Bach Oratorio di Natale BWV 248 - quartettomilano.it · aria, il tenore e il flauto traverso...

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155 A STAGIONE 2019 | 20 BASILICA DI SAN MARCO piazza San Marco, Milano Amsterdam Baroque Orchestra & Choir Ton Koopman direttore Yetzabel Arias Fernandez soprano Franziska Gottwald alto Tilman Lichdi tenore Klaus Mertens basso martedì 17 dicembre ore 20:30 Bach Oratorio di Natale BWV 248 dedicato ad Antonio Magnocavallo Foto © Foppe Schut

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155A STAGIONE 2019 | 20 BASILICA DI SAN MARCO piazza San Marco, Milano

Amsterdam Baroque Orchestra & ChoirTon Koopman direttoreYetzabel Arias Fernandez sopranoFranziska Gottwald altoTilman Lichdi tenoreKlaus Mertens basso

martedì 17 dicembre ore 20:30

Bach Oratorio di Natale BWV 248dedicato ad Antonio Magnocavallo

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È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici• evitare colpi di tosse e fruscii del programma• non lasciare la sala fino al congedo dell’artistaIl programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

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Liliana KonigsmanMaria Majno

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Ilaria Borletti Buitoni presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Filippo Annunziata, Marco Bisceglia, Liliana Konigsman comitato esecutivoLodovico Barassi, Anna Calabro, Gianluigi Chiodaroli, Marco Magnifico Fracaro, Maria Majno consiglieri

PROGETTO FOTOGRAFICO con gli studenti del

corso di formazione avanzata tenuto da Silvia Lelli:

Silvia Bovo, Matteo Congregalli, Elisa Covello, Alesia

Davydava, Annarella Giorgiani, Benedetta Manzi,

Giorgio Marturana, Carlo Oriente, Tomas Pasinetti,

Emanuela Selvagio, Roberto Viccari.

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Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 - Lipsia 1750)

Oratorium tempore Nativitatis ChristiBWV 248

Feria I Nativitatis ChristiJauchzet, frohlocket, auf, preiset die Tage! (ca. 26’)

Feria II Nativitatis ChristiUnd es waren Hirten in derselben Gegend (ca. 32’)

Feria III Nativitatis ChristiHerrscher des Himmels erhöre das Lallen (ca. 22’)

I N T E R V A L L O

Festo Circumcisionis ChristiFallt mit Danken, fallt mit Loben (ca. 22’)

Dominica post Festum Circumcisionis ChristiEhre sei Dir, Gott, gesungen (ca. 24’)

Festo EpiphaniasHerr, wenn die stolzen Feinde schnauben (ca. 25’)

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With great respect and a deep friendship I dedicate this Weihnachtsoratorium to Antonio Magnocavallo. We did so many things, we enjoyed music and dinners together and had conversations that meant a lot to me. Bach in Milano without Antonio is hard to imagine, but unfortunately true.

Ton Koopman

Il 2019 è iniziato con la triste notizia della scomparsa di Antonio Magnocavallo, e continuato nel solco della sua determinazione a volere sempre il meglio per la Società del Quartetto. Gli è dedicato l’ultimo concerto dell’anno, al quale aveva dimostrato di tenere immensamente: con la monumentale realizzazione dell’integrale delle Cantate, Bach era diventato per lui immancabile, e l’amicizia con il suo omonimo Ton Koopman resta per entrambi un riferimento di simpatia e stima.

Pensiamo al presente, perché Antonio Magnocavallo ha inciso in modo determinante sul cammino del “suo” Quartetto – Presidente, Consigliere, fondatore dei “Concerti del Quartetto” che hanno traghettato la Società verso l’apertura a tutto il pubblico oltre che ai Soci, attraendo anche tanti giovani che oggi vediamo nel pubblico. Un Quartetto che vive, insomma; come vive la Fondazione Mariani per la Neurologia infantile, pure da lui creata in armonia con i coniugi Luisa e Pierfranco, esempio di spontanea filantropia milanese.

Della “Mariani”, il Presidente Magnocavallo ha condotto l’evoluzione con eclettica sicurezza: dagli esordi subito concretamente al servizio dei bambini con malattie del sistema nervoso, fino alla partnership con l’Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta e il ruolo ormai di riferimento nella formazione, assistenza e ricerca su queste complesse e talvolta oscure patologie, che meritano la nostra crescente sensibilità.

In un’occasione che siamo certi lo avrebbe reso felice, celebriamo quindi lo spirito in musica: anche con la significativa alleanza dello Studio Legale pure inscindibile dal suo volitivo impegno di avvocato, e l’appoggio di un generoso sostenitore trascinato dalla colta umanità della sua figura.

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«Gioite, esultate!Glorificate i giorni»

Nel Natale del 1734 i cittadini di Lipsia poterono ascoltare il racconto

della Natività sulle note della nuova opera del loro Kantor, Johann

Sebastian Bach. Il Weihnachts-Oratorium (BWV 248) era un racconto

lungo che si snodava in sei giorni differenti, componendosi di sei cantate

(partes), una per ogni festività del ciclo natalizio: il dies Natalis

(25 dicembre), S. Stefano (26 dicembre), S. Giovanni apostolo

27 dicembre), la Circoncisione o Nuovo Anno (1 gennaio), la domenica

dopo il Capodanno (allora 2 gennaio 1735), l’Epifania (6 gennaio).

Tra un giorno e l’altro, gli ascoltatori gustavano il ricordo della musica nel

silenzio di un’epoca molto diversa dalla nostra e il digiuno di ogni altra

musica garantiva di mantenere il filo del discorso.

L’Oratorio di Natale è il secondo e il più lungo di quelli composti da

Bach per celebrare i momenti culminanti dell’anno liturgico (Pasqua,

Natale, Ascensione). Diversamente dalle cantate sacre, composte in

gran numero e ad un ritmo talvolta forsennato negli anni precedenti,

gli oratori aggiungevano un elemento narrativo e dialogico nel testo o

affidavano la narrazione a un tenore nel ruolo di Evangelista, così come

nelle passioni. Attingendo direttamente alle Sacre Scritture, il racconto

evangelico ne riportava integralmente i passi senza parafrasarli.

L’oratorio bachiano si distingueva, inoltre, anche dall’omonimo genere

nato nel Barocco italiano e praticato da Händel negli stessi anni, come

genere devozionale ma senza diretto impiego nel servizio liturgico.

Originale e monumentale nella concezione, sul piano della sostanza

musicale l’oratorio bachiano faceva sistematico uso della parodia,

la pratica per cui una stessa idea tematica (propria o anche altrui)

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poteva essere riutilizzata per rivestire un testo diverso. Tutti e tre gli

oratori hanno, infatti, un’origine in buona parte profana e nel caso del

Weihnachts-Oratorium le fonti principali sono due “drammi per musica”,

ossia due cantate celebrative composte in occasione dei compleanni

del principe e della principessa della casa regnante di Sassonia. La

musica della fonte viene adattata da Bach al nuovo testo e contesto

sacro, con modifiche che riguardano per lo più l’impianto tonale,

l’organico strumentale e la scelta dei registri vocali. Gli unici brani

che invece si presumono originali sono i recitativi dell’Evangelista e i

recitativi accompagnati, la Sinfonia d’apertura alla II pars, l’aria n. 31 e

i corali. Una simile pratica, molto diffusa al tempo, potrebbe deludere

le nostre aspettative sul genio bachiano, quasi fosse l’oratorio una

composizione “al risparmio”. È pur vero che l’incarico di Thomaskantor,

rivestito da Bach ai tempi, era particolarmente impegnativo visto che,

in qualità di responsabile delle due principali chiese della città (San

Tommaso e San Nicola) gli richiedeva una serrata attività compositiva

per fornire settimanalmente di musica sacra le funzioni liturgiche. Senza

dimenticare la natura prevalentemente transitoria e occasionale della

musica ai tempi di Bach, destinata solitamente a una sola esecuzione.

Tuttavia, non sono solo ragioni logistiche a giustificare la pratica della

parodia, ma anche una concezione estetica lontana da quella ereditata

fino ai giorni nostri dal Romanticismo, in cui l’originalità è divenuta un

imperativo e un diritto da tutelare. Quella bachiana è un’originalità

diversa, in cui non è l’idea tematica, l’ispirazione fugace e unica del

genio, a dare valore alla composizione, ma piuttosto la grande maestria

e la ferrea razionalità con cui essa viene elaborata, anche più di una

volta. La citazione non è un “plagio” ma anzi una sfida alla tecnica

compositiva del musicista. Inoltre, nel caso di Bach, si attinge a una

universalità che, come vedremo e ascolteremo, valica i limiti di genere

Negli oratori Bach aggiunge un elemento narrativo e dialogico nel testo o affida la narrazione a un tenore nel ruolo di Evangelista, così come nelle passioni

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e le tradizioni, superando anche l’opposizione tra sacro e profano.

Secondo il biografo Spitta, tutta la musica di Bach – anche quella

non propriamente liturgica – è pervasa di una religiosità dal carattere

assoluto.

Come già in altre composizioni, nell’oratorio bachiano convergono la

tradizione cattolica e quella protestante, lo stile all’italiana e il rigore

tedesco: il coro mottettistico coesiste con il corale luterano, le forme

del concertare italiano con il contrappunto tedesco. È una sorta

di “riconciliazione ecumenica” in termini musicali. Anche le forme

propriamente vocali (come ad esempio l’aria) e quelle strumentali

(come il concerto) sono integrate tra loro, in nome di un ideale di musica

astratto, che prescinde dalla sua concreta realizzazione timbrica.

Ed ecco quindi come tutto questo confluisca nei 64 pezzi di cui si

compone l’Oratorio di Natale: 16 interventi dell’Evangelista (in una

variante dell’antico “tono di lezione” ecclesiastico), 11 recitativi dallo

stile arioso a una o più voci, 3 recitativi con strofe di corale interpolato,

9 arie solistiche, 2 duetti e 1 terzetto, 13 corali, 5 cori di apertura, 3 cori

della turba, una sola sinfonia strumentale. Una tale mole di musica è

ricondotta ad una struttura coerente e simmetrica, con il ricorrere ciclico

di alcuni elementi e i rimandi tra una parte e l’altra. L’intero Oratorio si

mostra come una sorta di rondò di proporzioni gigantesche: la I, la III

e la VI partes sono accomunate dalla stessa tonalità di re maggiore e

dalla medesima strumentazione marziale, caratterizzata da trombe e

timpani. Anche a livello del testo, attribuito a Henrici detto Picander, la

coesione del progetto è evidente: le prime quattro cantate utilizzano il

Vangelo di Luca 2, 1-21 mentre le ultime due il Vangelo di Matteo 2, 1-12.

Ciascuno dei brani svolge una precisa funzione: il recitativo è il luogo

della narrazione evangelica, l’aria della meditazione del fedele, il coro è

l’espressione della collettività.

Nella I pars si racconta la nascita di Gesù. Il carattere trionfale e

celebrativo da Festmusik tradisce l’origine profana di parte dell’Oratorio.

Nel grandioso coro iniziale, le voci riprendono e rielaborano quanto

esposto dall’orchestra, mentre nel corale finale è l’orchestra a

punteggiare i versetti del coro. Una perfetta intesa tra voci e strumenti

si realizza anche nei pezzi solistici: oboe d’amore e violino si intrecciano

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al contralto nella prima aria, mentre il basso dialoga con la tromba e il

flauto traverso nel cantare un Dio grande e umile. Anche nei recitativi

dell’Evangelista e del contralto, il sostegno del continuo è arricchito

da alcuni strumenti dolci “obbligati”, rispettivamente il fagotto e gli

oboi d’amore. In posizione centrale è posto un corale chiave dell’intero

Oratorio per i suoi rimandi interni e non solo: infatti, oltre a concludere

l’intera opera ritornando nell’ultima cantata, è anche emblematicamente

costruito sulla parodia di un tema della Passione secondo Matteo, quasi

a voler congiungere in un unico disegno musicale l’intera vicenda

evangelica.

La II pars, in sol maggiore, porta l’annuncio della nascita di Cristo ai

pastori intimoriti e lo fa con una sinfonia introduttiva tutta strumentale,

l’unica dell’intero Oratorio. Il carattere intimo e “pastorale” è reso con

il tipico ritmo di siciliana e con una strumentazione che, mancando

degli ottoni, si compone di archi, basso continuo e soli legni (flauti

traversi, oboe da caccia dal suono squillante e oboe d’amore dal

timbro nasale simile alle ciaramelle agresti). Dopo il corale in cui si

incoraggiano i pastori impauriti, il recitativo è interpretato dal soprano

nel ruolo dell’angelo che porta la buona novella, la profezia dell’Antico

Testamento finalmente avverata (recitativo del basso). Nella relativa

aria, il tenore e il flauto traverso obbligato invitano i pastori ad affrettarsi,

mentre il contralto è la voce materna che Bach immagina per Maria

nel cullare il Bambino Gesù. Un coro angelico canta la gloria dei cieli,

in contrappunto e con un vivace accompagnamento dell’orchestra.

E alla fine il cerchio si chiude, con le simmetrie ricostruite anche

nelle dimensioni più piccole dell’opera: il corale conclusivo riprende

ciclicamente il materiale della sinfonia iniziale a intercalare i versetti

vocali.

Secondo il biografo Spitta, tutta la musica di Bach – anche quella non propriamente liturgica – è pervasa di una religiosità dal carattere assoluto

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I pastori sono giunti alla stalla per adorare il Dio bambino e diffondere

la lieta novella: è quello che si racconta nella III pars. Le voci dei pastori

si uniscono in un coro cosiddetto della “turba” in stile mottettistico; il

contralto-Maria intona una seconda ninna nanna accompagnata dal

violino obbligato; soprano e basso pregano a due per la consolazione

dell’amore divino, in quello che è il primo duetto dell’Oratorio. La

Cantata si conclude trionfalmente richiamando ciclicamente il coro

d’apertura, in un inno di lode a Cristo, redentore dei peccati dell’uomo.

La IV pars celebra la circoncisione e il nome di Gesù. Meno articolata

rispetto alle altre, questa Cantata è l’unica in cui sono presenti i corni

che ne determinano anche la tonalità di fa maggiore. Il carattere

evocativo e di lontananza, già espresso nel coro iniziale, trova la sua

massima realizzazione nella famosa aria del soprano con eco, punto

mediano della Cantata stessa. Bach prescrive l’accompagnamento del

solo basso continuo e di un oboe solo, il cui ruolo concertante connota

anche l’inizio e la fine della Cantata. Nell’aria, voce e strumento si

riecheggiano vicendevolmente in un continuo alternarsi e moltiplicarsi

dei piani sonori. Elemento innovativo della tradizione è l’introduzione di

una seconda voce lontana che fa eco a brevi frammenti del soprano,

con l’effetto di una sorta di sospensione temporale oltre che di riverbero

nello spazio. È come la flebile ed intima voce di Dio, in un brano che non

è più narrativo ma contemplativo. Infine una fuga del tenore e dei due

violini solisti precede il corale finale che richiude la Cantata.

Modificando il normale ordine del programma liturgico, la V pars in

la maggiore racconta del viaggio dei Magi con una strumentazione

delicata, fatta solo di 2 oboi d’amore, archi e basso continuo. Tanto

sottile il colore orchestrale, quanto raffinato il pensiero compositivo.

Il coro iniziale trova nella vitalità ritmica di un contrattempo lo spunto

per un grande episodio di fugato. Dopo il recitativo del tenore, Bach

combina il coro con il recitativo del contralto in un dialogo ritmato,

mentre il violino solo regge sul basso continuo il terzetto tra soprano,

contralto e tenore, l’unico dell’Oratorio. Un corale più sereno conclude

questa penultima sezione.

Infine, culmine della simmetria architettonica, la VI pars chiude il cerchio,

riprendendo la tonalità, il tempo e la strumentazione da Festmusik della

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prima. È la Cantata più complessa, ibridazione di generi e forme, prova

ultima del magistero e del pensiero combinatorio bachiano. In apertura,

un lieto squillo di tromba introduce il fastoso coro accompagnato

dall’intera orchestra che combina insieme la scrittura fugata e quella

concertante. Un piglio di danza ha l’aria del soprano solo che esalta la

potenza divina, mentre è in forma di concerto quella del tenore con gli

oboi in primo piano, che canta dell’uomo liberato nella fede dalla paura.

Un recitativo delle quattro voci soliste insieme, come sintesi conclusiva,

precede il corale finale che sovrappone la strofa luterana al ritornello

orchestrale. Cantata per l’Epifania, ultima festività del ciclo, questa pars

racconta dell’adorazione dei Magi e canta del trionfo di Cristo.

Dopo il Natale del 1734 bisognò aspettare più di cento anni (1857) prima

che l’Oratorio venisse eseguito una seconda volta.

Maria Grazia Campisi

Laureata in Discipline storiche,

critiche e analitiche della musica

al Conservatorio “G. Verdi” di Milano

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Ton Koopman direttore

Ton Koopman è nato a Zwolle in Olanda. Si è formato alla scuola

organistica di Simon Jansen e a quella clavicembalistica di Gustav

Leonhardt. Dopo aver ricevuto il “Prix d’Excellence” per l’organo e per

il clavicembalo e il primo premio al Concorso di Bruges, ha intrapreso

la carriera solistica.

Si è esibito nelle più importanti sale da concerto e festival, avendo

l’opportunità di suonare sui più raffinati e preziosi strumenti antichi

esistenti in Europa. Musicologo, noto per il suo costante lavoro di ricerca

sulle fonti storiche, ha lavorato all’edizione completa dei Concerti per

organo di Händel e ha curato l’edizione del Messiah di Händel e del

Giudizio Universale di Buxtehude. È professore all’Università di Leiden

e membro onorario della Royal Academy of Music di Londra. Nel 2000

è stato insignito della laurea honoris causa dall’Università di Utrecht.

È inoltre presidente dell’“International Dietrich Buxtehude Society” e

direttore artistico del festival francese “Itinéraire Baroque”. Nel 2006

ha ricevuto il “Premio Bach” a Lipsia e nel 2012 il “Premio Buxtehude”

a Lubecca. Nel 2014 gli è stato assegnato il “Bach Prize” dalla Royal

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Academy of Music di Londra, nel 2016 è stato nominato professore

onorario alla Musikhochschule di Lubecca e consulente artistico

onorario dell’Opera di Guangzhou.

Ha fondato il complesso “Musica Antiqua” e, nel 1979, The Amsterdam

Baroque Orchestra a cui ha fatto seguito l’Amsterdam Baroque Choir

nel 1992. Con i suoi complessi ha eseguito e registrato dal 1994 al 2004

l’integrale delle Cantate sacre e profane di Bach meritando il Deutscher

Schallplattenpreis Echo Klassik, il premio Hector Berlioz e il BBC Award

oltre alle nomination sia per il Grammy Award che per il Gramophone

Award (UK). A questo progetto si è affiancata la pubblicazione, in

collaborazione con il musicologo Christoph Wolff, dell’opera editoriale

Il mondo delle Cantate di Bach, pubblicata in italiano a cura de I Concerti

del Quartetto in collaborazione con EDT. Nel 2014 ha completato la

registrazione dell’integrale dell’opera di Dietrich Buxtehude.

Ton Koopman svolge un’intensa attività come direttore ospite con

le maggiori orchestre in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Tra

i suoi recenti impegni la Messa in si minore di Bach con i Berliner

Philharmoniker e la Passione secondo Matteo con la Concertgebouw

Orchestra. Il progetto teatrale per bambini “Oorwurm”, intrapreso con la

figlia Marieke Koopman, ha reso la musica barocca accessibile ai giovani

in tutta l’Olanda, realizzando un grande sogno di Ton Koopman.

La sua ampia e pluripremiata discografia ha raggiunto record di vendita;

nel 2017 gli è stato conferito il prestigioso Edison Classical Award per i

risultati raggiunti con la sua instancabile attività. Nel 2003 ha fondato

una propria etichetta discografica “Antoine Marchand”.

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Amsterdam Baroque Orchestra& Choir

L’Amsterdam Baroque Orchestra comprende alcuni fra i migliori

specialisti del barocco in ambito internazionale che si riuniscono

con regolarità sotto la direzione di Ton Koopman per provare nuovo

repertorio, dare concerti e completare le loro registrazioni.

Sin dalla sua fondazione, nel 1979, l’Amsterdam Baroque Orchestra si

è dedicata allo stile antico, con strumenti autentici (o copie fedeli), e

si è esibita nelle maggiori sale concertistiche delle capitali musicali in

tutto il mondo. Ton Koopman e Simon Schoutens hanno fondato, per

completare l’attività dell’Amsterdam Baroque Orchestra, l’Amsterdam

Baroque Choir. Il coro ha debuttato nel 1992 al Festival di Musica Antica

di Utrecht ottenendo grande successo con il Requiem per 15 voci e i

Vespri per 32 voci di Biber entrambi eseguiti in prima moderna e registrati

per Erato meritando il Cannes Classical Award.Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir sono regolarmente ospiti delle principali sale da concerto in Europa, Stati Uniti e Asia. Dal 1994 al 2004 hanno realizzato il più importante progetto discografico degli anni ’90: l’esecuzione e la registrazione integrale di tutte le Cantate bachiane sacre e profane che ha meritato il Deutscher Schallplattenpreis Echo Klassik 1997 e il Prix de l’Académie du Disque Lyrique. Nel 2014 hanno portato a termine un altro grande progetto: l’esecuzione e la registrazione dell’opera omnia di Dietrich Buxtehude. L’ultimo volume è stato pubblicato nel 2014 in concomitanza del 35° anniversario dell’orchestra, celebrato con una grande tournée europea. L’ABO & Choir hanno registrato tutte le principali opere barocche e classiche meritando numerosi riconoscimenti quali Gramophone Award, Diapason d’Or, 10-Repertoire, Stern des Monats-Fono Forum, Prix Hector Berlioz, due Edison Awards, BBC Award e, nel 2009, il secondo Echo Klassik Award per il VII volume dell’Opera-Omnia di Buxtehude. Tra i prossimi impegni La Resurrezione di Händel in occasione della Pasqua 2020, concerti alla Philharmonie di Colonia e la partecipazione al Festival di Dresda e al Bachfest di Lipsia.

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Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra and Choir sono stati tra

i protagonisti delle Settimane Bach dal 1994 al 2004, e ospiti della nostra

Società nel 2007, 2008, 2010, 2011, 2012, 2013, 2015 e 2016.

Catherine Manson, Joseph Tan, John Wilson Meyer, Anna Ryu,

Rie Kimura primi violini

David Rabinovich, Marc Cooper, Liesbeth Nijs, Karin Björk secondi violini

Yoshiko Morita, John Ma viole

Werner Matzke, Esmé de Vries violoncelli

Michele Zeoli contrabbasso

Wilbert Hazelzet, Marion Moonen flauti traversi

Antoine Torunczyk, Nienke van der Meulen, Neven Lesage,

Lucile Tessier oboi

Wouter Verschuren fagotto

Thomas Müller, Olivier Picon corni

Nicolas Isabelle, Stephen Keavy, Jonathan Impett trombe

Luuk Nagtegaal timpani

Kathryn Cok organo

Amelia Berridge, Martha Bosch, Louise Moisonnié, Tanja Obalski,

Rozemarijn Kalis soprani

Peter de Groot, Jonathan de Ceuster, Clotilde Cantau, Rob Cuppens alti

Kieran White, Henk Gunneman, Chris Postuma, Guido Groenland tenori

Hans Wijers, Jonathon Adams, Jasper Schweppe, Ralf Ernst bassi

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Yetzabel Arias Fernandez soprano

Nata a L’Avana Yetzabel Arias Fernandez inizia gli studi musicali nella

sua città natale dove si diploma in direzione di coro e canto. In Italia

frequenta il Laboratorio di ricerca sulla musica italiana del XVII secolo

e si perfeziona all’Accademia Internazionale della Musica di Milano.

Vince il primo premio assoluto al Concorso di Canto Barocco di

Chimay e al Festival Printemps des Arts di Nantes, e il primo premio

al Concorso “F. Provenzale” della Cappella de’ Turchini di Napoli e al

Concorso Internazionale di Musica Sacra di Roma. Dopo aver cantato

nelle maggiori sale da concerto europee ha iniziato una intensa

collaborazione con Ton Koopman con numerose tournée europee con

la Amsterdam Baroque Orchestra interpretando i capolavori di Bach,

Mozart e Haydn. Diretta da Koopman ha debuttato alla Philharmonie di

Berlino (Messa in si minore di Bach), Staatskappelle di Dresda (La gara

degli Dei di Heinichen), NHK Symphony Orchestra di Tokyo (Requiem

di Mozart), Orchestre National de Lyon (Messa in do minore di Mozart),

Shanghai Philarmonic Orchestra (Le Stagioni di Haydn) e l’Accademia

Santa Cecilia di Roma (Messia di Händel). Nel 2017 ha interpretato in

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Franziska Gottwald alto

Franziska Gottwald, nata a Marburg an der Lahn, verso la fine degli studi

universitari in pedagogia della voce e opera lirica, è entrata a far parte

dell’ensemble solista del Deutsche Nationaltheater di Weimar e ha

intrapreso la carriera solistica.

In ambito operistico ha collaborato con i teatri d’opera di Seul,

Tolosa, Tokyo, Venezia, Bilbao, Basilea, Colonia, Stoccarda, Hannover,

Wiesbaden, con la Komische Oper Berlin e la Semperoper di Dresda.

Con un repertorio molto ampio che si estende dal repertorio barocco

a quello moderno si è esibita con orchestre di primo piano tra cui

Gewandhaus Orchester di Lipsia, Orchestra Barocca di Venezia, Europa

Galante, Royal Concertgebouw Orchestra, Ensemble Resonanz,

Musica Antiqua Köln, Concerto Köln, Bamberger Symphoniker,

Akademie für Alte Musik Berlin, NDR Elbphilharmonie Orchester e MDR-

Sinfonieorchester di Lipsia. Le frequenti collaborazioni con direttori quali

Reinhard Goebel, Ton Koopman, Andrea Marcon, Fabio Biondi, Nicholas

McGegan e altri, hanno consolidato la reputazione di Franziska Gottwald

come esperta nella prassi esecutiva storica. Un ulteriore riconoscimento

dei suoi risultati in questo campo è stata la vittoria del primo premio al

Concorso Internazionale Bach di Lipsia.

Franziska Gottwald può essere ascoltata in molte produzioni

radiofoniche, DVD e CD, tra cui Merope di Vivaldi sotto la direzione di

prima esecuzione moderna la Cantata “Tu fedel, tu costante?” di Händel

al Concertgebouw di Amsterdam. Collabora inoltre con l’ensemble

Ricercar Consort e Philippe Pierlot (Ritorno d’Ulisse a Potsdam), Jordi

Savall (Messa in si minore di Bach) e altri ensemble specialisti del

repertorio barocco quali I Barocchisti, La Risonanza, Orchestra barocca

di Siviglia, Ars Atlantica, La Venexiana e Accademia Bizantina.

È stata ospite della nostra Società nel 2008 e 2009.

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Fabio Biondi, L’Olimpiade diretta da Markellos Chryssicos e Samson di

Händel diretta da Nicholas McGegan.

È stata ospite della nostra Società nel 2000, 2003 e 2008.

Tilman Lichdi tenore

Tilman Lichdi ha preso la sua prima lezione di canto a 18 anni con Alois

Treml dell’Opera di Stoccarda e ha poi proseguito gli studi con Charlotte

Lehmann a Würzburg. Si è presto imposto tra i migliori interpreti degli

Oratori di Bach – specialista nel ruolo dell’Evangelista - e del repertorio

liederistico.

Si è esibito in tutta Europa, negli Stati Unti e in Sud America con direttori

quali Ton Koopman, Thomas Hengelbrock, Martin Haselböck, Peter

Dijkstra, Frieder Bernius, Christoph Perick, Bernard Labadie, Marcus

Bosch, Hervé Niquet, Hartmut Haenchen, Kent Nagano, Christoph

Poppen, Claus Peter Flor, Michail Pletnev, Michel Corboz,

Hans-Christoph Rademann, Teodor Currentzis e Herbert Blomstedt. Dal

2005 al 2013 ha fatto parte dello Staatstheater di Norimberga dove ha

interpretato David nei Meistersinger di Wagner, Steersman nell’Olandese

volante di Wagner, Tamino nel Flauto Magico di Mozart, Ferrando in Così

fan tutte, Belmonte nel Ratto dal Serraglio, Don Ottavio in Don Giovanni,

Belfiore in La Finta Giardiniera e il Conte Almaviva nel Barbiere di Siviglia.

Nel 2010 ha debuttato negli Stati Uniti con la Chicago Symphony nella

Passione secondo Giovanni e con La New York Philharmonic nel Messiah

di Händel. Nel 2012 ha vinto il Bavarian Kunstförderpreis.

È stato ospite della nostra Società nel 2011 e 2016.

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Klaus Mertens basso

Nato in Germania, inizia una brillante carriera subito dopo il termine

degli studi collaborando con noti specialisti di musica antica quali Ton

Koopman, Frans Brüggen, Nicholas McGegan, Philippe Herreweghe,

Gustav Leonhardt e Nikolaus Harnoncourt; nonché, per il repertorio

classico, con grandi direttori fra cui Gary Bertini, Herbert Blomstedt,

Sir Roger Norrington, Kent Nagano, lvan Fischer, Andris Nelsons e

orchestre di primo piano quali Berliner Philharmoniker, Gewandhaus

Orchester Leipzig, Dresdner Philharmonie, Concertgebouw Orchester

di Amsterdam, Tonhalle Orchester di Zurigo, Jerusalem Symphony

Orchestra, Saint Louis e Chicago Symphony Orchestra, Tokyo

Metropolitan Symphony Orchestra e vari ensemble di musica da camera

ospite delle maggiori sala da concerto e dei più importanti festival

internazionali in tutto il mondo. lnterprete di riferimento dei grandi oratori

barocchi, con l’Amsterdam Baroque Orchestra diretta da Ton Koopman

ha eseguito in tutto il mondo e registrato l’integrale delle Cantate di

Bach. Questo progetto, durato 10 anni, segna uno dei massimi esiti

della sua carriera: Mertens è infatti il primo e unico cantante che abbia

interpretato tutti i lavori vocali di Bach. Il suo repertorio si estende da

Monteverdi ai compositori contemporanei, compresi alcuni brani scritti

appositamente per lui. Svolge inoltre ricerche musicologiche al fine

di riportare alla luce opere inedite o di raro ascolto. Ha al suo attivo

un’imponente discografia di oltre 200 CD e DVD.

Ospite regolare delle Settimane Bach dal 1994 al 2004, è stato ospite

della nostra Società nel 2006, 2008, 2011, 2013, 2015 e 2016.

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33Main PartnerAssociazione Pier Lombardo

A cura di

Vijay Iyer Vanessa Wagner Yonathan Avishai Lisa Moore T imo Andres Simon Ghraichy Jason Moran Emmet Cohen Aaron Goldberg Danny Grissett Dado Moroni

PIANIST I di altri mondiDal j a z z a l l e sono r i t à con temporanee

8 c o n c e r t i d a g e n n a i o a m a g g i o 2 0 2 0l a d o m e n i c a m a t t i n a h 1 1e s e r a t a f i n a l e a i B a g n i M i s t e r i o s i

Teatro Franco Parenti via Pier Lombardo 14, Milano – teatrofrancoparenti.it

Società del Quartetto via Durini 24, Milano – quartettomilano.it

Rassegna i dea ta da Giann i More l enbaum Gua lbe r to

In collaborazione con

peverelli & morelenbaum associatidirezioni artistiche

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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto

e ai soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore

Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017), Liliana Segre (2019)

Soci VitaliziFilippo Annunziata, Cesare Bacchini, Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Liliana Konigsman, Francesco Maino, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò, Paola Motta, Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova, Paolo Villa

Soci BenemeritiDomenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Antonio Magnocavallo, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini

I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)

Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi, Cecilia Bicchi, Giuliano Boella, Maria Lavinia Boella Ricci, Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Marta Casagrande, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Nicoletta Cipriani, Claudio Citrini, Dino Danovi, Mathias Deichmann, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Nora del Torre, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Franca Gaiani, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Fiammetta Lang, Riccardo Luzzatto,Federico Magnifico, Rosalia Manenti, Claudio Longo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Alberto Piergrossi, Laura Poli, Roberto Poli, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Maria Grazia Scarabelli, Luciano Scavia, Francesco Sironi, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori

Mario Bassani, Mario Broggi, Anna Broggi De Lellis, Paola Carminati, Alberto Conti, Maria Elisabetta De Ferrari Magnifico Fracaro, Clara Dell’Acqa, Nora del Torre, Marco Magnifico Fracaro, Maria Candida Morosini, Ruth Pavese Westen, Serenella Pinto Rordorf, Renato Rordorf, Giorgio Sacerdoti, Enrico Saraval, Rosella Saraval Milesi, Lorenzo Stucchi

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PROSSIMI CONCERTI

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

BIGLIETTI

Intero € 35│Ridotto (Soci e over 70) € 29│Giovani (under 30) € 5

martedì 14 gennaio 2020, ore 20.30Raffaele Pe controtenoreLa Lira di OrfeoGiulio Cesare. Eroe baroccoGiacomelli - Sinfonia da Cesare in EgittoHändel - “Va tacito e nascosto” da Giulio Cesare in EgittoPollarolo - “Sdegnoso turbine” da Giulio Cesare in EgittoBianchi - “Saprò d’ogn’alma audace” da La morte di CesareHändel - Sinfonia da Giulio Cesare in EgittoGiacomelli - “Il cor che sdegnato” da Cesare in EgittoHändel - “Al lampo dell’armi” da Giulio Cesare in EgittoBianchi - Sinfonia da La morte di CesarePiccinni - “Tergi le belle lagrime” da Cesare in Egitto

BIGLIETTI

Intero € 35│Ridotto (Soci e over 70) € 29│Giovani (under 30) € 5

venerdì 31 gennaio 2020, ore 20.30 Sir András Schiff pianoforteSchubert - Sonata in la minore D 845- Sonata in re maggiore D 850- Sonata in sol maggiore op. 78 “Fantasia” D 894

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per la collaborazione

per il contributo

SI RINGRAZIA

Società del Quartetto, via Durini 24 – 20122 MilanoTel 02 795 393 │ [email protected] │ www.quartettomilano.it