimonio. Certamente a questi eretici non sarà consentito di avere due mogli, vero?»

«Probabilmente Morgan farà annullare il nostro matrimonio e mi rimanderà al convento.»

«Voi siete sposati al cospetto di Dio. Nessun matrimonio eretico può aver luogo senza l'approvazione di un annullamento da parte del Santo Padre. Quello che Dio ha unito nessun uomo può separare», citò con devozione Pedro. «Desiderate ritornare in Spagna, figliola?»

Lucia aggrottò la fronte. Quello che voleva davvero era strappare ogni singolo capello dorato dal regal capo di Lady Jane, ma se Morgan avesse deciso di metterla da parte, lei sarebbe stata soddisfatta di trascorrere il resto dei suoi giorni in un convento. Non le sarebbe stato possibile tollerare più di un unico amore nella sua intera esistenza.

«Potrebbe essere la soluzione migliore per tutti gli interessati», ammise.

«Noi lasceremo l'Inghilterra non appena l'armata spagnola sarà avvistata dal suolo inglese», le confidò padre Juan, abbassando la voce a un sussurro. «Non dovete dire a nessuno di questo. Se venissimo sorpresi in Inghilterra all'arrivo della grande flotta, con ogni probabilità verremmo incarcerati o messi a morte.»

«Perché siete qui?» chiese Lucia con curiosità.

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«Siamo stati mandati da re Filippo e dal duca di Parma a scoprire quanto possibile riguardo alle difese inglesi e alle intenzioni della regina.»

«Siete spie!» esclamò la ragazza, inorridita.Padre Pedro si agitò a disagio. «Questo è un termine sgradevole, figliola; siamo in missione di pace. Se desiderate ritornare in Spagna vi porteremo con noi, e io farò personalmente in modo che veniate restituita a vostro padre. Noi vi abbiamo confidato il nostro segreto, ma voi non dovete dire a nessuno ciò che vi abbiamo appena rivelato. Volete che preghiamo insieme per il successo della spedizione?»

I gesuiti piombarono in ginocchio, unendosi a padre Pedro nella preghiera. Lucia si affrettò a inginocchiarsi a sua volta, ma non aveva la mente concentrata sulle orazioni. Si chiedeva se Morgan si rendesse conto di quanto 1'armada spagnola fosse vicina a salpare e se la marina della regina stesse per andarle incontro. Aveva visto anche lei la flotta a Plyrnouth, ma aveva avuto l'impressione che non venissero effettuati preparativi per lasciare il porto nell'immediato futuro.

Dopo un lungo intervallo di raccoglimento, Lucia si alzò per andarsene. «Ci terremo in contatto, figliola», disse padre Pedro. «Se desiderate lasciare l'Inghilterra dovete essere pronta a partire da un momento all'altro. Nel frattempo potrete rendere un grande servigio al vostro re e al vostro Dio riferendoci qualsiasi elemento importante possiate apprendere tramite vostro marito. Quando raggiungeremo la Spagna noi esorteremo il papa a dichiarare invalido il vostro matrimonio con il pirata eretico.»

Lucia lasciò la stanza dei gesuiti in uno stato di confusione; era rimasta sorpresa nell'apprendere che i preti fossero spie spagnole, e ancora più traumatizzata quando padre Pedro le aveva chiesto di riferire sul proprio marito. Morgan poteva essere spietato e assolutamente privo di scrupoli, ma lei non avrebbe mai potuto arrivare al punto di fare l'informatrice contro di lui.

Tanto per incominciare lei dubitava che suo marito potesse rivelarle qualcosa di importante, e secondariamente con ogni probabilità lui sarebbe stato talmente furioso di vederla a Londra che l'avrebbe rispedita subito a Scott Hall. La presenza di lei lì a corte avrebbe decisamente ostacolato la sua attività con le dame, in particolare con Lady Jane. Lo spero di cuore, pensò la giovane con un pizzico di ferocia.

Vagò lungo il corridoio; non aveva la minima idea di dove stesse andando e se ne preoccupava ancora meno.

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Dopo che la regina ebbe lasciato la sala delle udienze, la folla cominciò a disperdersi. Ormai annoiato da Lady Jane e dalla sua possessività, Sir Scott si scusò educatamente.

«Dove vai, Morgan?» chiese Jane, rifiutando di lasciargli il braccio. «Nella mia stanza, signora. E poi a Billingsgate: devo incontrare il primo ufficiale a bordo dell'Avenger.»

«Puoi accompagnarmi fino in camera mia», propose timidamente Jane. «Dato che la regina non mi ha convocato, sono libera di fare quel che voglio.»

Non riuscendo a trovare li per li una scusa, il corsaro le offrì il braccio e i due si allontanarono insieme. Dovevano passare davanti alla stanza di lui prima di arrivare a quella della dama, e quando raggiunsero la camera di Morgan, Jane si arrestò di colpo e lo trascinò verso la porta.

«Mostrami la tua camera, Morgan.» «Penso che farei meglio a...»«È questo il tuo problema, tu pensi troppo.»L'uomo gemette, costernato, quando la donna ruotò il pomo della porta

ed entrò; non gli restò che seguirla. Non c'era proprio modo di dissuadere quella sguardrinella libidinosa? Lui ne aveva abbastanza di intrighi di corte e di femmine calcolatrici e desiderava trovarsi a bordo dell'Avenger, invece di sprecare il proprio tempo a fare la corte a una donna di cui non gli importava assolutamente niente. Oppure avrebbe voluto essere nel Sussex occidentale con Lucia, che riusciva molto piacevolmente a dissipare la sua noia.

«Non è una mossa saggia», obiettò, nel tentativo di scoraggiare Jane. «Pensa alla tua reputazione.»

«Da quando ti importa qualcosa della reputazione di una donna?» replicò lei con voce roca. «Siamo nell'intimità della tua stanza, non c'è nessuno che possa impedirci di spassarcela. Quale luogo e quale momento migliore di questo? La regina si aspetta che ci sposiamo, non c'è motivo di aspettare.»

«Probabilmente no», ammise Morgan, «solo che ho i minuti contati. Tra poco devo incontrare il signor Crawford a bordo dell'Avenger, non c'è tempo per accontentare entrambi. Quando ti porterò a letto voglio farlo come si deve.» Le accarezzò il seno, nella speranza che l'intima carezza la convincesse della sua sincerità.

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Le parole di lui parvero rappacificare la dama, che gli si dimenò contro appassionatamente. «Quando?» chiese, ansante. «Non vedo l'ora. Voglio che tu mi faccia tua.»

Morgan si mise quasi a sbuffare di disgusto e di disprezzo; pensò a tutti gli altri uomini che avevano fatto propria Jane. «Presto», promise con tutto il fervore a cui riuscì a fare appello. Sarebbe stato prima di quanto lui desiderasse, se avesse consentito alla regina Bess di avere la meglio. Lucia sarebbe stata il suo passato, e Lady Jane il suo futuro.

«Salutami con un bacio», implorò Jane, plasmandosi contro la rigida massa del petto di lui.

Morgan l'accontentò, rendendosi conto che era l'unico modo per liberarsi di Jane senza che lei facesse tante storie. Era davvero necessario che lui conferisse con Stan, ed era ansioso di andarsene. Chinando il capo, posò le labbra su quelle di lei, tristemente consapevole di quanto il suo bacio dovesse essere tiepido se paragonato a quello che avrebbe dato a Lucia se l'avesse avuta tra le braccia.

«Vi siete perduta, madam? Forse posso indirizzarvi alla vostra stanza.» Lucia si arrestò di colpo; distratta dal corso dei suoi pensieri, era quasi andata a urtare contro un attraente gentiluomo di corte. «Oh, mi dispiace, mio signore. Non vi avevo visto.»

«Questi corridoi sono un labirinto e generano confusione se non si ha familiarità con essi. Non credo che ci siamo mai conosciuti. Sono Dennis Burke, visconte di Harley, al vostro servizio.» Lui le fece un grazioso inchino. «E voi siete...?»

«Lucia... Scott», disse lei, esitando sul nome che ora le apparteneva per diritto coniugale.

«Santo cielo! Siete la sposa spagnola di Sir Morgan Scott. Ci chiedevamo tutti quando avrebbe presentato a corte sua moglie; non riesco a capire tanta riluttanza, voi siete una bellezza rara, mia signora. Se foste mia vi proteggerei gelosamente. Lasciate che vi accompagni alla stanza di vostro marito; oppure preferite cercarlo nel salone delle udienze? Avete perduto la cerimonia? Non ricordo di avervi visto li, prima.»

«Preferirei attendere Morgan in camera sua, mio signore», disse Lucia. «Sono stanca per il viaggio e non sono vestita opportunamente per presenziare a una cerimonia grandiosa. Mio marito non sapeva che sarei venuta a Londra.»

Lucia trovò che il visconte Harley fosse molto elegante, abbigliato com'era in una calzamaglia che gli fasciava le gambe ben proporzionate,

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pantaloni aderenti di raso e farsetto di broccato. Lui sembrava piuttosto affabile e innocuo e la giovane accettò di dargli il braccio e di lasciarsi guidare attraverso un intrico di corridoi.

«Scommetto che vostro marito sarà sorpreso di vedervi a Whitehall», osservò Harley con gioia dissimulata. La palese relazione di Scott con Lady Jane era comunemente nota, e il visconte si chiedeva come il pirata sarebbe riuscito a gestire la situazione. La regina Bess voleva annullare il suo matrimonio e fare in modo che la moglie spagnola facesse fagotto e tornasse in Spagna, lasciando Morgan libero di sposare l'ereditiera inglese. Harley non vedeva l'ora di diffondere tra i suoi amici la notizia dell'arrivo di Lucia.

La giovane spagnola non rispose all'osservazione dell'attraente lord inglese; nessuno sapeva meglio di lei quale fosse la portata dell'ira di suo marito, ma la collera di Lucia poteva essere altrettanto eccezionale, se provocata. E sapeva Iddio se Morgan non le avesse dato ogni motivo per detestare l'esistenza dissoluta e licenziosa che lui stava conducendo a corte.

I corridoi sembravano infiniti, pensò Lucia, ma pareva che Lord Harley sapesse dove stava andando. Lui chiacchierò senza tregua durante la loro passeggiata, senza aspettarsi risposta e senza riceverne nessuna. Infine si fermarono davanti a una porta, e il visconte le lasciò il braccio con notevole riluttanza.

«Eccoci qui, mia signora. Non credo che la porta sia chiusa a chiave, perché non è necessario, qui a Whitehall. Forse ci vedremo presto», mormorò, sollevandole la mano con un ampio svolazzo e baciandola. Lucia lo osservò mentre si allontanava con aria tracotante lungo il corridoio, e pensò che fosse decisamente un damerino.

La giovane prese in considerazione l'ipotesi di bussare, prima di entrare nella stanza del marito, ma decise che non ce ne fosse bisogno, dato che probabilmente Morgan si trovava ancora nel salone delle udienze a fare la corte alla sua amante. Per di più lei era la moglie e aveva tutto il diritto di recarsi a piacimento in camera sua. La porta si aprì silenziosamente sui cardini, e lei entrò. La scena che si trovò davanti le portò alle labbra un gemito di sgomento che spinse gli occupanti della stanza a staccarsi precipitosamente.

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«Chi siete?» chiese Jane, indignata per 1'intrusione. «Come osate entrare senza bussare nella camera di Sir Scott? Devo parlare con Sua Maestà per farvi espellere da Whitehall. Siete un'impudente sgualdrina.»

«Lucia.» Morgan ebbe un fremito di consapevolezza.La giovane spagnola mise al suo posto Jane con un'occhiata furente e

raggelante, poi il suo sguardo si scontrò con quello del marito. Fra loro scese un silenzio pieno di tensione mentre Jane osservava con crescente sgomento la reazione di entrambi. In quel momento d'intensità Lucia vide l'espressione di Morgan mutare dalla furia a un'attonita incredulità, fino a trasformarsi in una sorte di contentezza.

«Chi è questa donna, Morgan?» pretese di sapere Jane.Sia Lucia sia il corsaro sembravano dimentichi della presenza della dama.«Morgan, rispondi alla mia domanda.» Jane iniziava a sospettare

vagamente chi potesse essere la bruna bellezza; le serviva soltanto una conferma da parte di Sir Scott.

Alla fine lui non poté più ignorare la dama di corte. «Lasciateci soli, Lady Jane.»

«Che cosa!» La rabbia di Jane era illimitata. Volgendosi verso Lucia, dichiarò con fare tracotante: «Sono la fidanzata di Morgan. Che diritto avete di intromettervi in un momento d'intimità?»

Mormorando infastidito, il corsaro si rese conto di quanto spudoratamente esplicita fosse Jane nel dargli la caccia; non che lui non l'avesse saputo fin dall'inizio, ma finora non gli era importato abbastanza da permettere che la cosa lo infastidisse. Ora la vista di Lucia fece sì che lui passasse da un senso di noia cortese a uno di acuta consapevolezza; lo disgustava aver dovuto sopportare per tutti quei mesi la possessività di Jane. Inoltre lui aveva trascorso i propri giorni a corte in modo sconsiderato e negligente. Aveva giocato d'azzardo, flirtato e bevuto in modo eccessivo, nonché frequentato i più disdicevoli club per gentiluomini, con trascurata indifferenza per le conseguenze. Aveva motivato tale comportamento dissoluto definendolo un tentativo di cancellare Lucia dalla propria mente e dal proprio cuore, ma non aveva funzionato. E per qualche miracolo ora sua moglie era lì, e lui non riusciva a pensare ad altro che a fare l'amore con lei per lunghe ore di beatitudine.

Strappando il proprio sguardo dal marito, Lucia si rivolse a Jane, con gli occhi pieni di furia e ostilità. «Voi potrete anche essere la fidanzata di Morgan, ma io sono sua moglie. Se non ve ne andrete immediatamente vi strapperò il cuore e lo darò in pasto ai porci.» Come per sottolineare la

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propria minaccia, avanzò con aria feroce verso l'altra donna, che emise uno strillo e fuggì atterrita, come se ne andasse della sua vita.

Quando furono soli, Lucia investì il marito, in preda a uno splendido furore; lui trovò che la rabbia di lei le donasse. «Lo stesso vale per voi, Morgan. La vostra infedeltà è spaventosa; vi strapperò il cuore con la stessa facilità con cui lo farò alla vostra amante.»

Lui cercò di contenere la propria allegria, ma non vi riuscì; una risata gli sbottò dal petto mentre fissava Lucia, sbalordito. «Credo proprio che lo fareste, mia feroce sposina.» Poi il suo divertimento terminò con la stessa repentinità con cui aveva avuto inizio. «Maledizione, che cosa diavolo ci fate a Londra? Secondo gli ordini che ho lasciato sareste dovuta rimanere a Scott Hall.»

La giovane gli indirizzò un'occhiata feroce. «Pensavate che sarei restata li mentre voi vi sollazzavate spudoratamente a corte con la vostra amante? Se intendete sciogliere il nostro matrimonio, Morgan, fatelo subito, ma non insultatemi portando avanti le vostre relazioni scandalose mentre siamo ancora sposati.» Lo osservò con attenzione. «Siamo ancora marito e moglie, non è così?»

«Sì, il nostro matrimonio è ancora valido, Lucia», disse tranquillamente lui.

II sollievo della giovane fu evidente.«Non mi avete ancora detto che cosa fate a Londra e come ci siete

arrivata. Sono stupefatto che Clyde Withers vi abbia lasciato partire dopo che gli avevo ordinato di tenervi nel Sussex occidentale.»

Non volendo mettere nei guai l'amministratore, Lucia dichiarò: «II signor Withers non c'entra nulla con il fatto che io sia qui a Londra. Ho trovato personalmente un mezzo di trasporto».

Morgan rimase a bocca aperta, costernato. «Maledizíone, donna, vi rendete conto del pericolo a cui vi siete esposta viaggiando senza essere accompagnata? Che cosa mai vi è preso, per partire così a precipizio?»

«I pettegolezzi viaggiano piuttosto rapidamente e la servitù chiacchiera; pensavate che non avrei saputo del vostro comportamento licenzioso a corte? Perché non mi avete scritto, Morgan? Non ho più saputo nulla direttamente da voi da quando avete lasciato Scott Hall.»

Lo sguardo bramoso del corsaro divorava letteralmente Lucia; lui era felice che sua moglie avesse raggiunto Londra sana e salva, ma era comunque furioso con lei perché aveva viaggiato da sola. Il solo pensiero

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dei pericoli che avrebbe potuto incontrare lo faceva rabbrividire per il terrore. Lucia aveva rischiato ogni genere di disavventure, soprattutto considerato che era una straniera in Inghilterra. II fatto che fosse arrivata sana e salva fino a Whitehall la diceva lunga sul suo coraggio e sulla sua intraprendenza.

«Mi sono tenuto in contatto tramite Withers e Forsythe; non vi hanno messo al corrente, quando arrivavano i miei messaggi?» «Withers è stato così gentile da informarmi, ma avrei preferito un biglietto personale. Mi avete lasciato deliberatamente in campagna in modo di potervi comportare come un libertino a corte. Ho trovato parecchio divertente la vostra amante.»

Morgan arrossì, incapace di respingere le accuse di Lucia; lui meritava il risentimento della moglie, ma a suo merito bisognava dire che non aveva effettivamente avuto una relazione con Jane. Aveva sperato che il vecchio adagio <<lontano dagli occhi, lontano dal cuore» valesse anche per sua moglie, una volta che si fosse trovato al di fuori della sua influenza dirompente, ma le cose non erano andate a quel modo. L'assenza prolungata aveva fatto sì che lui si rendesse conto di quanto desiderasse disperatamente Lucia. Lady Jane, con la sua pallida bellezza inglese, non poteva essere paragonata neppure lontanamente alla sua eccitante sposa spagnola, che lo colpiva in modo misterioso. In lei c'era qualche cosa di profondo e d'inquietante, qualche cosa di indescrivibile e allettante.

Morgan aveva bisogno di lei. II fatto di averla da sola nella propria stanza lo faceva fremere di aspettativa.

«Non ho alcuna amante», disse sinceramente Morgan.Lucia sbuffò sprezzante, con fare derisorio. «Indipendentemente da

quel che pensate, non sono una sciocca; prima vi ho visto con Lady Jane, quando siete ritornati nel salone delle udienze, dopo essere stati Dio sa dove. Soltanto un cieco non avrebbe notato il vostro vergognoso stato di disordine, era evidente che vi eravate recato a un incontro illecito. E che cosa mi dite di poco fa, quando sono entrata nella stanza e ho visto quella donna tra le vostre braccia? Sembrava che foste pronto a sollevarle le gonne e a saltarle addosso.»

«Pensate quel che vi pare, Lucia, ma vi sto dicendo la verità. Non mi sono portato a letto Jane, né nessun'altra donna, da quando vi ho conosciuto. Non sono fiero del mio stato di castità, né del fatto che nessuna delle dame di corte mi attiri; dato che sono in vena di sincerità, tanto vale che ammetta che voi siete la fonte della mia inquietudine. Non

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riesco a smettere di pensare a voi abbastanza a lungo da spassarmela con un'altra donna. Dovrei punirvi per essere venuta a Londra senza il mio permesso, ma all'improvviso mi ritrovo a bramare il sapore dei vostri baci; vi voglio, desidero essere dentro di voi, circondato da voi. E, Dio mi aiuti, non voglio che questa sensazione abbia fine.»

Lucia aprì la bocca per gettargli addosso una replica pungente, ma Morgan la bloccò con facilità attirandosela tra le braccia e prendendole le labbra con frenetica urgenza. Il fremito rovente della sua lingua sulle labbra di lei le trasmise una scossa di puro piacere che le si diffuse nelle vene. La giovane spagnola aveva desiderato ardentemente tutto questo, e così a lungo, che ora le sue emozioni erano messe a nudo. Il tocco di lui era pura magia, la rendeva vulnerabile alla sua seduzione erotica. Lei gli si fuse contro e aprì la bocca consentendogli l'accesso. Nonostante le menzogne che Morgan le aveva raccontato per negare le sue numerose infedeltà, lei non riusciva a resistere all'uomo che amava più della vita stessa.

Il bacio del marito si fece più intenso, la sua lingua duellò con quella di lei in uno scambio appassionato che lasciò Lucia senza fiato. Lei gemette sottovoce quando lui le risucchiò la lingua all'interno della propria bocca e la saccheggiò in modo rude, totale, afferrandole al tempo stesso il posteriore e attirandola più solidamente contro la cavità sempre più turgida dei propri lombi. Con abbandono totale lei cedette al bacio impetuoso del marito, denso del sapore della sua bramosia e del suo sopito desiderio. Con deliberata lentezza lui unì la propria bocca a quella di lei, penetrando in profondità con la lingua, mentre le accarezzava i seni.

Lucia si sottomise alla sua passione, lasciando che la circondasse in un luminoso alone baluginante; si sentiva stordita dal maschio odore dell'eccitazione di lui, forte, intenso. Morgan aveva liberato qualche impulso primitivo che languiva nel profondo dell'essere di Lucia; la giovane premette i fianchi contro di lui in un gesto di risposta erotica. Non si trattava di pura lussuria; quella follia andava più in profondità, era più complessa. Quello che lei provava per il pirata era amore, del genere che capitava una volta soltanto nella vita.

«Strega», mormorò Morgan mentre cercava freneticamente di scioglierle i lacci sulla parte posteriore del vestito. «Strega appassionata.» II dolce sapore dell'arrendevolezza di Lucia lo eccitava oltre ogni sopportazione.

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«Non sono una strega», obiettò Lucia mentre il corpino le scivolava giù dalle spalle. «Sono vostra moglie, Morgan. La stregoneria è peccaminosa e perversa.»

«Già, tesoro, mia moglie», ammise lui mentre le scendeva con le labbra lungo la sottile colonna del collo, riversando una dolce pioggia di baci sulla parte superiore dei suoi seni. «La mia perversa moglie peccaminosa.»

Un gemito di piacere soffocato le sfuggì quando lui le sfilò il corsetto e la camiciola e le prese in bocca un capezzolo. Lucia stava già ansando quando lui le tolse di dosso gli indumenti restanti e le si inginocchiò davanti, accarezzandole le natiche con consumata tenerezza, mordicchiandole e leccandole i capezzoli squisitamente sensibili. Quando Morgan ebbe soddisfatto la propria brama per i suoi seni, le tracciò con la bocca un percorso di fuoco attraverso il ventre. Prima di continuare a scendere, sollevò lo sguardo e le rivolse un sorriso ardente, poi posò la bocca più in basso, sul nido lucente di riccioli color ebano.

Lucia rabbrividì violentemente, afferrandogli il capo nel tentativo di arrestare la spinta audace della sua lingua. «Morgan, no!»

«Sì, tesoro, lasciatemi fare questo per voi.» Tenendola stretta contro di sé, le allargò lievemente le gambe e le inserì un dito nella vagina scivolosa.

Lucia credette di morire di piacere mentre lui strofinava le labbra e la lingua nel punto più sensibile del suo corpo, e al tempo stesso creava una deliziosa pressione infilando e ritraendo il dito nell'intimo canale di lei. La giovane si sentì trascinare via, travolta in una spirale di piacere che la portava a perdere il controllo, e all'improvviso le gambe non riuscirono più a sostenerla. Morgan intuì il momento in cui lei veniva travolta da quella debolezza, e la prese in braccio sollevandola da terra. Lucia lanciò un'esclamazione di protesta sentendosi perduta quando le mani e la bocca di lui la lasciarono, ma lui le disse sommessamente all'orecchio che non l'avrebbe abbandonata, che le avrebbe dato il piacere che lei bramava. Poi la posò sul letto e si strappò gli abiti di dosso; lui raggiunse sua moglie prima ancora che lei potesse pienamente apprezzare la mascolina bellezza del suo corpo eccitato, ma lei lo sentì comunque, turgido, pesante e ardente, mentre la premeva giù sul materasso.

Lei lo cinse con le gambe, desiderandolo dentro di sé, sollevando i fianchi per dargli libero accesso, ma lui ignorò la sua supplica silenziosa, le scivolò lungo il corpo e si mise le ginocchia di lei sulle spalle. A quel punto Morgan chinò il capo e si deliziò di lei con arditi colpi di lingua, mentre con

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le mani le vagava esigente sulle cosce, sui seni e sulle natiche. Lucia trasalì follemente, ma Morgan la strinse forte, bloccandola contro la propria bocca mentre lei lo assecondava con il proprio movimento. La giovane era scossa da lievi singhiozzi; lui continuò a succhiare in profondità, implacabile, finché lei non gridò in preda all'orgasmo.

Lasciandole le ginocchia, lui la guardò in volto; Lucia aveva la bocca socchiusa, gli occhi lucidi, il corpo roseo dopo quell'estasi devastante. Lui ebbe la fugace consapevolezza di star condividendo con la sua compagna qualche cosa di speciale; se non fosse stato per il sangue spagnolo che scorreva nelle vene di lei, Morgan avrebbe potuto dare prontamente un nome a quei sentimenti.

Lucia guardò il marito negli occhi e riconobbe la sua confusione, ma vi scorse anche un altro sentimento, profondo, persistente. Sorrise con aria sognante e gli aprì le braccia. «Venite dentro di me, Morgan.» Strinse le dita intorno alla verga eretta di lui, portandolo fino all'ingresso stesso della sua dolcezza.

II corsaro espresse in un gemito la propria impazienza, le sollevò i fianchi e scivolò completamente e profondamente dentro di lei. II piacere era puro tormento, lui era turgido, rigido, pulsante, e avverti l'incredibile calore di lei stringersi a circondarlo; la sentì rovesciare i fianchi in modo di poterlo attirare più in profondità, sentì che lo abbracciava e si abbandonò alla magia del loro accoppiamento. Morgan la colmò finché lei non fu pronta a esplodere di piacere pulsante.

Un'estasi inondò i sensi di Lucia quando all'improvviso suo marito cambiò posizione, penetrando ancora più profondamente dentro di lei, mentre la posizionava su di sé. «State sopra di me, dolce Lucia», la esortò lui, premendosi dentro la donna con furia selvaggia. La giovane singhiozzò deliziata, rovesciò il capo all'indietro e si lasciò guidare dall'istinto.

II calore e la frizione si combinarono per portarla inesorabilmente verso un altro potente orgasmo. Era il paradiso e l'inferno, era la beatitudine più perfetta che lei avesse mai conosciuto. Un grido d'amore le proruppe dal cuore all'unisono coi gemiti e le esclamazioni di Morgan; era lieta di offrirgli lo stesso genere di piacere che lui stava dando a lei. La donna gli si agitò contro in modo sfrenato, offrendo i propri seni doloranti all'ardente possesso della bocca di lui, che leccò e succhiò avidamente, assaporando il paradiso. Poi il corsaro iniziò a librarsi, liberandosi dai legami terreni e portando con sé Lucia, penetrandola con spinte profonde e ripetute. Lei

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gridò in preda all'orgasmo, lui assorbì il suono all'interno della sua bocca, aggiungendo le proprie esclamazioni penetranti alla melodia dell'amore.

La vista di Lucia era offuscata dalle lacrime; il modo in cui Morgan l'aveva amata l'aveva toccata profondamente, e lei temeva che lui non provasse lo stesso per lei. In preda a una triste consapevolezza Lucia si rese conto che il pirata non poteva accettare il suo amore. La vendetta era come un dolce veleno, che gli colmava il cuore di odio e di rancore. Dios! Non c'era speranza per loro? Guardò il marito, desiderando chiedergli se provasse qualche cosa per lei, a parte la bramosia, e tuttavia temendo che la risposta non le sarebbe piaciuta. Erano ancora uniti intimamente; lui la teneva stretta contro di sé, come se fosse riluttante a liberarla.

All'improvviso il corsaro aprì gli occhi e incontrò lo sguardo scrutatore di lei; le allontanò dalla fronte umida una ciocca di capelli scuri e le rivolse un sorriso ironico. «Mi siete mancata.»

Lucia sbuffò d'incredulità. «È per questo che mi avete mandato tanti messaggi affettuosi?» Cercò di districare i loro corpi, ma Morgan sembrava soddisfatto di tenerla posata su di sé.

«Voi non potete assolutamente capire che cosa mi spinga, o immaginare la sofferenza che mi è stata inflitta per mano dei vostri connazionali. Avete visto i segni che reco sulla schiena, non sono un bello spettacolo.»

«Morgan, io...»Lui continuò come se non l'avesse sentita. «Credete che sia facile

osservare la propria famiglia venir cancellata interamente da bastardi assassini, insensibili alla sofferenza umana? Bastardi spagnoli, Lucia. Voi siete la prima spagnola per cui io abbia provato qualche cosa che non sia odio intenso. Il fatto di desiderarvi come vi desidero mi confonde e mi fa infuriare.

«Sa Iddio se non ho cercato in ogni maledetto modo di eliminarvi dal mio organismo; ammettere la debolezza che nutro nei vostri confronti è estremamente doloroso. Non mi piace provare queste sensazioni nei riguardi di una donna. Ho sempre pensato che un giorno

avrei avuto dei figli, ma avere bambini con sangue spagnolo mi disgusta. Non voglia Iddio che voi possiate sentir muovere mio figlio nel vostro grembo, perché non so se potrei accettarlo. Questo è uno dei motivi per cui vi ho lasciato in campagna: lontano dagli occhi, lontano dal cuore.»

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Il corsaro non aveva la minima idea di quanto le sue parole avessero ferito profondamente Lucia. Anche lei voleva dei figli, ma nella sua mente si raffigurava dei Morgan in miniatura. Se lui non voleva avere bambini da lei, Lucia non riusciva a vedere alcun futuro per loro. Dopo quella confessione così chiara da parte di suo marito, lei si rese conto che per Sir Scott sarebbe stato meglio sposare Lady Jane. L'annullamento del loro matrimonio sembrava l'unica soluzione, perché lei non poteva tollerare il pensiero che lui disprezzasse un figlio derivato dalla loro unione.

Doveva lasciare Morgan; se fosse rimasta, un figlio sarebbe stato il risultato inevitabile della loro reciproca bramosia. Anzi, pensò, era un miracolo che non fosse già incinta di lui.

Concentrandosi nello sforzo, la ragazza chiamò a raccolta i rimasugli della propria dignità, lasciando da parte i sogni di un futuro con il marito. «Lontano dagli occhi, lontano dal cuore», ripeté, cupa. «Devo lasciarvi, Morgan.»

L'espressione del corsaro si indurì, il gioco di luci proveniente dalla finestra dipinse un paesaggio sinistro sul suo volto. «Neanche per idea! Voi non mi lascerete, né ora né mai.»

Lui la cinse con le braccia e si spinse dentro di lei con rinnovato vigore; dopo alcuni minuti di riposo la voleva di nuovo. Le sue emozioni erano in doloroso conflitto, ma di una cosa era certo: quando era sprofondato dentro di lei, il pensiero di lasciarla andare era intollerabile. La brama che il corsaro provava per Lucia era ardente e dolorosa al contempo e lui non poteva essere guarito da quella malattia da nessun'altra donna che non fosse sua moglie.

«Ma, e se...»«Non parlate, tesoro, limitatevi a sentire.»Lucia sentiva; sentiva il dolore del rifiuto di Morgan e al tempo stesso la

profondità del desiderio dell'uomo, e pregò che non generassero un figlio.

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CAPITOLO 16

a notte era ancora giovane. Lucia giaceva addormentata nel letto del marito mentre lui si vestiva e usciva per non mancare all'appuntamento

con Crawford a bordo dell'Avenger. Quando Morgan e Stan furono seduti nella cabina del capitano a condividere una bottiglia di brandy, Scott annunciò: «Lucia è a Londra».

L

«L'avete mandata a chiamare?» chiese il primo ufficiale, stupefatto dalla rivelazione del suo capitano. «La regina non sarà contenta. Credevo voleste prendere in considerazione la proposta fattavi dalla sovrana di sciogliere il vostro matrimonio e di sposare Lady Jane.»

«Diavolo, no, non l'ho fatta venire io! Del resto l'annullamento è un'idea della vecchia Bess, non mia; ho cercato in tutti i modi di giocare secondo le regole di Elisabetta. Non avete idea di quanto io sia infastidito dagli intrighi delle dame di corte e dalle leziosaggini dei cortigiani. Questo non è posto per me, Stan; il ruolo di gentiluomo di corte non mi si addice. Fare da cavalier servente alla regina non corrisponde alla mia idea di un'esistenza appagante. Maledizione! Perché mia moglie non è rimasta in campagna? Ora sarò costretto a presentarla in società e a restarmene lì impotente mentre

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verrà evitata e messa in ridicolo. II suo sangue spagnolo farà di lei una persona impopolare.»

«Potremmo partire», propose il primo ufficiale. «L'Avenger è completamente approvvigionato e pronto a salpare.»

«Sono tentato, Stan, ma non posso andarmene proprio quando il paese ha bisogno della mia nave. Sappiamo entrambi che la spedizione spagnola è alquanto reale e che rappresenta una minaccia imminente per le coste d'Inghilterra. Intendo raggiungere con 1'Avenger la flotta di Sir Francis Drake non appena 1'armada sarà avvistata in acque inglesi.»

«E che ne sarà di Lucia?»«Lei rimarrà a Londra», disse brevemente Morgan. «La presenterò alla

regina sperando che tutto vada per il meglio.»Crawford scrutò il volto dell'amico, chiedendosi se lui sapesse di essere

innamorato della moglie, oppure se fosse semplicemente troppo cocciuto per rendersene conto. Stan riteneva che Morgan fosse un maledetto stupido a lasciare che l'origine spagnola della giovane distruggesse quello che avrebbe potuto essere un matrimonio felice.

«Credete ancora che sia stata Lucia a ordinare la vostra fustigazione all'Avana? Se pensaste che lei vi avesse odiato abbastanza da perorare la vostramorte, dubito seriamente che la vorreste ancora; il perdono non è una delle virtù che vi caratterizzano.»

«Ho poche qualità, come voi ben sapete, Stan.» Morgan bevve un lungo sorso di brandy prima di continuare. «Ma avete ragione a ipotizzare che io non creda più che mia moglie sia divenuta l'amante di del Fuego e abbia ordinato che mi torturassero. Se così fosse avrei escogitato una punizione degna del crimine. Se dovessi ammettere...» Le sue parole si spensero e lui fissò con espressione assente il liquido ambrato che aveva nel bicchiere. «Dio mi aiuti. Ho trascorso la mia intera esistenza di adulto a odiare gli spagnoli, e all'improvviso mi ritrovo a dubitare delle motivazioni che mi spingono alla vendetta, del mio stesso equilibrio mentale. So che Lucia e io siamo una coppia assurda, che siamo stati uniti solo per fatalità, ma nessun'altra donna mi soddisfa come lei.»

Si stiracchiò alzandosi in piedi, imbarazzato per aver rivelato così tanto dei propri sentimenti più intimi. Di rado si spingeva a discutere di questioni del cuore.

«È ora che me ne vada; ormai Lucia sarà sveglia e ho ancora una faccenda di cui occuparmi. Mia moglie ha lasciato Scott Hall senza bagaglio, e il suo guardaroba dovrà essere ricostituito prima che possa venir presentata a corte.»

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«Non preoccupatevi dell'Avenger, Morgan; sarà pronto a salpare quando vorrete.»

«Tenete a freno gli uomini», raccomandò il corsaro. «Ci gioverà ben poco se saranno in giro per le bettole quando avremo bisogno di loro.»

Lucia si svegliò con una sensazione d'indolenza e al tempo stesso di strana soddisfazione. Si stiracchiò languidamente e sorrise, ricordando le ore estatiche trascorse a fare l'amore con Morgan. Dopo essersi abbandonata per un attimo a quel ricordo gioioso, all'improvviso si accigliò, ricordando come suo marito avesse crudelmente respinto l'idea che loro potessero concepire un figlio. Balzando su dal letto, la giovane piombò in ginocchio, pregando con fervore che non fosse stato concepito alcun bambino dal loro tempestoso accoppiamento. Dopo un lungo intervallo di preghiera, si alzò con passo malfermo e iniziò a vestirsi, continuando a contemplare il proprio triste futuro.

Non aveva la minima idea di quando Morgan avesse lasciato il loro letto, né sapeva per quanto tempo lei avesse dormito, tuttavia un brontolio allo stomaco le ricordò che non consumava un pasto decente da quando aveva lasciato Scott Hall. Mentre dormiva si era fatto buio, ma Lucia congetturò che non fosse molto tardi, dato che udiva diffondersi nei corridoi melodie musicali. Aveva sentito dire che la corte di Elisabetta era un luogo frivolo, dove quasi ogni notte si tenevano balli e frivolezze del genere. Era lì che si era recato Morgan? si chiese. A ballare con la sua amante e a fare il damarino? Si divertiva forse a saltare da un letto all'altro?

Un nuovo forte brontolio ricordò a Lucia che aveva lo stomaco vuoto e lei decise di cercare un lacchè che potesse indicarle dove avrebbe potuto mangiare qualche cosa. Il corridoio era vuoto quando uscì dalla stanza, e non si vedevano servitori in giro. Seguì il suono della musica, nella speranza di trovare qualcuno che potesse aiutarla.

«Lady Scott, è fantastico rivedervi così presto. State cercando vostro marito? Non ditemi che non è ritornato in camera sua.»

Lucia trasalì violentemente, poi si tranquilizzò quando riconobbe Lord Harley. «Visconte, mi avete spaventato. Ho visto Morgan, ma sembra essere scomparso di nuovo.»

«Bene, allora», disse lui, con gli occhi scintillanti di malizia, «consentitemi di accompagnarvi.»

«Oh, no, non ce n'è bisogno», dichiarò Lucia, ritraendosi allarmata. «Sto semplicemente cercando qualche cosa da mangiare. Forse potete indicarmi la strada. Andrà bene qualsiasi cosa.»

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«No davvero», replicò Harley con aria indignata. «Per voi non andrà certo bene qualsiasi cosa, mia signora. Una donna della vostra grande bellezza e del vostro fascino merita un banchetto degno di una regina. Venite», disse, offrendole il braccio. «Conosco un luogo appartato dove potremo cenare piacevolmente.»

La condusse a una piccola anticamera in fondo a un corridoio deserto, arredata con un tavolo, alcune sedie e un divano di broccato. Un fuoco bruciava allegramente nel camino, facendo della saletta un rifugio accogliente per gli innamorati. Ignara dei modi subdoli di Harley, Lucia la vide semplicemente come una stanza tranquilla dove sarebbe stata al riparo dalle frivolezze di corte.

«Aspettate qui, mia signora, ritornerò tra breve con un piatto preso dal tavolo del buffet.»

Lucia trovò che Lord Harley fosse un uomo assolutamente simpatico, e per di più servizievole. Le venne in mente che Morgan l'aveva lasciata senza pensare minimamente al suo benessere, mentre il visconte sembrava alquanto sollecito nell'assisterla. Suo marito si sarebbe dovuto informare delle sue esigenze, invece di appagare la propria bramosia e poi abbandonarla, rifletté, irritata.

Lord Harley ritornò portando un piatto colmo di cibo, più di quanto Lucia fosse in grado di mangiare. Lui aveva anche incluso una bottiglia di corposo vino rosso e due bicchieri; posò il piatto sul tavolo con un ampio gesto e la osservò avidamente, con gli occhi vivaci d'aspettativa. Mentre ritornava dalla giovane spagnola, non aveva potuto resistere alla tentazione di fermare due dei suoi amici e di vantarsi dell'appuntamento intimo che aveva con la sposa spagnola di Sir Morgan Scott; né riuscì a fare a meno di indorare di poesia l'ardente bellezza e il fascino voluttuoso di lei, lasciando gli amici pieni d'invidia per la sua conquista.

«Ho già mangiato, ma berrò un po' di vino con voi», disse il visconte a Lucia. «È un'ottima annata.» Versò a entrambi un bicchiere e levò il proprio per brindare.

«Sembra tutto delizioso», dichiarò la giovane, ricambiando il brindisi. Bevve un po' di vino, si rese conto di aver molta sete e trangugiò il resto in un sorso. Harley tornò a riempire il bicchiere di Lucia mentre lei iniziava a mangiare con avidità, mandando giù il tutto con altri sorsi di quell'ottimo vino. Ogni qual volta Lady Scott svuotava il calice, il visconte lo riempiva, dimenticando il proprio, che

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restava vuoto; voleva essere pienamente in sé quando fosse giunto il momento di godersi quel bocconcino spagnolo.

Quando Lucia ebbe finito di mangiare, la bottiglia di vino era vuota e a lei girava la testa; se non fosse stato per l'abbondante quantità di cibo che aveva consumato, sarebbe stata ubriaca fradicia.

«Siete una bella donna, Lady Scott», mormorò Harley con voce roca. «Venite a sedervi accanto a me sul divano; diversamente da vostro marito io sarò alquanto sollecito nei confronti delle vostre esigenze.»

All'improvviso Lucia fu colta dalla consapevolezza di quanto fosse sconveniente trovarsi da sola con un uomo che conosceva appena. Doveva essere stata pazza o avere un appetito davvero terribile per permettere che venisse a crearsi una situazione di tale intimità. Lei capì di essersi ritrovata in quella situazione a causa della sua ignoranza degli intrighi di corte e per inesperienza.

«Si sta facendo tardi», obiettò. «Devo tornare in camera di mio marito. Grazie ancora per avermi aiutata.»

«Vostro marito non vi merita», affermò Harley, afferrandola per la vita e trascinandola verso il divano. «Voi siete abbastanza sveglia da sapere che lui e Lady Jane sono una coppia chiacchierata. Non è un segreto che Jane sia pazza di lui; un tempo io le piacevo altrettanto, ma non ero abbastanza ricco.»

Lucia trasalì; il visconte non faceva che esprimere ciò di cui tutti erano a conoscenza, ma la cosa la ferì comunque. Lasciò vagare la propria mente e all'improvviso si ritrovò seduta di traverso in grembo a quell'uomo, che la cincischiava a suo piacimento.

«Lord Harley, lasciatemi andare immediatamente! Pensavo foste mio amico.»

«Oh, lo sono, Lady Scott, lo sono. Vi proverò che vero amico io sia non appena sarò riuscito a togliervi gli abiti di dosso.»

Lucia dovette ammettere che il visconte era piuttosto abile con gli indumenti femminili. Lei non aveva finito di allontanare le mani di quell'individuo da una parte della propria anatomia, che lui la palpeggiava in un'altra, cercando al tempo stesso di spogliarla. Tutti gli uomini erano così, porci lussuriosi?

Morgan aprì la porta della propria stanza, aspettandosi di trovare sua moglie ancora addormentata. Aveva in mano un piatto di cibo che aveva sottratto dal tavolo del buffet; era preoccupato che lei non avesse ancora mangiato. II

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capitano aveva completato le proprie commissioni in città ed era pronto ad affrontare i loro problemi coniugali, apparentemente insormontabili. La stanza era buia e il corsaro posò il piatto con cautela e strofinò una pietra focaia vicino a una candela; imprecò a voce alta e a lungo quando scoprì che Lucia se n'era andata.

Uscì precipitosamente dalla stanza, infuriato. Lei non conosceva praticamente nessuno a corte e poteva mettersi in guai seri. Sua moglie era una bella donna, tuttavia pericolosamente innocente delle faccende del mondo. A corte, qualsiasi individuo senza scrupoli avrebbe potuto approfittare di lei senza battere ciglio. Sir Scott sembrava avere le ali ai piedi mentre volava lungo i corridoi in cerca di sua moglie.

Sembrava che Lucia fosse scomparsa nel nulla, perché Morgan non riusciva a trovarla da alcuna parte nel palazzo. Il suo più grande timore era che se ne fosse andata misteriosamente com'era arrivata. II pensiero che la giovane potesse vagare da sola per le strade di Londra lo colmava di terrore. Stava passando frettolosamente davanti al salone delle udienze quando fu chiamato da un conoscente con cui aveva trascorso molte ore a bere e a giocare d'azzardo.

«Scott, ma dico, vecchio mio, perché non ci avete detto che vostra moglie era a corte? Ho sentito che è una bellezza straordinaria.» Morgan si arrestò di colpo. «L'avete vista, Pierce?»

«Non io, ma Harley l'ha descritta con entusiasmo. A me, per esempio, non importa se viene dalla Spagna. Tutte le donne sono uguali sotto le lenzuola», disse l'amico, ammiccando ampiamente. «In questo preciso istante invidio Harley.»

All'improvviso il controllo del corsaro si spezzò; come osava parlare di Lucia come se fosse una sgualdrina da quattro soldi? Afferrando Pierce per il bavero lo sollevò da terra, portandoselo a faccia a faccia. «Che cos'è questa storia di Harley e di mia moglie? Sapete qualche cosa che io non so?»

Pierce farfugliò, spaventato: «Ma, vecchio mio, non intendevo nulla di male. Con voi e Lady Jane così intimi ho pensato che Lady Scott fosse terreno libero; lo sanno tutti che il vostro è stato un matrimonio forzato. Non si tratta di un'unione d'amore, perciò qual è il problema?»

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«II problema è che Lucia è mia moglie», ribatté Scott a denti stretti. «Dove sono?»

Pierce inghiottì in modo forzato. «Stanno cenando in privato in una piccola anticamera alla fine del corridoio occidentale.»

«Quella che viene comunemente usata per i convegni segreti?» chiese Morgan. Il suo controllo andò in frantumi e buttò Pierce da una parte come se fosse una bambola di stracci; poi si avviò direttamente alla stanza che aveva motivo di conoscere bene. Aveva spesso incontrato lì Lady Jane per conversazioni private, anche se la dama avrebbe voluto altrimenti. Tuttavia lui sapeva che la saletta non veniva usata soltanto per la conversazione, ma per molto di più, e il pensiero di quello che avrebbe potuto trovarvi rischiò quasi di distruggerlo. Un'anima innocente come sua moglie sarebbe stata come creta tra le mani di un mascalzone donnaiolo come Harley.

Lucia si strappò con forza dal grembo di Harley, in un groviglio di braccia e gambe; cercando disperatamente di scrollarsi di dosso l'effetto del forte vino che le dava il capogiro, cadde a terra con uno scossone che le fece tremare i denti.

«Il pavimento è un'idea fantastica, Lady Scott», ridacchiò il visconte piombandole accanto in ginocchio. «II divano è di gran lunga troppo stretto per quello che ho in mente.» Con un ghigno rapace, si calò su di lei. Protestando vigorosamente, la giovane si spostò con rapidità da sotto l'uomo e cercò di alzarsi; lui l'afferrò per la caviglia e tornò a tirarla indietro.

«No, lasciatemi andare!»«Avete sentito, Harley, lasciate mia moglie.»Il visconte si alzò precipitosamente in piedi, con il volto esangue mentre

cercava di placare Morgan. «Non stavo facendo nulla che Lady Scott non desiderasse», insistette debolmente. «È venuta qui con me di sua spontanea volontà.»

Il corsaro lanciò alla ragazza un'occhiata fulminante. «È vero, Lucia?»«Ho lasciato la vostra camera perché avevo fame; Lord Harley si è offerto di portarmi un piatto di cibo e mi ha proposto di mangiare qui, lontano dalla folla. Non mi aspettavo che... mi abbordasse. Tutti gli uomini inglesi sono così grossolani?»

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«Fuori di qui, Harley», sibilò Morgan. II damerino non se lo fece ordinare due volte, fuggì dalla stanza come se fosse stato inseguito dal demonio in persona. Un diavolo di nome Morgan Scott.

Lo sguardo del corsaro non si staccò mai da Lucia, ma lui parve comprendere il momento in cui Harley li ebbe lasciati soli. «State bene?»

Lei agitò il capo su e giù. «Morgan, non avevo la minima idea che Lord Harley avrebbe cercato di approfittare di me; perché sono così ingenua da non capire quando mi trovo in pericolo? Le buone sorelle non mi hanno preparato al comportamento di corte, dove la moglie di un uomo è facile preda di individui privi di scrupoli.»

«Perché avete lasciato la mia stanza?»«Vi ho detto che avevo fame. Pensavo che voi mi aveste abbandonato

dopo che avevamo...»«... fatto l'amore?» suggerì Morgan. «Perché avrei dovuto farlo?» «Forse Lady Jane...»«Non m'importa un fico di Lady Jane, pensavo di essermi espresso con

chiarezza. Avevo un appuntamento con Stan Crawford a bordo dell'Avenger. Sono ritornato non appena ho potuto, aspettandomi di trovarvi ancora tranquillamente addormentata nel mio letto; ero quasi fuori di me quando ho scoperto che la stanza era vuota. Come avete conosciuto il visconte?»

«Quando sono arrivata a Whitehall è stato così gentile da indirizzarmi alla vostra stanza. L'ho trovato affascinante e... e...»

«È un furfante, proprio come tutti gli altri damerini di corte. State lontana da loro, Lucia, non siete preparata per trattare con gente della loro risma.»

La giovane aveva difficoltà a concentrarsi sulla figura del marito, le sembrava che ci fossero due Morgan. II vino stava distruggendo il suo equilibrio, e lei faceva una fatica del diavolo a mantenere la stabilità. «E sono preparata per avere a che fare con voi, Sir Scott?»

«Più che preparata, strega», ringhiò lui, attirandola con forza contro di sé. «State lontano dagli altri uomini, non intendo più tollerare un simile comportamento.»

La risposta di lei fu un singhiozzo effervescente che stupì suo marito. «Siete alticcia, Lucia?» Individuò la bottiglia di vino vuota e gemette. «Maledizione, quel bastardo ha cercato di farvi ubriacare!»

«Morgan, credo di essere sul punto di sentirmi male.» «Maledizione.» Prendendola in braccio, la portò fuori dell'anticamera e lungo i corridoi tortuosi fino alla propria stanza.

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Lucia rise scioccamente per tutto il tempo mentre il marito la spogliava, e quando infine lei si fu liberata con un calcio dell'ultimo indumento, cadde sul letto, addormentata prima che il pirata avesse il tempo di rimboccarle le coperte. Lui fece un passo indietro e la fissò, sbigottito per lo scherzo che gli aveva giocato la vita. Il matrimonio con una bellezza spagnola non aveva mai fatto parte dei suoi progetti per il futuro, tuttavia nulla, a parte la morte, avrebbe potuto convincerlo a separarsi da Lucia. La sua debolezza nei confronti di lei lo confondeva e infastidiva, e risultava così eccitante che il semplice fatto di guardarla lo rendeva rigido come roccia e pieno di bramosia.

Morgan non aveva la minima idea di che cosa avesse in serbo per loro il destino, né sapeva se avessero un futuro insieme; probabilmente in quel preciso istante il fato si stava facendo beffe di lui. II corsaro storse ironicamente le labbra quando il suo sguardo si spostò sul morbido alone di riccioli scuri che ricadevano sulle tempie e ai lati del collo di lei. I capelli le stavano ricrescendo e ben presto sarebbero tornati lunghi; lui ricordò come fosse rimasto traumatizzato quando aveva visto per la prima volta le sue chiome malamente tagliuzzate. Ormai era abituato a vederla così, e si rese conto che ai suoi occhi lei era sempre stata bella, indipendentemente da ciò che aveva fatto per rendersi priva di attrattiva. Lui avrebbe sempre ricordato quello sguardo indolente, voluttuoso, la curva sensuale delle labbra rosse e tumide e il colorito acceso, il dolce sorriso appagato che lei aveva dopo che avevano fatto l'amore.

Dio, era magnifica! Era davvero deplorevole che fosse spagnola. Con ostinata caparbietà lui si rese conto che a meno che non volesse figli macchiati dal sangue spagnolo della loro madre, lui avrebbe dovuto tenere le mani lontano da lei, perché quando la toccava, la brama di vendetta lo abbandonava e desiderava soltanto possederla. Tuttavia lui aveva portato avanti la vendetta contro la famiglia di lei da ormai troppo tempo per potersi fermare ora. La sua bramosia nei confronti della donna che era divenuta sua moglie era istintiva, eppure l'eccitazione e l'appagamento costituivano soltanto una parte del bisogno che lui nutriva nei suoi confronti. I suoi sentimenti si facevano beffe del suo terribile soprannome: El Diablo; se non avesse saputo che le cose stavano altrimenti, Morgan avrebbe potuto pensare di amare effettivamente Lucia.

Gemette come in preda alla sofferenza. Se l'amore significava questo supplizio logorante che lo coglieva al pensiero di rinunciare a sua moglie, lui non voleva avere nulla a che fare con quel sentimento.

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«Svegliatevi, Lucia, c'è molto da fare prima che voi possiate essere presentata alla regina.»

Morgan diede alla ragazza una gomitata non troppo dolce, ma lei si limitò a gemere e a nascondersi meglio sotto le coperte.

«Lucia, la regina Bess sa che siete qui e pretende che le siate presentata questo pomeriggio.»

L'ultima frase di Morgan provocò una reazione immediata da parte della ragazza. Scrollandosi di dosso il senso di confusione, lei aprì gli occhi e fissò il marito. «Preferirei non incontrarla affatto.»

II pirata scrollò il capo e tolse via le coperte, scoprendo il corpo nudo di lei all'aria fresca. «È semplicemente impossibile opporre un rifiuto al volere della regina. In piedi, la sarta arriverà tra un'ora con una serie di abiti che alcune delle sue clienti non sono state in grado di pagare e che non hanno più ritirato. Dovremmo trovare qualcosa che voi possiate indossare senza bisogno di molte modifiche. Ho chiesto che fosse portata una tinozza d'acqua calda per il vostro bagno.»

Lucia si alzò a sedere, si rese conto di essere senza indumenti e afferrò la coperta. I magnifici occhi di Morgan percorsero la lunghezza del suo corpo nudo mentre lei cercava di celarlo. A lei piaceva il modo in cui lo sguardo del suo compagno mutava dall'azzurro al grigio, a seconda del suo stato d'animo. I suoi occhi potevano essere consapevoli e penetranti, languidamente velati o ingannevolmente calmi. Ora i lineamenti duri del pirata erano messi in risalto da quegli occhi acuti mentre il suo sguardo si annebbiava di desiderio.

«Non mi sento molto bene», dichiarò Lucia. «Ho mal di testa e lo stomaco in subbuglio.»

Morgan increspò le labbra, malcontento. «Ora che siete a corte dovrete fare attenzione a non fidarvi di chiunque. Siete così ingenua da non sapere quel che voleva Harley? Oppure avete incoraggiato le sue attenzioni?»

Lucia socchiuse gli occhi infuriata. «Pensate quel che vi pare, Morgan, come fate di solito. Perché devo sempre darvi spiegazioni? Probabilmente continuate a incolparmi per quello che vi è successo all'Avana, benché io abbia negato ripetutamente la mia responsabilità. Per vostra informazione non ho incoraggiato le attenzioni di Lord Harley, o per lo meno non consapevolmente. Ammetto comunque che le consuetudini di corte vanno al di là della mia comprensione limitata.»

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L'espressione del corsaro si addolcì mentre lui si accomodava accanto alla moglie, facendo attenzione a non toccarla; se l'avesse fatto avrebbe trascorso il resto della mattinata a letto con lei. «Ho avuto tempo in abbondanza per pensare, nel corso degli ultimi mesi, e sono giunto alla conclusione che non siete capace di fare ciò di cui vi ha accusato del Fuego. Vi ho assolto molto tempo fa per qualsiasi misfatto sia accaduto all'Avana.

«In quanto al vostro comportamento di ieri sera con Lord Harley, so che è stata quella canaglia a dare per scontato che voi foste una facile preda; l'unica colpa che avete avuto è stata quella di fidarvi incautamente. Non permettete che questo accada di nuovo, Lucia; voi siete mia moglie e io salvaguardo quello che mi appartiene, perciò non fatevi venire strane idee, non sognatevi di mettere alla prova le vostre grazie femminili con i melensi cortigiani di Elisabetta.»

La giovane sbarrò gli occhi, stupefatta dalle parole del marito. «Se è questo ciò che pensate, perché state facendo la corte a Lady Jane?» Morgan scrutò il volto di Lucia, riflettendo sulla sua domanda; lei meritava una risposta, ma lui non riusciva a pensare a nulla che potesse mitigare la verità. Lei già sapeva quello che lui provava nei confronti del sangue spagnolo che le scorreva nelle vene.

«La regina Bess è furiosa con me perché mi sono sposato contravvenendo ai suoi desideri e sta insistendo per un annullamento, basandosi sul fatto che il nostro è stato un matrimonio forzato. Lady Jane dovrebbe essere la mia ricompensa, la sovrana mi ha offerto la sua mano come premio per la mia obbedienza. Lei è una dama ricca e titolata, nonché ansiosa di diventare mia moglie.»

Lucia inghiottì il nodo che aveva in gola. «Questo è ben noto; il Sussex occidentale non è lontano da Londra al punto che i pettegolezzi non raggiungano Scott Hall. Se è desiderio della regina che il nostro matrimonio venga annullato, perché non l'avete assecondata?»

Gli occhi di Morgan si oscurarono, in preda a un'emozione che Lucia non riconobbe. «Davvero, perché?»

I loro sguardi si scontrarono e si allacciarono, riluttanti a dividersi,mentre suo marito faceva l'amore con lei usando gli occhi. Lucia rabbrividì. L'intensità di quello sguardo scintillante le faceva dolorare i seni e pizzicare la pelle. Lei si sentiva come se lui l'avesse accarezzata intimamente senza davvero toccarla. Trascorso lo spazio di una dozzina di battiti cardiaci, Morgan imprecò e distolse lo sguardo.

«Maledizione, Lucia, come posso lasciarvi quando vi desidero ancora?» Si alzò in piedi all'improvviso, come allarmato da quell'ammissione.

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«Arriveranno presto i servitori con il vostro bagno. Quando giungerà la sarta vi aiuterà a scegliere qualche cosa di adatto all'udienza con la regina. Ritornerò a prendervi alle tre in punto.»

Prima che Lucia potesse riprendere fiato, Morgan era sparito. Lui poteva sentirsi confuso riguardo ai sentimenti che nutriva nei confronti di lei, ma la giovane sapeva esattamente che cosa provava per il suo esasperante marito. Poco le giovava amarlo, quando lui continuava a negare quello che aveva nel cuore. E se fosse arrivato un bambino, lei rabbrividì al pensiero di come il povero piccolo avrebbe sofferto con un padre che l'avrebbe detestato per il suo sangue spagnolo. Anche se quei tetri pensieri si dileguarono all'arrivo dei servitori con il bagno, lei non poté fare a meno di notare fugacemente che il suo primo giorno a corte era stato ben lungi dal risultare promettente.

Morgan osservò Lucia con aria critica e annuì soddisfatto. Con un abito di broccato giallo ornato da metri di pizzo e da un alto collo arricciato, sua moglie superava in splendore ogni dama di corte che lui conoscesse. Sir Scott sperò che lei non eclissasse la regina, perché Bess era fiera di essere sempre al centro dell'attenzione, nel bel mezzo del gruppo di bellezze che le orbitavano intorno. Nessuna osava brillare più di Elisabetta, se sperava di conquistarsi il suo favore.

«Siete bella, Lucia», disse sinceramente lui. «Venite, la regina sta aspettando.»

I corridoi continuavano a confondere la ragazza, ma Morgan sembrava sapere dove stava andando, mentre la guidava attraverso quel labirinto. Sorpresa quando trovò il salone delle udienze vuoto, Lucia guardò il marito in tono interrogativo.

«Bess aspetta nel suo appartamento; preferisce incontrarsi con voi privatamente.»Furono annunciati da un lacchè, e Lucia sentì che le si piegavano le ginocchia al momento di entrare nella stanza al braccio del marito. La forza del suo accompagnatore le infuse coraggio quando lei scoprì che non erano veramente soli. La stanza era affollata di spettatori, la maggior parte dei quali erano dame di compagnia e gentiluomini di corte. È questo che intende la regina per privato? si chiese lei. Poi i suoi pensieri si dispersero quando si aprì un varco e lei vide la sovrana seduta su una poltrona intagliata e riccamente ornata, in fondo alla sala privata.

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Lucia notò che la regina era una donna piccola, ma che la sua statura era intensificata dal portamento regale. Portava una parrucca rossa modellata secondo una pettinatura elaborata e il colletto arricciato e inamidato era sottolineato dalla pelle incredibilmente bianca. Nella regina non c'era nulla di comune; Lucia vide subito che Elisabetta era nata per il ruolo di sovrana e che lo svolgeva sino in fondo.

«Vostra Maestà», disse Morgan, producendosi in un profondo inchino; Lucia piombò immediatamente in un'aggraziata riverenza. Elisabetta ordinò loro di alzarsi e offrì la mano a Sir Scott; lui la strinse e se la portò alle labbra, poi presentò Lucia. La regina fissò la giovane con aria sconcertata, immediatamente consapevole del motivo per cui il corsaro resisteva con fermezza al tentativo di sciogliere il suo matrimonio. Lei trovò che la donna spagnola fosse di una bellezza rara, ma quella consapevolezza non influenzò affatto la sua opinione riguardo all'unione del capitano corsaro. Sir Morgan Scott meritava di sposare un'inglese, non una spagnola che non portava niente in dote.

«Non abbiamo convocato a corte vostra moglie», disse Elisabetta con freddezza. «La cosa non ci fa piacere, Sir Morgan, voi conoscete i nostri desideri a tale proposito. È stato sottoposto alla nostra attenzione il fatto che vostra moglie ha avanzato minacce contro una delle nostre dame di compagnia.»

Lucida desiderò sprofondare sotto il tappeto. La regina era scoraggiante, e quando lei vide Lady Jane che la guardava in cagnesco, capì che la dama aveva preso sul serio la sua minaccia. Spontaneamente, il mento di Lucia si sollevò più in alto; lei rifiutò di lasciarsi intimidire da quella monarca spietata che aveva ordinato la morte della sua stessa cugina, Maria.

Morgan gemette piano; fosse maledetta Lady Jane per essere corsa dalla regina con la sua versione della storia. Non capivano che la minaccia di Lucia era stata un puro gesto di spacconeria?

«Dovete perdonare mia moglie, Vostra Maestà, è straniera in Inghilterra e non conosce le nostre consuetudini; non intendeva certo nuocere a nessuno.»

Elisabetta posò su Lucia il suo sguardo altezzoso. «Che cosa dite, Lady Scott? La vostra minaccia di omicidio era priva di valore?» Chiamando a raccolta le proprie facoltà, la giovane fissò negli occhi la regina e disse: «Facevo sul serio, ogni parola che ho detto era vera, Vostra Maestà. Strapperò il cuore di Lady Jane e lo darò in pasto ai porci, se lei non lascerà in pace mio marito».

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Una contenuta esclamazione di sorpresa si levò tra coloro che si trovavano abbastanza vicino da udire, ma nessuna fu più forte di quella di suo marito, che perciò non notò la breve scintilla di ammirazione visibile negli occhi di Elisabetta.

«Abbiamo visto e udito a sufficienza da parte della vostra sposa spagnola, Sir Morgan», disse la regina in tono sdegnoso. «Vi ricorderemo che il vostro matrimonio non ci soddisfa; avevamo in mente un'altra persona per voi.»

«Lo so, Maestà, e prenderò in considerazione i vostri desideri con estrema diligenza.» Si inchinò e uscì dalla stanza retrocedendo, trascinando Lucia con sé.

Non appena furono abbastanza lontano da non essere uditi, lui fece volgere Lucia di scatto e la guardò furioso. «Dovevate proprio ripetere a Elisabetta quella ridicola minaccia? Maledizione, Lucia, che cosa devo fare con voi? Non so perché non vi rispedisco da dove siete venuta e non sposo Jane come vuole la regina.»

«Davvero non lo sapete?» chiese sua moglie con aria provocatoria. «Pensateci su, Morgan.»

Maledizione, lui ci aveva già pensato!

CAPITOLO 17

urante le settimane che seguirono Lucia incontrò in segreto i gesuiti, che erano ancora a corte in attesa che l'annata spagnola entrasse in

acque inglesi. Essi giravano per Whitehall come spettri tenebrosi, tollerati dalla regina nello sforzo di mantenere la pace tra l'Inghilterra e i potenti paesi cattolici del sud. II duca di Parma, dei Paesi Bassi spagnoli, veniva sorvegliato, poiché si era saputo che stava radunando truppe in difesa della Spagna sulle coste fiamminghe.

D

Arrivò aprile, senza che per Lucia si verificasse alcun cambiamento: la corte di Elisabetta le era sempre ostile; lei era considerata ancora con sospetto. Morgan era molto indaffarato nei preparativi per l'imminente battaglia navale, e a maggio si recò spesso a Plymouth per conferire con Sir Francis Drake a nome della regina. Elisabetta sembrava temporeggiare nei preparativi contro un'invasione spagnola; se lei avesse forzato le cose ordinando alla propria flotta di prendere il mare per distruggere 1'armada

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spagnola prima che lasciasse Lisbona, la battaglia sarebbe terminata ancora prima di iniziare.

In maggio, durante le lunghe assenze del marito, Lucia entrò ancora più in confidenza con i gesuiti. Poiché essi erano le uniche persone a corte che apprezzassero la sua compagnia, lei si sentiva a suo agio con loro. Essendo cresciuta in un convento, le sembrava naturale stare con i preti.

Con mortificazione di Lucia, Morgan continuava a trattarla con freddo sdegno quando era nei paraggi abbastanza a lungo da accorgersi della sua presenza. Benché lei non volesse credere che suo marito andasse a letto con Lady Jane, non poteva essere certa che così non fosse. La giovane non dava nulla per scontato per quanto riguardava Morgan; se lui era disponibile, la sera la accompagnava al tavolo del buffet, ma nella maggior parte dei casi lei preferiva farsi portare i pasti in camera. Quando la ragazza cercava di fare amicizia con qualcuna delle dame di corte, i suoi sforzi erano sempre respinti seccamente. Soltanto gli uomini le offrivano una parvenza di amicizia, e lei ormai sapeva dove volessero andare a parare. Talvolta la pura noia la spingeva a uscire dalla propria stanza, e in un'occasione si azzardò ad avventurarsi nelle strade di Londra, ma Morgan la rimproverò duramente per la sua imprudente scappatella. Lucia non sarebbe rimasta a corte, e neppure in Inghilterra, se avesse avuto un modo sicuro per ritornare in Spagna da sola.

Qualsiasi intimità lei e Morgan avessero potuto condividere un tempo divenne quasi inesistente ora che il capitano era impegnato più seriamente nell'intrigo politico. Lui dormiva di rado nella loro stanza, e quando lo faceva arrivava così tardi ed era così esausto che si addormentava immediatamente.

Lucia si preoccupava all'eccesso per lui; sapeva che aveva intenzione di salpare con la flotta inglese quando avessero ingaggiato battaglia con l'armata, e temeva che potesse perdere la vita in combattimento. Tuttavia lui rifiutava di parlare della cosa, come se, rivelando i piani inglesi a una donna spagnola, potesse in qualche modo tradire il suo paese. La giovane non trovava difficoltà a capire il motivo dell'indifferenza di Morgan; lui la desiderava ancora, ma era evidente che il timore che lei concepisse un figlio era sufficiente a raggelare il suo ardore.

Il mese di giugno portò a un punto di rottura le tensioni presenti a corte; abbondavano le dicerie, si sussurrava che 1'armada fosse già salpata. Alcuni sostenevano che le navi portassero quasi centomila soldati addestrati per invadere l'Inghilterra. Soltanto Lucia sapeva che erano stati i gesuiti a diffondere la maggior parte di quelle voci. Poi, in un'assolata

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giornata di giugno, suo marito fece una rara apparizione nella loro camera, nel bel mezzo del pomeriggio. Lucia trasalì palesemente quando lui fece irruzione nella stanza in uno stato di grande agitazione.

«Morgan, che cosa c'è? È stata avvistata 1'armada spagnola?» «Forse voi lo sapete meglio di me.»

Lucia si ritrasse come se fosse stata schiaffeggiata. «Che cosa state dicendo?»

«Avete frequentato delle spie a mia insaputa?» Lucia si inalberò, indignata. «Certo che no!»«Mi è stato fatto notare che state trascorrendo parecchio tempo con i

preti spagnoli che sono stati mandati qui a spiare per conto di re Filippo. Se non fosse per la benignità di Elisabetta, non sarebbe

mai stato loro concesso di entrare nel nostro paese.» Lui socchiuse gli occhi con espressione accusatoria. «Siete diventata una spia, Lucia?»

«Non ho fatto nulla del genere! È così strano che io preferisca la compagnia dei miei connazionali? Questi inglesi insensibili mi odiano. Per lo meno i preti sono disposti a parlare con me, diversamente da voi, che sembrate aver dimenticato che esisto. Ho fatto del mio meglio per restare lontana dalla regina e dai suoi sudditi, dato che sembrano nutrire tanta antipatia nei miei confronti.»

Morgan si accigliò; ma non disse niente. All'insaputa di Lucia, lui l'aveva difesa ripetutamente presso Elisabetta, che continuava a obiettare con forza al fatto che uno dei suoi cortigiani preferiti fosse sposato con una spagnola. Lady Jane si era affrettata a rincarare la dose, esprimendo la propria disapprovazione insieme con quella della regina. Jane restava tenacemente avvinghiata alla speranza che ben presto sarebbe diventata la moglie di un eroe nazionale.

Per Morgan gli ultimi mesi erano stati difficili quanto per Lucia. Gli sarebbe piaciuto accontentare la sovrana riguardo al suo matrimonio, ma non poteva forzare le proprie emozioni. II suo cuore era diviso tra il dovere nei confronti della regina e i sentimenti sempre più teneri che nutriva nei confronti della moglie. La sua mente sapeva che il sangue spagnolo di Lucia avrebbe sempre costituito una barriera tra loro, ma il cuore gli diceva che era tempo di dimenticare il passato e di mettere a riposo il ricordo della sua famiglia. La rabbia riusciva a piegare e a indurire l'animo di un uomo, e lui aveva portato il fardello davvero per troppo tempo. La vendetta era un'amante possessiva.

«Morgan, perché mi fissate così?»

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Morgan le rivolse un sorriso malizioso, aveva già dimenticato perché voleva parlarle. Guardare Lucia gli faceva scordare il suo stesso nome. «Siete bella. I capelli stanno crescendo, vi arrivano quasi alle spalle. Non mi dispiacevano nemmeno quand'erano corti.»

«Potrei tornare a tagliarli.»«Dovrete passare sul mio cadavere.» Lui si fece più vicino, ancora più

vicino, finché non sentì il dolce alito di lei che gli soffiava sulla guancia. «Non è stato un periodo facile, vero, tesoro? Alla vecchia Bess non piace essere contrariata, e, quando questo accade, il suo malcontento può diventare feroce. Forse dovrei rimandarvi in campagna, lontano dalla corte e da tutto questo trambusto.»

«Perché avete disobbedito alla regina, Morgan? E non vi sfiori neppure l'idea di mandarmi via, perché ritornerò. Ai vostri servitori piaccio ancora meno che agli amici che avete a corte. Forse», aggiunse con aria meditabonda, dolente, «sarebbe meglio se ritornassi in Spagna.»

Le labbra di Morgan erano a pochi centimetri di distanza quando lui disse: «Certo che sarebbe meglio, tesoro, ma quando mai io ho fatto quel che è più opportuno? Lasciarvi andare sarebbe come perdere il mio braccio destro. Non capisco tutto questo, non mi piace, eppure è proprio così.»

Il pirata aveva trascorso gli ultimi dieci anni della propria esistenza a imparare a odiare gli spagnoli, e in pochi brevi mesi Lucia gli aveva insegnato che nella vita c'era qualcosa di più della vendetta. Lei gli aveva fatto provare gioia bruciante, angoscia feroce, dolce passione... e ardore. Sentiva che il muro che lui stesso aveva costruito intorno al suo cuore si stava sgretolando.

Posò la bocca su un angolo di quella di lei, ardente ed esigente, e prese a sondarne la dolcezza con la lingua; con un gemito le afferrò il posteriore, attirandola contro il crescente turgore del proprio desiderio. Non riusciva neppure lontanamente a capire perché nel corso di quelle settimane si fosse privato di tutto ciò, quando avrebbe invece dato la propria anima per stringere tra le braccia il corpo nudo di Lucia e fare l'amore con lei come richiedeva il suo fisico. Per mesi lui aveva cercato di obbedire ai desideri della regina, invece di dare ascolto al proprio cuore; aveva consentito alla brama di vendetta di distruggere l'unica cosa importante della sua vita. A Morgan venne in mente che avrebbe potuto vivere piuttosto piacevolmente anche senza il favore della sovrana, ma dubitava seriamente di riuscire a resistere senza Lucia.

La giovane sentì la rapida, pronta ondata di eccitazione che le si avviluppava dentro, tesa, viva e brillante come il sole nascente; le parole di Morgan erano state un vero balsamo per il suo umore depresso. Lui teneva

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a sua moglie, lei lo sentiva nel profondo dell'anima, ma il pirata si era sempre lasciato sopraffare dalla propria brama di vendetta creando un muro in cui lei non riusciva a fare breccia, per quanto lo percotesse con forza.

«Dolce Lucia», gemette lui contro la bocca della ragazza. «Può darsi che voi non siate una strega, ma somigliate maledettamente a un'incantatrice. L'effetto che avete su di me è pura stregoneria.»

«Invece ciò che voi fate a me è pura magia», replicò lei senza fiato. «E pensare che volevo farmi suora. Se non vi avessi mai incontrato non avrei conosciuto la gioia di stare con voi. Oh, Morgan, vi a...»

Le parole furono interrotte dalle labbra di Morgan che saccheggiarono spietatamente le sue mentre le mani dell'uomo le tracciavano un percorso di fuoco sulla pelle. Quando lui la prese in braccio e la portò a letto, Lucia provò il genere di felicità che giungeva soltanto una volta nella vita. E ora, con suo marito sul punto di ammettere di amarla, poteva infine confidargli un segreto che in quelle ultime settimane era stato soltanto un sospetto. Lei era sicura di portare in grembo il bambino di Morgan, ma aveva avuto troppa paura della reazione del pirata per rivelarglielo. Innumerevoli volte lui le aveva detto di non volere un figlio mezzo spagnolo, ma all'improvviso si sentiva fiduciosa dell'affetto che lui nutriva nei suoi confronti.

Nel giro di pochi attimi furono entrambi nudi, e presero ad adorarsi con mani, labbra e bocca, mentre i loro corpi si contorcevano nella necessità di consumare quel nuovo inizio. Morgan la eccitò lentamente, teneramente, con grande sollecitudine e perizia, portandola sull'orlo dell'estasi e poi negandole l'abbandono. Lucia portò timidamente la propria bocca sul turgore vellutato di lui, assaporando, gustando, sorpresa nel trovare piacevole al palato la lieve salinità della sua essenza.

II corsaro s'inarcò con violenza e digrignò i denti. «Maledizione! Basta, tesoro, basta.»

La immobilizzò sul letto, scivolandole lungo il corpo e portando la propria bocca sul suo intimo canale; sondò in profondità con la lingua, assaporando l'aroma muschiato della sua eccitazione, e con inesorabile determinazione la guidò verso l'orgasmo. Lucia gridò e si precipitò in un crescendo di pura beatitudine. Lui attese finché la respirazione di lei non fu ritornata alla normalità, poi ricominciò a eccitarla, finché non fu calda e

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umida di madore perlato, finché non lo implorò di venire dentro di lei. Ora, spinto dal bisogno incalzante del proprio corpo, lui posizionò la piena erezione sul sesso di lei e spinse intensamente in avanti. Morgan perse quasi íl controllo nel momento in cui la morbidezza di sua moglie lo racchiuse, ma contrasse con forza la mascella e fletté i fianchi, affondando sino in fondo la sua verga pulsante. Lei sentì la rigidità del corpo madido di sudore di lui fremere contro il proprio, come se lo sforzo necessario al controllo gli stesse costando caro.

«Vieni con me, tesoro», le mormorò all'orecchio con voce roca. «Vieni con me... ora!» Senza accorgersene, era passato a darle del «tu». Gridando il nome di lui, Lucia fu quasi sopraffatta dall'estasi devastante del suo secondo orgasmo.

Morgan emise un grido roco, penetrò una volta, due, poi si ritrasse e versò il proprio seme sulle lenzuola. Lucia lo osservò inorridita mentre lui continuava a sollecitarsi con la mano finché non fu completamente scaricato; poi si lasciò cadere accanto a lei e chiuse gli occhi.

Benché ancora stordita di passione, Lucia non era così sopraffatta da non sapere che il gesto di Morgan era innaturale. Quando la sua respirazione rallentò fino a riportarsi a un battito uniforme, lei rotolò sul fianco e lo fissò. «Perché l'hai fatto?» chiese in tono lamentoso, passando anch'essa al più intimo «tu».

Lui aprì gli occhi e le rivolse uno sguardo più cupo che di scusa. «Intendi dire ritrarmi? È uno dei modi per evitare di avere figli; finora siamo stati fortunati, ma la nostra buona sorte non può durare in eterno.»

Le parole di lui riuscirono a mandare in frantumi il sogno insensato nutrito da Lucia, di poter vivere appagata con Morgan e con il loro bimbo. Lui poteva desiderarla sessualmente, ma aveva appena dimostrato di aborrire il pensiero di avere un bambino che recasse il sangue spagnolo di lei. Lo spietato rifiuto di quel figlio provocò un dolore così intenso che la giovane si mise una mano protettiva sul ventre e si volse dall'altra parte affinché il marito non si accorgesse di averla ferita crudelmente.

Se Morgan avesse saputo che genere di devastazione avevano provocato le sue parole, non le avrebbe mai pronunciate. Le sue motivazioni erano state decisamente diverse e di gran lunga più semplici dell'interpretazione di Lucia. Lui voleva dei figli, quale uomo non ne desiderava? Era venuto il momento di mettere da parte il ricordo della strage della sua famiglia e di continuare a vivere. La vendetta era stata la forza dinamica della sua esistenza per così tanto tempo che il corsaro aveva

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escluso da essa tutto il resto, compreso l'affetto. Ma ora lui voleva l'amore, quello di Lucia. E sperava anche di avere dei figli con lei, ma non subito.

Molto presto il capitano Scott avrebbe raggiunto la flotta inglese e avrebbe impegnato gli spagnoli in battaglia. Che cosa sarebbe accaduto se lui avesse perduto la vita e avesse lasciato Lucia con un figlio in grembo? Conoscendo la propensione della regina per le rapide ritorsioni contro chi la contrariava, Morgan non poteva neppure essere certo che le sue proprietà sarebbero andate alla moglie, se lui avesse perso la vita in mare. In passato Elisabetta aveva confiscato i beni di chi l'aveva contrastata, e Lucia si sarebbe potuta ritrovare nell'indigenza, con un figlio da crescere; lui non poteva correre quel rischio.

Naturalmente sarebbe stato più facile se lui si fosse limitato a rimanere lontano dal letto di sua moglie, ma la loro natura appassionata rendeva difficile quella soluzione. Meglio dire impossibile, pensò lui ironicamente. Morgan non era più in grado di privarsi di Lucia, ma poteva fare molta attenzione a evitare di lasciare il proprio seme dentro di lei.

«Non allontanarti da me, Lucia», disse lui, facendola volgere perché lo guardasse in faccia. «Non posso più negare ciò che provo nei tuoi riguardi. A1 diavolo la regina, al diavolo Lady Jane. Si tratta della mia vita e, maledizione, farò come mi pare.»

Le toccò il volto e sentì le lacrime. «Perché piangi, tesoro?»Ora la giovane non vedeva il motivo per dire al marito che portava in

grembo suo figlio; lui avrebbe perfino potuto costringerla a liberarsi del bambino. Aveva sentito dire che cose simili erano possibili.

«Mi hai sentito, Lucia? Che cosa c'è?»Fortunatamente lei non dovette inventare una risposta; un colpo secco alla

porta interruppe quello che per Lucia avrebbe potuto essere un momento molto difficile.

«Maledizione! Chi può essere?» Infilandosi i calzoni, Morgan aprì di scatto la porta, sorpreso a trovare Stan Crawford sulla soglia. «Stan! Che cosa c'è? È successo qualche cosa all'Avenger?»

«State tranquillo, Morgan, la nave è a posto. L'armata spagnola ha lasciato Lisbona qualche settimana fa; è stata ridotta in cattivo stato e dispersa da tempeste e tempo infame, ma si è riunita a Corunna e ora è tornata sulla propria rotta; è stata individuata al largo della costa francese.»

«Come lo sapete?»«È giunto un messaggio dall'uomo che avete mandato a seguire le tracce

dell'armada. Immagino che la regina abbia ricevuto la stessa informazione segreta.»

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«Devo conferire immediatamente con la sovrana», disse Morgan, eccitato per il fatto di poter porre fine a quel lungo periodo di inattività. «Vi raggiungerò direttamente sull'Avenger, richiamate tutti gli uomini dalla franchigia.»

Morgan chiuse la porta dietro a Crawford e si rivolse a Lucia. «Hai sentito?»

Lei annuì debolmente. «Stai per partire.»«Non appena avrò parlato con Elisabetta; sono certo che abbia le proprie

spie che raccolgono informazioni, ma è necessario che io conosca i suoi piani, ora che l'invasione è praticamente una certezza.»

Si vestì rapidamente, poi si rivolse a sua moglie. «Temo che non ci sia tempo per rimandarti in campagna, ormai. Se ti affido alla custodia della regina, lei non oserà rifiutare di prenderti sotto la sua protezione.» Morgan la sollevò mettendole le braccia dietro le spalle e la baciò con intensità. La gola gli doleva tanto che riusciva a malapena a parlare. «Lucia, ci sono cose che desideravo dirti, ma dovranno aspettare. Riguardati, amore mio.»

«Fai attenzione, Morgan. Pregherò per te. Ti a...» Lei stava per dirgli che lo amava, ma poi ci ripensò; era molto meglio che lui la odiasse, per quello che lei doveva fare.

La regina Bess camminava avanti e indietro nel proprio appartamento privato, in uno stato di agitazione; era circondata da membri del consiglio della corona e altri consiglieri, compreso Morgan.

«Sono appena giunte informazioni segrete indicanti che la spedizione spagnola ha incontrato condizioni di tempo avverso, ma si è nuovamente raggruppata a Corunna e si sta avvicinando alle coste inglesi», confidò lei. «Stiamo ordinando l'invio di approvvigionamenti e provviste alla nostra

flotta e abbiamo emanato mandati che garantiscono a Howard, Drake e Hawkins il permesso di intercettare 1'armada prima che raggiunga le nostre coste.»

«La mia nave è pronta a salpare», l'informò Morgan.«Potete portare i nostri mandati alla flotta?» chiese Elisabetta. «Sì, Vostra Maestà.»

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«Il mio scrivano ve li consegnerà, vi auguriamo buon viaggio per mare e buona caccia, Sir Scott.»

Lui esitò. «Posso parlarvi liberamente, Vostra Maestà?»«C'è qualche altra cosa di cui desiderate discutere?»«Sì, riguarda mia moglie. So che cosa pensate di lei, ma intendo

affidarla alla vostra custodia durante la mia assenza. Confido nel fatto che farete in modo che stia al sicuro.»

Elisabetta inarcò di scatto le sopracciglia. «La vostra audacia è sconfinata, Sir Scott. Pensate che la Nostra benevolenza sia senza limi ti, per quanto vi riguarda? Uomini di rango più elevato del vostro sono caduti in disgrazia quando hanno preteso troppo da Noi.»

«Mi rendo conto che forse sto varcando i confini e, in tal caso, imploro il vostro perdono. Lucia è un'anima innocente per molti versi, io vi chiedo soltanto di accoglierla sotto la vostra protezione fino mio ritorno.»

Elisabetta si diede dei colpetti impazienti contro il mento, con ventaglio. «Voi avete contribuito generosamente a rimpinguare i nostri forzieri, perciò onorerò la vostra richiesta. Tuttavia non aspettatevi troppo da Noi.»

«Grazie, Vostra Maestà», esclamò Morgan, grato per qualsiasi grado di protezione la sovrana potesse offrire a sua moglie.

«Dio sia con voi, Sir Scott», disse Elisabetta, ponendo fine alla conversazione.

Sentendosi bisognosa di preghiera e di consolazione, Lucia si vestì e si affrettò a raggiungere la stanza dei gesuiti; li trovò impegnati a imballare le poche cose che possedevano. Padre Pedro la salutò con espressione inquieta e preoccupata.

«Figliola, venite, venite, per noi è giunto il momento di partire. Proprio oggi abbiamo ricevuto un messaggio secondo cui 1'armada è finalmente prossima a raggiungere il suolo inglese, mentre la flotta di Elisabetta rimane ancora inattiva a Plymouth.»

«Ora la regina si muoverà rapidamente», ipotizzò Lucia.«La sovrana è una vecchia sciocca piena di esitazioni», osservò padre

Bernardino, sprezzante. «Dobbiamo partire immediatamente; un'imbarcazione ci aspetta a Dover per attraversare la Manica e portarci fino a Calais. Da li viaggeremo in carrozza fino a Brest e saliremo a bordo di una nave díretta a Lísbona.»

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«Dovete venire con noi, figliola», la sollecitò padre Juan. «Sappiamo che siete stata costretta a sposarvi e che non potreste mai amare un inglese. La situazione a corte non sarà più sicura, quando vostro marito sarà partito per raggiungere la flotta inglese. Dovete fidarvi di noi, proprio come noi abbiamo fiducia in voi.»

Lucia lo guardò sbalordita. «Come sapete che Morgan sta per partire?»«Ah, abbiamo i nostri informatori, figliola. Sappiamo che vostro marito

reca con sé mandati della regina da consegnare alla flotta. Crediamo che gli inglesi si muoveranno molto presto contro la nostra armata.»

«Noi sappiamo anche qualche cosa di cui neppure la regina è a conoscenza», le confidò padre Juan. «Quando 1'armada entrerà nella Manica si fermerà a Dunkirk. II duca di Parma ha radunato venticinquemila uomini dai Paesi Bassi spagnoli; questi si uniranno agli altri venticinquemila già schierati a bordo delle navi partite dal nostro paese. Le truppe hanno armi e polvere sufficienti a garantire la vittoria.»

Lucia rimase costernata di fronte ai numeri citati da padre Juan. «Così tanti uomini?»

«Le dimensioni delle forze impegnate e la natura dei loro armamenti sono senza precedenti, sia nella storia spagnola sia in quella inglese», osservò con orgoglio padre Pedro. «La Spagna uscirà vittoriosa dal conflitto, perché Dio è dalla nostra parte.»

Lucia sentì che il cuore le si raggelava; il numero delle navi, degli uomini e delle armi era impressionante. Ma ancora più spaventoso era il fatto che Morgan potesse essere sul punto di precipitarsi verso la morte. Sapeva contro che cosa stava per misurarsi la flotta inglese? Sua moglie doveva informarlo prima che lui lasciasse Londra; si rendeva conto che nulla gli avrebbe potuto far cambiare idea, ma quell'informazione poteva risultare estremamente preziosa. L'amore che lei provava per il marito superava di gran lunga quello che lei nutriva per la propria patria.

«Quando dobbiamo lasciare Londra?» chiese Lucia.«Domani», rispose padre Pedro. «La vostra sofferenza è quasi giunta al

termine. Vi presterò una delle mie vesti; nessuno vi riconoscerà, abbigliata da prete. Vi contatterò più tardi per comunicarvi gli ultimi particolari.»

«Devo fare i bagagli», disse lei, ansiosa di trovare Morgan e riferirgli quanto aveva appena appreso.

«Andate in pace, figliola», fu l'augurio di padre Pedro. «Ben presto conoscerete il conforto della casa di vostro padre.»

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Lucia si affrettò lungo i corridoi, con cui aveva acquistato familiarità nelle settimane trascorse a corte, e giunse senza fiato nel salone delle udienze della regina. La stanza era affollata e, da quanto poté raggranellare da frammenti di conversazione uditi per caso, si discuteva ampiamente dell'armata spagnola in avvicinamento. Passando rapidamente in rassegna i presenti, lei non vide traccia di Morgan; poi scorse Lady Jane e, rimangiandosi il proprio orgoglio, si avvicinò alla donna a testa alta.

«Avete visto mio marito, mia signora?»Lady Jane rivolse a Lucia uno sdegnoso gesto della mano. «Morgan

non vi informa minimamente dei suoi progetti? Lo sanno tutti che è partito per raggiungere la flotta a Plymouth Sound.» La sua voce era fredda e piena di superiorità. «Mi ha chiesto di aspettarlo. Ha detto di essere giunto a un'importante decisione riguardo al suo matrimonio, e di essere ansioso di comunicarmela. Purtroppo non ha avuto tempo di scendere nei particolari.»

Le parole della dama ebbero l'effetto desiderato su Lucia; lei sapeva di non dover prestar fede a quanto detto da Lady Jane, perché probabilmente parlava spinta dalla gelosia, ma la cosa la fece soffrire comunque. Inoltre poteva trattarsi della verità.

«Non sono qui per discutere di Morgan; voglio sapere se l'avete visto negli ultimi minuti.»

«Siete arrivata troppo tardi», l'informò la rivale. «È partito più di un'ora fa.»

Con un'esclamazione di sgomento, Lucia si volse e fuggi; quando ebbe raggiunto il cancello d'ingresso interrogò un lacchè che si trovava lì vicino. I suoi peggiori timori furono confermati quando il servitore le disse che suo marito era partito da un po'. Era inutile seguirlo, perché secondo Stan Crawford 1'Avenger stava aspettando soltanto che il capitano salisse a bordo per issare le vele.

Ora alla giovane spagnola non rimaneva altro che la preghiera; se Dio fosse stato misericordioso, Morgan sarebbe ritornato illeso. Lei doveva crederci, anche se non l'avrebbe mai saputo per certo. Loro due non avevano un futuro insieme; Lady Jane poteva dargli quello che lei non era in grado di offrirgli, un erede il cui sangue inglese fosse puro come quello del pirata. Il bambino che Lucia portava in sé poteva non essere ciò che desiderava Morgan, ma lei avrebbe curato teneramente l'unica parte di lui che con ogni probabilità le sarebbe mai rimasta accanto.

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Il giorno seguente cinque gesuiti furono visti lasciare Whitehall. La regina fu ben lieta di liberarsi di loro; in realtà lei si sentì alleggerita da un peso, sapendo che se n'erano andati. Se non fossero partiti di propria iniziativa, lei avrebbe educatamente chiesto ai religiosi di lasciare il paese. Quando i preti sfilarono per i corridoi di Whitehall e uscirono dal cancello per salire sulla carrozza che li stava aspettando e che li avrebbe portati a Dover, tutti e cinque avevano i cappucci calati sulla fronte.

Lucia esitò prima di salire sul veicolo; stava quasi per cambiare idea. Lasciare Morgan era la cosa più difficile che fosse mai stata costretta a fare, e forse la più nobile. Le sue motivazioni erano pure, nel migliore interesse di suo marito e del loro bambino. Lei non poteva sopportare il pensiero di allevare il piccolo in un'atmosfera ostile, e pregava di aver accumulato una quantità di ricordi di lui sufficiente a durare per un'intera esistenza. II pensiero terrificante di non averlo fatto le provocò un attimo di panico, che la fece raggelare. Una volta lasciata Londra il suo rapporto con il pirata sarebbe stato irrevocabilmente troncato, non avrebbe più potuto ritornare sui propri passi.

«Sbrigatevi, figliola», la esortò padre Pedro. «L'imbarcazione non attenderà in eterno.»

Lucia esitò; quel passo definitivo era così traumatico da paralizzarla, da renderla incapace di pensare, di muoversi. La decisione fu presa per lei da padre Juan e Bernardino, che erano in attesa all'interno della carrozza; i due l'afferrarono per le braccia e la tirarono dentro. Padre Pedro entrò rapidamente dietro di lei e sbatté la porta. La carrozza si lasciò Whitehall alle spalle con uno sbatacchiare di zoccoli e ruote.

«Non potete rimanere tra questi eretici», osservò padre Pedro quando Lucia fece per protestare. «Vostro padre sarà grato di riavervi a casa sana e salva, e forse si dimostrerà abbastanza riconoscente da sovvenzionare ulteriormente il nostro ordine.»

Troppo stordita per rispondere, Lucia guardò malinconicamente fuori del finestrino, ricordando con quanta tenerezza Morgan avesse fatto l'amore con lei il giorno in cui era partito. Tutto era sembrato così fantastico per un breve attimo, finché lui non aveva manifestato il proprio disprezzo nei suoi confronti scaricando il suo seme sulle lenzuola. Quell'unico semplice atto aveva posto fine al loro rapporto con la stessa efficacia con cui lui avrebbe potuto troncarlo con la spada. Suo marito aveva sottolineato molto chiaramente che avrebbe odiato un loro figlio. Sospirando rassegnata, lei

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rivolse al futuro i propri lugubri pensieri, indipendentemente da quanto esso potesse profilarsi deprimente senza Morgan nella sua esistenza.

Il capitano Scott raggiunse Plymouth con i mandati della regina e li consegnò agli ammiragli. Due giorni più tardi, dopo un periodo di tempo avverso, si levò da nord-est un bel vento fresco. Gli ammiragli cessarono di caricare gli approvvigionamenti e ordinarono alla flotta di uscire per una rapida sortita volta a intercettare 1'armada. L'Avenger si unì alle più di novanta navi armate, grandi e piccole, che costituivano la flotta coraggiosa e valorosa degli inglesi.

Cinque giorni più tardi ritornarono a Plymouth Sound, perché nel bel mezzo del golfo di Biscaglia il vento aveva cambiato perversamente direzione verso sud, costringendoli a ritornare indietro. Nel corso della settimana seguente la flotta incontrò problemi con lo stesso genere di tempo burrascoso che aveva afflitto l'armata spagnola. Alcuni velieri erano stati sottoposti a sollecitazioni eccessive e avevano visto aprirsi delle falle, mentre altri avevano bisogno di nuovi alberi e sartiame. E, come sempre quando le navi trascorrono troppo tempo in mare, si erano diffuse molte malattie. Durante il periodo di quiete i comandanti fecero il possibile nel breve tempo a disposizione, rifornendo le proprie navi di acqua fresca, scorte, munizioni e provviste.

Il capitano Scott era irritato e impaziente; i ritardi si stavano rivelando disastrosi per gli uomini e per le navi. Morgan voleva sconfiggere l'armata spagnola il più rapidamente possibile, per potersi precipitare a casa da Lucia e dirle che l'amava. Neppure la disapprovazione della regina avrebbe potuto convincerlo a rinunciare a sua moglie, neanche per tutte le Lady Jane d'Inghilterra.

Proprio mentre correva voce che l'armata spagnola avesse rinunciato alla spedizione per quell'anno, la Golden Hind, una delle navi incaricate di perlustrare l'ingresso della Manica, giunse a riferire che un ampio gruppo di navi spagnole era stato avvistato vicino alle isole Scilly, con le vele ammainate, apparentemente in attesa di essere raggiunto dal resto dell'armada. La notizia fu comunicata immediatamente alla regina e infine, il 19 giugno, fu dato ordine che la flotta principale si radunasse a Tilbury e che quella secondaria si presentasse a St. James allo scopo di difendere la persona della sovrana.

Alle dieci di quella notte la flotta da combattimento inglese salpò da Plymouth. Il giorno seguente il vento si ravvivò da sud-ovest e tutte le navi,

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compresa l'Avenger, iniziarono a prendere il mare per evitare di essere colte dal nemico a ridosso della costa.

L'armada si disperse pur continuando ad avanzare rapidamente, e si portò lontano, a ovest, in mare aperto. Morgan era al timone dell'Avenger, e seguiva con il cannocchiale 1'avanzata della flotta spagnola.

«Mio Dio, Stan, guardate!» disse, porgendo il cannocchiale al primo ufficiale. «Non ho mai visto nulla di simile.»

L'armada mantenne la rotta fino alla Manica e infine i centotrenta vascelli divennero visibili. Davanti veleggiavano le navi che costituivano la principale forza di combattimento, in linea, a fianco a fianco; dietro a queste c'erano le imbarcazioni più piccole e meno difendibili, e su ciascun fianco, un po' arretrata, avanzava un'altra squadra da combattimento meno ingente.

«Non riesco a credere che l'armata spagnola sia sopravvissuta intatta, considerato il tempo inclemente che ha incontrato in queste ultime settimane», commentò Morgan, stupefatto.

«Dove pensate che approderanno?»«Difficile a dirsi. L'ultimo messaggio di Drake diceva di lasciare che

gli spagnoli si avviino verso la loro destinazione. Poi li colpiremo con tutto quello che abbiamo.»

Per sette giorni mozzafiato la flotta spagnola perseverò verso il proprio obiettivo ideale, continuamente impegnata da ripetuti attacchi della forza di Drake, tuttavia non arrestata dall'intervento dell'agile e svelto nemico. Due giorni più tardi, i123 luglio, al largo dell'isola di Wight, ebbe luogo un'azione più completa. L'armada si diresse verso la costa opposta, ancorando a Calais nella speranza di stabilire un contatto col duca di Parma e con l'esercito promesso da questi; tale scelta portò gli spagnoli alla rovina. La flotta inglese attaccò, disperdendo il nemico per miglia lungo la costa; quella si rivelò la battaglia decisiva di tutta la campagna.

L'Avenger si ritrovò nel bel mezzo della mischia e si difese bene contro la possente armada; riportò danni di scarsa rilevanza e perse alcuni uomini valorosi, ma nel complesso ne uscì praticamente indenne. Né Morgan né Crawford furono feriti.

Quando la flotta spagnola cercò di sfuggire, raggiungendo un rifugio disposto ad accoglierla, trovò soltanto una costa ostile; non le restò che ritornare a casa sconfitta. Divenne ben presto chiaro che era fuori questione cercare di attraversare nuovamente la Manica, perché le navi

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malconce sarebbero state affondate l'una dopo l'altra dalla marina inglese. In una mossa disperata gli ammiragli spagnoli presero l'unica rotta che restasse loro aperta e si diressero a nord, passando intorno alla Scozia e all'Irlanda. Meno della metà delle navi dell'armada, e forse un terzo degli uomini, riuscirono a ritornare in patria; molti sopravvissuti morirono in seguito, vittime di ferite o di malattie, dopo aver sopportato di tutto senza essere riusciti a realizzare nulla.

CAPITOLO 18

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'Avenger risalì lungo il Tamigi e attraccò a Billingsgate il 15 agosto, dopo vari giorni di battaglie navali in cui l'armata spagnola in fuga era

stata notevolmente danneggiata da velieri inglesi che ne seguivano con accanimento la scia. Ma quando divenne evidente che la flotta era distrutta e che stava facendo rotta verso nord per ritornare in patria, la marina inglese lasciò perdere e ritornò al proprio porto di registro per festeggiare la vittoria. L'intero paese si trovava in uno stato d'animo d'esultanza; la flotta e i suoi comandanti furono acclamati come eroi, e la popolarità della regina raggiunse il livello più elevato di tutti i tempi.

L

Benché felice di aver svolto il proprio ruolo in quella gloriosa campagna, Morgan pregustava con ansia una gioiosa riunione con Lucia; aveva sentito terribilmente la sua mancanza. II capitano Scott era rimasto in mare per quasi sei settimane, e la maggior parte di quel periodo era stata trascorsa in attesa del nemico, piuttosto che impegnata in battaglia, fino agli ultimi giorni di luglio e ai primi di agosto, in cui la flotta inglese e quella spagnola si erano scontrate ripetutamente.

La sconfitta dell'armada rappresentò per Morgan una formidabile vittoria personale; il trionfo decisivo sul nemico di una vita bandì una volta per tutte dalla sua mente i propositi di vendetta personale contro gli spagnoli. Per la prima volta da anni lui si sentì libero di seguire il cuore; il suo futuro con Lucia non era mai apparso più luminoso. Il corsaro era in pace dopo aver preso la propria decisione e in grado di affrontare con piena consapevolezza il fatto che sua moglie fosse di origine spagnola.

Amava Lucia; l'amava da moltissimo tempo, ma aveva sigillato il proprio cuore a ogni sentimento, fatta eccezione per il bisogno di vendetta. Morgan pregò che lei lo perdonasse per i molti torti che le aveva fatto, nella speranza che un giorno potesse giungere a volergli bene quanto lui la amava. Per qualche miracolo era uscito illeso dalla battaglia e guardava con autentico piacere alla vita che lui e Lucia si sarebbero creati insieme, nonché ai bambini che avrebbero avuto.

Stan Crawford si avvicinò in silenzio al capitano; detestava interrompere le sue fantasticherie, ma era necessario che lo facesse. La nave aveva già attraccato e il primo ufficiale doveva ricevere ordini; si schiarì la voce, aspettando che Morgan si accorgesse della sua presenza. Scott lo udì e si volse di scatto.

«La nave è in ordine, signor Crawford?»«Sì, capitano, in ordine e in attesa di vostre istruzioni.»

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«Date agli uomini la franchigia, mantenete soltanto un equipaggio in armamento ridotto; se lo meritano, e fate in modo che i feriti siano curati.»

«E per quanto riguarda i danni subiti in battaglia dall'Avenger?»«Fate un elenco delle riparazioni necessarie; ritornerò dopo aver visto

Lucia. Nel frattempo potete assumere maestri d'ascia e di vele per dare inizio ai lavori di raddobbo.»

Morgan arrivò a corte nel bel mezzo di un gioioso festeggiamento che onorava la sconfitta dell'armata spagnola, la più grande flottiglia navale della storia, con dimensioni e proporzioni senza precedenti, reputata invincibile. Se le cose fossero andate come previsto e se il tempo non avesse costituito un fattore determinante, la spedizione spagnola sarebbe potuta risultare un successo. Chi si era trovato a bordo delle navi se ne rendeva conto, ma la maggior parte degli inglesi non capiva il pericolo estremamente reale che aveva minacciato le loro coste.

Elisabetta, la cui figura regale, in nero, risaltava nettamente tra gli abiti dalle tonalità sgargianti dei cortigiani e delle dame, teneva corte nel salone delle udienze. Sir Scott scrutò la stanza alla ricerca di Lucia, ma non riuscì a trovarla; stava per uscire dalla sala per andare a cercarla, quando Lady Jane lo scorse e gridò il suo nome. Molti dei presenti si volsero e Morgan si ritrovò circondato da amici che si congratulavano con lui per la vittoria e che gli chiedevano particolari. Lui attirò talmente tanta attenzione che la regina lo notò e mandò un paggio a convocarlo.

Sir Scott aggrottò la fronte infastidito; la regina e i suoi damerini di corte erano le ultime persone che desiderava vedere in quel preciso momento. Voleva trovare Lucia, stringerla, fare l'amore con lei, dirle che razza di sciocco fosse stato a negare quello che il suo cuore aveva saputo fin dall'inizio. Ma quando una persona veniva chiamata dalla sovrana non poteva rifiutare; la folla gli aprì un varco mentre lui si avvicinava al trono scolpito di Elisabetta e Lady Jane gli si avvinghiava al braccio con tenacia.

Prima che Morgan potesse scrollarsi di dosso quella donna importuna, i due avevano già raggiunto il palco; lui fece un inchino, e la regina gli rivolse un brillante sorriso.

«Siamo estremamente soddisfatti di voi, Sir Scott, così come di tutti i nostri uomini coraggiosi e i loro ammiragli. Voi siete il primo che ha fatto ritorno; raccontateci che cosa è accaduto.»

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Non trovando alcun modo garbato per sfuggire al suo dovere, il capitano trascorse un'ora a riferire i particolari delle battaglie combattute e la rotta presa dall'armada, che nella fuga l'avrebbe portata ad aggirare Scozia e Irlanda.

«Non sarà facile per gli spagnoli», pronosticò Elisabetta. «È probabile che incontrino tempo avverso in questo periodo dell'anno, in acque nordiche e lungo la costa irlandese.»

La predizione della regina si rivelò fin troppo vera; in seguito fu riferito che innumerevoli navi erano state scaraventate sulle scogliere irlandesi, e che i sopravvissuti erano ben pochi.

«Abbiamo ricevuto rapporti secondo i quali le nostre perdite sarebbero meno ingenti di quelle del nemico. Dobbiamo ringraziare uomini coraggiosi come voi e penseremo a una ricompensa adeguata», disse con magnificenza Elisabetta.

«Io non desidero alcun premio», rispose Morgan, «a parte la libertà di rimanere con mia moglie e di ritirarmi nella mia proprietà.»

La regina si accigliò, dimostrando il proprio scontento, e nella sala si diffuse un silenzio imbarazzato. Morgan avverti una premonizione raggelante e lottò contro l'impulso di correre a cercare Lucia per fuggire con lei da Londra in tutta fretta. Attese che Elisabetta parlasse, sapendo d'istinto che non gli sarebbe piaciuto quello che avrebbe sentito dalla sua sovrana.

«Temiamo che questa sia l'unica cosa che non possiamo concedervi; vostra moglie non risiede più a corte.»

Morgan rimase senza fiato per 1'indignazione e l'incredulità. «Avete mandato via Lucia?»

«No, non, siamo stati Noi a scacciarla è scomparsa un paio di giorni dopo che siete salpato per raggiungere la flotta. Nessuno sa esattamente quando sia partita, semplicemente non è più con noi.»

«È così che mantenete le vostre promesse?» la criticò aspramente il pirata. «Vi eravate impegnata a proteggere Lucia. Che cosa le avete fatto?»

«Noi non le abbiamo fatto nulla!» replicò la regina, indignata. La sovrana non era abituata a sentirsi apostrofare in modo così irrispettoso, e la sua rabbia sfolgorò pericolosamente. «Vi consigliamo di tenere a freno la lingua e di ricordare con chi state parlando.»

«Ti prego, Morgan», lo incalzò Lady Jane, «non dire altro. Ti stai esponendo all'ira della regina, e non è saggio.»

Lui si liberò con uno scrollone dalla stretta appiccicosa di Jane; la sua espressione era dura e risentita. «Dov'è mia moglie? Voi e le vostre dame

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le avete reso la vita un inferno in terra, e i vostri cortigiani l'hanno considerata facile preda delle loro ignobili attenzioni.»

Elisabetta si levò maestosamente dal trono: la sua rabbia era terribile. «Vi state spingendo troppo oltre, Sir Scott! Noi non sappiamo dove sia finita vostra moglie e non abbiamo alcuna responsabilità nella sua scomparsa. Intendevamo mantenere le promesse che vi avevamo fatto; dopo aver notato la sua assenza abbiamo inviato un messaggero a Scott Hall per chiedere di lei, ma non era lì. È Nostra opinione che sia ritornata in Spagna.»

«Sola?» obiettò Morgan in tono beffardo. «Lucia non aveva denaro; a Londra non conosceva nessuno a cui chiedere aiuto. Come avrebbe potuto recarsi in Spagna?»

«I preti», gli rammentò a questo punto Elisabetta con sdegno altezzoso. «I gesuiti sono partiti il giorno dopo che siete salpato; benché nessuno possa verificarlo, se non è andata a Londra Noi crediamo che vostra moglie li abbia accompagnati, ed è molto meglio così.»

Le mani di Morgan si contrassero chiudendosi a pugno, nel desiderio di colpire qualcuno o qualche cosa. «Mi recherò immediatamente in Spagna e la riporterò qui. Lucia non sarebbe partita senza un buon motivo.»

Sir Scott incolpava se stesso quanto Elisabetta per la scomparsa di Lucia, ma non poteva nascondere il feroce risentimento che provava nei confronti della corte inglese. Tutti nel salone delle udienze l'avevano udito insultare la regina, e si aspettavano che lei lo punisse.

«No, voi non lascerete l'Inghilterra!» dichiarò la sovrana, pestando il piede per sottolineare le proprie parole. «Quella spagnola è tornata al suo luogo natio; guardate a Lady Jane per trovare consolazione, lei sarà una moglie degna del vostro nome. Ci siamo presi la libertà di chiedere al vescovo di preparare i documenti per l'annullamento del vostro matrimonio, non manca che la vostra firma.»

Morgan espirò lentamente. «E se rifiutassi?»«Le vostre proprietà saranno confiscate e voi sarete rinchiuso nella Torre

finché non riacquisterete il buonsenso. È questo che volete?»«Sembra che i miei desideri non abbiano alcuna importanza in tale

faccenda.»«È nel vostro interesse, Sir Scott. Voi sapete che non siamo mai stati

soddisfatti del matrimonio che avete contratto. Non soltanto siete stato costretto a prendere in moglie una donna che non è assolutamente all'altezza

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della vostra posizione, ma il matrimonio è stato celebrato da un prete papista, ragione sufficiente per l'annullamento. Lady Jane porta con sé un'enorme ricchezza e numerose proprietà. È nostro vivo desiderio che, in quanto eroe nazionale, voi sposiate Lady Jane. Avreste molto da perdere decidendo di negare la nostra richiesta, e tutto da guadagnare nell'accettarla, a partire da una bella moglie che è profondamente innamorata di voi.» Le parole di Elisabetta suonarono sospettosamente minacciose, e Morgan non reagiva bene alle minacce.

Dopo aver pronunciato quell'ultimatum, la regina sprofondò con grazia sul trono, aspettando con aria soddisfatta che Sir Scott si piegasse ai suoi desideri. Lei non avrebbe accettato un rifiuto; non lo faceva mai.

«Questa è l'ultima parola di Vostra Maestà?»«Sì, è la mia decisione definitiva sull'argomento.»«Allora non ho scelta», cedette benignamente Morgan. Per lui fu

un'impresa notevole mantenere il controllo della propria ira mentre dentro di sé ribolliva di rancore e di rabbia, ma in qualche modo vi riuscì. La regina poteva immaginarlo, ma non avrebbe mai saputo quanto fosse costato al suo orgoglio dover cedere.

«Oh, Morgan, non te ne pentirai», squittì Lady Jane, entusiasta. Lui le rivolse un sorriso gelido. «Sapevo che avresti preso la decisione giusta, è per questo che mi sono portata avanti con i preparativi del nostro matrimonio. Ci sposeremo a una settimana da oggi, alla presenza dell'intera corte. Potremo trascorrere la luna di miele nella mia lontana proprietà di Cornovaglia; ho già mandato a dire di farla preparare per la nostra visita.»

«Hai pensato proprio a tutto», osservò lui freddamente.«Avete fatto una scelta saggia, Sir Scott», convenne la regina, più che

soddisfatta della capitolazione del pirata. Erano pochi i sudditi così sciocchi da opporsi ai suoi voleri.

«Così sia», disse Morgan, ansioso di sfuggire alla sovrana e a Lady Jane. «Se volete scusarmi, Vostra Maestà, ho molte cose da fare prima del matrimonio. Ho ancora una nave danneggiata e uomini feriti di cui occuparmi. Devo comunicare la notizia a Scott Hall e acquistare un opportuno guardaroba per onorare la mia sposa.»

Elisabetta agitò imperiosamente la mano. «Avete il Nostro permesso, Sir Scott. Sarete stremato dopo aver trascorso settimane in mare con la nostra flotta vittoriosa.»

Morgan si ritirò con tutto il garbo a cui riuscì a fare appello; non immaginava minimamente che Lady Jane lo stesse seguendo, finché non ne intuì la presenza al suo fianco. «Sono davvero esausto, Jane», ripeté lui,

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cercando di farle capire la situazione. «Domani sarebbe un momento migliore per parlare dei nostri progetti.»

«Non voglio parlare.» La voce di lei era carica di appassionate promesse. «Non c'è motivo di trattenerci ora; al nostro matrimonio manca soltanto la cerimonia perché sia reso legale. Tua moglie ti ha abbandonato e io mi sento già come se fossimo sposati. Fai l'amore con me, Morgan.»

Lui digrignò i denti in preda alla frustrazione. Fossero maledette sia la vecchia Bess sia Jane per averlo costretto ad accettare una situazione detestabile, ma gli restava ancora una settimana e intendeva farne buon uso prima...

«Non ora», tergiversò. «Verrò in camera tua questa notte, ora ti deluderei addormentandomi non appena posata la testa sul cuscino. Sono sporco e ho bisogno di un bagno, ti prego di scusarmi.»

Jane fece graziosamente il broncio. «Ti assisterò durante il bagno. Chissà che cosa accadrà quando ti sarai rinfrescato.»

«Io lo so, intendo fare un lungo sonnellino.»«Morgan, comincio a pensare che tu stia cercando di evitare di fare

l'amore con me.» La voce di lei assunse una dura incisività. «Basta che io suggerisca alla regina Bess che hai intenzione di tirarti indietro per evitare di sposarmi e lei confischerà prontamente tutte le tue proprietà e ti rinchiuderà nella Torre finché non ritornerai in te.»

«Ah, Jane, credo che la cosa ti divertirebbe», disse Morgan con dolcezza tale che Jane sentì scorrerle un brivido lungo la schiena flessuosa. Lui la attirò tra le proprie braccia, baciandola con forza, in modo violento, trasferendo tutta la propria rabbia nell'aspro possesso della sua bocca. Jane rabbrividì, accogliendo il bacio brutale di lui con famelica bramosia.

«Morgan, oh, Morgan, sì, mi piaci così.» Gemette irrazionalmente contro la bocca di lui, senza fiato per l'aspettativa. «Non m'importa quanto diventi violento.»

Sir Scott sentì salirgli dal profondo della gola un gorgoglio di disgusto; la bocca di Jane era umida e molle sotto la sua. II corsaro sospettò che, se lui l'avesse presa sul pavimento, in corridoio, lei non avrebbe protestato; ma lui non la voleva, né ora né mai. Era Lucia l'unica donna che desiderasse, e l'avrebbe avuta se fosse riuscito a liberarsi di Jane senza perdere la propria vita e i propri beni. Il tempo era d'importanza vitale; non gli restava che una settimana per mettere in ordine i propri affari, e sarebbe

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stato maledettamente difficile farlo, con Jane che gli sbavava dietro. Come diavolo sarebbe riuscito a soddisfarla senza portarsela effettivamente a letto?

«Questa notte», le sussurrò contro la bocca. Facendole una carezza provocante sul seno, promessa di lunghe ore di beatitudine, si volse e si allontanò rapidamente.

<<Morgan...» Jane pestò furiosamente il piede, con il corpo ancora fremente di desiderio non contraccambiato. «Che quell'uomo sia maledetto», mormorò sottovoce. Se questa volta non avesse mantenuto la propria promessa, gliel'avrebbe fatta pagare, gli avrebbe fatto passare l'inferno. La famiglia della dama di corte era molto potente in Inghilterra; lei avrebbe fatto personalmente in modo che Morgan Scott rimanesse senza un soldo, se l'avesse delusa. L'avrebbe rovinato, non gli sarebbe rimasto più nulla, neppure la nave a cui sembrava tenere così tanto. Girando rapidamente sui tacchi, tornò nel salone delle udienze.

Poco tempo dopo Morgan scivolò fuori servendosi di un ingresso laterale, chiamò con un grido una carrozza a nolo di passaggio, e in breve tempo arrivò a Billingsgate, dove Crawford lo stava aspettando a bordo dell'Avenger.

«Non c'è voluto molto, capitano.» Gli occhi del primo ufficiale luccicavano di allegria. «Pensavo che avreste trascorso più tempo con Lucia, sapendo quanto eravate ansioso di vederla.»

«Lucia se n'è andata», spiegò concisamente Morgan.«Andata! Dove diavolo è andata?»«La mia ipotesi è che si sia recata in Spagna. Immagino che abbia

accompagnato un gruppo di preti gesuiti che sono ritornati in patria poco dopo che siamo salpati.»

«Lo sapete per certo?»L'espressione di Morgan si alterò impercettibilmente, comunicando la sua

incertezza. «No, nessuno l'ha vista partire, ma questo è l'unico indizio che ho. Lucia non si trova a Scott Hall, la vecchia Bess ha già verificato; non c'è alcun altro posto dove sarebbe potuto andare. A corte non aveva nessuno a cui rivolgersi, a parte i gesuiti; tutti gli altri l'ignoravano, e io ero troppo indaffarato o troppo ostinato per essere un valido marito per lei. Intendo rintracciarla per implorare il suo perdono.»

«Quando?»«Qual è la gravità dei danni riportati dalla nave?»

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«La situazione non è male, i maestri d'ascia possono riparare il timone e il sartiame, e i fabbricanti di vele possono accomodare senza alcun problema le tele strappate. Il raddobbo non dovrebbe richiedere più di due settimane.»

Morgan gli lanciò un'occhiata cupa. «Non ho due settimane; dev'essere fatto tutto in sei giorni, possibilmente anche meno.»

«Sei giorni! Vi aspettate un miracolo, capitano.»«Già, potete farlo?»«In caso contrario che cosa succederebbe?»«Sarei costretto a sposare Lady Jane oppure perderei tutti i miei

possedimenti, che sarebbero confiscati dalla corona, e trascorrerei il resto dei miei giorni rinchiuso nella Torre. Piomberei nell'indigenza, Stan; non avrei neppure una nave per tornare ad Andros.»

«Non sareste esattamente sul lastrico, amico mio. Avete dimenticato il bottino nascosto sull'isola?»

«Non l'ho dimenticato, ma è inconsistente se paragonato a quello che si trova in banca qui a Londra.»

«Quali sono i vostri piani?» chiese Crawford, intuendo che doveva essere imminente un'altra avventura.

«Ci recheremo in Spagna», gli confidò Morgan, «ma prima...» A bassa voce lui descrisse a grandi linee il piano all'amico.

Stan ascoltò con attenzione, annuendo con entusiasmo mentre il capitano gli illustrava le proprie intenzioni. «Potrebbe funzionare, ma se Lucia non fosse consenziente? Se lei non volesse avere nulla a che fare con voi? E i vostri progetti riguardanti Lady Jane sono a dir poco rischiosi. È evidente che lei intende avervi nel suo letto prima della cerimonia, e infine, fatto non trascurabile, dovete fare i conti con la regina. Se doveste fallire, con ogni probabilità lei non vi perdonerebbe mai, verreste arrestato e incarcerato.»

«Ho già preso in considerazione tutto questo, Stan, e per me si tratta di conseguenze trascurabili in confronto a una vita senza Lucia.

Tutte le ricchezze del mondo saranno prive di valore se non potrò condividerle con mia moglie.»

«Si tratta di parole forti, da parte di un uomo che non può sopportare gli spagnoli. La monachella vi ha colpito profondamente, non è così?»

«Sì», ammise Morgan, «più di quanto possiate immaginare. Altrimenti farei il mio dovere nei confronti della regina, indipendentemente da quanto possa essere sgradevole. Ma ora sono disposto a marcire nella Torre

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piuttosto che diventare una pedina nelle mani della sovrana e firmare quei maledetti documenti di annullamento. Tuttavia ho bisogno del vostro aiuto.»

Crawford ridacchiò. «Quello che mi state chiedendo è un po' insolito.»«A mali estremi, estremi rimedi. Se non avete il fegato per farlo...»«Non si tratta di questo», replicò Stan, continuando a ghignare. «È

possibile che la dama si renda conto della differenza.»«No, se sfrutterete l'oscurità a vostro vantaggio. Siamo sufficientemente

simili d'aspetto e di corporatura per non sollevare sospetti; fate semplicemente in modo che la vostra prestazione sia all'altezza della situazione, non voglio dubbi riguardo alla mia virilità, ho una reputazione da difendere.»

Crawford sbottò in una risata. «Arrogante come sempre, vedo. Non preoccupatevi, amico mio, leverò alto il mio albero in omaggio alla dama. Ci è capitato sovente di condividere delle donne, nel corso degli anni, ma questa sarà la prima e ultima volta che lo farò a vostro nome.»

«Fate in modo che gli uomini diano inizio ai lavori di raddobbo, Stan. C'è molto da fare prima di issare le vele. Ci vedremo più tardi nel corso della nottata, nella mia stanza a Whitehall.»

II capitano Scott se ne andò, passando direttamente dall'Avenger allo studio del suo legale. Morgan aveva assunto Sylvester Thornhill da giovane, poco tempo dopo essere ritornato in Inghilterra in seguito alla fuga dalla schiavitù. L'avvocato aveva dato ripetutamente prova del proprio valore nel corso degli anni in cui il suo cliente aveva solcato i mari aperti alla ricerca di bottino spagnolo. Si trattava di un uomo fidato, riservato e soprattutto competente nella gestione di tutti gli aspetti delle attività del corsaro. Quest'ultimo si fidava del fatto che il legale non divulgasse nulla di ciò che accadeva all'interno dei confini del suo studio.

«Avete qualche scrupolo nel fare ciò che vi domando?» chiese Morgan, una volta esposti all'avvocato i propri progetti.

«Fatemi capire bene», disse lentamente Thornhill. «Desiderate collocare a riposo i vostri servitori di Scott Hall, assegnando loro una pensione e dando loro una generosa liquidazione. Avete intenzione di chiudere permanentemente la dimora?»

«Intendo lasciare il paese, forse in modo definitivo», confidò Morgan. «Sarò onesto con voi, Thornhill, perché lo meritate. È probabile che le mie

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proprietà vengano confiscate dalla corona. Non voglio che i servitori ne soffrano, specialmente Clyde Withers, che è un brav'uomo, fedele.»

Thornhill si dimostrò sorpreso. «Siete un eroe, capitano, perché mai i vostri beni dovrebbero essere confiscati?»

«È una lunga storia, e certamente ve la racconterò, ma, prima, siete disposto a seguire le mie istruzioni?»

«Naturalmente, ne dubitavate? Che cos'altro posso fare per voi?»«Molte cose. Convertirò tutto il mio patrimonio in oro e lo trasferirò a

bordo dell'Avenger. Se riuscirete a trovare un acquirente per Scott Hall entro una settimana di tempo, bene, altrimenti non avrà più importanza.»

«Può essere difficile ma non impossibile; mi sono già venute in mente varie persone che potrebbero essere interessate. È tutto?»

«No, voglio che continuiate a fungere da mio intermediario londinese per il legname che spedisco da Andros. Defalcate i vostri onorari dagli utili e depositate il resto in banca a nome del mio primo ufficiale, Stan Crawford, che sarà libero di andare e venire a piacimento dall'Inghilterra.»

Thornhill scrutò il volto di Morgan. «Sembra proprio che stiate tagliando i ponti con l'Inghilterra, capitano Scott. Siete sicuro che sia questo ciò che volete?»

«Sono le circostanze a renderlo necessario; non avrei scelto tale rotta se la regina non mi stesse rendendo assolutamente impossibile rimanere in questo paese.» Si alzò in piedi. «II tempo è tiranno e c'è ancora molto da fare. Mandate una comunicazione all'Avenger quando avrete completato gli incarichi che vi ho affidato. A corte nulla è privato, e io voglio che i miei piani restino segreti.»

«Avrete presto mie notizie, capitano Scott.»

Più tardi nel corso di quella giornata Stan Crawford si fece strada fino alla stanza di Morgan senza farsi notare, bussò con discrezione e gli fu risposto immediatamente; non appena la porta si aprì, lui scivolò all'interno della camera.

«Spero in Dio che funzioni», disse il primo ufficiale, ghignando malizioso. «Continuo a sostenere che dovreste affrontare personalmente questa sporca faccenda.»

II suo capitano gli indirizzò un'occhiata volta a calmarlo. «Non mancherete di essere piacevolmente ricompensato per il lavoro di questa notte.»

Crawford inarcò un sopracciglio ben modellato. «Ve lo farò sapere più tardi. Siete certo che sia questo ciò che volete?»

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«Ho bisogno di acquistare tempo, Stan, e certamente non desidero portarmi a letto Lady Jane. Non potrei toccarla senza pensare a Lucia ogni minuto trascorso con lei. Non voglio tradire mia moglie. Questo è l'unico modo che riesco a escogitare per placare la dama della regina e non venire meno alle mie promesse matrimoniali. Jane è un tipetto focoso, penso che vi piacerà; sono stato notevolmente tentato di provarla in più di un'occasione, ma c'è sempre stato qualcosa che mi ha fermato.»

«È un gioco sporco, ma capisco. Non preoccupatevi, la signora non resterà delusa.»

«Una cosa soltanto, Stan», gli ricordò Morgan. «Non voglio che lasciate Jane con un bambino in grembo, quando né voi né io saremo nei paraggi per riconoscerlo. Non voglio nuocerle, non è una persona malvagia, è soltanto un tipo appiccicoso. Non è vergine, perciò non le ruberete nulla che lei non abbia già concesso ad altri. Accertatevi semplicemente di darle abbastanza piacere da soddisfarla senza conseguenze.

I corridoi erano deserti. Era da tempo trascorsa la mezzanotte; un momento in cui le ore più buie della nottata coprivano con una coltre il mondo addormentato. Stan e Morgan uscirono furtivi dalla stanza e strisciarono lungo il corridoio fin nella camera di Lady Jane. Si arrestarono fuori della porta per un brevissimo istante, poi Scott si volse verso l'amico, posandosi un dito sulle labbra. Stan si fece da parte mentre il capitano apriva la porta ed entrava. Un'unica candela, consumata quasi fino a lasciare soltanto un mozzicone, proiettava nella stanza una luce che la rendeva un'alcova in penombra adatta agli amanti. La fiamma guizzante era pericolosamente vicina a spegnersi con un crepitio.

«Morgan, sei tu? Come mai hai impiegato tanto tempo? Ti aspetto da ore.» II tono imbronciato di lei rivelava contrarietà.

«Sì, sono io, Jane.» Lui si diresse verso il letto, fermandosi per alcuni secondi vicino alla luce della candela, in modo che lei potesse vederlo bene.

«Sbrigati, tesoro», sussurrò lei, frenetica, «e per l'amor di Dio chiudi la porta.»

Volgendosi con rapidità, il corsaro fece in modo di creare al suo passaggio un giro d'aria sufficiente a spegnere la fiamma morente. La stanza piombò nell'oscurità.

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«Morgan, che cos'è successo?»«Niente», le assicurò lui. «La candela si è spenta; non abbiamo bisogno

di luce, sarò da te non appena avrò chiuso la porta.» Scivolò in corridoio e fece cenno a Stan di prendere il suo posto; quando l'amico fu all'interno, Scott chiuse la porta della stanza.

«Sto aspettando, Morgan», disse Jane, bisbetica. «Non puoi accendere la candela? Voglio vederti.»

II letto cedette e Stan s'infilò sotto le lenzuola accanto a Jane. «Lascia perdere la luce, voglio imparare a conoscerti con le mani.» La sua voce aveva una nota gutturale, per il desiderio, perciò la donna non si interrogò sul lieve cambiamento di tono; aveva abbastanza esperienza da riconoscere la roca impazienza della passione di un uomo.

Stan non deluse la dama, né il suo modo di fare l'amore danneggiò la reputazione di Morgan. Se mai, la virilità di Sir Scott fu intensificata dalla magnifica prestazione di Crawford come amante. Quest'ultimo capì immediatamente che Jane era una donna appassionata, perché lo lasciò senza fiato. Quando ebbe eccitato la donna fino a portarla a uno stupefacente livello erotico, si ritrovò a benedire l'amico per avergli affidato quel piacevole compito. Non soltanto il primo ufficiale soddisfò eccezionalmente bene Jane, ma lo fece più di una volta. Diversamente da Morgan, nella sua vita non c'era alcun'altra donna, e lui si godette la dama al massimo, tenendo però a mente l'avvertimento dell'amico riguardo ad aver cura di non lasciarla con un figlio. Uscì furtivamente dal letto poco prima dell'alba, dopo che la sua compagna fu scivolata in un sonno esausto.

Quando Stan ritornò nella stanza dell'amico trovò Morgan che camminava avanti e indietro con notevole impazienza.

«Ebbene, com'è andata? Jane ha sospettato qualcosa? Sicuro come l'oro, siete rimasto piuttosto a lungo.»

Stan si stiracchiò e sbadigliò. «Lady Jane non è donna che si possa lasciare facilmente, una volta che ti ha nel proprio letto. Maledizione, Morgan, per poco non riusciva a esaurirmi.»

Scott represse un ghigno. «Vi lamentate?»«Nient'affatto, maledizione. Non avete nulla di cui preoccuparvi amico

mio, ho fatto onore a entrambi. Dopo la scorsa notte la vostra reputazione presso le signore sarà senz'altro in aumento.»

Morgan esplose in una sonora risata. «Siete un tipo modesto, non è così? Ciò nonostante vi sono grato. C'è soltanto una donna per me, Stan, e si trova in Spagna.»

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«Dovrei ritornare alla nave», disse il primo ufficiale, fissando il letto con bramosia. Non aveva dormito neppure per un minuto. «Se avrete di nuovo bisogno dei miei servigi, fatemelo sapere, sarò lieto di prestarmi.»

«Siete un vero amico», ridacchiò Scott. «Spero che non avrò più bisogno di escogitare un simile inganno. Ora che ho dato prova delle mie capacità, Jane non potrà accusarmi di evitare il suo letto.»

«Siete un amante sbalorditivo», affermò ironicamente Stan. «Be', allora adesso vado. Avete ordini?»

«Fate in modo che gli uomini lavorino alla nave. Lasceremo furtivamente Billingsgate con la marea notturna, la sera prima del mio matrimonio. Nel frattempo sistemerò tutto ciò che è necessario e cercherò di evitare Jane. Dovrebbero arrivare quotidianamente bauli con il grosso delle mie ricchezze; depositateli nella stiva insieme col carico.»

Piu tardi nel corso di quella giornata Morgan cercò di sgattaiolare da Whitehall senza farsi notare, ma la fortuna non lo assistette, perché Ladu Jane lo chiamò mentre si avvicinava al cancello. La dama aveva fatto tutto il tragitto di corsa per raggiungerlo e ansava per riprendere fiato quando gli giunse accanto. Morgan non potè fare a meno di notare come le scintillassero gli occhi; aveva le labbra lievemente gonfie e rosse, indubbiamente per gli sforzi notturni. Stan non aveva esagerato, Jane appariva come una donna che fosse stata abbondantemente soddisfatta a letto.

<<Morgan dove vai?>><<Affari, Jane>>, rispose lui. Gli angoli degli occhi si incresparono

divertiti mentre si piegava a sussurrarle: <<Sei scontenta di me?>>.<<Scontenta? Dio, no? Sei stato all’altezza delle mie aspettative e anche

di più. Sei stato magnifico Morgan, non ho proprio parole per dirti quanto mi hai fatto felice. Ritornerai anche questa notte?>>

<<Sei avida, non è così? Ho questioni pressanti da sistemare nel Sussex occidentale, non cercarmi fino al giorno del matrimonio.>>

<<Ma, Morgan, la regina dice che non hai ancora firmato il documento dell’annullamento. E che mi dici dei festeggiamenti prima delle nozze?>>

<<Ritornerò abbondantemente in tempo per firmare il documento e prendere parte alle celebrazioni, Jane, a meno che tu non mi tenga qui a parlare e non ritardi la mia partenza.>>

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<<Torna presto, tesoro>>, disse lei, afferrandogli la testa e tirandola giù per un bacio intenso.

Jane rimase al cancello finchè Morgan non fu salito sulla carrozza a nolo che lo attendeva. Quando infine lei si volse per andarsene, finì tra le braccia di Lord Harley.

<<Dove va il tuo fidanzato?>> chiese il visconte con curiosità.<<Nel Sussex occidentale>>Harley le rivolse un ghigno lascivo. <<E intende fermarsi lì a lungo?>>Jane inclinò il capo, osservandolo con interesse. <<Abbastanza a lungo.

Che cos’hai in mente?>><<Dovresti sposare me, lo sai>><<Non faccio che seguire i desideri della eregina. Forse lei ti troverà

un’altra ereditiera.>><<Immagini di poterti di commuovere di fronte a un povero spasimante

respinto?>><<Che cosa mi vuoi dire?>> chiese timidamente Jane. Lei non aveva

nulla contro Harley, che era un buon amante, benché non valido quanto il suo futuro marito. Però Morgan non era lì, giusto?>>

<<Questa notte>>, le sussurrò lui con urgenza. <<Dopo che la regina ti avrà concesso di abbandonare i tuoi doveri. Incontriamoci nel chiostro, dovrebbe essere deserto a quell’ora così tarda>>,

Effettuando un inchino elegante, lui le premette un bacio sul palmo rigirato della mano e prese congedo. Harley sapeva che Jane si sarebbe presentata all'appuntamento, il rapporto che avevano vissuto in passato era stato di natura appassionata e durante il loro connubio lui aveva appreso che lei era un'edonista che derivava grande godimento dagli incontri sessuali. Per di più, rifletté Harley mentre si allontanava, fischiettando una vivace melodia, lui avrebbe tratto un enorme piacere dal mettere le corna a Morgan Scott.

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CAPITOLO 19

organ si affrettò lungo la banchina fino a raggiungere 1'Avenger, dove alloggiava da quando aveva lasciato Whitehall sei giorni

prima. Si azzardava a uscire nelle strade di Londra soltanto quando era assolutamente necessario perché doveva occuparsi dei propri affari. Sarebbe stato pericoloso rischiare di essere riconosciuto, quando si sarebbe dovuto trovare a Scott Hall a conferire con Clyde Withers. In realtà il capitano corsaro era ritornato dal Sussex occidentale il giorno stesso. Dopo che Sir Scott ebbe spiegato al fedele amministratore la difficile situazione in cui si trovava, Withers gli chiese prontamente di essere accolto a bordo dell'Avenger, esprimendo il desiderio di seguire Morgan, piuttosto di rimanere in Inghilterra a cercarsi un nuovo datore di lavoro; naturalmente il capitano fu lieto di accettarlo.

M

Durante la breve visita a Scott Hall, il corsaro raccolse alcuni cimeli di famiglia e dipinti da cui non poteva separarsi e li fece mandare sull'Avenger. A1 suo ritorno a Londra trovò un messaggio urgente da parte di Thornhill, il suo legale; era stato trovato un acquirente per la proprietà, e l'atto di cessione era in attesa della sua firma. Per quanto amasse la dimora ancestrale, Morgan provò scarso rimpianto nel venderla, perché sapeva quanto Lucia vi fosse stata infelice. Non trovando alcun motivo per ritardare 1'inevitabile, si recò immediatamente nello studio di Thornhill.

In breve tempo l'affare fu completato con soddisfazione di tutti, e ora i documenti si trovavano al sicuro nella tasca del gilet di Morgan. Con la proprietà venduta e il suo oro trasferito al sicuro a bordo dell'Avenger, Sir

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Scott sapeva di non poter ritardare oltre il proprio ritorno a Whitehall; se non si fosse fatto vivo al momento stabilito, la regina avrebbe capito rapidamente le sue intenzioni e avrebbe mandato le guardie di palazzo a Billingsgate ad arrestarlo. Il capitano non voleva che la regina o qualcun altro sapesse che 1'Avenger stava caricando a bordo provviste per un viaggio molto lungo.

Tuttavia all'insaputa di Morgan, qualcuno era venuto a conoscenza della cosa. Lord Harley e Lord Bainter, usciti per un giro in carrozza, l'avevano visto lasciare lo studio del suo legale; dato che entrambi quegli individui erano di natura curiosa, avevano deciso di seguirlo. II visconte sapeva che quel giorno Morgan sarebbe dovuto ritornare a Whitehall per prendere parte ai festeggiamenti prenuziali, e si chiedeva perché fosse ancora in giro per la città. Quando la carrozza presa a nolo da Sir Scott si volse verso Billingsgate, loro la seguirono a bordo del proprio veicolo e osservarono Morgan attraversare la passerella e scomparire nella propria cabina.

«Che cosa credi che stia facendo?» chiese Harley all'amico.«Che io sia dannato se lo so», replicò Bainter con la sua pronuncia

affettata, «tuttavia mi piacerebbe scoprirlo.»«Aspetta qui», disse Harley, balzando con leggerezza dalla carrozza.

«Sembra che a bordo della nave di Scott ci sia in corso parecchia attività.»Dirigendosi con rapidità verso un gruppo di portuali, Harley osservò

minuziosamente e in silenzio mentre questi caricavano rifornimenti e munizioni a bordo dell'Avenger. Avendo visto abbastanza da sollevare i propri sospetti, si avvicinò a uno dei lavoranti del porto. «Sembra che l'Avenger si stia preparando per un lungo viaggio.»

L'uomo sollevò a malapena lo sguardo sul damerino. «Vengo pagato per caricare navi, non per.rispondere a domande.»

«Sapete dov'è diretto l'Avenger e quando salperà?» «Amico, vi ho detto che vengo pagato per...»

«Lo so, per caricare navi e non rispondere a domande», gli fece eco Harley. «E se facessi in modo che non doveste pentirvene? Vi andrebbe un po' di grana in più, no?»

Alla fine quelle parole riuscirono ad attirare l'attenzione del portuale. «A chi non farebbe comodo? Quanto mi offrite?»

Harley estrasse dalla tasca una manciata di monete e le ficcò sotto il naso dell'uomo. «Questo può bastare?»

L'uomo si leccò avidamente le labbra. «Che cosa volete sapere?» «Quando salperà l'Avenger?»

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«In realtà non lo sa nessuno, ma secondo le indiscrezioni partirà con la marea di questa notte; tutte le provviste devono essere caricate e stivate prima del crepuscolo.»

«Interessante», mormorò Harley. «Un'altra cosa: qual è la destinazione dell'Avenger?»

Il portuale si grattò il capo su cui era evidente l'incipiente calvizie. «Non lo so, il capitano non l'ha mai detto.»

L'attenzione di Harley si intensificò. «Il capitano? Avete avuto direttamente a che fare con il capitano?»

«Non ho mai parlato propriamente con lui, avevamo a che fare con il primo ufficiale, ma so che i suoi ordini provenivano direttamente da El Diablo. Ho visto Sir Scott nei paraggi per tutta la settimana, tuttavia, andava e veniva in momenti strani del giorno e della notte.»

«Per tutta la settimana? Siete sicuro?»«Già, assolutamente sicuro. Pensate che intenda tornare a caccia di

spagnoli? Dubito che ne sia rimasto qualcuno, dopo che la nostra flotta ha sgominato quei bastardi da qui all'eternità.»

Harley sorrise compiaciuto. «Ha proprio intenzione di andare in cerca di spagnoli, di uno in particolare, se non vado errato. Grazie, amico mio.» II visconte gettò le monete ai piedi del portuale e ritornò alla carrozza.

«Spero che tu sia soddisfatto», sbadigliò Bainter mentre l'amico gli si accomodava accanto sul sedile. «Possiamo andare, ora? Ho promesso un ballo a Lady Camille alla festa di questa sera e ho bisogno di un riposino, devo fortificarmi per affrontare l'ardua prova. È una sgualdrina sgraziata, ma risulta piuttosto divertente sotto le lenzuola. La regina ha indetto i festeggiamenti in onore di Sir Scott e Lady Jane, lo sai.»

«Lo so, e, maledizione, intendo fare in modo che lo sposo riluttante sia messo alle strette; a Whitehall, intendo», disse Harley, con un ampio ghigno. «Non mi perderei i festeggiamenti di questa sera per tutto l'oro presente nei forzieri della regina.»

Morgan tornò a corte al crepuscolo, dopo aver controllato che il carico fosse stato portato a bordo e stivato; non voleva che qualche cosa andasse storto. Era in ballo il suo intero futuro e non intendeva trascorrerlo incatenato a Lady Jane. Lui aveva già una moglie che amava, e nessuno, neppure la regina d'Inghilterra, gliel'avrebbe portata via.

Sir Scott fu sorpreso nel trovare Jane che lo aspettava in camera sua. Lei gli si gettò tra le braccia. «Morgan, tesoro, sei ritornato! Ero folle di preoccupazione.»

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«Non dovresti essere qui, Jane; perché non ti stai vestendo per i festeggiamenti di questa sera?»

«Sì, hai ragione, ma volevo che mi trovassi ad accoglierti al tuo ritorno.» Gli lanciò uno sguardo infuocato. «Dopo quello che è accaduto nel mio letto l'altra notte pensavo che saresti stato felice di vedermi. C'era qualche cosa che non andava a Scott Hall?»

«Va tutto bene, Jane, ma si sta facendo tardi. Faresti meglio a sbrigarti, mettiti qualcosa di seducente per me.»

«Oh, lo farò, Morgan, lo farò!» Lanciandogli un bacio, lei uscì dalla stanza del futuro marito.

Scott tirò un sospiro di sollievo, ma fu di breve durata, perché quasi immediatamente giunse una convocazione dalla regina, che richiedeva subito la sua presenza nel proprio appartamento privato. Morgan sapeva perfettamente che cosa volesse la vecchia Bess, e aveva sperato di evitare l'incontro. Lui raggiunse le stanze della sovrana e un cupo presentimento gli serpeggiò lungo la spina dorsale quando vide Lord Harley impegnato in fitta conversazione con la regina. Quando entrò il corsaro, Elisabetta si volse verso di lui con gli occhi luccicanti di rabbia.

«Mi avete convocato, Vostra Maestà?» chiese gentilmente Morgan. «Siamo lieti che siate ritornato dal Sussex occidentale in tempo per festeggiare il vostro imminente matrimonio, ma purtroppo avete dimenticato di firmare il documento di annullamento preparato dal mio vescovo. È Nostro desiderio che lo facciate ora, in modo che domani non possa sussistere alcun dubbio circa la legalità delle nuove nozze.»

Il segretario della regina si avvicinò a Scott e gli presentò il documento.«Troverete penna e calamaio sullo scrittoio», spiegò Elisabetta con

severità.Morgan afferrò il documento, si avvicinò con disinvoltura alla scrivania

e lo srotolò con cura; stendendolo sulla superficie liscia del tavolo, immerse la penna nell'inchiostro e firmò

l'annullamento con uno svolazzo. Poi tornò ad arrotolarlo con cura e tornò a porgerlo al segretario, che s'inchinò alla regina e lasciò la stanza.

«Ben fatto, Sir Scott», fece Harley con aria di scherno. «Ora forse potrete spiegare perché avete mentito riguardo alla vostra visita nel Sussex occidentale. So da fonte attendibile che in quest'ultima settimana avete alloggiato a bordo dell'Avenger. Non eravate affatto a Scott Hall, vero?»

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Morgan rivolse al visconte uno sguardo d'intensa antipatia. «Potete controllare, se volete, ma scoprirete che ero davvero nel Sussex occidentale a colloquio con il mio amministratore. Sono ritornato un giorno prima e sono rimasto a bordo dell'Avenger per accertarmi che tutti i lavori che avevo ordinato fossero stati completati in modo per me soddisfacente.»

«Sulla nave stanno caricando rifornimenti», lo accusò Harley. «Siete stato visto a bordo del vascello quando invece vi sareste dovuto trovare in visita nella vostra proprietà.»

«II mio primo ufficiale e io veniamo spesso confusi l'uno con l'altro; abbiamo lo stesso aspetto. II signor Crawford ha assunto il comando dell'Avenger in mia assenza. Questo rappresenta forse un problema per voi? Di che cosa vengo accusato?» .

«Lord Harley sembra pensare che voi intendiate abbandonare la sposa all'altare», l'accusò la regina. «Saremmo estremamente contrariati se tentaste qualcosa di così sciocco.»

«Non c'è nulla di più lontano dalla realtà, Vostra Maestà», mentì Morgan. «Ora posso andare?»

Elisabetta scrutò il volto del cortigiano, apparentemente convinta della sua sincerità. Dopo un silenzio pieno di tensione, lei lo congedò con un gesto della mano. «Vi vedremo fra poco, Sir Scott. Ci turba profondamente che sembriate essere uno sposo riluttante, quando avete così tanto da perdere nel caso non portiate a termine il matrimonio.»

La minaccia sottilmente velata della sovrana fece venire la pelle d'oca a Morgan. Lui non aveva la minima idea di come Harley avesse appreso che 1'Avenger intendeva salpare, ma lasciare l'Inghilterra sarebbe stato più difficile di quanto avesse previsto; in qualche modo doveva sgattaiolare via dalla sua stessa festa prima dell'alta marea di quella notte, raggiungere il veliero e levare l'ancora senza che nessuno se ne accorgesse.

I festeggiamenti di quella notte furono una dura prova per la capacità di autocontrollo di Morgan. Jane gli stava appiccicata con tenacia e la regina Bess lo osservava con l'intensità di un falco. Nel corso di tutto ciò lui fu se stesso come al solito, parlò, flirtò e prestò cortese attenzione alla futura sposa. Quando si avvicinò l'ora in cui si sarebbe dovuto sottrarre ai festeggiamenti, Scott attese pazientemente il momento propizio, che giunse quando Lord Harley chiese un ballo a Jane.

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«Sarò ai tavoli da gioco», chiarì Morgan, mentre il visconte portava via la sua dama. Quando la coppia si fu portata al centro del salone, il corsaro si diresse lemme lemme alla sala da gioco, ma non si fermò li, uscì da un'altra porta che dava nell'anticamera e da lì sgattaiolò con cautela in corridoio.

Pochi minuti più tardi, uscì da un ingresso secondario, dove aveva avuto la previdenza di ordinare che una carrozza da nolo fosse tenuta pronta per permettergli di dileguarsi. II cocchiere stava all'erta in attesa, e portò il veicolo all'ingresso; Morgan vi balzò dentro e indirizzò il conducente a Billingsgate. Raggiunsero il porto senza contrattempi, quantunque la notte fosse buia e le strade viscide di pioggia, e una volta a destinazione Morgan balzò giù. La carrozza si allontanò sbatacchiando; Scott aveva pagato il conducente in anticipo.

II capitano corse a tutta velocità verso la banchina, dove era ormeggiato 1'Avenger; fece appena pochi brevi passi, prima di arrestarsi di colpo. Rimase notevolmente sconvolto nel vedere che il vascello si era liberato dagli ormeggi ed era all'ancora a breve distanza, nel Tamigi. Ma ancora più sorprendente era la compagnia di guardie di palazzo che pattugliava la zona.

«Sia maledetta Bess e la sua natura malfidente», mormorò Morgan a voce bassa, mentre si nascondeva dietro alcuni barili ammucchiati davanti a un magazzino. Evidentemente la sovrana sospettava che lui potesse cercare di tagliare la corda per sfuggire all'impegno preso. Il corsaro poteva soltanto supporre quale potesse essere il motivo che aveva spinto Stan Crawford a spostare l'Avenger nel mezzo del Tamigi, ma era pronto a scommettere che avesse qualche cosa a che vedere con le guardie che stavano pattugliando la zona. La mente di Morgan lavorava furiosamente. II primo

ufficiale era un uomo astuto, probabilmente aveva capito che sarebbe stato più agevole sfuggire alla pattuglia se la nave fosse stata all'ancora nel fiume, dove sarebbe risultato più difficile agli uomini della regina salire a bordo; inoltre era fuori della portata del fuoco dei moschetti. L'inconveniente era che il capitano avrebbe dovuto trovare un modo per raggiungere la nave prima che la marea cambiasse a loro svantaggio.

All'improvviso l'attenzione di Scott fu distolta dal veliero dal rumoroso sopraggiungere lungo l'acciottolato della strada di un cavaliere che chiamava il capitano della guardia. I due parlarono a lungo, e quando l'uomo a cavallo se ne andò, l'ufficiale chiamò gli uomini a raccolta per nuovi ordini. Morgan capì, senza bisogno che gli fosse detto, che a

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Whitehall avevano notato la sua scomparsa e che la regina aveva giustamente supposto che lui si fosse diretto a Billingsgate e alla sua nave. All'improvviso la pattuglia si sparpagliò e iniziò a cercare con impegno lungo la banchina. Scott imprecò violentemente; se non avesse fatto qualche cosa alla svelta sarebbe stato preso come un topo in trappola.

Non gli restava altra scelta che tentare il tutto per tutto e confidare nella fortuna, se non voleva trascorrere il resto dei propri giorni rinchiuso nella Torre. Attese finché una nuvola non attraversò la luna, poi sgattaiolò da dietro i barili e si mise a correre come se avesse il diavolo alle calcagna. II suono dei tacchi dei suoi stivali che colpivano l'acciottolato riecheggiò forte nell'oscurità e lui attese nel terrore che si levasse un grido d'allarme. Aveva quasi raggiunto l'estremità della banchina quando fu individuato.

«Eccolo, prendetelo!»Passi tuonarono dietro di lui e pallottole fischiarono sopra la sua testa e

tutt'intorno alla sua persona. Prima di raggiungere la fine della banchina e di tuffarsi nell'acqua lurida e disseminata di rifiuti, lui si tolse la giacca. Le pallottole fischiavano furiose mentre lui entrava in acqua; si tuffò a fondo, ma non abbastanza, perché un proiettile lo colse nella parte posteriore della coscia. Morgan avvertì uno schianto nauseante e poi fu investito da un brivido di dolore. L'acqua gelida gli impedì di perdere i sensi mentre stringeva i denti contro l'intenso dolore e si dirigeva verso la nave. Fortunatamente ora si trovava fuori della portata dei moschetti, ma quando si guardò alle spalle vide la pattuglia che cercava un'imbarcazione sulla riva.

Cercando di ignorare il dolore bruciante e terribile che gli provocava la ferita, e il peso morto della gamba destra fuori uso, Morgan allungò le braccia e si mise a nuotare per salvarsi la vita. Sollevandosi per una bracciata vide accendersi delle luci sull'Avenger e capì che la ciurma aveva udito il trambusto a riva. Poi sentì un rumore di remi dietro di sé e si rese conto che i suoi inseguitori avevano trovato una barca e stavano cercando di raggiungerlo. Nuotò con maggiore foga, mentre sul parapetto del veliero comparivano alcune lanterne.

«Capitano, dove siete?» urlò Crawford verso l'acqua scura sottostante.Scott gridò una risposta, sorpreso che la sua voce suonasse così debole;

ma Stan dovette averlo sentito, perché si portò le mani a coppa intorno alla bocca e urlò: «La catena dell'ancora, Morgan. Afferratevi alla catena dell'ancora e vi isseremo a bordo!»

Morgan aveva quasi esaurito le forze, ma raggiunse la nave e trovò la catena dell'ancora. Si afferrò disperatamente al freddo metallo; si rendeva

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conto che l'equipaggio non aveva tempo di calare una scialuppa, perché la pattuglia della regina gli stava con il fiato sul collo. Ora gli inseguitori erano così vicini che lui riusciva a udirne le voci; si aspettava che riprendessero a sparare e si preparò all'impatto brutale di un'altra pallottola.

Lentamente ma infallibilmente l'ancora iniziò a salire, sollevando il capitano fuori dell'acqua sporca. Poi molte mani lo issarono al di sopra del parapetto, mentre membri dell'equipaggio si affrettavano intorno per fissare l'ancora e spiegare le vele. Un gradito soffio di vento gonfiò queste ultime, e l'alta marea portò 1'Avenger lungo il Tamigi e fin nella Manica. Dalla lontana riva le guardie della regina agitarono il pugno e fecero volare imprecazioni in direzione della loro preda mancata. La sovrana non sarebbe certo stata contenta.

«Per... poco», disse Morgan, tremante per il dolore e per lo sfinimento.«State bene? Ci siamo portati nel mezzo del Tamigi quando abbiamo

visto le guardie di palazzo che pattugliavano la banchina. Ho immaginato che stessero cercando voi e sperato che trovaste un modo per

raggiungerci. Sembrava la nostra unica possibilità di fuga; ero preoccupato che la pattuglia salisse a bordo e ci impedisse di partire.»

«Sapevo... di poter contare su di voi», borbottò Morgan, cercando di alzarsi, ma subito urlò in preda al tormento e crollò sul ponte. Crawford si precipitò ad aiutarlo. «Penso... di avere... la gamba spezzata.» Quelle furono le sue ultime parole prima di perdere i sensi.

Cadice, Spagna. Luglio 1588

Lucia giocava nervosamente con il pizzo che le adornava il vestito mentre suo padre camminava avanti e indietro nella stanza elegante. Padre Pedro era in piedi presso la porta, con le mani ripiegate devotamente all'interno delle lunghe maniche della veste. La giovane era arrivata a casa soltanto il giorno precedente ed era andata immediatamente a letto, esausta per il viaggio dall'Inghilterra, reso tormentoso dal tempo inclemente. Suo padre era sembrato felicissimo di vederla, ma poi era rimasto sconvolto quando lei gli aveva spiegato che giungeva da Londra e non dall'Avana. Per tutti quei

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mesi lui aveva creduto che Lucia fosse sposata con Diego, e che El Diablo fosse stato mandato al creatore.

«Vuoi dire che l'inglese ti ha rapito dal palazzo di Diego?» ripeté Don Eduardo, incredulo. «Non riesco a credere che abbia avuto l'audacia di tentare una cosa simile. È un uomo alquanto sorprendente», ammise controvoglia.

«Morgan è davvero un uomo sorprendente, padre», convenne Lucia. «La regina ha insistito per un annullamento del nostro matrimonio in modo che potesse sposare un'ereditiera inglese, ma non so se lui l'abbia assecondata.»

«Non ha importanza», l'interruppe padre Pedro. «Ho alcune cose da sistemare a Roma e una volta lì rivolgerò una supplica al Santo Padre per voi.»

«Ve ne sarò eternamente grato, padre Pedro», disse sinceramente Don Eduardo. «Sono in debito con voi per aver riportato a casa mia figlia da quel paese pagano.» Scrollò il capo con rimpianto. «Per tutti questi mesi ho creduto che fosse sposata con Diego del Fuego.»

«Ora devo prendere congedo da voi, Don Eduardo; intendo riferire a chi è più in alto di me, prima di continuare il viaggio.»

«Dite ai vostri superiori che assegnerò una donazione all'ordine in riconoscimento dell'aiuto ricevuto. Inoltre voi verrete personalmente premiato per il servigio che mi avete reso. Vi prego di tenermi informato su come procederanno le trattative con il Santo Padre, riguardo l'annullamento del matrimonio di Lucia.»

«Bene, figliola», disse Don Eduardo una volta che il gesuita se ne fu andato, «sembra che tu sia finita in una situazione davvero spiacevole. Arturo e Cordero pensavano di aver risolto tutto facendoti sposare quel pirata, non avrebbero mai immaginato che potesse sopravvivere e rivendicarti come moglie.»

«Dove sono i miei fratelli?» chiese Lucia.«Con 1'armada», rispose Don Eduardo con fierezza. «Abbiamo ricevuto

scarse notizie sul progresso della spedizione, ma immagino che ormai si siano uniti alle forze di terra del duca di Parma e si trovino sul suolo inglese.»

La giovane evitò di formulare giudizi; secondo la sua valutazione la flotta inglese era una forza da non sottovalutare, e non sarebbe stata sconfitta facilmente.

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«Ma siamo qui per discutere di te, mia cara. Non so che cosa dire al tuo riguardo. Che cosa devo fare? Forse Diego sarà ancora disposto a sposarti, una volta che si sarà ottenuto 1'annullamento.»

Gli occhi di Lucia s'infiammarono di rabbia. «Diego è un porco in calore, padre! Ha ingannato i miei fratelli facendo loro credere che mi avrebbe sposato, invece progettava di fare di me la sua amante.»

Don Eduardo rimase sbalordito; trovava difficile credere che un uomo onesto come Diego potesse agire in modo tanto ignobile. «Certamente hai frainteso le sue intenzioni.»

«No, padre, non ho frainteso nulla, è proprio come ho detto. Non sposerò Diego neppure se il mio matrimonio con Morgan sarà sciolto. Preferirei ritirarmi in convento e dedicare la mia esistenza alla preghiera.»

Lucia si astenne deliberatamente dal dire a suo padre del bambino, temeva che lui avrebbe insistito per farla rinunciare al piccolo; ma una volta al sicuro all'interno del convento, e lontano dalla sua vista, lei sentiva che Don Eduardo l'avrebbe completamente dimenticata. La giovane lo conosceva bene, era un uomo indaffarato, troppo impegnato nella propria vita per preoccuparsi della figlia. Lei pregava di riuscire a convincerlo a provvedere generosamente al suo sostentamento, così le buone suore le avrebbero consentito di vivere nell'anonimato all'interno delle loro mura.

«Manderò la mia nave più veloce all'Avana e metterò Don Diego al corrente di quest'ultimo sviluppo. Lui ha ancora la dote e può non essere disposto a separarsene; immagino sia per questo motivo che non mi ha informato del tuo rapimento dall'Avana», disse Don Eduardo, con sagacia.

«Non m'importa della dote, se verrà restituita datela alle suore, loro ne faranno buon uso e mi forniranno un rifugio finché vivo.»

«Scenderò a un compromesso, figliola. Per il momento potrai andare al convento e io farò in modo che le sorelle vengano ricompensate per il fatto di prendersi cura di te, ma se Diego ti vorrà ancora dopo l'annullamento del matrimonio, ti consegnerò a lui in sposa. Tuttavia non diverrai mai la sua amante, figliola, di quello mi occuperò io; dovrà sposarti per procura oppure farlo come si deve di persona, prima che io ti consenta di imbarcarti per l'Avana. Dev'essere tutto legale e vincolante; lui non potrà disonorarti ulteriormente.»

«Diego non mi piace, è un uomo spregevole.»

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«Tu lo giudichi troppo aspramente, figliola; devi ricordare che si aspettava una sposa vergine. Sono sicuro che si sarebbe comportato correttamente con te. Sarebbe stato opportuno che Diego ti avesse reso vedova immediatamente al tuo arrivo all'Avana. Sono estremamente grato che tu non abbia concepito un figlio dal pirata; non avrei potuto sopportare un simile insulto, il mio orgoglio non si sarebbe mai ripreso.»

«Partirò domani, padre. Penso davvero che il convento sia il luogo migliore per me.»

La mente di Don Eduardo si era già avviata in un'altra direzione. «Che cosa? Forse hai ragione, querida, organizzerò la tua partenza e ordinerò alla reverenda madre di trattarti come un'ospite, non ho mai voluto che tu entrassi nell'ordine.»

«Gracias, padre.» Lei lo baciò sulla guancia e si affrettò ad andarsene.Una pletora di pensieri attraversò in un lampo la mente di Lucia mentre

lasciava suo padre. Dato che recava in grembo un figlio, diventare suora non era più possibile. La reverenda madre aveva sempre avuto simpatia per lei e la giovane sapeva che avrebbe protetto il suo segreto. Non era la prima volta che una donna sposata cercava rifugio dietro le mura di un convento; talvolta un marito relegava la moglie inun'abbazia se pensava che fosse stata infedele. Né suo figlio sarebbe stato il primo bambino nato in tali circostanze. Lucia aveva ogni intenzione di dire alla reverenda madre del piccolo, quando fosse arrivato il momento; nel giro di pochi mesi non avrebbe avuto scelta. Dopo la nascita avrebbe deciso se allevare il piccolo nell'atmosfera pacifica del convento, oppure se intraprendere una nuova vita da sola.

Lucia, sufficientemente avveduta da rendersi conto di dover pianificare in anticipo il proprio futuro, avrebbe preso con sé tutti i gioielli di sua madre, che le appartenevano di diritto, e li avrebbe nascosti tra le proprie cose. Un giorno le sarebbe potuto venire in mente di lasciare il convento insieme col figlio e di vivere indipendentemente da suo padre. I preziosi gioielli di famiglia li avrebbero sostentati per un'intera esistenza, se fossero vissuti in modo parsimonioso.

Ma la giovane si sbagliava se pensava che suo padre si sarebbe dimenticato di lei. Un'ora dopo la loro conversazione, Don Eduardo aveva scritto una lettera a Diego del Fuego e l'aveva spedita all'Avana con la più rapida delle sue navi. Se quella missiva non avesse fatto smuovere Diego dall'Avana, nient'altro ci sarebbe riuscito. Don Eduardo conosceva bene il suo futuro genero; il governatore generale non avrebbe restituito spontaneamente una dote preziosa come quella di sua figlia.

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Isola di Andros. Agosto 1588

Morgan si agitava senza tregua nel letto sfatto; il suo corpo febbricitante e gli occhi iniettati di sangue erano una cruda testimonianza della malattia che lo affliggeva. La palla di moschetto che l'aveva colpito gli aveva frantumato un osso della coscia e aveva dato origine a una violenta infezione, che era anche il risultato della contaminazione dell'acqua del fiume. Questo aveva costretto il corsaro a restare a letto per molte settimane. A bordo dell'Avenger erano riusciti ad asportare la pallottola, e l'osso si era saldato, ma nulla aveva potuto impedire l'attacco di febbre che aveva colpito quasi immediatamente il capitano.

Stan Crawford aveva preso la decisione di portare l'amico ad Andros, invece di fare direttamente rotta su Cadice; lì Lani si sarebbe potuta prendere cura di lui. Il grave stato in cui si trovava Morgan aveva conferito al primo ufficiale l'autorità di alterare la rotta, ma quando Scott si fu ripreso al punto di rendersi conto di trovarsi sulla propria isola, divenne livido di rabbia.

«Maledizione, Morgan, non eravate nelle condizioni di recarvi in Spagna, non riuscite neppure a camminare.» Il tentativo da parte di Crawford di placare il suo superiore fu accolto da un magnifico sfoggio d'ira.

«Che siate maledetto, Stan! Avrei trovato un modo.» Nella mascella tesa di Morgan si contrasse un nervo. Anche se non 1'avrebbe mai ammesso, il dolore derivante dall'osso rotto era straziante, e la ferita infetta stava guarendo con lentezza.

«Nient'affatto», lo contraddisse Crawford, scrollando il capo. «Lucia aspetterà; dovreste essere maledettamente grato che Lani vi abbia salvato la vita. La medicina indigena che vi ha somministrato era potente; a bordo della nave noi non avevamo nulla di paragonabile. Ci recheremo in Spagna quando la vostra gamba sarà sufficientemente guarita da permettervi di camminare; forse tra cinque o sei settimane.»

Scott riconobbe la saggezza delle parole del primo ufficiale, ma gli fu difficile accettarle. Ogni giorno che trascorreva disteso a letto significava un altro giorno senza Lucia. Scoraggiato, lui si chiedeva dove lei potesse trovarsi in quel momento. Era felice? Pensava a lui? Morgan malediceva il destino per avergli negato il momento giusto per dirle che l'amava. L'idea era stata così nuova per lui, così assolutamente sbalorditiva, che si era

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scoperto riluttante a condividere i propri sentimenti. Lui aveva mancato nei confronti di sua moglie, e non se lo sarebbe mai perdonato.

Lucia aveva forse lasciato l'Inghilterra pensando che non gli importasse nulla di lei? Morgan era il primo ad ammettere di non essere stato il migliore dei mariti. Aveva cercato di fare il proprio dovere verso la regina, e così facendo aveva perduto la donna che adorava. Maledizione! Era stato difficile accettare la consapevolezza di amare una spagnola. Lui odiava quel popolo da talmente tanto tempo che non riusciva neppure a ricordare un periodo della propria esistenza in cui non l'avesse detestato. Stare con Lucia aveva rappresentato una lezione d'umiltà. Vivere .con una tale passione per la vendetta costituiva un fardello terribile.

Sua moglie era dolce, altruista e incapace di commettere atrocità come quelle che lui aveva sperimentato per mano dei suoi compatrioti. Forse non tutti gli spagnoli erano come quelli che avevano ucciso la sua famiglia e ridotto lui in schiavitù, ammise a malincuore. Certo, la nave su cui Morgan aveva trascorso cinque infelici anni di servitù apparteneva al padre di Lucia, ma il corsaro aveva pareggiato i conti in più di un'occasione, saccheggiando un numero enorme di navi della linea Santiago. Ora era venuto il momento di dimenticare e di andare avanti. La preoccupazione che lo rodeva era che Lucia potesse rifiutare di lasciarsi il passato alle spalle e di trascorrere il resto della vita come sua moglie. La piccola suora non era destinata a diventare una santa donna, era troppo passionale, aveva troppo fuoco nelle vene per avvizzire e morire dietro mura claustrali. Lui aveva bisogno di lei, moriva dal bisogno di averla; il suo cuore piangeva per la lontananza.

Beatitudine coniugale. Morgan si mise quasi a ridere forte a quell'idea. Insieme, lui e Lucia erano esplosivi, e non solo a letto. La vita non sarebbe mai stata noiosa con una moglie tanto ardente, in grado di tenere vivo il desiderio che Morgan provava per lei. Laddove altri uomini si sarebbero potuti annoiare nella vita di coppia, lui sarebbe sempre stato affascinato da lei.

Naturalmente ci sarebbero stati dei figli, continuò mentalmente lui, entusiasta. Morgan si maledisse, dandosi dello scemo quando si rese conto di come doveva aver ferito Lucia, sostenendo di non volere discendenti da lei. Che razza di bastardo arrogante era stato; non si sarebbe mai perdonato se le sue parole insensibili gli fossero costate la moglie.

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Le settimane trascorsero in fretta. Incatenato al letto dalla ferita, il capitano imprecava contro la propria debolezza e incapacità di lasciare Andros. Non potendo recarsi in Spagna a rivendicare la propria moglie, era preoccupato che nel frattempo Lucia si dimenticasse di lui, temeva di perdere per sempre la sua sposa spagnola.

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CAPITOLO 20

Cadice, Spagna.Ottobre 1588

<<Verrò a terra con voi, Morgan, poco importa con quanto vigore protestiate. So che pensate che la vostra gamba sia guarita, ma non avete ancora completa libertà di movimento; avete bisogno di me per raccogliere i pezzi.»

II capitano indirizzò un'occhiata esasperata al primo ufficiale. «Maledizione, Stan, a parte questa zoppia la mia gamba è più guarita che mai. Non ho bisogno di un custode.»

«Discutete finché volete, io vengo. Il mio spagnolo non è buono quanto il vostro, perciò lascerò parlare voi. Se Lucia non è a casa di suo padre, può darsi che dovremo recarci fino al convento. Non siete più montato a cavallo da quando vi hanno ferito.»

«La nave...»

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«C'è scarso pericolo, l'Avenger batte bandiera spagnola e Withers è in grado di controllare la ciurma, se dovesse presentarsene la necessità. Parecchi dei nostri uomini parlano spagnolo e sarebbero in grado di evitare di sollevare sospetti se dovessero essere disturbati dalle autorità portuali. Inoltre la Spagna è in un tale caos dopo il fallimento della spedizione, che nessuno presterà attenzione a una nave di più in porto.»

«Benissimo», tagliò corto Morgan, impaziente di sbarcare. Le ferite tormentose l'avevano ritardato già fin troppo.«Andiamo.»

Lucia fissava con aria cupa fuori della piccola finestra della sua minuscola cella. Ora le giornate erano in qualche modo meno calde, ma all'interno delle antiche mura di pietra era sempre fresco e un po' umido. La giovane si strinse meglio lo scialle intorno alle spalle, mentre la sua mente vagava verso pensieri proibiti riguardanti Morgan. Aveva pregato a lungo e con intensità per spegnere le braci ancora accese della passione che provava per il marito, ma le sue preghiere incontravano soltanto un successo limitato. II bambino che portava sotto il cuore fungeva da costante ricordo dell'amore che provava per il padre suo figlio. Lei non era preparata all'intenso affetto che le suscitava la piccola vita che sarebbe dipesa così completamente da lei. Nei tre mesi che la giovane aveva trascorso al convento, il suo stato si era evidenziato nel modo più naturale. Con l'aiuto di Renalda, aveva allargato quasi tutti i propri abiti. La reverenda madre era rimasta sconvolta quando era stata informata della gravidanza, ma aveva accettato la cosa con comprensione, proprio come Lucia immaginava avrebbe fatto.

Come previsto dalla giovane, suo padre non le aveva mai fatto visita, né si era informato del suo benessere, pur continuando a contribuire al suo sostentamento. I fratelli di Lucia erano venuti a trovarla poco dopo essere ritornati in Spagna con quel che restava dell'armada sbaragliata. La stupefacente sconfitta per mano degli inglesi aveva rappresentato un colpo scoraggiante, e loro avevano riferito alla sorella che intendevano partire immediatamente per un viaggio nel Nuovo Mondo, dove avevano sentito che le strade erano lastricate d'oro. Quando i due giovani avevano descritto le sofferenze e i venti avversi incontrati dalla disgraziata spedizione, lei aveva pensato che fossero stati fortunati a essere arrivati a casa vivi. Dopo la loro visita Lucia aveva languito piacevolmente nell'ozio, dedicando le proprie giornate al raccoglimento, anche se neppure la preghiera era in

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grado di lenire la sofferenza del suo cuore. Dopo un po' di tempo era stata aiutata da un'altra donna relegata in convento dal padre.

Renalda era nata in una famiglia ricca e potente ed era stata fidanzata dalla nascita con un uomo suo pari per condizione; lei si sarebbe sposata a diciotto anni se non avesse commesso un atto imperdonabile, innamorandosi di Antonio, figlio di un vaccaro. Nel desiderio disperato di trovare la felicità, i due ragazzi erano fuggiti, con l'intenzione di farsi sposare da un prete in un piccolo villaggio dove nessuno li conosceva.

Il padre e il fidanzato di lei li avevano seguiti; Antonio era rimasto ucciso quando la loro carrozza si era rovesciata durante l'inseguimento. Fortuna aveva voluto che Renalda riportasse soltanto alcuni lividi. Poiché lei e Antonio avevano trascorso una notte insieme, il fidanzato della ragazza si era rifiutato di procedere con il matrimonio, e suo padre l'aveva picchiata e spedita in convento. Renalda, come Lucia, non era né una suora né una postulante, ma, diversamente dall'amica, che si trovava lì per sua scelta, la giovane era prigioniera all'interno delle mura dell'edificio, e non poteva uscirne senza il consenso del padre. Da parte sua, Lucia sapeva che non avrebbe mai più amato nessun altro, perciò aveva scelto di restare con le sante sorelle.

Bussarono alla porta e Lucia si destò dalle proprie fantasticherie. La porta si aprì quasi immediatamente ed entrò una giovane donna sottile, con lucenti capelli neri, occhi scuri e la pelle luminosa come fine porcellana. Lucia salutò Renalda con un sorriso e le fece cenno di entrare.

«Hai bisogno di qualcosa prima di ritirarti?» chiese con sollecitudine la ragazza. Lei stava attenta che Lucia mangiasse abbastanza per nutrire se stessa e il bambino che portava in grembo.

«No, grazie», rispose Lucia, «a meno che non ti vada di rimanere un po' a farmi compagnia.»

Renalda le indirizzò uno sguardo malinconico. «Ti senti sola, hai nostalgia del padre del bambino.» Era un'affermazione, non una domanda.

«Devo imparare a vivere senza Morgan», disse Lucia con voce rotta. Dopo tutto quel tempo era ancora doloroso parlare dell'uomo che amava.

«Se gli fosse importato di me sarebbe venuto a cercarmi. L'ha fatto in precedenza, con grande pericolo per se stesso.» Scrollò tristemente il

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capo. «No, Renalda, ormai lui sarà sposato a Lady Jane; è quello che la sua regina voleva che facesse.»

La ragazza prese la mano di Lucia tra le proprie e la strinse. «Dopo la nascita di tuo figlio potrai andartene di qui e trovare un nuovo amore, ma con ogni probabilità io morirò di vecchiaia senza più mettere piede al di là di queste mura.»

«Se deciderò di andarmene ti porterò con me», promise Lucia. Renalda sospirò con aria scoraggiata. «Temo che questo sia

impossibile, ma la tua amicizia significa tutto per me; è l'unica cosa che mi ha permesso di non perdere la ragione. Per lo meno tu avrai un figlio che ti ricorderà il tuo amato, mentre io...» Scrollò le spalle in un gesto desolato. «Devo andare, ho promesso a suor Maria che mi sarei occupata della pasta per il pane di domani.»

«Buona notte, Renalda, vai con Dio.»

«Corrompere il servitore di Don Eduardo è stata una mossa saggia, Morgan», convenne Stan mentre si lasciavano Cadice alle spalle. «Siete un uomo ricercato, sulla cui testa pende una taglia; se aveste rivelato la vostra identità a Don Eduardo lui vi avrebbe certamente denunciato alle autorità.»

Dopo aver appreso che Lucia viveva al convento, loro avevano trascorso la notte in una locanda fuori città e il giorno successivo erano partiti di buon mattino. Scott viaggiava in una carrozza presa a nolo; con sua mortificazione non era stato in grado di sopportare lo sforzo di montare a cavallo. Stan era seduto all'interno del veicolo insieme con lui, e aveva legato dietro un cavallo, in modo di poter ritornare all'Avenger quando Lucia l'avesse sostituito all'interno della carrozza, accanto al marito.

«È per questo che ho avvicinato prima i servitori, dato che la maggior parte degli uomini è disposta a fare qualsiasi cosa per la giusta somma di denaro; non voglio fare altro che trovare Lucia, convincerla che le voglio bene e lasciare questo dannato paese il più rapidamente possibile.»

Un compito arduo, pensò Morgan, senza dirlo. Era trascorso talmente tanto tempo da quando sua moglie se n'era andata, che probabilmente lei pensava che lui l'avesse dimenticata. Il corsaro avrebbe avuto bisogno di tutte le proprie facoltà mentali, se voleva convincere Lucia che era l'unica donna che avesse mai desiderato per sempre.

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Renalda sospirò stancamente posando un telo pulito sull'ultima teglia di pasta da pane; al mattino l'impasto sarebbe stato pronto per essere cotto nel forno. Aiutare in cucina era uno dei suoi compiti preferiti; mantenersi indaffarata l'aiutava ad alleviare la noia e la monotonia di ogni giorno. Suor Maria si era già ritirata, e lei stava per andare a letto a sua volta. I corridoi erano bui e deserti, le suore si alzavano presto e di solito si ritiravano immediatamente dopo le preghiere serali. La ragazza non vedeva l'ora di raggiungere il proprio duro giaciglio, perché soltanto nel sonno era in grado di dimenticare di essere stata la causa della morte di un giovane.

Aveva davvero creduto di essere innamorata di Antonio, anche se erano entrambi così giovani; non avrebbe mai dimenticato il dolce sorriso e la natura gentile di lui. L'aver provocato la sua morte era stato traumatico; inizialmente il convento era sembrato un rifugio gradito, ma era ben presto divenuto la sua prigione. Lei era giovane, bramava la vita che si trovava al di là di quelle pareti costrittive. La fanciulla pregava con estrema diligenza che suo padre un giorno potesse ammorbidirsi e venire a prenderla, ponendo fine al suo isolamento. Era l'unico modo per poter lasciare il convento, prima della liberazione della morte.

I passi di Renalda echeggiarono nettamente lungo il corridoio silenzioso, mentre lei si faceva strada verso la propria stanza. La giovane trasalì violentemente quando udì del trambusto nei pressi dell'ingresso esterno. I visitatori erano rari a quell'ora della notte e non venivano mai lasciati entrare. Chiunque stesse sbatacchiando il portone era alquanto insistente, e, se non avesse smesso, la reverenda madre e tutte le sorelle sarebbero state svegliate bruscamente. Lei non voleva che questo accadesse.

Preoccupata soltanto di mantenere la pace all'interno delle mura del convento, Renalda aprì la pesante porta di quercia e si affrettò a uscire, raggiungendo l'ingresso esterno. La nottata era fresca e lei rabbrividì: all'improvviso si rese conto che non stava tremando di freddo, ma di aspettativa; non si era mai sentita in questo modo, prima, e si avvicinò al cancello con una sensazione di predestinazione. Oppure era paura, quella che provava? Era impossibile definire quell'impressione.

Il portone sprangato era in legno di quercia, massiccio, e al centro recava una porticina munita di cardini, che si apriva dall'interno consentendo al custode di dare un'occhiata ai visitatori. A Renalda tremavano le mani mentre apriva il piccolo uscio e sbirciava nell'oscurità al di là dell'ingresso. La luna piena le consentì di scorgere un grande uomo in ombra, che aspettava in piedi dalla parte opposta.

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«Che cosa volete? È tardi, sono tutti a letto. Dopo il calare delle tenebre non è consentito l'ingresso ai visitatori.»

Rispondendo in uno spagnolo scorrevole, Morgan disse: «È indispensabile che io veda mia moglie».

«Vostra moglie? Vi sbagliate. Qui nessuna...» Le sue parole si arrestarono esitanti; al momento era Lucia l'unica donna sposata del convento. Quell'uomo poteva forse essere suo marito? Quell'individuo attraente che pretendeva di essere lasciato entrare era forse il pirata a cui veniva fatto riferimento con il nome di El Diablo? Madre de Dios, non c'era da meravigliarsi che la sua amica si fosse innamorata di lui.

«So che Lucia è qui. Lucia Scott, mia moglie. Forse voi la conoscete come Lucia Santiago.»

«Voi siete il pirata di Lucia?»Morgan sorrise amaramente. «Si. Ora volete aprire il portone?»«No, non cambia nulla. È davvero troppo tardi per le visite. La reverenda

madre non fa entrare nessuno dopo il tramonto del sole. Dovrete tornare domani.»

«Forse faremmo meglio a cercare una stanza nella città che abbiamo attraversato in precedenza e ritornare domani», propose Crawford, avanzando fino a divenire visibile a Renalda.

Finché il primo ufficiale non ebbe resa nota la sua presenza, Renalda non aveva la minima idea del fatto che Morgan avesse con sé un compagno. Lei fissò Stan alla luce fioca e lo trovò quasi attraente quanto il marito della sua amica. Nessuno dei due sembrava terribile come descritto dalle voci che giravano.

«No, non me ne andrò», disse Morgan con bieca determinazione. «Voglio vedere Lucia e voglio vederla ora. Intendete lasciarci entrare, sorella, oppure devo scalare il muro?»

Renalda inghiottì a fatica. Lei sapeva d'istinto che nulla avrebbe tenuto fuori l'inglese, se era deciso a entrare, ma doveva accertarsi che consentire l'ingresso al pirata fosse nel migliore interesse della sua amica.

«Perché desiderate vedere Lucia? Io le sono vicina e non desidero vederla soffrire.»

«Ascoltate, sorella...»«Non sono una suora. Come Lucia, sono un'ospite, qui.»«Benissimo, senorita...»«Renalda. Renalda Cortez.»

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«Senorita Renalda, mia moglie non dovrebbe trovarsi qui, non è questo il suo posto. Lei mi appartiene, sono venuto a portarla a casa.»

«A casa? In Inghilterra?»Morgan e Stan si scambiarono sguardi significativi. «No, non in

Inghilterra, io non sono più bene accetto nel mio paese. Intendo portare Lucia sull'isola di Andros, alle Bahama. Ora, senorita, volete lasciarmi entrare?»

Renalda si sentiva lacerata; sapeva che Lucia amava ancora il pirata, ma, secondo l'amica, Morgan odiava il loro popolo e non voleva figli con sangue spagnolo. Lei era in dubbio se consentire l'ingresso a inglesi senza il consenso dell'amica, oppure se insistere affinché lui ritornasse 1'indomani.

«Senorita, se vi preoccupa che io possa fare del male a mia moglie, potete placare i vostri timori. Tengo profondamente a lei; non so che cosa vi abbia detto, ma sono cambiato. Per un capriccio del destino Lucia, e io siamo stati costretti a sposarci...» Trovava difficile scoprire la propria anima davanti a una sconosciuta, ma voleva che quella ragazza capisse quanto fossero profondi i sentimenti che nutriva per la sua donna. «Io amo Lucia, e se lei sarà disposta a perdonarmi dedicherò il resto della mia esistenza a renderla felice.»

La sincerità di Morgan colpì Renalda; qualche cosa nell'espressione del pirata le fece capire che il suo amore per Lucia sarebbe resistito ai secoli. Se un uomo mai l'avesse amata in quel modo, lei sarebbe stata la più felice delle donne.

«Benissimo, senor, vi lascerò entrare per vedere la mia amica, ma probabilmente quanto ho fatto questa notte mi varrà una punizione molto severa da parte della reverenda madre.»

Fece scivolare da una parte la pesante sbarra e aprì completamente il portone. Morgan entrò, seguito a distanza ravvicinata da Stan.

«Come posso trovare la stanza di Lucia?» chiese Scott. Lui aveva aspettato così a lungo quel giorno che riusciva a malapena a contenere la propria eccitazione.

Renalda lo osservò da dietro le palpebre socchiuse; all'improvviso considerò la comparsa di Morgan come un segno di Dio. La sua mente acuta vide quell'accadimento come un modo per sfuggire alla situazione impossibile impostale da suo padre. Gli occhi di lei brillarono di un'oscura espressione provocatoria, quando sollevò il mento per sfidare Morgan. «Non ve lo dirò, e voi non potete trovarla da solo senza

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svegliare l'intero convento. I corridoi sono un labirinto di minuscole celle, e tutte ospitano suore e postulanti.»

II pirata socchiuse gli occhi, furioso; afferrando Renalda per le spalle, le diede una violenta scrollata. La ragazza indietreggiò, ma rimase ostinatamente muta. «Perché mi avete lasciato entrare se non avevate alcuna intenzione di condurmi da Lucia?»

«Morgan, le state facendo male», lo mise in guardia il primo ufficiale. Questi si rivolse poi a Renalda in tono gentile. «Mi chiamo Stan Crawford. Dovete avere un motivo per rifiutare la richiesta del capitano.» Il suo spagnolo era esitante e non buono quanto quello di Scott, ma la ragazza parve capirlo. .

Lei aveva la bocca asciutta, era incapace di formulare una risposta.«Renalda, mi capite? Perché non volete portare Morgan da Lucia?»«Farò irruzione in ogni stanza del convento, se si renderà necessario»,

minacciò Morgan.La ragazza fissò il pirata; dovette inumidirsi le labbra con la punta della

lingua, prima di poter parlare. «Vi dirò dove si trova soltanto se promettete di portarmi con voi.»

«Che cosa! Certamente state scherzando.» Le parole di Morgan erano cariche di stupore. «Che cosa direbbe la vostra famiglia?»

«Io sono morta per loro», disse tristemente la giovane. «Ho commesso un terribile peccato; i miei congiunti mi hanno ripudiato e mandato qui per punirmi. Probabilmente trascorrerò il resto dei miei giorni dietro queste mura.»

«Siete così giovane. Quale colpa tremenda avete commesso?» chiese Stan.

Renalda chinò il capo per la vergogna; non riusciva a trovare le parole per dire a quegli uomini, che per lei erano praticamente degli sconosciuti, che cosa avesse spinto la sua famiglia a ripudiarla.

«Il mio peccato non ha importanza, chiedo soltanto che mi portiate con voi. Lucia e io siamo amiche, io posso esserle di grande aiuto; lei avrà bisogno delle cure di un'altra donna.»

Morgan rimase interdetto. «Che cosa volete dire?»La ragazza rimase in silenzio, non stava a lei dire a quell'uomo che sarebbe diventato padre.«Maledizione, ditemi soltanto dove trovare Lucia, non posso condurvi

con me, è impossibile.»

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«Io dico di portarla», lo contraddisse tranquillamente Stan. Nella ragazza c'era qualcosa che lo toccava. Se Renalda desiderava così disperatamente fuggire dal convento, lui non riusciva a vedere alcuna ragione per negarle un aiuto.

Morgan socchiuse gli occhi, non aveva mai visto prima Stan così fermo nel voler aiutare una donna in pericolo. «Non intendo prendermi una simile responsabilità. C'è una taglia sulla mia testa, e in questo paese straniero i pericoli abbondano.»

Il capitano si rivolse in inglese al suo primo ufficiale; Renalda guardò dall'uno all'altro, desiderando poter capire quello che si stavano dicendo. Evidentemente parlavano di lei.

«Mi assumerò io l'intera responsabilità», replicò Stan.Morgan non aveva né il tempo né la voglia di starsene lì a discutere con

l'amico; era divorato dall'impazienza. Era talmente vicino al raggiungimento del proprio obiettivo che avrebbe accettato qualsiasi condizione.

«Benissimo, ma accertatevi che non provochi guai. Ho notato una locanda nella città di Lebrija, quando l'abbiamo attraversata, in precedenza. Prenotate alcune stanze per noi, io vi raggiungerò con Lucia non appena possibile.»

«Grazie, Morgan; non so perché, ma sento fortemente che è la cosa giusta.» Lui si rivolse a Renalda, spiegandole con gentilezza: «Vi porteremo con noi».

Gli occhi della ragazza luccicarono di lacrime. Fino all'arrivo di quegli inglesi lei aveva disperato di poter mai trovare un modo per uscire dal convento. Provava un tale senso di gratitudine che gettò le braccia al collo a Stan e si mise a piangergli sulla giacca.

L'impazienza ebbe la meglio su Morgan. «Le indicazioni, senorita Renalda. Come trovo Lucia?»

Lei si asciugò gli occhi e fornì spiegazioni precise per arrivare alla celletta dell'amica. «La porta non sarà chiusa a chiave, senor», disse. «Ci è consentita ben poca intimità.»

Il pirata annuì brevemente, girò sui tacchi e si allontanò zoppicando nell'oscurità, mentre Stan conduceva la giovane fuori del portone, la sollevava sul proprio cavallo e montava in sella dietro di lei.

«Dove andiamo?» chiese la ragazza, senza fiato<<Vi porto in città, lì aspetteremo Morgan e Lucia», spiegò Crawford. Lui le strinse possessivamente la vita, cingendola con il braccio, e all'improvviso desiderò quella donna. Stan si eccitò immediatamente,

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chiedendosi se Renalda fosse ancora vergine oppure se il suo «terribile» peccato avesse avuto come risultato la perdita dell'innocenza.

Morgan strisciò furtivo attraverso i corridoi deserti, seguendo alla lettera le indicazioni di Renalda. Era buio, a parte alcune candele lasciate accese a ogni incrocio, che tuttavia fornivano al corsaro la luce sufficiente a effettuare le svolte giuste e a contare le porte che fiancheggiavano ogni lato dei lunghi passaggi. Quando infine lui raggiunse la cella indicata dalle istruzioni della giovane, si arrestò, inspirò a fondo per calmarsi e sollevò il paletto. La porta si aprì senza rumore e lui entrò. Dalla finestra si riversava all'interno della stanza un raggio di brillante luce lunare. Dato che i suoi occhi erano già abituati all'oscurità, ebbero bisogno di adattarsi ben poco per vedere Lucia inginocchiata accanto al letto, avvolta da testa a piedi in una voluminosa camicia da notte bianca.

Impegnata nella preghiera, lei non udì lo scricchiolio della porta che si apriva e si chiudeva, né il rumore dei passi che si avvicinavano. Ammaliato dal gioco della luce lunare sul capo chino di lei, Morgan rimase perfettamente immobile a fissarla con disperato struggimento. Notò con piacere che i capelli le erano cresciuti e che le ricadevano sulle spalle come una tenda nera e luccicante. Lei era scalza, e le perfette, rosee dita dei piedi erano l'unico elemento visibile del suo corpo, fatta eccezione per le mani e per il capo. Pieno di bramosia, dato che era un'infinità che non la vedeva, lui sembrava incapace di muoversi o di pensare. La giovane pregava con fervore, un'abitudine che seguiva fedelmente

ogni notte, prima di ritirarsi. Chiedeva che Morgan fosse felice e stesse bene, ovunque si trovasse, che il bambino che portava in grembo nascesse sano, e che Renalda un giorno fosse libera dalla sua prigionia forzata. Benché Lucia si fosse rassegnata a una vita austera, sapeva che la sua amica desiderava ardentemente qualche cosa di più.

All'improvviso lei intuì di non essere sola. II suo primo pensiero fu che la ragazza fosse ritornata. «Sono lieta che tu abbia deciso di tornare a farmi visita, Renalda», disse a voce alta. «Avrò finito tra un attimo.»

Le parole di lei sciolsero le membra pietrificate di Morgan e lui si mosse silenziosamente verso il letto accanto al quale Lucia era inginocchiata in preghiera. Sorrise, ricordando come lei fosse rimasta in ginocchio per la maggior parte del tempo, durante i primi giorni che avevano trascorso insieme.

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Ora lui era in piedi dietro di lei, abbastanza vicino da allungare la mano e toccarla. Il suo aroma speciale, dolcemente seducente e tuttavia sottile e inafferrabile, lo attirava al di là di ogni sopportazione. Gli tremò la mano quando la posò con grande delicatezza sulla spalla destra di lei, e intuì il momento preciso in cui Lucia si rese conto che la persona presente nella stanza era suo marito e non Renalda. II corpo della giovane si tese e lei inspirò aspramente, poi si volse con lentezza, mentre il nome di lui le usciva dalle labbra in un sospiro tremante.

In un preciso istante Lucia aveva capito che Morgan si trovava nella stanza insieme con lei; aveva avvertito il potente incanto della sua presenza, percepito il calore del suo corpo. La giovane inspirò l'aroma inebriante di cuoio, cavallo e di qualcos'altro che era tipico di suo marito; poi sentì la corrente vibrante del tocco di lui e capì che non stava sognando. Mentre si volgeva con lentezza, le palpebre le fluttuarono verso l'alto e rimase stordita dall'espressione di nuda bramosia che bruciava nel profondo degli occhi di Morgan.

«Lucia...» Facendola alzare in piedi, lui la fissò negli occhi, scrutandola con sguardo cupo, sospettosamente umido. Tuttavia non cercò di abbracciarla, non ancora, non finché non avesse saputo che cosa lei provava nei suoi confronti. «Grazie a Dio, ti ho trovata. Ho vissuto l'inferno da quando te ne sei andata. Perché? Perché mi hai lasciato?»

Lucia si sentiva la bocca asciutta. Come poteva Morgan fare una domanda simile, quando a corte tutti sapevano che lui aveva corteggiato Jane come se fosse stato un uomo libero?

La voce di lei era piena di amarezza. «Dove sei stato per tutto questo tempo, Morgan? Siamo ancora sposati? O hai già sposato Lady Jane? La regina ne sarà entusiasta. Lady Jane mi ha detto che volevi l'annullamento, in modo di poterla sposare. Perché sei qui? Pensavo di averti fatto un favore, andandomene.»

«Un favore!» Lui si mise quasi a urlare. «Ero angosciato per te. Per tutte le settimane che ho trascorso giacendo impotente a letto, ho immaginato ogni genere di cose terribili che potevano esserti successe.»

«Sei stato male? Ti hanno ferito in mare? Oh, Morgan, mi dispiace tanto.» Le mani di lei gli vagarono sulle spalle, sulle braccia, sul petto, alla ricerca di segni di lesioni. Lucia però non sentì altro che soda muscolatura ed emise un sospiro tremante; non avrebbe potuto sopportare che l'avessero ferito gravemente.

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«Sono stato colpito da una pallottola di moschetto», disse Morgan, senza entrare in particolari. «Non è nulla, ormai sono guarito... Be', quasi», aggiunse, pensando alla zoppia che avrebbe potuto segnarlo per sempre.

«Oh, Morgan, perché sei venuto? E Lady Jane?»«Non m'importa di Lady Jane, non l'ho mai voluta. Sei tu l'unica donna che ho sempre desiderato.»Lucia era disposta a credergli, voleva farlo davvero, ma c'erano talmente

tanti dissapori irrisolti a impedire la loro felicità. E c'era soprattutto il bambino, che lui non era in grado di accettare.

«Io sarò sempre spagnola, Morgan», gli ricordò.<<Non ha più importanza. Ho vissuto troppo a lungo portando il fardello

dell'odio, è ora che mi lasci alle spalle il passato e che mi concentri sul futuro, sul nostro futuro. Tu mi hai dato un piacere incredibile ogni volta che abbiamo fatto l'amore, Lucia, ma si trattava di un godimento colpevole. A causa della mia vendetta contro gli spagnoli, amarti spogliava il mio orgoglio e mi colmava di angoscia. Ti volevo così disperatamente, ma mi sentivo come se stessi tradendo la mia famiglia e me stesso.

Grazie a Dio, in me non albergano più quei sentimenti, Lucia; ora il mio cuore è libero di amarti come meriti. Ti amo, tesoro. Vorrai perdonarmi per tutte le cose terribili che ti ho fatto e detto?»

Lucia lo osservò sbalordita. «Tu mi ami? Tu mi vuoi?»«Ti ho sempre desiderata. Che cosa devo fare o dire per provartelo?

Vorrai credermi in questo?»Non appena quelle parole gli uscirono dalla bocca, Morgan si diede dello sciocco. Come poteva Lucia fidarsi, quando lui non aveva fatto nulla per conquistarsi la sua stima?

Lucia decise che la fiducia costituiva un grave peso, soprattutto quando coinvolgeva un bambino innocente. Che cosa avrebbe provato Morgan nei confronti di un figlio che recava il sangue spagnolo di lei?

«Maledizione, Lucia, ho bisogno di te! Lascia che ti porti a casa, ad Andros. Intendo rinunciare al mare una volta per tutte.»

Il bisogno di avere sua moglie tra le braccia, di sentire la morbidezza di lei fondersi contro la sua rigidità, divenne un inferno divampante dentro di lui, un inferno che lui dovette limitare finché non riuscì a contenerlo più a lungo. Morgan la cinse con le braccia e le sue labbra trovarono quelle di lei e le baciarono con ferocia, penetrando a fondo nei recessi più profondi della

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sua bocca, con un devastante movimento della lingua. Prendendole il sedere rotondo con le mani a coppa, la attirò contro di sé, consapevole di ogni curva rigogliosa del suo splendido corpo.

A quel punto sbatté le palpebre in preda alla confusione. La memoria doveva averlo tradito, perché sentiva curve che Lucia non aveva mai avuto in precedenza, curve che... Il cuore gli balzò in gola e lui la fissò con espressione stordita.

Lasciò scivolare le mani verso il basso e quando ebbero raggiunto l'inconfondibile gonfiore del ventre, presero a tremargli. Morgan produsse dal profondo della gola un suono di piacere soffocato; Lucia lo confuse con una manifestazione di disgusto e cercò di respingerlo.

«Mio Dio, stai aspettando un figlio nostro!»Lei riuscì finalmente a liberarsi e fece un passo indietro guardandolo

furiosa. «So che non vuoi un figlio da me, Morgan, ma io ne sono felice. Amerò questo bambino anche se tu non lo farai. Date le circostanze, il convento è il luogo migliore per me.»

Lui sospirò avvilito: doveva biasimare soltanto se stesso se Lucia credeva erroneamente che lui non volesse il loro figlio. Maledizione! Sarebbe diventato padre e sua moglie non aveva la minima intenzione di farglielo sapere; se non fosse venuto in Spagna avrebbe potuto non scoprirlo mai. Quel pensiero era davvero terrificante. Pregò di trovare le parole per convincere Lucia che lui voleva quel bambino, che l'avrebbe amato quanto amava lei.

«Lucia, ascoltami, è vero che non volevo che tu rimanessi incinta prima che io salpassi per affrontare l'armada, ma era perché temevo potesse accadermi di non ritornare e mi preoccupavo del fatto che tu saresti rimasta in un paese sconosciuto con un bambino da allevare. Non intendevo insinuare che non avrei mai voluto un figlio da te.»

Lucia emise un suono d'incredulità dal profondo della gola e Morgan si affrettò ad aggiungere: «Non nego di aver provato quei sentimenti, un tempo, ma non sono più lo stesso uomo che ero quando ci siamo incontrati per la prima volta. Tesoro, da allora ho detto molte cose di cui mi sono pentito».

Lucia gli toccò il volto, gli occhi, la bocca, muovendo amorevolmente la punta delle dita sui lineamenti che le erano cari. Lui le afferrò la mano e se la portò alle labbra, posandole un bacio sul palmo e chiudendovi intorno le dita.

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«Lucia, vieni con me, ora. Sei mia moglie, porti in grembo mio figlio e io ho disperatamente bisogno di entrambi. L'Avenger ci sta aspettando nel porto di Cadice; più ritardiamo e maggiore è il pericolo che corriamo.»

Morgan la baciò di nuovo, la sua bocca era dolcemente persuasiva. Lucia assaporò la sua disperazione, e la sua bramosia e rispose con il proprio desiderio, aderendo con le labbra a quelle di lui in un gesto di profondo struggimento. Quando infine suo marito interruppe il bacio, lei rimase ansante, senza fiato. Lo amava! Dios, lo amava tanto.

«Dimmi che verrai subito via con me, tesoro», implorò lui. «Dimmi che mi ami. Tu e nostro figlio siete l'unica cosa al mondo che significhi qualcosa per me.»

La sua sincerità toccò un punto nel cuore di Lucia dove era sopravvissuta una tenue speranza. Le lacrime che luccicavano agli angoli degli occhi di lui e la sua toccante dichiarazione d'amore la convinsero che i miracoli possono accadere.

«Ti amo, Morgan. Ti amo da molto tempo. Me ne sono andata perché non volevo esserti di peso con un figlio che non desideravi e che non potevi accettare. Pensavo che saresti stato più felice con Lady Jane.»

«Non posso essere felice con nessun'altra che te. Ora vestiti, Stan ci aspetta in città.»

«Non posso partire senza avvertire la reverenda madre», protestò Lucia. «È stata molto buona con me. E Renalda, che è una mia amica. Ho promesso che l'avrei portata con me quando me ne fossi andata. Voglio...»

«Lascia un biglietto per la reverenda madre», l'interruppe Morgan. «In quanto a Renalda, si trova con Stan e la vedrai molto presto. Sbrigati, è probabile che si scateni il caos se vengo scoperto qui. In Spagna sono ancora ricercato.» E anche in Inghilterra, pensò, ma non lo disse.

Lucia rivolse al marito un'occhiata stupefatta. «Crawford ha rapito Renalda? E perché mai?»

Lui le rivolse un ghigno malizioso. «Sospetto che sia per la stessa ragione per cui io ho rapito te, soltanto che Stan non ha dovuto ricorrere alla forza; la ragazza era decisamente ansiosa di andarsene.»

Lucia sorrise. «Non smetti mai di sorprendermi, Morgan Scott.»

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CAPITOLO21

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a cittadina di Lebrija vantava un'unica locanda. Crawford prenotò tre stanze, procurandosi una sospettosa occhiata in cagnesco da parte del

proprietario, a causa del suo spagnolo imperfetto. Tuttavia, dato che Stan offriva monete sonanti in pagamento, il locandiere porse, sia pure a malincuore, le chiavi allo straniero.

L

Renalda si agitava in preda al nervosismo, chiedendosi che cosa si aspettasse il pirata inglese per averla aiutata a fuggire dal convento. Non importava quale sarebbe stato il prezzo, lei era disposta a pagarlo in cambio dell'opportunità di sperimentare la vita al di fuori delle mura del convento. E sarebbe stata insieme con Lucia; quel solo fatto le dava coraggio. Non che Stan Crawford fosse difficile da accettare; per di più ormai lei era talmente macchiata dal peccato che un'altra azione sconveniente non avrebbe potuto nuocerle più di tanto, se si fosse giunti a quello. Lei pregò che così non fosse; non era una puta e sperava che il pirata se ne rendesse conto. Il fatto che lui avesse pagato per tre stanze le diede speranza.

«Vi accompagnerò alla vostra camera, dovete essere esausta», disse infatti l'ufficiale, guidando la ragazza su per le scale. <<Io aspetterò giù nella sala comune l'arrivo di Morgan e Lucia.»

Il sospiro di sollievo di Renalda fu così forte che Stan scoppiò quasi in una sonora risata. Chiaramente lei pensava che lui avesse intenzione di portarsela a letto, ed era in ansia al riguardo. L'idea non era poi così lontana dalla realtà, ammise con se stesso il pirata, con un certo senso di colpa, ma non era quello il momento. Prima voleva che lei si fidasse di lui e si sentisse a suo agio in sua compagnia.

Stan aprì la porta di Renalda e le porse la chiave. «Chiudetevi dentro», le consigliò. «Vi sveglierò domattina. Se desidererete ancora venire con noi, vi porteremo a bordo dell'Avenger. Se avrete cambiato idea dopo averci dormito su, organizzerò le cose in modo che siate ricondotta al convento.»

«Non cambierò idea», giurò risolutamente la giovane. «Allora vi auguro la buonanotte.»

Stan attese finché non udì la chiave girare nella serratura, prima di allontanarsi. II semplice fatto di trovarsi con quella bellezza dagli occhi scuri gli procurava una dolorosa erezione. Lui non riusciva a ricordare di aver mai provato una sollecitazione così incalzante, un desiderio così travolgente di portarsi a letto una donna. Gli impenetrabili occhi neri di Renalda, il coraggio che aveva dimostrato nel cambiare la propria situazione, la sua disponibilità a gettarsi tra le braccia del destino lo attiravano e lo affascinavano. Quella donna lo colpiva al punto di allarmarlo. Aveva desiderato così disperatamente portarsela a letto, che le

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aveva dato la chiave perché lo chiudesse fuori. Indipendentemente da quanto lui la volesse, in quel preciso momento la ragazza era troppo vulnerabile perché lui potesse approfittarne. Crawford capiva dai suoi occhi espressivi che la giovane aveva sofferto e non voleva contribuire ulteriormente al suo tormento.

Convento Madre di Dio

Nessuno si svegliò per fermare Lucia e Morgan mentre strisciavano lungo il corridoio e uscivano dalla porta principale nel cortile del convento. Lucia aveva lasciato un biglietto per la reverenda madre, poi aveva raccolto i propri abiti, e il marito li aveva avvolti in un lenzuolo, mettendoselo sotto il braccio. II portone era ancora lievemente socchiuso e Scott se lo chiuse alle spalle senza far rumore. Mentre si dirigevano alla carrozza, Lucia si rese conto all'improvviso che Morgan zoppicava e si fermò di colpo.

«Che cosa c'è?» chiese lui, allarmato, quando vide che lei si arrestava bruscamente.

«Zoppichi; sei stato ferito più gravemente di quanto tu mi abbia rivelato.»

«La palla di moschetto mi ha spezzato un osso della gamba. Ora si è risistemato, ma forse zoppicherò per sempre. Ha importanza?»

«Il fatto che tu zoppichi? Ha importanza soltanto che tu abbia sofferto e che io non fossi lì per alleviare la tua pena. Come è accaduto?» Morgan aggrottò la fronte; non era quello il momento di

raccontarle che era stato ferito dagli inglesi mentre cercava di fuggire dal proprio paese. «Te lo racconterò più tardi, tesoro. In questo preciso istante è più importante raggiungere Stan in città. Vieni, ti aiuto a salire in carrozza.»

Nel giro di pochi minuti stavano viaggiando lungo la strada che portava alla cittadina di Lebrija. Lucia non rimpiangeva di lasciare il convento; le aveva fornito un rifugio sicuro quando pensava che Morgan non la volesse, ma ora che lei sapeva che suo marito l'amava e che desiderava il loro bambino, era ansiosa di seguirlo ovunque lui desiderasse portarla.

Arrivarono alla locanda nelle prime ore del mattino. Lucia si era addormentata posando il capo sulla spalla di Morgan. Lui la cinse con il braccio, la tenne stretta contro di sé; sentiva il dolce alito di lei che gli sfiorava la guancia e il suo ventre gonfio che gli si premeva contro. Il

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capitano era ancora in preda al capogiro, tanto si sentiva sconvolto dalle novità. Un figlio! Lucia portava in grembo il suo bambino. Gli sembrava di vederlo: una bambina con scuri capelli riccioluti e occhi accesi come quelli della madre.

Morgan fece arrestare la carrozza nel cortile. Un garzone di stalla si svegliò intontito e si diresse barcollando ad accoglierli, strofinandosi gli occhi per allontanare il sonno. Dopo aver dato ordine al ragazzo di occuparsi dei cavalli e della carrozza, Scott sollevò con cautela Lucia e la portò all'interno della locanda. Il proprietario era già andato a letto, lasciando un fuoco accatastato nel camino mentre Crawford rimaneva sveglio ad aspettare. Non appena la porta si aprì, Stan si scrollò per svegliarsi e si alzò per andare ad accogliere Morgan. Sorrise ampiamente quando vide la donna dormiente che l'amico portava tra le braccia.

«Iniziavo a pensare che aveste incontrato delle difficoltà», disse Stan. «Su, date a me Lucia, la porterò al piano di sopra. Dal fatto che zoppicate di più, capisco che la gamba vi sta affliggendo.»

«La mia gamba è a posto», disse concisamente il capitano, benché in verità l'arto gli tremasse per lo sforzo. «Porterò io mia moglie, ditemi soltanto qual è la nostra stanza.»

«Ve la mostro», replicò Stan, più che pronto ad andare a letto a sua volta. «È tra la mia e quella di Renalda.»

«Già, Renalda», disse Morgan, ricordando all'improvviso la donna che Crawford aveva insistito per portare con loro. «È ancora decisa a lasciare il convento?»«Sì, più decisa che mai. E io sono altrettanto determinato a portarla con noi, giusto nel caso che vi venisse in mente il contrario.»

La risposta di Morgan fu anticipata dal fatto che Lucia si mosse tra le sue braccia e aprì gli occhi. «Dove siamo?»

«Alla locanda, tesoro. Qui c'è Stan, e anche Renalda. Li vedrai presto.»Soddisfatta, la giovane tornò ad adagiarsi contro il marito.Stan aprì la porta della stanza di Morgan e gli porse la chiave. «Non è

granché ma è pulita. Prendetevi cura di vostra moglie, capitano, sembra esausta.»«È quello che ho intenzione di fare. Non accadrà nulla a Lucia e a nostro figlio.»

Il primo ufficiale sbarrò gli occhi. «Vostra moglie aspetta un figlio da voi? Maledizione, siamo arrivati giusto in tempo, non è così? Siete fortunato, Morgan Scott. Un giorno spero di avere anch'io dei figli. Buona notte, amico mio, dormite bene.»

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Stan si allontanò. Per la prima volta, per quanto potesse ricordare, era geloso del suo capitano; invidiava la sua felicità, il bambino che aveva concepito con Lucia e l'amore che palesemente i due condividevano. Più tardi, mentre Crawford stava disteso a letto a fissare il soffitto, l'unica donna che riuscì a raffigurarsi come madre dei suoi figli fu una bellezza dai capelli corvini, con ardenti occhi neri e la pelle pallida come fiori di camomilla.

Con cautela Morgan posò Lucia sul letto e si volse ad accendere una candela. Udì la giovane sospirare e quando la guardò rimase sorpreso nel constatare che lo fissava con gli occhi accesi d'amore.

«Sei sveglia. Rimettiti a dormire.»Lucia gli rivolse un sorriso seducente. «Non sono più stanca, ho dormito

per quasi tutto il viaggio fino a qui.» Tese le braccia verso di lui. «Fai l'amore con me, Morgan. E passato tanto tempo.»

Quelle parole gli fecero immediatamente scorrere il fuoco nelle vene e lui si sentì diventare subito turgido. Ma, nonostante l'invito di sua moglie e la bramosia che cresceva rendendogli rigido il sesso, lui era riluttante a prenderla, temendo di fare del male a lei o al loro piccolo.

«Non puoi farlo, nelle tue condizioni», affermò l'uomo. «II bambino...»«Non farà male a nostro figlio, Morgan. Non sono poi molto informata,

ma non credo che marito e moglie smettano di amarsi reciprocamente quando aspettano un bambino. Per lo meno non fino all'ultimo mese o giù di lì. Ti prego, ho bisogno di te.»

La supplica di lei spezzò il filo sottile del suo riserbo e lui sganciò la fibbia che fissava la spada alla cintola e le si distese accanto, stringendola con dolorosa disperazione. «II semplice pensiero di quanto io sia stato vicino a perdere te e nostro figlio mi fa star male.»

«Tu non ci perderai mai, Morgan. Non ti lascerò più, ti amo troppo.» Lui la strinse tra le braccia e posò la bocca su quella di lei con un ringhio primordiale di selvaggia bramosia. La baciò avidamente e il riserbo lo abbandonò mentre le toglieva gli abiti di dosso, in modo di potersi deliziare della pelle succulenta che si trovava al di sotto. Lucia gemette, premendosi contro di lui, toccandolo e accarezzandolo, ondeggiando con deliberato abbandono contro la turgida asta della sua virilità. Quando lei

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non riuscì più a sopportare la barriera degli abiti che li separava, iniziò a cercare di strapparglieli con forza, in preda alla frustrazione.

Morgan emise un gorgoglio di gola e si tolse di dosso gli indumenti importuni, gettandoli sul pavimento a raggiungere quelli di lei. La pelle fresca di Lucia assorbì il calore del marito mentre gli si premeva contro, e lei capì che stava quasi spingendolo oltre il limite. Lui digrignò i denti mentre lei gli toccava con reverenza le spalle, il petto, il ventre, l'asta pulsante del sesso. La pelle di Morgan era liscia e serica, e tuttavia rigida e inflessibile come l'acciaio. Quando lei gli chiuse la mano intorno al membro, lui ebbe un violento spasmo contro il suo palmo. Comparve una goccia di liquido lubrificante e Lucia chinò il capo per leccarla delicatamente; aveva un sapore salato e delizioso.

«Maledizione, Lucia!» gridò lui in preda alla follia. «Basta! Mi stai uccidendo. Torna a distenderti e lascia che sia io ad amarti.»

Le prese i seni rigogliosi nelle mani a coppa e abbassò il capo per stuzzicare e riscaldare entrambi i capezzoli, finché essi non si inturgidirono e diventarono rigidi boccioli. Le abili mani di lui vagarono sul corpo della moglie, accarezzandola con tenerezza amorevole. Lei espirò con forza quando le labbra seguirono il tracciato delle mani, scendendole lungo lo stomaco, baciandole la pelle rigida che proteggeva il loro bambino. Dopo aver adorato totalmente la protuberanza rigonfia, lui scivolò più in basso, tra la peluria sottostante, e ancora più in là, sondando e solleticando le pieghe scivolose della sua femminilità.

Lucia gemette dolcemente e si mosse in modo discontinuo, inarcandosi contro l'umido calore della bocca del marito, abbracciandolo follemente mentre lui lavorava diligentemente con la lingua sulla tenera fonte del suo piacere.

La giovane s'infiammò mentre le labbra e la lingua di Morgan l'accarezzavano. Era una sensazione primitiva e irrazionale. Era pura magia. Era abbandono. II sollievo giunse con la forza risucchiante di un turbine, privandola della ragione e rubandole l'anima.

Ansando alla ricerca d'aria, Lucia ripiombò precipitosamente nella realtà. Morgan la osservò, con gli occhi che luccicavano più luminosi dell'argento. «Tutto bene?» Le parole di lui erano tinte di preoccupazione e lei sorrise, tranquillizzandolo notevolmente. «Ora verrò dentro di te, tesoro. Cercherò di essere delicato, ma sono talmente rigido da temere di farti male.»

«Non mi farai male», mormorò Lucia. «Ti voglio dentro di me. Muoio dalla voglia di sentirti di nuovo in me.»

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Sollevandosi al di sopra del corpo della moglie, lui trovò con le mani il suo calore e la penetrò con le dita, preparandola ad accoglierlo. Morgan trascinò deliberatamente la punta rigonfia della propria eccitazione contro le pieghe rugiadose di lei, mentre accarezzava con il pollice il cappuccio di carne nascosta. La eccitò lentamente e con dolce precisione, e quando lei ansò e si contorse sotto di lui, Morgan scivolò nel calore umido e lubrificato di lei, poi dondolò gentilmente avanti e indietro, portandosi lentamente più in profondità con ogni spinta successiva. «Gesù, non potrò mai giungere più vicino al paradiso», sussurrò con voce spezzata.

Lucia alzò le gambe per stringerlo e si sollevò con ardore per andare incontro a ogni spinta. Lui fletté i fianchi e penetrò più in profondità, muovendosi più rapidamente, mentre ogni proposito di moderazione si sgretolava e la stretta vagina di lei lo risucchiava più profondamente dentro di sé. Lui si premette contro la moglie, afferrandole i glutei e sollevandola affinché incontrasse le sue spinte. Volendo prolungare il loro piacere, lui le prese il volto tra le mani a coppa e la baciò furiosamente. Morgan riusciva a sentire la tensione che cresceva dentro di lei mentre Lucia ansava contro le sue labbra. Intuendo che era vicina al limite, lui la portò rapidamente all'orgasmo prima che il suo controllo andasse completamente in frantumi.

La giovane traboccava di sensazioni, reagiva ai baci del marito intrecciando la propria lingua a quella di lui e sollevando il corpo verso la spinta dell'asta rigonfia. All'improvviso un fulmine colpì il centro infiammato di Lucia, stelle le esplosero dietro le palpebre e fu percorsa da un brivido estatico.

L'orgasmo raggiunse Morgan così violentemente da fargli quasi rischiare di perdere i sensi. In preda agli spasmi, gemendo, lui espulse il proprio seme nel profondo del nucleo di Lucia. Temendo di poterle fare del male, lui ricadde sul letto e l'attirò contro di sé, riluttante a lasciarla andare.

«È stato... spettacolare», disse timidamente lei.Lui esplose in una risata. «Semplicemente spettacolare?» All'improvviso

si fece serio. «Ti ho fatto male?»«Come potrebbe qualcosa di così... spettacolare far male? Mi hai dato un

grande piacere, Morgan, e lo sai. È passato talmente tanto tempo che avevo quasi dimenticato quanto potesse essere appagante. Al convento ho cercato di non pensarci, perché ero davvero certa che non avrei mai più

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sperimentato il genere di godimento di cui non mi è più possibile fare a meno.»

«Sarei venuto prima, ma questa maledetta gamba spezzata e la febbre che ne è derivata mi hanno bloccato a letto per settimane, più a lungo di quanto mi aspettassi. Se non fosse stato per le doti medicamentose di Lani ora non sarei qui.»

«Lani? Sei andato ad Andros? Non capisco.»«È una lunga storia, amore.»«Raccontamela, non ho affatto sonno.»

Sistemandosi accanto a lei, Morgan prese a spiegare come fosse stato ferito. «Sono sopravvissuto alla battaglia navale senza riportare un graffio, e lo stesso vale per la maggior parte della mia ciurma.»

«Allora come...?»«Sono stato ferito da una delle guardie di palazzo. La cara vecchia Bess

non mi ha esattamente dato il permesso di lasciare l'Inghilterra alla vigilia del matrimonio con Lady Jane.»

Lucia lo fissò con sguardo circospetto. «Stavi per sposare Lady Jane?» Gli occhi le si rannuvolarono. «Devo dedurre che non siamo più marito e moglie?»Morgan sorrise e le baciò la punta del naso. «Siamo ancora alquanto

sposati, amore. Invece di firmare il documento di annullamento con il mio vero nome, ho firmato El Diablo, sperando che nessuno controllasse. Astuto da parte mia, vero?»

«Che bisogno c'era di ricorrere a un sotterfugio?» chiese Lucia. «Se non volevi porre fine al nostro matrimonio avresti dovuto spiegarlo chiaramente alla regina.»

«Più facile a dirsi che a farsi, amore mio. Sfidare deliberatamente la sovrana significa andare incontro al disastro. Tutti sanno che chi provoca il suo scontento finisce rinchiuso nella Torre. Lei ha minacciato di incarcerarmi e di confiscare tutto quello che possedevo, se non avessi sposato Lady Jane. Io ho un'avversione per i luoghi chiusi, perciò ho progettato con cura la mia fuga, ma non ho tenuto conto del fatto che Lord Harley potesse spiarmi.»

«Hai fatto tutto questo per me?»«Per noi. Come potevo sposare Jane quando amo te? Mi hai reso le cose

piuttosto difficili quando hai lasciato l'Inghilterra così all'improvviso. Se tu fossi rimasta e mi avessi detto di nostro figlio, forse la regina si sarebbe ammorbidita.»

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Lucia parve così contrita che Morgan desiderò baciare le sue dolci labbra finché gli angoli non si fossero sollevati in un sorriso. Lo fece, riportando non soltanto il sorriso desiderato, ma anche un sospiro soddisfatto. «Sarai mai in grado di ritornare in Inghilterra?»

«In Inghilterra non rimane più nulla per me. Ho venduto Scott Hall e ritirato tutto il mio patrimonio dalla banca. Tutto ciò che possiedo ora si trova su Andros.»

«Hai venduto Scott Hall? Oh Morgan, mi dispiace tanto. So che amavi quel posto.»

«Amo di più te», le assicurò lui, così sinceramente che sua moglie non ebbe motivo di dubitarne. «Mi piace anche Andros. Vedrai che tra non molto avremo dei vicini; alcuni membri della mia ciurma hanno espresso il desiderio di sposarsi e di sistemarsi sull'isola. Il villaggio crescerà e ben presto ci saranno bambini con cui i nostri piccoli potranno giocare.»

All'improvviso un'ombra passò davanti agli occhi di Lucia e Morgan non poté fare a meno di notare il cambiamento. «Che cosa c'è, tesoro?»

«El Diablo continuerà a solcare i mari alla ricerca di bottino spagnolo?»«Quei giorni sono finiti, tesoro. La mia vendetta contro gli spagnoli ha

avuto fine il giorno in cui ti ho sposato. Ho impiegato troppo tempo per rendermi conto che nella vita esistono cose più importanti della ritorsione. Vivere nell'odio mi ha reso un uomo implacabile e finché non ti ho conosciuto non conoscevo il significato dell'amore. D'ora in poi mi concentrerò sulla piantagione; l'Inghilterra ha ancora bisogno del legname che esporto a bordo delle mie navi. II legale che mi segue a Londra ha accettato di occuparsi dei miei affari in patria. Dubito seriamente che la regina Bess ci darà fastidio su Andros; non è più una donna giovane e con ogni probabilità il suo successore dichiarerà un'amnistia per gente come me, se la vorremo.»

«Non m'importa dove vivremo, Morgan, purché stiamo insieme. E Stan Crawford?»

«Lui è a conoscenza della mia decisione di far morire El Diablo. Non mi ha ancora detto se intende continuare da dove io ho lasciato, oppure se vuole sistemarsi. Gli ho offerto una delle mie navi se desidera ancora cercare avventure in mare aperto. Certamente è abbastanza ricco da smettere di navigare, se desiderasse farlo.»

«Riguardo a Renalda, non ti pentirai di averla portata con noi; è mia amica e mi occuperò io di lei.»

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Morgan scoppiò in una risata. «Stan ti ha prevenuto; si è già assunto la responsabilità di pensare a lei. A dire il vero sembra piuttosto preso dalla ragazza, e lei da lui. Ma dimenticati di loro, ti desidero di nuovo... se non sei troppo stanca», aggiunse speranzoso.

«È quello che voglio anch'io», sospirò Lucia, premendosi contro di lui in un palese invito.

Suo marito se la prese comoda a eccitarla, baciandole le labbra, il volto, i seni, accarezzandole le tenere pieghe tra le gambe. All'improvviso rotolò sulla schiena, trascinandola sopra di sé; attirando il volto di lei contro il proprio, le prese dolcemente la nuca in una mano e la baciò con bramosia. Poi chinò il capo per strofinarle il volto contro la gola e lei rabbrividì in risposta.

«Morgan, Dios...»Lucia gli passò le dita tra i capelli, tenendolo in un palese stato di bisogno

incalzante, mentre il sesso di lui le pulsava contro il ventre. Morgan le prese il dolce seno nella mano a coppa e guizzò con il pollice sul capezzolo turgido; lei gridò quando lui glielo prese in bocca e succhiò teneramente.

«Ti voglio dentro di me!» La sua supplica fece sì che il sesso di Morgan si indurisse fino a raggiungere proporzioni quasi dolorose. Agendo spinta dal suo più fervido desiderio, lei si sollevò lievemente, afferrò la lunghezza prominente della verga del marito e la guidò dentro di sé, calandosi al tempo stesso su di lui. Incapace di rimanere passivo, Morgan spinse con violenza verso l'alto, penetrando sino in fondo. Lucia fu pervasa da un brivido di piacere e godette di ogni sfumatura dell'atto amoroso: il calore dei fianchi snelli di lui contro l'interno delle proprie cosce, le sue forti mani che le cingevano i glutei, tenendola immobile mentre spingeva verso l'alto, la pulsante irruenza del suo membro dentro di sé, duro e circondato dalla sua umidità, la sensazione della muscolatura liscia e massiccia sotto le proprie mani. Lei non si sarebbe mai stancata della magia derivante dal modo di Morgan di fare l'amore.

Poi all'improvviso lei si ritrovò senza peso e impotente, trascinata nell'oblio mentre veniva pervasa da un brivido estatico. Lucia gridò il nome del marito, che tuttavia era troppo travolto dal proprio orgasmo per rispondere. In preda a violenti spasmi, lui la attirò a sé e le prese le labbra, penetrandole con la lingua nella bocca, in perfetta armonia con le proprie spinte. Lui si irrigidì ed emise un grido roco mentre perdeva vorticosamente il controllo.

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Dopo un lungo intervallo, Morgan attirò Lucia contro la curva del proprio corpo. «Dormi, tesoro.» Lei sospirò soddisfatta schiacciandosi contro di lui e si abbandonò al sonno.

Scott si svegliò presto e scese nella sala comune, scoprendo che Stan e Renalda avevano già fatto colazione e ora stavano aspettando i due amici. «Dov'è Lucia?» chiese la ragazza, preoccupata. «Sta bene, vero?»

«Benissimo», disse Morgan con un largo sorriso, «è soltanto esausta. Penso che oggi dovrebbe riposare. Voi, Stan, e Renalda potete andare avanti e aspettarci a bordo dell'Avenger.»

«Siete sicuro, capitano?» chiese Crawford con ansia. «È pericoloso indugiare in un paese ostile.»

«A sentire Lucia, lei è libera di lasciare il convento quando vuole. Siamo ancora marito e moglie e nessuno può impedirmi di prendere ciò che mi appartiene.»

«Benissimo, Renalda e io partiremo immediatamente. Se non ci avrete raggiunti entro ventiquattr'ore, verrò a cercarvi.»

Morgan gli rivolse un largo sorriso, si rendeva conto di quanto fosse fortunato ad avere un amico fedele come Stan Crawford. «Lucia e io partiremo domani mattina presto. Prometto che saremo con voi ben entro il periodo di tempo stabilito.»

I tre si salutarono e, prima di tornare al piano di sopra dalla moglie che dormiva, il corsaro ordinò che fosse servita loro la colazione in camera.

Lucia fu grata della sollecitudine del marito, perché era davvero esausta. Rivedere Morgan, apprendere che l'amava e trascorrere lunghe ore della notte a fare l'amore con lui aveva costituito uno sforzo eccessivo per una donna incinta. Lei sembrava stancarsi così facilmente, adesso. Lui non dovette insistere troppo per persuaderla a trascorrere la giornata a letto, e la giovane accolse volentieri l'opportunità di restare sola, per un giorno intero, senza interferenze, con l'uomo che amava.

«Raccontami di Renalda», la pregò Morgan, mentre quella sera cenavano insieme nella loro stanza. «Ha detto che i suoi genitori l'hanno rinnegata. Mentiva, forse?»

<< E’ la verità», gli garantì Lucia. «Renalda si era innamorata di un giovane vaccaro e suo padre le aveva proibito di vederlo, perché avrebbe dovuto sposare di li a poco un uomo a cui era stata fidanzata

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fin dalla nascita. Lei e l'innamorato fuggirono con l'intenzione di sposarsi, ma lui fu ucciso prima che potessero mettere in atto le loro intenzíoni. Dopo aver appreso che Renalda e Antonio avevano trascorso una notte insieme, il promesso sposo rifiutò di rispettare l'impegno preso. La famiglia di lei s'infuriò enormemente; li aveva disonorati e fu immediatamente bandita all'interno del convento.»

«Perché non se n'è andata, se era infelice?»«Tu non capisci le nostre usanze. Dove sarebbe andata? Che cosa avrebbe

potuto fare? Non aveva denaro, nessun familiare pronto ad accoglierla, né alcun modo per mantenersi. Lei non è una puta e nonpotrebbe mai diventarlo. Una donna giovane ha ben poche possibilità di scelta sul proprio futuro; non è che una pedina nello schema della vita. Immagino che quando tu e Stan siete arrivati, Renalda abbia scorto una via d'uscita al proprio dilemma e l'abbia colta.»

«Spero che Stan non si approfitti della ragazza», osservò Morgan. «Sembra piuttosto preso da lei e può essere estremamente aggressivo quando vuole.»

«Perché non lasciare che la natura segua il proprio corso?» consigliò Lucia. «Non ho ancora parlato con la mia amica, ma so che è una donna che sa il fatto suo e che non ha paura di rischiare. Se Crawford oltrepasserà i limiti della decenza, lei saprà tenerlo al suo posto. A meno che», aggiunse in modo enigmatico, «non abbia le stesse intenzioni di Stan.»

«Allora non starò in pena per lei», disse Morgan. «Hai finito di mangiare? Dovremmo andare a letto presto, perché domani sarà una giornata lunga. Ho promesso al mio primo ufficiale che lo avremmo raggiunto sull'Avenger entro ventiquattr'ore, e non voglio che abbia a preoccuparsi non vedendoci arrivare.»

«Morgan, pensi che potrei dire addio a mio padre prima di lasciare Cadice? È improbabile che io lo riveda. Lui ha sempre fatto quello che riteneva fosse giusto per me, anche se io non ero d'accordo. Rimpiango che una nave della sua linea abbia affondato quella su cui viaggiava la tua famiglia, ma è accaduto molto tempo fa e mi piacerebbe che lui sapesse che sto per dargli un nipote.»

Scott pensò che non fosse una buona idea, ma Lucia sembrava così speranzosa che lui non ebbe cuore di rifiutare. «Se significa così tanto per te, amore, ci fermeremo.»

«Gracias, Morgan, ora sono pronta per andare a letto.» Gli occhi di lei brillarono oscuramente, alludendo a malizia e piacere... soprattutto piacere.

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«Hai bisogno di riposare, Lucia», la mise in guardia Morgan, nello sforzo di limitare l'erezione che gli premeva contro la brachetta. «Avremo un sacco di tempo per riposare, una volta a bordo dell'Avenger.» Si protese verso il marito, e Morgan fu perduto.

Fecero l'amore pacatamente, teneramente, ciascuno consapevole del fatto che avevano a disposizione molti altri giorni per amarsi, in quest'esistenza; e forse altri nella successiva.

Morgan fu svegliato da un rumore di passi pesanti nel corridoio fuori della loro porta. Lui cercò di afferrare la spada, imprecando violentemente quando notò che giaceva dalla parte opposta della stanza, in cima alla pila di abiti che si era tolto in fretta e furia e lasciato con noncuranza sul tappeto consunto. Scattò a sedere, grato per aver avuto la prudenza di chiudere la porta a chiave. Ma prima che potesse alzarsi dal letto, l'uscio fu abbattuto e un gruppo di uomini si riversò all'interno della stanza.

Svegliata bruscamente da un sonno profondo, Lucia strillò atterrita e si tirò le lenzuola fino al mento; aveva gli occhi fuori delle orbite e il cuore che le martellava furiosamente in petto.

«Il mio errore è stato quello di non avervi ucciso all'Avana», sbottò con aria sprezzante uno degli intrusi, osservando sdegnoso il letto sfatto e la coppia discinta che lo occupava.

Lucia fissò i due uomini che si trovavano sulla soglia, sbiancando in volto quando finalmente li riconobbe. «Padre! Don Diego! Che cosa ci fate qui?»

«Maledizione», sibilò Morgan. Era perseguitato dalla sfortuna. Come diavolo avevano fatto a trovarlo? Chi aveva detto loro che si trovava in Spagna? E perché del Fuego non era all'Avana?

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CAPITOLO 22

Morgan non piacque la situazione disastrosa in cui si trovava. Dietro Don Diego e Don Eduardo c'erano due scagnozzi armati. Il

corsaro diede un'occhiata a Lucia e imprecò sottovoce; era pallida e tremava come una foglia.

A«Mi dispiace che non siamo arrivati in tempo per impedire a

quest'uomo di farti di nuovo del male, figliola», disse Don Eduardo, pensando di aver davvero salvato Lucia dal diavolo. «Padre Pedro è tornato da Roma una settimana fa; il Santo Padre ha concesso l'annullamento del tuo matrimonio. Mi stavo preparando per venire a darti la buona notizia, quando è arrivato Diego.»

«Morgan non mi ha fatto del male, padre», protestò Lucia. «Vi prego di lasciarci.»

Scott teneva gli occhi fissi su del Fuego, la cui mano destra era sospesa sull'elsa della spada che aveva in vita. L'espressione torva dello spagnolo

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non lasciava presagire nulla di buono per Morgan, il quale lanciò un'occhiata ansiosa alla propria spada, senza alcuna speranza di recuperarla. Privo di quella e degli abiti lui era vulnerabile come un neonato; si trovava decisamente in posizione di svantaggio.

«Diego è giunto direttamente dall'Avana per fare di te sua moglie; è disposto a sorvolare sulla tua passata imprudenza con l'inglese. Prima che tu lasci la Spagna ti vedrò opportunamente sposata con il governatore generale.»

Gli occhi di Lucia bruciavano d'indignazione. «Perché state tutti cercando di distruggere il mio matrimonio? Non desidero l'annullamento. Diego è un uomo senza scrupoli; non vuole me, è la mia dote che brama. Farebbe qualsiasi cosa per tenerla per sé.»

«Voi mi fate torto, Lucia», disse del Fuego, mortificato. «Sono rimasto sconvolto quando mi sono reso conto che non eravate la sposa vergine che mi aspettavo, ma avrei fatto la cosa giusta nei vostri confronti una volta che la mia rabbia si fosse placata. Mi sono scusato abbondantemente con vostro padre, è per questo che sono venuto fino in Spagna. Pronunceremo i nostri voti nuziali prima di salpare per l'Avana.»

La rabbia di Morgan si intensificò mentre Diego snocciolava le proprie menzogne; nessun pezzo di carta avrebbe potuto sciogliere con tanta semplicità quello che lui e Lucia avevano condiviso. Quel bastardo disonesto non avrebbe mai messo le mani su sua moglie o sul loro figlio. Incurante della propria nudità, Morgan si alzò dal letto e fece un passo minaccioso verso del Fuego.

«Uscite di qui, tutti! Lucia è mia moglie e tale rimarrà.»Il governatore sorrise con aria malvagia e si fece da parte, consentendo ai

propri uomini di entrare nella stanza. La mascella di Scott si contrasse mentre lui si lanciava verso la propria lama nel folle tentativo di afferrarla. Ahimè, non era destino che vi riuscisse, gli uomini di Diego gli furono addosso nel giro di pochi secondi. Anche se lottò coraggiosamente, lui fu sopraffatto quando del Fuego entrò nella mischia, scaraventando l'elsa della propria spada con forza schiacciante sulla testa del pirata. Lucia urlò mentre suo marito si accasciava al suolo.

«Dobbiamo ucciderlo, patrón?» chiese uno degli scagnozzi, premendo la punta della spada contro la gola esposta di Morgan. «Noooo!» urlò Lucia. «Padre, se mi amate non lasciate che lo uccidano.»

Don Eduardo guardò la figlia delirante e si ammorbidì. «Lucia ha ragione, Don Diego. Non sta a noi eliminare il pirata, portatelo a Cadice e consegnatelo alle autorità; c'è una generosa ricompensa per la sua cattura.

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Io seguirò con mia figlia quando si sarà calmata. Venite a casa domani, ci occuperemo dei preparativi per il matrimonio.»

Lucia singhiozzava piano, desiderosa di andare da Morgan ma impossibilitata a farlo a causa della propria nudità. «Non fategli del male, vi prego. È stato ferito di recente e non si è pienamente ripreso dai danni riportati.»

«Gli troveremo una bella gattabuia confortevole», rise Don Diego. «Legatelo con i cordoni delle tende», ordinò. Quando gli scagnozzi ebbero finito, Scott stava iniziando a muoversi. «Portatelo via.»

«Aspettate, prima fatelo vestire», implorò Lucia. «Concedetegli un minimo di dignità.»

Diego non le prestò attenzione, ma Don Eduardo raccolse gli indumenti di Morgan e li porse a uno degli scagnozzi. «Portatelo fuori in corridoio e aiutatelo a vestirsi.»

«Bah, siete troppo tenero», sbottò Don Diego. «Le autorità lo metteranno davanti a un plotone d'esecuzione nel giro di ventiquattr'ore.»

Don Eduardo non si era mai considerato un uomo dal cuore particolarmente tenero, ma Lucia era talmente sconvolta che lui fu improvvisamente colto dal rimorso. Forse sua figlia amava davvero quel furfante del pirata, e lui ricordava che cosa si provasse ad amare qualcuno. Quando la bella madre di Lucia era morta, lui aveva perduto qualcosa di prezioso. Tuttavia El Diablo era stato la maledizione della navigazione spagnola per troppo tempo, perché potesse essere liberato. Se all'inizio lui non avesse arditamente rapito Lucia, nulla di tutto ciò sarebbe accaduto.

«Non sta a noi decidere che cosa le autorità spagnole debbano fare di El Diablo», disse Santiago. «La sua morte non sarà sulla mia coscienza. Ora andate, Don Diego, porterò a casa mia figlia.»

Non appena Don Eduardo ebbe girato loro le spalle, del Fuego indirizzò a Lucia un'occhiata che le fece venire la pelle d'oca. Lo sguardo bieco dell'uomo le trasmise il disprezzo fremente che provava nei suoi confronti. Soltanto uno sciocco non avrebbe visto che lei era nuda sotto le lenzuola, e soltanto un babbeo avrebbe pensato che lei e Morgan si fossero limitati a dormire. Don Diego non era nessuna delle due cose; la stanza trasudava sesso e le lenzuola in disordine fornivano muta testimonianza dell'attività in cui era stata impegnata la coppia. Tutto ciò andava al di là di ogni sopportazione e costituiva un colpo mortale per l'orgoglio di Diego.

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«A domani, Lucia», disse il governatore, con voce che lasciava trasparire la sua rabbia. Si, avrebbe sposato la puta del pirata per conservarne l'enorme dote, ma non avrebbe rinunciato a nessuna delle sue amanti. Una volta che Lucia gli avesse dato un paio di eredi, l'avrebbe relegata in un convento e si sarebbe prontamente dimenticato di lei.

La giovane donna singhiozzava piano, incapace di arrestare le enormi lacrime che le scendevano lungo le guance. Sembrava che perfino Dio fosse contro di loro. Fortunatamente lei aveva un segreto che sperava avrebbe cambiato le cose in suo favore. Quando Diego avesse appreso che aspettava un figlio da Morgan, non l'avrebbe più voluta. Naturalmente c'era un intoppo, dato che lei non sapeva in che modo il fatto di rivelare la propria gravidanza avrebbe potuto aiutare suo marito. Lui era diretto in prigione e del Fuego avrebbe fatto in modo che fosse punito nel modo peggiore consentito dalla legge.

«Copriti, figliola», disse gentilmente Don Eduardo. «Ti aspetterò in corridoio mentre ti vesti e raccogli le tue cose. Forse potremo ordinare una colazione decente, prima di ritornare a Cadice. Non mi piace vederti così sconvolta.»

«Come posso non essere fuori di me, padre, quando l'uomo che amo va incontro alla morte? Diego nutre un astio profondo nei confronti di Morgan. Che garanzia posso avere che mio marito raggiunga Cadice vivo?»

«Diego è un gentiluomo, non farebbe del male a un uomo disarmato. Sta alle autorità esigere una punizione.»

Lucia sbottò in un'amara esclamazione. «Se è questo ciò che credete, non conoscete quell'uomo.»

Don Eduardo si limitò a scrollare le spalle e a uscire frettolosamente; non era bravo a occuparsi di donne isteriche. Una volta sola, Lucia si alzò dal letto e si vestì in fretta, prese un mantello dal fagotto contenente i suoi vestiti e vi si avvolse, nascondendo accuratamente dietro le ampie pieghe il ventre sporgente. Non era il momento giusto per dire a suo padre che portava in grembo il figlio del pirata.

Una volta fatto uscire in corridoio, barcollante e disorientato per il perfido colpo che aveva ricevuto al capo, Morgan fu spinto a infilarsi le brache a sbuffo e trascinato giù per le scale. Se il locandiere provò il minimo accenno di compassione, lo nascose con cautela sotto un'espressione cortese, mentre Diego faceva in modo che un carro portasse a Cadice il pirata. Nel giro di pochi minuti Scott fu costretto a salire sul fondo del

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veicolo, legato come un'oca pronta per la cena di Natale e sanguinante da una ferita al capo. Uno scagnozzo gli si pose accanto, mentre l'altro saltava a cassetta e prendeva le redini. Al segnale di del Fuego il carro scattò in avanti, mandando Morgan a urtare con violenza contro un fianco di esso. Un dolore straziante gli esplose nella gamba malata, salendogli lungo la spina dorsale e raggiungendogli il capo. Poi il capitano perse conoscenza.

Lucia guardò con indifferenza il cibo sul piatto. Come avrebbe potuto mangiare, quando non aveva la minima idea della gravità della ferita del marito? E se Don Diego avesse preso la giustizia nelle proprie mani e avesse ucciso, Morgan non appena lasciata la locanda?

«So che credi di amare quel pirata, figliola, ma Diego te lo farà dimenticare ben presto, te lo giuro. Sarà per te un buon marito e nel giro di poco tempo ti potrai lasciare alle spalle tutta questa brutta faccenda.»

«Come posso dimenticare mio marito quando lo amo, padre? Non sposerò mai del Fuego, indipendentemente da quello che accadrà.»

Don Eduardo, a disagio, diede dei colpetti sulla spalla di Lucia. «Fidati del fatto che io so che cos'è meglio per te.»

«Siete stato voi a mandare a chiamare Diego? Perché si trova in Spagna?»

Santiago distolse lo sguardo. «Gli ho scritto il giorno stesso in cui sei ritornata dall'Inghilterra. Gli ho spiegato che padre Pedro era diretto a Roma per rivolgere una supplica al papa, in modo di ottenere un annullamento del matrimonio. Ho esortato il governatore a venire immediatamente in Spagna, se ancora ti voleva; altrimenti, gli ho detto, mi aspettavo la piena restituzione della dote.»

Lucia sbottò in una risata priva di allegria. «Non avrete certo pensato che fosse disposto a restituire tutti quei soldi, vero? No, mi sembra evidente che non ci credevate neppure voi.»

«Del Fuego ha lasciato immediatamente l'Avana non appena ha ricevuto la mia missiva. Quando è arrivato a Cadice è stato felicissimo di apprendere che sei una donna libera, perciò siamo partiti insieme per darti la buona notizia. Non avevamo la minima idea che Morgan Scott fosse qui.»

«Come ci avete trovato alla locanda? Come avete saputo che mio marito era in Spagna?»

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«Pura fortuna, figliola. Ci siamo fermati alla locanda per placare la nostra terribile sete; avevamo cavalcato a spron battuto, capisci, e il locandiere, un uomo loquace, ci ha raccontato degli stranieri che alloggiavano alla sua locanda. Diego sembrava incuriosito dal fatto che un uomo dai capelli biondi e una donna spagnola dormivano di sopra, ma non aveva alcun motivo di sospettare nulla.

«Ci siamo affrettati al convento e abbiamo appreso che la notte scorsa tu e un'altra donna eravate partite senza permesso. Abbiamo fatto due più due e siamo ritornati alla locanda.»

Una bella fortuna per Diego e per mio padre, ma una disgrazia per me e Morgan, pensò tristemente Lucia. «Posso vedere il documento d'annullamento, padre?» chiese, tendendo la mano.

«È perfettamente legale, Lucia.»«Per favore, padre.»Con evidente riluttanza Don Eduardo estrasse il documento dalla propria

tasca e lo porse alla figlia. Le mani di Lucia tremavano mentre lo srotolava e ne leggeva il contenuto. Era quasi giunta alla fine, quando sbottò in un'esclamazione di sorpresa e fu percorsa da un senso di eccitazione.

«Padre! Avete letto?»Don Eduardo aggrottò la fronte. «Naturalmente. C'è qualcosa che non

capisci?»«Afferma che, se io portassi in grembo il figlio di Morgan Scott,

l'annullamento sarebbe invalidato. Dice inoltre che un figlio derivante dall'unione sarebbe considerato discendenza legittima, poiché il matrimonio è stato celebrato da un prete ed è legale agli occhi di Dio. È vero?»

«Credo che il documento specifichi i desideri del Santo Padre in tale faccenda. Finché non ci sono figli a complicare le cose, l'annullamento è una questione molto semplice.» Rivolse a Lucia un sorriso astuto. «Grazie a Dio, tu non hai preoccupazioni al riguardo. Se il furfante fosse riuscito a ingravidarti negli ultimi due giorni, non ci sarebbe modo di capire se il figlio appartiene a lui o a Don Diego, perché il tuo matrimonio con il governatore generale di Cuba avrà luogo immediatamente.»

La giovane ricambiò il sorriso, solo che il suo era più radioso del sorgere del sole. Si alzò goffamente in piedi e si slacciò lentamente il mantello che aveva indossato per celare il proprio stato; lo lasciò scivolare sul pavimento e rimase con fierezza davanti a suo padre. Non c'era modo di sbagliarsi sulla rotondità sporgente del suo ventre.

Don Eduardo boccheggiò. «Madre de Dios! Chi ti ha fatto questo?»Lucia gli rivolse un sorriso estatico. «Nessuno che si trovasse al

convento, padre. Sospettavo di essere incinta di Morgan già quando ho lasciato l'Inghilterra›

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Santiago imprecò con violenza. «In nome di Dio, perché hai lasciato il pirata, se aspettavi un figlio da lui?»

«Un malinteso. Pensavo che Morgan non volesse il bambino. La regina insisteva perché lui chiedesse un annullamento e io non volevo essergli di peso. Quando si ama, non si riesce sempre a vedere chiaramente o a distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Io ho scelto la via sbagliata, ma grazie a Dio mio marito mi ha fatto ritrovare la giusta rotta. Noi ci amiamo. Voi e Diego avete distrutto ogni nostra opportunità di trovare la felicità.»

Don Eduardo non riusciva a staccare gli occhi dal ventre prominente di sua figlia. Le tolse di mano con cautela il documento d'annullamento e lo strappò in minuscoli pezzi. Nessun uomo sano di mente avrebbe voluto una donna in uno stadio di gravidanza così avanzato, che aspettava il figlio di un altro. Certamente non un uomo fiero come Diego del Fuego, indipendentemente dalla notevole dote di Lucia.

«Padre, dovete fare qualche cosa», implorò la giovane. «Morgan è cambiato, ha abbandonato ogni idea di vendetta. El Diablo non saccheggerà mai più navi spagnole. Se mi amate, dovete aiutarlo.»

Don Eduardo scrollò le spalle con aria impotente. «Che cosa posso fare? II destino del tuo pirata è nelle mani di Dio.»

«No! Ci dev'essere qualcosa che potete fare. Morgan mi ama al punto di rischiare la vita per me; è venuto in Spagna sapendo il pericolo che correva. Volete vedere il padre di vostro nipote morire di una morte ignobile?» Si abbracciò protettivamente il ventre. «Questo potrebbe essere il vostro unico discendente, i miei fratelli potrebbero non ritornare mai più dalle loro avventure. E nel caso lo facessero, è improbabile che restino fermi abbastanza a lungo da formare una famiglia; loro preferiscono solcare i mari e andarsene in giro per il mondo, alla ricerca di oro e ricchezze.»

Don Eduardo si rese conto della verità delle parole di sua figlia. Con la solida stirpe spagnola della madre e il coraggio inglese del padre, suo nipote sarebbe stato forte, pieno di risorse e ardito. Tuttavialui non vedeva davvero il modo d'aiutare il marito di Lucia, anche se avesse voluto.

«Mi dispiace, figliola. Tuo marito è prigioniero di Diego, un uomo vendicativo.»

«Non dobbiamo permettergli di consegnare Morgan alle autorità. Se ci sbrighiamo possiamo raggiungerli.»

«Anche se ci riuscissimo, del Fuego non lo lascerebbe andare. Rassegnati, figliola, non c'è modo di liberare El Diablo. Quando il

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governatore verrà a sapere che aspetti un figlio dal pirata, la sua rabbia non conoscerà più confini. Si sentirà ingannato e si vendicherà con il responsabile.»

«Ditegli che può tenere la dote per i fastidi che gli ho causato», suggerì Lucia. «La mia felicità non la vale, forse? Nel corso degli anni la mia felicità non vi è mai interessata, finché non è venuto il momento di darmi in sposa a Diego. Io vi ho sempre chiesto poco e ho ricevuto ancor meno.»

Quelle parole ebbero l'effetto desiderato. Era vero che lui aveva trascurato sua figlia in favore dei due maschi, ma aveva sempre amato Lucia, sorvolando sul suo comportamento stravagante e vivace. Semplicemente non aveva mai saputo come prenderla, né aveva avuto il tempo di imparare. Lui pensava sinceramente che il matrimonio con Diego fosse la strada migliore per lei.

«Vedrò che cosa posso fare», promise Don Eduardo, pur avendo scarse speranze di salvare la vita del pirata. Diego del Fuego era un uomo potente, la sua influenza politica era maggiore di quella della famiglia Santiago. Don Eduardo non lo disse a Lucia, ma, secondo la sua valutazione, Morgan Scott era già un uomo morto.

II corsaro era tornato dolorosamente in sé ed era consapevole di ogni dolore straziante sofferto dal suo corpo martoriato. Gemette, cercando di spostarsi per assumere una posizione più comoda, ma tutto ciò che si guadagnò fu un calcio nelle costole per essersi dato la pena di provarci. Oltre il bordo del carro lui vide che del Fuego cavalcava poco più avanti dei cavalli. Morgan maledisse quell'uomo per cui provava un odio bruciante.

«Che ne è di mia moglie?» chiese il pirata al brutale scagnozzo che sembrava derivare grande piacere dal maltrattarlo.

L'uomo rise perfidamente. «Intendi la tua puta? Se ne sta occupando suo padre. È un peccato che Don Diego debba sposare quella sgualdrina per conservarne la dote.»

Scott lottò impotente contro gli stretti legacci, giurando di far rimangiare a quell'individuo le sue parole. «Dove mi state conducendo?»

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«Don Eduardo crede che ti stiamo portando dalle autorità, ma dubito che ci arriverai vivo.» Esplose in un perfido scoppio di risa e mirò un altro calcio alle parti basse del pirata. Morgan lo vide arrivare e si appallottolò su se stesso per proteggere le proprie zone vulnerabili. II piede della guardia, calzato nello stivale, colse la gamba ferita di Scott, che si morse il labbro per evitare di urlare in preda al tormento.

Poteva sopravvivere al dolore fisico, ma il pensiero della futura esistenza di Lucia con del Fuego gli provocava un tormento di gran lunga maggiore. Che cosa accadrà quando quell'uomo verrà a sapere della gravidanza? si chiese disperatamente. Sperava che il padre di lei fosse abbastanza forte da proteggerla dalla violenza del governatore. Il capitano poteva accettare la propria morte, ma non riusciva a sopportare il pensiero che Lucia o il loro bambino soffrissero per causa sua.

Dopo aver negato per anni addirittura l'esistenza di Dio, Scott chiuse gli occhi e pregò; la preghiera era la forza di Lucia, e lui cercò di farla sua. Tuttavia un altro perfido calcio alla testa lo fece precipitare vorticosamente nell'oblio.

«Non sono sicuro che questo sia saggio», disse Clyde Withers, mentre cavalcava accanto a Stan Crawford verso Lebrija. «Nessuno di noi due è in grado di parlare spagnolo abbastanza bene da evitare i guai. E gli uomini?» chiese, indicando i quattro marinai armati che viaggiavano sul fondo del carro che avevano preso a nolo. «È impossibile farli passare per ciò che non sono, si vede che si tratta di esperti uomini di mare. Faremo la figura degli stupidi quando incontreremo il capitano per strada, e potremo constatare che sia lui sia Lady Scott sono vivi e vegeti.»

«Ho questa premonizione da quando li ho lasciati alla locanda», disse soprappensiero Stan. «Ho cercato di ignorarla, ma stamane era più forte che mai. La prudenza non è mai troppa. Se troveremo il capitano e sua moglie sani e salvi, allora non avremo perso nulla, ma se dovesse essere accaduto loro qualcosa di imprevisto, saremo preparati.» Fece una pausa per orizzontarsi. «Se Morgan e Lucia sono partiti questa mattina, dovremmo incontrarli ben presto per strada.»

Man mano che passava il tempo e che la mattina si faceva più inoltrata, loro continuavano a non incrociare la carrozza che portava Morgan e Lucia, e il timore tormentoso di Stan aumentava. Avevano quasi percorso la metà della distanza che li separava da Lebrija, quando udirono uno scalpitio di zoccoli in avvicinamento. Nel giro di alcuni minuti divenne

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visibile un cavallo, seguito da un carro che avanzava sbatacchiando lungo la stretta strada battuta. Crawford non riconobbe l'uomo che giungeva di gran carriera verso di loro, in sella al suo destriero.

«Toglietevi di mezzo, contadini!» ordinò altezzosamente quell'individuo. «Fate strada.»

Stan capì le autoritarie parole in spagnolo e fermò cortesemente il proprio cavallo a fianco della carreggiata, facendo cenno a Withers e al conducente del loro carro di fare altrettanto. Non cercava guai con i dignitari locali. Diego passò senza degnare di una seconda occhiata gli uomini che supponeva essere umili contadini indegni della sua attenzione. Quando il veicolo giunse alla loro altezza, Crawford rischiò quasi di cadere di sella, tale fu la sua angoscia.

Quasi contemporaneamente al primo ufficiale, Withers vide il corpo martoriato di Morgan rannicchiato sul fondo del carro. I due si scambiarono un'occhiata allarmata. Pochi attimi dopo i quattro membri della ciurma dell'Avenger, che viaggiavano nell'altro carro, si resero conto della situazione e attesero ordini da Stan.

II veicolo che portava Morgan passò sbatacchiando. Al gesto senza parole di Crawford, i marinai saltarono giù e si misero a correre per raggiungere il carro che portava il capitano. Essi ebbero la meglio sui due spagnoli che reggevano le redini, mentre Stan e Withers si lanciavano a spron battuto dietro al governatore, che continuava ad avanzare al galoppo, inconsapevole del tafferuglio che aveva luogo alle sue spalle. La lotta fu breve e sanguinosa. In inferiorità numerica di uno contro due, gli spagnoli soccombettero ben presto agli inglesi; uno fu ucciso sul colpo, mentre l'altro fu lasciato

agonizzante sull'erba. Gli uomini slegarono rapidamente il capitano, che non dava segni di riprendere conoscenza. Nel frattempo Crawford e Withers raggiunsero del Fuego, arrivandogli alle spalle.

Diego non si rese conto di trovarsi nei guai finché non fu troppo tardi. Essendosi spazientito per la lenta avanzata del carro, era andato molto avanti a cavallo e non aveva sentito i frastuoni della breve battaglia che aveva avuto luogo alle sue spalle. Del Fuego sbottò in una violenta imprecazione quando Crawford e Withers lo raggiunsero, bloccandolo tra loro e strappandogli di mano le redini. Lui fece per prendere la spada, ma era troppo tardi, perché aveva già puntate alla testa due pistole cariche.

«Che cosa significa tutto questo?» disse, dando in escandescenze, mentre il suo cavallo veniva fatto fermare. «Sapete chi sono? Sono Diego

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del Fuego, governatore generale di Cuba. Il re avrà la vostra testa per questo.»

«Di che cosa diavolo sta parlando?» chiese Withers.«Che io sia dannato se lo so, a parte che si chiama Diego del Fuego e

che è governatore generale di Cuba.» All'improvviso Stan capì. «Questo è il bastardo che ha quasi picchiato Morgan a morte all'Avana. Mi chiedo che cosa ci faccia in Spagna.»

«Che cosa credete sia accaduto a Lady Scott?» chiese Withers, preoccupato.

«Forse il capitano può dircelo», suggerì Crawford.L'attenzione del primo ufficiale vacillò brevemente e Diego colse

l'opportunità per fuggire; conficcò crudelmente i talloni nei fianchi del suo destriero, e l'animale maltrattato scattò in avanti.

«Figlio di puttana! Non lasciare che quel bastardo ci sfugga!» urlò Stan. Entrambi gli uomini sollevarono le pistole, mirarono e spararono. Per lo meno una delle pallottole colse il bersaglio; del Fuego cadde a terra e rimase immobile.

«Pensate che sia morto?» chiese Withers.Stan scivolò giù da cavallo e si inginocchiò accanto allo spagnolo

caduto. «Respira ancora; faremo meglio a dileguarci in fretta. Spero che il capitano possa dirci che cosa è accaduto a Lucia, perché è pericoloso gingillarsi ulteriormente nei paraggi.»

Morgan era ancora privo di sensi quando ritornarono al carro. «Che cosa diavolo gli hanno fatto?» si chiese Withers.

Dopo un rapido esame, Crawford trovò una brutta ferita alla testa,oltre a vari lividi viola in diverse parti del corpo dell'amico. «Quei maledetti bastardi. Trasferite Scott sul nostro carro», ordinò. «Fate attenzione, non sappiamo ancora quanto siano gravi le sue lesioni.»

«E che ne facciamo di del Fuego?» chiese Withers.«Lasciamolo lì e togliamoci subito di mezzo.»«E Lady Scott?»«Non abbiamo idea di dove si trovi e non possiamo fare nulla finché

Morgan non riprende i sensi e ce lo dice. È evidente che del Fuego non è più nelle condizioni di esserci d'aiuto.»

Due robusti marinai saltarono nel carro ove era adagiato il capitano Scott e fecero in modo che non venisse sbatacchiato qua e là mentre il veicolo sobbalzava lungo la strada battuta e segnata da solchi che portava fino a Cadice, dove li aspettava l'Avenger.

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CAPITOLO 23

L ucia e suo padre lasciarono Lebrija con la carrozza che Morgan aveva noleggiato a Cadice. Don Eduardo vi legò dietro il proprio destriero, posò all'interno il fagotto di abiti della figlia e la spada del pirata, che era stata lasciata alla locanda, e si avviò a un'andatura vivace sulla strada per Cadice. Per Lucia non andava abbastanza veloce, dato che era in ballo la vita di suo marito. Lei non si fidava di Diego e temeva che uccidesse il proprio nemico prima che giungessero a destinazione.

«Calmati, figliola», la esortò Don Eduardo. «Ti ho promesso di fare tutto il possibile per il tuo pirata.»

«Per mio marito, padre. Morgan è mio marito.»«Sí, Lucia, anche se è difficile pensare a quell'inglese come a tuo marito.»Lei scrutò con ansia in lontananza. Diego aveva due ore buone di

vantaggio, ma lei sapeva che il goffo e pesante carro agricolo che trasportava Morgan viaggiava molto più lentamente della loro carrozza leggera. «Dovremmo incontrarli presto, non credete, padre? Non potete andare più rapidamente?»

«Procedo con cautela a causa delle condizioni delicate in cui ti trovi, figliola. Non voglio danneggiare tuo figlio.»

Lucia si agitò con impazienza. «Non credo...» Le sue parole si arrestarono di colpo quando scorse qualcosa lungo la strada. «Guardate, padre! Non è quello il carro? Si, sono sicura che è quello. E il cavallo di

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Diego pascola lì vicino. Perché si sono fermati?» Un infausto presagio le fece correre un brivido lungo la spina dorsale. «Fermate la carrozza, padre!»

Incurante del suo stato, la giovane balzò dalla carrozza prima che si fermasse del tutto e corse goffamente verso il carro. Lanciò un urlo e Don Eduardo le fu immediatamente al fianco.

«Che cosa c'è, figliola?»«Guardate!» ansò lei, indicando il corpo che giaceva sul fondo del

veicolo. Il cuore le si strinse dolorosamente, ma poi si accorse che non si trattava di suo marito.

Santiago salì sul fondo del carro e si piegò a esaminare l'uomo. «È morto.»

«C'è un'altra persona che giace nell'erba», esclamò Lucia.Don Eduardo scese dal carro e constatò rapidamente che il secondo

individuo era ormai al di là dell'intervento umano. «È morto anche lui. Mi chiedo che cosa sia accaduto a Diego.»

Lo trovarono che giaceva accanto al suo cavallo a poca distanza. «È morto?» chiese Lucia.

«Sembra che abbia una ferita non troppo grave alla testa. La pallottola l'ha sfiorato. Credo che ben presto riprenderà i sensi e ci dirà che cos'è accaduto. Chi avrebbe pensato che il tuo pirata potesse sopraffare tre uomini nello stato in cui si trovava?» osservò lui, pensoso.

«Non è stato lui», rispose Lucia. «Il responsabile è qualcun altro e io ho una buona idea di chi possa trattarsi. Presto, padre, dovete portarmi a Cadice senza indugio.»

«Benissimo, Lucia, non appena avrò sistemato Diego all'interno della carrozza. Ha bisogno di cure mediche.»

La figlia lo afferrò per il braccio, spingendolo ad allontanarsi da del Fuego. «No, padre, non possiamo portarlo con noi. Non capite? Se lo facessimo lui informerebbe le autorità. Dobbiamo lasciarlo qui finché non arriverà qualcuno, oppure finché lui non riuscirà ad arrivare a Cadice con i propri mezzi. Per Morgan è l'unica possibilità di fuggire dalla Spagna e dalla morte certa.»

Don Eduardo fissò la ragazza, costernato. «Ma, figliola, Diego è mio amico, non posso abbandonarlo.»

«Voi stesso avete detto che la sua ferita non è grave. Con un po' di fortuna raggiungeremo 1'Avenger prima che lui riprenda conoscenza: Vi prego, padre, fatelo per il bene di mio figlio. II bambino ha bisogno di un padre che lo ami e che lo educhi accompagnandolo fino all'età adulta.»

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Santiago era lacerato. Era vero che probabilmente del Fuego aveva riportato soltanto una modesta commozione cerebrale, ma l'onore richiedeva che lui aiutasse il suo compatriota. Tuttavia Lucia era

carne della sua carne e lo implorava così calorosamente, che lui non ebbe cuore di rifiutarsi. Don Eduardo aveva ignorato già una volta i suoi desideri, ed ecco che cos'era accaduto. Ora lei era la moglie di un pirata inglese, da cui aspettava un figlio. Se lui le avesse consentito di farsi suora, non sarebbe accaduto nulla di tutto questo.

«Benissimo, Lucia, farò come desideri, ma dobbiamo affrettarci se vogliamo raggiungere Cadice prima di Diego. Una volta ritornato in sé, lui si lancerà alle nostre calcagna. Il suo cavallo è fatto per la velocità e ci raggiungerà in men che non si dica.»

«Allora dobbiamo portare con noi il suo animale», disse la ragazza con fermezza. «A Morgan deve essere data ogni opportunità di fuga. Presto, legate il destriero di Don Diego dietro la carrozza.»

«Lucia, questo non mi piace.»«Io vi ho amato anche quando vi siete dimostrato severo e

intransigente», disse lei, sempre più in preda alla disperazione. «E so che anche voi mi volevate bene. Ora provatemelo. Lasciate Don Diego, in fondo non lo abbandonate senza un mezzo di trasporto; può guidare il carro fino a Cadice, la città non è poi così lontana.»

«Farò come vuoi, ma non mi piace.»Nel giro di pochi minuti procedevano per strada nella carrozza

sobbalzante, con il cavallo di Diego legato dietro, insieme con quello di Eduardo.

Era quasi sceso il crepuscolo quando il carro che portava Morgan si fece strada attraverso le strade di Cadice fino alla zona del porto. Scott aveva perso e riacquistato i sensi varie volte, ma non era stato abbastanza coerente da rivelare il destino di Lucia, né come si fosse ritrovato prigioniero di Don Diego.

«Fate attenzione con lui, uomini», raccomandò Stan ai marinai, mentre individuava rapidamente l'imbarcazione che avevano lasciato legata alla banchina, con un paio di uomini di guardia. «Potrebbe avere ferite interne.»

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Il capitano fu posto all'interno della barca e sistemato in modo da appoggiarsi a Withers. Due uomini si misero ai remi, mentre gli altri spingevano la barcaccia per staccarsi dal molo. Crawford tirò un sospiro di sollievo quando iniziarono a solcare l'acqua senza intoppi, diretti all'Avenger. L'imbarcazione fu issata a bordo tramite un sistema di pulegge, e in breve tempo Morgan venne disteso sulla sua cuccetta, in attesa che il cuoco, che fungeva anche da medico di bordo, arrivasse a curargli le ferite.

«Sembra che abbia una costola rotta», disse costui, esaminando i lividi di Scott. «Ha un bernoccolo delle dimensioni di un uovo sulla testa, e la gamba sembra essere stata colpita nello stesso punto dove si era rotta.»

«Quanto grave è?» chiese Stan, con ansia.«La gamba non è rotta, soltanto contusa. Il capitano ha la pelle dura,

guarirà come si deve, immagino, se non cercherà di scendere subito dal letto. Gli somministrerò del laudano.»

«No, niente laudano.» La voce di Morgan era debole ma decisa. «Ho bisogno di tutte le mie facoltà mentali, se devo andare a cercare Lucia.»

«Dov'è?» chiese Crawford, piegandosi più vicino all'amico.«A casa con suo padre, ormai», ipotizzò Morgan. «Non ricordo molto.

Che cosa ne è stato di del Fuego e dei suoi tirapiedi? Come mai eravate per strada quando avreste dovuto aspettarmi a bordo dell'Avenger?»

«Chiamatelo un folle presentimento che non riuscivo a scrollarmi di dosso. Grazie a Dio, ho seguito quella sensazione. Che cosa diavolo ci fa del Fuego in Spagna?»

«Questo non lo capisco neppure io», brontolò Scott. Era percorso dalle fitte, tutto il suo corpo era una massa di carne e ossa doloranti.Era in preda a una tale sofferenza da riuscire a malapena a parlare, ma, a ogni respiro, cercava di tenere a bada il dolore. Non poteva abbandonarsi a esso finché Lucia non fosse stata sana e salva a bordo dell'Avenger. Cercando di alzarsi, Morgan si sforzò di combattere l'oscurità che gli avanzava intorno da ogni lato, e il volto gli divenne bianco come un lenzuolo.

«Che cosa credete di fare, maledizione?» chiese Stan, in ansia di fronte alla cocciutaggine dell'amico. «Non siete nelle condizioni di uscire da quel letto.»

«Aiutatemi, Stan, devo trovare Lucia prima che finisca nelle mani di del Fuego.»

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«Non preoccupatevi di quell'uomo», osservò Crawford. «I suoi scagnozzi sono morti e lui non sarà certo in grado di rimettersi in viaggio molto presto.»

«L'avete ucciso?»«No, o per lo meno non credo, respirava ancora quando l'abbiamo

lasciato, ma dubito che si senta abbastanza in forma da viaggiare, per un po'.»

«Non sottovalutate quel bastardo, Stan. Avete intenzione di aiutarmi ad alzarmi?»

«No.»«No? In quanto vostro capitano, vi ordino di obbedire al mio ordine.»«No.»Scott si sentiva così maledettamente impotente da provare il desiderio di

mettersi a urlare per la frustrazione. «Potrei farvi mettere ai ferri per insubordinazione.»

«Provateci», lo sfidò il primo ufficiale.Morgan si rivolse a Withers. «Suppongo che tocchi a voi, Clyde. Mi

occuperò più tardi del signor Crawford. Preparate la barcaccia, intendo scendere a terra.»

Withers scrollò il capo con rincrescimento. «Mi dispiace, capitano, sono d'accordo col signor Crawford.»

«Allora mi arrangerò da solo, maledizione.» Gli ci vollero tre tentativi, ma alla fine riuscì ad alzarsi in piedi. Una fitta di crudo tormento lo fece piegare in due, ma lui riacquistò rapidamente il controllo e si raddrizzò. Le ferite non avevano importanza, doveva salvare da del Fuego sua moglie e il figlio che non era ancora nato.

Withers e Crawford si scambiarono occhiate preoccupate, poi, con riluttanza, assistettero il loro superiore. «Benissimo, Morgan», disse Stan, «vi aiuteremo. Siete sempre stato un asino cocciuto, ma dubito seriamente che riuscirete ad arrivare a riva. Non preoccupatevi, Clyde e io andremo alla ricerca di vostra moglie. So dove si trova la residenza di Don Eduardo.»

«No, sono io il marito di Lucia, è una mia responsabilità.» Morgan si muoveva lentamente, con grande sforzo. «Portatemi semplicemente a riva e trovatemi un cavallo. Inoltre, datemi una spada e una pistola.»

«Maledetto sciocco testardo», mormorò Crawford sottovoce. «Vi aiuteremo, ma io vengo con voi, poco importa quel che direte.» Withers andò a cercare una spada e una pistola, mentre Stan aiutava il capitano a raggiungere il ponte e a salire nella barcaccia.

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«Non vi libererete così facilmente di me», disse Clyde, raggiungendo gli altri due all'interno dell'imbarcazione. «Vi aiuterò coi remi.» Gettò a Morgan la spada e la pistola e ordinò all'equipaggio di calarli in acqua.

Crawford osservò attentamente Scott, non aveva idea di che cosa tenesse in piedi quell'uomo. Le gravi ferite che aveva subito avrebbero costretto a letto per giorni la maggior parte delle persone, tuttavia Stan dubitava seriamente che Morgan potesse sopportare il dolore derivante dal montare a cavallo. Si aspettava davvero di doverlo ricondurre alla nave privo di sensi; tuttavia non intendeva deludere l'amico, giurò che avrebbe trovato sua moglie, indipendentemente da quello che sarebbe stato necessario fare.

Del Fuego riprese i sensi poco tempo dopo che Lucia e suo padre lo ebbero lasciato in strada a cavarsela da solo. La testa gli pulsava dolorosamente e l'uomo impiegò qualche minuto a ricordare che cosa fosse successo. Alzandosi a fatica, raggiunse il carro con passo malfermo e sbottò in una violenta imprecazione quando scoprì i suoi scagnozzi morti. Era stato uno sciocco a non prestare maggiore attenzione a quei villani, perché chiaramente non erano affatto contadini, ma membri dell'equipaggio di El Diablo. L'imboscata era riuscita; quell'errore gli era costato caro. El Diablo era fuggito con i suoi uomini, e Diego si rese conto di doversi recare a Cadice il più rapidamente possibile, se voleva impedire al pirata di sfuggire per l'ennesima volta.

La rabbia del governatore non conobbe confini quando si mise a cercare il proprio cavallo e non lo trovò. Aveva portato con sé l'animale dall'Avana e l'aveva addestrato lui stesso; sapeva che il

destriero non si sarebbe mai allontanato per proprio conto, qualcuno doveva averlo portato via. Che razza di sciocco presuntuoso era stato. Il ritardo era intollerabile, era d'importanza fondamentale che lui raggiungesse Cadice e allertasse i dragoni prima che la nave del pirata salpasse.

Osservò con palese disgusto il cavallino attaccato al carro; l'animale non era più nel fiore degli anni, ma cavalcarlo fino a Cadice era maledettamente meglio che tirarsi dietro un carro pieno di morti. Diego, che era un ottimo cavallerizzo, non esitò a montare senza sella. Fortunatamente aveva familiarità con la zona, essendo vissuto li durante

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la giovinezza, e conosceva una scorciatoia per arrivare in città, che passava attraverso campi e oliveti.

Del Fuego aspettò un attimo, affinché il dolore al capo che lo stordiva si calmasse, prima di staccare il ronzino dal carro e di issarsi a fatica in groppa all'animale. Afferrando le redini, spronò i fianchi ossuti del brocco e partì per Cadice attraverso i campi.

Lucia e suo padre raggiunsero Cadice e si diressero subito al porto. La ragazza si mise a tremare per l'eccitazione quando vide 1'Avenger all'ancora nella baia. Ce l'aveva fatta! Ben presto lei e Morgan sarebbero stati insieme per sempre.

«Un'imbarcazione, padre, devo trovare un'imbarcazione che mi porti fino al veliero.»

Don Eduardo sospirò rassegnato. «Me ne occuperò io, Lucia, tu aspetta in carrozza. Qui intorno dovrebbe esserci qualcuno disposto a remare per condurti fino alla nave.»

«No, padre, verrò con voi.» Stringendo il fagotto con gli indumenti, e la spada di Morgan, lei attese che suo padre la aiutasse a scendere. All'improvviso l'attenzione di Lucia si concentrò su una barcaccia che scaricava passeggeri sulla banchina. Una densa nebbia grigia arrivava dal mare, celando le figure in una bruma avvolgente. La nebbia e la luce calante del giorno impedirono a Lucia di riconoscere le persone che si arrampicavano in fretta sul molo, scendendo dall'imbarcazione. Ma quando due uomini si piegarono per aiutare un terzo a scendere dalla barca, lei lasciò cadere il fagotto degli abiti e la spada, urlò il nome di Morgan e cominciò a correre.

Don Eduardo raccolse gli averi della figlia e la seguì dappresso. Sedere in posizione eretta nella barcaccia era costato caro al capitano Scott, che si chiedeva come diavolo avrebbe fatto a montare a cavallo senza svenire; tuttavia era deciso a farlo o a morire nel tentativo di riuscirci. Lucia gli apparteneva, lei e suo figlio significavano tutto per lui, senza di loro non aveva futuro.

«Tutto a posto, Morgan?» chiese Crawford con ansia.«Sto bene», disse lui con un ansito di dolore. «Trovatemi solo un cavallo.»I cavalli e il carro che avevano preso a nolo in precedenza erano ancora

attaccati a poca distanza. Nessuno li aveva riportati alla scuderia, poiché sistemare il ferito a bordo dell'Avenger era stata la loro preoccupazione primaria. Withers sganciò uno degli animali e lo tenne fermo in modo che il

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capitano potesse salirvi; dubitava seriamente che Scott fosse in grado di farlo, ma fece comunque come gli ordinava.

Al corsaro sembrava di avere in testa mille diavoli armati di forcone che cercassero di uscire. Si sentiva il corpo in fiamme e la gamba gli pulsava di un dolore incredibile, ma riuscì a infilarla nella staffa senza svenire. Si preparò al tormento bruciante che avrebbe provato quando l'avessero spinto in sella. Poiché né Crawford né Withers si mossero per aiutarlo, si volse nella loro direzione per interrogarli circa la loro negligenza, e vide che entrambi tenevano lo sguardo fisso in fondo al molo.

Morgan la udì chiamare il suo nome prima ancora di scorgerla: la sua voce era frenetica ma esultante. Poi la vide uscire dalla nebbia, con il mantello che si gonfiava ondeggiando e i capelli scompigliati, battuti dal vento, che le volavano follemente intorno ai lineamenti pallidi.

«Lucia!»Morgan utilizzò quel che restava delle sue risorse per tirare giù il piede

dalla staffa e dirigersi verso di lei. Crollò tra le braccia di sua moglie quando si raggiunsero a metà strada lungo il molo. Don Eduardo, ansimante e sbuffante per lo sforzo a cui non era abituato, arrivò in tempo per aiutare sua figlia a sostenere il corpo del marito. Crawford e Withers giunsero qualche secondo più tardi.

«Sta bene?» chiese Lucia, fuori di sé per la preoccupazione. «Sembra così pallido.»

«Morgan ha riportato gravi ferite», rispose Crawford. «Ora che siete qui possiamo riportarlo alla nave e rimetterlo a letto, dove dovrebbe stare. Ha insistito per venire lui stesso a cercarvi, era folle

d'ansia e ha rifiutato di ascoltare ragione. Grazie a Dio, siete qui. Siamo completamente circondati da pericoli, il fiuto non m'inganna.» Guardò con sospetto Don Eduardo.

«È stato mio padre a condurmi qui», spiegò la giovane. «Non ci impedirà di partire.»

«Dovete sbrigarvi», li esortò Santiago. «È possibile che Diego ci sia alle calcagna.»

Non aveva finito di pronunciare quelle parole che un trambusto sulla banchina infranse la quiete della fosca serata. Lucia emise un'esclamazione di sgomento quando scorse del Fuego e una pattuglia di dragoni armati che giungevano alla carica lungo l'acciottolato del molo.

«Fermateli! Fermate il pirata!» esclamò il governatore, brandendo la spada come fosse stata un'ascia da combattimento.

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«Sbrigatevi, oh, vi prego, sbrigatevi», esortò Lucia, senza fiato, mentre gli altri in parte trascinavano e in parte trasportavano Morgan di peso fino alla barcaccia.

La giovane donna inciampava goffamente, ostacolata dalla gravidanza; senza perdersi d'animo, Withers la prese in braccio e la posò nella barcaccia, poi aiutò Crawford e Don Eduardo a sistemarle accanto Morgan. L'imbarcazione si scostò dalla riva senza un attimo di esitazione. Lacrime rigavano il volto di Lucia mentre diceva frettolosamente addio a suo padre.

«Vi voglio bene, padre. Sarete sempre il benvenuto su Andros. Voglio che mio figlio conosca suo nonno.»

«Verrò, figliola», promise Santiago. «In alcune occasioni posso non averlo dato a vedere, ma ti voglio bene.»

La barcaccia scivolò nella fitta nebbia, proprio mentre Diego e i dragoni raggiungevano l'estremità della banchina. Del Fuego spinse sgarbatamente da parte Eduardo, maledicendo la densa caligine grigia che favoriva la fuga del pirata.

II governatore generale aveva la schiuma alla bocca e diede sfogo alla propria rabbia. «Stanno fuggendo! Sparate!» ordinò mentre i dragoni osservavano la barca scomparire nella bruma sempre più fosca.

«Fermi!» gridò Eduardo, nel disperato tentativo di proteggere sua figlia. Ignorando Santiago, i dragoni imbracciarono i moschetti e spararono alla cieca, ricaricando e facendo ripetutamente fuoco finché non fu evidente che la preda era ormai fuori della loro portata.

«Che cosa avete fatto?» gridò Diego, investendo Don Eduardo.«Per la prima volta in vita mia ho preso in considerazione la felicità di

mia figlia», replicò Santiago, soffocando un singhiozzo. «Lucia porta in grembo il figlio dell'inglese, voi non la vorreste in quello stato. Lei deve stare con suo marito; inoltre ha dato la sua parola che in futuro El Diablo non costituirà più un pericolo per la navigazione spagnola.»

«E voi le credete?» sbottò del Fuego con aria di disprezzo.«Si, le credo. Lasciateli andare, Diego. Come consolazione per la perdita

che avete subito potrete tenere buona parte della dote di Lucia. Trovatevi una moglie degna del vostro rango.»

II governatore riconobbe la sconfitta e cercò di fare buon viso a cattivo gioco. «Avete ragione, Eduardo. Anche se vorrei aver catturato quel pirata e presentato la sua testa al re, mi accontenterò di ciò che mi offrite. Sono troppo fiero per desiderare una donna che aspetta un figlio da un altro uomo. A meno che El Diablo non riprenda a solcare i mari, considererò chiusa la faccenda.»

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Santiago nascose un sorriso. «Venite a casa mia e brinderemo alla vostra salute e prosperità.»

Torcendosi le mani, Lucia era piegata su Morgan come una mamma chioccia, in attesa che lui riacquistasse conoscenza. Crawford, Withers e Renalda erano dietro di lei e le prestavano il proprio sostegno.

«Guarirà, Lucia», le garantì Renalda. «Stan ha detto che il tuo Morgan è un uomo forte e che a suo tempo ha subito di peggio.»

Lucia indirizzò all'amica un sorriso lacrimoso; al momento del loro incontro lei era ancora troppo sconvolta per poter salutare opportunamente la compagna, ma quando lei fosse stata sicura che Morgan fosse fuori pericolo, si sarebbero riunite gioiosamente.

Lucia parlò rapida a Renalda in spagnolo, per essere sicura che né Withers né Crawford potessero seguire la conversazione. «Rimpiangi di aver lasciato la Spagna, Renalda? So che eri infelice al

convento, ma abbandonare il tuo paese di nascita può non essere una decisione facile da prendere. Qui hai ancora la tua famiglia.»

La ragazza sorrise amaramente. «Voglio bene ai miei familiari, ma li conosco, non cambieranno mai idea riguardo all'avermi rinnegata; sarei invecchiata e morta all'interno del convento prima che loro si ammorbidissero. Tu e il tuo pirata mi avete dato l'opportunità di avere un futuro, ve ne sarò grata per sempre. Spero che tu non sia arrabbiata con me per aver insistito affinché tuo marito mi portasse con sé; non ho denaro e nessun altro luogo dove andare.»

«Ne sono lieta, Renalda; è quello che desideravo. Un giorno, ben presto, Andros sarà molto popolosa e nasceranno nuovi villaggi e tu troverai un uomo da amare, ne sono sicura.»

«Ne sono certa anch'io», disse la giovane, lanciando una timida occhiata a Stan.

«Di che cosa state chiacchierando, voi due?» indagò Crawford, passando un braccio intorno alle spalle sottili di Renalda. Quel gesto era così possessivo che nessuno poteva dubitare dei suoi sentimenti nei confronti della fanciulla spagnola.

«Del futuro», disse Lucia, enigmatica. «All'improvviso sembra davvero luminoso.»

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«Già», convenne Stan, aumentando la stretta sulle spalle di Renalda. Lo sbigottiva rendersi conto di desiderare di stringere quella donna tra le braccia. Forse lui e la ragazza avrebbero trovato la felicità insieme.

Attimi dopo, Morgan aprì gli occhi e sorrise a sua moglie. Quando divenne evidente che il capitano aveva occhi soltanto per lei, gli altri si scusarono e uscirono in silenzio.

Scott prese la mano di Lucia, portandosela alle labbra. «Come hai fatto ad arrivare fin qui?»

«Dobbiamo ringraziare mio padre, non è il demonio che tu credi che sia. Quando si è reso conto che aspettavo un figlio da te e che non avrei potuto essere felice con alcun altro uomo, si è ammorbidito. Siamo ancora marito e moglie, Morgan; ho letto il documento d'annullamento, afferma che i termini non sono validi se io porto in grembo un figlio tuo.»

«Non ha importanza, ti avrei risposato comunque.»«Mi dispiace che una delle navi di mio padre sia stata responsabile della

morte della tua famiglia e della tua schiavitù, ma ti imploro di lasciarti questo dramma dietro alle spalle e di cercare di perdonare il mio genitore. Non è giusto ritenerlo responsabile di ciò che ogni sua singola nave ha fatto durante i propri viaggi.»

«Non voglio parlare di tuo padre, tesoro», mormorò Morgan. «Sono disposto a lasciare che il passato venga sepolto, se lo stesso vale per lui. Ti ha portato da me, e di questo gli sono grato. Al molo mi è parso di sentire alcuni colpi d'arma da fuoco prima di svenire.»

«Si, Diego ha chiamato i dragoni, ma la nebbia e l'oscurità hanno agito in nostro favore. Ora siamo salvi. Stan ha fatto rotta per Andros. Non riesco a credere che tu sia venuto in Spagna a cercarmi, quando il pericolo per te e per i tuoi uomini era così grande. Ai miei compatrioti non hai dato alcun motivo di nutrire affetto per El Diablo.»

Morgan fissò Lucia come se lei avesse perso la ragione. «Come avrei potuto non venire a cercarti, amandoti quanto ti amo? Tu mi appartieni. Ho rischiato la vita per te molte volte in passato, e lo farò di nuovo se dovesse essere necessario. Quando si ama qualcuno come io amo te, nessun sacrificio è troppo grande. Ora avrò anche nostro figlio a cui voler bene.»

La giovane gli rivolse un sorriso appassionato. «Non riesco a credere che tu voglia davvero questo bambino. Ero rassegnata a crescerlo da sola e ad amarlo abbastanza per entrambi.»

Lui posò teneramente una mano sul ventre gonfio di sua moglie. «Desidero questo figlio quanto te, tesoro. Finalmente ho una famiglia mia. Finché non ti ho incontrato, quella massa dura e piena d'asprezza che mi

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batte nel petto non avrebbe potuto neppure essere classificata come cuore. La vendetta dominava la mia esistenza e l'odio dimorava nella mia anima. Ora sono così colmo d'amore da non riuscire a trovare spazio per nessun'altra emozione nel mio animo.»

Gli occhi scuri di Lucia scintillarono maliziosamente. «Alcune cose non sono cambiate, amore mio, sei lo stesso attraente mascalzone che è entrato come un vortice nella mia vita e mi ha portato alla beatitudine. Se non fosse per te non avrei mai saputo dell'esistenza di una tale estasi.»

«Se ben ricordo, volevi farti suora», disse Morgan con un luccichio negli occhi.

Lucia gli rivolse un largo sorriso impudente. «Allora non sapevo che mi sarei infiammata di un tale ardore per te.» Si piegò a baciarlo sulle labbra. «Quel che desidero ora è essere tua moglie per sempre.»

«Ho riconosciuto fin dall'inizio la passione che cercavi disperatamente di negare. Anche quando cadevi in ginocchio per pregare, i tuoi appassionati occhi scuri lasciavano scorgere un desiderio illimitato che aspettava soltanto di essere liberato. Ti amo, Lucia.»

Gli occhi della donna brillarono di felicità. «Ti amo, Morgan. Quando starai meglio ti mostrerò quanto.»

«Distenditi accanto a me», la esortò il marito, scostando le coperte. «Ho bisogno di sentirti tra le mie braccia.»

«Non voglio farti male.»«Non posso ancora amarti come si deve, voglio soltanto stringerti.»

L'insistenza incalzante nella voce di lui mandò in frantumi la determinazione di Lucia, che sedette con cautela sul bordo del letto, preparandosi a scivolargli accanto sotto le coperte.

«No, non così, togliti i vestiti.»«Morgan, io... non è una buona idea. Hai bisogno di riposare.»Lui le rivolse un sorriso in tralice. «È un'idea fantastica. Voglio sentire

nostro figlio muoversi contro di me mentre mi addormento.»Lei non resistette quando lui la spogliò amorevolmente e le lasciò spazio

sulla cuccetta. Morgan la fece accoccolare contro il proprio corpo contuso e fu pervaso da un'ondata di rinnovato vigore; si sentì di nuovo integro.

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EPILOGO

Isola di Andros. 1592

«Non è spettacolare, Morgan?» sospirò Lucia mentre osservavano il sole affondare lentamente nell'acqua scintillante. Posò il capo sulla spalla del marito mentre il cerchio di fuoco passava da un arancione brillante a un

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oro attenuato, fino a divenire malva, e a spruzzare una coltre di diamanti che splendettero sulla distesa del mare tranquillo che avevano dinanzi. «Ogni tramonto è spettacolare quando sono con te», rispose lui, abbracciandola forte. «Rimpiangi di essere venuta ad Andros con me?» «Adoro questo posto», rispose Lucia con aria sognante. «È come ho sempre immaginato che sarebbe stato il paradiso. E il villaggio sta crescendo a un ritmo vertiginoso. Ci sono un sacco di compagni di gioco per Richard. La bambina di Stan e Renalda è appena un anno più giovane di nostro figlio, e la mamma è di nuovo incinta.» «Sei rimasta turbata quando Clyde Withers ha riportato Rouge su Andros?» chiese Morgan. «Devo ammettere che è stato sconvolgente apprendere che l'aveva conosciuta nel corso di uno dei suoi viaggi e che si era innamorato pazzamente di lei. Vuoi che la mandi via?» «Sembrano davvero presi l'uno dall'altra», ammise Lucia. «Finché Rouge non mette gli occhi su di te, sarà la benvenuta e potrà restare.» Morgan rise. «Non c'è bisogno di preoccuparsi di questo, io sono preso una volta per tutte e lei lo sa; inoltre credo che abbia trovato il vero amore con Clyde.» Lucia annuì, rivolgendo i propri pensieri all'altro loro amico. «Sono lieta che tu abbia nominato Stan tuo socio nell'attività legata al legname», disse lei, perdendo rapidamente interesse per Rouge e Clyde. «Lui e Renalda sono stati ottimi amici per noi, nel corso degli anni. Non è ironico che due uomini che odiavano gli spagnoli abbiano finito per sposare delle spagnole?»«Sono accadute cose più strane. Non avrei mai pensato che sarei stato soddisfatto senza il ponte di una nave sotto i piedi», replicò Morgan. «Tu e Richard fate di ogni giorno un'avventura; non mi sento più costretto a solcare i mari. Sei stata felice della visita di tuo padre? Sembrava piuttosto restio ad andarsene, ieri.» «Moltissimo. So che non ti senti ancora a tuo agio quando lui è nei paraggi, ma gli piace così tanto stare con suo nipote, che vorrebbe ritornare fra qualche mese. La prossima volta vuole portare anche Cordero e Arturo; nel corso dell'ultima loro visita a casa, i miei fratelli hanno espresso il desiderio di conoscere il nipotino.» «Mi sono riconciliato con il fatto che tuo padre e i tuoi fratelli siano parte della nostra vita.» «Morgan, rimpiangi d'essere stato bandito dalle coste inglesi?» «Per niente», disse sinceramente lui. «Un giorno le Bahama saranno popolate al di là delle nostre più folli aspettative. Le isole sono state più o meno ignorate da quando furono scoperte, ma io prevedo un tempo in cui la gente farà la fila per raggiungere il nostro paradiso privato. «Forse potremo ritornare in Inghilterra tra alcuni anni, per una visita; la regina è sofferente. II mio legale mi ha informato che Bess ha mandato propri rappresentanti nel suo ufficio, a informarsi del mio

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benessere. Penso che ci darebbe il benvenuto, se desiderassimo ritornare laggiù.» Lucia arricciò il naso. «Non mi piace l'Inghilterra.» Morgan ridacchiò. «E io non sono il benvenuto in Spagna. Sembra che qui ad Andros abbiamo il meglio dei due mondi. Vogliamo ritornare a casa e salvare nostro figlio da Lani? Lo vizia in modo scandaloso.»

Lucia gli rivolse un sorriso provocante. «Non ancora.» Gli prese la mano e lo condusse lungo la spiaggia, fino a un folto gruppo di palme. L'erba sotto gli alberi era fitta e cedevole, e lei attirò giù il marito, accanto a sé.

«Che cos'hai in mente, moglie?»«È passato molto tempo da quando ci siamo amati sotto una palma

ondeggiante, in una mite nottata. Fai l'amore con me, Morgan.»Gli occhi di lui brillarono oscuramente. «È difficile resistere a un simile

invito.»Le cercò le labbra con le proprie, traendo soddisfazione dalla gioiosa

bramosia della sua risposta. Lucia aveva fatto molta strada da quando era una ragazzina spaventata la cui ambizione nella vita era quella di farsi suora. II marito la premette giù sul muschio, spogliandola lentamente e poi togliendosi a sua volta gli abiti. Si unirono in preda a una splendida passione, adorando reciprocamente i propri corpi nudi, mentre si accarezzavano, si sfioravano e si veneravano con mani, labbra e bocca. Un ansito di fuggevole meraviglia spinse la donna ad affondare i denti nella spalla del marito, quando lui le penetrò follemente tra le cosce.

«Mio Dio, questa è pazzia», ansò Morgan, mentre il calore di lei lo circondava. «Oggi ti desidero quanto cinque anni fa. Dolce monachella, mi hai incantato dal momento in cui ho posato gli occhi su di te.»

«Non parlare, tesoro. Quando sei dentro di me non posso pensare con chiarezza, riesco soltanto a sentire.»

Lui fletté i fianchi e si spinse più in profondità. Lei s'inarcò verso l'alto, godendo della bramosia di lui, della sua passione sfrenata, del suo turgore in espansione. Un'intensa beatitudine le tolse il fiato e i pensieri, e lei gridò in preda al piacere. Lui coprì la bocca di Lucia con la propria quando le sue roche, esplosive grida estatiche si unirono a quelle del marito mentre lei gli si stringeva convulsamente intorno al sesso. La ferocia dell'orgasmo

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della donna scatenò in Morgan una vera tempesta, e lui fu pervaso dalla più assoluta soddisfazione.

Con le labbra ancora allacciate, lui si spostò per distendersi accanto alla sua compagna; la attirò tra le proprie braccia mentre l'ultima pulsazione di piacere li percorreva in un brivido.

«Potremmo aver concepito un bambino, questa notte», le sussurrò lui all'orecchio. Morgan cercò di non sembrare troppo speranzoso, ma loro figlio aveva più di tre anni e lui pensava che fosse ora di dare a Richard un fratello o una sorella.

«Impossibile», disse Lucia, come se lo sapesse per certo.Morgan cercò di nascondere la propria delusione. Lucia non voleva un

altro figlio con lui? Renalda aspettava già un secondo bambino. «Che cosa ti spinge a dirlo? Come puoi esserne sicura?»

Lei gli toccò il volto con tenerezza squisita, poi gli prese la mano e se la posò contro il ventre piatto. «È impossibile concepire un bambino questa notte, perché porto già in grembo il tuo secondo erede.»

Un lento sorriso gli sollevò gli angoli della bocca.«Ne sei sicura?»«Più sicura che mai.»«Non riesco a ricordare un momento della mia esistenza in cui io sia mai

stato più felice.»«Neppure io», giurò Lucia. «Andiamo a casa, amore mio, il nostro

primogenito ci aspetta.»

FINE

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